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Racconti erotici sull'Incesto

Ma che zia!

By 25 Marzo 2008Dicembre 16th, 2019No Comments

Mia Zia.
Non bella, diciamo piacente. Prossima alla cinquantina. Formosa. Scura.
Culo largo, tette discrete per le quali non hai mai usato il reggiseno.
Rapporti freddini, auguri per telefono, un paio di pranzi coi parenti all’anno.
Ho quasi più rapporti coi vicini.

Capita che lo zio debba cambiare PC.
Chiede a me e gli dico “ci penso io”.
Mi procuro un PC di bassissimo livello, tanto deve navigare poco e scrivere due righe ogni tanto.
Lavora a turni quindi mi organizzo con la zia, Giovanna, per cambiare il tutto.

Un sabato mattina mi presento con tutto il necessario.
“ciao, vuoi una mano?”,
“no, lascia, mi fa bene far un pò di scale”.
In 10 minuti ho tutto in casa.
“hai bisogno di me? non credo, mi metto a stirare. Se hai bisogno son qui.”
“nono, tranquilla. magari dopo ci prendiamo un caff&egrave”.
La sento armeggiare, che prepara il tavolo da stiro e la vaporella.
Butto l’occhio, sboink!
ha un vestitino leggero, diciamo una canotta larga, verdina.
d’un tratto mi sovviene che non porta il reggiseno… devo verificarlo!
“Giovanna, sai se la disposizione del monitor deve restare questa?”
arriva, “mah, non mi ha detto nulla, penso di si”.
Intanto i miei occhi indagano e confermo, non porta il reggiseno!

Armeggio con il PC, le manovre mi vengono in automatico, il mio pensiero &egrave fisso sulla zia.
Non l’ho mai pensata in quel modo.
Ok, ne ho scopate di meglio, ma sarà il fatto di osare, del proibito, che non penso ad altro.
Il PC &egrave bell’e pronto, con tutto il software, ma devo trovare una qualche scusa per restare ancora qui.
Comincio a navigare in rete.
Penso a come poter sbirciare sotto quella canotta.
A come potrei farmi avanti… il rapporto tra lo zio e la zia non &egrave dei più rosei, lui va a puttane
regolarmente… chissà, magari ha bisogno di sesso, magari s’&egrave già attrezzata.

Sento i suoi passi, mi concentro sullo schermo.
“come procede?”,
“bene, mi ci vorrà un pò per installare i vari programmi, ma dovrebbe andar tutto liscio, grazie”,
“dopo faccio il caff&egrave, ne vuoi?”,
“perch&egrave no… anche se fà caldo, magari lo facciamo freddo”,
“hmm, lo preferisco caldo e lungo”.
Si gira e entra nella prima stanza, a ridosso di questa, il bagno.
Subito abbandono la scrivania e mi porto alla serratura.
Si sta sedendo sulla tazza.
Fà pipì.
Si pulisce con la carta, alzandosi girata verso la porta.
Ha una folta peluria, ma sembra solo sul monte di venere.
Cazzo, sta uscendo.
Mi tuffo in camera, il cuore schizza a mille.
“allora faccio il caff&egrave, tra qualche minuto sarà pronto”.
Devo rilassarmi, ho le mani che vibrano, non tremano, vibrano dalle pulsazioni schizzate a mille.
Apro un sito con le previsioni meteo…
Piano mi riprendo.

“il caff&egrave &egrave pronto”,
“arrivo”.
vado in cucina, &egrave seduta al tavolo, a capotavola, sta fumando.
Le gambe accavallate, con lei seduta preticamente in punta di sedia, mostrano in bell’evidenza le gambe.
Un pò grosse, ma liscie, scure, interessanti insomma.
Le passo oltre e raggiungo la moka.
Mi verso una tazza e resto dietro di lei, a zuccherare e mescolare.
Mi accendo una paglia e resto in piedi, con la scusa di star sempre seduto.
Così, da posizione elevata indago oltre le sue spalle, dentro la sua scollatura.
“torno di là”,
“fai pure, almeno stai al fresco”,
“beh, apri la finestra, fai girare l’aria”,
“macch&egrave, col caldo che fà sta macchinetta, se faccio girar l’aria mi becco un malanno…
… meglio una bella sudata”.

Mi rimetto al PC, nel sedermi sento che il mio arsenale &egrave in parte in tiro.
Mi allungo per raggiungere la borsa, sul letto, e dal corridoio vedo metà di lei.
Sì, alla fine del corridoio, ha il tavolo per stirare poco oltre il muro di destra, così praticamente,
vedo la sua metà posteriore.
La mano scivola al pacco, a stringerlo, sento il sangue che fluisce, devo strizzarlo un pò e sistemare le mutande.
Mi siedo sul letto, allungo la mano sotto i pantaloncini a afferro l’asta, cristo s’&egrave duro!
Da dove sono posso osservarla e segarmi in tranquillità, certo, se si gira mi vede.
Ma con l’altra mano prendo la borsa e la metto sul letto in verticale, con dentro la mano sinistra, pronto a
simulare di cercare qualcosa.
Immagino di poter saggiare quel culo, così pieno… e poi i capezzoli… con due tette di marmo così chissà
come saranno i capezzoli…
.
Vado in bagno, da lì ho una visione più angolata, dovrei star sulla porta, troppo scoperto.
Mi addentro nel bagno, uso lo specchio per vederla riflessa, perfetto.
Così sono sul bordo della vasca, cazzo in mano. C&egrave anche poca luce, se si gira mi alzo e apro l’acqua.
Però a star seduto mi cala la libido, mi alzo, mi appoggio al lavandino, faccio uscire il pacco ed appoggio
i coglioni alla ceramica.
Il freddo contatto mi fa rizzare ancora di più.
Son prossimo a venire, indugio ancora una volta sul suo di dietro e poi chiudo la porta, per finire il lavoro.
Pochi attimi, chiudo gli occhi “si,si!” e schizzo.
uno, due, tre, sullo specchio.
Comincio a rilassarmi, mi immagino il suo sapore, poi strizzo il glande per svuotarlo ben bene.
Prendo della carta e pulisco.
Già che son lì, mi lavo il pacco nel lavandino e poi mi asciugo bene bene.

Apro la porta, guardo verso la zia, non &egrave alla sua psotazione, mi giro per andare in camera…
E’ lì, seduta davanti al PC, gambe incrociate, braccia incrociate, seria che mi guarda.
“ma ti sembra il caso?”,
“co..cosa?”,
“di farti una sega nel mio bagno, anzi sul mio lavandino!”
“azz, scusa, ero eccitato, avrei dovuto trattenermi”
“eccitato?, immagino! avrai cominciato a masturbarti qui.
Ho sentito la porta del bagno chiudersi, son venuta a vedere, volevo dirti di usare l’aciugamano blu,
ho sentito si, si, e ho guardato dal buco, un bel primo piano del tuo coso che schizza”
“scusami ancora, ho esagerato, ma ho pulito, e in camera non ho fatto nulla, te l’assicuro”.
“perbacco, sei come i conigli? due secondi e hai fatto?”

“ma no, come tutti c&egrave voluto … un pò”, chino lo sguardo.
non dice niente…
“ma… allora eri in bagno a toccarti, e perch&egrave hai chiuso la porta solo all’ultimo? speravi che passassi
di lì per darti una mano?”, sembra abbastanza incazzata ora.
“no giovanna, non &egrave così. Cio&egrave, avevo la porta aperta… ma perch&egrave così potevo vederti rifelssa nello specchio”. appena finita l’ultima parola vado diretto in cucina, non reggo il suo sguardo, e poi ho bisogno di bere.

Un buon minuto dopo mi raggiunge in cucina.resta sulla porta, zitta, sembra pensierosa.
“non avevo capito, Riccardo, se avessi capito subito non ti avrei detto niente”.
“no zia, hai ragione ad incazzarti, pensa se tu venissi a casa mia… no, niente, l’esempio non regge”. divento rosso.
“già”, dice, cominciando a ridere “bell’idea, vengo a trovarvi, mi porto il vibro, vado in bagno e mi masturbo fino a venire”.

“dai, non ti preoccupare, se son stata io a farti eccitare la cosa non mi dispiace più di tanto,
tuo zio non mi guarda e non mi tocca più. in fondo che male c&egrave, voi giovani avete energie da vendere e una sega non fa male a nessuno”.
dicendo così si sposta dalla porta.
mi rilasso, penso .

Esco dalla cucina e s’&egrave rimessa a stirare, mi dà le spalle. la scorro lentamente con gli occhi.
Sto per dirigermi al PC, poi invece la raggiungo.
le metto le mani sulle spalle, lei sobbalza.
fa per girarsi, faccio un pò di resistenza, ma mi allungo e le dico “grazie zia” e le do un bacio sulla
guancia. Poi vado in camera.
Con calma spengo tutto e faccio sù le mie cose.
Prendo la borsa ed esco dalla stanza.

E’ sull aporta della cucina, che mi aspetta.
“qui hai finito?”,
“si, direi di si”. guardo comunque in basso.
“dai, non ti abbattere! davvero guarda, in fin dei conti mi hai fatto un piacere incredibile.
Vuol dire che ancora piaccio, e che quel gesso ti tuo zio non capisce un cazzo.
Davvero, fatti una risata e scordati cosa ti ho detto subito”.
“ok zia, grazie ancora. la prossima volta vedrò di trattenermi”, mentre sorrido.
“mah, chissa se riuscirai a trattenerti, se hai fatto ciò vuol dire che proprio non resistevi…”
“ok, alla prossima, fammi sapere dallo zio se il PC &egrave poi a posto”.
“tranquillo, lo sai com’&egrave, se c&egrave qualcosa che non va te lo fa pesare, ciao”.
“ciao”, mentre esco dall’appartamento.

Il pomeriggio dopo, alle 16 circa, suona il campanello.

I miei son fuori, a trovar i nonni.
Non aspetto nessuno, se non per la sera.
“chi &egrave?”
“sono Giovanna, c&egrave tua madre?”
“ah, ciao, no, non c&egrave, &egrave a trovar i nonni, tornano verso ora di cena”.
“me lo offri un caff&egrave? passavo di qui…”
“ah, sisi.” e apro.

-> continua Eccomi col proseguimento del racconto.

Il pomeriggio dopo (domenica), alle 16 circa, suona il campanello.

I miei son fuori, a trovar i nonni.
Non aspetto nessuno, se non per la sera.
“chi &egrave?”
“sono Giovanna, c&egrave tua madre?”
“ah, ciao, no, non c&egrave, &egrave a trovar i nonni, tornano verso ora di cena”.
“me lo offri un caff&egrave? passavo di qui…”
“ah, sisi.” e apro.

Ma cazzarola, ora che faccio?
Poi perch&egrave vuol veder mia madre?
Vabb&egrave, resta calmo.
Idea! Occhiali da sole.

Eccola che sale le scale ed entra nell’appartamento.
“Ciao”.
“Ciao, fa caldo eh?”.
“Non troppo, in compenso qui in casa c&egrave un bel freschino”.
“Dai, accomodati che preparo il caff&egrave, ti porto anche dell’acqua”.
Così facendo la faccio accomodare in sala, la zia &egrave vestita leggera, con un abito al ginocchio, leggermente

scollato, immagino ben più scollato dietro, devo averglielo già visto addosso tempo fà.
Scarpe aperte, con un tacco basso.
Mi dirigo in cucina e accendo la macchinetta, preparo il filtro.
dalla sala “Posso fumare?”.
“Certo, lo sai che fumiamo tutti”.
Così me ne accendo una anche io.
I caff&egrave son pronti, porto di là le tazzine, poi lo zucchero, poi due bicchieri, poi l’acqua.
“Che servizio! facevo prima venire in cucina io che a farti lavorare così tanto per un caff&egrave”.
“Dai, figurati, non mi pesa affatto e poi dopo la figura di ieri puoi chiedermi quel che vuoi”.
mentre mescola il caff&egrave… “attento a far certe affermazioni, potrei prenderti sul serio…”.
Ecco, lo sapevo, io a non star zitto… zitto devo stare, lascia fare a lei e vedi cosa vuole.

“Perch&egrave quegli occhiali? hai fatto le ore piccole?” mentre sorseggia il caff&egrave.
“Già, forse &egrave quello, cmq la luce forte mi infastidisce”.
“… allora i tuoi son via? quando hai detto che rientrano?”.
“di solito per cena, dopo i nonni vanno a far spesa”,
“se hai bisogno della mamma la chiamo al cellulare, oppure mi lasci detto… (ecco la genialata)… oppure

passi stasera dopo cena, che li trovi di sicuro”.
“no guarda, niente che non possa aspettare”.
“ok”.
“maa, sembri ansioso che me ne vada … o sbaglio?”.
“manno, figurati”.
si verse un bicchiere d’acqua e sorseggia, sembra pensare a qualcosa…
“posso usare il bagno? mi dò una rinfrescata e poi riprendo la passeggiata”, mentre dice queste parole si alza.
“si, certo, spe’, controllo sia in ordine”. La precedo in corridoio e controllo che in bagno sia tutto ok.
nell’uscire ci incrociamo sulla porta, ha con s&egrave la borsa.
“tutto a posto”, con un bel sorriso.
Lei entra e chiude la porta, non a chiave, non le mettiamo nel caso qualcuno si senta male.
Mi allontano giusto di qualche passo, poi son troppo curioso e anche da un paio di metri, chinandomi riesco a

vedere attraverso il buco…

Si &egrave seduta sul sedile.
Mi tolgo gli occhiali, verifico che in corridoio non ci sia troppa luce (si rischia di esser beccati).
Bene, penso, vediamo come ce l’hai…
Giovanna fa pipì, poi si pulisce… poi si alza… eh? non ha tirato su le mutande… orca vacca… non le

porta! M’ha fregato, senza mutande non tira su la gonna e non le vedo la micia…
Mi allontano, se ha già fatto ormai esce…
Passa qualche istante, forse un minuto… mi avvicino, vado in camera, &egrave lì a fianco.
Non sento rumori provenire dal bagno… DEVO guardare… mi chino e controllo dal buco.
Spettacolo… lo aveva detto ieri… “bell’idea, vengo a trovarvi, mi porto il vibro, vado in bagno e mi

masturbo fino a venire”…
S’&egrave tolta il vestito… &egrave completamente nuda, eccetto per i sandali.
Una gamba poggia sul bid&egrave.
Si sta toccando… con una mano tiene aperte le labbra, con l’altra si tocca il clito e tutto molto

lentamente…
E’ girata verso la porta, non riesco a vedere la faccia, non so dove stia guardando, ma potrei scommettere.
Vedo che si allunga e riappare con in mano un dildo, un vibratore insomma!
Cazzo, l’aveva detto e lo fà davvero…
E’ color carne (sembra), lo passa più volte sul clito e poi lentamente se lo infila.
Il mio attrezzo sta pulsando… infilo una mano e lo prendo in mano, cazzo zia… &egrave questo che vuoi?
Lei lavora imperterrita, dentro, fuori, dentro fuori… con l’altra mano resta continuamente sul clito…
Che fà?
Si toglie il dildo e scende a terra con la gamba…
Si china, o mio dio… si stende a pancia alta per terra… e riprende…
Ho una visione perfetta, ora le vedo anche il volto… si passa più volte la lingua tra le labbra…
Oh cazzo, &egrave troppo palese, dai…
Ok, fatta una figuraccia, posso anche farne un’altra…
Ma a modo mio mi paro il sedere…
Prendo al volo il cell, fotocamera.
Spe, così non va, mi denudo, il pene bene sull’attenti e scappellato, cellulare in mano.

Apro la porta, piano… lei ci sta dando dentro…
Click.
“Eccomi Giò, non ho le pile ma se &egrave questo che vuoi io son qui.”
“Era ora, dai, son tutta tua…”.
mentre dice così si toglie il dildo e lo lancia via, si prende le gambe per le ginocchia e se le tira al petto

divaricate, mostrandomi la micia in primo piano…
Entro in bagno.
Mi accocolo a terra, vicino a lei, le sollevo il bacino con le mani, di un buon mezzo metro.
Mi chino e comincio a leccarle la passera.
Ma quanto &egrave bagnata!
Lecco e mordicchio il clito.
Lei ansima e dice qualcosa, ma non comprendo.
Continuo a leccare, con la lingua che indugia in profondità.
Comincia ad agitare il bacino, verso la mia bocca, la mia lingua, come se la stessi fottendo con essa.
Rush finale, mi avvicno ancora un pò, con un colpo secco le alzo il bacino ancora e lo appoggio sul mio petto,

così libero una mano. Due dita volano ad allargare le grandi labbra, così riesco a leccarla meglio e in

profondità.
Pochi secondi e viene! Eccome se viene, si contorce e mugula… io non smetto, a fatica le tengo il bacino

fermo sul mio petto.
Lentamente rallento e lei riprende controllo del respiro…
mi guarda… “fantastico”.
Le dico “baciami”.
Così dicendo le adagio il bacino a terra, così solleva il busto e mi abbraccia.
Poi ci baciamo, &egrave tenera ma volitiva, guida lei, la assecondo.
Il bacio si protrae, sembra non baciare da tanto…
Ho le mani sui suoi fianchi, le sposto leggermente sulla schiena, in modo da far presa e sollevarla.
Un colpo di reni e mi alzo, sostenendola a braccia.
Lei ancora mi bacia, cerca di aiutarmi ad alzarla, quindi mi cinge con le gambe. Perfetto.
Libero una mano, cerco il mio attrezzo e lo dirigo verso la sua micia.
Lei capisce, smette di baciarmi, allontana il viso dal mio, tiene gli occhi chiusi, si mordicchia le labbra…
Sembra non aspettare altro…
Un colpo secco e son dentro, le geme, abbassa il capo.
Io lentamente comincio ad entrare ed uscire, con movimenti ampi e lenti…
La sua micia &egrave accogliente, calda, umida, scivolo in lei senza problemi.
Rialza il capo, mi guarda fisso negli occhi…
Poi mi bacia, con calma e passione, e comincia a seguire il mio movimento, apliandolo.
Rallento, mi porto in camera, continuando il movimento dentro di lei.
Raggiungo il fondo del letto, la adagio sulla schiena.
Un colpo poderoso di bacino e si lascia andare, le nostre labbra si staccano e si abbandona sul letto.
Io prendo le sue gambe e le porto sul davanti, con i piedi attorno al mio collo.
Comincio a pompare, ora son più libero nei movimenti.
Mi appoggio con le mani sul letto. La sento alzare il bacino verso di me, ha tanta voglia di essere riempita.
Mugola, si contorce, tiene gli occhi chiusi.
Rallento. Esco da lei e mi chino a leccare la micia.
Con una mano mi raggiunge la testa e passa le dita nei miei capelli.
metto le mani sotto le sue natiche e con un sol gesto la giro, voglio prenderla da dietro.
La faccio mettere in ginocchio sul letto.
Struscio un pò la cappella gonfia sulla grandi labbra, lei si muove, cercando di farsi penetrare.
Entro ancora in lei, e comincio lunghi movimenti, fino a riuscire completamente, voglio che senta ogni

centimetro del mio sesso entrare ed uscire da lei.
Ottengo ciò che volevo… “non resisto, fammi godere…”.
Tolgo le mani dai fianchi e mi fermo, comincia a muoversi lei, verso il mio bacino e lontano da esso.
Aumenta sempre più il ritmo.
Orami son prossimo a venire, voglio comandare io gli ultimi giri di valzer.
Mi riaggancio ai suoi fianchi, la stringo a me, tirandola in dietro, la costringo ad alzare il busto,
allungo la sinistra e prendo una copiosa manciata dei suoi capelli neri, un pò le farà male, ma &egrave in estasi.
stacco la mano destra da lei, e così la guido all’orgasmo.
I miei colpi diventano secchi, potenti, non c&egrave più un ritmo cadenzato, vorrei sfondarle quella passera, e so

che lo vorrebbe anche lei.
Le sussurro “sei mia…”.
A fatica mi dice “…sono tua..”.
Comincio a venirle dentro, nell’atto stringo più forte i suoi capelli e la tiro a me.
Si lascia andare, viene anche lei, all’unisono, si tocca i seni, mentre mugola e si contorce dal piacere.
Lascio la presa sui suoi capelli, lei di affloscia in avanti, sono ancora dentro lei.
Continua lentamente il movimento, facendomi svuotare completamente i coglioni.

Infine esco da lei, che resta così, col sedere in alto, appoggiata sulle ginocchia e con la testa abbondanta

sul letto.

“grazie Giò”, le dico, mentre vado in bagno per farmi una doccia, sono madido di sudore.

Quando esco dalla doccia lei &egrave sul bid&egrave, si sta pulendo e lavando.
Mi asciugo e lei si alza, mi viene incontro.
“Grazie Ricky, hai fatto di me una donna felice”.
La bacio.
“ora tocca a me farmi una bella doccia”.

10 minuti dopo esce dal bagno, rivestita, composta.
Io ho preparato un altro caff&egrave, e acceso la tv a basso volume.
Beve il suo caff&egrave, e mi dice “siamo pari”, mi bacia ancora e poi se ne va.
Meglio così, non saprei cosa dire.
Non la seguo e non la saluto ulteriormente.

Ma che zia!

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