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Racconti Erotici Etero

RAPPORTI DI BUON VICINATO – (CAP.3) SEDUZIONE RUMENA

By 23 Gennaio 20202 Comments

“Sorpresa: nell’appartamento dei “nonni” trovo una rumena dalle voglie mostruose.”

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Tic, tic, tic… quel rumore tutta la notte incominciava a diventare strazziante, vado in cucina e vedo che dal piano di sopra c’è una perdita.
La mattina appena viene il signor Tonino salgo sopra dai “nonni”, il signor Giuseppe e la signora Franca però non ci sono, stanno fuori dalla figlia, ad aprirci la porta viene un energumeno, un rumeno tutto tatuato in connottiera e boxer, di spalle avvolta in una asciugamano una donna anch’essa rumena.
Dissi al signor Tonino di chiamare la polizia, ma lui rifiutò (praticamente era lui che subaffittava l’appartamento). In pratica i due si erano ubriacati e lei si era addormentata nella vasca da bagno con l’acqua aperta ed era tutta traboccata. In più una perdita aveva fatto il suo.
Dovemmo chiamare un idraulico (di fiducia del portiere, non poteva fare trapelare la storia), così per tre/quattro giorni stavo senza casa.
Il signor Tonino mi invitò da lui, poi pensò bene di trovarmi un’altra sistemazione presso il palazzo gestito da un suo amico dove pure c’erano appartamenti che subaffittavano anche ad ore come case di appuntamento quando i proprietari (per lo più anziani) non c’erano.
Il tutto ad una condizione: Natasha doveva venire con me, altrimenti avrebbe parlato.
Ma a me cosa entrava in tutta questa storia? praticamente nulla, però non so perché accettai il compromesso raggiunto. L’importante era che l’energumeno non venisse!

Quindi quella settimana mi trasferii a due isolati da lì e la sera tornando a casa trovavo Natasha che mi preparava la cena con tutti pasti tipici del suo paese (era davvero un’ottima cuoca, peccato che invece di mettersi a cucinare si mettesse a fare la prostituta per i suoi concittadini).
Una sera tornando sentii un profumino davvero speciale, entrai e trovai la tavola apparecchiata a lume di candela con calici e posate d’argento.
Mi preparai per la cena e Natasha portò a tavola un ottimo bianco bello freddo, poi andò in cucina e tornò con una grossa orata avvolta da tante fettine di patate servita su un vassoio d’argento che emanava un odore così aromatico che stavo per andare in estasi. Aveva usato delle spezie del suo paese che sotto al formo davano quella sensazione di piacere e rilassamento totale. Lo avvicinò a me per farmi sentire l’odore che mi penetrò nelle narici provocandomi un forte piacere interiore.

Con molta maestria Natasha pulì il pesce mentre io versavo il vino, brindammo a quel 4 giorni passati assieme (devo essere sincero, abbiamo girato nudi per casa, entravamo ed uscivamo dal bagno tranquillamente insieme, abbiamo dormito nello stesso letto, ma non avevamo mai fatto nulla di sesso).
Cominciai a mangiare il pesce e sentivo pian piano l’effetto di quegli aromi, mi sentivo stralunato, leggero, come ai tempi della scuola quando ci fumavamo l’impossibile nei bagni…, anche Natasha credo provasse la mia stessa sensazione, lo sguardo le diventava sempre più languido… finito quello che doveva essere il piatto unico della serata, andò in cucina e prese una candela di quelle profumate di colore verde, l’accese e un odore di salvia misto a rosmarino invase tutta la stanza.
Non l’aveva accesa prima se non si sarebbe perso l’odore del pesce… lei si avvicinava alla candela ed inalava quel profumo chiudendo gli occhi, ad ogni inalazione seguiva un sospiro di piacere e si andava rilassando sempre più sulla sedia.
Ad un certo punto si alzò, mi prese per mano, con l’altra afferrò la candela e mi fece sedere in terra di fronte a lei con la candela in mezzo.
Poi prese un grosso lenzuolo con il quale ci avvolse entrambi a mo di tenda, sempre con la candela accesa sotto. Subito quell’alcova si riempì talmente di fumo che arrivai ad eccitarmi anche sessualmente. Disse lei che era una tecnica di seduzione che le aveva tramandato la nonna.
Era riuscita in pieno, in quel momento avrei fatto di tutto per lei, ero diventato il suo umile servo e lei era consapevole di ciò.
Cosa avrebbe mai potuto volere da me in quel momento, tante idee mi passavano per la testa, ma non mi preoccupavano, avrei fatto veramente di tutto.
Fortunatamente il suo tutto era sesso tra me e lei (avevo pensato pure all’energumeno, e sinceramente… è vero che avevo già fatto sesso con Nicola, però… l’energumento… quello no), sesso un po’ particolare, ma solo sesso.
Mi fece stendere completamente nudo sul pavimento e cominciò a cospargermi il corpo di un unguento profumato ma che aveva appena tirato fuori dal congelatore, incominciò un massaggio che paralizzò completamente il mio corpo, riuscivo a muovere solo il collo e la testa.

Terminato il massaggio si alzò e si spogliò completamente… sotto aveva un pelo bello lungo e folto, si abbassò in modo da portarmi la sua figa a un pelo dalla faccia… “se ora dovessi pisciare berresti tutto?” accennai di si con il capo, ma non fece nulla. Si voltò e mi portò il buchino del culo davanti alla bocca… “se dovessi cacare te la mangeresti?”, le feci capire di sì, ma ancora una volta mi graziò. Si portò con la bocca davanti al mio pene… “se dovessi spompinare, mi verresti completamente in bocca?” certo, ma non mi diede soddisfazione. Si alzò e andò di la in bagno.

Tornò dopo un po’ e mi aiutò ad alzarmi… aveva preparato un bagno “bollente” non dico che l’acqua era a 100 gradi, ma mi fece entrare dentro, ero ancora tutto infreddolito dall’unguento profumato, il contrasto freddo-caldo mi stava facendo rimanere lì, ma lei incurante delle mie sofferenze mi immerse completamente.
Uscii dall’acqua sfinito, le gambe non mi reggevano più, così mi accompagno sul letto… trovai la stanza preparata ad hoc, le candele profumate accese, luce soffusa, tende di colore arancione che rendevano quella stanza 3 metri per 3 una vera stanza del sesso.
Mi fece stendere e cominciò a massaggiarmi le gambe… pian piano sentii il sangue scorrermi nelle vene e ritornarmi le forze… ormai ero fuori di me, vedevo piacere in tutto quello che mi faceva Natasha. Mi masturbò per bene fino a farmi venire con uno zampillo che mi ricadde addosso sulla pancia, lo raccolse e lo mise in un bicchiere dove versò dello spumante… mescolò tutto e lo bevve, tenendosi l’ultimo sorso in bocca… lo verso sul mio cazzo che ebbe un sussulto di piacere, tanto che lo prese al volo nella sua bocca per cominciare a spompinarmelo con delicatezza.
Intanto quegli aromi nella stanza avevano su di me un effetto sempre più afrodisiaco che dopo poco minuti le venni in bocca con un getto abbastanza potente… non ingoiò, ma mi bacio facendomi ber il mio stesso seme… inghiottii tutto di un botto, dopo di che lei torno sul mio cazzo nella sua opera massaggiatrice…
Nella sua mente credo volesse svuotarmi di tutto, infatti per tutta la notte con molta pazienza stette lì a spompinarmi… venni altre 4/5 volte ed ogni volta mi faceva bere del mio seme… di tanto in tanto mi faceva annusare una pietra che riscaldava sul fuoco prima, emanava un essenza talmente piacevole che mi sentivo rinascere nonostante il mio sesso fosse allo stremo.
Ad un certo punto dovetti addormentarmi con lei che continuava con la sua bocca sul mio cazzo, era la prima volta che crollavo mentre facevo sesso, ma in realtà non ero io che stavo facendo sesso, era lei che mi stava distruggendo fino al midollo.
Mi svegliai la mattina ancora stordito, lei mi portò un caffè, cornetto e un succo di arancia, mi disse di riprendermi perchè dovevamo lasciare casa, lei aveva messo tutto in ordine come se quella notte nulla fosse successo.
Per un paio di settimane la ospitai da me, ma a patto che non si sarebbe mai più ripetuta una serata del genere, solo sesso tradizionale.

Non fu proprio così, però non arrivammo certo a quei livelli.

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