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Violento desiderio d’appartenenza!

By 13 Marzo 2013Dicembre 16th, 2019No Comments

Violento desiderio d’appartenenza!

Di Master E.
e-mail: master_master_40@yahoo.it
Il mio blog: www.lecatenedellamente.blogspot.com


Altri passi, altra vita ‘

Una porta che si chiude alle tue spalle, ancora una volta, ed ancora una volta Voi, il vostro mondo.
Senza una parola sfili le scarpe,
‘a piedi nudi davanti a me, sempre’!
ricordi bene quelle parole dette ormai tanto tempo fa ancora così ben impresse nella mente.
Immobile, in quella sfinente attesa di ‘ non sai cosa e non importa cosa.
Senti i Suoi passi senza sollevare lo sguardo, lo scattare sordo dell’accendino, quel vago aroma di fumo.
Non ti serve guardarlo per sapere che &egrave comodamente seduto su quella poltroncina, fissandoti.
Dio come senti i Suoi occhi su te, li senti scavarti dentro, frugare la tua ansia.
Poi improvvise quelle parole attese,
‘spogliati’
gesti lenti, che devi controllare perché sai che Lui vuole così; il tuo corpo che si svela piano, la pelle che si mostra.
Gesti lenti che malamente nascondono ciò che provi.
Devi forzarti per ripiegare con cura gli abiti e di nuovo immobile, davanti a Lui, solo quel minuscolo slip nero a coprirti, le mani dietro la schiena, il busto eretto, come Lui ti vuole, fiera.
Lo sfrigolio della sigaretta che annega nel bicchiere, quasi un segnale, l’inizio.
Un tremito leggero, che non sai controllare, non freddo, non certo paura, un misto di eccitazione, di attesa, di non sapere e desiderare.
Torturi le mani dietro la schiena, un velo di sudore t’inumidisce la pelle, Lui davanti a te, lo senti, il Suo profumo, ‘quel’ profumo, che ormai, non puoi che associare a Lui, ad occhi bassi vedi la Sua camicia candida, i gemelli ai polsi, le Sue mani; quanto le vorresti ora quelle mani, ad accarezzarti il viso, a sfiorare il collo, a stringer la gola o, decise, a forzare le tue cosce per chiudersi severe sul tuo sesso che pulsa, quasi un secondo cuore vivo.
Si avvicinano quelle mani, sfiorano appena il volto, quasi una carezza mentre annusi l’odore della Sua pelle, di Lui; poi decise si stringono sulla nuca, un respiro profondo e odore di cuoio che si mescola al Suo, il collare che accarezza la pelle, stringe la gola. Sua.
Con gesti decisi stringe sui tuoi occhi la benda, il buio,
lo ami e lo odii assieme.
Il gelo della catena che si aggancia, lo strattone severo, a guidarti.
Passi insicuri nel buio, le ginocchia che urtano un ostacolo,
cazzo cos’&egrave questo? cerchi di evitarlo ma ti trattiene.
Senza una parola di guida ad inginocchiarti su quella sedia e subito corde sfiorano la tua pelle, segnano le caviglie, i polsi.
Ora sei totalmente nelle Sue mani.
Ti vedi con gli occhi della mente, come sai che Lui ti vede,
il viso appoggiato alla spalliera della sedia, la curva morbida della schiena che scende verso le natiche, le cosce schiuse bloccate da quelle corde.
Il solo pensiero ti eccita, anche se un brivido di sordo timore ti scuote.
Nelle Sue mani, totalmente.
Una carezza leggera sui tuoi capelli, quasi a rincuorarti, e subito tutto cambia, come sempre,
tutto ed il contrario di tutto.
Gesti bruschi ad aprirti la bocca,
il sapore stopposo di una corda annodata tra le labbra, a stringersi dietro la nuca, a soffocare gemiti, mugolii, parole.
E di nuovo silenzio
Di nuovo lo scatto dell’accendino
Di nuovo quel sentore di fumo
Ti guarda, ti osserva
Ti giudica
Lo sai
Senti i Suoi occhi accarezzarti, seguire la curva della schiena, disegnare la rotondità dei tuoi glutei, soffermarsi tra le cosce, dove lo slip ormai &egrave fradicio.
Mordi con forza quel nodo di corda tra le labbra per soffocar parole che non ti son concesse, vorresti poter dire, chiedere, implorare.
Vorresti urlargli di strapparti quello slip e fotterti come una cagna eccitata.
Vorresti dirgli che vuoi sentire le Sue mani, le Sue dita, la Sua lingua, il Suo cazzo prenderti ovunque, ma prenderti cazzo, ora, subito, adesso.
Ma non puoi, non devi, e mordi più forte quella corda intrisa di saliva.
Passi, ancora, passi che si avvicinano,
si, ti prego, più vicino, ti prego, toccami, accarezzami, colpiscimi, ma fammi sentire te.
Leggera la Sua mano, scende lenta, quasi a contar vertebra per vertebra, inarchi la schiena per sentirla meglio.
Sfiora l’orlo dello slip. Lo afferra, lo tende, lo tira, con forza strappandoti un lungo gemito soffocato.
Ancora ti prego ancora, di più, qualsiasi cosa ma ancora.
Sai bene che non serve che quei pensieri si faccian parole, sai bene che Lui capisce, sente, sa.
Abbassa piano lo slip, facendolo scivolare sulle cosce,
stronzo, strappalo cazzo, sai cosa aspetto, sai cosa voglio, adesso ti prego adesso ‘.
Ma sai che lo fa apposta.
Il tuo sesso offerto, mostrato, lucido di voglia
E finalmente la Sua mano, le Sue dita
Sfiorano, toccano, premono, frugano
Spingi indietro il bacino,
di più ti prego di più
saliva calda cola dalle Sue labbra, bagna il solco tra le natiche.
Il freddo del metallo, la pressione, più forte, quel lieve dolore che ben conosci e’quel gioiellino a violarti le viscere.
Lo senti in te ora
Invadente
Ricordi quella foto in cui, oscenamente e senza pudore ti mostri a Lui con quella gemma che brilla tra le natiche, arrossisci appena, ma l’imbarazzo diventa subito eccitazione.
Ma non basta
Già le Sue mani pretendono altro
Frugano bagnandosi in te
Premono
Si allontanano
E ‘
Tornano
Non sole
Le palline, le ami, sono tue
Le senti premere, schiudere, forzare, invadere, prenderti
Mordi più forte quella corda mentre il piacere si fa violento, quasi insostenibile
E contrai i muscoli per meglio sentire.
I muscoli tesi, la schiena inarcata a tender le corde che serrano polsi e caviglie.
Sai che si sta gustando la tua eccitazione, la tua attesa.
Sai che vede quanto il tuo corpo pretende, ormai al limite.
Vorresti rallentare, far finta di nulla, rilassarti
Adesso, respira piano, lentamente, fai scemare la voglia, frena il tuo corpo.
Se ti vede rilassata forse tornerà a toccarti, a sfiorarti, a prenderti.
Sorridi per un attimo tra te e te, in fondo stai cercando di ingannarlo, di fargli credere ciò che non &egrave, che ancora non sei eccitata come Lui vuole.
Respira, respira piano, lentamente, rilassa i muscoli, così brava ‘

Il colpo sulle natiche &egrave improvviso, inatteso, bruciante.
D’istinto cerchi di scostarti ma non puoi, maledette corde, adorate corde ‘
E già il secondo colpo segna la pelle, e un terzo, cattivo,
e ancora silenzio e la carezza della Sua mano su quei segni;
ha capito, sa cosa stavi facendo, quei colpi son la tua punizione, il tuo insegnamento, la tua istruzione.
Ora ti abbandoni a quella carezza, ora la gusti, ora non potresti più far finta di nulla, ora la voglia grida e la Sua mano gioca con le palline, le preme, le tira, le muove
Dio no, non così, così non resisto, mordi più forte la corda, gemiti soffocati dalla bocca assieme a saliva che cola.
Improvvisa ancora la Sua cinghia a morderti la pelle, ancora ed ancora;
ora non più punizione, ora piacere e dolore, come tu ami, come sei, come vuoi.
Sussulti ai colpi, ansimi, lacrime rigan le guance, ma sei pronta a chiedere ancora ed ancora.
Ancora le Sue mani, ancora ad eccitare, toccare, a muoversi abili sul clitoride, a premerlo, muoverlo.
Ancora le Sue mani a giocare con quel gioiellino ‘ preparandoti ‘
Muovendolo, premendolo, tirandolo ‘ fino a ‘ sfilarlo.
E subito il Suo cazzo &egrave li, tra le natiche, preme, pretende;
le mani serrano sicure i tuoi fianchi, una spinta decisa,
dolore,
cazzo, fa male.
Non si ferma
Di più ‘
Il dolore sfuma
Piacere
Cosa &egrave l’uno e cosa l’altro?
Che importa
In te, nelle tue viscere, con colpi ritmati, profondi
Che accompagni con gemiti ravvicinati
Lo senti, &egrave li,
sale,
dalle viscere al cervello
Sta per esplodere
Un tremore incontrollabile ti scuote
Per favore non posso resistere oltre, ho bisogno dell’orgasmo, ora, ora per favore, per favore ‘
Mugoli parole soffiate su quella corda
Chiedi il permesso di godere
Implori il tuo orgasmo
Aspetti un si
E la voglia &egrave tale che altre lacrime ti rigano il volto.
Ancora, colpi più profondi, le palline che esaltano il piacere
Ti prego
Ti prego
Ora non son più pensieri
Ora son parole,
e il Suo si, appena sussurrato, &egrave il premio
mordi con forza la corda, stringi i pugni, la schiena si inarca assecondandolo fino ad esplodere in un orgasmo violento, appagante, che ti lascia sfinita, abbandonata su quella sedia, Lui ancora in te.
E sai che &egrave solo l’inizio ‘

Copyright marzo 2013

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