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Dino è molto serio, preparato, diligente.

Dall’ università è uscito con il massimo dei voti!

Ora è in prova presso una nota azienda del settore nel quale è esperto. In una grande sala dove una serie di postazioni sono affiancate in fila orizzontale tutti i nuovi arrivati sono al lavoro.

Dino è quello magrolino, emozionato, dritto e compunto, con l’ aria timida.

C’è un’impiegata dietro di lui, con l’espressione da dirigente, che sta controllando il suo lavoro sullo schermo del computer.

Gli tiene amichevolmente una mano sulla spalla.

Carla:- bravissimo, veramente preciso… Continua così.-

La mano ora è impropriamente poggiata sul sedere del giovane collega.

Scena 2.

Sala mensa.

Dino è seduto a un tavolino. Mangia.

Carla:- ah, proprio te cercavo, giovane e simpatico collega.-

Si siede.

Dino arrossisce.

Dino:- buongiorno.-

Carla è un fiume in piena, diretta e irruenta.

Carla:- ho una proposta da farti..sai, ho bisogno di una segretaria personale. Quella di prima era un disastro, pigra. Eh, faceva sempre di testa sua, non c’era mai, e poi pettegola e invidiosa come possiamo essere solo noi donne..insomma ho deciso di dare il ruolo vacante a un maschietto stavolta.

Voi siete più diligenti e seri e remissivi, secondo il mio parere.

Ti va, tesoro?-

Dino:- hummm, non so, penso di sì…sembra interessante,posso provare.-

Carla:-Poi io sono abbastanza femminista, sai…

Sono per le donne in carriera nel mondo del lavoro. Ma anche voi maschietti potete fare piuttosto bene se vi impegnate.

Magari non in ruoli apicali, ovvio, ma potete fare bene. Sei d’accordo?-

Dino:- be’ si.-

Scena 3.

Ufficio di Carla.

Una stanza ampia e ariosa, con grandi finestroni.

Una poltrona comoda e un grande tavolo al centro.

Di lato la postazione di Dino, che sta scrivendo freneticamente alla tastiera del computer.

Non veste più in stile casual tendente al trasandato.

Ora indossa invece un paio di shorts attillati, sgambati sul didietro, e una camicetta variopinta. Porta i capelli un po’ mossi, e vivacizzati da colpi di sole.

Entra Carla, tutta infuriata.

Parla al telefono.

Carla:- si, ho saputo. Si…ma non la passano mica liscia questa volta, li sistemo io. Si, tra poco c’è riunione…si, intanto vedo di calmarmi un poco.-

Si avvicina e Dino, lo prende per un’ orecchio, che storce mentre lo trascina.

Carla:- tu  vieni  qua, tesoro, che mi servi. Mi devo sfogare.-

Lo mette a quattro zampe sulla scrivania, gli scopre il sedere.

Poi, con un  grosso paddle, inizia a colpire con tutta la forza, prendendoci pure la rincorsa. Sbuffa e ruggisce, liberandosi di tanta rabbia.

Bussano alla porta. Entra Alessia. È molto carina, anche se forse un po’ nerd, con quei suoi occhiali da professoressa e quel certo sussiego.

Alessia:- ti disturbo? Sei occupata… vedo.

Carla appoggia il pesante paddle.

Carla:- no, no… vieni. Hai saputo? –

Prende un foglio e ne legge ad alta voce il contenuto alla collega.

Alessia:- sono proprio stronzi, veramente stronzi, guarda, proprio scorretti.Che merde!

Mentre ascolta Alessia tiene una mano poggiata, come per caso sul didietro di Dino, esplorandolo minuziosamente con tranquillità e metodo.

Carla:- ma io glielo metto in quel posto a tutti quanti, vedrai!

Alessia:- non essere volgare, amica mia. Io comunque sarò dalla tua parte. Ora devo andare. Ci vediamo dopo.Ciao Dino!-

Gli assesta un paio di buffetti affettuosi proprio al  centro del sedere, lì dove c’è il buco. Esce.

Carla riprende il paddle e colpisce ancora varie volte, con tutta la forza che ha.

Carla:- ufff, ora va meglio.Ecco. Mi sono calmata. Che caratteraccio che ho! Grazie tesoro, sei dolce, sei il mio antistress. Ora torna al lavoro, e finisci tutto quanto, che ne hai fino a stasera tardi.-

Prende il suo  segretario per il solito arrossatissimo orecchio e lo deposita al suo posto, seduto al suo tavolinetto.

( continua)

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