Mi trovo in una stanza confortevole ma veramente singolare: uno spesso tappeto bianco ricopre il pavimento, mentre le pareti sono rivestite di armadi, tutti uguali, di legno scuro.
Il mio abbigliamento è il solito, quello che uso per andare al lavoro: jeans, camicia, maglione, stivalidi cuoio; la criniera ” leonina” è praticamente scomparsa, i capelli costretti in un fermaglio che li tira all’indietro, lasciando scoperto il viso.
Mi guardo intorno, incerta, quando si apre una porta e la voce della mia amica Giulia, che non vedo da molto tempo, mi fa trasalire:
-Benvenuta, Fede, ti stavamo aspettando’-
Mi volto e la guardo: è bellissima, come al solito, così bionda, la pelle dorata, e un vestito settecentesco che mi lascia senza parole: gonna larga e fluttuante rossa, ciabattine con i tacchi a spillo, corsetto allacciato sul davanti che lascia scoperti i seni, le cui punte,dipinte di rosso, risaltano sul nero del bustino; il mio sguardo vi indugia , nel ricordo di quanto erano stati dolci, quei capezzoli, sotto le carezze della mia lingua.
-Sei splendida, amica mia- le dico e lei risponde:
-Anche tu, e ancor più lo sarai tra poco, fidati, finalmente ti ho ritrovato-
Mi accompagna in un’altra stanza, qui l’atmosfera è diversa: carta da parati con tulipani color malva, mobil i laccati dai tenui colori, fiori nei vasi, orchidee bianche, le mie preferite, luci profuse; Giulia comincia a spogliarmi, lentamente; faccio per sbottonarmi la camicia da sola, ma lei non vuole:
-Ora sono al tuo servizio- mormora.
Resto in slip e reggiseno, mi sfila anche quelli, indugiando con la mano prima nella fessura, poi carezzandomi i capezzoli, per finire col mettermi in bocca le dita che sanno di me, perché io assapori il mio stesso umore; ci guardiamo e tutte e due abbiamo voglia di farci l’amore lì, su quel letto ricoperto di raso; ma so che questo, per ora non è possibile, così accetto che mi dipinga di rosso cupo le punte dei seni e le labbra del sesso, che mi profumi generosamente il collo, il solco tra le natiche, le ascelle, il grembo e le cosce.
Poi inizia la vestizione, anche io indosso la stessa sua gonna, ma di colore verde, al di sopra mi viene applicato il corsetto allacciato strettamente, da cui fuoriescono i seni generosi, ai piedi ciabattine rosse con il tacco altissimo, niente biancheria intima
Quindi Giulia mi fa accomodare davanti a uno specchio, mi scioglie i capelli, che, finalmente liberi, si allargano sulle spalle e intorno al viso, mi disegna le labbra di rosso brillante, mentre gli occhi , sfumati di ombretto verde, vengono allungati e incupiti con il kajal, alle orecchie due preziosi cerchi di brillanti.
-Giulia, ma che succede, ora?- domando io, mentre una strana eccitazione si sta impadronendo di me
-Chi c’è in questa casa, oltre a noi due?-
-Aspetta e vedrai, ora seguimi-
Cercando di mantenermi in equilibrio sui tacchi a spillo, mi incammino dietro di lei, fino ad arrivare ad una grande cucina, dove l’odore di cibo mi fa quasi svenire dalla fame: più che odore è profumo, un misto di aromi vari, tutti deliziosi.
Mentre guardo intorno affamata, la mia amica mi mette in mano un grande piatto di frutta tropicale dagli splendidi colori e mi chiede di seguirla.
-Ora conoscerai i tuoi ospiti- dice.
Apre una porta e mi trovo in una piccola sala, dove arde un grande camino, ci sono candele accese dappertutto; vicino al fuoco un tavolo, con due commensali: due uomini, uno più vecchio, (ha dei fili grigi nei capelli e qualche ruga intorno alla bocca),l’altro decisamente giovane; tutti e due hanno una maschera, che copre loro la parte superiore del viso; d’ora in avanti chiamerò il primo”U omo” il secondo”R agazzo” perché non mi è dato conoscere i loro nomi; sono seduti l’uno di fronte all’altro, con davanti vassoi pieni di cose squisite, carni , verdure, pesce, frutta. Vini rossi e bianchi finiscono di rallegrare la mensa.
Io mi fermo a una certa distanza, bloccata dalla mano di Giulia; resto lì, con il mio piatto in mano, fissando i due commensali; anche loro interrompono la conversazione e mi fissano, finché l’Uomo mi fa cenno di avvicinarmi:
-Posa il piatto, Fede, fatti guardare, sei splendida, tette fantastiche, che ne dici amico mio? davvero quello che ci voleva per dessert, hai fame, piccola?-
-Si-
-Tranquilla, tra poco mangerai tutto quello che vuoi-
Così dicendo mi infila la mano sotto la gonna, e con delicatezza mi accarezza con sapienza tra le cosce, prima di introdurmi due dita dentro: io chiudo gli occhi e sospiro: estrae le dita , le odora, mormorando:
-Sei già bagnata, e sai di mare-
Poi mi fa girare e piegare in avanti sul tavolo, in modo da avere il mio sedere davanti agli occhi; solleva la gonna e comincia a leccarmi e baciarmi le natiche e il solco tra di esse e il piacere mi sale dentro, come una lenta marea; il mio seno è li, esposto sul tavolo, tra carne , frutta, vino, di fronte al Ragazzo, che si protende in avanti, come per toccarlo: è irrigidito dal desiderio e io, più lo guardo negli occhi più mi eccito, mentre l’Uomo continua a darsi da fare, leccando con ingordigia.
E’ allora che noto di fronte a me, dietro un vassoio di pane, una coppa piena di fragole, rosse, carnose e accanto un a ciotola colma di panna: allungo una mano per prendere una fragola, quando sento il membro duro dell’Uomo spingere contro il mio buchetto: mi blocco, con la fragola tra le dita, voglio assaporare il momento in cui mi entrerà dentro, sforzando: grido, quando, con un colpo secco il suo sesso grosso e rigido mi riempie tutta, grido di piacere e dolore; poi inizia a muoversi con forza, con spinte in salendo, affondando le mani tra i miei capelli; io metto in bocca la fragola, guardando fisso il Ragazzo, che è sempre lì, immobile, una mano attaccata al bordo del tavolo , le nocche bianche dalla tensione.
Poi un’altra fragola e…
Ora sento una lingua che mi sta leccando, lappa il clitoride, mi penetra nella fessura e penso “Giulia, è lei” guardo in basso, di lato, e infatti tra le gambe aperte vedo lo splendido viso di Giulia, in mezzo ai ricci neri del mio sesso. Il piacere è quasi insostenibile, mi trattengo a stento sull’orlo del baratro, quando mi accorgo che intorno ai miei fianchi le mani della mia amica e quelle dell’Uomo sono intrecciate.
Intingo con dita tremanti una fragola nella panna, e faccio per portarla alla bocca, quando il Ragazzo si alza, l’erezione nei pantaloni è chiaramente visibile; si avvicina a noi, al nostro intreccio, mi guarda e mi sposta lentamente, verso il lato esterno del tavolo; poi estrae il sesso rigido e lo spalma di panna: io apro la bocca ingorda per succhiarlo avidamente. Ora le spinte dellUomo diventano più forti, il ragazzo spinge nella mia gola fino a soffocarmi e Giulia mormora:
– Che miele, non ti ricordavo così…-
Allora libero la bocca dal bavaglio di carne, per urlare dal piacere, mentre onde violente si scaricano nel mio ventre, talmente forti da provocarmi dolore.
Mentre Giulia succhia avidamente i miei umori, l’Uomo, con un gemito prolungato e un ultimo affondo mi riempie, abbandonandosi sopra di me, mentre io riprendo a succhiare avidamente il Ragazzo, che in fiotti caldi e densi al dolceaspro sapore di panna, fragola e seme mi invade la bocca, con un grido.
Poi ci stacchiamo e io mi appoggio al tavolo, per non cadere.
Giulia si rialza, nuda , gli occhi splendenti, le labbra lucide:
-Ora, signori, porto Fede a fare una doccia, rilassatevi, prima del caffé- mormora e abbracciandomi, mi accompagna alla porta, che richiude dietro di noi.
L’eros del mio sito
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Bhe...è difficile che si ricevi un commento, Questo sito non è tantissimo frequentato da gente attiva :)
Una serie di racconti sempre più eccitanti, alla fine Gianni ha raggiunto il suo scopo
Mi sa che alla prossima Gianni raggiunge l'obbiettivo
Un vero cuck, lei senza problemi gli racconta, d'altronde lui glielo aveva permesso al telefono