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Racconti Erotici Lesbo

Karina

By 30 Settembre 2018Dicembre 16th, 2019No Comments

Sto facendo il pisolino pomeridiano sul letto di un’amica, dopo pranzo mi prende sempre un momento d’abbiocco e lei lo sa, perciò mi ha permesso di utilizzare il suo giaciglio. Mentre riposo sento il suo profumo sulle coperte; è candido, dolce, sensuale e ricercato. Mi stringo in posizione fetale quando una mano leggera mi sveglia. In realtà non stavo proprio riposando, diciamo che ero in dormiveglia. Gli occhi si aprono istantaneamente e la vedo dinnanzi a me, Luana mi propone di uscire dato l’arrivo di una sua amica. Mi alzò sembrando assonnata, lei va e torna in camera con un caffé che bevo a lunghi sorsi e mi sveglio. Mi ricompongo i miei lisci capelli rossicci in disordine che mi cadono sulle spalle.

In salotto trovo lei, Karina, non l’ho mai vista e Luana me la presente. La sua stretta mi tiene sull’attenti, è fredda, lei ha un fisico snello con curve poco pronunciate ma un bel viso. Si tocca i suoi lunghi capelli mossi spostandoseli tutti su un lato, mi fissa con i suoi occhi curiosi e sottili, la sua voce ha un vago accento dell’est europa ed è vagamente ma comunque femminile. Il mio sguardo cade sul suo abbigliamento sobrio e aderente, ha delle gambe longilinee, è alta quasi quanto me, un metro e settanta. Suscita il mio interesse il suo portamento e vengo a sapere dalla mia amica Luana che pratica lap dance in un locale rinomato del centro. Rimango sbalordita, non ho nulla contro le ballerine da strip club, ma averne una di fronte mi scompiglia i pensieri.

Usciamo, ci facciamo una lenta passeggiata sotto il sole pomeridiano, direzione il centro commerciale che si erge su tre piani ed è grande, pieno di vetrine che passiamo in rassegna vedendo e desiderando cose troppo costose per il nostro portafoglio. Cammino sempre al fianco di Karina, Luana accanto a lei, ogni tanto capita di distanziarci da lei data la folla della domenica e lei sembra interessata a me. Mi lancia domande personali al quale rispondo sincera, mi chiede se ho un fidanzato, vuole scendere nei particolari della mia vita e mi sento vulnerabile. Cerco di rispondere in maniera vaga alle sue domande più piccanti e di rimando le chiedo informazioni sulla sua vita, mi parla del suo lavoro, delle sue esperienze di vita, è simpatica nonostante sia indiscreta. Guardo Luana che rimane affascinata dal mio modo di conversare, sono una persona riservata e calma, non mi apro a tutte ma Karina mi fa sentire a mio agio. Non giudica, ascolta, mantiene il contatto visivo… ci dimentichiamo così di Luana e quando ci voltiamo per vedere se ci segue lei è scomparsa… un brivido mi assale, voglio rintracciarla così la cerchiamo. La troviamo ad un bar con il telefono in mano, è seduta ad un tavolino di fronte alla vetrina, ci salutiamo ed entriamo. L’ambiente è rustico ed informale e Luana subito ci sgrida. Karina ride, forse troppo per i miei gusti, ma la sua risata è coinvolgente. Ordiniamo un caffé, Luana un té e Karina invece un dolcetto sfizioso. Mi fa assaggiare un pezzo prima di prenderlo tra le sue labbra, è buono, friabile, crema con pistacchi… Mi viene voglia di ordinarlo ma sono a dieta nonostante la mia magrezza. Karina mi fa i complimenti per il mio corpo, io arrossisco, Luana fa una battuta stupida e ridiamo nervose. Sembra gelosa, mi dà l’idea che nasconde qualcosa…

Continuiamo a passeggiare unite, il tempo passa senza accorgersene e una mezz’ora dopo Luana deve andare in bagno. Mi lascia all’ingresso, anche a Karina è venuto lo stimolo per la pipì, mi lasciano quindi le loro borsette ed entrano. Passano dieci interminabili minuti e loro non sono uscite. Ne passano altri cinque e ancora sono dentro. Finalmente escono divertite, ridò le borsette e continuiamo. È sera quando decidiamo di uscire, un tramonto rosso fuoco decide di spuntare creando un’atmosfera romantica. Sono un po’ smielata lo ammetto e decidiamo di sederci su una panchina in un parco lì vicino. L’angolo è appartato, perfetto per noi tre, sotti gli alberi, dietro un piccolo muretto. Davanti a noi un tramonto molto pittoresco all’orizzonte… rapita da quel quadro, quando giro lo sguardo mi accorgo che Karina mi sta fissando con strani occhi. Sembra maliziosa, le pupille lucide. Si bagna le labbra. Noto l’assenza di Luana, si è assentata per prendere l’acqua. Mi confessà così la sua attrazione, io rimango sconvolta, non credevo che avevo suscitato l’interesse di una donna. Le dico di non essere interessata, sono single e non ho bisogno di una donna né di un ragazzo al momento. Lei sembra rimanerci male e Luana torna. Decidiamo di tornare a casa, sento le gambe stanche, non è sembrato ma abbiamo camminato tanto e sedentaria come sono non sono abituata a un simile esercizio fisico. Mi butto sul divano, mi tolgo le scarpe, libero i miei piedi indolenziti, le gambe mi pulsano, la testa mi gira un po’. Luana va a posare la borsa in camera sua, Karina mi si siede accanto. Inizia a solleticarmi la guancia e subito mi scosto intimandola di smettere. Lei allunga una mano posandola sulla coscia, me la stringe e strofina sopra ai pantaloni è calda, cerco di dissuaderla ma lei continua. Luana torna da noi ed è allora che lei toglie la mano… Mi getto con tutta me stessa, la testa all’indietro sulla spalliera, Luana ci chiede di restare a cena e noi siamo ben liete della sua proposta. Va in cucina a preparare qualcosa mentre sento accendere la TV e voci riempiono la stanza. Chiudo per un attimo gli occhi, non l’avessi mai fatto, subito mi ritrovo la bocca di Karina leggera sul mio collo, mi bacia, io sono infastidita, riprende a tormentarmi la coscia, cerco di divincolarmi dalle sue labbra che salgono sulle mie guance e si avvicinano alla mia bocca. Le sue mani tentano di sbottonarmi la camicetta, sto per urlare aiuto quando le sue labbra si posano sulle mie. Rimango stizzita, cerco di staccarmi ma il divano non me lo consente, lei preme ancora di più, spalanco gli occhi, il cuore mi batte a mille, sono senza fiato… si stacca rapida dalla bocca e mi chiede se può continuare. Io la guardo incuriosita e impietrita non so cosa mi prende ma quel bacio mi ha vagamente eccitato… arriva di nuovo un altro schiocco, provo a resistere ma dopo poco mi lascio andare. Mi adagiò sul divano, lei si sposta sopra di me, si siede sulle mie gambe, mi prende il volto tra le mani e mi fa impazzire. Sento un fuoco accendermi dentro, non ho mai provato il sesso saffico ma lei mi mette a mio agio. È brava, sa quello che fa e mi sbottona la camicetta mentre mi guarda maliziosa. Mi poggia le mani sul mio ventre, respiro arduamente, un gemito mi sorprende e mi accende maggiormente tra le mie gambe. Divento nervosa quando lei decide di prendermi i seni tra le mani, sento che ci stiamo dando una confidenza che non ci appartiene, ma lei non si scolla da me, si guarda intorno e continua. Mi bacia nuovamente mentre i miei seni sono nelle sue mani, li palpa nonostante il reggiseno che mi comincia a starmi stretto, sono in balia di mille emozioni che mi scuotono. Cerco la sua lingua, lei mi esplora il mio palato, la desidero sempre più su di me, la bramo…

La voce di Luana ci riporta alla dura realtà. Grida che è pronta la cena, rimango stordita, ci ricomponiamo sorridenti. Arrivo dopo Luana, mangiamo freddo e in silenzio quella sera. A tavola le nostre occhiate vanno più di quelle di semplici conoscenti. Sento una strana intesa e un’elettricità nell’aria che mi accende nuovamente. Sparecchiamo e con Luana torniamo sul divano. Siamo silenziose, guardiamo un programma in TV, quasi mi dimentico quello che è successo. Luana spegne la luce, ha trovato un film carino e vuole gustarselo insieme a noi. Karina mi guarda nervosa, i suoi occhi mi rapiscono, non sta più nella pelle. Si è fatto tardi, devo andare, Luana mi squadra, Karina sembra dispiaciuta, mi chiede se le do uno strappo dato che ho la macchina sotto casa. Salutiamo la nostra amica che ci guarda perplessa, per lei è troppo presto, sono le dieci, la serata è appena incominciata.

In macchina con Karina ci abbandoniamo al piacere più intenso. Riprendiamo da dove abbiamo interrotto, sta per sfilarmi la camicetta quando passa una macchina che ci illumina quasi a giorno. Mi nascondo e sento che dovremmo trovare un posto sicuro.

Mi da le indicazioni giuste per un parcheggio riservato; ci siamo solo noi due. Scendo dalla macchina assieme a lei, mi appoggio sul cofano caldo. Lei mi sbottona la camicetta, me la sfila e passa al reggiseno. Sono un vulcano sull’orlo dell’eruzione, mi dimentico di respirare più volte, farlo fuori dalle mura domestiche al chiaro di luna mi mette una voglia irrefrenabile… la sua bocca avvolge i miei turgidi capezzoli e fremo, abbandonandomi a lei. Avverto una mano provarmi a scivolare tra i pantaloni, la incito e la assecondo, Karina va in profondità, mi tocca. Gemo copiosamente; il caldo è innaturale, mi sento mancaŕe l’aria, la imploro di proseguire neanche il suono del cellulare riesce a interrompere quel momento. Ho il mio primo orgasmo sotto la sua supervisione.

Non sto più nella pelle. Mi sbottono i pantaloni, calo le mie mutandine, lei mi strofina la vagina, si abbassa tra le mie gambe. La sua lingua esplora il mio sesso senza freni, sono eccitatissima, sento gli umori colare lungo le cosce, le sue dita entrano ora dentro di me, le accolgo con piacere e mi lascio penetrare. Arriva un altro orgasmo ma lei non smette, lanciò mugolii e gemiti strozzati di piacere.

Rimango estasiata da ciò che ho provato. Ci uniamo in un lungo bacio ma decido che per quella sera mi basta così. Sono esausta. La riaccompagno a casa, ci scambiamo i numeri. Non vedo l’ora di rivederla.

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