Skip to main content

In Viaggio con le Amiche

By 20 Settembre 2007Dicembre 16th, 2019No Comments

Martina aveva appena finito il liceo e finalmente avrebbe fatto il viaggio che aspettava ormai da 5 anni. Si era organizzata con le sue due più care compagne di classe e, senza badare a spese, avevano scelto un grande albergo a 4 stelle. Il programma era semplice: mattina a mare, pranzo in spiaggia, pomeriggio in giro per la città e shopping, un po’ di riposo, nottata in discoteca e finalmente verso le 5 in albergo a dormire. Una notte tornavano dalla discoteca e dirigendosi verso gli ascensori notarono la porta della piscina ancora aperta nonostante l’orario; ovviamente decisero di dare un’occhiata. La piscina era completamente al buio tranne per le luci sui bordi della vasca, questo creava una strana atmosfera nella stanza debolmente illuminata e bastò sfiorare l’acqua con un dito per far si che decine di linee di luce si rincorressero sulle pareti. La tentazione era troppo forte, avrebbero potuto fare il bagno in quella magica atmosfera, completamente sole, in quel momento così particolare della loro vita. Martina, sicuramente più estroversa delle amiche, propose subito di spogliarsi dei vestiti e lanciarsi nude in acqua; Chiara invece, la più timida, diceva che se proprio dovevano farlo bisognava almeno andarsi a mettere i costumi per rendere meno imbarazzante un eventuale visita. Grazie all’appoggio di Giulia, prese il sopravvento la teoria di Chiara e quasi correndo tornarono in camera a cambiarsi. Una volta indossati i costumi scesero nuovamente verso la zona piscina con la paura che qualcuno del personale avesse notato l’anomalia e avesse chiuso la porta a chiave. Raggiunto il locale notarono con gioia che nulla era cambiato e, dopo aver chiuso la porta, si liberarono dei vestiti di copertura e iniziarono una lenta discesa in acqua. La piscina era perfettamente rettangolare e per scendere in acqua si usava una scalinata in pietra che occupava un intero lato e scendeva gradualmente prima a raggiungere l’acqua poi ad immergesi totalmente. Martina scendeva per prima, era una bella ragazza con i capelli castani, abbastanza alta e con un fisico atletico eredità dello sport praticato fino a poco tempo prima; Giulia era forse la più bella delle tre, alta quasi 1.80 capelli nerissimi fino alle spalle, occhi verdi accesi e un fisico invidiabile; Chiara non possedeva l’altezza delle due amiche anzi rimpiangeva spesso qualche centimetro, ma la natura l’aveva ricompensata con dei seni smisurati rispetto al suo corpo minuto che, assieme, ai lunghi capelli biondi e gli occhi azzurri, rappresentavano la sua migliore arma di conquista. Le ragazze iniziarono felicemente a sguazzare per l’enorme piscina vuota, facendo attenzione a non fare troppo rumore; ma bene presto la prudenza svanì e le tre iniziarono ad inseguirsi con l’obbiettivo di togliersi reciprocamente il reggiseno; tra le risate generali questa battaglia terminò quando tutte e tre rimasero a petto nudo e i loro reggiseno galleggiavano sul pelo dell’acqua. Dopo un po’ Martina e Chiara stanche di nuotare si misero a sedere sugli scalini, iniziarono qui a discutere sulle differenze tra i loro seni e a confrontarli; a qualche metro di distanza Giulia si accorse di quello che stava succedendo e disse ridendo: “volete smetterla di fare le lesbiche e venite a nuotare?”; le due amiche si scostarono imbarazzate e rimasero in silenzio per un po’ mentre Giulia si allontanava verso l’altra estremità della piscina. Martina ruppe il silenzio dicendo sottovoce: ‘Posso baciarti?’, Chiara trasalì e rispose: ‘Come scusa?’; ‘Vorrei darti un bacio, posso?’ e mentre diceva queste parole si avvicinava sempre di più alla ragazza finché le loro labbra si toccarono. Dopo qualche istante Martina scostò la testa, ma Chiara, ancora con gli occhi chiusi, le sussurrò: “Baciami ancora” e così non poté che accontentarla lasciando che le loro lingue si intrecciassero. Quando si staccarono trovarono in ginocchio davanti a loro Giulia che disse: “Siete due porche”; le due accusate sorrisero e Martina tirò a se Giulia baciandola come aveva fatto fino a quel momento con l’altra, concluso anche questo bacio era la volta di Chiara che reclamò per se l’ultima arrivata. Mentre accadeva ciò Martina si spostò alle spalle di Giulia e stringendola a se con un braccio attorno la vita le sussurrò all’orecchio: “anche tu sei un po’ porca; rendiamo questa serata speciale”; così dicendo fece scivolare la mano sul ventre piatto dell’amica e si insinuò sotto gli slip del costume, dopo aver superato un brevissimo tratto di peli, raggiunse il clitoride e iniziò a massaggiarlo. Il corpo di Giulia vibrò con forza e la ragazza staccò le sue labbra da quelle di Chiara, subito dopo si girò per affondare nuovamente la lingua nella bocca di Martina. Intanto Chiara si riprese dal suo stato di trance nel quale era caduta dopo il primo bacio con Martina e rendendosi conto di quello che stava succedendo si alzo in piedi e disse con voce tremante: “Io torno in camera, ci vediamo più tardi”. Sentendo queste parole Martina e Giulia sospesero le attività che stavano svolgendo, si guardarono per un attimo negli occhi e quasi all’unisono si alzarono per raggiungere Chiara. Afferrando con dolcezza la mano dell’amica titubante Martina disse: “Resta anche tu, non c’&egrave niente di male, stiamo solo giocando”, la risposta fu: “Io non credo di esserne capace e poi sono fidanzata”; la replica fu immediata e convincente: “Tutte e tre siamo fidanzate, ma &egrave anche vero che tutte e tre siamo in vacanza, quindi per un po’ dimenticati di chi ti aspetta al ritorno e goditi questo momento speciale”. Forse la ragazza non era ancora completamente convinta, ma le amiche le diedero subito motivo di restare, infatti mentre Martina stava ancora finendo di parlare, Giulia si era preoccupata di sfilare gli slip del costume a Chiara, la quale era stata nuovamente fatta stendere sui gradini della scalinata. Mentre Martina vinceva le resistenze dell’amica ad un nuovo bacio, Giulia aveva percorso tutto il suo corpo con la lingua e si era arrestata sul clitoride, iniziando a stuzzicarlo prima con la punta e poi con potenti leccate ricche di passione; poco dopo Chiara aveva quasi raggiunto il limite e Martina accorgendosene le sibilò: “Andrea ti fa mai queste cose? Sono contenta che tu sia qui con noi”, ma l’amica non la poteva sentire, era rapidamente scivolata nel torpore del piacere sessuale. Martina decise che era arrivato il momento di aiutare Giulia e così la raggiunse la stessa posizione dove l’amica stava leccando con gusto la passerina di Chiara; con facilità fece spostare quest’ultima sul fianco destro e con una mano le alzò la gamba sinistra divaricando completamente le sue intimità. Dal canto suo Giulia si era adeguata alla nuova posizione e non sembrava affatto stanca del suo gravoso compito; Martina però non rimase a guardare e si abbassò verso il buchino di dietro dell’amica, appena lo toccò con la punta della lingua lo sentì stringersi e Chiara emise un piccolo gemito. Intanto Giulia aveva capito le intenzioni di Martina e allungando una mano iniziò a premere sul buchino più stretto di Chiara per penetrarlo aiutata dalla saliva che vi era già stata depositata da sapienti colpi di lingua. Improvvisamente Chiara sussultò e disse: “No! ma che fate? non li, io ho cambiato idea, me ne vado”, ma era ormai troppo tardi. Giulia con un colpo deciso infilò metà dell’indice di dietro e iniziò subito a muoverlo cercando ad ogni colpo di andare più in fondo; intanto Martina continuava a leccarene il bordo incurante del dito che sprofondava all’interno. Chiara continuò a lamentarsi per un po’, ma alla fine dovette arrendersi ad un potente orgasmo che la fece tremare così forte da preoccupare le sue due amiche. Quando si riprese le sue due compagne di classe erano sedute accanto a lei, Giulia le disse con un sorriso: “Tutto bene?”, Chiara rispose di si con un segno della testa. Giulia si alzò in piedi, si sfilò lentamente il costume e si mise a cavalcioni sulla faccia dell’amica dicendo: “&egrave ora di ricambiare”; Chiara non perse tempo e approfittò della vicinanza per iniziare a leccare dolcemente la passerina che le era stata messa davanti facilitata in questo compito dal movimento deciso del bacino di Giulia. Martina si mise davanti a loro porgendo il sedere verso Giulia, la quale iniziò a leccarle un po’ la pesserina un po’ il buchino di dietro e dove non leccava, penetrava con due dita. Vedendo quello che succedeva sopra la sua testa, Chiara capì che doveva ancora imparare qualcosa e così infilò per bene l’indice di dietro a Giulia senza incontrare alcuna resistenza, in quel momento ricordò che era pratica frequente per le due amiche praticare sesso anale con i rispettivi fidanzati; si prese di coraggio e aggiunse all’indice anche il medio. Questa volta sentì Giulia dimenarsi un po’, ma si convinse che si trattasse di piacere. Infatti non si sbagliava, Giulia adesso leccata davanti e penetrata da due dita di dietro, non poté fare a meno di lasciarsi andare in un appassionato orgasmo. Davanti a lei, Martina subiva la stessa identica sorte e venne ansimando così forte da farle mancare il respiro. Dopo qualche minuto le tre amiche stavano ancora sulla scalinata della piscina, una sdraiata accanto all’altra, tutte e tre soddisfatte della nottata trascorsa e tutte e tre con il sedere dolente. Dopo un po’ si alzarono, si vestirono lo stretto indispensabile e si avviarono verso la camera. In ascensore, mentre si guardavano sorridenti, Chiara disse: “Penso che potremmo anche rifarlo”, le rispose Martina: “E meno male che te ne volevi andare…”; risero insieme, felici.

Leave a Reply