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LA STAGISTA NEL MIO UFFICIO

By 16 Febbraio 2020Aprile 22nd, 2020No Comments

cap.1) Primo giorno

Si sa, l’ambiente informatico è a prevalenza maschile, il mio ufficio non è da meno, siamo in 5, quattro di noi sposati ed uno solo single (Enzo). Circa un anno fa chiamano il mio responsabile (Nando) in amministrazione perchè una ragazza (che non ha nulla a che vedere con l’informatica) deve fare uno stage da noi.

Quando Nando ritorna chiama me ed Enzo per chiederci “E mo a questa che le facciamo fare?” Subito a pensare sotto il tavolo di chi metterla, di Enzo che è l’unico scapolo, o di qualcuno di noi 4, che visto che abbiamo mogli e figli dobbiamo pur sfogarci in qualche modo?

Entra Ilenia la ragazza, al primo acchitto non è un gran che, timida (all’apparenza), appena uscita dall’università, non sa nulla del nostro ambiente, si vede che alle nostre domande risponde con frasi preparate, classico colloquio di chi va a fare ciò che non sa fare. Quando va via pensiamo a cosa farle fare (bisognava “per forza” prenderla).

Il mese successivo Ilenia inizia a lavorare con noi, subito la “scarichiamo ad Enzo” e col passare dei giorni notiamo che i due sono affiatati, i due piccioncini stanno sempre assieme. Ilenia è la classica ragazza che ha trovato in Enzo il tipo da sfottere, Enzo invece è il tipo che anche se gliela mettono d’avanti non se la prende. Il tempo passa, Enzo come un cucciolotto le gira intorno, vorrebbe la “briciolina”, ma Ilenia divertita non gliela molla e lui non sa prenderla.

Nel frattempo io vengo sempre più attratto dalla situazione e comincio a fare pensieri su Ilenia, lei mi siede davanti ed ogni volta che alzo la testa dal pc vedo mi soffermo sulla sua bocca, quando andiamo a prendere il caffè, da cavaliere la faccio passare davanti, e vedo quel suo corpo scendere e salire le scale, con la mente mi dico: “ma come fa Enzo a non prendersela, e là, calda che aspetta il biscotto…”.

I due non sono mai da soli, solo una volta riuscii a restare con Ilenia e con la scusa di vedere a che stava il suo lavoro le poggio una mano sulla spalla, lei si volta e non so se apposta o per caso, accarezza la mia mano con la guancia e prendiamo la scossa. Ci mettiamo a ridere, lei apre quella bocca, non bella, ma da me tanto desiderata da immaginarla intorno al mio cazzo duro. A pranzo anzichè a mensa con gli altri andiamo al centro commerciale, in macchina si parla del più e del meno, naturalmente io non faccio allusioni ad Enzo, ma solo a noi due, la mano dal cambio di tanto in tanto si allunga sulla sua gamba, coperta da una gonna lunga, e lei me la sposta facendo la parte indifferente, ma approfittandone per accarezzarmi la mano con dolcezza.

Ci fermiamo al parcheggio, non resisto più, più la vedevo parlare e più vedevo quella lingua leccare la mia cappella, non seguivo nulla di quello che mi diceva, ma non appena si fermò le accarezzai una guancia con la mano e l’avvicinai a me, stavolta mi fece fare, poggiai le mie labbra sulle sue e mi fermai aspettando la sua reazione, ma rimase immobile, pian piano cominciai a baciarla, lei inizialmente ferma, poi comincio a ricambiare. Stavolta la mia mano sulla sua gamba rimase e pian piano salì fino al fianco. Non scendiamo dalla macchina, ma torniamo in ufficio (a quell’ora sono tutti a mensa) entriamo nella nostra stanza (gli altri stavano chi in ferie o in trasferta) chiudiamo la porta dall’interno e cominciamo a pomiciare seduti sulla sedia, lei sulle mie gambe.

Stavolta la mano dal ginocchio sale sui suoi fianchi ma per il di sotto della gonna, con il dito le scosto la mutandina (uno slip finissimo) e con il palmo della mano comincio a massaggiarla sul suo pelo ben folto, piano piano con l’indice della mano trovo il clitoride e glielo stuzzico, sempre baciandola la sento mugolare e continuo. Pian piano la penetro con il dito, mentre lei (sempre seduta su di me) si accorge che il mio cazzo si ingrossa sotto di lei, così si scosta da me, mi abbassa la zip dei pantaloni e comincia a massaggiarlo. Mi slaccio la cintura e mi sbottono in modo da agevolare l’uscita della mia mazza ormai pulsante di sesso da dare.

Le sussurro che ho sempre visto la sua boccuccia intorno alla mia cappella, così si alza da me (le sfilo la mano da sotto e me la porto alla bocca per assaporare i suoi odori femminili), si inginocchia sotto al mio tavolo e parte con un pompino da 110 e lode. Aveva ottenuto il tanto desiderato biscotto. Ora però toccava a me prendermi la briciolina che Enzo non aveva saputo cogliere, la alzo in piedi e mi calo verso di lei, le alzo la gonna, le finisco di togliere la mutandina (ormai fradicia) e mi avvicino con il viso alla sua passerottina: il pelo nero me lo sento tra i denti, con il naso e tutto il volto le massaggio tutto il basso ventre a mo’ di fusa, con la lingua cerco il clitoide per succhiarlo, dopo un po’ la penetro con la lingua leccandomi tutto l’interno della sua vagina, godendomi i suoi umori, come aveva fatto lei poco prima con il mio succo durante il suo mega pompino. Venne inondandomi la faccia, tanto dell’orgasmo che aveva avuto tremava come una foglia, così la strinsi a me ed una volta calmata l’accompagnai in bagno e ci sciacquammo.

Quel giorno non ci parlammo, neppure i nostri sguardi si incrociarono, però nei giorni seguenti (non facemmo più nulla) ogni volta che alzavo la testa la vedevo lì, a guardarmi soddisfatta per quel pomeriggio passato insieme.

Non l’ho mai fatto, ma avrei dovuto dire ad Enzo vai prendila, perchè te l’ho preparata ben benino la briciolina.

cap.2) Ultimo giorno

E’ finito il periodo di stage per Ilenia e l’azienda aveva deciso che la ragazza sarebbe dovuta andare via… le risorse economiche scarseggiavano ed in oltre lei non era riuscita ad ottenere i risultati aspettati.

Il mio responsabile mi chiamò per indagare sulle prospettive future di Ilenia (lo chiese a me perchè Enzo era troppo legato alla ragazza… non sapeva infatti della mia intesa con lei, tutti pensavano ad una relazione tra loro, ma mai avrebbero pensato a me… ripeto che però dopo quella prima volta, non ci fu più sesso se non virtuale fatto attraverso la chat). Io fui evasivo, perchè non potevo negare l’evidenza, ma avere qualche svago in futuro mi avrebbe fatto piacere.

La decisione fu presa: a casa.

Lei se la prese un po’, Enzo andò su tutte le furie (nonostante non gliela avesse mai data, le stava sempre appresso come in cagnolino), io dal canto mio pensavo che se voleva potevamo ancora continuare i nostri incontri erotici in chat… sarebbe mancato lo sguardo vicendevole, però… in pratica pensavo più ai cazzi (e al cazzo) miei che altro.

Venne l’ultimo giorno e mi chiese di accompagnarla al centro commerciale in pausa, ma bisognava scaricare Enzo… come fare? proprio il suo ultimo giorno? Ma con la scusa che aveva molto da fare e che Ilenia doveva andare alla posta decidemmo che io accompagnavo Ilenia ed Enzo ci raggiungeva dopo a pranzo. Accettò e poco prima della pausa pranzo scendemmo: direzione “ufficio postale”. Infatti la direzione era quella, ma ci fermammo in un alberghetto ad ore frequentato dalle prostitute della zona che lavoravano a tempo pieno.

Salimmo in questa camera (se dico squallida è un complimento), giusto lo spazio di un letto matrimoniale con un sedia in legno che si ricorda i tempi di mia nonna, un bagno con una tazza, un lavandino e un piatto doccia, devo dire la verità? un vero cesso!

Ci sedemmo sul letto e cominciò un lungo discorso sull’ultima discussione avuta in chat in cui lei desiderava tanto provare a prenderlo nel culo, visto che non l’aveva mai provato. Dal canto mio non l’avevo mai messo nel culo di nessuna, insomma eravamo indecisi se provarci o meno. Decidemmo per il no e andare su un rapporto classico.

Cominciai a baciarle il collo, lei lo teneva leggermente inclinato in avanti e potevo notare dallo specchio di fronte che, con gli occhi chiusi, cominciava a provare piacere. Dopo un po’ comincio ad allungare la mano sulla patta dei miei jeans e piano piano con le dita cominciava a sbottonarla fino ad arrivare alla cintura, con la quale perse un po’ di tempo. Nel frattempo la mia lingua aveva percorso in lungo e largo tutto il suo collo, si era spesso soffermato sulle piccole orecchie che aveva di cui avevo più volte provato il desiderio di succhiarle i lobi. Con la mia mano grossa le accarezzavo il volto e appena poteva mi succhiava le dita, ed io cercavo di infilargliele in bocca, stuzzicandola sotto il palato. Quando finalmente riuscì a slacciarmi la cintura, mi alzai leggermente con il sedere e lei mi calò i pantaloni, stessa operazione per gli slip e appena il mio bastone mi saltò fuori lei cacciò il mio dito dalla bocca e si avventò sul mio pisello che era già in tiro per lei.

Cominciò un pompino facendomi sentire tutta la sua bocca avvolta intorno alla mia cappella… non riuscii a trattenermi e le venni quasi subito in bocca, lei non se l’aspettava una venuta così veloce (di solito resisto di più ma ero talmente eccitato che la voglia di sborrarle in bocca non poteva aspettare) e quindi mollò tutto perchè le era finito di traverso. Mi stava uccidendo, non aveva mai odiato alcuno come in quel momento (spesso era molto irruente). L’afferrai per le braccia con forza per farla calmare, la stesi sul letto e la spogliai della camicetta. Ero stato talmente veloce che non aveva avuto il tempo di spogliarsi e si era sporcata con il mio sperma.

Cominciai a leccarle i seni da sopra il reggiseno e stesso con la bocca glielo abbassai, in modo da afferrarle prima un capezzolo, poi l’altro, tra le labbra e succhiare forte. Si calmò e con le mani si sbottono la gonna rimanendo in mutande. Allora io mi alzai da lei, mi sedetti al suo fianco e cominciai ad accarezzarla con la mano, fino a far uscire allo scoperto il suo folto pelo nero. Mi chinai sulla sua figa e cominciai a baciarla mentre lei con le unghie mi graffiava la schiena, così mi stesi anch’io sul letto, sempre con la faccia rivolta alla sua femminilità, in tal modo si trovò i miei coglioni a portata di bocca… Dopo la mia sborrata ancora si doveva riprendere il mio cazzo…, così, sporco ancora del mio sperma, se lo porta di nuovo in bocca e pian piano sento che riprende vita.

Più lecca più con la lingua le penetro la figa e più la sento eccitata (stringe le gambe sempre più forte intorno alla mia testa. Non ho la forza di venire ancora, sento solo qualche gocciolina uscirle nella bocca, questo fu buono perchè riuscii a continuare quel 69 fino a quando non arrivò ad eccitarsi tanto che mollò il mio cazzo dalla bocca e mandò un urlo in contemporanea ad una fuoriuscita di piacere che mi avvolse tutto il viso. Ormai lei era tutta bagnata, io nuovamente eccitato, così mi voltai verso di lei, la feci stendere a pancia all’aria e mi stesi in modo da penetrarla… Un coltello caldo nel burro, appena mi appoggiai con la mia verga, la sentii scivolare dentro e ad ogni mio movimento sentivo il rumore del mio cazzo nei sui liquidi.

Le bocche e le lingue ormai andavano a tutto sprint… continuò un bel po’ che quando stavo per venire lei mi disse che voleva vedere la mia sborrata, così fuoriuscii da lei e con un solo getto la ricoprii per bene del mio liquido bianco. Per pulirsi usò le mani che si portò alla bocca, non potendo lavarci ci sciacquammo alla meglio, ci rivestimmo (sconvolti) e ci avviammo in ufficio.

Arrivati trovammo Enzo che ci aspettava (non aveva le chiavi) incazzato perchè per aspettarci fuori la mensa era rimasto a digiuno. Ce lo disse, ci guardammo e ci facemmo una risata che lui non capì “C’era tanta folla alla posta che…” Salimmo in stanza e mi accorsi della macchia sulla camicetta di Ilenia, anche lei, ma ogni tanto notavo che con il naso l’annusava, chiudeva gli occhi e fantasticava. Possibile che Enzo non si sia accorto di nulla, entrambi odoravamo l’uno del sesso dell’altra, Ilenia non si era neppure potuta mettere a posto con i capelli e il trucco…

A fine giornata, tempo di saluti con Ilenia, l’abbracciai e ancora sentivo l’odore di quel pomeriggio, e lei mi disse: “Grazie, almeno questi sei mesi hanno portato a qualcosa, se aspettavo Enzo a voglia di andare in bagno a masturbarmi”. Un bacio e via per la sua strada…

Ora ha coronato un suo sogno la Spagna, quindi i nostri incontri in chat si sono andati via via affievolando, mentre Enzo mi confessò che forse forse un pensierino con Ilenia ce l’avrebbe fatto, ma non sapeva se lei ci sarebbe stata, aveva tanto la faccia da brava ragazza… “faccia da brava ragazza????” no, mio caro Enzo quella è un faccia da brava pompinara…. Beati quei tori spagnoli che troverà sulla sua strada del sesso.

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