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Quell’arpia di mia sorella 2

By 27 Luglio 2013Dicembre 16th, 2019No Comments

Una mattinata di sole e caldo ed io appena alzata dal letto sono già davanti allo specchio del bagno, dopo una doccia frizzante e fresca, pronta per una giornata da passare in spiaggia; un’aggiustatina al bikini celeste che ho scelto, molto comodo e avvolgente, il pezzo di sopra mi fascia il seno legandosi a nodo dietro il collo e una fascetta a legarsi dietro la schiena e il pezzo di sotto alla brasiliana lo accomodo in modo perfetto sulle mie natiche che sono quasi del tutto scoperte.

 

Compiaciuta per come il bikini si accomoda sul mio corpo, senza neanche un filo di trucco, mi accingo ad uscire dal bagno per ritornare nella mia camera da letto quando una mano mi sbarra la strada appoggiandosi al battente della porta: “Ehy, Nicky, bello il bikini, vai di fretta?” ed io cercando di togliere il braccio davanti a me “C’è una giornata di sole e mare che mi attende… permesso!” ero abbastanza nervosa dopo l’ultima situazione nella quale mi aveva coinvolta mia sorella che non riuscivo a parlare senza un pizzico di risentimento… “mmmh, povera la mia sorellina, non puoi andare a mare, ricordati che io so qualcosa di te che potrei dire alla mamma quando voglio…” mi blocco all’istante lasciandole il braccio e alzando gli occhi verso i suoi quasi a volerla sfidare “ cosa vorresti questa volta?” e posiziono le mani sui fianchi attendendo nervosamente…

 

La mia sorellina, a quel punto, toglie la mano “brava, così ti voglio, attenta ai miei desideri…” e sospirando compiaciuta per la mia remissività continua “ ecco, oggi avevo dato disponibilità alla mamma per aiutarla al centro sociale ma sai… tutti quegli anziani… “ arriccia il muso quasi a schifare quei vecchietti “… insomma senza tirarla alle lunghe, le ho detto che non mi sento bene e che ti sei proposta di andare al posto mio, contenta?” ed io sgranando gli occhi inizio ad inveire contro di lei “ ma cosa ti credi che io sia la tua servetta?” e lei con estrema tranquillità spingendomi dentro il bagno con una mano e chiudendo la porta dietro di lei con l’altra “ certo che lo sei! E ti dirò anche che sei non sarai carina con quei poverini dirò tutto alla mamma, ricordatelo!!! Ti sei offerta tu di sostituirmi!” dicendo così esce sbattendo la porta dietro di lei.

 

Mia madre era fuori di casa per fare la spesa e sarebbe tornata di lì a poco, mi dovevo sbrigare ma nella mente risuonavano forti le parole di mia sorella, ero diventata la sua schiavetta personale e questo mi innervosiva ma non sapevo come uscirne fuori perché se i miei genitori avessero saputo che la loro bambina era stata sverginata da chicchessia mi avrebbero ammazzata.

 

Mi preparai alla svelta, lasciai su il costume appena indossato e su questo misi una maglietta bianca e un gonnellino corto con uno spacchetto laterale sulla coscia destra anche questo bianco, molto sportivo, mi guardai allo specchio e forse ero un po’ provocante per quei vecchietti, decisi che forse era il caso di cambiarmi ma nel frattempo era rientrata mia madre, “Nicoleeee, andiamo?” ed io dalla mia stanza “arrivo mammaaaa, mi cambio i vestiti e andiamooooo” e mia madre a incalzare “ dai Nickyyy che dobbiamo stare poche ore poi potrai andare a mareeeee!” a quel dire lasciai tutto come era, il pensiero che dopo sarei andata a mare mi fece cambiare idea, anzi incoraggiava in me il fatto che forse vedere un pò di carne avrebbe fatto bene a quei vecchietti.

 

Scendo le scale ed ecco mia madre che mi saluta con un abbraccio “ grazie cara, con tua sorella che non sta bene non sapevo come fare e mi ha detto che mi aiuterai tutta la settimana, ti voglio bene tesoro mio” quelle parole mi hanno scioccata * tutta la settimana, io mia sorella l’ammazzo * pensavo dentro di me mentre annuivo abbozzando un sorriso a mia madre.

 

 Arrivate al centro sociale sembra tutto molto silenzioso, sono le 10 del mattino e, visto il periodo estivo non sembra molto frequentato, infatti mia madre mi spiega che questo è il centro estivo e che noi eravamo lì per pulire il centro e che dovevamo aiutare tre persone a sistemarlo come si deve… “ Tre persone più noi due per tutto un centro?” già mi sentivo male che, proprio in quel momento, vedo uscire fuori dal locale centrale un uomo piuttosto alto, all’apparenza rozzo, pochi capelli e i restanti bianchi tagliati cortissimi, una canotta a costine che rivelano una rotonda pancia ascitica, un pantaloncino con enormi tasconi laterali pieni non so di cosa e un mazzo di chiavi attaccato con una catenella alla cinta, da li a poco avrei saputo che il suo nome era Luigi.

“Buongiorno ragazze!” esordisce facendo arrossire mia madre ma facendo poco effetto su di me che resto in silenzio, mia madre mi presenta e vedo che l’uomo inizia ad osservarmi insistentemente, mi mette quasi in soggezione tanto da farmi abbassare lo sguardo; dopo le presentazioni, durante le quali mi trovo costretta stringergli la mano, una presa molto forte direi, tanto da farmi un po’ male, ci dice di seguirlo e noi ci accodiamo entrando nella sala del centro.

Il centro è costituito da un edificio centrale nel quale vi è una sala centrale dove c’è un piccolo angolo bar, una cucina e un magazzino e due edifici laterali dove ci sono i dormitori da una parte e una palestra dall’altra

Nella sala noto una lunga fila di scatoloni sparsi ovunque, erano così tanti e accatastati in ordine sparso che facevi fatica a camminare e non riuscivi a vedere oltre i muri di cartone; “seguitemi” dice l’uomo che ogni volta trovava il tempo di fermarsi a guardarmi tanto da instillare in me una sensazione piacevole, la sua insistenza iniziava a divertirmi tanto da farmi fare gli occhi dolci quando i nostri sguardi si incontravano;

ad un certo punto vicini ormai al banco bar lui si ferma e allarga il braccio come a lasciarci passare, prima mia madre e poi io, ma quando passo io sento la sua mano morta poggiarsi “per sbaglio” sulla mia natica destra, faccio finta di nulla, come se non me ne fossi accorta e proseguo dietro mia madre avvicinandomi al banco bar, ci da alcune indicazioni su come deve essere sistemato e ci conduce verso la cucina facendo gli stessi movimenti, si ferma ci fa passare e… oplà, mano sul sedere ed io li a non dire nulla, quasi mi divertiva l’idea di questo uomo che cercava mezzucci pur di toccare un po’ di carne femminile.

Finito il giro, ormai aveva preso gusto a toccare il mio sedere e ogni volta che ci faceva entrare in un luogo diverso cercava di indugiare sempre di più, entrati in palestra però dovetti fermare la sua mano perché oltre a posarsi, questa volta iniziava a strizzare la natica, non potevo far finta di nulla, e, vedendo mia madre abbastanza lontana, mi voltai di scatto verso di lui facendogli staccare inevitabilmente la mano dal mio sedere e lo fissai stizzita, ma lui, precedendo le mie parole, disse “perché mi guardi così, ci sei stata fino ad ora?” era vero, gli avevo permesso di toccare il mio sedere ma non mi andava che un ultra 70enne osasse di più, ma forse lui ci aveva preso gusto e si pensava di poter osare, volevo dirgliene quattro ma lui mi fece segno con gli occhi che mia madre stava tornando e non so perché non dissi nulla, dicendo tutto a mia madre sicuramente non ci sarei passata più da li, ma non mi andava di rovinare la sua opera di volontariato;

Tornammo dentro e per il tempo restante non si avvicinò a me, aprivo scatoloni a ripetizione piegandomi più volte dentro di essi per tirarne fuori ogni tipo di vettovaglie e ogni volta facevo questi movimenti nella normalità più assoluta e senza accentuare parti del mio corpo ben sapendo di avere dietro di me il signor Luigi e che, soprattutto, indossavo un gonnellino abbastanza corto da far vedere il pezzo di sotto del bikini dalla migliore vista possibile.

Era ora di andare via e mia madre mi disse “vado avanti che devo cucinare, non tardare!” Io, senza pensarci continuavo a sistemare alcune cose in cucina e mi piegai sotto il lavandino aprendo l’anta del mobiletto per mettervi alcuni detersivi per lavare i piatti, proprio in quel momento avvertii una mano sulla schiena che mi bloccava il busto piegato in avanti, facendomi protendere il sedere verso l’alto, senti una mano sollevare il gonnellino, alchè io iniziai a gridare “HEYYY, ma che cazzo credi di fareee!!!” era chiaro che il signor Luigi avesse intenzioni bellicose, infatti lui rispose con un grugnito seguito da “Senti bella, è tutto il giorno che mi sbatti sul naso questo bel culo di fata e adesso io lo voglio vedere bene”

Dicendo quelle parole cercai il modo di divincolarmi ma lui mi spingeva verso il basso e non riuscii a fare altro che addentrarmi di più dentro il mobiletto mentre mi inginocchiavo per terra, lui spingeva di più e intanto con la mano che prima aveva alzato il gonnellino adesso mi sfilava il tanga del costume, “Gran bel culo complimenti, mi vien voglia di assaggiarlo” e senza farmi replicare senti qualcosa di ruvido che iniziava a strusciarsi sulla mia vagina chiusa… “mmm NO Hey che fainnnnn” era la sua lingua che leccava tutto ciò che poteva leccare e … Mi piaceva!!!

Lui si accorse subito che quel suo fare non era del tutto spiacevole e quindi si sentiva spronato ad immergersi ancor di più nella mia fica, infatti con foga si fece strada fra le mie grandi labbra affondando la lingua fra di esse e raggiungendo la meta, insinuò la lingua forzando il buchetto e facendo fuoriuscire i miei umori che attestavano la mia voglia, io mugolavo tentando a parole di farlo desistere ma i miei umori non mentivano e lui esclamando “puttana!” si staccò dalla mia micetta permettendomi di respirare;

a quel punto inginocchiata con la testa sotto il lavandino pensai che si fosse saziato e, invece, mi sbagliavo, lui era intento ad abbassarsi i pantaloncini mentre io uscivo da la sotto… il gonnellino ridiscese sul mio sedere e lui, subito, vedendo che ricomponevo l’indumento sulle mie natiche, disse “ pensi che abbiamo finito? Ho qui un regalino per te.” Ed io voltandomi vidi che aveva già slacciato la cinta e sbottonato i pantaloncini abbassando zip e mutande, vedevo il suo arnese che penzolava già quasi in tiro, ma non del tutto, sembrava sforzarsi ma lentamente lo vedevo crescere, intanto i miei occhi indugiavano su quel cazzo raggrinzito che sembrava ringiovanire ed intanto mi sentivo colare tra le gambe i miei umori…

Ero lì, ferma, con le gambe che mi tremavano, paralizzata da quella vista, non sapevo se scappare o se avvicinarmi, nel frattempo lui, notando il mio tentennamento afferrò il suo cazzo e iniziò a menarselo davanti a me dicendo “ Non vuoi aiutare un povero vecchietto? Dai, sii carina con me!” mia sorella aveva detto di essere carina con gli anziani del centro e sicuramente quella era una bella opportunità per esserlo; la mia attenzione, tuttavia, era tutta per quel pezzo di carne che in mano al signor Luigi stentava a diventare duro, fu allora che mossi i miei passi verso di lui, senza alcuna timidezza o ritrosia ed iniziai a toccarlo, era ancora poco duro ma il mio tocco lo fece sussultare, lui restò in silenzio forse perché non si aspettava che, veramente, una ragazza così giovane afferrasse il suo vecchio cazzo inflaccidito dagli anni;

iniziai a tastarne la consistenza, mentre prendevo la sua mano sinistra portandola sul mio seno, lui prese a palparlo con rudezza, strizzandolo anche con forza a volte ma senza scoprirlo, i miei sensi iniziarono a inebriarsi di una strana voglia e mentre continuavo a giocare con il cazzo portai la mano libera sulla mia fichetta rasata constatando che ero bagnatissima;

iniziai a fargli una sega apprezzando ogni centimetro del suo cazzo ma non dava segni di indurimento ulteriore, allora mi staccai da lui, tolsi prima la maglietta e poi il pezzo di sopra del bikini scoprendo morbidamente le mie modeste semisfere di una bella terza abbronzata visti i topless di quei giorni, notai che lui osservava aggressivamente il mio seno mentre diceva “ti piace mostrarlo, eh? E con me te la tiravi così tanto.”; ero ormai in preda ad una forte eccitazione tanto da non badare alle sue parole… mi piegai verso quel cazzo posando le ginocchia per terra mentre divaricavo le gambe, lo afferrai con una mano spingendo la pelle verso il basso, lentamente tirai fuori il glande, l’odore non era del tutto sgradevole ma delle gocce di nettare fuoriuscivano dalla punta, con la lingua diedi una piccola leccatina, il sapore era pungente, allora decisi di poggiare le labbra come se dovessi dargli un bacio e una volta sopra quella testa affondare verso il basso avvolgendolo completamente con la bocca, ero come in trance; “Puttana!!! Lo sapevo che eri una puttana in calore!!! Brava… ggrrnnngg… così, me lo fai venire duro!”

Ne ero certa e, infatti, sentivo il cazzo che gonfiava ad ogni pompata della mia bocca, non pensavo più agli anni di quell’uomo, mi stavo gustando un gran bel pene, quando sembrava vicino al culmine pronto per venire mi tiro letteralmente i capelli indietro dicendo “ragazzina, ci sai fare con la bocca, ma adesso vediamo quanto sei stretta” Il signor Luigi sembrava fuori di se mi giro con violenza facendomi appoggiare al tavolo della cucina, mi spinse la testa in avanti con violenza, spingendola contro il piano del tavolo, con l’altra sollevò nuovamente il gonnellino, prese il suo cazzo e lo strusciò contro la mia bagnatissima fica, dentro di me non vedevo l’ora che lo piantasse tutto dentro e per farglielo capire portai entrambe le mani ad allargare il sedere dai lati, subito lui disse “lo sapevo che eri una troietta, ma lo voglio sentire dire da te, sei la mia troietta?” ed io senza neanche pensare a quello che stessi facendo e dicendo, o forse lo sapevo benissimo dissi subito “si, sono la tua troietta!!!”

e subito sentii le grandi labbra che venivano aperte e la mia fica che accoglieva una buona parte del suo cazzo, poi lui riprese “Mi aspettavo che fossi più stretta, ma vedo che l’hai già data via, ma brava!” e lo infila tutto dentro tirando dalla mia gola uno sgrilletto di piacere misto a dolore, “ti faccio urlare!!!” e inizia a pompare come in preda ad un raptus, io non ci stavo capendo nulla, la sua foga mi faceva impazzire, le dimensioni era nella norma ma il vigore che ci metteva era primitivo e mi piaceva, io ansimavo e stavo per venire quando fra i grugniti di piacere che emetteva il signor Luigi ci fu una pausa capii che stava per venire, ma non volevo che venisse dentro e cercai di divincolarmi visto che non aveva preservativo ma lui mi blocco i fianchi continuando a stantuffare facendo desistere la mia iniziativa inebriandomi del piacere della scopata di li a qualche secondo però realizzai che il suo caldo seme stava entrando con violenti fiotti dentro di me inondando la mia micetta e se all’inizio ero preoccupata sentendo quel calore dall’interno che mi pervadeva l’intimità non potevo che dirmi estasiata e compiaciuta… pensai subito * un vecchio di oltre 70 anni e venuto dentro di me… e mi è piaciuto!!!* ero sconvolta dal piacere e quello che disse Il signor Luigi poi non mi sembrò più come un insulto ma come il culmine di una gran bella scopata “ Una troietta fino in fondo!!!”

A quel punto gli avrei pulito completamente il cazzo ma sentimmo alcuni rumori all’ingresso della sala e delle voci “Merda sono gli altri del centro” disse lui rimettendo mutande e pantaloncini nel più veloce tempo possibile, io, intanto presi il costume e la maglietta e andai in bagno; chiusa la porta dietro di me sentii il cellulare che squillava e sul display la scritta * mamma * aprii subito senza pensarci due volte e mia madre dall’altra parte “ Nicky dove sei? Tutto ok? Sono due ore che ti aspetto a casa…” erano passate due ore e neanche me ne ero accorta ripresi “ … si, mamma, scusa se non ti ho avvisata, ma il signor luigi aveva bisogno di una mano per mettere a posto alcune cose” e mia madre stemperando la sua agitazione “hai finito adesso? Avete sistemato tutto?” ed io guardandomi nello specchio sudata e soddisfatta riprendo “si, mamma tutto sistemato, tutto dentro e riempito fino in fondo, ciao” e rimettendo costume e maglietta riaccomodo il gonnellino sui fianchi ed esco di volata salutando il signor Luigi mentre passo dalla sala “Nicky scappi? Volevo farti conoscere il mio amico Tito” continuando a tirar dritta mi volto osservando questo vecchietto bassino, stempiato e con aria vispa e allegra dico sorridente “Piacere di conoscerla Signor Tito la prossima volta avremo modo di conoscerci megliooo” e corro via senza sapere che la conoscenza di cui parlava era di tipo carnale…

 

 

(scusate gli errori) Alla prossima…

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