Skip to main content
OrgiaRacconti CuckoldRacconti di DominazioneRacconti erotici sull'IncestoTradimentoTrio

CRONACA FAMILIARE – CAP. 16 – UNIVERSIADI (parte seconda)

By 9 Novembre 2020Novembre 11th, 2020No Comments

Andai ad aprire e Gianni, Roberto, Jacopo e Luca fecero irruzione assieme alla mia cara mammina porcella piena di borse di vari negozi e tutta su di giri, manco fosse na teenager, e vogliosa di farmi vedere i suoi nuovi acquisiti.
I miei compari, infatti, avevano portato la maiala a fare compere per il centro di Bologna.
“A guarda Paolino sono stati davvero dei tesori, che bella Bologna, quanti bei negozi …. guarda qua la tua mammina cosa si è comprata……”. e via di scarpe più o meno eleganti (ovviamente tutte con tacchi o zeppe esagerate), vestiti e vestitini, magliette (tutte manco a dirle super attillate … insomma da gran troiazza elegante); mia madre sembrava una bambina su di giri intenta ad aprire i regali di natale.
“Ma scusa e tutta sta roba con che cazzo di soldi l’hai pagata troia?”: proruppi io.
“Sempre gentile con tua mamma eh ….” rispose lei piccata e con un accenno del suo vecchio solito tono saccente da maestrina per bene (un tono che, oramai, persino lei sapeva più di non permettersi data la sua conclamata natura di vera ninfomaniaca) ….”ma con la carta di credito del cornutone (ovvero mio Padre!) no? per una volta che me la lascia quel traccagno …. “.
In effetti era strano davvero che mio padre le avesse lasciato la carta, probabilmente pure lui si era accorto che qualcosa non andava nel loro rapporto (cazzo sarebbe stata pure ora!), e forse stava provando a rimediare con questi mezzucci; “povero papà”, pensai tra me e me, “forse non era così rimbambito come tutti gli scopatori di mamma lo dipingevano ….”.
“Sei proprio una troia del cazzo arrivista e fastidiosa mamma …. lasciatelo dire, un giorno o l’altro dovrò aprire gli occhi a papà cosicché potrà mandarti a fare in culo come meriti!”.
“Oh non fare tanto il pudico santerello, io sarò pure un pò puttana ….”.
“Un po’ ?”.
E lei di rimando col suo ormai consueto sorriso da oca troia e svampita “E vabbeh io sarò anche una grandissima puttana, ma non mi pare che la cosa ti sia dispiaciuta mentre mi scopavi coi tuoi amici eh Paolino ? Perchè non gli dici anche questo al tuo paparino cornutazzo, microdotato e impotente ?”; la troia godeva ad insultare il mio povero padre, non so se lo avesse mai amato o gli avesse mai voluto bene, di certo oramai lo considerava meno di zero, uno zerbino da usare ed umiliare a sua insaputa: mia madre Viviana era ormai diventata una lurida puttana materialista, sadica nei confronti dei più deboli, e masochista nei confronti dei più forti.
La sua obiezione, tuttavia, spiace ammetterlo ma non faceva una piega e mi lasciò senza risposta.
A rompere il gelo del momento ci pensò Gianni:
“Dai dai poche psicoanalisi familiari del cazzo, siamo qua per divertirci, no? E poi porcona digli a Paolo che anche noi ti abbiamo fatto un regalo ecchecazzo, anzi dai muoviti mettitelo …..” il finire della frase aveva il tono di un ordine imperativo.
Mia madre, che come vi dicevo sopra si dimostrava sempre come una docile cagnetta sottomessa nei confronti di quelli che si dimostravano più forti e strafottenti, ubbidi prontamente ed aprì la busta di un negozio (per la precisione di un sexyshop) da cui estrasse, assieme ad ammenicoli vari (vibratori, plug, manette, corde e catenelle) un vestito in latex nero da sexy suora perversa; in sostanza un tubino nero che arrivava appena alle cosce, con una scollatura esagerata sul seno (o meglio sui suoi incontenibili meloni), colletto bianco e velo nero sempre in latex; il tutto corredato da un paio di reggicalze bianche a rete e da un paio di scarpe nere in pelle con tacco esagerato sul di dietro, zeppa sul davanti e laccetto sul dorso del piede.
Se a questo aggiungiamo poi il trucco di ordinanza da porcona di mia madre (rossetto esagrato rosso fuoco ed occhi pesantemente truccati di nero) unito alla sua solita aria da bambolona sexy ( sarà stato anche per via del vestito in latex ma sembrava davvero una sorta di impersonificazione di una bambola gonfiabile) beh …. Robe da far rizzare il pisello ad un’intera schiera di seminaristi.
Se solo l’avessero vista il parroco ed i parrocchiani del nostro paese ….. la integerrima e pia Viviana de Rossi travestita da suora fetish …. da non credere.
Tutti iniziarono a battere le mani e a fare i complimenti (beh se per complimenti si intendono gli apprezzamenti del tipo: “cazzo Vivi ….. melo hai fatto diventare di marmo …. cazzo che troiazza incredibile …… “); l’ormone cominciava a diffondersi nell’aria , e del resto pure il mio uccello alla vista di mia madre vestita in tal modo non accennava a calmarsi.
Luca era tra i più impazienti : “Dai cazzo fottiamocela di brutto sta puttana ….. “ E si era già fatto sotto, abbracciando mia madre da dietro e cominciandole a palpugnare le tettone a stento trattenute dal suo vestitino monacale, seguito a ruota da Jacopo e Roberto, quand’ecco che il camapenello suonò insistentemente per tre volte.
Non vi era nemmeno bisogno di andare a vedere chi fosse, sapevamo tutti che si trattava di Calogero il fac-totum della sig.ra Raimondi, una vecchia nobildonna napoletana, proprietaria di vari stabili in giro per l’Italia, tra cui appunto quello in cui abitavamo noi a Bologna.
Calogero fungeva da vero e proprio esattore degli affitti (rigorosamente in nero!), nonché da portiere dello stabile. Era un buzzurro di quart’ordine, grasso, basso e tarchiato, pelato ma pelosissimo, vestito sempre in maniera trasandata. Nato in un rione di Napoli dove la malavita era di casa, si dice avesse scontato una lunga pena detentiva per non si sa quali misteriosi reati ma che fosse poi entrato nelle grazie della sig.ra Raimondi per ancor più misteriose ragioni. Insomma proprio un bel tipetto.
Aprimmo la porta ed infatti eccolo là con la sua solita mise da buzzurro (camicia a mezza manica sdrucita e sbottonata, canotta bianca macchiata, pantaloncini corti e ciabatte, per non parlare dell’immancabile stuzzicadenti in bocca).
“Hué Guagliò , che è sto casino ….. che qqua ci sta ggente per bene ……”: mentre diceva queste cose l’ominide (così lo chiamavano noi in segreto), pur essendo sulla soglia della porta, ed avendo me e Gianni davanti, cercava di perlustrare con i suoi occhietti piccoli ma felini cosa stava succedendo all’interno dell’appartamento; probabilmente aveva sentito dei rumori sospetti (del resto prima i miei amici avevano iniziato ad intonare a squarcia gola faccela vedé faccela toccà nei confronti di mia madre).
“Sig. Calogero ci scusi …. stavamo cazzeggiando eh …..”.
“Sempre a cazzeggià vuialtri strunzetti (quanto ci voleva bene!) ….. comunque è giorno d’affitto fuori il grano!”.
“Luca …. Jacopo vai a prendere la busta coi soldi e portamela qua che ….” chiese Gianni agli altri senza muoversi di un passo dal ciglio della porta, spalleggiato prontamente dal sottoscritto.
Non volevamo che entrasse e vedesse mamma in quelle condizioni, chissà che casini avrebbe potuto tirare fuori con la padrona di casa.
Ma Calogero era furbo come una faina.
“Huè strunzetti ma che fate impalati sulla porta ….. voi strunzetti mi nascondete qualcosa …. “.
La tensione nell’aria si poteva tagliare con un coltello, quand’ecco che proprio sul più bello alle nostre spalle risuonò come un bisbiglio nella notte la voce flebile di quella rincoglionita di mamma che chiedeva a Luca : “ma chi è sto qua ? Oddio mi avrà visto ?”.
La resistenza era ormai vana, Calogero fece breccia tra me e Gianni avanzando come una testuggine, senza più curarsi di avere o meno il nostro permesso; entrò nel salottino dell’appartamento e non potè esimersi dal proferire:
“E sta troiazza chi cazzo è?” … “Huè stunzetti ve l’ho detto millle volte che qua la sig.ra Raimondi non vuole puttane ….”.
“Ma puttana a chi guardi che io …..” Gianni fece appena a tempo a tappare la bocca a quella stupida di mamma evitandole di compromettersi.
“E vabbeh scusaci Calogero ….. è na puttana si, l’abbiamo rimorchiata vicina al casello …. si chiama Svetlana ….. e na ucraina che vive qua da parecchio …. ma sai era così fica che ….”.
“Fica è fica niente da dire strunzetto, hai gusto in fatto di puttane ma qua non può starci e adesso dovrò dire tutto e voi strunzetti verrete sbattuti fuori”.
“Ma perché Calogero ? Ma perchè ? Perchè dover andare a dure tutto alla vecchia Raimondi ….. perchè invece non te la scopi, guarda offriamo noi …. al posto dell’affitto di sto mese ti offriamo na trombata con sta maialona che dici ?”; Gianni come al solito stava prendendo in pugno la situazione ribaltandola a suo favore.
L’esitazione di Calogero, la cui erezione era palese, faceva presagire la buona riuscita del piano di Gianni ed infatti:
“Vabbuò strunzetti, per sta volta faccio finta di niente, adesso fuori da coglioni che io mi scopo sta puttana ….. ma se l’avete rimorchiata al casello nun vale un cazzo per cui vi abbuono solo metà affitto ……”; che umanità albergava in Calogero!
“Affare fatto Calogero , tu si che sei un business man “ gli rispose Gianni tendendogli la mano per suggellare l’accordo.
“Il grano strunzetto ….. il grano e fuori dalle palle per almeno un paio d’ore, poi quando ho finito con sta vacca la riportate dove l’avete trovata, intesi ?”.
“Intesi capo”: Rispose Gianni passandogli la busta contenete metà dell’importo dell’affitto.
Fu così che ci fummo costretti a lasciare l’appartamento ed a lasciare la troia di mamma in balia dell’ominide, non prima che Gianni le avesse sussurrato all’orecchio di non provare ad opporsi, che altrimenti Calogero l’avrebbe riconosciuta e l’avrebbe spifferato ai quattro venti.
A mamma non rimase altro che accettare.
Chiudemmo la porta dell’appartamento e ci stavamo già incamminando per la rampa di scala diretti in libreria a studiare/cazzeggiare quand’ecco che il solito Gianni propose che si era attardato dietro di noi restando affacciato all’esterno della finestra della cucina che da su un pianerottolo interno:
“Raga ma dai stiamo qua e godiamoci la trombata ……sarà come guardare un film porno in diretta ….. dai sempre meglio di farsi le seghe in biblio no?”.
Manco a dirlo tutti d’accordo. Pure io stavolta…… la rabbia per la discussione di prima mi aveva fatto venire un gran voglia di vedere la puttanazza punita per bene, e non avevo dubbi che l’ominide non mi avrebbe deluso.
E così ci trovammo tutti accalcati alla finestra socchiusa attenti a non farci scoprire da Calogero il quale del resto, non si era perso in chiacchiere ed era già intento a farsi spompinare per bene da mamma-”Svetlana”.
Con le spalle appoggiate al frigo della cucina l’ominide si stava gustando per bene il talento orale della mia cara genitrice.
A dire il vero più che un pompino era una vera e propria scopata in bocca; con le sue mani paffutelle e rozze, infatti, Calogero tratteneva la testa di mamma facendole fare su e giù sulla sua asta.
Devo dire un’asta davvero asinina che, malgrado la pancia deforme, svettava imperiosa nelle poche pause che concedeva alle fauci della maiala.
Maiala che, in più di un’occasione pareva sul punto di soffocare e di vomitare tanta e tale era la violenza della pompa in atto.
Vedere sto ciccione sudaticcio (aveva tutto il viso rigato da rivoli di sudore che gli colavano dalla crapa pelata e da sotto il naso), peloso e maleodorante (nel frattempo si era tolto la camicia e si era scostato la canotta fino alle scapole, lasciando trasparire una schiena pelosa come quella di uno yeti) scoparsi una figa da urlo come mamma vestita da suora perversa era veramente una scena da film porno coi fiocchi.
Terminata la pompa/scopata orale l’ominide, che nel frattempo aveva completamente strappato il vestito sul davanti per godersi una spagnola da urlo, aveva fatto mettere mamma a 90°facendole appoggiare le braccia sul piano da lavoro della cucina e si era messo ad armeggiare con le sue ditta paffutelle nei suoi orifizi.
Prima un dito, poi due, poi tre, prima in figa, poi nel culo …….. ed infine strappato via anche il micro-perizoma via con la scopata a pecora, sia in figa che in culo.
I colpi dell’ominide, che grugniva ad ogni affondo come un cinghialotto in calore, erano talmente potenti e ben assestati che il corpo della maiala vibrava come in preda a scariche elettriche.
“Pottana pottana potttanaaaaaaaaa , che potttanaaaaaaaaaa”.
Mamma che all’inizio pareva schifata dall’orrendo aspetto e dal puzzo di Calogero, ora era completamente partita e godeva da far suo: “Siiiiiiiii siiiiiii odiiiiooooooo siiiiiiiiii sfondami sfondami sfondami il culooooooooooooooooooooooooooo ………. spaccamelo siiiiiiiiiiiii”.
Calogero le tolse di dosso gli ultimi brandelli del bel vestitino in latex (con dispiacere di tutti noi che avremmo goduto come non mai a trombarla con quello addosso), lasciandola solo col velo, le scarpe e le calze e riprese a scoparla con forza inaudita sia in figa che in culo, a smorzacandela ed a pecora, non lesinando poderosi manrovesci sulle chiappe oramai del tutto arrossate:
Sciaf sciaf Sciaf Sciaf …… erano i rumori dell’inchiappettata furiosa che stava avvenendo in cucina e che si sentivano pure all’esterno (la finestra infatti era solo socchiusa) dove eravamo posizionati da bravi guardoni.
Ma non fu questo rumore che colse l’attenzione mia e degli altri bensì questa frase di Calogero:
“Svetlana si prorio na gran puttana rotta in culo …….. Svetlana Svetlana o dovrei dir signora Viviana he he he he he …..”.
Per un attimo mia madre sembrò fermarsi e prendere una sorta di pausa dalla sua solita foga sessuale.
A me si raggelò il sangue nelle vene ….. “Cazzo pure Calogero ….. Calogero no …. pure lui adesso sa che razza di maiala che è mia madre!”.
Gli altri invece cominciarono a ridacchiare e mi guardarono facendo spallucce come a dire “ e che ci possiamo fare …… se tua madre è na ninfomane”.
“Checcredevi che queli strunzetti potessero farmi fesso? Ha ha ha ha …… ma dimmi un po’ ma quel cornuto di tuo marito lo sa che fai la puttana con gli amici di tuo figlio ???? e tuo figlio ?….. aspetta un po’ ma tu eri vestita da troia davanti a lui ….. nooooo …… tu ti fai scopare pure da quel strunzetto, maronna mia ….. na maialazza incestuosa …… ecchecazzzo tu meriti na punizione coi fiocchi , maronna, e ti davi pure delle arie da gran dama quando sei entrata l’altro giorno con quel cazzone di tuo marito ….. ha ha ha ha ….”
“no la prego signor Calogero ….. deve rimanere un segreto … la prego non mi sputtani in giro la prego …… oddio si sono malata ….”.
“Malata di cazzo sei” e come dargli torto.
E giù di nuovo con una furibonda scopata in bocca; i rivoli di saliva e liquido seminale fuoriuscivano copiosi dagli angoli della bocca di mamma completamente invasa dall’arnese di Calogero.
“Pottana lo senti in gola pottana ….. lo senti un vero cazzo …… eh lo senti?”
e presa mamma per i capelli con forza e piegatole la testa insisteva:
“La senti la differenza tra quel cazzettino inutile di tuo marito ed il mio ? Dimmelo che sei la troia di Calogero e da adesso in poi ogni volta che verrai a trovare gli strunzetti ti farai scopare come dio comanda …. o vuoi che dica tutto al frocio di marito che hai”
Non so se fosse la sensazione di averla scampata pure sta volta o il reale godimento che provava a farsi maltrattare dal bruto di giornata , o tutte e due le cose messe insieme ma la maiala rispose:
“siiiiii scopami col tuo cazzo siiiiiiii ….. quel coglione di mio marito è un finocchio impotente ….. non vale un cazzo in confronto a te ….. siiiiii … sono la tu vacca da monta e tu il mio toro napoletano”.
Inutile dire che la cosa infoiò ancor di più Calogero che prese a scoparla selvaggiamente.
Come al solito che scena: mia madre con ancora in dosso il velo da suora fetish e le calze bianche in rete che veniva selvaggiamente inculata dall’ominide partenopeo.
La panza di Calogero era talmente prominente che si appoggiava giusto sopra le splendide natiche di mamma (che culo perfetto!) mentre la inchiappettava senza sosta.
“Hué scommetto che quel coglione è pure un leghista razzista che odia noi napuletani …. maronna e adesso i gli incapretto la moglie vacca ha ha ha ha ha ha ….”.
“si si è un leghista convinto il mona ……. ed io da puttana mi faccio inculare dal mio toro napoletano odddio siiiiiiii sfonda il mio bel culo da troia padana!!!”
Effettivamente i miei votavano lega, almeno così mi dicevano ma era stata sempre mamma la più invasata (era andata persino ad un raduno di Pontida). Che troiazza voltagabbana.
“Pottanazza di mmmerda adesso leccami il culo che ti scureggio in faccia”.
Come se non bastasse la vera natura di Svetlana, adesso pure sta storia della Lega aveva invogliato Calogero ad umiliare mia mdre sempre di più.
Mamma, del resto, era partita e come al solito obbediva prontamente al suo padrone e leccò effettivamente il culo schifoso dell’ominide.
“Lecca lecca tu si na leccaculo oltre che na leccacazzo …. ha ha ha ha ha …… e fai bene cagna chessenò dico tutto in giro ……..”
“Si si si signor Calogero sono la sua leccaculo leccacazzo si “ rispose quell’oca di mamma con un tono supplichevole d far vomitare
“Vabbuò ora bbasta adesso ti apro in due”.
Seguì l’ennesima trombata figa-culo a ritmo alternato finché allo strenuo delle forze (era circa un’ora e mezza che se la stava trombando), dopo averla fatta mettere in ginocchio ai suoi piedi con la bocca aperta e la lingua di fuori … “Cume na cagna brava brava accussì” … Calogero proruppe in una sborrata colossale che innondò il viso e la bocca di mamma, con filamenti di sperma densi che penzolavano dalla sua faccia sino alle sue poppe gigantesche.
La cagna ripulì l’asta di Calogero da far suo e poi venne congedata dal suo nuovo padreone di turno.
“Cagna adesso levati dalle palle ….. e voi strunzetti avete visto come si chiava per bene na troiazza del genere ? He he he” ci disse beffardo aprendo del tutto la finestra e trovandoci acquattati sotto.
Sto Calogero era veramente un diavolo di buzzurro.
Si rivestì alla bene e meglio senza lavarsi (diciamo che l’igiene non era il suo forte), ed usci di casa ridacchiando ancora, passò davanti a noi e ci disse:
“Strunzetti sta lezione è gratis he he he “ e poi rivolto a me “he he he strunzetto porta i miei più cari saluti a tuo padre e salutami tanto la mammina he he he he ……”.
Non risposi alcunché.
Rientrammo e trovammo mamma intenda a insaponarsi nella doccia.
“Quello schifoso puzzava come una merda che schifo “ ci disse con un assurdo tono schifiltoso.
“Ma se ti sei fatta trapanare per due ore godendo come la più laida delle troie ….. e adesso fai la schizzionosa ? Sei proprio una puttana irrecuperabile cazzo!” le rispose Gianni, che si spogliò ed entrò in doccia prendendo a limonare con forza mia mamma.
“Raga sto giro me la scopo da sola ….. facciamo a turno tanto abbiamo tutto il we”.
E così fu.
Quel giorno ce la scopammo a turno (la maiala battè il record di scopate in un giorno), e poi la sera ci fu l’ennesima orgia sfrenata. Il completino da suora, infatti, non era stato l’unico acquisto al sexy shop; anche con quello da infermiera porcona, la troia di mamma ci fece infoiare da paura.
Dopo questa giornata Gianni aveva intuito che oltre a godere come un pazzo … la troiaggine della mia cara mammina poteva portare dei vantaggi economici …… e fu così che …..

Leave a Reply