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Racconti Erotici Etero

RAPPORTI DI BUON VICINATO – (CAP.5) LA VENDETTA DELLE DONNE

By 27 Gennaio 20202 Comments

“Chi di culo ferisce, di culo perisce, la signora Carla si vendica del dolore che le ho fatto provare.” 

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Quella mattina mi svegliai talmente arrapato per il sogno fatto che tanto che il mio cazzo era in tiro dovetti andare a sfogare i miei bisogni in bagno. Una sborrata enorme che schizzò sopra lo specchio senza che me ne accorgessi.

Dovevo accompagnare Martina all’aeroporto per poter poi riportare la sua macchina indietro. Mi bussò mentre ancora ero in pigiama, entrò fece colazione con me e poi mi chiese di andare in bagno…

Uscendo vidi che si stava leccando le dita e mi disse: “Però queste sono cose da adolescente… ancora a masturbarsi in bagno, magari stavi con qualche giornaletto porno…” 

Mi bacio sulle labbra e assaporai un po’ del mio sperma che aveva raccolto dal vetro in bagno e si era portata alla bocca.

Quando arrivammo all’aeroporto scendendo dall’auto mi disse: “ce la fai a resistere fino a lunedì, così se devi sfogarti puoi farlo con una vera donna…”  altro bacio e via.

Il lunedì sera andai a prenderla all’aeroporto e data l’ora si fece portare a cena fuori. Il marito era rimasto dalla madre con il figlio e lei era tornata per il lavoro. Per il dopo cena mi fece salire da lei e mi offrì un bicchiere di whisky con ghiaccio.

Parlando del più e del meno lei se ne uscì chiedendomi “allora hai sfogato di nuovo i tuoi istinti da solo e in compagnia questo week-end?” 

Non colsi al volo, poi mi ricordai dell’episodio dello specchio, mi misi a ridere e le dissi che mi ero portato “solo” la signora Carla per tutte e tre le notti…

Non ci credette (infatti dopo averlo preso in culo la signora non voleva più saperne del mio cazzo…) “allora sei bello pieno…, vediamo un po'”  e mi tastò per benino…

“un po’ moscetto stasera… bisogna fare qualcosa” e me lo tirò fuori.

Con le unghie comincio a stuzzicare la cappella che pian piano si ingrossava… “eccolo che si sta caricando…” e continuava con queste frasette da sfottò.

In mente già pensavo ad uno dei suoi mega pompini, (ancora mi torna a mente il primo che mi faceva mentre il marito violava il mio didietro), ma non si avvicinò per nulla con la bocca, anzi continuava a parlare, ma io ero talmente preso nel godere quel servizietto di mani che mi stava facendo, che manco la seguivo.

“Dici la verità, ti piacerebbe inculare di nuovo la signora Carla, vero? Ma tu sei stato cattivo con lei, l’hai fatta piangere ed ora io devo punirti, sai è una mia amica” 

Si alzò andò in camera e tornò con un fallo di gomma il doppio di quello vero del marito… me lo sventolò davanti agli occhi, poi si sedette affianco a me e mi fece chinare con la testa sulle sue gambe, mi sfilò pantaloni e slip e cominciò a sculacciarmi con quell’arnese.

“Sei un bimbo monello, fai piangere le signore più grandi di te, ti masturbi di nascosto in bagno… potresti diventare cieco…” e continuava con forza… nonostante di gomma era molto duro. Si fermò e tanto pensai al peggio… poggiò l’affare con la punta sul mio buco e con un colpo secco lo spinse dentro .

“CAAAAAAAAAAAZZZZZZZZOOOOOOOOOO!!!!!!!!!!” 

che dolore immane, feci un salto che buttai per l’aria il tavolino con tutti i bicchieri e la bottiglia di whisky. Cominciai a sbraitare come un pazzo per tutta la casa con quell’affare infilato nel culo.

Martina non sapeva più come calmarmi, cercò di fermarmi più volte ma la spinsi facendola cadere, dietro la porta a guardare c’era la signora Carla che pure intervenne, ma senza successo…

Sfinito per il dolore crollai sul pavimento e le due donne mi portarono in camera… con un po’ di vasillina si aiutarono per tirarmi fuori il fallo, poi con un po’ di ghiaccio cercarono di alleviare il dolore… cominciarono a coccolarmi come due mammine in pena per il loro figliolo.

Mi misero un po’ di pomata intorno al buco…e cominciarono a sbaciucchiarmi.

“Visto cosa mi hai fatto provare? ora dici, desideri ancora il mio culo o preferisci donare il tuo a un bel nerone?”  disse la signora Carla…

“vuoi che ti porti in ospedale da mio marito? però poi gli spieghi tu il tutto” 

Insomma avevo capito che quella sera sarebbe stata un inferno (e forse pure i giorni seguenti, visto lo stato in cui si trovava il mio culo).

Ormai steso sul letto a pancia sotto con la borsa del ghiaccio dietro, le due donne si lasciarono andare in un mega rapporto lesbico… non avevo mai assistito ad un rapporto come quello, veramente sembravano due amanti da sempre, conoscevano ogni minimo particolare e voglia sessuale l’una dell’altra.

Sentii il cazzo gonfiarsi sotto e pian piano mi passò di mente il dolore, mi alzai per avvicinarmi a loro, ma mi allontanarono…

“Ti piace masturbarti da solo? e fallo” 

Cominciai a menarmi il cazzo come un quindicenne davanti al suo primo film porno, quando stavo per venire mi stringevo in modo da bloccare la fuoriuscita, facendolo notare a loro nella speranza di essere coinvolto… ma nulla da fare… quando però non ce la feci più mi alzai verso di loro con prepotenza che stavano sedute sul letto, puntai il mio cazzo verso le loro bocche e…

…credo di averle fatte felici, perchè continuarono a baciarsi gustandosi il mio sperma che le avvolgeva tutto il volto.

Compiaciute del gesto si alzarono mi presero per mano e mi accompagnarono di là, mi fecero sedere (ma dovetti alzarmi per il dolore) mi diedero altri due o tre bicchieri di whisky e mi addormentai tra le braccia delle due.

L’indomani mi svegliai a casa mia, dolorante, trovai la pomata sul comodino e me la passai con tanto dolore. Per una settimana dovetti fare a meno di andare a lavoro…

Mai più, il culo è sacro e non me lo devono più toccare, quello divenne per sempre il mio motto.

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