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Salve a tutti. Io mi chiamo Bianca, e sono una ragazza di 22 anni. Ho una sorella, di nome Rosa (si, i nostri genitori avevano poca fantasia a quanto pare) che ne ha 18. Si fa chiamare Rosy, però. Fisicamente ci somigliamo molto, qualche volta nelle foto ci prendono per gemelle. Siamo entrambe bionde, occhi castani, lineamenti regolari. Io porto una terza di reggiseno e mia sorella una seconda. A 22 e 18 anni se non hai problemi e non ti sei lasciata andare col cibo sei sempre uno schianto, e noi non facevamo eccezione. Tutte e due con un bel sedere, e la fortuna di gambe lunghe ereditate dalla mamma.

Era l’inizio del primo lock down, e chiuse in casa ci annoiavamo davvero tanto. I nostri genitori erano separati, e la mamma con cui vivevamo lavorava tutto il giorno, quindi potete immaginare che ci fosse da impazzire. Noi, complici in tutto, ci raccontavamo delle nostre avventurette con i ragazzi da sempre. Io ero tornata “single” da poco, mia sorella invece non era andata oltre lo sfizio tolto con qualche maschietto qualche volta. Fu così che per noia e per ridere un po’ finimmo per arrivare ai racconti erotici, da leggere e commentare tra noi ridendo come delle matte di certi obbrobri pieni di errori o di certe fantasie assolutamente irrealistiche. La cosa andò avanti per un paio di giorni. Arrivammo poi ad un racconto di un certo “Alpha Master” (che nome ridicolo, doveva essere un gran coglione) ma che quantomeno scriveva decentemente. Il racconto narrava delle avventure di una certa Anna che eseguiva gli ordini di un “padrone” ricevendoli via email. Il tizio aveva anche messo la mail nel racconto “alpha_master_1964@protonmail.com”, e mentre io dicevo che era inventata Rosy insisteva che probabilmente era davvero la sua.

Arrivate al termine della prima parte (avevamo visto che ce ne erano parecchie) facemmo la solita “riunione” per affibbiare voti e critiche a quello che avevamo letto. In realtà la novella non era neanche male. Scorreva benino, e le cose descritte non sembravano – almeno dal punto di vista meramente anatomico – impossibili. Anzi, era stimolante l’idea di un oscuro uomo senza volto e senza voce che manda messaggi così piccanti. Leggemmo in un paio di giorni anche le altre otto parti, ed il racconto si snodava in modo organico, ripetitivo in alcuni punti forse, ma aveva chiaramente una trama studiata a tavolino. Anzi, a dire proprio tutta la verità entrambe lo trovammo anche abbastanza eccitante. Prima che lo chiediate… no. Non ci masturbammo insieme nel più bieco stile delle fantasie maschili. Non avevamo l’abitudine di fare certe cose una davanti all’altra. Non in quel periodo, almeno. Lo avevamo fatto da piccole, quando nessuna delle due aveva idea di cosa stava facendo, ma poi una volta “capito” evitammo per il futuro. Comunque… intendo non insieme, ma ammetto che poi in privato io lo feci. E quando la sorellina fu da me interpellata in proposito scoprii che lo aveva fatto anche lei. Ridemmo estremamente imbarazzate, ma tutto sommato sollevate.

Su insistenza di Rosy scrivemmo al tizio, io convinta di fare un buco nell’acqua e lei convinta a di trovare dall’altro lato dello schermo l’autore. Facemmo i complimenti per il racconto spiegando che eravamo due sorelle e che leggevamo per “noia da pandemia”. Non ebbi troppi problemi ad usare la mia vera email, perché ero certissima che in risposta avrei avuto solo la comunicazione di errore dal “demone della posta”.

E invece no. Arrivò una risposta cortese e simpatica, che diceva che aveva scritto anche un secondo racconto dal titolo “la villa”, basato su due amiche realmente esistenti ma quello non su fatti reali. Leggendo la risposta rosy e io ci guardammo. “Quello” non su fatti reali? Quindi “l’altro” era basato su cose realmente accadute!? Chiedemmo conferma. Lo era, a detta dello scrittore per almeno il 75%, ma specificò che non era tutto accaduto con la stessa donna.

Era strano, il tizio parlava con calma ed era simpatico, e davvero non pareva uno che usasse in quel modo le donne. Glielo dicemmo, e lui rispose con semplicità: “Prima di tutto dovete capire che si tratta di un gioco consensuale. In realtà non sono io che uso, per citare la parola che avete messo nella vostra lettera, le donne, ma sono loro che chiedono di giocare a questo gioco. Se non chiedono, io non gioco. Con voi sto intrattenendo un gradevole scambio di opinioni sul mio racconto, non ho bisogno ne voglia di provare a DOMINARVI. Come seconda cosa importante considerate che io ho due categorie di persone con le quali scambio mail, la prima sono quelle di cui sono certo di età e sesso, e la seconda sono quelle che io posso leggere chi scrivono di essere, ma continuo ad immaginare in trasparenza dietro un ciccione calvo con la canottiera bianca sporca che chatta fingendo di essere chi in realtà non è. Tu mi scrivi che siete due sorelle con un totale di 40 anni, ma per adesso io dietro alla mail devo, DEVO vedere il ciccione che tenta di prendermi in giro”

Aveva stuzzicato la mia curiosità, e Rosy pareva quasi offesa dal fatto di non venire creduta sulla parola. “Scusa, ma perché non dovremmo essere chi siamo?” – La risposta era effettivamente chiara: “Se ti dico che io ho 24 anni, sono alto 1.92 sono moro con gli occhi verdi mi crederesti sulla parola?” – “no” risposi “vorrei una foto” e aggiunsi una faccina con l’occhiolino. “Faresti bene a non credermi. Ho 56 anni, sono in forma per la mia età perché sono un ex sportivo, ma non arrivo a 1.80 ed ho i capelli ormai grigio ferro. Io per cambiarvi di categoria ho bisogno di una foto di voi due che tenete in mano un cartellino con scritto ALPHAMASTER”. Io lo stuzzicai “Magari nude, vero?” e rimasi sorpresa dalla risposta “No, anche se non mi farebbe certo schifo. Mi basta anche completamente vestite e dal collo in giù per non mostrare la faccia. Il cartellino serve per dimostrare che non è una foto presa al volo da internet.” Gli inviai solo un “lol”, e chiusi il client di posta.

La cosa non era però finita, perché malgrado lui non avesse assolutamente mandato alcuna altra email, noi continuammo a leggere altri racconti di altri autori, ma senza riuscire provare lo stesso coinvolgimento. E durante una delle riunioni post racconto che facevamo alla fine di ogni lettura uscì di nuovo fuori questo Alpha Master.

Rosy disse senza neanche accennare a chi. “Gli mandiamo la foto”? – “MA SEI SCEMA!?” risposi io scandalizzata. Ma lei insistette che non ci costava niente, non avremmo messo la faccia, saremmo state vestite… bla bla bla… con tutte le smorfiette che quella tortura della mia sorellina sa usare per convincermi a fare quello che vuole lei.

E niente, facemmo la foto. E Rosy si mise tutta in tiro, dannata lei, con la mini, il golfino da grandi occasioni e le scarpe col tacco. E io con la tuta da casa sfiguravo di brutto, quindi per ripicca mi misi ancora più in tiro. Facemmo il cartellino e scattammo l’immagine, spalla a spalla, con un braccio dietro la vita dell’altra e io che tenevo in mezzo il pezzo di carta. E Rosy si occupò di mandarla.

Lui rispose ringraziando della foto e facendoci i complimenti per il “look fantastico” così disse. Il tono delle sue risposte era sottilmente cambiato, più intrigante, meno formale. Era evidente che ci aveva spostato nella categoria delle persone realmente esistenti. Si arrivò al personale, e dopo qualche scambio ci chiese se i suoi racconti ci avevano eccitato abbastanza da farci masturbare. Rosy confermò prima che potessi impedirle di inviare la risposta, maledizione.

“Mi fa veramente piacere” scrisse lui. “Se ne parlate apertamente così allora tra voi non è un segreto. Lo avete fatto in contemporanea, o separatamente?” Gli rispondemmo che lo avevamo fatto per proprio conto, ma che ci dicevamo tutto. Al che lui ci inviò in anteprima un nuovo episodio di ognuna delle due storie, dicendo che se non ci nascondevamo niente avremmo goduto di più masturbandoci mentre leggevamo che dopo, ripensandoci. Io non avevo alcuna intenzione di dar retta a quel pervertito, ma cominciando a leggere vedemmo che le storie (specialmente la seconda) entravano nel vivo ed erano davvero caldissime. Ero intrigata ed eccitata, quando vidi che la mia sorellina si era infilata la mano negli slip (stare in casa in mutandine è molto più comodo che in minigonna e tacchi) e e si stava regalando un ottimo momento. “Rosy, ma che fai!?” Lei rise e disse che era vero, durante era meglio che in bagno dopo. “Tanto lo sai che dopo andrei a farmi questo ditalino, tanto vale goderselo al meglio”. La vedevo respirare profondamente, e le sue guance si coloravano di rosso mentre la sua mano si muoveva sotto le mutandine. Un sottile odore di sesso stava raggiungendomi, e decisi che tanto valeva non fare tanto la puritana e godermi anche io due dita sul clitoride. Tanto anche io lo avrei fatto dopo, in camera mentre lei si sgrillettava in bagno.

I due racconti erano davvero bollenti, e Rosy disse con voce mista tra divertita, arrochita dal piacere e provocante che lei sarebbe passata a due dita dentro, che le piaceva di più. La cosa mi lasciò senza fiato, e passasi da un titubante sfiorarsi ad un energico strofinio, troppo limitato dalla presenza dell’intimo per essere soddisfacente. Mi tolsi le mutande ed allargai le gambe più che potevo, roteando i polpastrelli sul piccolo bottone come una pazza. La sorellina mi guardò liberarmi della stoffa che mi copriva, e mi imitò all’istante. Non so perché ma vedere Rosy che si masturbava come una folle mi faceva andare fuori di testa. E vidi che anche lei mi lanciava occhiate furtive sulla micia.

Arrivate a fine racconto esplodemmo in contemporanea, e fu veramente memorabile. La mia sorellina si tolse le dita dalla vagina e mi guardò con sguardo malizioso. “A me piace il mio odore, sai?” e si annusò le dita voluttuosamente. Io dopo il poderoso orgasmo avevo i freni inibitori un tantino allentati, e risposi che anche a me piaceva, annusando le mie. Rosy fece l’occhiolino, e se le cacciò in bocca, chiudendo gli occhi e succhiandole come se fossero la cosa più buona del mondo. Rimasi interdetta, ma poi lo feci anche io. Mi piaceva, e nelle mie pause di autoerotismo lo facevo quando avevo voglia.

Quando l’eccitazione smontò e tornai a pensare mi vergognavo un bel po’. Le dissi che non avremmo dovuto ripetere l’esperienza, ma lei si scandalizzò e mi chiese se ero scema. “E’ stato fantastico, dobbiamo rifarlo! Anzi, voglio scrivere al tipo per ringraziarlo! Non avremmo mai fatto questa cosa senza il suo suggerimento.” Protestai che non dovevamo, ma sapevo già che la sorellina finiva sempre per farmi fare quel che voleva.

FINE PRIMA PARTE

Se vi è piaciuta e volete leggere la seconda, commentate pure qui, o scrivete ad alpha_master_1964@protonmail.com

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