Skip to main content

La gonna rossa

By 27 Agosto 2004Dicembre 16th, 2019No Comments

Al sabato sera, con due amiche e senza uomini, spesso vado in discoteca ; mi fa
particolarmente piacere questa uscita, perché mi permette di lasciare, per qualche ora, i miei abiti seriosi da professionista , ‘abbigliandomi’ secondo il mio estro creativo, di necessità molte volte mortificato.

Inoltre considero il ballare fino allo sfinimento una sana terapia anti-stress; eccomi allora davanti allo specchio , pronta per la vestizione pro-discoteca : siamo a fine estate, fa ancora caldo, e quindi niente calze a mortificare le lunghe gambe abbronzate, solo una crema che le renda lucide, come le braccia , il collo, e l’inizio del seno.

Mettero’ la gonna rossa lunga, di seta, a forma di corolla di fiore rovesciata, molto scivolata sui fianchi, a coprire appena il margine superiore degli slip ; nel ballare si avvolge alle gambe, per poi distendersi con un guizzo a scoprire per un attimo maliziose nudita’.

E’la mia gonna portafortuna, mi sento irresistibile, quando la indosso; sotto infilo uno slip rigorosamente rosso, sottile come un velo ; un top di pelle nera, che scopre appena i seni, completa il mio abbigliamento; per finire, calzo un paio di sandali rossi , a tacco alto,cinturino alla caviglia,nuovi di zecca; sulle palpebre mi sbizzarisco con diversi ombretti, come farei con uno dei miei quadri (dipingo per hobby), niente rossetto, solo un lucidalabbra.

Un tocco finale di profumo che sa vagamente di essenze orientali ed eccomi pronta .

Arriviamo in questa nuova discoteca sul mare: pare abbia anche un bellissimo giardino pensile dal quale si gode una splendida vista del golfo.

Appena entrate, la musica ci prende e ci lanciamo sulla pista; subito alcuni ragazzi mi circondano , la mia gonna rossa ondeggiante li attira come mosche al miele; io mi lascio andare al calore dei loro corpi, e l’adrenalina scorre veloce nelle vene, sono drogata dalla musica e dall’eccitazione dei giovani maschi.

Ad un certo punto i miei occhi, come calamitati, vengono attirati da un uomo, che sta chiaccherando con due ragazzi, appoggiato a una colonna della sala, abbastanza vicino a me.

Nel violento alternarsi delle luci e dei colori,mi pare una figura irreale, strana,assolutamente fuori posto in quel locale: ha i capelli quasi grigi, un po’ lunghi, ricciuti, il viso stanco, qualche ruga, due occhi verde-giallo, come quelli dei gatti, &egrave alto, magro, elegante in un vestito nero di lino e camicia bianca che mi pare di seta.

Continua a guardarmi mentre chiacchera con i ragazzi, io rallento il ritmo, per poterlo fissare con intenzione perche’ mi piace, mi &egrave piaciuto subito, vorrei sapere chi &egrave, parlargli.

Quasi mi avesse sentito, l’uomo si dirige verso di me e mormora :

-La tua gonna &egrave splendida, come le tue gambe, e il tuo sorriso …-

Io mi fermo, non so che dire, solo vorrei toccarlo, accarezzargli il viso; cosi’ quando,mettendomi una mano sulla spalla,mi chiede se voglio salire con lui per vedere il giardino pensile, rispondo :- Sì-e non mi riconosco piu’, perché potrei ballare nuda fino a domani, ma non andare in un giardino (si fa per dire) che non conosco con un uomo che non conosco, jamais de la vie.

Eppure ora sono io quella che, mano nella mano con lo sconosciuto, salite alcune scale, si ritrova in uno splendido giardino sul mare, che pare quello delle mille e una notte, profumato di bellissimi fiori: intorno e sotto di noi brilla la costa ligure con mille colori e luci .

Visto da vicino lui &egrave ancora piu’ fascinoso , non penso al pericolo che qualcuno possa vederci, voglio che mi tocchi, lo guardo negli occhi da gatto e lui, senza dire nulla, mi abbraccia delicatamente e mi bacia con tenerezza le labbra e gli occhi, mentre con una mano mi fruga il grembo.

Sento i miei gemiti , mi sto bagnando mentre con una mano accarezzo la sua erezione.

Allora mi sospinge verso una alta panchina, mi fa sedere, e inginocchiatosi davanti alle mie cosce divaricate, mi sfila lo slip e comincia a leccarmi con perizia la morbida fichetta, la sua lingua golosamente mi esplora, gusta i miei aromi di donna, mentre io mi inarco sulla spalliera , stringendo la sua testa contro il ventre.

L’orgasmo arriva di colpo, gli occhi pieni delle mille luci colorate della costa sotto di noi, lasciandomi stordita e confusa; ora lui &egrave in piedi, mi bacia sulla bocca, leggero, poi mi fa alzare e , sostenendomi (ho le gambe molli e tremanti), mi accompagna dietro alla panchina, mi fa appoggiare sul bordo dello schienale e mi prende da dietro, con forza e io voglio una cosa sola, sentirlo venire dentro di me, come se con il suo seme potessi catturare per sempre anche l’uomo.

Il suo orgasmo &egrave una piccola morte, accompagnato da un grido rauco,dopo di che si abbandona sopra di me, le mani sui seni nudi, ed &egrave come un naufrago sulla mia schiena.

Io mormoro:-E’ stato incredibile, bellissimo…-

E lui :- Anche per me’-

Poi tutto finisce, ci ricomponiamo, io ritrovo gli slip e lui mi dice, ridendo piano (e ora mi meraviglio che sopra le labbra non gli siano spuntate le vibrisse da gatto):

-ciao, Fede, io mi chiamo Francesco…-

Leave a Reply