Skip to main content
Racconti di DominazioneRacconti EroticiSensazioni

Quando ho capito di essere sfigato – la ragazza di Caserta conosciuta in chat – settima parte

By 4 Gennaio 2022No Comments

Che c’è da dire? Ormai Francesca aveva quasi completato di ridurmi nello sfigato verginello che desiderava, ma le mancava ancora qualcosa voleva sia il definitivo e totale controllo sulla mia sessualità sia quello sulla mia vita economica e lavorativa e di questi due argomenti ne parlammo il mattino seguente.
Francesca fu di parola, mi lasciò dormire e, tra l’altro, ci svegliammo insieme verso le 11:00. Io le dissi: “buongiorno, padrona”. Rispose: “buongiorno, schiavetto”. Le chiesi: “soddisfatta per ieri, padron?”. Rispose: “tu non immagini quanto, sfigatello. Mi sono fidanzata con un alto, bello, ricco, palestrato e dotato. Mi sono praticamente sistemata!”. Dissi: “sono felicissimo per lei, padrona”. Lei rispose: “grazie, sfigatello, ma questo è anche merito tuo… se non ci fossi stato tu, mi sarebbe stato molto più difficile conquistare il mio ragazzo. Mi ha servita benissimo e sei stato uno schiavetto perfetto. Se ora mi sono sistemata è anche grazie a te!”. Mi diede un bacetto sulla guancia come ringraziamento. Poi disse: “comunque, schiavetto… oggi parleremo del tuo futuro sia sessuale che lavorativo e vedrai… ho in mente grandi cose per te. Adesso andiamo a sistemarci!”. Ci sistemammo e io lo feci sempre sotto la sua supervisione ed io la assistetti nel rassettarsi.
Poi facemmo colazione e, nel mentre, disse: “bene, schiavetto… credo sia arrivato il momento per te di diventare totalmente il mio schiavo personale. Lo sei già, ma su di te voglio avere il controllo totale. Per cui da adesso in poi ci saranno delle regole ferree sia per quanto riguarda le tue seghe sia per quanto riguarda il tuo lavoro. Per quanti riguarda il primo punto, da ora in poi il tuo unico modo per provare piacere sarà segarti per me mentre tengo le tette di fuori, come sempre, e in più lo farai vedendo le mie scopate con il mio uomo sia dal vivo che sul pc. Quando scoperò, vedrai dal vivo e ti segherai lì e ti dirò io se potrai venire o meno. Quando non scoperò, ti segherai davanti a me con le tette di fuori e mentre vedi le mie scopate al pc ed anche in questo caso ti dirò io se potrai venire o no… è chiaro, inutile sfigato?”. Io risposi: “è chiaro, padrona. Grazie, padrona.” Lei disse: “tze… che sfigato… mi ringrazi pure. Comunque bene, vuol dire che ormai sei totalmente succube e farò di te ciò che più mi aggrada”. Poi continuò: “per quanto riguarda il secondo punto, dato che tu a breve inizierai a lavorare, ti dico subito come gestirai i tuoi soldi. Siccome io mi sono ormai sistemata con uno pieno di soldi, non avrei più bisogno di lavorare, ma ancora non mi va di lasciare il lavoro finché quello non me lo sposo. Adesso che lavori anche tu, faremo in questo modo. Penso che ti ricordi della sculacciata di Linda ed a cosa fu dovuta, vero?”. Io risposi: “sì, padrona, voleva sculacciarla perché lei non si era iscritta in palestra”. Rispose: “esatto, sfigato… ho deciso di iscrivermi, ma il lavoro che faccio non me lo permette, anche perché altrimenti, se rinunciassi agli straordinari, non riuscirei ad andare avanti. Per cui, io ridurrò le ore di lavoro e tu spenderai i tuoi soldi per farmi andare in palestra, in modo che io possa farmi sempre più strafiga e tenermi bello stretto il mio uomo!”. Incredibile… adesso stavamo andando proprio oltre: voleva iscriversi in palestra con i miei soldi per rendersi sempre più strafiga per il suo ragazzo, oltre al fatto che la mia vita sessuale, fatta solo ed esclusivamente di seghe, si sarebbe ridotta a vedere lei che scopava sia dal vivo che su pc. Detto sinceramente, a me non importava proprio. In fondo, avevo scelto io questa vita. Probabilmente, come avevano detto Alessia e Linda, avevo il cervello inceppato e mi stavo autopunendo e flagellando, perché, purtroppo, negli anni della mia adolescenza non ero riuscito ad avere una fidanzatina o quantomeno ad avere la mia prima volta. Forse era così, ma sinceramente io non avevo proprio la forza mentale, come non ce l’ho ancora oggi, di provarci con un ragazza, perché io altri fallimenti non li avrei sopportati psicologicamente e, non sia mai fossi stato rifiutato di nuovo, sarei caduto davvero in depressione oppure avrei potuto fare di peggio. Ne ero convinto allora e ne sono convinto adesso, soprattutto perché ciò è corroborato dai fatti: L’AMORE ED IL SESSO NON SONO PER TUTTI e nella vita esistono le categorie. Esistono i tipi come Francesca, Linda, Alessia e Marco che sono dei vincenti e poi ci sono gli sfigati come me, il cui unico e vero destino è quello di farsi umiliare dai vincenti. Esistono, insomma, persone di serie A e persone di serie B, come d’altronde nel regno animale esistono gli alpha ed i beta. Io, per mia sfortuna, rientravo nella seconda di queste categorie. La padrona Francesca non era cattiva e, se pure lo era, aveva ragione di esserlo. Semplicemente lei mi stava mettendo al mio posto, mi stava modellando per quello che realmente ero sin da quando sono nato: uno sfigato verginello segaiolo buono a nulla con le donne. Era dura nel farlo? Forse, ma era la mia padrona e si sa che alla propria padrona si obbedisce e basta senza discutere e, a dirla tutta, su questo Francesca era anche molto morbida e, forse, era proprio questa sua delicatezza che mi induceva a sottomettermi con tutto me stesso, anche con la mia stessa vita, a lei, che era ormai diventata la mia unica ed inarrivabile dea.
Dopo che Francesca ebbe posto queste regole, a cui io decisi senza esitare di sottostare, dissi: “Mia unica e bellissima padrona, le pagherò tutti i mesi di palestra che vorrà, finché lei non sia diventata ancora più divina da poter essere sicura di non perdere il suo uomo!”. La mia padrona, sentite queste parole, mi disse, dandomi una carezza: “sai… se sei disposto a fare anche questo, vuol dire che tu sei davvero MIO e che ormai mi appartieni totalmente con l’anima, il corpo, la mente ed anche la tua sessualità. Ormai ti sei totalmente annullato per me e ciò significa che la mia opera con te è compiuta. Adesso è davvero ufficiale, ti ho reso lo sfigato per eccellenza, il miglior schiavetto verginello de mondo. Da adesso in poi tu mi appartieni e resterai per sempre con me. L’unica donna della tua vita, donna con quale tu non farai mai e poi mai sesso, restando perciò vergine, sarò io. Eccezionalmente potrai avere rapporti con Alessia e Linda, ma solo in amicizia, ma l’unica tua donna, dea, padrona sono io e nessun’altra. Ormai il nostro legame è indissolubile, perché TU MI APPARTIENI TOTALMENTE ED IO TI POSSEGGO TOTALMENTE. Sono fiera di te, sfigatello, sono davvero fiera di te! Da ora in poi tu resterai sempre con me ed io non ti abbandonerò mai!”. Queste parole segnarono la mia definitiva sottomissione a Francesca: sarei stato il suo schiavetto sfigatello per sempre ed incondizionatamente.
La mia nuova vita con lei andò avanti così per mesi e per anni: Francesca era ormai diventata una vera dea grazie ai suoi due anni di palestra pagati da me, era diventata proprio proporzionata: tette e culo sodo, gambe maestose, girovita ben formato, pancia piattissima… insomma divenne la ragazza più figa del mondo, che io non avrei mai potuto scopare, perché lei così aveva deciso. Ogni sera si scopava il suo ragazzo ed io ero costretto a guardarla sia dal vivo che da pc. Mi fece segare ogni giorno dell’anno, nessuno escluso, a volte mi concedeva di venire ed altre invece no, a seconda della sua volontà. Mi chiamava in tutte le maniere: sfigato, sfigatello, schiavetto, ecc. Ormai ero nient’altro che un burattino nelle sue mani. Io non esistevo più per me stesso, ma esistevo solo come nient’altro che uno schiavo sfigato e vergine che da usare per il suo divertimento e per aiutarla a raggiungere il massimo del piacere con il suo ragazzo.
La mia vita con Francesca proseguì anche durante la pandemia, anche perché ormai per lavoro mi ero trasferito in pianta stabile a Caserta, così avrei potuto essere sempre a totale disposizione della mia padrona.
Accadde qualche giorno prima di capodanno qualcosa di totalmente inaspettato, che io non mi sarei mai aspettato. Ero a casa mia ed ero appena tornato da lavoro, quando ad un certo punto sentii suonare il citofono, risposi e chiesi: “chi è?”. Rispose una voce femminile che piangeva disperata: “Aprimi… sono Francesca”. Francesca? A casa mia? Che piangeva? Ma cosa stava succedendo? Le aprii il portone, poi suonò il campanello e la feci entrare. Si gettò piangendo tra le mie braccia e le chiesi: “Francesca, ma… che succede? Perché stai piangendo così? Io non ti ho mai vista piangere…”. Lei, tra le lacrime, mi disse: “ti prego, sediamoci sul divano… ho bisogno di parlarti”. Ma cosa… Francesca, la mia padrona, che mi diceva “ti prego”?. Lei poi mi disse: “tesoro, devo chiederti perdono, perché sono stata una stupida…”. Io dissi: “Padrona, ma…”. Mi interruppe: “basta con questo cazzo di padrona! Da adesso in poi io per te sarò sempre Francesca”. Io dissi: “Francesca, certo… ma… di cosa devi chiedermi perdono? Tu non mi hai fatto niente!”. Disse lei: “invece sì, mi rendo conto che forse ti ho fatto davvero troppo male. Siamo andati troppo oltre ed io stavo per distruggere la tua vita ed i tuoi sentimenti!”. Dissi io: “Francesca ma… non è vero… io volontariamente ho scelto di…”. Disse lei: “lo so, tesoro lo so… tu volontariamente hai scelto di farti umiliare per due anni da me… ma mi sono resa conto che forse ho sbagliato e che tutto ciò che ho detto e fatto nei tuoi confronti è stato orribile, anche se solo un gioco”. Dissi io: “ma perché dici questo?”. Lei disse: “ti spiego… oggi ho trovato Marco, quello che credevo essere un vero uomo, a letto con un’altra! Mi ha tradita! E vuoi sapere che altro ho scoperto? Che mi tradiva da almeno 2 mesi con questa!”. Io rimasi di sasso e dissi: “Francesca… ma… come… io non ci credo!”. Disse: “lo so neanche io volevo crederci, pensavo di essere una vera strafiga ed invece… mi rendo conto che forse non sono niente, perché poi… non sai quante me ne ha dette quel bastardo… e ci è mancato poco che mi alzasse anche le mani addosso!”. Io non credevo che potesse dire queste cose: “No, scusami… ma… io a questo non posso credere. Quello che ha fatto quell’imbecille è inqualificabile, e anche da querela, ma tu non puoi dire così. Tu per me resti una dea e tale sarai per sempre!”. Lei mi chiese: “davvero? Forse penserai che invece sono una stronza, dopo tutto quello che ti ho fatto passare e dopo tutte le volte che ti ho umiliato… un altro a quest’ora mi sbatterebbe fuori a calci e non avrebbe torto a farlo. Io ti ho manipolato, fatto del male e ti ho negato il sesso fino ad oggi che hai 28 anni, mentre io a 24 anni ho fatto di tutto con uno che, col senno di poi, non mi meritava!”. Le dissi: “Francesca, io non penso né che tu sia una stronza né che tu sia da cacciare fuori a calci. Anzi, ora voglio dirti ciò che penso. E’ vero, tu mi hai manipolato, umiliato, privato di una vita sessuale, ma sappi che io volontariamente e liberamente ho deciso di farmi fare questo, perché il desiderio di sottomettermi ad una come te era grande. Io non so se devo considerarti ancora o no la mia padrona dopo questa cosa che è accaduta, ma sappi che io avrei vissuto per tutta la vita così, se lo avessi voluto. Tu per me vali più di tutto, vali più di tutte quelle stronze che mi hanno ferito per davvero, vali più di ogni umiliazione che mi hai inferto. A dirla tutta, Francesca, c’è una cosa che non ti ho mai detto…” Lei, commosso e sollevata nel sentire queste parole, mi chiese: “e quale sarebbe, tesoro”. Io le dissi: “Francesca, la verità è che… ti amo! Io ti ho sempre amata, fin dalla prima volta che ti ho vista. Ero ben consapevole di non essere degno del tuo amore, perché tu sei una strafiga, una dea irraggiungibile e perfetta, con cui io non sarei mai stato degno di fare sesso. Prima ti amavo come padrona, ma poi, anche quando ti sei messa con quello che si è rivelato essere un imbecille, io ho iniziato ad amarti come donna, sebbene sapessi che tu non mi avresti mai fatto conoscere le gioie del sesso con te. Anche se tu fossi rimasta con Marco, io avrei continuato ad amarti per tutta la vita, anche se non saremmo mai potuti stare insieme. Sarei rimasto per tutta la vita ai tuoi piedi come tuo schiavetto a farmi umiliare, ma ti avrei amato fino alla fine, ogni giorno della mia vita!”. Lei scoppiò di nuovo in pianto e mi disse: “ma io ti ho fatto subire di tutto? Come puoi amare una come me?”. Le dissi: “Francesca, io so solo che sin dalla prima volta che ti ho vista, ho pensato che fossi l’unica donna con cui sarei voluto stare e l’unica donna con cui avrei voluto avere la mia prima volta”. Lei  si inginocchiò e mi disse: “Tesoro, perdonami… sono stata una stronza ed sono stata cattiva con te… dopo quello che mi hai detto ho capito che forse avrei dovuto stare con chi veramente mi amava e non con chi faceva solo finta di amarmi… se vuoi, puoi punirmi tu, ora!”. Io la presi, la alzai, la misi seduta sul divano e le dissi, inginocchiandomi a mia volta: “Francesca, tu non devi inginocchiarti davanti a me ed io non devo punirti. Tu ti sei comportata da padrona e hai fatto quello che dovevi fare. Non ti rimprovero di nulla e sono stato contento di essere stato il tuo schiavetto; anzi, io lo sarei stato per tutta la vita e sarei rimasto così come sono ora, in ginocchio, per sempre davanti all’unica donna che abbia mai realmente amato, anche se solo come il suo sfigatello personale”. Lei mi prese la testa tra le mani e mi disse: “no… io non voglio più che tu sia il mio schiavo… dopo queste parole ho capito che forse chi dovevo davvero amare e non sottoporre a tutti quegli strazi eri tu. Avevo intuito che fossi speciale in qualche modo, ma mai avrei pensato che lo fossi fino a questo punto. Hai dimostrato di saper arrivare al cuore di una donna… e sai… forse tu meriti altro da me. Tu hai sofferto troppo causa dei tuoi insuccessi con le ragazze. Come ti dissi gli inizi del nostro rapporto, ciò che hai passato è stato ingiustificato, immeritato e salatissimo ed io, forse, avrei dovuto toglierti questo peso sin dall’inizio, perché in fondo lo meriti. Per cui, ho deciso: VOGLIO FARE SESSO CON TE!”. Non ci potevo credere, quella che per due anni era stata la mia padrona e che aveva deciso di condannarmi ad una vita di seghe ed umiliazioni, adesso voleva farmi avere la mia prima volta. “Francesca… io… non so cosa dire”. Lei disse: ” non dire niente e… baciami”. La baciai, fu il mio primo bacio e sapete… fu la sensazione più bella del mondo. Finalmente la donna che avevo sempre amato adesso ricambiava i miei sentimenti per lei solo perché le avevo dimostrato vicinanza in un momento difficile per lei e perché le avevo detto apertamente che la amavo. Io dissi: “Francesca… io… grazie”. Lei mi disse: “amore mio, non ringraziarmi… sei sempre stato speciale e ora mi rendo conto in quale modo tu lo sia. Adesso sei libero, non dovrai più soffrire per via dei tuoi insuccessi. Ora hai me”. Io le dissi: ” Francesca, io forse non sarò il tuo tipo ideale, perché non sono ricco, né bellissimo, né palestrato, né tanto dotato. Quindi io mi riterrò sempre indegno di te… ma una cosa è certa: come ti amo io non ti può amare nessuno”. Lei disse: “amore mio, a me di queste cose non importa più, alla luce di quello che hai detto… so che tu mi ami per davvero e che per me avresti fatto di tutto, anche subire umiliazioni e rimanere vergine per tutta la vita, e questo è quello che conta, perché significa che il tuo amore per me è sempre stato autentico.” Ci baciammo di nuovo, poi mi disse: “adesso, tesoro… facciamo l’amore! Vedrai, sarà bellissimo!”. Dopo anni passati nell’amarezza, nella delusione, nell’angoscia, nella frustrazione, nel rimpianto, finalmente anche io stavo facendo sesso e lo stavo facendo per la prima volta con la ragazza che avevo sempre amato e alla quale nessuna era pari ai miei occhi. Francesca seppe farmi godere tantissimo, scopammo come due innamorati. In due ore mi insegnò molte cose e fece di me un uomo finalmente, togliendomi un peso che da troppo tempo mi schiacciava. La mia vita con Francesca continuò negli anni, lei non fu più la mia padrona, non volle più esserlo, ma anzi… diventò addirittura la mia ragazza! La nostra vita continuò, ci innamorammo l’uno dell’altra follemente e non ci lasciammo più. Facevamo sempre sesso e finalmente la mia vita era completa, perché, oltre ad aver riscattato il mio triste passato da sfigato segaiolo, adesso stavo anche con la ragazza che avevo sempre desiderato. Infine, io e Francesca qualche anno dopo decidemmo di convolare a nozze e ci sposammo! Oggi abbiamo anche un figlio e siamo una famiglia felice ed armoniosa! Incredibile… nonostante io non ci sperassi più e mi fossi rassegnato ad essere nient’altro che lo schiavetto sfigato di Francesca, alla fine fu proprio lei a salvarmi e ad amarmi come nessuna aveva mai fatto ed anche io finalmente ebbi il mio lieto fine!

FINE

Ho pensato di finire così questa storia di pura fantasia, perché in questo momento mi sentivo ispirato così e perché, nonostante io mi senta ancora uno sfigato totale con le donne, nutro in fondo al mio cuore ancora la speranza di poter trovare una ragazza come Francesca con cui realizzare sicuramente le mie fantasie di sottomissione, ma anche con la quale vivere finalmente una storia d’amore che possa riscattare il mio triste e doloroso passato. Il mio rimpianto è non aver conosciuto dal vivo questa ragazza che ha ispirato questi racconti, ma, dovesse capitarmi un’altra occasione simile, state certi che la prossima volta non sprecherò l’occasione, anche se Francesca resterà il mio più grande rimpianto.

Spero che questi miei racconti vi siano piaciuti e che abbiate gradito sia l’inizio che il finale. Grazie della lettura!

5
1

Leave a Reply