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Tale Madre tale Figlia.

By 25 Marzo 2012Dicembre 16th, 2019No Comments

TALE MADRE TALE FIGLIA.

Mi chiamo Laura. Ho 21 anni compiuti. Vivo con mia madre. Voglio essere come lei.
Queste poche parole servono a fare capire meglio cio’ che andro’ a raccontare in seguito.
Mia madre si chiama Simona. Ha 43 anni. Nasce in un piccolo paese della Sicilia rurale e dall’eta’ di 12 anni si trasferisce coi genitori in una metropoli del nord Italia. Il passaggio e’ brusco e difficile ma mia madre, fin da subito, dimostra la sua incredibile capacita’ di adattamento all’ambiente riuscendo a mantenere il calore e la capacita’ di interazione con la gente caratteristiche delle persone del sud con il dinamismo e la competitivita’ necessaria a sopravvivere nel nord metropolitano.
Studia con ottimi risultati fino al conseguimento del diploma di ragioneria. Inizia l’universita’ alla facolta’ di economia e commercio ma dopo due anni interrompe gli studi. Aspetta una bambina che si chiamera’ Laura. Quella saro’ io. Anzi, sono io. I sogni, le aspettative, i progetti di una vita migliore si interrompono per fare posto alla necessita’ di pensare non piu’ solo a se stessa ma soprattutto alla figlia che verra’. Il padre naturale, davanti alle responsabilita’, scappa. Abbandona non solo l’universita’ ma anche Simona, mia madre. A 21 anni deve iniziare ad essere donna.
Si fa aiutare dalla famiglia. Come sempre al suo fianco. Poi ce la fara’ da sola. Come sempre succedera’.

Queste poche righe fanno capire chi e’ Simona e il perche’ non smettero’ mai di ringraziarla per avere accettato di lottare per tenermi con se. Sempre. Anche nei momenti difficili. Ci sono cose, pero’, che mancano a completare la descrizione di mia madre. Com’e’, a parte il carattere forte. E’ sempre stata una bella ragazza, prima e una bella donna, poi. Alta 178 cm per misure importanti. Una quarta abbondante di seno. Un culo che con gli anni si e’ fatto sempre piu’ importante e abbondante nella sua figura. Le origini sicule sono tutte nel colore corvino dei suoi capelli e nella carnagione della sua pelle. I tratti del viso sono marcati al punto di non avere quasi bisogno di truccarsi: le labbra carnose e scure sono quasi prorompenti nel viso di mia madre. ‘Faccia da zoccola’ come, scherzando, ha sempre dichiarato lei stessa. Intendeva dire che il fisico prorompente e il viso dai tratti marcati non la facevano certo passare inosservata. Anzi. Il tutto associato ad una sfrontatezza e ad una liberta’ di modi assolutamente unica.

Il sesso non e’ mai stato un Tabu’. Tantomeno un problema. Ma neppure un’ossessione. Il sesso, per mia madre, e’ sempre stato gioia di vivere. Gioia di godere del piacere che dava a se stessa e ai suoi partners. Sesso inteso con naturalezza. ‘E’ una cosa del tutto naturale’. Questa frase l’ho sentita ripetere da mia madre centinaia di volte nella nostra vita. Una vita insieme. Una vita di complicita’ al punto tale che la maggior parte della gente ci vedeva piu’ come due sorelle affiatate che non come madre e figlia. Anche l’aspetto fisico e il carattere aperto hanno contribuito a questa immagine di noi. Spesso la chiamo Simona, invece che ‘mamma’. Io per lei sono sempre stata una figlia da far crescere libera da qualsiasi vincolo culturale o morale. Dovevo essere me stessa nei pensieri e nelle azioni. Quante volte me l’ha ripetuto. Sii te stessa: non fare le cose perche’ pensi che faccia piacere agli altri. Godi della vita e fai godere gli altri della tua gioia senza mai far loro del male. Simona ha sempre creduto in queste cose. Non erano modi di dire. Era la sua filosofia di vita. Che e’ anche la mia. Perche’ io voglio essere come lei. Perche’ io sono come lei.

So che quello che andro’ ascrivere ora dara’ fastidio a qualcuno ma e’ proprio per questo che ho ritenuto importante scrivere le note introduttive qui sopra riportate. Se non l’avete fatto, rileggetele con attenzione. Capirete che non c’e’ nulla di morboso nel prosieguo di questo racconto ma solo gioia di vivere e piacere di dare e ricevere col sesso inteso nel senso piu’ ampio possibile.

Il sesso, dicevo. Quante volte mi hanno domandato di mia madre e del suo rapporto col sesso. Le persone che non capivano o che la invidiavano la chiamavano ‘la zoccola’. Cosa che lei, scherzando, ripeteva di se stessa. Ridendone. Senza mai prendersela. Solo perche’ aveva una bellezza semplice e prorompente allo stesso tempo. Non era la bellezza tipica delle modelle patinate. Simona e’ sempre stata una donna formosa con curve difficili da contenere e un culo che a volte poteva sembrare eccessivo. Decisamente non sembrava una modella. Ma proprio per questo faceva girare la testa alla gente. Lei lo sapeva. E godeva di questo. Ecco questo e’ importante da sottolineare per capire molto di cio’ che scrivero’: Simona e’ sempre stata e sempre sara’ un’inguaribile esibizionista. Ama farsi guardare, desiderare, ama eccitare ed eccitarsi. Ama il contatto fisico. Senza alcuna malizia ma con la gioia di godere delle conseguenze che queste sensazioni le danno. Non si e’ mai fatta problemi e mai se ne fara’. ‘Il sesso per me e’ una cosa del tutto naturale, Laura’. Quante volte me l’ha ripetuto per spiegare la sua vita e i suoi comportamenti. E’ la pura verita’. Non una scusa egoistica: e’ il suo modo di intendere la vita. Si, perche’ il sesso per mia madre e’ parte integrante della sua vita. E della mia. Con assoluta naturalezza. Che e’, poi, il modo migliore e piu’ bello di vivere il sesso nella sua totalita’.

In casa il nudo e’ sempre stata la normalita’. Non l’eccezione. Ho sempre visto mia madre nuda in casa. Che fosse dopo la doccia o il bagno oppure perche’ il caldo la faceva stare stare bene senza vestiti. Era naturale anche per me vederla cosi’. E la stessea cosa facevo io. Non perche’ dovessi farlo e neppure per imitarla. Ma perche’ era naturale per me fare cosi’. Ed era bellissimo.

Quand’ero una ragazza ricordo che ammiravo il corpo di mia madre nella sua opulenza. Il seno prorompente. Le cosce importanti. Quel culo meraviglioso e sfrontato. E ricordo, da sempre, la sua patata ricoperta di peli neri e folti. Io dai 18 anni in poi ho cominciato a rasarmi ma mia madre, anche se la prendevo in giro definendo la sua patata una ‘micia nera e arruffata’, non ha mai voluto rasarsi dicendo che a lei piaceva cosi’ e che i suoi uomini adoravano ‘accarezzare la micia pelosa’. Si e’ proprio cosi’: ho scritto ‘i suoi uomini’. Ne ha avuti tanti e credo che sara’ cosi’ ancora per un po’. Finche’ lei lo vorra’ per lo meno.

Ne ha avuti di tutti i tipi: giovani e meno giovani; muscolosi e magrolini; intellettuali e manovali. Tutti, pero’, accomunati da una caratteristica: accettare il suo modo di essere e lasciarla libera di vivere i suoi desideri. Non potevano pensare di averla solo per se. Perlomeno sessualmente parlando. Il suo cuore poteva essere solo per ciascuno di loro. Ma il corpo di Simona era per chiunque ne volesse godere con lei. Queste erano le regole. Finche’ un uomo lo accettava e lo capiva il rapporto durava; appena questa situazione cambiava, il rapporto seguiva la stessa strada. Senza alcun rancore da parte di entrambi.

Simona e’ sempre stata esibizionismo allo stato puro. Per godere del desiderio degli altri nei suoi confronti. Nei confronti del suo fisico esplosivo. Usciva di casa con lo sguardo di tutti addosso. E non solo quello…
Quando prende un mezzo pubblico le strusciate e le palpate sono all’ordine del giorno. E a lei piace. Piace immensamente. Adora sentirsi desiderata. Il bello e’ che non fa assolutamente nulla. Sta ferma. Sono gli uomini che vengono attirati dalla sua immobilita’. Le si avvicinano e, quasi inconsciamente, iniziano a sfiorarla. A toccarla con lievita’ all’inizio e in maniera sempre piu’ decisa poi. Quando capiscono che non si sposta il tutto diventa un palpeggiamento aperto e completo. Le mani sul culo. Sulle cosce. Sul Seno. I piu’ intraprendenti fanno scivolare le mani sotto la gonna per sentire il calore delle sue cosce e la polpa delle sue natiche fino a toccare i peli e le labbra della sua vagina. Che inizia a bagnarsi senza ritegno. Quando la nostra complicita’ e’ diventata forte al punto di parlare di tutto, soprattutto con la mia maggiore eta’, queste scene non erano i racconti sentiti dai suoi uomini o da Simona stessa, ma erano scene viste e vissute da me direttamente. Anche perche’ spesso le stesse mani che frugavano Simona erano quelle che toccavano me. Si perche’ poi, quando ho capito che le sensazioni di Simona erano le stesse che provavo io, ho deciso di vivere tutto quello in maniera aperta e libera senza tabu’ e senza remore di sorta. Spesso usciamo insieme come due sorelle sfrontate che affrontano i propri desideri e la propria natura senza scrupoli e senza troppi pensieri. Siamo fatte cosi’. Non possiamo farci nulla. Non vogliamo, soprattutto, farci nulla.
Quando vedo Simona che socchiude gli occhi mentre una mano furtiva sale sotto la sua minigonna sento anch’io lo stesso piacere che lei sta provando in quel momento. Lo stesso accade a lei quando vede una mano appoggiarsi al mio culo di giovane donna e infilarsi fra il solco delle mie natiche. Non c’e’ alcuna malizia fra di noi. Solo un’incredibile complicita’. Sentiamo le stesse cose. Proviamo le stesse sensazioni. Abbiamo gli stessi pensieri.

Come scritto piu’ sopra vederla nuda e’ sempre stato normale per me. Che fosse in casa o che fosse al mare. Coi suoi topless mozzafiato o i suoi tanga minuscoli. Con gli uomini che le sbavavano dietro e i ragazzi che si toccavano i membri ormai turgidi e che quasi facevano esplodere i loro costumi attillati. Lei godeva nel vedere tutto questo. Io mi eccitavo davanti a tutto questo. E i suoi uomini che dovevano accettare queste situazioni. O, meglio, condividerle. Perche’ questa e’ Simona. E non si puo’ cambiare.
I suoi uomini dicevo. Complici e a volte vittime di mia madre e, piu’ tardi, della sottoscritta. Se mia madre girava nuda per casa lo stesso facevo io. E lo stesso facevano alcuni di loro. Per me e’ sempre stato assolutamente normale vedere corpi nudi nella loro naturalezza. Mi sono sempre divertita a vedere i loro membri cosi’ buffi nel loro stato di riposo. E cosi’ sfrontati nel loro ergersi aggressivo nello stato di massima eccitazione.

Si perche’ quando sono diventata adulta sono sbocciata fisicamente nella stessa opulenza di forme che ha sempre contraddistinto mia madre. E le erezioni spontanee sono andate di conseguenza. Io mi divertivo e quando lo raccontavo a mia madre, ridevamo insieme. Non c’e’ mai stata nessuna scenata da parte sua nei miei confronti pur sapendo che spesso lo facevo apposta a mostrarmi nuda nel corridoio fra il bagno e la mia camera da letto per incontrare il suo uomo del momento. E nessuna scenata veniva fatta da lei quando le raccontavo dei loro membri induriti per la mia presenza. ‘E’ del tutto naturale, Laura’ mi ripeteva sempre. Anche perche’ questa naturalezza non portava a nulla di morboso o violento. Nessuno mi ha mai costretto a fare nulla che non volessi. I piu’ sfrontati o meno forti a resistere ai loro impulsi sessuali qualche volta hanno lasciato che una mano mi sfiorasse o una pacca arrivasse sul mio sedere o che mi soppesassero il seno con battute del tipo ‘fammi sentire quanto pesano questi gioielli’. Ma era abbastanza normale che quei poveracci lo facessero visto come giravo per casa. Proprio per stuzzicarli. Ci abbiamo sempre riso sopra. Complici come sempre. Mi chiedeva sempre di dirle tutto quello che succedeva. Era la prima a non volere che le cose andassero nella direzione sbagliata. Che per lei erano azioni contro il mio volere. Quello contava per lei. Se mi toccavano e io mi divertivo o provavo piacere per lei era tutto a posto. Se le loro palpate mi mettevano in imbarazzo o mi davano fastidio sarebbe stata la prima ad intervenire e a sbatterli fuori di casa. Questo l’ho sempre saputo. E, a dire il vero, questo non e’ mai successo perche’ la sua intelligenza faceva si che i suoi uomini fossero anche intelligenti al punto di capire come comportarsi.

I suoi uomini. Che pazienza. So che penserete: ‘avrei voluto essere io al loro posto’. Non e’ cosi’ semplice. Almeno col passare del tempo. Ricordate che dovevano assecondare la natura di mia madre in tutto e per tutto. E questo poteva voler dire sentirsi dire che quel giorno aveva scopato con un suo collega. Perche’ gli andava di farlo. O che aveva fatto venire con la bocca un suo cliente, perche’ ne aveva voglia. E loro lo dovevano capire e accettare. Se fingevano di accettarlo era peggio per tutti perche’ cominciavano i malumori e le incomprensioni. E questa era l’ultima cosa che Simona voleva in casa sua. Quello significava cambiare partner.

Alcuni erano fantastici perche’ erano in perfetta sintonia con la sua natura e il suo modo di intendere il sesso. E lei era felice. In coppia con loro ha sempre frequentato i Club Prive’ dedicati allo scambio fra adulti consapevoli della gioia di vivere il sesso con assoluta apertura e godimento. Senza troppi condizionamenti e senza troppi problemi. Le amicizie fra queste coppie che portavano al formarsi di gruppi di goduriosi del sesso che si spostavano nelle diverse feste private per provare sempre qualcosa di nuovo ed eccitante.

Come gia’ scritto fra di noi non ci sono mai stati, per volonta’ di entrambe, tabu’ sul sesso. Ne abbiamo sempre parlato.Senza problemi.
Nei suoi racconti ricordo ancora gli occhi che le brillavano nel descrivere le cose che maggiormente l’avevano coinvolta sessualmente. Le orge con l’intrecciarsi di corpi nudi e vogliosi. Le gang-bang dove Simona era assoluta protagonista. Fino a sei uomini insieme al suo che godeva alla vista di cio’ che le facevano. Uno di loro mi ha raccontato del piacere che provava nel vederla piegata in avanti mentre diversi uomini si alternavano a scoparla da dietro sbattendo selle sue natiche enormi cercando di venire il piu’ tardi possibile. Oppure la sua capacita’ naturale di usare la bocca in maniera divina nel fare esplodere i membri di quei maschi eccitati che la desideravano all’inverosimile. Lei stessa mi raccontava la gioia di vederli schizzare ovunque sul suo corpo di donna matura: sul viso, sul seno, sul culo. Quei racconti mi eccitavano all’inverosimile. E e’ anche per questo motivo, lo ammetto, che ho cominciato a spiarla mentre scopava coi suoi uomini. Soprattutto quando tornavano dalle loro visite ai Prive’ e concludevano la nottata con l’ultima scopata. Entrambi eccitati all’inverosimile non si trattenevano in nulla. Li sentivo dalla mia camera e allora mi alzavo per vederli all’opera e rivivere per immagini quelli che prima erano solo dei racconti. Non pensate troppo male. Non ero li per vedere mia madre ma, casomai, le scene di sesso e soprattutto, questo lo ammetto, eccitarmi davanti ai suoi partners. Devo ammettere che spesso sceglieva veramente bene. Alcuni di loro erano magari non belli, come mia madre d’altronde, ma sicuramente massicci nel fisico e possenti nei loro membri. Uno di loro non lo dimentichero’ mai. Solo nei film porno che ogni tanto guardo ancora sul Web ne avevo visti di cosi’ grossi. Si perche’ il cazzo non era solo decisamente lungo ma era soprattutto grosso in circonferenza. Rimanevo sorpresa di come Simona sapesse prenderlo nella sua bocca esagerata e soprattutto come lo sapesse accogliere non solo nella sua fica ormai completamente aperta di donna matura ma anche nel suo fantastico culo che, me ne rendevo conto allora, doveva essere parecchio allenato per farsi penetrare da un cazzo cosi’ grosso senza l’aiuto di alcun lubrificante. So che non avrei dovuto spiare quelle scene. Lo so. Ma era piu’ forte di me. Mi eccitavo da impazzire. Mi eccito ancora oggi. Un giorno decisi che era giusto dirglielo. Ne parlammo apertamente. Lei, come al solito, si fece una risata e mi disse: ‘Laura, io e te siamo uguali. Non puoi farci nulla’. Mi disse che fare sesso e’ parte integrante della nostra natura e che tutti lo fanno. Genitori e figli. L’importante era ricordarsi i ruoli e non avere mai i pensieri sbagliati e malati di volerlo fare insieme. Pensieri che ne’ lei ne’ io abbiamo mai avuto, tra l’altro. Non ci e’ mai passato per la testa di volere fare nulla fra di noi. Anche se, devo essere sincera fino in fondo con voi, non credo che saremmo imbarazzate nel trovarci nella situazione di farlo nella stessa stanza con due uomini diversi. Questo lo so per certo.

Una volta ricordo bene come mia madre, al cinema, dopo le ennesime palpate del suo vicino di sedia, per farlo stare un po’ tranquillo, gli tiro’ fuori l’uccello e gli fece una sega veloce per farlo venire. Io guardavo la scena assolutamente affascinata. Sia per la faccia goduta di lui che schizzava sperma sullo schienale davanti a lui sia per lo sguardo birichino di mia madre che continuava a guardare il film come se nulla fosse. Fantastica!

Se non vi siete annoiati con i miei ricordi, posso aggiungere qualcosa che era legato ai miei ‘esperimenti’. Dopo avere parlato con mia madre e averle detto che ogni tanto la guardavo scopare con i suoi uomini, avevo deciso che potevo andare oltre e divertirmi un po’ di piu’ oltre che fare divertire un po’ anche lei.
Uscivo di casa dicendo che sarei rientrata alla sera. In realta’ dopo poco rientravo senza fare rumore sapendo che in mia assenza i suoi partner si sarebbero sentiti liberi di fare sesso in salotto. Quando sentivo che erano in ‘piena azione’ entravo in salotto e assistevo da vicino ai colpi che davano a mia madre quasi sempre in posizione ‘a pecora’ col suo culo enorme per aria sbattuto con rumore di carne dal bacino del partner del momento. Prima li ho chiamati ‘esperimenti’ perche’ verificavo la loro reazione. Adesso vi spiego. Alcuni di loro, nel vedermi, si fermavano subito e rimanevano dentro di lei cercando di non dire nulla. I piu’ timidi.
Altri estraevano il cazzo dalla fica di mia madre e dopo pochi secondi si ammosciava inesorabilmente. I piu’ emotivi.
Alcuni, pero’, estraevano il loro uccello dalla fica o dal culo di mia madre e, guardandomi negli occhi, vedevo (e con me mia madre) che non gli si ammosciava ma, anzi, rimaneva duro e turgido. Questi erano i piu’ sfrontati e i piu’ porcelli di tutti.

La cosa interessante e’ che spiegavo, poi, a mia madre, che faceva finta di venire in camera ‘a parlarmi’ (non sapevano che eravamo complici in questi piccoli esperimenti comportamentali), cosa ne pensavo delle loro reazioni. Anche lei, oltre alle risate che ci facevamo, mi diceva che avrebbe poi parlato con loro in intimita’ per capire meglio le loro reazioni.

Ed era interessante. Perche’ alcuni ammettevano il loro imbarazzo e quasi si scusavano anche se non avevano fatto nulla. Altri dicevano che ero grande e che sicuramente avrei capito ma non aggiungevano nulla. Gli ultimi, quelli che piu’ sopra ho definito i piu’ ‘porcelli’ dicevano apertamente che si erano eccitati e che gli era diventato ancora piu’ duro. Mia madre sorrideva, come sempre, ma allora si passava alla seconda fase dei nostri esperimenti.
Facevamo accadere la stessa scena un’altra volta e, visto che l’imbarazzo della sorpresa per loro non c’era piu’, potevamo capire meglio le loro intenzioni. Alcuni si limitavano a mostrare a me il turgore dei loro membri e a fare soltanto capire che non erano minimamente imbarazzati. Altri, invece, i piu’ intraprendenti e senza limiti, mi invitavano apertamente a rimanere a guardare. Gli ultimi, infine, non solo a rimanere ma anche a partecipare.
Giusto per la cronaca. Non sono mai rimasta a fare nulla. Sono sempre andata in camera mia. Pero’ quelli che prima ho definito ‘i piu’ intraprendenti’ erano quelli che lasciavano subito la nostra casa.
Mia mamma e’ sempre stata chiara con tutti. Il sesso e’ una cosa naturale e normale ma la mia serenita’ era la cosa piu’ importante. E io, per questo, la adoravo. La adoro.

Credo che sia inutile dirvi che gli stessi ‘esperimenti’ li facevamo coi miei ragazzi. I quali letteralmente impazziscono davanti a mia madre. Alcuni si limitavano a toccarla e palparla un po’. Altri la accarezzavano fino alla sua vagina pelosa e completamente aperta per sentirne gli umori e arrivare a infilarle un dito nel culone impossibile da ignorare. Altri ancora le chiedevano apertamente di far loro una sega, un pompino se non apertamente di scopare.
Alla sera mia madre mi raccontava tutto e decidevamo insieme come comportarci con loro. Alcuni venivano accettati per quello che erano nonostante le loro voglie (piu’ che comprensibili…) nei confronti di Simona e altri venivano allontanati da casa. Soprattutto quelli che, con me, negavano. Odio le menzogne! Preferivo quelli che me lo dicevano apertamente: senza imbarazzo ma senza, anche, sfrontatezza. In maniera sincera e naturale mi raccontavano le loro pulsioni quasi a scusarsi se non riuscivano a frenarle.

So che adesso qualcuno/a si scandalizzera’ o non ci credera’ ma con qualcuno, su mia richiesta, mia madre ha acconsentito a farli vivere con noi (ricordo che ho 21 anni) in maniera ‘naturale’. Intendo dire comportandosi come si e’ sempre comportata in casa. Girando nuda se ne aveva voglia. Parlando di sesso apertamente. Facendolo in camera sua coi suoi partner senza problemi ‘di volume’. Era fantastico (e divertente…) vedere le loro reazioni iniziali! I loro membri che a colazione, con la comparsa di mia madre in cucina, diventavano duri sotto i boxer. Con le mie risate alla scena e le battute di mia madre per imbarazzarli ancora di piu’. Quando poi (terribile) faceva finta di strusciare col suo culone contro di loro perche’ fingeva di non averli visti mentre faceva qualcosa era da morire perche’ vedevi i loro volti farsi paonazzi. E poi ancora di piu’ davanti alle sue risate divertite. Per non parlare di quando, toccando il loro cazzo sotto i boxer, diceva loro di non farsi problemi e che quello era uno stato del tutto naturale per un ragazzo ‘sano’. Alcuni, letteralmente, si immobilizzavano. Uno, povero, e’ venuto all’istante. E qui, ancora una volta, ho apprezzato l’intelligenza e la prontezza di mia madre, che ha smesso di scherzare e lo ha abbracciato dicendo di non preoccuparsi e che non era successo nulla di grave. Per ‘tirarlo su’ gli disse di togliersi i boxer che glieli avrebbe lavati lei. E lo aiuto’ a ripulirsi completamente con un asciugamano bagnato. Credo che quel povero ragazzo non lo dimentichera’ mai in tutta la sua vita!

Questa e’ mia madre. Adesso capite ancora di piu’ perche’ la adoro.
Se le chiedessi di masturbare qualcuno di loro per farli calmare un po’ dalla loro eccitazione cronica lo farebbe senza alcun problema. Perche’ per lei sarebbe una cosa normale. Credo che sarebbe lo stesso se le chiedessi di farne venire uno con la bocca.

A questo proposito ricordo ancora, quando le dissi la prima volta che mi eccitavo a guardare i suoi partner scoparla in quella maniera, che non avrebbe avuto problemi se avessi voluto fare qualcosa con loro. L’importante era che le dicessi sempre tutto. Alla fine non feci alcunche’ se non accettare (con piacere…) qualche palpata e qualche toccata. Che, a dire il vero, a volte ho ricambiato. Una volta arrivando anche oltre con dei movimenti che solo per un secondo non si sono trasformati una sega vera e propria. Pero’ e’ stato meglio cosi’.

TIGER, tiger, burning bright’ In the forests of the night,’ What immortal hand or eye’ Could frame thy fearful symmetry?
Ogni volta che ripenso a questi versi di William Blake mi vengono i brividi. Sono stupendi.
Tiger… Tiger… Burning bright… In the forests of the night… capite cosa voglio dire? Lo intuite? La Tigre che brucia luminosa nella giungla notturna. Adesso e’ piu’ chiaro? O, almeno, un po’ di piu’?
Forse nel primo racconto non vi ho detto che mia madre e’… una Tigre! Lo e’ per bellezza e per voracita’. Per quanto e’ selvatica (evito di scrivere ‘selvaggia’ perche’ sarebbe da romanzo d’appendice…) e predatrice. E poi, di notte, brucia come una torcia quando ha voglia ‘di fare’ come dice lei. Di muoversi sul terreno a lei piu’ congeniale. La sua ‘giungla’ e’ la notte metropolitana.
Adesso, finalmente, avete capito perche’ adoro quei versi di William Blake?
…What immortal hand or eye’ Could frame thy fearful symmetry? Anche questa parte e’ importante. E’ fondamentale. Perche’ la domanda qui e’ CHI e’ stato in grado, con la sua MANO o coi suoi OCCHI di plasmare la sua inquietante simmetria?
Dico: vi rendete conto? Qui parla di me. Lo vedete? Mia madre, la Tigre, ed io plasmata dalle sue mani e dai suoi occhi. Ma, anche, se volete che si inizi a parlare di sesso, il mio corpo, come il suo prima di me, plasmato come argilla dalle mani voluttuose e dagli occhi concupiscenti degli uomini che abbiamo incrociato nella nostra vita.
Adoro quei versi. Voi no? Impossibile! Dai scherzo. Pero’… si… io e Simona ci rispecchiamo in quel simbolismo. Come dite? Pensavate che fossimo due coatte emarginate che vivono di sesso border-line? Mi spiace: non e’ cosi’. Se pensate questo non avete capito il punto. Che e’ altro da questo. Il confine fra normalita’ ed eccesso e’ cosi’ labile… E’ cosi’ delicato nella sua incoerenza… E’ cosi’ impalpabile nel suo essere talco su un campo sterminato di farro… The Catcher ,chi sara’?

So che volete sapere di me e mia madre: insieme. Non volevo scrivere molto di questo a dire il vero, come avrete intuito nel primo racconto. Ma vi accontentero’. Perche’ se e’ questo che vi fa ‘bruciare’ nella giungla notturna del desiderio non saro’ io a spegnere l’incendio. Semmai vi soffiero’ sopra!

Nell’ultimo anno le visite ai Prive’ di diverse citta’ del nord sono state sempre piu’ frequenti da parte mia. Poi capirete il perche’. Una specie di ossessione. ‘E’ sbagliato, Laura. Il sesso deve essere naturalezza. Non farlo mai diventare un’ossessione’. Le parole di mia madre. Me lo ripete da quando ho iniziato a masturbarmi da ragazzina orgogliosa dei primi peli punici che infoltivano la mia patatina. Anche allora forsennata nella ricerca del godimento. Faccio fatica a fare le cose con calma. Tutto per me e’ desiderio e spinta verso il raggiungimento del godimento assoluto. Che non esiste. Ma, ogni volta, gli do un’immagine diversa. Da ragazzina la masturbazione. Poi il sesso coi ragazzi. Poi spiare quello degli adulti. Poi volerne far parte. Poi la complicita’ con mia madre. Scoprire che siamo uguali nella ricerca del piacere sessuale ma, anche, diverse nel modo di raggiungerlo. Credo che l’eta’ conti in questi casi.

Poi il cercare di andare sempre piu’ in la’. Capire di non riuscire a fermarsi. Volere stare con persone che siano come te. Dove? Il Prive’ e’ il luogo ideale per chi come me, e mia madre prima di me, cerchiamo non solo il sesso ma anche e soprattutto l’esibizione. Che e’ alla base di tutto. Gli occhi e le mani che plasmano i nostri corpi ma anche il desiderio infinito che e’ in noi. Dopo i racconti di Simona o dei suoi Partner che mi facevano letteralemte impazzire di curiosita’ e di cui ho parlato nel primo racconto, la voglia di provare si e’ fatta infinita. Non riuscivo a resistere alla tentazione. Ne parlo con mia madre: ‘mi accompagni?’. Sorrise, quella volta. Gli occhi della Tigre iniziavano a fiammeggiare. La sua Tigrotta era pronta per un ulteriore passo nella giungla dell’eccesso. ‘Sei sicura? Guarda che e’ un po’ diverso da quello che hai fatto o visto in casa finora’. Certo che ero sicura. Non ce la facevo piu’. La curiosita’ e il desiderio erano diventati troppo forti. Ma ero ancora piu’ sicura che volevo farlo con lei. Conosceva tutti e sapeva come muoversi e cosa fare: era il ‘suo ambiente’. Il terreno di caccia in cui si sentiva piu’ a suo agio. In cui si sentiva desiderata e concupita e accettata e venerata dalle altre ‘creature’ che frequentano quei luoghi.

Anticipo subito una cosa: scrivero’ cio’ che si vive VERAMENTE in un Prive’ e non quello che vedete nei film porno. So che deludero’ qualcuno ma… faro’ cosi’.
Le persone che frequentano un Club Prive’ sono persone del tutto normali. Non crediate diversamente. Le coppie incontrate sono persone che prima di entrare e quando escono tornano nella normalita’ delle loro vite. Che salgano su una Porsche o su una Ford o su una utilitaria Fiat. Non utilizzate stereotipi: sbagliereste. L’unica cosa che accomuna queste persone e’ l’esibizionismo e la voglia di poter fare (quasi) tutto cio’ che desiderano. Un consiglio che mia madre ha sempre dato a tutte le coppie scambiste sue amiche: ‘ricordate solo una cosa: ci vuole TANTO affiatamento’. Se solo uno dei due non e’ convinto e’ meglio lasciare perdere. Si rischia di farsi male…
Se, pero’, la coppia ha gli stessi desideri di trasgressione allora il godimento e’ impareggiabile. Ve lo assicuro.

La notte che decidiamo di andare la prima volta lo facciamo in un Prive’ molto conosciuto che mia madre adora: ‘voglio farti iniziare bene, Laura’. E in effetti e’ cosi’. L’eccitazione pazzesca inizia per noi donne con la ‘vestizione’. Sapete cosa vuol dire essere autorizzate a vestirsi da vere troie per il proprio e altrui godimento? Beh, se qui ci sono delle lettrici so che capiranno. Per noi il godimento inizia qui. Per gli uomini dentro il Prive’. La scelta della minigonna, delle auto-reggenti, del colore dell’intimo (se si decide di indossarlo…) delle trasparenze e soprattutto delle scarpe che per forma e tacco sarebbero giuste per una passerella di pochi metri ma che per l’eccitazione che provocano a chi le indossa e a chi le guarda fanno resistere per tutto il tempo necessario.

Mia madre col suo uomo del momento. Io vengo col mio ragazzo che e’ a meta’ strada fra una crisi isterica per il terrore della situazione a dir poco pazzesca e la voglia di vedere finalmente un Prive’ e, non nascondiamoci dietro un dito, mia madre: il suo desiderio da 3 mesi a questa parte, come da lui stesso ammesso (come gia’ detto, amo la sincerita’!).
Quando si entra in un prive’, se e’ come si deve, sembra di entrare in una discoteca: si chiacchiera, si balla, si fa conoscenza. Quello che in realta’ tutti immaginano si svolge in aree appartate: il Prive’ appunto. L’area dedicata allo scambio. Verso l’una, dopo un’ora di ballo in pista e drink a ripetizione, mia madre fa un cenno (il rumore della musica e’ assordante!) e la seguiamo dietro dei pesantissimi tendoni simili a quelli dei cinema o dei teatri. Vi giuro che stavo svenendo dall’emozione: il cuore, forse anche per il rum bevuto e la musica martellante, batteva al ritmo di un brano di Heavy Metal! Al mio ragazzo, non sto scherzando, tremavano le mani che cercavo di tenere nelle mie e credo che le gambe seguissero a ruota i movimenti tremolanti degli arti superiori.

Mia madre Simona era nel suo terreno di caccia. Il buio era quasi totale. Non vedevo nulla ma lei si muoveva come se ci fosse una torcia. Adesso capite meglio cosa volessi dire all’inizio: Tiger, tiger, burning bright in the forests of the night…
E’ difficile descrivere quello che accade, di solito, dall’una di notte in poi nell’area prive’ di questi Club per scambisti. Non e’ solo quello che si vede. Sono anche gli odori. Odore di sperma se vi avvicinate a chi ha gia’ ‘fatto’. Che vi inebria le narici. Se tutto questo fa parte della vostra natura, ovviamente. Sicuramente fa parte della mia. E di mia madre. Gli uomini ma anche le donne (la maggior parte e’ bisex: non dimenticatelo) sono pronte a toccarvi. Con delicatezza a volte e altre con decisione. Sentirsi palpare il culo. Sentire, mentre vi fermate a guardare una coppia che scopa, le dita di qualcuno dietro di voi che salgono sulle cosce per fermarsi senza alcun ritegno sulle labbra della vostra vagina per allargarle e infilare un dito o due al suo interno per sentire quando siete bagnate, e’ una sensazione che faccio veramente fatica a descrivere. Se non fate nulla e capiscono che vi piace andranno subito con un dito nel buchetto del vostro culo esposto a tutti. Ma la cosa ancora piu’ eccitante e’ che dopo poco le mani sono tante: non piu’ una sola. Mentre scrivo mi sto bagnando le mutandine: non scherzo. Per me questa e’ una cosa eccitantissima.

Ma so che volete altro. Lo so. Si, lo ammetto. La cosa piu’ eccitante e pazzesca in assoluto e’ sentire quello che facevano a me e vederlo fare a mia madre in contemporanea. A pochi centimetri da me. Le sue coscione completamente nude (lei non mette mai autoreggenti o altro. Io si) e il suo culo enorme in bella vista nel corridoio mentre due uomini infilavano le loro mani dappertutto dentro di lei. Lo ripeto: pazzesco. Era stupenda. Era, anche per la sua altezza e forme importanti, il punto di riferimento di tutti in quel momento. Come lei fa sempre e in ogni luogo non si muove mai. E’ assorta a guardare chi davanti a lei sta scopando e lascia fare tutto a chi la vuole. Iniziano con le mani per farla bagnare all’inverosimile come le accade sempre: ho visto sue mutandine completamente fradice in bagno quando si cambia! Poi la cosa diventa ancora piu’ interessante quando gli uomini (singles o gli uomini della coppia) iniziano a mostrare i loro uccelli tirandoli fuori dai pantaloni. Il tutto in piedi in mezzo alla gente: che guarda rapita e accondiscendente. Si strofinano contro di lei per eccitarsi ancora di piu’. Poi mia madre inizia a toccarli. Li la scena e’ quasi surreale: dopo un secondo i loro cazzi sono duri come il marmo! E inizia la fellatio. Mia madre si inginocchia e inizia prenderli in bocca: si alterna di solito fra due o tre uccelli. Lo fa con una naturalezza e una maestria impagabili. Per lei non esiste nient’altro. La fanno alzare e le chiedono di chinarsi e di appoggiarsi con i gomiti al lettino davanti. Il primo inizia a penetrarla. Si muove piano all’inizio e con pochi colpi viene. E’ deluso. Mia madre no: sta godendo. Il secondo si infila il condom e inizia anche lui. Le sbatte contro le chiappe morbide e abbondanti. Questo ha esperienza. Si muove bene e mia madre inizia ad ansimare. In quel momento mi chiedono di piegarmi in avanti: capisco che sta per succedermi la stessa cosa. Sento un cazzo che entra dentro di me. E’ ancora semi-rigido ma dopo qualche colpo diventa duro dentro di me. QUESTO e’ cio’ che ho sempre desiderato. Questo e’ cio’ che voglio. Tutti ci stanno guardando. Molti ci toccano. Alcuni si masturbano. Vengono sulla moquette del corridoio. L’uomo che stava scopando mia madre esce velocemente, si toglie il preservativo e viene sul suo culo. E’ tanta e densa ma inzia a colare. Simona non fa una piega. Chiede dei fazzoletti (che sono sempre presenti sui lettini) e si pulisce come fosse la cosa piu’ normale del mondo. Il terzo uomo entra subito dentro di lei mentre si sta ancora pulendo. Adesso viene la cosa piu’ incredibile: mi guarda per la prima volta. Siamo a 50 cm di distanza: Mi guarda e sorride. Io sto godendo come mai mi era successo prima. Mi chiede: ‘ti piace tutto questo? Non sei imbarazzata?’. La mia risposta e’ il mio sguardo. Lei sorride: ‘Laura, non puoi farci nulla. Sei proprio come me’. A quel punto, credo per sorprendermi del tutto, chiede all’uomo di non venire nel preservativo e di mettersi davanti a lei. Gli toglie il condom e davanti a me glielo prende in bocca per una fellatio lenta e ‘ingorda’. Quando sente che sta per esplodere lo fa uscire dalla sua bocca e con la mano lo masturba per farlo venire in faccia. Stavo svenendo! E’ lei la Tigre. Quello e’ il suo territorio. Gli uomini presenti le sue prede. Le donne presenti solo comparse. Questo e’ cio’ che adora!
Si alza e si pulisce con altri fazzoletti che prende dalle mani di uomini in adorazione che non degna di uno sguardo. Si avvicina a me. Guarda la scena. Mi accarezza i capelli. Mi basta quel gesto per venire con un mugolio che non riesco a trattenere. Che non voglio trattenere. Mi contraggo piu’ volte e con quei movimenti faccio quasi venire l’uomo che mi stava scopando. Toglie il suo cazzo velocemente dalla mia fica, si leva il condom e spruzza il suo seme sulla mia schiena e sui miei glutei. Io non capisco piu’ niente. Sento colare lo sperma sulle mie cosce e soprattutto ne sento l’odore. Mia madre ne raccoglie un po’ con il dito medio e me lo fa annusare: ‘lo senti questo odore? Io non riesco a farne a meno! Tu?’. No mamma: neppure io te l’assicuro. Mi bacia su una guancia e sento ancora l’odore acre dello sperma del suo uomo di prima sul suo viso. E’ pazzesco. E’ oltre ogni immaginazione. Non capisco piu’ nulla.

Il mio ragazzo si avvicina. E’ stravolto. E’ La prima volta anche per lui. Ha l’uccello in mano ma e’ talmente eccitato e spaventato che non riesce a farlo diventare duro. Non riesce a scoparmi come avrebbe voluto. Non giudicatelo: guardate che non e’ facile avere un’erezione le prime volte in mezzo a decine di altri uomi che ti osservano. Io non so cosa fare. Mia madre si. Si avvicina a lui. Gli prende il cazzo semi-moscio dalla mia vagina e sente quanto si era bagnato per i miei umori. ‘Allora e’ proprio vero che ti piace!’ mi dice. Si: non ci sono dubbi mamma che mi piaccia. Non ci sono dubbi. Gli prende l’uccello in mano e gli dice ‘mi ha detto Laura che e’ tanto tempo che mi desideri’. Il suo sguardo diventa terreo. Se prima era emozionato adesso e’ pietrificato. Capisco cosa sta per succedere e gli prendo la mano. Mia madre continua a masturbarlo guardandolo negli occhi e parlandogli con voce bassa e roca. Lui finalmente si rilassa. Capisce che il suo sogno proibito si sta per avverare. O almeno qualcosa di quello che aveva agognato sta per accadere. Il cazzo diventa duro finalmente. Lei sorride soddisfatta. Mi guarda sorridendo ma gli occhi sono fiammeggianti come quelli di una Tigre madre. Si acquatta a gambe larghe in una posa oscena sul pavimento con la bocca all’altezza dell’inguine del mio ragazzo. Apre le labbra oscenamente piene di rossetto e lo accoglie nelle sue fauci. E’ dolce e porca allo stesso tempo. Quattro volte avanti e indietro guardandolo negli occhi: forse avete gia’ capito. Esplode letteralmente nella sua bocca. Ammetto che io stessa non me l’aspettavo e rimango sbalordita! Simona, no. Sorride con gli occhi ma continua a tenerlo in bocca. Lo fa venire fino alla fine muovendosi con molta lentezza e usando le labbra socchiuse. Parte dello sperma le cola dalla bocca. Lascia uscire il suo uccello ormai a riposo e con quel movimento altro sperma le cola sul mento e sul seno. Il resto lo ingoia: guardandomi negli occhi! Sono scioccata. Ed eccitata fino al parossismo. E’ una Tigre.

Mi prende per mano mi bacia sulla guancia sorridendo soddisfatta di lei e di me. Mi guida verso l’uscita dell’area Prive’. Dietro i tendoni pesanti ritorna la luce e il rumore assordante della musica. E’ uno shock rispetto alle luci impercettinile e ai suoni ovattati del Prive’. Gli altri ci guardano rapiti dal nostro essere mezze spogliate col seno di fuori e la faccia di mia madre sporca di sperma. A noi piace cosi’. Mi porta in bagno. E’ bello, luminoso, pulito, ben attrezzato. Prende una salvietta soffice, la inumidisce nel lavandino e me la passa ovunque per togliere sudore e sperma. Si sofferma sulle mie parti intime dandomi refrigerio dal bruciore del desiderio che, ancora, c’e in me. Si gira e mi chiede di fare altrettanto con lei. Prendo anch’io una salvietta e la bagno. Comincio sol toglierle tutto lo sperma in parte seccato dal suo viso. Poi scendo sul seno enorme, sul ventre e le pulisco la vagina ricoperta di lunghi peli neri ormai impregnati di sudore e dei suoi umori. La faccio voltare e le asciugo la schiena facendo poi scivolare la salvietta piu’ volte nel solco soffice delle sue chiappe fino quasi a vederla scomparire. Vedo che le piace. Sorride beata.
Si gira verso di me e mi domanda: “sei pronta adesso per un altro giro?”.

E’ la MIA Tigre che fiammeggia nella giungla del desiderio notturno della metropoli senza confini del sesso senza regole. Anch’io saro’ una tigre. Anch’io saro’ come lei. Io SONO come lei. ‘O wonder!
How many goodly creatures are there here! How beauteous mankind is! O brave new world! That has such people in’t! ‘

Queste sono le parole che Miranda, in senso ironico; pronuncia nel quinto atto de LA TEMPESTA di Shakespeare.
Non e’ una citazione casuale. Non e’ un esercizio di stile. Non e’ voglia di mostrare chissa’ che. E’ assolutamente pertinente con questo capitolo. E’ legata a cio’ che sto per raccontare. A doppio filo. Non solo le parole di Miranda potrebbero essere state pronunciate da me. Ma il titolo stesso dell’opera Shakespeariana identifica lo stato d’animo che ormai mi trovo a vivere dopo un anno di eccessi nelle notti senza fine passate fra Club Prive’ e ‘feste private’ senza piu’ limiti di sorta.
Non riesco a fermarmi. Il godimento che provo nel fare certe cose e’ praticamente infinito. E’ come se dovessi sempre andare un po’ piu’ in la. E’ come se la volta prima dovesse essere ‘superata’ in qualche modo dalla volta successiva. E’ uno Sturm und Drang (Tempesta e Impeto) continuo. E’ una ricerca incessante di un Sacro Graal sessuale che so di non potere mai raggiungere ma che mi mette in una tensione costante di sforzo per il suo raggiungimento. Sono concetti estremamente romantici di perenne anelare cio’ che si sa non si potra’ raggiungere ma che allo stesso tempo diventa desiberabile proprio per questo motivo. E’ una tempesta di sensazioni, di emozioni, di atti, fatti e subiti, di contatti cercati e accettati, con l’unica consapevolezza che potrebbero servire ad arrivare vicino al proprio Graal sessuale. Vicino. Soltanto vicino. Come il concetto di limite con ‘X’ tendente a infinito. Ti potrai avvicinare al tuo limite ma non lo raggiungerai mai. Una tensione continua e dolorosa al pensiero di non arrivare mai alla tua meta. Il dio Amor era’ bello? Non puo’ essere cosi’. Poteva anelare alla bellezza e in questo suo sforzo continuo cercava di trasmettere Amore negli altri. Donare amore per sperare di riceverne in cambio per aumentare la propria bellezza.

O Brave New World! That has such people in’t! Oh, meraviglioso mondo nuovo! Che raccoglie certe persone in se!
Questo ‘meraviglioso mondo nuovo’ e’ quello che sto scoprendo sempre di piu’ in quest’ultimo periodo. Vi ho raccontato nell’episodio precedente della prima volta in un Prive’ con il mio ragazzo e mia madre Simona. A quella notte ne sono seguite molte, molte altre. Ogni volta andando un passo piu’ in la’. Prima era il sabato notte. Poi anche il mercoledì in un Prive’ che quel giorno era particolarmente popolato di gente alla ricerca congiunta dell’eccesso.
Poi, lo sanno molto bene le persone che leggono questi racconti e che sono come me, non basta piu’. Si va oltre. E’ come se fossero dei passaggi ‘obbligati’. Ripeto: non sto parlando a chi in questi racconti cerca la masturbazioni veloce; mi rivolgo alle donne e agli uomini che, nella maggior parte dei casi in coppia, ha seguito lo stesso percorso di ricerca erotica. Loro, queste cose, le conoscono molto bene.
Si inizia con le inserzioni sui siti di Annunci per scambio. Due in particolare: entrambi con nome di donna e con la lettera finale ‘x’. Le foto inserite. Prima di nudo e poi di sesso sempre piu’ esplicito, perche’ vuoi mostrarti sempre di piu’ per cio’ che sei veramente. Poi le descrizioni di cio’ che cerchi e di cio’ che fai. All’inizio si cerca il contatto con altre coppie. Il mio ragazzo mi segue in questo percorso assecondandomi in tutto. Anche perche’ sa che non mi puo’ piu’ fermare. Mi DEVE assecondare. E’ lui che gestisce queste inserzioni. Che risponde alle tonnellate di e-mail che riceviamo con le proposte piu’ oscene. Che declina l’invito dei singoli, dicendo di rivolgersi altrove.

Iniziano cosi’ i primi incontri. Fra coppie. Il Prive’ non basta piu’ come esperienza. Si vuole altro. Pero’ mi rendo conto subito che non e’ quello che cercavo. Dov’e’ la gente che ti guarda? Dov’e’ la gente che ti tocca? Dov’e’ la gente che ti desidera e ti prende senza soluzione di continuita’?
Gli incontri possono essere piacevoli se sai superare i momenti di imbarazzo iniziale ma… non e’ questo che stavo cercando. Ci sono coppie molto carine. Facciamo incontri in tante abitazioni private e abbiamo la conferma che in questo mondo di sesso libero ci sono persone ti TUTTI i tipi e di tutti i ceti sociali. Pero’… pero’… a me non interessano i ‘caffe’ conoscitivi’; le centte ‘per rompere il ghiaccio’; le chiacchierate sul divano del salotto per poi iniziare le prime palpate di approccio. La singola scopata. E’ tutto molto bello ma… non e’ cio’ che voglio.
Sono un’esibizionista. Cerco altro. Lo dico al mio ragazzo che, con un po’ di delusione, dice di capire cio’ che intendo. Che sapeva che sarebbe finita cosi’ Lui, in realta’, preferiva queste situazioni piu’ ‘casalinghe’ e con una sola altra coppia con cui stabilire anche amicizia a volte. A me non interessa. Voglio altro. Voglio di piu’. Voglio sperimentare ancora. Voglio andare oltre.
Nasce cosi’ la volonta’ di allargare le ricerche nei siti per annunci di scambio anche ad altre sezioni. Quale mi attira? Quale mi colpisce? Quella sul mondo Trans. Era da anni che la cosa mi eccitava. Prima solo il pensiero. Poi anche la voglia di provare con queste creature meravigliose. Chissa’ se Shakespeare pensava a loro quando scrisse ‘how many goodly creatures are there here’?
Io le definisco Donne all’eccesso. Donne completate dalla funzionalita’ fallica. So solo che mi hanno sempre attirato. Chiedo al mio ragazzo di trovare una Trans. Meglio se in coppia.
Non e’ facile. Molte inserzioni sono false o interessate a fare incontri solo con uomini. Come e’ giusto che sia. Il destino pero’ a volte ci e’ favorevole. Troviamo una vecchia inserzione con una coppia italiana formata da un Lui e una Lei-Trans. Li contattiamo noi. Nessuna risposta. Dopo un paio di settimane una mail. Con la richiesta di avere il nostro cellulare e di sentire al telefono me: volevano il contatto con una donna per essere certi che fossimo una ‘vera’ coppia.
Avviene il contatto telefonico. Lei ha una voce strana. Mi eccito solo a parlare con lei. Sembra quasi timida. Pero’ ci troviamo a nostro agio. Ci mettiamo d’accordo per un incontro presso di loro. Senza impegno, tiene a precisare. Ci da l’indirizzo e… abitano a meno di mezzo chilometro da noi! E’ per quello che all’inizio ho parlato di ‘destino’.
Il giorno dell’incontro, una domenica pomeriggio come tante, mi trovo di fronte una creatura con un viso palesemente rifatto e con due labbra sicuramente esagerate e sproporzionate. Non e’ alta ma le curve sono importanti. Sono gia’ eccitata. Quel volto mi attira. Mi eccita l’eccesso. Anche lei capisce subito che non ci sara’ alcun imbarazzo fra di noi. Ci sediamo tutti sul loro divano e iniziamo a chiacchierare. Sappiamo come vanno queste cose. I discorsi pero’, piano piano, si fanno sempre piu’ spinti. Iniziano a raccontarci la loro ‘vita parallela’. Sono insieme da piu’ di 10 anni. I loro genitori lo sanno. Lo hanno accettato. Da 7 frequentano il mondo dello scambio. Ci raccontano che avevano formato un gruppo affiatato col quale ne hanno fatte di cotte e di crude. In giro per l’Italia. Iniziamo a ‘scaldarci’. D’un tratto lei mi mette una mano sulla coscia scoperta e dice ‘adesso absta parlare pero’!’. Non vedeva l’ora di iniziare. Anch’io ero eccitata all’idea. I nostri uomini rimangono a guardare. Noi iniziamo a toccarci e subito ci baciamo . Che sensazione quelle labbra enormi! E l’oscenita’ di quella bocca mi attira. Le lingue scivolano ad intrecciarsi fra loro. La saliva viene scambiata in maniera voluttuosa. Sono eccitata. Molto. La spoglio. Lei fa lo stesso con me. Rimaniamo con le nostre mutandine a toccarci il seno. Il suo e’ duro ed enorme. Tutto e’ esagerato in lei. Anche li sotto. Lo scopro abbassando lo sguardo. Le mutandine da donna stanno scoppiando! Escono peli neri dai lati sollevati dalla sua erezione. Non ce la facci piu’. La tocco. Lei mugula mentre ci baciamo. Mi chiede se e’ la prima con un Trans. Le dico di si. Mi chede se ci sono problemi. Le rispondo con un bacio. L’ennesimo quel pomeriggio.
Si toglie le mutandine. Lo stesso faccio io. I nostri uomini intanto si masturbano. Noto pero’ che il suo ‘fidanzato’ (come lo chiama lei) guarda piu’ il mio ragazzo che me. Strano. O forse no.
Il suo uccello. Il suo membro. E’ incredibilmente virile. E’ grosso. E’ veramente grosso. Ve lo dico in tutta sincerita’: il mio timore era di incontrare un cazzo molto piccolo o, peggio, sempre a riposo a causa degli ormoni. Non e’ cosi’. Lo prendo in bocca e sento che le piace. Da semi-rigido diventa subito duro. Sono eccitata. Se ne accorge anche lei quando mi mette due dita nella vagina. Escono bagnate e se le mette in bocca. E’ una zoccola come me! Questo mi mette ancora piu’ a mio agio.
Mi chiede di girarmi. Sono a pecora. Mi dice che lei con le donne riesce solo cosi’. Non capisco cosa voglia dire. Mi spiega che si eccita a vedere il nostro culo. Perche’ di solito, comunque, lo fa con uomini. Capisco perfettamente. Mi entra dentro con estrema facilita’ e inizia a scoparmi con molta lentezza. Mi tocca dappertutto con le sue mani rapaci. Si capisce che ha voglia di sesso. Mi racconta che erano diversi mesi che avevano interrotto le attivita’ di scambio. Da allora si vedevano con un single, Bi-sex, che soddisfava entrambi. Adesso cominciavo a capire due cose: il perche’ il suo fidanzato continuasse a guardare il mio e perche’ lei, invece, aveva questa voglia ‘in eccesso’. Era come me. Lo sentivo. Aveva una voglia continua di trasgredire e di essere al cnetro dell’attenzione di piu’ persone. Come me.
Mi chiede se accetto di farla godere veramente. Non capisco cosa voglia dire ma accetto: voglio fare tutto con lei! Sento che sfila il suo cazzo dalla mia vagina ormai fradicia e comincia ad strofinare il glande sul mio culo. Sento che e’ bagnato e scivola sulle mie natiche. Poi inizia a toccarmi con un dito il buchetto. Lo bagna nella mia fica e lo infila piano-piano nel buchetto. Non ce la faccio a trattenermi e inizio a mugolare. Nel frattempo vedo Roberto, il mio ragazzo, un po’ in imbarazzo. Il suo uccello e’ nelle mani dell’altro uomo! Non so esattamente il perche’: ma mi eccito al parossismo. O forse si: ho sempre desiderato vederlo fare sesso con un altro uomo. Era una delle mie fantasie ricorrenti. Lui mi guarda affranto. Io sorrido e gli dico che DEVE stare tranquillo e devo fare quello si DEVE fare quando si e’ ospiti… Lui sa che non scherzo. Sa che non puo’ permettersi di interrompere le mie fantasie e le mie voglie. Sa che queste sono le regole in casa nostra: io e Simona siamo molto chiare in questo coi nostri uomini!

Manuela, il nome della Trans, nel frattempo si e’ eccitata ancora di piu’ a vedere il mio ragazzo col suo uccello non piu’ nella mani ma ora nella bocca del suo ragazzo. E’ questo il momento in cui appoggia il glande sul mio buchetto dopo averci brutalmente sputato sopra e inizia ad entrare dentro di me. Senza chiedermelo e senza spiegazioni. Io trattengo il respiro e mi godo l’attimo della dilatazione anale. Entra lentamente. Fino in fondo. Rimane in attesa e mi chiede se va tutto bene. Si, rispondo che va tutto bene. E’ veramente grosso ma il mio buchetto e’ ormai allenato dopo un anno di frequentazioni. Ora non mi parla piu’ e la sua gentilezza fin qui dimostrata con me si trasforma in altro. In decisione. Estrema decisione. Si muove come una furia dentro il mio buchetto. Mi sbatte contro le chiappe carnose del mio culo senza troppo ritegno. Adesso capisco che e’ lei che comanda. Un’altra tigre. Come mia madre. Incredibile. Sembra il mio destino. Mi domina senza pieta’ e il ritmo adesso e’ forsennato. Si ferma. Immagino che sia per riprendere fiato. Invece lo fa per ordinare al suo ragazzo di scopare il mio. Col suo cazzo sempre dentro di me si china sulla mia schiena e mi sussurra nell’orecchio ‘non ti dispiace vero? Dimmi che lo vuoi anche tu. Digli di farlo. Io lo voglio’. Non so cosa pensare. Non so cosa fare. Pero’… ubbidisco anche perche’ e’ vero che lo voglio vedere scopare. Glielo dico. In maniera perentoria. Lui adesso e’ spaventato. Si mette in ginocchio sul tappeto e l’altro inizia ad insalivargli il buchetto vergine. Ehi: e’ la prima volta. Appoggia la sua cappella e sorride. Si vede che ne ha voglia. Manuela intanto ha ripreso a scoparmi il culetto ma con molta lentezza questa volta. Vuole godersi la scena. Il suo cazzo e’ duro come l’acciaio. Si eccita a guardare questa scena.
Sento Roberto lamentarsi. Dice che non ce la fa. Che e’ la prima volta. Piu’ fa cosi’ e piu’ vedo loro eccitarsi. Anzi vedo lui eccitarsi e Manuela farsi piu’ dura dentro di me.

Alla fine desistono entrambi. Lei allora dice a Roberto di scopare il suo ragazzo. Lui si mette a pecora e Roberto, con un misto di sollievo e rabbia repressa, gli appoggia l’uccello sul culo decisamente piu’ elastico del suo e senza troppi complimenti gli entra dentro. Inizia ad andare avanti e indietro e mi sembra di capire che non sia poi cosi’ dispiaciuto adesso. Mi rilasso anch’io e mi godo la mia scopata con Manuela. E’ una furia adesso che ha il suo spettacolo davanti agli occhi.

Roberto vede la stessa scena con me che godo con il cazzo di un Trans chenetra ed esce dal mio culo esagerato. Come quello di mia madre. Si eccita. Forse troppo. Viene nel condom urlando. Pian piano lo estrae e rimane nudo col suo cazzo bagnato di sperma a guardarci.

Manuela a quella vista non resiste. Estrae velocemente il suo uccello e mi ordina di mettermi in ginocchio davanti a lei. Adesso e’ in piedi sopra di me. Si toglie il preservativo e inizia a masturbarsi. Mi prende i capelli con la mano sinistra e mi avvicina la testa verso il suo cazzo che, lo ammetto, era veramente enorme. Mi guarda con un gli occhi pieni di libido. Gode a vedermi ai suoi piedi. Stringe i capelli. Mi fa male ma godo allo stesso tempo al pensiero di quella situazione. Mi annuncia che sta per venire. Le chiedo ‘dove vuoi venire?’: Lei risponde semplicemente ‘adesso apri la bocca e non parlare piu”. So benissimo che potrei rifiutarmi. So altrettanto bene che dovrei rifiutarmi. So che non devo farlo. Pero’ apro la bocca. Sono come la sua cagnolina che esegue i suoi ordini. Sbatte l’uccello sulla mia faccia. Mi fa male. E piu’ mi vede cosi’, piu’ si eccita. Adesso vedo che sta per arrivare al limite. Si masturba forsennatamente. I nsotri due uomini guardano in silenzio. Roberto e’ sbalordito e il suo ragazzo sorride beffardo.
Eccolo. Arriva. Il primo fiotto arriva direttamente in gola. Un getto bianco e denso e caldo. Il secondo schizzo lo dirige in faccia. Mi vuole umiliare. Poi di nuovo in bocca, sulle labbra. Alla fine si pulisce il glande sulle mie gote. Io la guardo negli occhi. Faccio colare il suo sperma fuori dalla mia bocca. Completamente. Poi mi alzo e la bacio. Lei rimane per un mi ominuto a gustare il sapore della mia saliva mista al suo sperma. Godiamo entrambe del fatto che siamo uguali. Questo ‘ cio’ che vogliamo.

Ci abbracciamo e mi porta in bagno per lavarmi. Dopo una doccia io e Roberto li salutiamo e li ringraziamo per il bel pomeriggio. Sapete cosa successi in seguito? Non ci incontrammo piu’. E’ assurdo e ancora oggi faccio fatica a comprenderlo ma questo e’ cio’ che e’ successo.
Con mia grande frustrazione tra l’altro. Da qui la ricerca ossessiva di altre esperienze similari. Girare la notte con Roberto alla ricerca di una Trans. Frugare fra gli annunci di Trans sui siti specializzati. Sesso sempre piu’ border-line con loro ma senza mai trovare quello che avevo provato quel pomeriggio. Sono frustrata e delusa. Ne parlo con mia madre. Le racconto tutto. Mi dice che sapeva tutto. Cosa? Come e’ possibile. Fino a quel momento non le avevo detto nulla! Roberto, mi dice. Roberto mi dice tutto. Adesso capisco molte cose! Ecco perche’ quella volta al Prive’ (leggete il capitolo 2) lo aveva fatto venire in quella maniera con la bocca ingoiando anche il suo sperma. Era sembrato eccessivo anche a me. Per farlo diventare suo complice.

Mi dice che Roberto le aveva confidato la mia nuova ossessione per il mondo Trans. Mi spiega che lei, prima di me, aveva seguito il mio stesso percorso e sapeva che non e’ tutto cosi’ semplice. Le Trans che si trovano in strada o sui siti web erano creature a volte stupende ma… era il loro mestiere. Inoltre la stragrande maggioranza di loro preferisce gli uomini e non le donne. E poi arriva a farmi capire come il destino… si possa pilotare. Manuela la conosce da anni. Facevano parte dello stesso ‘giro’ di scambisti. Loro stesse si erano divertite parecchio. L’inserzione non era casuale sapendo i siti dove avevo pubblicato i nostri annunci di scambio. E ancora meno casuale era stato il contatto. Per non parlare di cio’ che era avvenuto con Roberto: doveva entrare anche lui fino in fondo nel ‘nostro mondo’.

Non ho parole. Le chiedo perche’. Mi risponde cosi’: ‘per due motivi. Il primo e’ che volevo che tu avessi la tua esperienza con una Trans nella maniera piu’ appagante possibile. La seconda era per darti una piccola lezione visto che stavi facendo le tue cose senza dirmi nulla. Ti avevo detto che mi dovevi sempre dire tutto. Solo io ho l’esperienza necessaria per guidarti in questo mondo.’
La tigre madre voleva guidare la crescita della sua tigrotta. Incredibile. Non sapevo cosa aggiungere.

Ci penso’ lei.’Ho capito che stai seguendo il mio stesso percorso. E’ inutile ripeterti di non lasciarti prendere dall’ossessione come ti ho detto per anni. Sei fatta cosi’. Se proprio vuoi sperimentare oltre per capire fin dove vuoi o puoi spingerti lascia che ti guidi io. Saro’ li con te. Se te la senti ovviamente. Andremo oltre quello che e’ successo quella volta che ti ho introdotto al mondo dei Prive’ (vedi capitolo 2). Te la senti di andare ‘oltre’ con me?’.
Era quello che volevo. Si ero pronta. Sapevo ormai che non volevo limiti. Volevo andare oltre. Volevo godere con ‘qualcosa in piu” o ‘qualcosa di diverso’.

Mi propone subito di andare con lei ad una ‘festa’. ‘Vedrai che ti piacera’. Tu ti annoi negli scambi fra due coppie: lo so benissimo. Tu sei un’esibizionista come me. Hai bisogno di tanta gente come noi che ci guardi, che ci tocchi e che ci scopi in tutti i modi possibili. Non e’ cosi’ Laura?’. Si e’ proprio cosi’ mamma. E’ esattamente cosi’. Non posso e non voglio farci nulla.
‘Fra due sabati notte ci sara’ una festa. Parteciperanno solo persone ‘navigate’ e conosciute. Io ti portero’ con me. Diro’ che sei una mia amica. Nessuno sapra’ che sei mia figlia. Pero’ devi portare un certificato che mostri che non hai malattie sessuali. Immagino tu capisca il perche’: ognuno sara’ libero e anche responsabile di cio’ che decidera’ di fare. Sei sicura di volere venire?’
Al 100% mamma. Lo voglio piu’ di qualsiasi altra cosa.

Quella sera arriviamo in una villa fuori citta’. C’e un bellissimo parco. Capisco subito che non e’ una villa affittata per una festa. E’ una casa privata e i proprietari ci accolgono con calore. Entrambi baciano mia madre sulla bocca toccandola ovunque. Direi che si conoscono… Vengo presentata e Simona garantisce per me dicendo che ho esperienza e che sapro’ fare divertire gli altri ospiti. Mi scrutano e dicono a Simona che potremmo essere madre e figlia. Lei fa una sonora risata e risponde ‘chi lo sa: potrebbe anche essere…’ e si allontana con me sotto braccio.

Siamo tutti vestiti in abito da sera. C’e’ molta eleganza. Non solo nel vestire ma anche nei modi e nelle persone stesse. Ci sono delle donne bellissime. Ragazze molto giovani, come me, e donne mature. La padrona di casa credo sia sulla cinquantina. Molte sono donne fra i 35 e i 45 anni.
Gli uomini li vedo muoversi sicuri di se. L’eta’ in questo caso e’ fra i 40 e i 50 anni. Ci sono pero’ delle eccezioni. Vedo alcuni ragazzi piu’ giovani. Sono intorno alla trentina. Spiccano dagli altri perche’ hanno una bellezza e una virilita’ incredibile. Tra l’altro non sono vestiti in smoking come la maggior parte degli uomini. Indossano dei jeans attillati e stinti e sono a torso nudo. Non capisco. Mia madre nota il mio sguardo interrogativo e mi spiega ‘vedi Laura, questi bei ragazzi sono i giocattoli di noi donne ospiti. E’ il regalo del nostro padrone di casa. Diciamo che hanno delle doti che a noi donne interessano molto…’. Mi spiega che un paio di loro sono degli attori di film porno professionisti. Sanno come muoversi in queste situazioni e sanno come fare divertire alcune di noi.
Me li mostra. Sono stranieri entrambi. Mi dice che sono della Martinica. Vivono in Francia ma fanno film ovunque in Europa. Ammetto che la cosa mi eccita.

O brave new world! Capite adesso perche’ ho introdotto il capitolo precedente della mia vita con quella frase de La Tempesta di Shakespeare? Credo proprio di si.

E’ un mondo a parte. Un mondo di creature che vogliono la stessa cosa. Andare oltre. Senza troppi limiti. E io, mai come prima cosi’, sento di far parte di questo mondo.

Dopo avere mangiato grazie all’ottimo catering e bevuto ogni tipo di bevanda alcolica iniziamo tutti a rilassarci. Al contrario dei Prive’ da me frequentati finora qui le luci rimangono accese. Non sono forti. Sono soffuse ma ci sono. La musica c’e’ ma e’ discreta. C’e’ ritmo ma non e’ eccessivo.
Tutto inizia quasi all’improssivo. Iniziamo a toccarci, quasi per caso. A esplorarci. Iniziamo a baciarci. Mia madre e’ sempre vicina a me. Vuole controllare che tutto vada bene. Credo.

Gli abiti iniziano a scivolare per terra. Le coppie piu’ intraprendenti iniziano la ‘festa’ vera e propria. Non parlo solo di sesso a due. Di scambi fra coppie. Di fellatio e di dita infilate ovunque. Qui le donne sono le padrone assolute. Sono loro a decidere tutto. Loro a potere fare tutto. Nessun marito o fidanzato puo’ dire nulla. Queste sono le regole. Me lo spiega apertamente mia madre.

Lei stessa mi dice ‘lasciati andare’. Un gruppo di uomini si avvicina a noi. Prima in 4 , poi in 5 poi in 6. Siamo accerchiate. Ci tolgono gli ultimi lembi di stoffa dal seno e dalle cosce.
Ci esplorano dentro. Ci fanno bagnare prima e inginocchiare a terra poi. Sono decisi. Incredibilmente decisi. Molto piu’ che nei Prive’. Il piu’ autoritario dei 6 prende la testa di mia madre e la avvicina al suo sesso. Glielo fa prendere in bocca. Lei lo guarda con i suoi occhi da tigre e inizia a farlo eccitare. Quando e’ in erezione glielo sfila dalla bocca e le dice ‘vediamo se la tua amica e’ brava come te’. Io guardo mia madre mentre lui mi avvicina a se e ormai sfioro Simona. Lei mi sorride e mi fa capire che non ci si puo’ fermare. Mi aveva avvisato dopotutto. La vedo tranquilla e questo tranquillizza anche me. Prendo nella mia bocca il suo uccello e lo succhio lentamente. Vedo che gli piace ma non sorride mai. Sa cosa vuole e lo otterra’. Dice a mia madre di mettersi a pecora sui tappeti che adornano il pavimento di Teak della villa. Lei esegue in silenzio. Fa cenno ad un altro uomo che si stava masturbando di iniziare. Questi si inginocchia dietro di lei e la penetra. Simona inizia a godere. Lo so. Mi dice di mettermi nella stessa sua posizione. Lo faccio. Mi dice di avvicinarmi a lei. A questo punto le nostre spalle si toccano.

Si masturba per un attimo e guardandoci dall’alto inizia a far entrare il suo uccello nelle nostre bocche in maniera alternata. E’ un dominatore autoritario. Fa cenno ad un altro uomo di andare dietro di me. Inizia a scoparmi e ci ritroviamo come due cagnoline con un cazzo nelle nostre vulve ed un altro in bocca. So benissimo che non e’ finita qui. Anzi comincio a capire cosa potrebbe succedere.

Adesso fa stendere sotto di noi gli altri due uomini che erano in attesa a masturbarsi fino a quel momento. Il loro uccello entra dentro di noi al posto di quelli dei loro amici. I quali pero’ non rimangono fermi: quasi in contemporanea dirigono le loro verghe umide verso i nostri buchetti. Li sentiamo entrare prepotenti nel nostro culo di donne sfrontate.

Due dentro di noi e ora un cazzo a testa nella bocca. Sono in sei a divertirsi con noi. E noi con loro. Godo. Godo. Godo. Anche solo a sapere che Simona e’ accanto a me a vivere le stesse cose. Il ritmo aumenta ma il nostro uomo di riferimento dice a tutti di fermarsi. Non vuole che esplodano dentro di noi. Dice che prima tocca a lui.

Qui inizia la parte che mi sorprende e sconvolge di piu’. Lascia mia madre sul tappeto e mi chiede di mettermi sopra di lei a gambe larghe. Con la mia fica bagnata tocco le sue natiche. Se mi appoggio in avanti il mio seno si schiaccia contro la sua schiena. E’ una sensazione strana.
Lui intanto mi infila l’uccello nella fica e inizia a scoparmi. Senza ritegno. Senza farsi troppi problemi. Tira fuori il suo cazzo e lo infila, inginocchiandosi, nella vagina di mia madre. La scopa ma intanto infila 3 dita nel mio buchetto per aprirlo per bene. Ci sputa dentro. Si rialza e me lo infila senza alcuna premura nel culo. Sbatte le sue palle contro le mie natiche. Si sfila da me e inizia ocn mia madre. Si alterna cosi’ per diversi minuti. Poi ci ordina di metterci in ginocchio in mezzo a tutti loro. Iniziano a masturbarsi come forsennati e a turno ci vengono in faccia, sul seno, sulla bocca: ovunque. Eccetto lui. Lui attende. Quando gli altri hanno finito ci fa mettere guancia contro guancia e solo allora ci viene in bocca chiedendoci di pulire bene il suo cazzo con le nostre lingue. Solo alla fine, soddisfatto, si lascia andare in una bella risata. ‘Siete delle vere puttane. Lo diro’ al padrone di casa. Deve invitarvi ancora la prossima volta..’

Siamo stravolte. Siamo piene di sperma. Completamente nude ci avviciniamo al bagno passando in mezzo a gruppi di persone. Mi fermo solo un attimo a contemplare i due attori porno che coi loro membri color ebano scopavano insieme la padrona di casa facendola godere come una pazza. Urlava e godeva davanti a suo marito intento a godersi la scena e a filmare tutto quanto per i suoi archivi. La scena era stupenda. Mi sorge un dubbio: ‘mamma ma i filmati sono solo per sua moglie?’. ‘No cara, tutti noi siamo stati ripresi per il piacere dei nostri padroni di casa’. Sono colpita da questa risposta. Non capisco. Perche’ non dirmelo? Lei sorride, come sempre, ai miei sguardi attoniti. ‘Cara Laura, sei voluta entrare in questo mondo. Sei ossessionata dal sesso e volevi provare tutto. Questo e’ solo un passaggio. Per andare ancora oltre. Se sei come me e’ difficile che una ripresa video ti possa fermare’. In effetti era cosi’.

Facciamo una doccia insieme e con la spugna ci laviamo l’un l’altra. Puliamo i nostri visi, il nostro seno florido, scherzo un po’ mentre pulisco la sua vagina nera e pelosa. Siamo ormai complici fino in fondo. O quasi. So che ci sara’ dell’altro. Me lo ha fatto capire. Ma non mi fermero’.

O brave new world!
‘è assurdo attribuire a un film responsabilità di comportamenti aberranti: i pazzi esistono da prima della nascita del cinematografo. Sidney Lumet’

E’ cosi’. Non possiamo dare la colpa al regista e al produttore di un film. La ‘colpa’ e’ degli attori. La responsabilita’ e’ loro. Nessuno li obbliga. Beh, quasi. Comunque sia sta sempre a noi attori nella vita e sul palcoscenico del sesso oltre i confini della norma decidere quanto possa essere labile il confine fra cio’ che decidiamo di fare e cio’ decidiamo di immaginare soltanto. E’ incostante e incoerente il confine fra fantasia e realta’. Fra desiderio e azione.
Soprattutto per me. Non riesco piu’ a capire dove sono e dove sto andando in questo mio percorso border-line alla ricerca di una sessualita’ sempre piu’ aperta e piu’ inesplorata.

Mia madre e’ sempre accanto a me. Non riesco piu’ a capire pero’ se sia solo la mia accompagnatrice o se sia lei, invece, a guidare questo mio percorso facendomi ricoprire il ruolo di comprimaria.
Dopotutto so molto bene quanto la Tigre voglia essere protagonista assoluto. In tutto.

Le visite ai Prive’ settimanalmente. Gli scambi di coppia. La scoperta del mondo Trans. La frequentazione sempre piu’ assidua a ‘feste private’ che mi fanno fare cose sempre nuove e che mi portano a volere farne sempre di piu’. Qualcuno di voi, o probabilmente molti si saranno domandati se cio’ che scrivo e’ frutto della mia fantasia. Se i temi toccati siano una successione di stereotipi del raccoonto erotico. Me ne rendo perfettamente conto.
Il fatto e’ che, allo stesso tempo, ci sono altre persone, donne, uomini e coppie, che invece sanno molto bene che cio’ che ho scritto corrisponde ad un percorso che anche loro hanno percorso o stanno percorrendo. Credo che le descrizioni siano decisamente in linea con quanto da loro vissuto. E, in effetti, sono loro i lettori per i quali scrivo veramente. Insieme a chi legge questi racconti per scoprire un mondo che non hanno ancora affrontato o che non affronteranno mai se non con la loro fantasia. So che il mio modo di scrivere e le mie divagazioni possono annoiare la maggior parte dei lettori piu’ interessati ad un racconto veloce nell’arrivare al punto decisivo della descrizione copulatoria per concludere con soddisfazione i movimenti sussultori della propria mano. Atto peraltro bellissimo e liberatorio. Pero’, me ne rendo conto, le mie introduzioni e le mie descrizioni a volte poco ‘dirette’ non aiutano molto allo scopo. Pero’, lo ripeto, scrivo per raccontare episodi vissuti da me in prima persona e indirizzati a chi voglia riviverli o a chi voglia viverli con l’aiuto della propria fantasia.

Andare oltre, dicevo. Si. E’ proprio questo il punto. Andare sempre un po’ piu’ in la. Sperimentare qualcosa di nuovo che possa eccitare piu’ dell’esperienza gia’ vissuta.

E allora si va con Simona e una coppia amica sua nei parcheggi per scambisti. Di notte. Senza protezione alcuna. Coi fari accesi per segnalare la nostra presenza e disponibilita’. Vedere mia madre che si fa toccare da perfetti sconosciuti attraverso il finestrino tirato giu’. Vederla succhiare uccelli di uomini sconosciuti che la guardanno eccitati fino al parossismo. Fino ad arrivare alla richiesta di scendere dalla macchina e di chianarmi sul cofano ancora caldo, in mezzo ai fari ancora accesi, per farmi penetrare da dietro con Simona che mi allarga le natiche per fare vedere meglio tutto agli uomini e altre coppie eccitate che ci guardano e che ci incitano. I confini si spostano sempre un po’ piu’ in la’. Vorrei fermarmi perche’ sento che il limite e’ sempre piu’ indefinito ma non ce la faccio. Qualcosa dentro di me mi spinge ad osare oltre. Piazzole asfaltate si sostituiscono a boschetti appartati dove incontriamo altre coppie che vogliono fare sesso all’aperto. Frequentiamo il greto di un fiume dove si incontrano coppie e singoli che vogliono scopare sapendo di essere visti da altri nudisti. Capiro’ poi che questo era una sorta di iniziazione all’essere guardate da persone che non conosciamo. Essere guardate da tutti. Senza ritegno. Senza piu’ farci caso. Io non riesco a fermarmi. Guardo spesso Simona che sembra essere sempre piu’ interessata a mostrarmi, ad offrire il corpo florido di curve e di carne alla gente. Spesso ormai mi divarica le gambe, mi apre le natiche per fare entrare meglio i membri di chi mi scopera’ in quel momento, togliera’ e infilera’ con noncuranza i loro uccelli dalla mia vulva e ne assaporera’ gli umori dal loro glande luccicante ai fari della notte o al sole dei prati.

Solo piu’ tardi capiro’ meglio. Un giorno mi parla molto apertamente ‘ti ricordi Laura quando mi hai chiesto se alla Festa privata ti avessero filmata? Ti risposi che tutto veniva filmato per il piacere dei padroni di casa. La domanda che ti faccio ora e’: ti piacerebbe andare oltre e girare dei film hard? Come faccio ormai da tempo a mia volta, dopotutto.’. Era come se mi leggesse nel pensiero. Era come se fosse entrata nella mia testa. Certo che lo volevo. Erano mesi, da quella Festa privata (vedi capitolo 4) che avevo questo desiderio. Un altro passo verso il punto di non ritorno.
Pero’ ad una condizione ‘faro’ tutto ma solo con una maschera di protezione’. Mia madre sorride e mi risponde che saro’ sempre io a decidere queste cose. Si, questa e’ l’unica condizione che pongo.

Tramite i suoi contatti mi procura un provino con una piccola casa di produzione del centro Italia. Non so perche’ ma non sono imbarazzata. E’ come se lo facessi da sempre. Mia madre sempre presente ovviamente. Mi presenta. Mi spoglia. Mi spiega cosa fare e cosa non fare. E io faccio tutto quello che mi dicono. La prima volta, con un attore, faccio lavori di bocca, mi scopano e mi penetrano dietro. Tutto avviene come se ci fossero dei tempi prestabiliti. Che ci sono in effetti. I movimenti, le posizioni, i tempi, gli atti. Tutto deve seguire un canovaccio ben preciso.

Ogni film che giro ha qualcosa in piu’. Doppie penetrazioni con cazzi che sono sempre di grosse dimensioni. Sanno cosa fare. Sanno come muoversi e questo, lo ammetto, mi piace e mi fa godere. Per me e’ comunque un divertimento. Godo ancora in tutto questo. Poi iniziano le orge con altre donne come me. Esibizioniste inguaribili che coi loro mariti o fidanzati o amiche del cuore vengono a farsi filmare per il loro piacere personale: una mascherina e una parrucca per non farsi riconoscere. Mi piace pero’ quando ci sono altre persone che in maniera amatoriale lo fanno con me. E’ piu’ naturale. C’e’ sempre un attore o due con maggiore professionalita’ pero’. Sanno i tempi e sanno le posizioni giuste. Ci guidano in qualche modo.
In alcuni episodi mia madre partecipa. Non ce la faceva piu’ ad aspettare. E’ scatenata. Sa come mettersi. Sa cosa fare per piacere. Chiede lei di fare sempre di piu’. Due alla volta. Tre alla volta. Gang bang. Uomini di colore con membri enormi che chiede anche a me di far godere insieme a lei per un episodio a quattro. Non me l’aspettavo ma per la prima volta mi infila due dita nella vagina per farmi bagnare fino ad arrivare ad infilare la mano intera. Gocciolo fin sulle cosce. Non capisco piu’ nulla; poi sento un cazzo enorme dentro di me che mi scopa senza sosta alcuna, alternando la mia fica ormai larga a quella di Simona. Per poi passare ai nostri culi enormi in bella mostra per la videocamera. I cazzi cosi’ larghi servono ad aprirci bene il buchetto per farlo riprendere spalancato quando zoomano su di esso appena il cazzo esce. Avanti cosi’ finche’ serve. Senza lamentarsi e sempre sorridendo e mostrando piacere anche se a volte, oltre al piacere, c’e’ il dolore provocato da uccelli veramente grossi e duri com il ferro forse anche per le ‘pilloline blu’ che vedo circolare fra gli uomini per aiutaresi con l’erezione che capisco essere difficile da mantenere per cosi’ tanto tempo. Si arriva a prendere due cazzi nella propria vagina. Sempre piu’ aperta e accogliente. Perche’ il limite si sposta sempre piu’ in la’. E anche perche’ c’e’ sempre qualcuna che e’ disposta a dire ‘lo faccio io’. Siamo delle esibizioniste pazzesche. Vogliamo essere anche delle prime-donne. E quindi ecco il cercare sempre il getto di sperma piu’ corposo, piu’ forte, piu’ duraturo per potersi riempire la bocca, la faccia il seno e perche’ no la fica di quel liquido denso e biancastro. Ormai io e Simona ce lo passiamo di bocca in bocca. Non ci sono piu’ limiti. Siamo due troie senza piu’ confini. Ci facciamo usare da tutti. Io non riesco piu’ a capire cosa provo. Forse sono arrivata al limite. Forse l’ho superato. Adesso basta. Voglio fermarmi.

Chiamo mia madre Simona e glielo dico: ‘voglio fermarmi. Credo di essere arrivata al MIO limite. Forse non e’ il tuo. Ma e’ sicuramente il mio.’
Lei sorride. Come sempre. Calma. Mi sorprende quando mi dice: ‘sono contenta di sentirtelo dire. Anch’io ero sorpresa di vedere come ti stessi spingendo sempre piu’ in la. Avevo timore che non riuscissi piu’ a fermarti. Pero’ solo tu potevi capire quale era il tuo limite. Se te l’avessi detto io o qualcun’altro non lo avresti accettato.’

Ora sapevo meglio chi ero e cosa mi piaceva veramente. Avevo esplorato tutto quello che volevo esplorare. Il resto non mi interessava. Non mi attirava.

Il mio ‘tutto’ era cio’ che avevo fatto fino a quel momento.
Siamo arrivati alla fine di questo racconto.

Avro’ annoiato la maggior parte dei lettori.
Interessato qualcuno.
Appassionato pochi di voi. Per questi ultimi ho deciso di raccontare la mia storia.

Tutti gli episodi raccontati sono stati vissuti in prima persona. Nessuna eccezione. Nessuna fantasia.

Il personaggio di Simona, vera protagonista di queste storie, e’ invece… Laura. O, se preferite, Laura e’ Simona. Sono io che mi specchiavo con me stessa nelle diverse eta’ della mia vita. Da quando ho iniziato ad avvicinarmi al sesso piu’ spinto a 21 anni fino all’eta’ attuale, 43. Prima accompagnata da donne piu’ grandi di me e poi io accompagnatrice di donne piu’ giovani.

Qualcuno ci sara’ rimasto male. Mi dispiace, veramente, ma l’ho fatto solo per rendere piu’ interessante il racconto e per stuzzicare la vostra fantasia.

Qualcuno, invece, si sara’ tranquillizzato. E ne sono contenta.

Sono solo racconti.

This is the end
beautiful friend
This is the end
My only friend, the end
It hurts to set You free
But You’ll never follow me
The end of laughter and soft lies
The end of night we tried to die
This is the end
(Jim Morrison)

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