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Anime dannate 12 Bastardo

By 27 Gennaio 2014Dicembre 16th, 2019No Comments

Sto riprendendo fiato, sono veramente stravolto, ho completamente dato tutto di me stesso, come anche lei.
Quello che immaginavo, &egrave stato perfettamente realizzato.
Essere il primo in lei, mi inorgoglisce,
La guardo ancora china nella posizione iniziale, anche lei sta prendendo fiato.
Si sta ancora lamentando, mentre l’accarezzo sulla schiena facendogli sentire il mio peso senza esagerare.
– Tu sei completamente fuori di testa, sei un pericolo pubblico.
Rido di gusto;
– Il pericolo sei tu, che vai in giro con un fisico del genere e per giunta vestita in questo modo
– Mi sono vestita per te, ma, se sapevo che finiva così, col cavolo che lo facevo.
Rido ancora accarezzandole la testa e stropicciandogli i capelli con fare burlesco.
– Era inevitabile. Troppo bello per lasciarlo a altri, magari dei mocciosi senza esperienza che avrebbero distrutto questa opera d’arte e, così dicendo, le accarezzo il sedere ancora alto.
Solo in quel momento si rende conto della sua posizione, si abbassa veloce.
Si tocca per essere sicura di essere ancora tutta intera;
– Si, sei proprio un bastardo, mi hai completamente distrutta.
Si appoggia alla scrivania e si alza dolorante, i primi passi sono confusi, si legge il dolore fisico sul suo viso.
– Sei stata brava…
– Sei stato stronzo, non so cos’altro puoi pretendere da me!
– Le vie del signore sono infinite.
Mi guarda con un misto di odio stupore;
– Dio mio, ho trovato un pervertito fatto e finito.
Mi alzo e le vado vicino, l’accarezzo lascivamente e le bacio il collo;
– Che ne dici di un bel bagno ristoratore? Farà bene a tutti e due
Mi guarda;
– Ma pensa, va a finire che abbiamo sofferto in due…
Faccio un viso istrionico e le faccio la lingua, poi parlo;
– Credi sia stato facile farmi strada in quel bocciolo stretto’ &egrave stata una sofferenza!
Lei si guarda attorno cerca qualcosa, trova un asciugamano e me lo lancia ridendo;
– Che bastardo, che fottuto bastardo, ma Luisa, sa veramente chi sei?
Apro l’acqua, lascio che la vasca si riempia, uso i profumi che l’albergo mette a disposizione e mi immergo, il tiepido calore, &egrave un afrodisiaco, mi insapono e con un dito faccio cenno a Patrizia di entrare;
– Forza Piccola ribelle, vieni qui che ci penso io a lenire le tue ferite.
Lei guarda l’acqua, si &egrave accorta che qualcosa sta emergendo e non &egrave una mano;
– La tigre che dice alla gazzella di abbeverarsi che tanto lei e già piena e non le farà niente…
Appoggia una mano sul bordo della vasca e la scavalca con fare gigionesco, poi, sensualmente si sdraia dall’altra parte e con un piede si appoggia al sesso ormai teso;
– Cosa abbiamo qui? Vedo qualcosa che prima non c’era, siamo mica a Lourdes che l’acqua fa miracoli?
Godo di questo momento di estrema gioia, mentre anche un mio piede cerca le sue intimità.
Incrociamo gli occhi, improvvisamente una cappa erotica, &egrave scesa tra noi.
Lei si sposta alzando il bacino e si appoggia al dito più grosso del piede sfregandosi contro, fa in modo che entri leggermente e se lo scopa;
– Per ora mi accontento di questo: farabutto.
Si piega verso di me e cerca il sesso, lo pulisce dal sapone e guardandomi fissa negli occhi, scende a prendere il suo piacere.
Allargo le braccia bloccando le mani ai bordi della vasca, la guardo danzare sul mio piede, il suo viso prende espressioni che ormai conosco.
La bocca stretta, unita alla lingua e alla mano, ottiene il suo risultato.
Lo sento vibrare, duro, pronto, lo sente anche lei.
Si alza dal dito e si spinge più avanti portando il suo corpo all’altezza del mio sesso, appoggia delicatamente le grandi labbra già pronte e dischiuse e si abbandona prendendosi il suo regalo.
Stringe gli occhi, ma continua a guardarmi, le sue mani si uniscono alle mie.
Stupendo.
Guardo il sapone che le scende dal corpo, i seni semi coperti, turgidi, la reazione della pelle al contatto le ha fatto venire la pelle d’oca, ammiro le crepe dei capezzoli tesi, mi alzo per succhiarne uno; lei si lascia prendere e continua il suo piacere, da il suo ritmo, non posso fare altro che seguire.
Seguo affascinato i fianchi emergere dalle acque,riconosco l’inizio di quei glutei che poco prima mi hanno fatto impazzire e un fiotto di adrenalina parte per la tangente.
Le gambe di Patrizia si stringono ferocemente, la testa, &egrave portata all’indietro e i bacini sbattono decisi.
Solo il rumore dell’acqua.
Vedo le contrazioni, sento il ritmo crescere, il respiro affannoso, lei, &egrave prossima al suo esplodere.
Le mie mani lasciano i bordi della vasca e s’appoggiano sui glutei per dare forza ulteriore alla sua cavalcata.
La sento gemere e abbandonarsi definitivamente.
Registro nella mia testa queste fasi emotive, lei, sta cercando un respiro normale, vedo i seni danzare, il cuore, &egrave ancora in fermento e io sono ancora molto eccitato.
Ha ancora gli occhi chiusi e la testa abbandonata sul bordo della vasca, il suo sesso, &egrave ancora imprigionato con il mio, un pensiero torbido giunge come un fulmine nella mia testa e si trasferisce all’inguine;
– Girati…
Lei apre di scatto gli occhi e mi guarda preoccupata;
– Cosa ti passa per la testa adesso? Non ne hai ancora abbastanza? Mi fa ancora male da prima…
– Voglio insegnarti un altra cosa, girati.
La parola insegnare, &egrave la parola giusta per lei, la sua curiosità ha il sopravvento.
Si gira dandomi le spalle, io la istruisco;
– Metti le mani sui bordi della vasca e fallo senza uscire da me, ci muoviamo insieme.
Così dicendo, le prendo i fianchi e la spingo a mettersi in ginocchio.
L’operazione, &egrave più difficile del previsto, per un attimo ci stacchiamo, ne approfitto per posizionarla bene;
– Ecco brava, appoggiati e tieni il sedere fuori dall’acqua.
Si gira, la vedo che &egrave tesa;
– Non T’azzardare…
La interrompo, mi unisco a lei e entro nella vagina infuocata e comincio a ballare con lei, Patrizia si tranquillizza e prende il mio ritmo sospirando soddisfatta, io, mi sdraio quasi completamente sopra lei, sono in ginocchio, leggermente rialzato, avvicino la mia bocca al suo orecchio destro, comincio a leccarlo strappandole altri gemiti di soddisfazione, poi, lo mordo e infine parlo;
– Hai mai sentito parlare della doppietta?
Mi guarda stranita, ha lo sguardo lascivo, non capisce, o non conosce;
– Hai detto che ti piacciono le novità e le sorprese.
Risponde dietro a una mia spinta intensa e profonda;
– Si….
– Allora rilassati e impara, questo, sicuramente, non l’hai mai fatto con nessuno.
Vado a cercare le sue mani poggiate ai bordi e le stringo per darle sicurezza e per fermarla quando cercherà di scappare, esco delicatamente, sposto il sesso leggermente più in alto e spingo sul piccolo bocciolo, lo trovo di nuovo stretto e chiuso; forzo il passaggio facendola urlare;
– Nooo, fermo, mi fa male…
Mi avvinghio a lei, la vasca piccola e il mio peso sulla schiena, non le danno possibilità di scappare, Entro completamente in lei, appoggio lo scroto alle sue natiche e aspetto che si calmi;
– Fai piano per Dio,..
Io sono ancora con la bocca vicino al suo orecchio, comincio a muovermi nel suo corpo;
– Adesso ti insegno cosa significa fare una doppietta…
Ansima e non risponde, e contratta e tesa.
Aumento il ritmo e do stoccate più secche facendola vibrare e gemere, poi, improvvisamente esco da lei e rientro nella sua vagina facendola sobbalzare.
Pochi secondi, pochi colpi decisi e si cambia di nuovo facendola urlare ancora.
Continuo diversi minuti con questo gioco licenzioso, poi, sento che cresce il mio piacere.
Le mordo l’orecchio, sono veramente vicino, lei, &egrave spossata e ormai attende solo di sentire il mio caldo nettare spargersi in lei.
Sussurro ancora;
– Dove?
– Cosa?
– Dove vuoi che venga?
In quel momento la sto sodomizzando;
– Rimani li…Ti prego, non cambiare ancora
Chiedimelo.
Rimane in silenzio, sento il respiro: una spinta profonda a farla imprecare;
– Ti prego, vieni…
– Dillo per bene…
– Bastardo, sei un bastardo…
– Dillo!
– Ti prego, non ne posso più, vieni nel mio culo…
Il resto, &egrave solo esplosioni e gemiti.

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