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La rassicurai con un sorriso ed un indolente gesto della mano.
Lei sorrise ancora, anche se un po’ impacciata, si piegò verso di me ed abbassò la voce: «Sì, insomma… pensavo, quando siamo entrati lì, che mi sarebbe successo un qualcosa del genere…. -le si illuminarono gli occhi- anche se non così TANTO!»
Fece una pausa, sorridendo a tutta bocca; poi si riavvicinò e proseguì: «Dicevo: sì, mi aspettavo qualcosa del genere, ma…. beh… Te lo posso dire?… Sì, insomma… ecco: non mi sarei mai aspettata che tu avessi avessi organizzato la cosa… che ti ha riguardato, ecco!»
Stavo per replicare, ma capii che non aveva finito.
«Sì, insomma… non dico che vederti così non sia stato eccitante, per me, ma non mi sarei mai aspettata che un bull avesse la… sicurezza di farsi vedere dalla sweet anche in QUEI frangenti, ecco!»
Mi guardò con gli occhi allegri, trasmettendomi simpatia ed allegria.
Riordinai un attimo le idee e poi risposi: «Se devo essere sincero, QUEI momenti sono stati una sorpresa anche per me! In realtà con Mamoud non avevo programmato nulla: avevo solo organizzato le cose perché le cose potessero andare avanti, cominciando e proseguendo da sole; non mi aspettavo minimamente che Mamoud ed il suo collega fossero così… scafati: pensavo di godermi anche il suo, o il loro!, imbarazzo alle prese con una che si lasciava fare davanti a me e invece… -le sorrisi- … invece me l’hanno letteralmente messo… nello streppo!»
Ridemmo assieme. «Mi ha davvero… messo in mezzo: mi godevo, rilassatissimo!, il massaggio e lui mi ha… manipolato, letteralmente!» Le sorrisi «Me lo ha messo pochi istanti prima che cadesse… che facessero cadere il tendaggio…
Ovviamente avevo capito poco prima che lo avrebbe fatto, che mi avrebbe scopato e la cosa, a quel punto, mi incuriosiva ed intrigava, tanto che mi ero quasi dimenticato della tua presenza sull’altro lettino»
«Sì, ma… -si guardò attorno, con aria sospettosa- … Uhmm… Non sarebbe meglio continuare a parlare il spiaggia… o in camera?» Disse alludendo, con un cenno della testa, agli ospiti che poco a poco stavano occupando i tavolini attorno a noi.

Alzai gli occhi, mi guardai in giro ed annuii, alzandomi e porgendole -galantemente- la mano per aiutarla ad alzarsi.
Stava rinfrescando, per cui ci incamminammo verso la loro camera affiancati: avevo deciso che non era giusto il dare occasione a qualche villeggiante annoiato di spettegolare su loro due e me, per cui non le cinsi le spalle o la vita col braccio, non le tenni la mano e neanche le porsi il braccio.
Mentre camminavamo, tornò a commentare: «Comunque, anche se ero molto eccitata, ho fatto fatica a prendere il… coso di Ahmed nella topina e invece… sì, insomma.. tu te lo sei preso DIETRO, come niente fosse!!!»
«Come sarebbe, come niente fosse? -le feci un sorriso stupito- ma se mi ha aperto in due!?
E comunque, quando tu te lo sei preso davanti, avevi Mamoud dietro… Ingombro complessivo notevole, direi!» sorrisi, divertito.
«Comunque, avrai capito che non era la prima volta, che mi capitava una cosa del genere… A Gino è mai capitato?» Chiesi maliziosamente.
Mentre arrivavamo davanti al loro bungalow, sorrise: «Sì, anche a Gino è successo: ma solo dopo che un bull lo ha preteso. Ma credo che sarebbe svenuto, se avesse preso quello di Ahmed!» Rise, divertita all’idea.
Da una taschina della gonna estrasse la chiave ed entrammo in camera, dove suo marito guardava la tv.
«Amore, sai dove mi ha portata Giorgio?»
Gino si girò, incuriosito, verso di noi, con un cordiale sorriso.
«Mi ha portata a farmi massaggiare tutta… dentro e fuori!» E rise, strizzandogli l’occhio.
Sorrise educatamente: «E lui guardava?»
Lei fece una risata divertita: «No, non poteva! si è fatto massaggiare anche lui… anche se non aveva previsto che lo massaggiassero anche nel culo!»
L’uomo alzò le sopracciglia, con divertito stupore e perplessità.
«Guarda!» disse Lorella, inginocchiandosi sul letto ed alzando fino in vita la gonna.
Gino si avvicinò ed ispezionò con le dita i buchi ancora dilatati della moglie: «Accidenti, che voragini!»
«Si, ma guarda il culo di Giorgio: si è preso un cazzo che io ho fatto fatica a prendere in fica…»
L’espressione cortesemente interrogativa dell’uomo, mi convinse: lasciai cadere short e costume e mi inginocchiai alla pecorina di fianco a Lorella.
Lui si avvicinò, timidamente e sentii il suo alito sui peluzzi del culo; allora mi allargai le chiappe con le mani e gli dissi: «Ispezionalo pure, come hai fatto con la tua candida mogliettina…»
Sentii i suoi leggerissimi polpastrelli posarsi come farfalle sulle mie natiche e poi scivolare fino alla mia rosellina dilatata: «Accidenti…»
Ora un suo dito mi penetrava, poi due, poi tre, mentre il mio cazzo tornava in tiro.
Lorella ci guardava, divertita: «Hai visto che lavoro, amore mio?»
«Altroché…» disse lui, con tono tra l’ammirato ed il sognante.
Mi stavo lasciando troppo andare, come bull e decisi di riprendere la barra del timone: «E’ un po’ indolenzito, ma penso che se tu me lo leccassi un pochino, starei meglio…»
Lui forse non aspettava altro, perché quasi subito sentii le le sue labbra e la sua lingua all’opera, deliziosamente.
Lorella si era messa sotto di me, a formare un sessantanove, e si era impadronita del mio cazzo, che leccava e succhiava ed io mi godevo le attenzioni… stereofoniche dei due, con le loro dita, labbra e lingue che mi vellicavano delicatamente il cazzo, lo scroto ed il culo, mentre affondavo la faccia nella voragine della donna per leccarla il più possibile in profondità; quando avevo la lingua indolenzita dall’allungamento, la sfilavo dalla sua vagina e le percorrevo il viale trionfale fino al clitoride, dove impazzavo con dolce furia.

Alzai le gambe di lei e le misi le mie braccia dietro le ginocchia, per poterla leccare comodamente dal clito fino al culo, stupendamente dilatatissimo anche lui.
Mi parve di sentire il cambio di trattamento che le bocche facevano sul mio cazzo duro ed immaginai che anche Gino si fosse dedicato a spompinarmi.
Però non mi sembrava acconcio al mio status di bull l’essere visto dal cuck col culo sfondato!
«Gino: inginocchiati sul letto, che ti faccio capire meglio cos’è successo»
Lui obbedì ed io, con ancora la nerchia insalivata dal lungo pompino, glie lo appoggiai al culo e, allargandogli il sedere con le mani, cominciai a farmi lentamente strada in lui.
Mi mossi lentamente, con una spinta costante e continua: lo vidi sussultare, cercando di sfuggire alla mia intrusione, ma lo afferrai per i fianchi e spinsi, spinsi, fino a che non mi sentii dentro di lui: finalmente, anche lui era col culo invaso.
Non mi eccita per nulla inculare gli uomini (adoro invece farlo alle donne!), per cui, diedi qualche quieto affondo, tanto per ristabilire le gerarchie e poi mi sfilai dal suo sfintere, affondando nella fica della moglie, fino a riempirla dei miei -pochi, ormai- schizzi esausti.
Mi lasciai cadere sul letto e gli imposi di leccarla, per evitarle la noia di dover andare fino in bagno a pulirsi e lui eseguì di buon grado.
Poi restammo lì stesi (io e Lorella sullo stesso letto, lui sull’altro) chiacchierando e giocherellando pigramente col corpo d lei.
Verso sera, andai nella mia camera a farmi una doccia e cambiarmi, come fecero anche loro, per poi vederci a cena.

I miei sensi erano stati svegliati dal torpore, grazie al fortunato incontro, per cui mi sedetti ad un tavolo dando le spalle alla parete vetrata, in modo da poter tener d’occhio tutta la sala da pranzo, pur continuando a conversare amabilmente con loro.
Il mio rispetto per la loro privacy, subiva gravi affronti dall’atteggiamento servile di Gino, nei miei confronti, ma decisi che se andava bene a lui/loro, non vedevo perché dovevo pormi io il problema.
Rastrellando la sala col mio sguardo c(l)inico, ad un certo punto la mia attenzione cadde su una donna, non giovane, snella, bionda e con un’espressione altera.
Intuii, nel suo sguardo severo, un certo autoritarismo e, mi sembrò anche una certa propensione nei confronti delle donne.
Archiviai in un angolo della mente le informazioni e finimmo di cenare, andammo a prendere il caffè e poi decisi di ritirarmi in camera, a riposare dopo quella intensa e stancante giornata, lasciandoli liberi di organizzarsi la serata come volevano, probabilmente assistendo ad uno spettacolo nel piccolo teatro del villaggio.

La mattina, ci incontrammo a colazione, quasi al limite dell’ora di servizio.
Dopo, decidemmo di andare in spiaggia e mi seguirono nel mio angolino riparato, il più lontano possibile da eventuali seccature.
Mentre raggiungevamo i lettini, vidi la bionda della sera prima: era sdraiata supina su un lettino, con gli occhi coperti da quei piccoli occhialini opachi da fan dell’abbronzatura, in monokini (seno guardabilissimo, per una over cinquanta!), con gambe e braccia allargate, tipica postura autoptica da fanatico dell’abbronzatura.
Accanto a lei, un’altra donna, forse ancora più anziana, più bassa e rotonda e con un seno -nudo, anche il suo- pieno, decisamente… suggestivo.
Vicino a questa poi, un tizio, probabilmente suo marito, che sembrava decisamente a traino delle due, il classico anzianotto, grassotto, col riporto.
Non sentii le parole tra le due donne, ma il ritmo ed il tono della conversazione fece suonare un campanellino, nella mia mente e, sorridendo tra me, cominciai ad abbozzare un piano.
Arrivati ai lettini, sistemai il mio in modo da poterle tenere d’occhio e dopo un po’ ebbi la netta impressione che il mio istinto avesse colpito ancora.
Il mio piano si era, a grandi linee, delineato e perciò spiegai a Lorella cosa volevo che lei facesse, quando le avessi dato il via.
Lei si schernì, disse che non ne era capace, che non se la sentiva ed allora arrivai a minacciarla, per assicurarmi che avrebbe seguito il mio progetto.
Dopo un’oretta, finalmente vidi il marito della rotondetta alzarsi, prendere le sue carabattole e lasciare le due donne sui lettini, diretto probabilmente alla piscina ombreggiata da alte palme.
Dissi a Gino di rendersi invisibile, feci alzare Lorella in topless per andare verso di loro ed io la seguii a cinque passi di distanza.
Arrivata all’altezza della bionda, come da mie precise istruzioni, fece finta di inciampare e cadde sulla gamba di lei.
Subito si mise inginocchiata sulla sabbia e cominciò a piagnucolare che era stata sbadata, di perdonarla, che non lo aveva fatto apposta, che non voleva disturbarle e, per dare maggior risalto alla sua parte di dolente, comincio a baciare il piede della bionda, osservata con stupito piacere dalle due donne.
Nel frattempo arrivai io: «Sei davvero una stupida troia, Lorella, a disturbare la gente perbene; meriteresti di essere punita duramente, per la tua sbadataggine.

Adesso andremo dietro quella duna (che formava il confine meridionale della spiaggia del resort col…resto del mondo) ti punirò in maniera molto umiliante, se la signora si accontenterà di questo… risarcimento»
Vidi gli occhi della bionda brillare di interessata malizia e continuai, sempre a voce con un tono da poter essere udita chiaramente solo dal nostro quartetto. «Sempre che la signora non voglia essere lei stessa a punirti!» Vidi balenare un sorriso crudele sulle sue labbra, mentre Lorella continuava a piagnucolare.
Notai che anche la bruna rotondetta era intrigata, dalla faccenda, quando mi chiese: «Ma perché proprio là dietro?»
«Perché, signora, quello è un posto perfetto per punire duramente una stupida troia come Lorella, potendola umiliare senza che nessuno veda»
Guardai la bionda: «Signora, ha delle preferenze, sulla punizione di questa stupida?
O, forse, vorrebbe anche assistere? O, anche, comminarle lei stessa la punizione che ritiene più giusta?»
Vidi un sorriso emergere lentamente sulle sue labbra anche se, quando se ne rese conto, lo dissimulò con un’espressione da sfinge.
Insistetti: «Signora, se vuole… -omisi d chiarire quale opzione- …può venire con me e questa stupida sgualdrina… e magari, può venire con la sua amica… Almeno potrete vedere quanto severamente potrei punirla… sempre che non vogliate farlo voi stesse!» Sorrisi.
Loro fecero due algidi sorrisi di degnazione, poi scambiarono un rapidissimo sguardo e si alzarono insieme, venendo verso di noi.
Così ci incamminando tutti e quattro ed improvvisamente venni assalito dal panico: fin lì tutto bene, ma arrivati dietro la duna… cosa caspita avrei potuto fare, di umiliante e punitivo, a Lorella?
Sì, ero contento che reazione delle due fosse quella che avevo immaginato, ma man mano che il crinale della duna si avvicinava… beh, mi sentivo come se avessi un calzoncino di lana, con il filo impigliato che si sfilava, passo dopo passo, fino a rimanere nudo.
Arrivati sul crinale, mi fermai e si fermarono quindi anche gli altri; i miei occhi, disperati, percorsero l’avvallamento in fondo tra quella duna e la successiva quando… quando vidi una buca; registrai in fondo al cervello l’informazione e continuai a… Fermi tutti!!!
Riguardai la buca… cominciai a sorridere: mi venne in mente un giornaletto porno danese, che avevo comprato verso i vent’anni e che aveva fatto volare a lungo la mia… fantasia (stavo per scrivere: mano!)
Una ragazza veniva assalita da tre tizi, che la seppellivano in una buca nella sabbia (come quella!), con solo la testa fuori e poi la obbligavano a spompinarli.
La buca, a occhio, aveva la dimensione giusta per ospitare Lorella, se si fosse inginocchiata sul fondo… Ero salvo!
Feci togliere lo slippino nero alla mia sweet (manovra seguita con malcelato interesse dalle due) e la feci inginocchiare nella buca; li accanto c’era un pezzo di tavola con avvolto intorno un pezzetto di cavo elettrico, col quale decisi di legare i polsi della penitente dietro la schiena, prima di seppellirla fino al collo usando la tavola a mo’ di pala.
Le due donne stavano ad un metro da me e parlottavano tra loro, mentre io spalavo energicamente la sabbia finissima.
Alla fine, la donna si trovò seppellita fino al collo ed io decisi -tocco di classe!- di bendarla usando il suo costumino.
Mi volsi verso le donne e sorrisi: «Visto che ha usato la bocca, per cominciare a scusarsi, ho capito che sarà proprio con quella, che sconterà le sue colpe
Volete che proceda io, o preferite procedere voi, a punirla?»
La bruna mi guardò incuriosita, ma con un’ombra di divertita consapevolezza nello sguardo: «E come conteresti di punirla, adesso che è messa così?»
Feci un incerto sorriso: «Beh… pensavo di obbligarla ad una seduta di sesso orale… Se volete, lo praticherà a me e voi assisterete, altrimenti, se lo preferite… beh… vi assicuro che la sua bocca è molto abile!»
Vidi che i capezzoli delle due si stavano inturgidendo.
«Ovviamente, se decidete di punirla voi, io me ne andrò e vi lascerò sole, per non disturbarvi…»

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