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Una suocera per coinquilina – parte 4 – La villa delle vacanze

By 30 Agosto 2022No Comments

Continua…

L’esperienza notturna creò un certo imbarazzo a colazione.
La colazione andò avanti a monosillabi, fino a che dissi:
“Rita, per quanto riguarda ieri, sono molto dispiaciuto.” – Non alzavo gli occhi dalla tazza – “Se ti fosse possibile passarci sopra…” –
“… E tacere.” – disse girando il cucchiaio nella tazza – “Credo che alla fine convenga ad entrambi, no?” –
“Direi di si.” – sbottai sollevato
“Allora è rimasta una bella serata fresca” – aggiunse poco dopo – “burraco ed un po’ di tv.” –
“ok” –

Ci salutammo poco dopo. Lei sarebbe rimasta, ma io dovevo uscire per lavoro e cominciai a prepararmi. Lavandomi i denti, pensavo a mille cose, ad una serata pazza come poche. Non sapevo cosa avrei fatto successivamente.

Passò una primavera oberata dagli impegni e da un nuovo lavoro mio, che mi portò, per ultimare il progetto sul quale lavoravo, diversi giorni la settimana fuori casa. Questo fece sì che anche le opportunità con mia suocera si fossero rarefatte nel tempo e quindi la “tensione sessuale” fu minima, se non inesistente. Di contro le notti insieme a Miriam furono appassionatissime e molto coinvolgenti.
Quando finalmente arrivò l’estate, festeggiamo un grosso risultato con il progetto e la cascata di soldini che ci sarebbe arrivata nei prossimi mesi ad intervalli regolari.
Io e Miriam decidemmo di prenderci una meritatissima vacanza con tanto di spa e ristoranti costosi, ma soprattutto di esperienze indimenticabili, sia fuori che dentro il letto. Alcuni video testimoniamo le nostre acrobazie amatorie, in particolare uno notturno in spiaggia è rimasto tra i top della nostra personale videoteca.

Avevo ancora una settimana di vacanza, ma Miriam no. Tuttavia, dato il periodo, decidemmo di prendere una casa al mare per una settimana ed invitare anche la suocera a festeggiare. La casa sarebbe stata ad appena mezz’ora di macchina dal lavoro ed in fin dei conti valeva la pena poter fare un paio di bagni al giorno. Solo il mercoledì sarebbe stata una giornata un po’ più difficile perché si profilava piuttosto complessa sia per il caldo proibitivo, sia per i turni 8-14 e 20 – 8 che avrebbe dovuto fare. Poco male, avrebbe recuperato il giorno dopo che sarebbe rimasta tutto il giorno a casa fino alla notte dopo.

L’attenzione si spostò poi sull’altro aspetto di quella vacanza. Molto tempo da solo con mia suocera. Prima di partire, mentre riflettevo in solitaria sulla cosa, cominciai a massaggiarmi con sempre più insistenza, fantasticando su cosa sarebbe potuto succedere.
Beccare la suocera nuda per casa a mare dopo un bagno o, contando la spiaggia molto solitaria, eccoci a fare giochi di vedo non vedo.Appena un po’ alla volta, Rita scostava la mutandina ed io non riuscivo più a resistere e mi toccavo prima da fuori il costume e poi su sua richiesta liberavo l’uccello, masturbandoci uno di fronte all’altra. Nel frattempo nella realtà mi segavo liberamente e l’orgasmo pulsante sancì la mia voglia: avrei fatto accadere qualcosa con Rita.

Andammo a prendere Rita sotto casa. Dopo averci fatto aspettare mezza eternità sotto il portone, si presentò e notai il primo dettaglio interessante: Rita aveva indossato il vestito gemello di Miriam. Mia moglie lo festeggiò gioiosamente: – “Che bello! Finalmente ti sei decisa a reindossarlo!” –
“Si, dai, perché no! Si può…” – esitò un attimo – “ osare ogni tanto.” – Salì in macchina senza quasi guardarmi.
Il viaggiò andò tranquillo, ma il mio silenzio concentrato sulla guida era in realtà un’erezione mostruosa, che cercavo di trattenere in mezzo alle gambe. Miriam se ne accorse dopo un po’ e, sfruttando un attimo di distrazione della madre, venne a saggiare furtivamente con la mano la consistenza, facendomi sussultare un po’.
La guardai, lei sorrise maliziosa.
Arrivamo 20 minuti dopo e subito ci installammo in casa. Effettivamente il posto era come prometteva: non grandissimo, ma con due bagni, e la spiaggia quasi privata. La località non particolarmente turistica faceva sì che il vicinato fosse sparuto e tutto attento alla propria privacy. Un particolare della casa mi colpì. Le due stanze da letto principali erano speculari, così che con gli specchi dell’armadio vedessi metà del letto della sua stanza ed una buona parte del resto della stanza fino alla finestra. L’opportunità era ghiotta, ma quanto esperibile?

Non tardai molto a scoprirlo, grazie alle condizioni meteorologiche. Soffiava un forte vento da Nord, prodromo di una tempesta in arrivo. Nonostante ciò, ci avrebbe dato abbastanza tempo per un bagno veloce, le nuvole tardavano ad arrivare. Tutta cinguettante, Miriam disse che si sarebbe andata a cambiare nella camera di sua madre, per farle vedere un costume, poi aggiunse: – “Però un attimo dovrei vedere una cosa…” – si avvicinò a me e senza troppi complimenti venne a saggiarmi la consistenza del pacco, trovandolo ancora piuttosto grosso – “Porcellino, che vorresti fare?” – e abbassò tutto giù, facendo ballonzolare fuori l’asta turgida. Ero in visibilio, quando Miriam si abbassò e portò la faccia ad un passo.
Potevo sentirne il fiato caldo sulla cappella, quando lo preso a mano pieno e lentamente salì, facendo ingrossare il glande infuocato. Tirai la testa indietro dal piacere intenso e senza indugiare, lo prese in bocca, accogliendolo metodicamente e con lentezza, mentre la lingua mi massaggiava, sempre più in fondo e con decisione. Quando tornò indietro, sembrò di aver messo l’uccello in un aspirapolvere: bloccò tutta la pelle alla base con indice e pollice ad anello, mentre con le altre dita mi carezzava i coglioni già gonfi. Con la testa tornò indietro lentamente, appoggiando i denti con dolcezza, ma decisione.
“Magnifica pompinara mia moglie” – dissi gemendo.
Continuò lentamente fino a portarmi ad un passo dall’orgasmo, a quel punto con la mano che mi teneva l’asta, seguì il ritmo della bocca che aumentava, portandomi a cominciare a sussultare per eruttare una quantità esagerata di sborra, che sentivo montare da molto in fondo.
Grugnii: – “Vengo, vengo” – lei gemette mentre la mia cappella si gonfiava oscenamente nella sua bocca.
A quel punto una folata di vento aprì la nostra porta e la porta di mia suocera. Mentre eruttavo sulla faccia di mia moglie fiotti densi e forti che le schizzarono fino alla fronte. Nell’altra stanza potevo vedere mia suocera girarsi istintivamente verso la porta, poi verso lo specchio e restare pietrificata, mentre sua figlia leccava il mio cazzo sporco di sborra e si ripuliva con il dito la faccia senza ritegno.
L’idillio finì subito, perché ci staccammo appena ci accorgemmo di tutto consciamente e andammo a chiudere la porta. Andai io chiaramente, proprio mentre anche mia suocera andava a chiudere la sua, cercando di farmi vedere il meno possibile, ma Rita sembrava voler proprio continuare a vedere ancora un po’, nonostante l’imbarazzo. Cercando di sembrare il più naturale possibile, mimai di inciampare e mostrai fuori dalla porta il mio uccello ancora barzotto e gocciolante per un attimo. Non potei però non notare lo sguardo di fuoco di mia suocera.
Finì lì. Andammo a mare tutti quanti facendo finta di niente.

L’episodio comunque aveva lasciato qualche strascico, a mio avviso, perché tornati a casa le sentii confabulare a bassa voce sull’accaduto, cogliendo qualche pezzo di conversazione qua e là.
Mia moglie si diceva dispiaciuta, ma mia suocera sembrava dire che fosse tutto a posto. Sembra che Miriam si sia scusata diverse volte, poi però le sentii ridere. Credo mia suocera chiedesse se avesse inghiottito la mia sborra e mia moglie annuisse ridendo.
“Ha un bell’uccello tuo marito” – sentii nitidamente – “sarà gustoso!” – ridacchiò quella porca di Rita. Che ne sapeva Miriam che lo aveva osservato bene in tiro?
“Si, e la sua sborra è di un buon sapore anche” – Miriam, da brava porcona non si tirava indietro alle provocazioni
“Non dire così, Mimì, non provo un cazzo da quasi un decennio” –
“Povera mamma… ” –
“Non mi restano che le dita” – disse ancora lei – “e quel giochino che mi hai consigliato tu!” – pensa tu che porche quelle due.
“È fenomenale, non è vero?”-
“Credo che un giorno si consumerà a forza di usarlo” – le due risero di gusto e la conversazione si chiuse lì.
Avevo appreso diverse cose e mia moglie parlava tranquillamente della nostra vita sessuale con sua madre e poi.. un sex Toy!
Abbastanza materiale da farmi uscire fuori di testa!

Continua…

Grazie per aver letto e, spero, fantasticato con me!
Se avete commenti, domande o richieste, nel massimo del rispetto e della cordialità, scrivete a n3m0_r4g3d@yahoo.it.
Sarò lieto di leggervi!

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