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Questo che stai per leggere non è un racconto scritto da me, ma da una mia compagna di avventura, Claudia Menestrella. Questa storia la scriveremo a 4 mani. Ci alterneremo. Un capitolo io e uno lei. Questo, il primo, spetta proprio a lei.

10 Agosto 2021

Le valigie improvvisate, la mascherina, la metro che non passa e siamo già in ritardo. Forse mi ero già pentita di aver accettato quell’invito di mio fratello all’ultimo minuto per unirmi alle vacanze con i suoi amici. E poi il caldo, quel caldo denso, appiccicoso che ha già reso i miei cortissimi pantaloncini aderenti e la t-shirt praticamente una seconda pelle. Mi ero ancora più pentita di aver dato retta all’ultimo messaggio di quello psicopatico che mi ha “ordinato” di vestirmi da diciottenne, pur avendo quasi il doppio degli anni, anzi esattamente il doppio più uno. Vero è che quell’invito mi ha salvata dalle ferie in compagnia dei nostri genitori e all’inizio mi era sembrata pure una buona idea.
“Come al solito siamo in ritardo!” mi rimprovera mio fratello dopo l’ennesimo messaggio di Claudia che lo avvisa che sono già al porto e stanno salendo sulla nave. Daniele, l’unico amico in comune della comitiva sta imbarcando l’auto, sarà per questo che gli scrive lei.
Nemmeno il reggiseno mi ha fatto mettere lo stronzo. E più stronza io a dargli retta con la quinta che mi ritrovo e fa caldo, sempre più caldo in questa metro affollata, ma la gente parte tutta il 10 di agosto?
“Si siamo in ritardo ma non lo guido io questo coso!” mi ero definitivamente già pentita.
“Almeno la crema solare l’hai portata? Guarda che il sole da quelle parti non perdona mi ha detto Claudia”
Ancora Claudia! Che sia l’unica a prendere il sole d’estate? E fa caldo, la maglietta ormai copre solo in apparenza il disegno dei miei capezzoli, meglio che siano già sulla nave, almeno non dovrò essere rimproverata anche per questo.
“Con la fretta che mi hai messo è già tanto se ho ricordato la testa”
“Direi nemmeno quella, chissà dove la hai ultimamente, sembra che ti sia dimenticata pure di vestirti”
Il sorrisetto di Mario conferma che i miei capezzoli in bella vista non sono passati inosservati, ma tanto è mio fratello per fortuna. O forse no.

Finalmente al porto. Giusto in tempo per non perdere la nave come invece iniziavo a sperare. Sono tutti già su a sistemarsi nelle cabine, restiamo solo noi due in cerca di un posto dove passare le 12 ore di navigazione che ci aspettano.
“L’unica soluzione è il ponte, ma non si sta tanto male, così potrai fare veramente la diciottenne, potrebbe far freddo ti conviene coprirti”
“…”
“O trovare chi ti scaldi”
“Che non potrai essere tu, fratellino, per fortuna”
“Già non potrò essere io, sorellona, per fortuna. O forse no”.
“Ti conviene andare a fare una passeggiata sulla nave per cercare i tuoi amici”
“Per allontanarmi dal tuo corpo provocante e proibito? Mi sa che hai ragione”

Quando tornò in compagnia di Claudia ebbi un sussulto, poi capii che era il cellulare che mi avvisava di un nuovo messaggio dello psicopatico. Un nuovo ordine ogni 24 ore aveva detto e non ne saltava uno. Avendomi “concesso” di indossare le mutande questa volta pretendeva che le infilassi nella fessura delle chiappe fino a farle scomparire. Stava diventando tutto così difficile e noioso che non ci pensai un attimo ad accettare, dovevo solo evitare di attirare l’attenzione di quei due e non fu difficile, presi come erano a scambiarsi sorrisetti idioti. Non fu lo stesso rispetto all’attenzione di altri passeggeri che dovevano aver notato la manovra tanto che continuavano a passare vicino ai nostri sacchi a pelo sistemati per la notte, senza apparenti motivi. Almeno gli occhi di un uomo e di un ragazzo seguirono le mie difficoltose manovre. Con la stoffa dello slip che mi segava il buco del culo procurandomi un fastidio terribilmente eccitante mi trovai a stringere la mano di Claudia che si presentava allegramente.

“Ci siamo già viste varie volte senza presentarci, io sono Claudia, la moglie di Daniele. Sono veramente contenta che abbia accettato l’invito nella nostra casetta, non è una villa ma la vista mare è spettacolare e varrà la pena di arrangiarci un po’”.
Non so perché ma doverla camuffare non faceva che aumentare la mia eccitazione.
“Ho detto a Daniele di cercarci appena avrà aiutato suo fratello e la sua ragazza a sistemarsi, vivono a Brighton da qualche anno e sono ancora un po’ spaesati, ma sono tipi tranquilli, vi piaceranno”.
Me ne fregava ben poco, avevo bisogno di sfogare quell’eccitazione e il timore che qualcuno dei due lo capisse continuava ad alimentarla.
“Era quello che ho provato a spiegare a Sabrina quando non era sicura di accettare, ma le ho garantito che sarà una vacanza indimenticabile”.
Con la figa bagnata iniziava a cambiare la prospettiva di questa vacanza e promisi a loro due e a me stessa che me la sarei goduta.
“Sono una donna single che sta andando in vacanza al mare. E voglio proprio godermela.”
“Oh brava! Io non sono una donna single ma il mio proposito è esattamente lo stesso”.
Forse questa Claudia non è poi così male come pensavo e il fatto che mi tolga un po’ di dosso le battutine stupide di mio fratello le faceva certamente guadagnare punti. Ci spostammo sui divanetti della nave per essere più visibili da Daniele che in effetti ci trovò quasi subito.

“Oh ce l’avete fatta! Avevo paura che avreste dovuta farvela a nuoto” ci sorrise, conoscendo già sia me che mio fratello.
“Eh si amico è stata una vera botta di culo” confermò mio fratello sottolineando il termine con lo sguardo su quello di sua moglie.
“Quello a te non è mai mancato” gli rimandò l’amico. “O sarebbe più giusto dire quelli?”
“La mia passione per i fondoschiena femminili è già così famosa?”
La discussione conquistò un tono goliardico, leggero e malizioso come si addice a un inizio di vacanza tra amici, adulti e soprattutto reduci dai due anni più terribili della storia recente, continuando con la descrizione di come doveva essere quello perfetto.

Per non restare fuori dalla discussione Claudia volle sapere come ritenevamo essere il suo. Nessuno dei due uomini le fece mancare il loro apprezzamento, ora rischiavo di essere io quella estromessa dalla conversazione per cui dovetti mettere da parte l’imbarazzo di trattare l’argomento con la moglie del mio migliore amico, con lui e soprattutto con mio fratello: “Ma i sederi ti piace solo guardarli o ti piace anche…” completando la frase con un gesto volgare della mano, per evitare di dirlo a parole.

L’arrivo di Marina, con l’immancabile Stefano al seguito, tolse mio fratello dal finto imbarazzo di rispondere.
“Eccoci qua, cosa ci siamo persi? Di che si parlava?” esordì Stefano dopo il rituale giro di presentazioni.
Dopo un attimo di silenzio fu ancora Claudia a rimettere in gioco l’argomento, come una ragazzina eccitata dai discorsi degli adulti.
“Oh nulla di che, solite cose…di sodomia”
Lo sgomento di Stefano era quasi palpabile.
“Devo ammettere che è la mia fantasia principale” si limitò a rispondere la fidanzata, per evitare di passare per la bigotta di turno, pur non essendo troppo convinta e convincente.
“Solo fantasia?” provò ad approfondire mio fratello.
“Be’, diciamo di sì”
Stefano avrebbe voluto tapparle la bocca e non potendolo fare prese la parola per ristabilire il proprio ruolo maschile: “Le ragazze che ho avuto si sono sempre rifiutate”.
“Oh, poverino.” Provò a consolarlo la cognata, in maniera sincera e ora era il marito che avrebbe voluto mettere fine a quella conversazione pericolosa.
“Come vi dicevo l’unico a cui non manca mai è il nostro Mario, vedrete quante turiste più disinibite troverà” ben sapendo di provocare la gelosia che da sempre la moglie covava in modo nascosto nei confronti di mio fratello.
“E per te? Che cosa è? Fantasia o esperienza vissuta?” continuò Claudia, che ormai aveva assunto il ruolo di animatrice della discussione, rivolgendosi a me.
“Per me? È sicuramente una fantasia ma… ci sono state delle esperienze… con qualche amante occasionale però, mai col fidanzato ufficiale.”
“Allora siete tutte uguali…” dovette amaramente concludere Stefano guardando negli occhi la fidanzata.
Niente male come prima conversazione tra quasi sconosciuti. Ora l’atmosfera era molto amichevole, e sembrava anche già molto complice. Sembravamo tutti alla ricerca di avventure. Forse qualcuno aveva anche già fatto qualche pensiero sugli altri, ma nessuno voleva rischiare di compromettere quell’inizio di vacanza.

Durante la cena al sacco Claudia faceva commenti sui ragazzi che vedeva e io segnalavo a mio fratello le tipe che lo potevano interessare. Questo ci portò a riprendere il discorso sui nostri gusti in materia dell’altro sesso. Da lì a intuire che io non ero del tutto indifferente per Daniele, nonostante fosse sposato e fosse passato ormai così tanto da quei tempi, che Claudia avesse una complicità strana con mio fratello, pur essendo anche lei sposata, che Stefano e Marina fossero troppo chiusi per concedersi distrazioni anche solo con il pensiero, che io trovassi intrigante essere in vacanza con due fratelli e che, a sua volta, mio fratello, al solito, non avesse problemi a dimostrare attenzioni tanto a Claudia quanto a Marina e per certi versi anche a me, il passo fu breve.
“Ma sapete, vero, che notte è oggi?” Claudia riprese il ruolo di animatrice.
“Minchia è vero! È il 10 agosto, è oggi che cadono le stelle, no?” la seguì Mario.
“Esatto! E quando si vede una stella cadente è obbligatorio esprimere un desiderio. Visto gli argomenti su cui voi maiali vi siete soffermati vi propongo un gioco…”
“Un gioco! Cosa di meglio per iniziare a conoscerci?” approvò Daniele.
“Tra poco sul ponte spegneranno tutte le luci e saremo molto lontani dalla costa, le stelle ci daranno uno spettacolo meraviglioso. Se raggiungiamo i sacchi a pelo di Mario e Sabrina avremo una visuale perfetta. A quel punto, quando uno di noi vedrà una stella cadente sarà costretto a dichiarare ad alta voce una fantasia erotica, vince chi la spara più grossa, ci state?”
“Fai attenzione Claudia, dovresti sapere che a desiderare tanto qualcosa rischi che si avveri” affermò maliziosamente Mario.
“Vorrà dire che avremo i prossimi giorni e una casa a disposizione per correre il rischio” concluse lei.

Sistemati per coppie al buio sul ponte ci mettemmo in attesa delle stelle. I rumori del mare e dei motori impedivano di sentire chiaramente tutto quello che le due coppie si sussurravano. Io ero capitata al centro tra mio fratello e Daniele e abituando gli occhi al buio e le orecchie al rumore, riuscii a cogliere pezzi della conversazione tra il mio amico e sua moglie.
“Guarda che te l’ho detto. E’ tutto ok. Non sono geloso. O meglio, lo sono, ma mi piace esserlo.”
“Sì, ma non è il caso finchè ci sono gli altri, dovremo fare attenzione.”
“Se fai così mi arrabbio sul serio. Non facciamoci rovinare la vacanza”
“Mi vergogno un po’ a pensare certe cose, così a freddo. Poi forse è meglio se gli altri non sappiano proprio tutto.”
“Ti rendi conto che così li autorizzi a pensare le peggio cose?”
“Per adesso no. Vediamo come va.”

Quel discorso che non capivo mi aveva fatta nuovamente eccitare, li stavo immaginando nelle situazioni più perverse. Erano una coppia aperta? Claudia lo aveva già tradito altre volte? Il fatto che fosse così restia a causa della nostra presenza mi divertiva e nello stesso tempo eccitava a dismisura. Approfittando del buio e reduce da tutta l’eccitazione accumulata, bagnandomi le dita presi ad accarezzarmi i capezzoli sotto la maglietta, facendo ancora peggio alla mia eccitazione.
“Dai nessuno l’ha vista?”
“Veramente io una si” ci disse Marina timidamente per paura di dover davvero inventare una fantasia.
“Coraggio, non devono essere fantasie reali, basta inventare”
“Sono andata a fare il colloquio per il posto da barista. Il tipo mi ha detto che mi avrebbe dato di più se ero carina con lui. E io non mi sono tirata indietro anche perchè era un gran figo, glielo ho succhiato” completò con difficoltà.
“Me lo ricordo il tipo. Infatti ero già geloso” finse di stare al gioco il fidanzato.
“E ringrazia che non ti ha baciato subito dopo perchè era contenta di aver trovato il lavoro!” commentò Mario strappando una risata collettiva
“E’ vero, avresti potuto baciarlo, non si sarebbe accorto di niente.” Fece Claudia con un tono che sembrò più serio.
“Che troia!” le rispose il marito.
“Siamo tutte delle piccole troiette viziose e vi piacciamo così, non è vero?” volli sapere.
“Troie.” Si limitò a confermare Daniele.
“Vista io! Lavoro come cuoca nel ristorante di un grande albergo, una sera, alla chiusura, c’era un gruppetto di uomini stranieri, penso in viaggio per lavoro. C’ero io che stavo rassettando la cucina. Si capiva che la situazione sarebbe degenerata, ma non mi sono chiesta niente. Sono io che ho iniziato a provocarli e ad attirare la loro attenzione. Poi uno mi ha chiesto di ballare con lui, hanno messo su una musica, ma prima che finisse la canzone io ero in ginocchio e gli stavo tirando fuori l’uccello dai pantaloni. Dopo me li sono trovati tutti attorno e li ho spompinati uno dopo l’altro. Mi dicevano che ero una “puta muy hermosa””
“Ora io” fece Claudia. “Un giorno sono andata in spiaggia con un gruppetto di colleghi della scuola, erano tutti accoppiati, ma ce n’era uno molto carino e mi sono divertita a stuzzicarlo, di nascosto dalla sua fidanzata. Ho visto che lui ci stava, o meglio ci sarebbe stato volentieri. In acqua gli ho toccato il cazzo di nascosto. Devo avere un sesto senso, perchè era ben dotato. Alla fine non ha resistito ed è riuscito a portarmi dietro alle dune senza farci vedere da nessuno. Ricordo ancora come gli si è spento il sorriso quando gli ho chiesto se aveva un preservativo. Poi si è ridestato. “Se ti piace, posso mettertelo nel culo” mi ha proposto. “Guarda che non è per quello. Prendo la pillola e dovrei farmelo mettere nel culo da uno così poco attento?” Stava per mandarmi a cagare, quando ho tirato fuori dalla borsa un preservativo. “Tieni. Sempre noi donne ci dobbiamo pensare. Comunque la risposta è sì, mi piace nel culo, fai pure.” E’ venuto dopo 30 secondi.”
“Io non l’ho vista ma invento lo stesso” si aggiunse Mario. “In una delle sere libere che ho avuto ho accettato l’invito di un olandese ad andare sulla sua barca. Eravamo lui, intorno ai 50 anni, e due ragazze, due francesi, più giovani di me. Ha voluto guardarci mentre le facevo godere, le ho leccato le fighe rasate a tutte e due. Abbiamo passato la notte lì e il giorno dopo abbiamo anche fatto un giro con la barca. Noi tre siamo stati sempre nudi. Lui ci guardava, ma non le ha mai sfiorate. Alla fine quando sono sceso avevo ancora più voglia di prima. Le fighette strette delle francesi non erano abbastanza.”
“Vista davvero!” era il turno di Stefano. “Un giorno, mentre Marina dormiva, mi sono trovato a sfogliare le foto che aveva sul cellulare e…”
“E???” fece lei tra l’arrabbiato e il preoccupato.
“E non ho trovato nulla! Sono rimasto sollevato dalla fedeltà della mia ragazza”
Mario non nascose la sua delusione per la fantasia, Marina gli sembrava così pura e innocente, con il culetto a detta sua inviolato che gli fece venire voglia di masturbarsi fino a venire proprio in quel momento, proprio al buio accanto a me.
“Si è fatto tardi e inizia a fare fresco, vi sono piaciuti i racconti, eh?” Claudia ci riportò alla realtà.
“Sì, ma erano tutti inventati, vero?”
“Mmmm, non lo sappiamo, ma possiamo fare un altro gioco. Ogni autore della fantasia dovrà confessare ad un altro e solo a uno se si è trattato di invenzione, fantasia vera o cosa realmente successa. Ovviamente l’altro sarà tenuto a mantenere il segreto fino a fine vacanza. Avete altre poche ore di tempo prima che l’alba ci porti a destinazione”.

Il resto fu una notte particolarmente calda, non riuscivo più a dormire e nemmeno a venire. Quasi speravo in un nuovo messaggio ancora più spinto da parte dello psicopatico ma eravamo in mezzo al mare e il cellulare non prendeva, oltre a non essere passate le solite 24 ore.  Uscii dal sacco a pelo e passeggiando sul ponte mi godevo la leggera brezza notturna; in mezzo al rumore del mare, udii un suono sommesso provenire dal sacco a pelo vicino. Tesi l’orecchio e mi sembrò che fossero le voci di due persone intente a fare l’amore. Mi avvicinai, curiosa, per sentire meglio, e anche, lo ammetto, per vedere se per caso si vedesse qualcosa. Alla luce della luna vidi due corpi, non erano nei sacchi a pelo ma nascosti dietro una scialuppa e chiaramente nudi, avvinghiati per terra, a un paio di metri da me. Mi nascosi dietro l’angolo e osservai. Ci misi un po’ a riconoscere Mario e con ancora più sforzo Claudia. La vidi fargli un pompino, poi farsi scopare alla missionaria, e poi lei sopra di lui. Si fermarono un attimo, dopo di chè sentii mio fratello che le chiedeva di mettersi con le mani appoggiate alla ringhiera che dava sul mare. Lei obbedì e lui la afferrò ai fianchi per posizionarla meglio, mettendola con il culo proteso all’infuori.
“Come era il discorso di prima? Tu non lo hai detto, lo hai mai preso nel culo?” sentii lui chiederle inutilmente. Non sentii però la sua risposta ma colsi sul suo volto un sorriso.
Vidi Mario sputarsi abbondantemente sulla mano e poi portarla al suo culo per inumidire il più possibile il buco. Lei faceva lo stesso con il suo cazzo che, visto per la prima volta, nella penombra sembrò essere di dimensioni interessanti.
Mi rimasero scolpiti in testa gli urletti che fece lei, prima di leggero dolore, poi chiaramente di grande godimento.
Ero rapita dalla scena a cui stavo assistendo e quasi mi stavo dimenticando di rimanere nascosta. Per un attimo ebbi l’impressione che lei, girando la testa, incrociò il mio sguardo e mi vide. Mi tirai indietro ma sempre tenendoli in vista. Mi sembrò che lei si girò, come per sussurrargli qualcosa nell’orecchio. Mio fratello venne in quell’istante, si capì in modo evidente, quasi incitato dalle parole di lei.
Nella mia immaginazione Claudia gli aveva appena detto che c’era una spettatrice e questo gli aveva dato lo stimolo finale, stuzzicando il suo lato esibizionista che aveva più o meno confessato durante il suo racconto.
Non raccontai a mio fratello cosa avevo visto quando tornò a dormire nel sacco a pelo accanto al mio, ma finalmente riuscii a venire istantaneamente.
In realtà Claudia aveva proprio quel momento per continuare il suo gioco, confessandogli all’orecchio che il suo racconto sul collega di lavoro era ovviamente vero ma che non lo aveva confessato nemmeno al marito.

Anche io approfittai di mio fratello per continuare il gioco che, per quanto stupido sembrava promettere bene.
“Dormi?”
“E come faccio se mi parli?”
“Senti ma tu cosa pensi del mio racconto? Cosa speri? Che sia finzione o realtà?”
L’interesse di Mario fu di nuovo al massimo.
“Che hai succhiato il cazzo ad un gruppo di spagnoli a turno?”
“Eh”
“Beh, se lo hai fatto hai fatto bene, e se non lo hai fatto devi sperare che dove stiamo andando ci sia una comitiva di spagnoli”
“Altrimenti?”
“Altrimenti dovrai farti bastare i tuoi compagni di viaggio”
“E’ una scommessa?”
“No, un ordine. E ora dormi sorellona”
Il tono con cui disse quell’ultima frase mi sembrò vagamente familiare e non sembrava affatto uno delle sue solite battute.
“E tu invece?”
“Cosa?”
“Sei stato in barca con due donne o no?”
“Sorellona curiosa, ti sembro il tipo che ha bisogno di inventare?
“Quindi sei buchi…”.
“Si e solo in uno non sono entrato.”
“Anche tu devi migliorare la mira allora” gli risposi ridendo.
“Ti stai per caso proponendo?”
Mi ripassarono per la mente le scene di poco prima e a vedere come aveva goduto Claudia avrei risposto di si.
“Sei mio fratello non si può, per fortuna”
“Sono tuo fratello e non si potrebbe, purtroppo”.
L’ultima donna dover continuare il gioco era Marina. Tornati in cabina provò a riprendere l’argomento con il fidanzato.
“Pare ti debba dire se il mio racconto è vero o falso”
“E’ solo uno stupido gioco, non mi sembra necessario, come se io non lo sappia già tra l’altro”
Il malumore del fidanzato smorzò le buone intenzioni di Marina che dovette farsi perdonare strappandosi quasi i vestiti di dosso per la rabbia e scoparono per tutto il resto del tragitto, fino all’alba.

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