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Cari lettori, in seguito alla mia richiesta di raccontarmi le vostre storie e le vostre fantasie, una tra tutte mi ha colpito particolarmente! La fantasia di es anarchico  mi ha subito appassionato. Per questo abbiamo deciso di intraprendere una collaborazione, per portare sui vostri schermi un racconto originale e molto eccitante. Una storia scritta a quattro mani, che speriamo possa piacervi e soprattutto eccitarvi.
Come sempre, per commenti, critiche, o semplicemente per conoscerci non esitate a scrivermi alla mail sinaz@outlook.it, o scrivete il vostro pensiero nello spazio dedicato ai commenti!
Girerò i vostri commenti anche a es anarchico, ideatore del racconto che al momento non è ancora registrato come autore. Leggeteci in tanti!

Catia la troia: Capitolo 3

Marco tornò a casa poco prima delle 20 in evidente stato confusionale. In lui si alternavano emozioni contrapposte: da un lato provava un’eccitazione fortissima che gli faceva gonfiare il cazzo nelle mutande senza toccarlo, mentre dall’altra percepiva l’immensa paura di un imminente sputtanamento pubblico senza ritorno.

Entrato si diresse in camera da letto dove Catia si stava preparando per la serata. Lui le chiese di Luca e lei gli rispose che probabilmente era in camera sua. Sorridendo gli comunicò che il figlio le aveva chiesto di fargli una sega ma che lei aveva rifiutato. Marco non trovava la cosa per niente divertente: quell’episodio gli faceva solo capire quanto in basso fosse caduta la sua famiglia. Si fece coraggio e in un momento di lucidità disse a Catia che non era per niente d’accordo sulla piega presa dagli eventi, e le consigliò vivamente con le lacrime agli occhi di lasciare perdere tutto, dicendole che avrebbe parlato lui con Roberto, e che l’avrebbe convinto a desistere. Catia allora sorrise, gli si avvicinò languida sculettando e una volta vicina gli afferrò le palle da sopra i pantaloni e gliele strinse così forte da farlo inginocchiare dal dolore: “Non dimenticarti che sei solo un gran cornuto con il cazzo piccolo, e a me delle tue lagne non me ne frega un niente!”. Lasciò le palle di Marco solo quando vide entrare Luca, che senza neanche fare caso alla scena disse loro che Roberto gli aveva telefonato, e che l’aveva costretto a creare un gruppo Whatsapp chiamato “Catia la troia”. Nel gruppo c’erano Roberto e i suoi due amici, lui e Catia. Roberto gli aveva detto di inserire anche Marco, ma lui voleva prima chiedere il consenso ai genitori. Marco stava per replicare incazzato per l’assurdità della richiesta, ma Catia lo anticipò dicendo semplicemente: “Che bella idea!! Inserisci immediatamente il cornuto di tuo padre!”. Luca eseguì immediatamente, ma c’era dell’altro. “Roberto chiede una foto di te in intimo da mettere nel gruppo, e mi ha incaricato di scattartela e inviarla” disse alla madre. Catia sorridente, come se fosse una normale richiesta, si mise in posa e Luca basito da tanta troiaggine scattò due o tre foto di lei in mutandine e reggiseno neri; lei controllò che fossero venute bene e soddisfatta gli disse di inviarle. Dopo una decina di secondi Luca ricevette un nuovo messaggio di Roberto, questa volta dal suo numero privato, dove gli ordinava di scattare a Catia una foto completamente nuda con le gambe aperte e di inviarla a lui soltanto. Luca con mano tremante fece vedere il messaggio a Catia, che dopo averlo letto ubbidiente si spogliò, si stese sul letto e allargò le gambe mettendo in mostra la figa aperta come Luca aveva visto solo nelle riviste pornografiche.

Marco in tutto questo era sconvolto. Sua moglie si comportava come la più volgare delle puttane mostrandosi così davanti a suo figlio. Luca invece era eccitatissimo: era la prima volta che vedeva una figa dal vivo, ed era pure quella tanto sognata di sua madre. Si avvicinò e scattò una, due, tre foto quasi in stato di ipnosi. Marco non fece nemmeno in tempo a dire basta, che Luca le aveva già inviate a Roberto. Catia che sembrava quasi a suo agio in questa situazione tanto assurda, scese dal letto e incitò Luca a prepararsi perché non voleva assolutamente arrivare tardi all’appuntamento. E fu così che dopo mezz’ora madre e figlio partirono per andare da Roberto e i suoi amici. Nell’uscire Catia diede due baci al marito sulla fronte, dicendogli che lo aveva baciato sulle corna, e lo invitò a farsi poche seghe. Mai frase fu più sensata, perché non appena si ritrovò solo Marco iniziò a masturbarsi per scaricare tutta la rabbia e l’eccitazione accumulata in quelle ultime ore.

Arrivati al Lancio (il bar del paese), Catia e suo figlio entrarono quasi di corsa. Il locale a Catia apparve squallido, l’età media era di poco superiore a quella di suo figlio, e questo un po’ la metteva a disagio perché immediatamente i ragazzi presenti sia nel parcheggio che all’ingresso la squadrarono spogliandola con gli occhi, mentre le ragazze la detidevano credendola la classica milf troia in cerca di giovani cazzi. Arrivati dentro la sala principale Luca fece strada alla mamma fino alla saletta dove lui e i suoi amici erano soliti ritrovarsi.

Quando li videro i tre amici si alzarono immediatamente andando loro incontro. Simone e Carlo erano emozionatissimi, convinti fino a pochi secondi prima che Catia non sarebbe mai venuta. Roberto invece ostentava sicurezza, ma anche lui aveva già il cazzo in tiro pensando a come sarebbe andata la serata. I cinque si ritrovarono in cerchio, in un silenzio imbarazzante. Roberto allora disse a Luca di presentarla come avevano concordato, e Luca con voce forzata disse: “Ragazzi questa è Catia, la mia mammina porca, che da questa stasera vuole essere vostra amica…ehm scusate la vostra puttana” si corresse immediatamente dopo un’occhiataccia di Roberto. I quattro sorrisero guardandosi negli occhi, solo Luca si sentiva fortemente a disagio, forse realizzando solo in quel momento l’enormità della situazione. Ma il cerchio non si spezzava e il silenzio imbarazzante dominava. Catia allora capì che doveva fare qualcosa e disse a suo figlio “Pisellino cosa fai torni a casa o resti con noi?”. Vedendolo chiamare Pisellino da sua madre i tre scoppiarono a ridere di gusto, e quando lui abbassando lo sguardo disse che voleva restare, Catia lo invitò ad andare a prendere da bere per lei e i suoi amici. Mentre Luca andava verso il bar a prendere quanto detto da sua madre, con la coda dell’occhio vide Roberto abbracciare Catia da dietro. Terribilmente a disagio riferì balbettando gli ordini al barista, prese il tutto e tornò al tavolo. Voleva morire dalla vergogna ma un’erezione mai avuta gli suggeriva che tutto quello che stava accadendo non era completamente sbagliato: per assurdo penso a suo padre e quasi capì il perché lui fosse cuckold.

Appena tornato, trovò sua madre e Roberto, seduti sul divanetto che limonavano alla grande davanti a Carlo e Simone che stavano letteralmente sbavando. Fissavano loro e le cosce di Catia, che fatte divaricare volutamente da Roberto mettevano oscenamente in vista le sue mutandine nere dalle quali debordava un labbro della figa. Inizialmente tutti ignorarono Luca, ma appena lui fece per passare i drink ai presenti cercando di interrompere quello spettacolino osceno, Roberto scocciato sussurrò qualcosa all’orecchio di Catia e lei rivolgendosi al figlio gli disse con voce un po’ imbarazzata: “Scusami Pisellino… ma a me piace il cazzo e i tuoi amici sono molto simpatici”. “Si” riprese Roberto: “tua madre è solo una elemosina cazzi e noi stasera gliene daremo a volontà” e così dicendo le fece allargare di più le gambe e scostare le mutandine per mostrare la figa a tutti i presenti. Iniziarono poi a bere, e Roberto per infierire ulteriormente chiese a Catia chi la scopasse meglio tra lui e suo marito e lei rispose senza esitare che non c’erano paragoni, molto meglio lui. Roberto allora tra la sorpresa generale, con una certa rapidità tirò fuori il cazzo duro e disse “E chi ce l’ha più grosso?” e lei guardandolo meravigliata rispose: “Tu che l’hai più del doppio di quello di Marco!!”. “Quindi adesso tuo marito sono io vero? Anzi saremmo tutti e tre, visto che ti scoperemo alla grande!” disse Roberto “Si ovv…” fece per rispondere Catia, ma Roberto non gli fece terminare la frase che con la mano, spingendola dalla nuca, gli piegò la testa dirigendola sul suo cazzo eretto. Ovviamente era chiaro a tutti l’intenzione e Catia docilmente prese con una mano il cazzo di Roberto e se lo imboccò per buona parte iniziando un profondo bocchino. Carlo e Simone come impazziti dall’eccitazione si toccavano i pacchi, ma Roberto li riprese consigliandogli di non sborrarsi addosso perché tra poco l’avrebbero fatto nella bocca della troia. Luca era eccitato e terrorizzato allo stesso tempo. Guardava la scena con interesse, ma subito si girava a controllare che nessuno oltre loro si accorgesse di cosa stava accadendo, perché sapeva che anche altri suoi ex compagni di scuola frequentavano occasionalmente quel locale, e anche qualche loro nuovo coscente dell’università. Non pensava che le cose sarebbero andate cosi, almeno in pubblico.

Roberto chiese allora agli altri due di fare qualche foto col cellulare alla troia da mettere poi sul gruppo ma i due sembravano di marmo, stavano assistendo ad un film porno dal vivo e stentavano a credere che stesse accadendo davvero. Ad un certo punto Roberto chiese a Catia di smettere, le disse di prendere il suo drink e di farlo sborrare dentro. Catia fece come richiesto. Gli indirizzò il cazzo sul bicchiere e con solo due colpi di polso fece venire Roberto abbondantemente nella bevanda. Roberto la ringraziò per averlo fatto sborrare e poi con tono severo le disse: “Ora bevi tutto.”

Catia era si eccitata ma anche profondamente amareggiata. In cuor suo sperava che quella sera, all’ultimo momento, Roberto vedendo che lei era venuta dando dimostrazione di quanto era disposta a fare per lui, annullasse tutto e la portasse via da li, solo loro due. Invece non c’era traccia d’amore per lei, anzi, sembrava che la volesse degradare, che la volesse umiliare davanti anche a suo figlio. Eppure, si sentiva incredibilmente a suo agio nel nuovo ruolo di sottomessa, anzi più lui si comportava male, più gli arrivavano incredibili scariche di eccitazione dal profondo del ventre e si bagnava. Bevve il tutto in silenzio, abbozzando uno sforzato sorriso, ma una lacrima involontaria gli scese sulla guancia. I ragazzi la notarono e si guardavano tra loro. Roberto intuì i loro pensieri e prontamente volle chiarire: “Ragazzi, Catia è qui con noi e sta facendo tutto questo per una sua libera scelta, non è assolutamente costretta! Semplicemente lei è innamorata del mio grosso cazzo e farebbe qualsiasi cosa per averlo! E voglio vedere se è abbastanza troia da meritarselo! Quindi non fatevi problemi. Fate foto e video senza censura, il Pisellino qui presente e quel cornuto di suo padre ne saranno solo che felici, così tornati a casa pottanno segarsi guardando che razza di puttana che hanno in casa.” Vedendo che i ragazzi non sembravano convinti da quella spiegazione, Roberto si rivolse a Catia e le disse che poteva anche tornarsene a casa perché i suoi amici erano due coglioni e non si meritavano una donna. Catia capì allora che tutto dipendeva da lei, quindi si alzò e andò a sedersi tra i due ragazzi, mise le mani sulle loro patte e disse al figlio: “Pisellino vai a prendere qualcos’altro da bere che ho sete e voglio altri drink corretti alla sborra”. Roberto soddisfatto gli urlò di muoversi e Luca ritornò a testa bassa al bar. Quando tornò, sua madre stava pompando Simone mentre Carlo con una mano le stava accarezzando la schiena e con l’altra era entrato nelle mutandine da dietro. Simone per l’eccitazione di star ricevendo un pompino da una donna così bella venne praticamente subito, e appena finì di sborrare lei alzò la testa, lo ringraziò mostrando la bocca piena di sperma e bevve il primo bicchiere per ingoiare tutto. Nel frattempo Carlo lo aveva già tirato fuori, con irruenza aveva preso Catia per il collo e se l’era portata sul cazzo; e stavolta, senza che nessuno glielo dicesse, Simone si mise a fare un filmino di Catia che spompinava Carlo. Roberto allora si alzò e sussurrò qualcosa all’orecchio di un sempre più teso Luca, che di primo impatto scandalizzato sembrava volersi rifiutare nell’eseguire l’ordine dell’amico, ma poi rassegnato si avvicinò alla coppia, si inginocchiò e sfilò, agevolato dalla madre, le sue mutandine. Mentre Roberto faceva da palo, si tirò fuori il cazzetto e iniziò a segarsi annusando le mutande zuppe di lei.

Anche Carlo venne nella bocca di Catia, e Luca un istante dopo, durando meno di 20 secondi. Simone ovviamente riprese tutta quella scena patetica, dove sullo sfondo Catia aveva il cazzo di Carlo in bocca e con la figa in bella mostra. Senza esitazioni inviò il video sul gruppo WhatsApp, scherzando sul fatto che il padre di Luca sarebbe stato molto orgoglioso di sapere di avere un figlio segaiolo e una moglie pompinara. Luca allora a testa bassa si mise in tasca le mutandine bagnate di sua madre, e lei, dopo aver pulito ben bene il cazzo di Carlo con la lingua, bevve il suo terzo bicchiere brindando con i suoi tre amanti e il figlio segaiolo. Tutti adesso si sentivano più sciolti e rilassati, Simone propose anche di andare a ballare ma Roberto rispose seccato: “Adesso finiamola con le cazzate, è il momento di diventare uomini e aprire la figa a questa troia, la nostra troia!!”. Propose quindi di andare nella casetta di Catia, dove lui e lei erano soliti ritrovarsi per fare sesso. I cinque uscirono e presero la macchina. Guidò Roberto perché Catia dopo tre drink era un po’ brilla. Luca si sedette vicino a Roberto e Catia dietro in mezzo ai due ragazzi. Durante il viaggio Roberto ordinò a Catia di raccontare a voce alta cosa stavano facendo i due e lei scurrilmente riferì: “Mmm si ora i due porcelli mi hanno tirato fuori le terre…. Simone me ne sta succhiando una e…..aahh di mi sta mordendo un capezzolo!! Carlo mi sta mettendo le dita nella figa…..sono bagnatissima!! E ora Simone…ah piano ti prego!! Simone mi ha messo un dito nel culo!! Carlo mi ha peso la mano e l’ha infilata nelle sue mutande e mi sta facendo menare il suo grosso cazzo! E Simone ora me lo vuole infilare tutto in bocca…mmh sì lo prendo subito…” Roberto li incitava a divertirsi e di insultarla mentre le facevano tutte quelle porcate, di chiamarla puttana, troia e zoccola. E Catia: “Si Roberto ha ragione, chiamatemi zoccola, perché l’unica cosa che voglio è prendere cazzi in tutti i miei buchi da troia!!”. Luca intanto tremava, ma non si negava la visione di quello spettacolo tenendo gli occhi incollati allo specchietto retrovisore. Sapeva che la sua vita era cambiata per sempre e intanto stringeva nelle mani le mutandine appallottolate di sua madre, che nel frattempo nei sedili posteriori gemeva e godeva come la peggiore delle puttane, alle prese con due cazzi…

CONTINUA…

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