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Ero in piedi al lato del letto. Di solito mio fratello dormiva su un fianco, stranamente ora dormiva supino, un segno del destino evidentemente, eheheh. Lentamente tirai via le lenzuola per scoprire che non aveva nessuna erezione, ancora. Tutto normale, ma il cuore iniziò a battere in modo forsennato, quindi allungai la mano e sentii il suo cazzo ancora a riposo attraverso la stoffa dei suoi boxer. Anche così sembrava molto grande. Lo accarezzai per un po’, come se quel movimento mi avrebbe potuto infondere coraggio. Lo carezzai per un minuto più o meno, poi presi l’elastico dei boxer e……

…e li abbassai lentamente; tanto lentamente che ci misi quasi un minuto per terminare quella semplice quanto complessa azione. Quando i boxer non erano più di intralcio per il mio piano, il suo cazzo era in bella vista, ancora a riposo, ma adagiato su un lato. Avvicinai il viso al suo pene e ne respirai l’odore. Era inebriante, così intenso che la testa prese a girarmi per qualche secondo. Lo presi in mano delicatamente e lo sollevai per tenerlo in posizione eretta. Di tanto in tanto scrutavo il viso di mio fratello per controllare che non si svegliasse, anche se in fondo in fondo, lo speravo. Speravo che svegliandosi, vedesse la testa di sua sorella che lo spompinava per bene. Sognavo che allungasse le sue mani per appoggiarle ai lati dalla mia testa per accompagnarne il movimento che lo avrebbe portato all’orgasmo più assurdo della sua, della nostra vita. Sognavo questo mentre la mia mano iniziava a segarlo lentamente, mentre la mia testa si abbassava sempre più, avvicinandosi al suo sesso che stava diventando ogni minuto più duro e grande. Scoprii il glande quando le mie labbra erano ad un centimetro da lui. Chiusi gli occhi, tirai fuori la lingua e leccai, tremante, il suo frenulo. E lo leccai ancora, e ancora, finché non trovai il coraggio di muovere la lingua ed iniziare a leccare il resto. Partii dal basso, leccando lo scroto e salendo fino alla punta. Poi leccai di lato, mi spostai con la testa per arrivare meglio dappertutto. Leccai il glande completamente, adoravo il suo odore. Non era il primo cazzo che leccavo, era il secondo in realtà, anche se la prima volta era stata velocissima e non mi era particolarmente piaciuto, ma non è il momento giusto per raccontarvelo. Vi basti sapere, che questo momento intimo con mio fratello lo avrei considerato il mio primo rapporto orale, non c’era dubbio che lo fosse, tanto era intenso e inebriante l’amore che provavo per lui e il suo sesso in quel momento.

Senza essermene resa conto, ero salita sul letto, in ginocchio fra le sue gambe, china sul suo cazzo durissimo. Divaricai un poco le gambe e feci spazio alla mia mano. Iniziai a masturbarmi direttamente dentro le mutandine e quando l’eccitazione arrivò ai livelli che adoravo e preferivo, aprii completamente la bocca e accolsi il suo cazzo il più che potevo. Dio santo quando era grande, ma ci riuscii. Le mie dita correvano sul clitoride a velocità assurda, portandomi all’orgasmo in pochissimi secondi. Quando stavo ormai venendo tirai fuori il cazzo dalla mia bocca e con la lingua continuai e leccarlo sul frenulo senza però smettere di segarlo. L’orgasmo mi colpì violentemente. Irrigidii la schiena mentre riprendevo in bocca il suo cazzo, lo sentivo pulsare, stava per venire anche lui. Le contrazioni erano fortissime e sentii i miei umori bagnarmi mano, mutandine e pantaloni del pigiama. Mi lasciai andare all’orgasmo infilandomi due dita dentro, ma proprio in quell’istante mio fratello sborrò con tutta la sua forza. Mio fratello mi stava sborrando in bocca mentre io stavo avendo un orgasmo. Era questa la frase che mi stavo ripetendo dentro la testa quando sentii il suo primo fiotto caldo scendermi in gola. Non avevo mai provato il sapore dello sperma, ma in quel momento non aveva importanza perché l’istinto mi portava a cercare di non sprecarne nemmeno una goccia. Serrai le labbra intorno al suo cazzo e sentii il secondo schizzo riempirmi la bocca, poi un terzo e un quarto. Sentire il suo sperma in bocca mi fece venire di nuovo, grazie anche alle mie dita che dentro di me stavano impazzendo, si muovevano velocissime. Venni ancora più forte di prima, come quella mattina, due orgasmi consecutivi, ma questa volta avevo il cazzo di mio fratello in bocca. Continuai a segarlo regolando il ritmo delle spinte a quello degli schizzi. Lo sperma era troppo, stava ancora schizzando e non riuscii più a trattenerlo. Ingoiai tutto e allontanai leggermente le labbra dal suo glande, ma proprio nel momento che il mio labbro superiore accarezzò il suo buchino e lo lasciò libero, un altro schizzo mi inondò il viso. Tutto questo mentre gli spasmi del secondo orgasmo mi stavano travolgendo e infatti ansimai tantissimo mentre sentivo il suo sperma venirmi in faccia. Stavo tremando come una pazza mentre la mia lingua raggiungeva il suo frenulo nella speranza che continuasse a schizzarmi in faccia. Sentivo la sua sborra caldissima in viso e in bocca. Un altro schizzo, e un altro ancora, mio Dio non smetteva più, come l’altra sera. Ne avevo ingoiata tantissima e tantissima ne avevo sulla mano, in faccia e in bocca. Aveva una consistenza strana, era liquida, ma anche molto densa, mi piaceva da morire. Anche il sapore, ora che me la stavo gustando, devo dire che mi piaceva. È difficile descriverlo, ma era un sapore forte, dolce, salato, e mille altre cose tutte insieme. Quando Luca esaurì tutto il suo carburante, mi tirai su per guardare la scena dall’alto. Ero di nuovo in piedi al lato del letto. Luca dormiva beato, ma com’era possibile? In qualche video porno avevo visto scene simili, ma erano chiaramente cazzate. Nella realtà si sarebbe dovuto svegliare, com’era possibile tutto ciò?

Sentivo i miei umori colarmi fra le cosce, ma a colarmi dal viso fino al collo e ai seni, era lo sperma di mio fratello. Lo sentivo scendere inesorabile fra i seni, mentre con la lingua stavo leccando le dita della mano ancora coperte di lui. Avevo avuto il timore, come tutte credo, che non mi sarebbe piaciuto il sapore dello sperma, ma invece lo adorai. Ero ubriaca e ne volevo ancora. Pensare che ne avevo in tutto il corpo e anche dentro di me dopo averne ingoiato tantissimo, mi eccitò da morire. Mentre mi ripulivo la mano con la lingua, l’altra mano tornò fra le mie gambe e presi a massaggiarmi di nuovo il clitoride. Venni in meno di un minuto, tanta era l’eccitazione che mi provocava il suo sapore su di me.

Mi sfilai la maglietta del pigiama e rimasi a seno nudo. I capezzoli erano di marmo. Avevo le dita bagnatissime dei miei umori, li assaggiai con la lingua. Mmmm, buone, ma mai come il sapore di mio fratello. Passai le dita umide sul capezzolo destro, che diventò ancora più duro, poi spostai le dita fra i seni, dove lo sperma di Luca stava scendendo verso la pancia. Bagnai le dita di seme e tornai sul capezzolo, per giocarci ancora un po’. Stavo impazzendo, avevo voglia di venire di nuovo, ma che mi stava prendendo? Mai le mie voglie avevano raggiunto tali vette, e mai avrei pensato che queste stesse vette le avrei condivise con mio fratello addormentato. Mi sentivo eccitata ma anche all’improvviso impaurita. Un senso di vergogna si impossessò di me, mentre ero lì, seni al vento, tutta ricoperta di sperma di mio fratello, dopo averlo masturbato ed essere venuta tre volte. L’eccitazione svanì lasciando posto al senso di colpa. Ma che stavo facendo?

Feci un paio di passi all’indietro non staccando gli occhi da Luca ancora addormentato, poi mi voltai e mi diressi alla porta per andare in bagno. Girai la maniglia e aprii. C’era la luce accesa in corridoio. Il sangue mi si gelò nelle vene. Mia madre era in piedi, al centro del corridoio con le braccia conserte, come se mi aspettasse da un’ora. “Ti avevo detto di stare attenta e tu poche ore dopo cosa fai? Masturbi tuo fratello? Tuo fratello!!” disse prima sottovoce poi alzando gradualmente il tono sul finale. “Non urlare mamma o svegli Luca e papà, ti prego, fammi andare in bagno poi parliamo, ti prego mamma” risposi quasi con le lacrime agli occhi. Mi sentivo una merda. La risposta di mamma fu un pugno nello stomaco “Tranquilla, non si sveglieranno, questo te lo posso garantire”. Gelo, circa -20 gradi centigradi. Poi continuò dicendomi “A cena ho messo nei loro bicchieri qualche goccia del sonnifero che usavo quando facevo i turni”. Lo so che potrebbe sembrare una scena da film horror, ma vi assicuro che non lo era. Mamma stava sorridendo, come se fosse divertita, ma non in modo inquietante, ma dolce. Mi guardava con dolcezza ora, nient’altro. Però la sorpresa era stata troppo grande e improvvisa, quindi la mia reazione fu molto confusionale. Non riuscivo a proferire parola, ma mille pensieri mi stavano sfrecciando per la mente. Poi riuscii a dire “Li hai drogati? Ma sei matta? Ma che cazzo stai dicendo mamma? E poi perché soltanto loro? Perché non hai messo le gocce anche a me? Perché mi hai……”. Ero partita a razzo e avrei continuato per una mezz’ora se mamma non mi avesse interrotta ponendomi un dito sulle labbra e aggiungendo un “Shhhh piccola, tranquilla, tranquilla”. Il dito di mamma era sulle mie labbra e pensai subito che era pericolosamente vicino allo sperma di suo mio fratello, di suo figlio, che avevo in faccia. Poi mi ricordai di non indossare la maglia e d’istinto portai le mani ai seni per coprirmi. “Ah, adesso ti vergogni? Fino a pochi minuti fa stavi facendo un pompino a tuo fratello e ti facevi venire in bocca, mentre ora ti vergogni? Eddai cucciola, con me puoi stare tranquilla, davvero. Mi hai chiesto perché non ho messo le gocce anche a te; ma è ovvio no?! Non ero in corridoio perché volevo spiarti, ero in corridoio perché stavo venendo a trovarti, per giocare di nuovo insieme.” Un brivido mi percorse tutta la schiena mentre cercavo di riconnettere le sinapsi. “Giocare?” sussurrai tremante. “Si, giocare, coccolarci, stare insieme” disse abbassando lo sguardo, come se si vergognasse un po’, temendo forse di apparire infantile. Mi diede qualche secondo per ricomporre i pensieri che avevo in testa e realizzai che mamma era frustrata dalla situazione del lockdown sommata al fatto che ormai da un po’ con papà non si “coccolavano” più. Lo sapevo, lo avevo capito, ma non pensavo che a mamma pesasse così tanto. Ora mi sentivo quasi in colpa, per non averla compresa prima. La immaginavo sola, con i suoi pensieri, senza che si potesse sfogare con nessuno. Ma ora c’ero io, la sua piccolina, che poteva riempire di nuovo il suo cuore grande. “Ti abbraccerei adesso, lo sai mamma? Però sono un casino e dovrei prim…” senza lasciarmi finire, mamma mi abbracciò e mi strinse forte a lei. Io d’istinto feci un po’ di resistenza, non perché non volessi abbracciarla, ma perché avevo sperma dappertutto e non volevo schifirla. Ma lei non sembrava badarci, anzi, mi stringeva fortissimo. Tolsi le mani dai miei seni e li portai intorno ai suoi fianchi e poi dietro la schiena. Il mio viso era premuto sul suo collo e sentivo lo sperma di Luca entrare in contatto con la sua pelle e il suo pigiama. Poi, come se fosse tutto già prestabilito, come se il destino ci stesse guidando, i nostri volti rimasero a pochi centimetri di distanza, quello di mamma bello come il sole, con quel leggero sorriso che tanto adoravo, di fronte al mio, bello come il suo spero, ma ricoperto ancora di sperma. Vedevo gli occhi di mamma percorrere il mio viso fino a scendere sui seni. “Te l’avevo detto mamma che sono un casino” sussurrai quasi con vergogna. “Ma quale casino cucciola, sei stupenda, anche se tuo fratello ti ha veramente inondata! Non credo abbia preso da suo padre” rispose avvicinandosi a me, sempre di più, lentamente, inesorabilmente, alla fine le nostre labbra di incontrarono.

Iniziammo con tanti piccoli baci sulle labbra e fra quei baci di tanto in tanto mamma sussurrava “Ti amo tantissimo piccolina”. Quelle parole mi fecero prendere fuoco dentro. “Anch’io mamma, ti amo da morire, ti amo ti amo ti amo mamma!” sussurrai mentre mamma iniziava a morsicarmi dolcemente le labbra. Tirai fuori la lingua d’istinto cercando la sua. La trovai subito e le nostre lingue danzarono per un po’ fra loro, fuori dalle labbra per poi scomparire dentro le nostre bocche serrate. Le mie mani erano ancora sulla sua schiena così le mossi facendole scendere sul suo sedere e lo palpeggiai come i ragazzi amano fare a noi ragazze non appena li baciamo. Poi le mie mani salirono entrando sotto la maglia del pigiama. Le accarezzai la schiena, le spalle, per tornare poi sulla schiena e i fianchi. Sempre rimanendo sotto la maglia, feci correre le mani sulla sua pancia, piattissima nonostante l’età, perfetta. Sentii i suoi muscoli addominali contrarsi al contatto con le mie dita. Mamma ansimò nella mia bocca e capii che le piaceva. Le mie mani salirono lentamente, quasi con timore, quando finalmente sentii i suoi seni. I suoi bei seni ancora sodi, forse leggermente calati, ma comunque perfetti secondo me. Li presi in mano entrambi e li strinsi fra le dita sentendo i suoi capezzoli sui miei palmi diventare di marmo. Mamma si bloccò e staccò la bocca da me tirando fuori la lingua ed emettendo un gemito di piacere. Velocissima mi sporsi in avanti e raggiunsi la punta della sua lingua e la presi in bocca e gliela succhiai delicatamente per poi leccarla piano; tutto questo mentre le mie mani si staccarono dai suoi seni per tirarle su la maglia. Gliela portai sopra i suoi seni per poterli ammirare finalmente in tutto il loro splendore. Con le dita iniziai a torturarle il capezzolo sinistro, mentre, dopo aver interrotto il bacio, scesi con le labbra baciandole il collo, dandole piccoli morsi di tanto in tanto alternati a piccole leccatine, finché, infine, raggiunsi il suo capezzolo destro. La mia lingua uscì dalle mie labbra tremante, finché il contatto con il suo capezzolo le provocò uno spasmo incredibile che la fece tremare di piacere. Allora presi coraggio e dopo averlo leccato un pochino, aprii le labbra e accolsi in bocca il suo capezzolo. Iniziai a succhiarlo dolcemente, per poi applicare più forza, tirandolo anche con i denti per poi succhiarlo di nuovo. Intanto l’altro capezzolo era vittima delle mie dita vogliose. Stava ansimando come una di quelle attrici porno. Sentirla così mi face eccitare come mai in vita mia. E pensare che masturbare mio fratello credevo mi avesse fatto toccare il cielo con un dito. In confronto a quello che stavo facendo con mamma, quello fatto con Luca sembrava un semplice bacio infantile. Credevo che quello fosse il paradiso, poter succhiare i seni di mia madre, per poi tornare a baciarla assaporando la sua lingua sulla mia, tornando infine ai suoi seni così generosi e vogliosi.

Ad un certo punto mi resi conto che anche le mani di mamma si erano spostate suoi miei seni. Non sapevo di preciso quando era successo, ero talmente concentrata sui capezzoli di mamma da non rendermi conto che anche lei stava toccando i miei. Poi mi ricordai della sborra di mio fratello che avevo addosso e capii che mamma l’aveva spalmata tutta sul mio petto. Realizzato questo, i miei capezzoli divennero di titanio e mamma se ne accorse. Così scese lentamente, come avevo fatto io su di lei poco prima, baciandomi il collo, mordendomi, leccandomi, trovando sulla sua strada ancora un po’ di sperma di suo figlio. Non sapevo se l’avrebbe fatto o no, ma mentre stavo pensando a questo, le labbra di mamma si posarono al centro dei miei seni ed iniziò a leccare tutto lo sperma che ancora avevo addosso. A mano a mano che mamma assaggiava suo figlio sul petto di sua figlia, diventava sempre più veloce, quasi impazzita, ma comunque guidata da amore e passione genuini. Tornò sul mio viso e aprendo la bocca, vidi chiaramente una sostanza biancastra sulla sua lingua e dentro la bocca, non aveva ingoiato niente e me la offrì. Mentre le nostre bocche si serrarono in un bacio pieno di mio fratello, suo figlio, la mia mano scese quasi con volontà propria, verso il basso ventre di mamma. Si fece strada lentamente sentendo ad un certo punto, l’elastico dei suoi slip. Intanto sentivo i suoi gemiti soffocare nella mia bocca, mentre il sapore di sborra era ancora fortissimo e buonissimo fra noi. Infilai la mano dentro i suoi slip e sentii i suoi peli pubici, duri, non lunghi, ben curati, accarezzarmi le dita. Continuai a scendere mentre mamma d’istinto divaricò leggermente le gambe, come per invitarmi a continuare. Quando le mie dita sfiorarono il suo clitoride per la prima volta, mamma ebbe uno spasmo fortissimo e staccando le sue labbra dalle mie si fece scappare un gemito davvero rumoroso. “Ti prego amore, non smettere, non smettere, non smettere…” disse sempre più debolmente, sussurrandolo in fine. Mai e poi mai avrei smesso ora, mentre le mie dita erano sul suo clitoride duro e bagnato. Aveva la lingua fuori dalle labbra e gli occhi chiusi con la testa leggermente rivolta in alto. Stava aspettando che la facessi godere. Vedendo questa immagine così celestiale, non potei resistere. “Mamma…sei bagnatissima” le sussurrai. Poi le mie labbra tornarono sul suo capezzolo mentre le mie dita iniziarono a giocare con il suo clitoride. Iniziai con movimenti lenti e laterali, premendo di più e accelerando di tanto in tanto. Mamma con una mano mi teneva la testa premuta sul suo seno destro e con l’altra si stringeva il seno sinistro. Poi abbassò la testa e spinse il seno sinistro verso le sue labbra e iniziò a leccarsi il capezzolo mentre io le succhiavo l’altro e intanto il mio primo dito entrava dentro di lei. Vedere mamma che si leccava da sola un capezzolo mentre io le succhiavo l’altro, mi diede una scossa ulteriore. Con la mano sinistra presi la mano di mamma che mi teneva ancora la testa e la guidai in basso, sempre più in basso, verso il mio inguine. “Ti va di venire insieme, mamma?” le dissi quando la sua mano era sulla mia figa. Non riuscì a rispondere a parole, ma un leggero movimento della sua testa mi face intuire che stava annuendo. Le sue gambe iniziarono a tremare incredibilmente, stava già per venire. Infilai un secondo dito e iniziai a masturbarla ancora più veloce. Muovevo le due dita dentro di lei spingendole verso la pancia, ad uncino, come piace tanto a me quando lo faccio da sola. Le ginocchia di mamma cedettero e con la schiena appoggiata al muro, si fece scivolare fino a rimanere seduta a terra, con le gambe divaricate e la mia mano ancora fra le sue cosce, con le dita che non si erano mai fermate. Mi ero inginocchiata al suo fianco, per accompagnare il suo movimento verso terra. In pochi secondi avevo la sua coscia destra fra le mie gambe e la sentivo premere sulla mia figa. Iniziai a muovermi sulla sua coscia, velocissima, allo stesso ritmo delle mie dita dentro di lei. Già soltanto guardare mamma in quella situazione mi avrebbe fatta venire in un attimo, sentirla ansimare così tanto mentre il mio bacino danzava sulla sua coscia, mi fece raggiungere l’orgasmo in pochissimi secondi. Le mie dita dentro di lei erano tre, ora, e le spingevo ancora ad uncino, ma questa volta il palmo della mia mano stava strusciando con forza sul suo clitoride durissimo. Più applicavo forza sul suo clitoride e più spingevo con la mia figa sulla sua gamba. “Mamma, sto venendo….caaaazzoooohhhhh” dissi fra le contrazioni addominali. Tirai fuori la lingua, come faccio quasi sempre quando arrivo all’orgasmo e sentii mamma trattenere il respiro mentre le sue pareti vaginali si stringevano intorno alle mie dita. Le tirai fuori fulmineamente bagnatissime e continuai a masturbarle il clitoride mentre venivamo contemporaneamente. Si voltò verso di me tirando fuori la lingua, esattamente come avevo fatto io pochi secondi prima. Forse anche lei aveva la mia stessa abitudine. Le nostre lingue si toccarono e ci baciammo mentre i miei umori inondavano la sua coscia e i suoi colavano sulla mia mano e sul pavimento.

Continuammo a baciarci per diversi minuti, aspettando che le contrazioni dei nostri orgasmi scemassero facendo tornare i nostri respiri regolari. Mamma mi accarezzava i capelli; sentivo le sue dita carezzarmi la testa fra i capelli e questo mi rilassava da morire. Lo faceva spesso quando eravamo vicine, magari guardando un film, ma adesso aveva un significato nuovo, intenso, sensuale. Io ero ancora in ginocchio con il mio sesso sulla sua coscia. Le mie mutandine e i pantaloni del pigiama erano completamente bagnati, così come i pantaloni del pigiama di mamma. Anche il mio ginocchio destro era bagnato dagli umori che mamma avevo schizzato a terra. Eravamo sudate e bagnate, ma così felici! “Abbiamo fatto un bel casino eh” disse mamma sorridendo. Io mi misi a ridere e affondai la testa sul suo collo sudato. L’abbracciai ridendo, ridendo di cuore e così iniziò a ridere anche mamma che dopo un po’ iniziò a baciarmi la testa e ad aggiustarmi i capelli incasinati. “Non l’avevo mai fatto con un’altra ragazza” le confessai. Mamma sorrise e mi baciò dolcemente sulle labbra. “Veramente non l’ho mai fatto, in generale” dissi, ma questa volta quasi sottovoce e abbassando lo sguardo. “Dici davvero amore?” rispose. “Si mamma, dico davvero” replicai. Lei mi abbracciò stretta stretta inspirando profondamente il nostro odore. “Non sai che sollievo mi stai dando piccolina. Avevo una paura matta che la tua prima volta potesse capitare con un idiota della tua età. Oggi mi sembrano tutti idioti i ragazzini della tua età!”. Io sorrisi, poi le dissi “Beh, direi che sul fatto che sono tutti idioti non posso che essere d’accordo con te” e ricominciai a ridere. Poi continuai “Ho avuto un paio di occasioni per perdere la verginità, ma non ho avuto il coraggio di fare quel passo. In realtà soltanto una volta ci sono andata vicino, ma non ci sono riuscita e ci siamo fermati…ehm…beh…prima…” arrossii. “Capito cucciola, capito. Non c’è bisogno di descrivermi tutto. Quando ti andrà, potrai raccontarmi tutto quello che ti senti di dirmi. Io ci sono sempre per te, capito?” e mi baciò di nuovo. Questa volta le nostre labbra si schiusero e le nostre lingue si accarezzarono ancora una volta. Fu breve ma infinitamente dolce e romantico. Credo il bacio più bello della mia vita. “Ti amo mamma, adesso ancora di più, lo sai? Ti amo infinito!”. Mamma sorrise accarezzandomi le labbra con il pollice. D’istinto tirai fuori la lingua e leccai il suo dito mentre la guardavo arrossire. “Ti amo tanto anche io amore, non sai quanto. Senza di te in questa casa sarai senza anima. Grazie di essere la figlia perfetta che sei, adesso ancora di più” disse questo mentre tornava a baciarmi.

Dopo qualche minuto di coccole silenziose, aggiunse “Per quanto riguarda tu e tuo fratello invece? Di questo dovrai raccontarmi tutto, adesso!”. Era serissima.

Ci alzammo e andammo in bagno per farci una doccia. Le raccontai tutto, nei minimi dettagli; dopodiché, sotto la doccia, facemmo l’amore ancora una volta.

To be continued…

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2 Comments

  • Fabio Pirandello Fabio Pirandello ha detto:

    Ciao Lady_Lothlorien,
    credo oggettivamente che questo sia uno dei migliori racconti che abbia mai letto su questa piattaforma e su molte altre, la scrittura, le descrizioni iniziali non pornografiche(vedi capito 2), la delicatezza e la passione descritta, i pretesti narrativi, e le parole scelte, tutto è parte integrante di un racconto che può diventare molto di più. Grazie per questo racconto, davvero.
    Non vedo l’ora di leggere il quarto capitolo, mi sono fatto un’idea sulla continuazione….chissà.

    Mi piacerebbe tanto confrontarmi con te in una sorta di carteggio, se ti va ti lascio la mia mail: fabiopirandello@gmail.com
    Fabio

  • Gino Esposito Gino Esposito ha detto:

    leggendo questo racconto il cazzo è diventato durissimo è questo penso sia la prova che sei stata molto brava a raccontare, complimenti

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