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Finalmente a casa

By 12 Novembre 2018Dicembre 16th, 2019No Comments

Finalmente infilai la chiave nella toppa di casa mia ed entrai. Mi lasciai alle spalle il vento gelido che soffiava fuori e mi lasciai sfuggire un sospiro di sollievo avvertendo il tepore nell’ingresso. Mi tolsi il cappotto e lo appesi all’appendiabiti. Poi mi tolsi gli stivaletti con il tacco alto. Facevo tutto con calma, quello era il momento della giornata che preferivo e come ogni sera me lo volevo godere appieno.
Andai in cucina e mi preparai una bella tazza di tè bollente, ne bevvi un sorso e me la portai in bagno. Chiusi la porta e accesi la stufetta elettrica, dovevo togliermi di dosso quel maledetto freddo che mi era entrato fin dentro le ossa.
Mi sedetti sul water e svuotai con sollievo la vescica, mi alzai e tirai lo sciacquone, mi avvicinai alla vasca e aprii l’acqua calda. Mi tolsi le calze a rete e guardai il disegno che lasciavano sulle mie belle gambe dritte e sode e sui miei piedi che tenevo sempre curati e smaltati. Sgranchii le belle dita ce quella sera avevano le unghie smaltate di rosso.
Mi sfilai dalla testa il vestitino nero e mi guardai in intimo nello specchio: i miei occhi verdi spiccavano sul mio viso ovale, avevo un bel nasino all’insù e le labbra carnose. I miei lunghi capelli mossi erano castano chiaro. La mia terza di seno, ora chiusa nel reggiseno di pizzo nero, stava su anche senza quel sostegno. Avevo un piercing sull’ombelico, proprio al centro della mia pancia piatta, ma non troppo magra. Ma il mio punto forte era il sedere, tondo, alto e sodo.
Liberai finalmente i miei seni sodi e con i capezzoli tondi e scuri dal reggiseno che li teneva prigionieri e lo lasciai cadere a terra, li massaggiai con delicatezza e poi mi sfilai il tanga coordinato con il reggiseno rimanendo completamente nuda.
Nel frattempo la vasca si era riempita di acqua bollente, chiusi il rubinetto e mi ci immersi lentamente. Adoravo sentire l’acqua calda che quasi mi bruciava la pelle, rimasi ferma per qualche istante, poi insaponai la spugna ed la passai sul mio corpo che si stava lentamente rilassando: iniziai dalle spalle, scendendo lungo le braccia e risalendo verso il petto, scesi sulla pancia, e poi sulle gambe, arrivando fino ai piedi. Per ultima lasciai la zona intima, sulla quale indugiai un po’ di più, provocandomi un leggero piacere.
Posai la spugna e mi lasciai scivolare nella vasca, facendomi arrivare l’acqua al mento,
Ero al massimo del relax: avevo gli occhi chiusi e la testa appoggiata alla vasca, l’acqua calda mi avvolgeva come una morbida coperta, con le dita massaggiavo i miei capezzoli sensibili, mentre sentivo un lieve fremito fra le mie gambe.
Pian piano scesi con la mano destra, sfiorai il clitoride che stava iniziando ad eccitarsi, ma iniziai a massaggiarmi la parte intorno, accuratamente depilata, pregustandomi il piacere che sapevo stare per provare.
Allargai un po’ le gambe, mettendomi più comoda; ormai ero eccitata, perciò dopo poco, il mio dito giunse al centro del mio piacere, massaggiandolo con movimenti circolari, mentre con l’altra mano continuavo a stuzzicarmi il capezzolo turgido.
Mi toccavo con calma, non avevo nessuna fretta, ma solo la voglia di prolungare il più possibile il piacere che sentivo salire pian piano dentro di me.
Gemevo piano, senza esagerare le mie sensazioni, ero sola e nessuno aveva bisogno di sapere se mi stava soddisfacendo oppure no. Sapevo come toccarmi provocandomi il piacere più intenso possibile.
Iniziai a sentire avvicinarsi l’orgasmo: aumentai gradualmente il ritmo del dito sul clitoride e strinsi più forte il seno. Quando arrivò, mi invase violentemente, facendomi inarcare la schiena ed aprire la bocca in un gemito abbastanza forte. Sentivo il mio cuore battere all’impazzata nel mio petto e le mie gambe si strinsero attorno alla mano, quasi a volerla imprigionare. Passata l’ondata più intensa di piacere, il mio corpo si rilassò lentamente ed io rallentai con il dito.
Riaprii gli occhi e pensai con amara soddisfazione: “Nessuno dei miei clienti mi farà mai godere così”.

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