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OrgiaRacconti CuckoldTrio

IL marito di Elena

By 11 Settembre 2012Dicembre 16th, 2019No Comments

Elena sospira soddisfatta; poi si lascia andare e si fa scivolare dentro tutto il cazzo, durissimo e veramente grosso.
Scivola dentro bene perch&egrave lei, oltre ad essere diventata ormai adatta a cazzi di questa dimensione, &egrave anche eccitata -come sempre in queste situazioni, del resto- ed anche perch&egrave il cazzo &egrave stato debitamente insalivato da uno dei suoi favolosi pompini.
Sussulta, quando gli entra tutto fino in fondo, quando la cappella le urta il collo dell’utero, ma poi comincia a muoversi, salendo, scendendo, ruotando il bacino per farsi ben rimescolare da quel magnifico palo di carne profondamente infisso dentro di lei.
Si ferma, mi guarda, mi sorride e mi dice: ‘Ti amo, amore mio…’
Io le sorrido a mia volta, annuisco e taccio, mentre lei ricomincia la sua appassionata cavalcata; mia moglie &egrave bellissima e felice, mentre danza sul cazzo di quel giovane ed io, ormai, sono eccitatissimo, a furia di guardarli.
Come siamo arrivati a questi punti?
Beh, due anni fa, per motivi di lavoro ero a Milano e mentre ero da solo in hotel, dopo cena, sulla chat di msn un mio conoscente che abita vicino casa mia mi chiede se voglio chattare in tre con un suo amico al momento anche lui collegato.
Ero vagamente annoiato ed un po’ stressato dalla giornata, per cui accettai con piacere;
dopo qualche minuto di innocenti banalità, la conversazione si incanalò rapidamente su mia moglie; questo tipo, Luca, era curioso e mi faceva mille domande, sempre più… personali alle quali, dopo una prima irritazione, rispondevo sempre più intrigato…
Capivo che tra il mio amico e Luca c’era moltissima complicità ed era evidente che mi stavano mettendo in mezzo, ma scoprii con stupore che tutto sommato a me non dispiaceva.
Poi Luca mi chiese una foto di Elena… ne avevo qualcuna in memoria e glie ne spedii una, una bella istantanea sul lungomare di Formentera, dove rideva a figura intera, con zoccoletti, una mini di jeans ed una polo attillata…
Luca disse che Elena era davvero una bella donna, ma mi chiese se non avevo altre foto dove fosse possibile poterla… apprezzare meglio!
Anche il mio amico insisteva di soddisfare la richiesta di Luca ed io alla fine glie ne inviai una dov’era in topless; la apprezzò molto, ma insisteva per vederla di più, di più, di più… spalleggiato dal mio conoscente; alla fine gli avevo inviato altre tre foto, sempre più spinte, fino all’ultima, con Elena nuda, seduta su una sdraio con le gambe ben aperte a mostrare con un sorriso malizioso la sua fichetta socchiusa.
Luca trovò la foto molto intrigante e venni sottoposto dai due da un fuoco di fila di domande sulla nostra vita sessuale e -sopratutto- su di lei.
Dopo una mezzora Luca mi chiese se volevo vedere l’effetto che gli aveva fatto l’ultima foto di Elena… il mio amico sghignazzava beffandosi di me e in totale complicità con l’amico….
Acconsentii perplesso e dopo poco Luca mi rispedì una foto, esattamente l’ultima di Elena ma ricoperta del suo sperma e col suo imponente uccello in primo piano…
L’aveva stampata, schizzata e poi rifotografata e inviata cosi….
Risero, i due… anche Matteo volle fare la stessa cosa… mi chiese la foto ed io, ormai entrato nella spirale di quell’impensata situazione, la mandai anche a lui…
Anche lui mi ritornò la foto… omaggiata (ben più di Luca, sembrava, anche se mostrando un arnese che, seppur ben più grande del mio, era leggermente più piccolo di quello dell’amico!) ed io mi trovai a pensare ad Elena insieme a quei due, che la scopavano insieme e la cosa, invece di farmi incazzare, mi faceva provare uno strano turbamento.
Per tutta la settimana sono stato il loro “gioco” virtuale, ogni sera, mentre quella turpe fantasia sembrava farsi sempre più spazio nella mia mente… Loro mi chiedevano sempre di più ed io, ormai soggiogato da quel torbido gioco, soddisfacevo ogni loro domanda, raccontando particolari sempre più intimi.

Dopo il mio rientro, avevo deciso di non accendere più msn, cercando di svincolarmi da quella torbida situazione.
Mi aveva turbato, il pensare alla mia Elena alle prese con i notevoli attrezzi dei due amici; ma la cosa che più mi aveva stupito era stata la mia reazione: non solo avevo subito in modo molto marginale i morsi della gelosia, ma addirittura mi ero scoperto quasi ansioso, dopo la prima esitazione, di soddisfare ogni loro turpe richiesta.
Ripensando al primo contatto con Matteo e Luca, scoprivo che in realtà avevo inconsciamente capito cosa intendesse quando mi aveva proposto di vedere l’effetto che gli aveva fatto mia moglie.
Ero ossessionato, ripensavo sempre ai loro cazzi che affondavano a turno nella bocca, nella fica, nel culo di Elena… Ed il pensiero mi eccitava, mi eccitava terribilmente tanto che, la prima volta che feci l’amore con lei, si stupì della mia focosità e della sontuosa erezione che potei inalberare.
Entrando ed uscendo da casa mi muovevo furtivamente, cercando di evitare di incontrare Matteo, perch&egrave mi spaventava ed imbarazzava incontrarlo, dopo quella settimana folle in msn.
Lo vidi da distante un paio di volte, ma riuscii ad evitarlo, infilandomi in un negozio una volta ed accucciandomi dietro un’auto parcheggiata, un’altra.
Poi un giovedì, dopo una decina di giorni, mentre stavo per scendere alla mia auto, me lo trovai davanti, con un sorriso che ‘in realtà- era una specie di ghigno da predatore che pregusta di sbranare la preda appena intrappolata.
Le mie sensazioni, al momento, furono contrastanti; da una parte la vaga disperazione per essermi sentito preso in trappola, ma dall’altra una specie di sollievo per la fine di quella specie di gioco a rimpiattino e che succeda quello che deve succedere’
Un po’ come un colpevole che, dopo un lungo dibattito processuale, stia per ascoltare la sentenza che fisserà in modo definitivo il suo futuro, senza doversi arrovellare nell’ampio ventaglio delle ipotesi.
‘Ciao Nello, come va?’ chiese, gentile.
Risposi che andava bene e ‘mentendo, forse- gli dissi che ero contento di vederlo.
Lui fece finta di credermi e mi invitò a bere qualcosa in un bar lì vicino.
‘Mi farebbe davvero piacere, ma Elena mi aspetta a casa” provai a svicolare.
‘Solo dieci minuti, dai; poi anch’io ho cose da fare” La sua non era una preghiera, era un ordine.
Capitolai.
‘Sai’ -disse, quando ci trovammo seduti davanti a due crodini- ‘ a Luca farebbe molto piacere incontrarvi’ Tu ed Elena, intendo!’ precisò ed io farfugliai qualcosa per tentare di evitare l’inevitabile: mi sentivo come Schettino che parlava di un guasto elettrico, mentre in realtà stava naufragando per una sua cazzata’
Troncò ogni mia scusa e ci invitò (ma forse sarebbe più giusto dire che ‘ci convocò’!) a cena in un ristorante che non conoscevo per la sera dopo.
‘Non faremo nessuna allusione alle foto ed alle tue confidenze, ti assicuro’ -stranamente, gli credetti- ‘ ovviamente SE verrete a cena con me e Luca!’
Non potei far altro che accettare.

Tornato a casa, dissi allegramente ad Elena che avevo incontrato Matteo e che ci aveva simpaticamente invitato a cena per la sera dopo.
Lei non era troppo entusiasta della cosa, ma poi si convinse ad accettare.
Da parte mia, vedevo una sorta di via d’uscita da quella imbarazzante situazione; se ‘come presumibile!- ci avessero provato, magari con troppa insistenza perché erano su di giri per le foto ed i miei chiarimenti in msn, Elena li avrebbe sicuramente’ arginati e la situazione sarebbe rientrata nei canali della normalità.
Per facilitare il raggiungimento di questa soluzione, convinsi Elena, la sera dopo, a vestirsi in modo abbastanza sexy, indossando decolté con tacco da nove centimetri, una minigonna leggermente più corta di quelle che indossava abitualmente, una vaporosa camicetta bianca e sopra una sorta di panciotto, che la rendeva non convenzionale.
Subdolamente, bocciai in serie tutti i reggiseni che provava sotto la camicetta ” questo spunta’ questo si vede’ questo traspare dal tessuto’ questo non ti rende merito” finch&egrave lei, seccata, sbottò: ‘Mi hai rotto le palle! Vuoi che venga senza????’
Bingo! Feci finta di rifletterci e poi: ‘Beh’ tanto col panciotto non si vedrebbe nulla di scandaloso e se non ne approfitti adesso che hai trentacinque anni’ a cinquanta non credo che il tuo seno potrà ancora permettersi di essere libero”
Lei, irritatasi allacciò la camicetta, si mise il panciotto e, con tono di sfida, mi informò: ‘Sono pronta! Visto che ho capito che tu VUOI che esca così, avanti! Ti accontento!!’
Dentro di me, gongolavo: oltre che per il piacere di essere accanto a quella bella donna che avevo sposato, anche perché immaginavo che Luca, che si era mostrato nella chat una persona abbastanza rozza, sicuramente avrebbe ‘svaccato’, si sarebbe fatto mandare a fare in culo da Elena e la minaccia (minaccia?) alla nostra serenità coniugale si sarebbe dissolta, anche se, però, mi dispiaceva che uscissimo di casa con quella tensione e temessi, quindi, che sarebbe stata ancora più permalosa del solito, a rischio scenate…
Però, per un attimo, la mia mente fu attraversata a quell’immagine che avevo formulato a Milano, di lei alle prese coi loro grossi cazzi e’ mi dispiacque un po’ che avessi posto le premesse perché quella scena non si realizzasse.
Arrivati al ristorante, venimmo amichevolmente e gioiosamente accolti da Matteo che ci presentò il suo amico Luca: un uomo di pochi anni più anziano di me, compito, educato, garbato. Elena, a sua volta, sembrò impegnare tutta la sua affabilità e spigliatezza, anche se di sottecchi, mi lanciava occhiate di fuoco.
Ci sedemmo ad un tavolo da quattro, e fecero in modo che io fossi seduto di fronte a mia moglie; mentre le vivande si susseguivano, la conversazione fu piacevole, garbata, interessante e loro furono deliziosamente galanti nei confronti della mia signora, versando a lei (ed anche a me!) sempre da bere.
Non eravamo grandi bevitori ed io mi sentivo torpido, con la mente un po’ ovattata ed immaginai che anche Elena dovesse essere in situazioni simili alle mie ‘se non peggiori-, visto che ormai rideva spessissimo, rilassata come raramente l’avevo vita prima.
Mi guardava, ogni tanto, mi sorrideva affettuosa, mimava paci per me, muoveva le labbra a dire ‘ti amo’, ma intanto si godeva il corteggiamento sempre più stringente dei due amici
Avrei voluto dire qualcosa, bloccare tutto, ma una strana pulsione di autodistruzione, una inaspettata voglia vojeuristica voleva vedere come-sarebbe-andata-a-finire, per cui non feci nulla, neanche quando notai che i due bricconi avevano sul tavolo, in piena vista, solo la mano verso di me, mentre quella del lato verso Elena, che ridacchiava molto, forse troppo per le blande spiritosaggini che i due facevano, era sotto la tovaglia.
Feci cadere il tovagliolo e chinandomi per raccoglierlo, gettai una rapida occhiata sotto al tavolo: e mani dei due gaglioffi erano entrambi sulle cosce di mia moglie, che le teneva spalancate e, mentre quella di Matteo era circa a metà, quella di Luca ormai le sfiorava il perizoma.
Mi rialzai subito, con la paura di essere di essere sorpreso da loro, con la paura di disturbarli, ma anche boccheggiante per l’eccitazione.
Matteo mi rivolse uno sguardo fisso, diretto, come per dire: ‘Hai visto che ci siamo riusciti? Lasciaci fare!’ e poi mi strizzò rapidamente l’occhio.
Abbassai impercettibilmente il capo, dichiarandomi in balia degli eventi che loro avrebbero causato.
Ad un certo punto Matteo puntò i gomiti sul tavolo, riunì le mani (quindi aveva mollato le cosce di mia moglie, lui!) e ci appoggiò il mento, accostandosi a me e cominciò a parlarmi ‘a bassa voce, costringendomi a concentrarmi per comprendere- di una questione irrilevante, ma chiedendo la mia opinione.
Nel frattempo Luca si era accostato all’orecchio di Elena e le aveva sussurrato qualcosa che l’aveva divertita e fatta ridere, prima di replicare brevemente ed ascoltare un altro sussurro dell’uomo, annuendo alla fine.
Poi lei si era alzata: ‘Scusate, mi vado a’ ad incipriare il naso” e si avviò, malferma sulle gambe, verso i servizi.
Mi sentivo come se mi stringessero la gola perché prefiguravo che anche Luca si sarebbe alzato ed anche lui sarebbe andati nei servizi e’ avrebbe scopato mia moglie lì nei cessi? Si sarebbe accontentato di un rapido pompino? Ormai Elena aveva completamente abbassato le sue difese e da quella folle serata potevo aspettarmi tutto!
Invece Luca si girò verso di me: ‘Gran donna, la tua Elena! (era una mia impressione, il tono vagamente irridente con cui aveva gravato la parola ‘tua’?) Davvero simpatica, bella e’ alla mano!’ e scoppiò in una risata, imitato da Matteo.
‘Siete due maiali! ‘sibilai- Sarete contenti, adesso”
Loro risero ancora, poi Luca precisò: ‘dai, di cosa ti lamenti? Tua moglie si sta divertendo molto e la serata &egrave appena all’inizio”
‘In che senso?’
‘Beh, per finire la serata’ -pensai con terrore ad una proposta tipo: ‘andiamo a bere qualcosa da me’ oppure, più esplicitamente ‘dobbiamo ancora fotterci tua moglie’ ed invece’- ‘ potremmo andare a ballare in una discoteca qui vicino; ci possiamo addirittura andare a piedi, saran duecento metri’
Provai una sorta di sollievo, a quella soluzione per la serata’ anche se forse una puntina di delusione mi sfrecciò per la mente; mi accorsi con grande stupore che in fondo, dall’invito di Matteo, io mi ASPETTAVO che si facessero mia moglie!
Elena tornò, sorridente e sedendosi appoggiò rapidamente la mano chiusa sul tavolo, accanto a quella di Luca che subito dopo la chiuse e se la mise in tasca.
Non capivo: perché Elena era andata nei servizi, lei che non ci andava mai, al ristorante?
Perché quel furtivo gioco di prestigio con le mani tra i due? Lei gli aveva probabilmente passato qualcosa’ ma cosa? Un biglietto? Ma che senso avrebbe avuto?
Poi intuii! Di nuovo mi cadde il tovagliolo e di nuovo mi chinai per raccoglierlo e di nuovo sbirciai sotto il tavolo: stavolta mia moglie teneva le gambe appena socchiuse, ma la corta gonna mi permetteva di notare che il perizoma chiaro che indossava prima, non lo aveva più! Lo aveva passato a Luca!?!?
Erano arrivati dunque a questo grado di complicità?
Dovevo fermare tutto, prendere Elena e portarmela a casa e sfogare la mostruosa eccitazione che quella torbida ed inaspettata situazione mi aveva dato ‘avevo il cazzo così duro che mi doleva!- e mandare i due al diavolo!!!
Invece’ non feci nulla, restai attonito in attesa degli eventi, supinamente: ormai non ero più un attore della situazione, ma solo una sorta di spettatore privilegiato.
Alla fine della cena, ci alzammo ed Elena vacillò un istante, ‘salvata’ da Luca che la sostenne e poi la prese a braccetto.
‘Vi aspettiamo fuori’ ci disse, mentre si dirigeva verso l’esterno ormai abbracciato a mia moglie; notai en passant che il suo braccio non la cingeva alla vita, ma un pochino più in basso e che la mano era allargata sul suo delizioso culetto, mentre lei rideva.
Restai insieme a Matteo, mentre pagava il conto e, fatto ciò, lo affrontai: ‘Sarete contenti di quello che avete fatto!’ gli sibilai irosamente.
‘Fatto? ‘alzò un sopracciglio, interrogativamente- guarda che non abbiamo ANCORA fatto nulla”
Tralasciai l’enfasi che aveva dato all’ancora’ e lo interrogai, a muso duro: ‘Perché? Cosa prevede ancora la vostra serata?’
Lui mi rivolse un sorriso indulgente, come quello che si fa ad un ragazzino non eccessivamente brillante: ‘Beh, adesso andiamo a ballare e poi vediamo la TUA Elena come vuole finire la serata” disse, soavemente.
‘Mia moglie non ci starà mai! Un conto &egrave farsi tocchignare al ristorante’ vi ho visti, sai? ‘ un altro &egrave fare qualcosa lei, un qualcosa di’ attivo!’
‘Ne sei convinto?’ Chiese sornione.
‘Sì!’
‘Beh, vedremo’ noi non obbligheremo tua moglie a far nulla, sarà lei a decidere cosa fare’ ma tu non ostacolarci, non metterti in mezzo, qualunque cosa succeda e se farai il bravo” ‘Sì’?’ ‘Ti permetteremo di guardare, mentre ce la scoperemo!’
Rimasi senza fiato e senza parole e lui mi piantò lì, uscendo ad ampie falcate dal locale.
Ci misi qualche decina di secondi a riprendermi, intuendo che ‘in fondo, molto in fondo- era quello che mi aspettavo da quella serata.
Li raggiunsi sul marciapiedi e ci incamminammo verso il locale; io e Matteo davanti e Luca abbracciato a mia moglie dietro di noi, ridendo e scherzando.
Come feci per guardarli, Matteo mi stoppò: ‘Non girarti, non essere molesto!’
‘Scusa, non volevo” Mi venne d’impulso di rispondere, ma subito dopo mi detti del coglione per quella stupida risposta.
‘Visto che fai il bravo, ti meriti un piccolo premio’ Guarda!’
Mi mise davanti agli occhi il suo cellulare e vidi la foto che aveva scattato appena uscito dal ristorante: Elena di profilo, appoggiata al fianco di un’auto, inarcata all’indietro, che si baciava appassionatamente con Luca, tenendogli le braccia al collo, mentre la mano di lui spariva sotto la sua gonna’ Ero decisamente turbato: vedere quella foto fatta col cellulare da Matteo, di mia moglie mentre baciava un uomo che, fino a tre ore prima, era un perfetto sconosciuto e mentre questo le stava evidentemente toccando la fica, nuda sotto la minigonna, francamente sconvolgeva tutte le mie certezze riguardo sia ad Elena che ‘soprattutto- a me stesso: invece di essere geloso, offeso, irritato, mi trovavo in una sorta di nirvana di eccitazione perché quella situazione, inaspettatamente, mi arrapava da impazzire.
Colsi lo sguardo di Matteo, che occhieggiava il mio inguine: ‘Uhm’ direi che la cosa non ti dispiace granch&egrave” notò sarcasticamente.
Lo guardai e mi sentii quasi arrossire per la vergogna; lui, implacabile, continuò: ‘Comunque Elena non sta facendo nulla controvoglia: verifica tu stesso, annusalo!’
Dalla tasca estrasse il perizoma di mia moglie ‘Luca glie lo aveva passato, come a condividere il trofeo!- e me lo mise sotto il naso; lo toccai e sentii che era intriso del suo ciprigno e l’intensità dell’odore, poi, era quasi ubriacante.
Notai alla nostra destra una vetrina spenta ed il cristallo, angolato rispetto all’asse della strada, fece da specchio, rimandandoci l’immagine di mia moglie e Luca, che si erano fermati un attimo per baciarsi di nuovo e le mani dell’uomo avevano sbottonato la camicetta e si divertivano a stuzzicare i sensibilissimi capezzoli di Elena.
Mi sentii ‘stranamente!- colpevole, come se fossi un guardone che spiava una coppietta, un po’ come mi ero sentito prima al ristorante, con la manfrina del tovagliolo caduto’
Comunque, raggiungemmo la discoteca e mi sentii un po’ più sollevato a notare che gli avventori erano soprattutto persone della nostra fascia d’età, senza ragazzini che si stordivano con la musica tecno a palla per ore.
Ci sedemmo su due divanetti (cercai di sedermi accanto ad Elena, ma Matteo mi ostacolo ‘inavvertitamente’, permettendo a Luca di occupare il posto accanto a lei) e subito si materializzò una cameriera che prese le ordinazioni che Matteo, senza consultarci, fece per tutti.
Dopo poco la ragazza arrivò con quattro bicchieri pieni di un liquido inquietantemente azzurro, ma comunque gradevole; dopo il primo sorso, capii che il tasso alcolico era elevato, ma Matteo mi invitò con lo sguardo a bere e vidi che anche Elena lo sorseggiava con gusto, mentre sorridendo stava ascoltando qualcosa di comico ‘a giudicare dalla mimica- che le raccontava l’amico di Matteo.
Notai che Luca, parlando e gesticolando, appoggiava spesso la mano sulla coscia di mia moglie, ma lei non sembrava per nulla infastidita; anzi aveva addirittura avvicinato le ginocchia al suo vicino.
Matteo propose di andare a ballare e tutti ci alzammo’ io forse troppo di colpo, perché barcollai e rischiai di cadere.
Anche Elena sembrò avere gli stessi problemi, ma prontamente venne sostenuta dai due amici finch&egrave non recuperò l’equilibrio.
Comunque raggiungemmo la pista e cominciammo a ballare, ma dopo un po’ di tempo cominciai a sentirmi malfermo sulle gambe e feci capire agli altri, a gesti visto l’alto volume della musica, che tornavo a sedermi.
Anziché seguirmi, mi fecero ciao-ciao e restarono a dimenarsi sulla pista.
Mi sedetti sul divanetto e sorseggiai il drink, guardandoli ballare e riflettendo amaramente che, in tanti anni di sereno matrimonio, quella era la prima volta che Elena mi faceva sentire non importante, escluso’
Loro tre ballavano e dimostravano già un buon affiatamento nei movimenti, come se ballassero insieme da tempo e mi sentii un po’ dispiaciuto di non essermi mai stato appassionato al ballo, come invece era Elena.
Il ritmo della musica adesso era cambiata, era diventato meno frenetico e tutti i ballerini si adeguarono, muovendosi in modo più lento e, notavo, più sensuale.
Elena si trovava tra i due amici che ‘ne avevo la netta impressione- stavano TROPPO vicini a lei e la sfioravano spesso ed a volte la stringevano anche tra loro.
‘Davvero una bella fica, la donna del tuo amico!’ disse la voce impastata, accanto a me.
Mi girai e vidi un tizio pelato, grassoccio, sulla cinquantina, che evidentemente aveva già ecceduto col bere, che guardava verso Elena ed i due amici.
Dissi la prima cosa che mi venne in mente: ‘In che senso?’
Lui fece una sorta di gorgoglìo che doveva essere una risata e poi rispose: ‘Guardala! E’ sensuale come una gatta ed il suo uomo si diverte a vedere che il vostro amico la palpa mentre ballano. Tu evidentemente non le vai bene’ sei timido o cosa?? Ma lei &egrave una regina del sesso, una dea!’
Guardavo l’ubriaco con gli occhi sgranati, non capacitandomi di ciò che stava dicendo sulla mia donna.
Lui, invece, aveva gli occhi incollati su Elena: ‘Guarda, guarda adesso! Si sta facendo toccare la fica!’
Girai immediatamente lo sguardo e vidi che, effettivamente, Matteo le aveva messo una mano sotto la gonnellina, mentre si guardavano con sorrisi complici; Luca, per non essere da meno dell’amico, standole dietro le aveva appoggiato le mani sui fianchi, all’altezza dell’orlo della minigonna e glie la stava facendo risalire fin oltre le sue belle chiappine sode; poi anche lui allungò la mano, che sparì tra le cosce di mia moglie, mentre lei si inarcava all’indietro, seguendo più la musica del suo corpo eccitato che quella del locale.
Elena girò per un momento il torso dalla mia parte ed inorridii, vedendo che aveva la camicetta sbottonata ed i seni appena velati dai lembi di camicia e panciotto, ma comunque in piena accessibilità dei due satiri.
Basta, dovevo far finire quella situazione assurda! Finii in un sorso il mio drink e mi alzai di scatto, per dirigermi sulla pista, prenderla per un braccio e trascinarla via!
Solo che come fui in piedi, mi sentii vacillare e decisi di tornare a sedermi.
Guardavo il terzetto e decisi che va beh, l’avrei portata via quando sarebbero tornati a sedersi.
Mi faceva uno strano effetto vedere la MIA Elena comportarsi così, con due uomini, in mezzo ad una pista affollata, anzi: così affollata che adesso era diventato più difficile vederli.
Poi realizzai che, in realtà, molte persone stavano ballando soprattutto vicino a loro, moltissimi gli uomini, lasciando quasi deserto il resto della pista da ballo.
Nel movimento casuale de i vari corpi, ormai addossati come su un autobus all’ora di punta!, mi parve di vedere un altro uomo che toccava la coscia di mia moglie e che lei, ormai, aveva scoperto le spalle (ed il seno!) evitando che camicetta e gilet cadessero a terra solo tenendo allargati i gomiti.
Ero davvero incazzato, adesso, ma mi scoprii con un’erezione formidabile ed anzi allungai una mano per sistemarmelo più comodamente.
L’ubriaco ridacchiò: ‘Ahahahah, adesso &egrave intervenuto anche Fulvio il bello, so già come andrà a finire”
In pieno panico, guardai l’uomo: ‘Cosa intende dire? Come andrà a finire? Chi &egrave Flavio il bello?’
‘Fulvio, non Flavio’ – mi corresse con indulgenza- ‘ Fulvio &egrave un abitué di questa disco e quando punta una donna, come la vostra amica stasera, riesce sempre a convincerla ad andare nei bagni con lui”
Sgranai gli occhi, stupefatto! ‘E lì’?’
L’ubriaco gongolava: ‘Minimo-minimo, rimedia un pompino’ ma spesso se le fotte al volo’ o le incula, secondo la disponibilità della troia di turno’
Un vortice di pensieri mi travolse la mente: pensare alla mia seria, morigerata mogliettina trasformata in una baccante affamata di sesso in pasto a quei due bastardi’ Che per giunta stavano per essere cornificati da Fulvioilbello’ Ed io, suo marito? Non ero incazzato, mi stupii di riconoscerlo, ma solo eccitatissimo ed intrigato da quella torbidissima, impensabile situazione.
‘Ma come sai va’ sempre in buca? Magari lo racconta soltanto, ma non &egrave sempre vero” chiesi, speranzoso.
L’uomo rise: ‘Lui ama far vedere i suoi successi ed essendo un amico del padrone del locale, si &egrave organizzato: porta le troie sempre nel penultimo box dei gabinetti degli uomini, se la tipa non accetta di farlo nel corridoio tra i box ed i pisciatoi’ -visualizzai con un misto di terrore ed eccitazione mi moglie Elena impegnata in un pompino nel corridoio, con un gruppo di entusiasti spettatori tutti attorno!- ‘ comunque, andando nell’ultimo box si vede uno specchietto attaccato al soffitto, che permette di vedere dall’alto tutto quello che succede in quello accanto’
Almeno, se la vostra amica non la da’ anche a te, puoi se non altro vederla e farti un segone’ o lì o dopo, con calma, a casa ricordando” concluse, con un laido sorriso complice.
Distolsi lo sguardo dal grassone e vidi che ormai mia moglie stava baciandosi con Matteo’ poi Luca e poi ancora altri due, mentre la camicetta le penzolava dalle braccia e la gonna era raggruppata attorno alla vita, come una sorta di larga cintura: mia moglie era completamente nuda in mezzo alla pista di una discoteca e si faceva fare di tutto da chiunque!!!!
Ero sconvolto! Irritato forse, ma anche eccitato da impazzire!
Lì a poco, vidi Elena ricomporsi, risistemarsi la minigonna e rimettersi addosso la camicetta, allacciandone un paio di bottoni ed allontanare tutti gli uomini che la circondavano.
‘Ecco, adesso vedrai che va nei cessi’ vieni anche tu?’
Mi rendevo conto che stavo scivolando giù per la china sempre più ripida della depravazione, ma non avevo voglia ‘né intenzione, almeno per quella folle serata!- di evitarlo; annuii all’ubriaco e mi alzai, seguendolo verso i servizi.
Defilato in parte da un pilastro vicino all’ingresso dei bagni, vidi Elena ed i due porci tornare al tavolino e, mentre loro si lasciavano cadere pesantemente sui divanetti, visibilmente stanchi, lei prendere la sua borsettina e, con passo incerto, dirigersi nella mia direzione.
Come lei voltò le spalle ai due, questi scambiarono un vistoso ‘cinque’, con ampi sorrisi.
Il pelato mi prese il braccio e mi fece retrocedere dietro alla colonna, mentre Elena ci passava davanti; quando fu davanti alla porta, Fulvioilbello si materializzò accanto a lei e la precedette all’interno.
Il mio accompagnatore ‘novello Virgilio nell’inferno della cornutaggine, della depravazione e del vojeurismo- mi fece cenno di aspettare e solo dopo un pochino, mi fece segno di seguirlo all’interno.
Dal vestibolo comune, si affacciò nella parte dei maschietti e poi mi fece segno di seguirlo, indicandomi col dito il penultimo box, chiuso!, mentre arrivavamo all’ultimo.
Aprì la porticina appena accostata e salutò con un cenno due tizi che erano già dentro, gli occhi fissi allo specchietto sul soffitto.
Guardai anch’io e strabiliai: nonostante tutto ciò che mi aveva detto il tizio, non ero davvero convinto che Elena fosse lì; avrebbe potuto benissimo infilarsi all’ultimo momento nella parte per le ragazze!
Oppure magari poteva essere lì, ma per farsi baciare, toccare, per masturbare Fulvioilbello, al limite e null’altro.
Invece la vedevo bene, nello specchio, accucciata a fare un bocchino all’esagerato arnese del tipo, grosso da far impallidire quello dei due maiali’ e far quasi scomparire il mio; dopo un minuto, però, lui la fece alzare e girare e la fece mettere con i piedi allargati al massimo, piegata in avanti con le mani sul bordo della tazza; poi le andò dietro, abbassò le mani per allargarle per bene le labbrine e ci appoggiò la sua notevole cappella, grossa come un mandarino.
Poi le posò le mani sulle spalle e lentamente spinse; a mia moglie scappò un gemito (Dolore? Piacere?) e poi un ‘Uhhh!’ quando la nerchia finì di scivolarle dentro, con il grosso glande a spingerle sul collo dell’utero.
Fulvio restò fermo per un istante, poi cominciò a sfilarlo per poi rituffarlo, lucido del ciprigno dell’eccitatissima vagina di Elena e cominciò a stantuffarla con sempre maggiore velocità.
Lo spettacolo era indubbiamente intrigante e vidi che i due sconosciuti nel cubicolo, puntavano il cellulare verso lo specchio e prendevano delle’ foto ricordo.
Invece di incazzarmi (tanto il viso di Elena non si vedeva!), feci come loro’
Man mano che la monta bestiale aumentava di velocità, mia moglie cominciò un lungo gemito ‘che mi era ben noto, riflettei amaramente- salendo costantemente di volume finché, quando Fulvio la afferrò per i fianchi per svuotare il suo piacere dentro di lei, Elena fece una sorta di roco ululato, segno che aveva raggiunto anche lei il piacere.
Mi resi conto che anch’io, senza neanche toccarmi, solo guardando mia moglie fare la zoccola da discoteca ero venuto nei boxer, come un liceale!
Imbarazzato, irritato, aprii il box e tornai rapidamente in sala, sedendomi sul divanetto accanto a Matteo ed inalberando un’espressione di innocente sbronzaggine; avevo deciso di lasciar correre liberamente gli eventi di quella pazza nottata.
‘Ah’ av’ avete finito di ball’ ballare’ -farfugliai- e’ e mia moglieeee?’
Mi guardarono con sorrisi indulgenti: ‘E’ andata in bagno a’ a incipriarsi il naso!’ sghignazzò Luca.
‘Sc’ Sctrano’ non l’ho viscta”
Loro risero di gusto: ‘Beh, suppongo che tu sia andato nei cessi dei maschietti’ Lei sarà andata in quello delle femminucce’ per quello non vi siete visti!’ Mi spiegò pazientemente Matteo.
Annuii vistosamente e sorrisi in modo idiota, per far capire che avevo capito; poi lasciai ciondolare la testa, ma mi sentivo stranamente lucido, attento e li tenevo d’occhio di sottecchi.
Loro mi indicarono a vicenda ‘ciuccoperso, secondo loro!- e silenziosamente risero e poi a gesti concordarono che la serata sarebbe finita scopando mia moglie a casa di Luca.
Dopo un po’, Elena si sedette accanto a Luca e dal suo linguaggio del corpo capii che era imbarazzata ‘probabilmente per quello che aveva appena fatto nei cessi degli uomini!- anche se lo dissimulava abbastanza bene.
Lasciai cadere la testa come se mi fossi assopito e loro caddero nel mio piccolo inganno.
‘Avete ancora voglia di stare qui?’ chiese Luca.
Immaginai che Elena e Matteo abbiano fatto un cenno negativo, perché continuò: ‘Beh, allora potremmo finire la serata andando a bere una cosa a casa mia”
Sentii Elena ridacchiare sommessamente: ‘Ho idea che Nello per stasera abbia già bevuto abbastanza”
Gli altri fecero una risatina, poi Matteo commentò: ‘Sì, ma non possiamo mica lasciarlo qui, dai!
Facciamo così: vado a prendere la mia macchina, quando sono qui davanti uscite ed andiamo tutti a casa di Luca con quella’ Non credo che Nello sia nelle condizioni di tornare a piedi al ristorante’ men che mai, guidare!’
Gli altri risero e si dichiararono d’accordo e così si fece.
Mi ‘svegliarono’, mi aiutarono ad alzarmi ed arrivare all’ingresso e poi a salire nell’auto di Matteo, seduto accanto a lui, mentre Luca e mia moglie prendevano posto sul divanetto posteriore.
Feci ancora finta di crollare addormentato, ma mettendomi un po’ storto ed insaccato sul sedile, in modo da appoggiare la nuca sul bordo dello schienale e non sul poggiatesta e poter quindi, tra le palpebre socchiuse, vedere un pochino di quello che il retrovisore interno mostrava.
Non fosse stata mia moglie, lo spettacolo sarebbe stato eccitantissimo (o forse, al contrario, lo avrei trovato meno intrigante? Non so’), perché dopo essersi baciati a lungo, Luca fece scendere Elena appoggiandole una mano sulla nuca, presumibilmente per farsi spompinare, mentre giocherellava coi suoi seni denudati e probabilmente le toccava la fica, perché disse: ‘accidenti, come sei bagnata! Sei un vero lago!’ e ricevendo da mia moglie solo un mugolio a mo’ di risposta.
Dovetti fare uno sforzo per non ridere: io sapevo bene perché Elena era così bagnata, dopo che Fulvio le aveva svuotato dentro i suoi notevoli coglioni!
Stranamente, trovavo una sorta di carognesco piacere a pensare che mia moglie avesse’ tradito anche loro due ‘così furbi, così determinati!- con uno sconosciuto incrociato, per ‘colpa’ loro!, sulla pista da ballo!
Considerai ineluttabili i comportamenti dei due amici, dopo che mi avevano ‘messo in mezzo’ su msn, e consideravo quella sorta di cornino posto sulla fronte dei miei corninificatori come una specie di vendetta trasversale.
Stranamente, mi sentivo come assuefatto a che la mia irreprensibile Elena, quella sera, avesse svelato la sua estrema sensualità e troiaggine, anche se a danno mio e meditai che tutte le riflessioni ed il confronto con lei, avrebbero dovuto essere rimandate ad altra occasione.
‘Basta, basta, che se no ti sborro in gola!’ bisbigliò Luca, portato evidentemente al parossismo dal pompino di Elena.
Matteo rise sommessamente: ‘Ma che signora vogliosa che abbiamo qui! ‘bisbigliò- Ancora pochi minuti e siamo arrivati, troietta’ vedrai che ti leviamo tutte le voglie, quando siamo da Luca!’
Tutti e tre ridacchiarono e, dopo poco, Luca fece entrare Matteo nel parcheggio sotto un palazzo.
Come l’auto si fermò, feci finta di svegliarmi: ‘dove siamo???’ dissi, con tono ansioso.
‘Saliamo un attimo da Luca a bere il bicchiere della staffa -spiegò pazientemente Matteo- prima di andarcene a casuccia a dormire’
Annuii e sorrisi, da perfetto ubriaco e così mi portarono quasi di peso all’ascensore, col quale salimmo fino al piano di Luca; la parete di acciaio lucidato, mi faceva indovinare che, alle mie spalle, stavolta era Matteo che si preoccupava che mia moglie non scendesse di tensione erotica, baciandole il collo e palpandole le tette.
Entrati in casa, mi lasciarono cadere su un divanetto e poi Luca, a voce alta in modo che anch’io potessi sentire bene: ‘Allora ci facciamo un whiskino, per finire la serata?’
Avevo già riflettuto che se avessi bevuto dell’altro alcol, quella sera, probabilmente mi sarei davvero addormentato e non volevo per tutto l’oro del mondo ma, ero sicuro, il farmi bere e mettermi fuori combattimento era essenziale per i loro progetti di fornicazione; ma con un bicchiere in mano avrebbero potuto vedere se bevevo davvero o se facevo solo finta’ Idea! ‘No, dai’ io voglio sci-olo unabb’ una birrah! In lattina!!!’ affermai, da ubriaco.
I due amici si guardarono e scambiarono un lieve sorriso a fior di labbra, poi il padrone di casa si occupò dei drink; lo vidi, prima di andare in cucina presumibilmente a prendere la birra, afferrare al volo una bottiglia di liquore trasparente, presumibilmente l’insapore vodka e poi tornare, distribuendo i bicchieri tra loro ed una lattina di birra scura da mezzo litro già aperta per me: ‘Scusami Nello, ma in casa ho soltanto questa” si giustificò con voce contrita.
Borbottai che andava bene e facemmo alla fine un brindisi; poi mentre loro sorseggiavano i loro drink, io feci solo finta di mandar giù alcune lunghe sorsate, ma lasciai invece la lattina piena.
Dopo qualche minuto mi stravaccai sul divanetto, lascai cadere abbandonata la testa, aprii la bocca e cominciai a ronfare ogni tanto, come se mi fossi davvero addormentato.
Loro, seduti sull’altro divano con Elena in mezzo, mi guardavano e ridevano ed intanto tocchignavano e stimolavano mia moglie ovunque.
Dopo un pochino, Elena si alzò e mi si avvicinò; spiegò a mezza voce ai suoi due amanti: ‘Aspettate, sembra partito, ma voglio essere sicura!’ Poi, più forte: ‘Nello, amore mio’ dai alzati, che andiamo a casa nostra a dormire! Amoreee!!!’
Aveva quasi urlato, ma non diedi segno di reazione; allora si girò sorridendo verso i due: ‘Partito”
Luca si alzò di scatto: ‘Benissimo, almeno non ci rompe le palle!!! Dove eravamo rimasti?’
Rise e risero anche gli altri due, mentre anche Andrea si alzava; presero entrambi per mano mia moglie e sparirono lungo il corridoio.
Aspettai dieci minuti prima di levarmi le scarpe, alzarmi ed andare silenziosamente a cercarli.
Erano, come era logico supporre, sul lettone di Luca e quando, con la massima cautela, gettai un’occhiata dentro attraverso il poco spazio restato tra lo stipite e la porta accostata ma non chiusa, vidi Elena sdraiata sul letto, nuda come anche gli altri due, che li succhiava alternativamente, mentre loro la toccavano ovunque.
Dopo un pochino la fecero alzare e si sdraiò Luca; poi si fece venire sopra mia moglie a spegni moccolo e’ e non resistevo più! Ormai DOVEVO masturbarmi!
Appena Elena si assestò il grosso palo dell’uomo nel più profondo della fica con un sospiro soddisfatto, entrai nel bagno lì accanto e presi un pochino di carta igienica: un conto era che pensassero che ero addormentato ed ubriaco, mentre mi scopavano la moglie, un altro se avessi lasciato tracce che avevo guardato e goduto mentre lo facevano!
Tornai al mio punto di osservazione e trasecolai: Elena si era sdraiata sul petto di Luca e Matteo aveva appena finito di insalivarle il culetto; subito dopo salì in piedi sul letto, fletté le ginocchia e posò l’imponente cappella sulla rosellina posteriore di mia moglie.
Mentre gli altri due stavano immobili, lui le allargò le chiappine coi pollici e poi spinse, entrando nel suo retto e facendole sfuggire un mugolio di piacere.
Come glie lo spinse dentro fino ai coglioni, il terzetto si rianimò ed i due maschi cominciarono a fotterla con ritmi diversi, portandola in breve ad un orgasmo che letteralmente la sconvolse, facendola muovere in modo scomposto come se avesse avuto un attacco epilettico e facendole ruggire il suo grande piacere.
Poi cominciarono a svariare, godendo molto tutti.
Dopo un bel pezzo non resistetti più oltre ed esplosi il mio piacere nella soffice carta, estasiato dall’aver visto mia moglie usata in tutti i buchi ed in tutte le posizione da quel duo assatanato ed affiatato.
Anche loro, comunque, erano quasi alla fine: mia moglie, inginocchiata sul letto, li stava succhiando insieme e, avendo il suo bel culo girato verso di me, potevo agevolmente vederle culo e fica arrossati e dilatati e colanti lunghi filamenti di sborra densa.
Lei intensificò gli sforzi del duplice pompino e sentii chiaramente Luca precisare come sarebbero venuti, per questa ultima volta di quella notte bollente: ‘baldracca, mi fai venire di nuovo’ Ohh’ Ci sono quasi! Adesso te lo levo dalla bocca e ti sborro in faccia come si fa con le baldracche, come sei tu veramenteeeeehhh!’ E fu di parola!
Anche Matteo ormai c’era ed anche lui decise di sfilarsi dalla bocca di mia moglie e di scaricarle i lunghi schizzi del suo piacere in faccia e sui capelli.
Ero trasecolato! Di nuovo eccitato, di nuovo con la voglia di menarmelo; ma vidi che Elena, dopo aver riso per qualcosa che le avevano mormorato, si era ripulita le labbra col dorso della mano e poi aveva baciato Luca.
La conoscevo abbastanza per capire che avrebbe baciato anche Matteo e che, subito dopo, sarebbe andata in bagno a lavarsi, per cui abbandonai rapidamente il mio punto di osservazione, tornai a buttarmi scompostamente sul divano infilandomi al volo i mocassini ed attesi.
Attendendo, cedetti alla fine al sonno, inaspettatamente. Il tornare a casa non ha storia: Elena mi svegliò dopo circa una mezz’ora, inappuntabilmente vestita (e con un leggero aroma di shampoo, segno che si era anche fatta, logicamente, una bella doccia), mi rimproverò affettuosamente di essermi addormentato, mentre loro erano restati li a chiacchierare e scherzare (Ma certo! Come no??? Avevo ben visto!).
Ringraziammo comunque Luca e con Matteo tornammo davanti al ristorante, dove dichiarai che ero perfettamente in grado di guidare e quindi, dopo averlo salutato, tornammo a casa a dormire, alla fine.

Mi svegliai dopo mezzogiorno e le lenzuola vuote ma ancora tiepide, mi fecero capire che Elena si era appena alzata.
Mentre ancora mi stiracchiavo e cominciavo, a mente lucida, a riflettere sugli accadimenti della nottata, affacciò il suo dolce musetto, vide che ero sveglio e mi disse solo ‘Aspetta!’, con un sorriso e sparì in direzione della cucina.
Wow, pensai, il caff&egrave a letto, come nelle grandi occasioni!
In effetti aveva molto per cui si doveva sentire in colpa e la ricordai, ad esempio, nuda e circondata da maschi arrapati, sulla pista della discoteca’
Micidiale, richiamare questi ricordi: subito il mio cazzo diventò durissimo e quando mia moglie tornò in camera con la tazzina fumante, alzai le ginocchia per cercare di mascherare il mio evidente stato di eccitazione.
Lei si sedette sul bordo del letto, mi posò un affettuoso bacio sulle labbra e poi mi porse il caff&egrave, che sorseggiai con grande piacere.
Decisi di cercare di chiarire la situazione, prendendola alla larga: ‘Allora, passata una bella serata?’
Lei fece un ampio sorriso. ‘Sì, molto! Mi avevi indispettita, prima di uscire, con la faccenda dei reggiseni e ‘ti giuro!- avevo deciso di fartela pagare, facendoti ingelosire e mostrandolo a Matteo ed al suo amico!
Però, come abbiamo incontrato i tuoi amici, così gentili e simpatici, ho deciso che non era il caso e credo di aver fatto bene, perché abbiamo cenato piacevolissimamente e senza che tu fossi irritato da un mio stupido comportamento”
Tenevo la bocca chiusa, con la simulazione di un sorrisetto stampato sulle labbra, ma dentro di me ascoltavo ‘a bocca aperta’ la versione di Elena: come se non avessi visto che la toccavano a tavola, come se non l’avessi vista passare a Luca il perizoma che prima indossava, tornando dalla toilette, come se non avessi potuto percepire la grande chimica sessuale che si era materializzata tra lui e Luca e Matteo’
Avrei voluto interromperla, contestare la sua versione, ma non me ne diede il tempo.
‘Poi, quando siamo arrivati nella disco, ballando sentivo i capezzolini inturgiditi dallo sfregare liberi contro la camicetta, mentre i seni dondolavano mentre ballavo’ avevo bevuto un po’ troppo (anche se mai quanto te, amore mio), ero allegrotta ed avevo deciso di farti ingelosire lì sulla pista, slacciandomi un po’ la camicetta e lasciandomi sbirciare le tette; tu però avevi bevuto troppo e ci hai lasciati in pista e così”
Ero curioso di sapere cos’altro mi avrebbe raccontato: ‘E così???’
Sorrise: ‘Ma niente! Se non c’eri tu, che senso avrebbe avuto? Così mi son ricomposta ed ho continuato a ballare’ -con le mani di tutti ovunque, troia! Ma non lo dissi, lo pensai soltanto- ‘finch&egrave non ci siamo stancati e non siamo tornati al tavolo.
Avevamo visto che prima avevi chiacchierato con un tizio e poi ti eri addormentato sul divanetto, per cui non ci siamo fatti problemi di ballare finché ne avessimo avuto voglia.
Quando siamo tornati al tavolo, dovevi essere andato alla toilette e così ci sono andata anch’io e poi via, da Luca, a chiacchierare.
Solo che tu ti sei addormentato’ non sei stato molto cortese a dormire tutto il tempo, amore mio! Ed hai sbagliato a chiedere di bere ancora la birra. Poi ti sei addormentato come un ciocco!
Dicevo che per fortuna loro non si sono offesi ed abbiamo chiacchierato e riso, mentre il tempo passava.
Comunque, ho passato davvero una piacevole serata, grazie amore mio!’ e suggellò il ringraziamento con un bacio.
Francamente la sua versione mi aveva spiazzato e dubitai per un momento dei MIEI ricordi sulla serata.
In quel momento, suonò il suo cellulare e lei, che lo lasciava sotto carica in cucina, andò a rispondere.
Pensai che la conferma dei miei ricordi era nel mio cellulare, le foto che avevo scattato nei cessi, che la ritraevano mentre si faceva fottere dal grosso cazzo di Fulvioilbello e stavo per scendere dal letto e prenderlo, quando rientrò col suo apparecchio, mettendolo in vivavoce; riconobbi subito la voce del suo capo, che stava dicendo: ‘Sì, chiediglielo, ma spero che dica di sì’
La sua espressione mi faceva già intuire tutto e difatti: ‘E’ Corrado: &egrave saltato fuori un grosso casino e mi chiede, anche se &egrave sabato, se potrei andare a lavorare in straordinario. Ti dispiace?’
Sapendo di essere in vivavoce, risposi un po’ più ad alta voce del normale, ma almeno sentiva anche lui: ‘Beh, avrei voluto passare il sabato con mia moglie, ma se il casino &egrave grosso ed Elena deve risolverlo’ spero che Corrado ne terrà conto, nel caso fossimo noi ad avere richieste’ non convenzionali!’
Lui giurò e spergiurò che ci avrebbe concesso tutto, che gli salvavamo la vita e la ditta e cominciò a ringraziarci, a nastro.
Poi Elena chiuse la comunicazione, mi pregò di metterle una confezione d’insalata già pronta, un uovo sodo ed una scatoletta di tonno in un sacchetto, mentre lei si preparava: ‘Mangio là ‘abbiamo una piccola zuppiera e delle posate per questi casi-, mentre esamino il problema; sai: prima arrivo, prima finisco e torno indietro’ mi spiegò.
Ne trovai invece uno di carta, coi manici, di un negozio di elettronica ‘ricordavo di averlo portato io: avevo comprato due pacchi di DVD vergini- e glie lo lascia accanto alla borsetta.
Dopo un quarto d’ora era già uscita; ciabattai fino in cucina, mangiai svogliatamente un pezzo di formaggio e poi decisi di vestirmi ed andare a fare due passi.
Dopo la doccia, vestendomi, il peso dei calzoni mi ricordò che in tasca avevo il cellulare; lo presi e controllai: in effetti non avevo sognato, c’erano le foto di Elena che faceva la troia nei cessi della disco!
Me lo rigettai in tasca, con un gesto rabbioso e stavo per uscire; avevo deciso di comprarmi il giornale e di andarmelo a leggere sulle panchine di un giardino pubblico non troppo distante, ma quando ero già sulla porta sentii gocciolare il rubinetto del lavello in cucina; per cui andai a chiuderlo meglio, ma sentii il sentore degli scarti del pesce che Elena aveva cucinato il giorno prima e gettato nel secchio sotto il lavello che, evidentemente, si era dimenticata di svuotare.
Allora, per non far impuzzolentire tutta la casa, presi il sacchetto dei rifiuti e lo gettai nel cassone davanti al portone.
Avevo già fatto di nuovo scendere il coperchio, quando mi venne un dubbio, ricordandomi quello che il mio sguardo aveva distrattamente registrato.
Premetti nuovamente su pedale e dentro il cassone era lì, che spuntava accanto ad un sacchetto nero di immondizia, che mi guardava beffardo, il MIO sacchetto di carta del negozio di elettronica, con la confezione di insalata-già-pronta che spuntava’
Riflettei che i casi erano due: o mia moglie aveva cambiato idea, nel paio di minuti da quando aveva chiuso la porta di casa dietro di sé a quando era uscita dal portone, oppure
-molto più probabile!- il sacchetto-viveri era stato solo una messinscena per me, per farmi credere che era così di fretta da non potersi neanche fermare a mangiare un boccone con me o prendere un panino al volo in un bar’
Mentre passeggiavo nella bella giornata, riflettevo: se mi aveva mentito, quindi, era per coprire qualcosa’ Pensai alla voce di Corrado, disperata!, che usciva dal viva voce’ Se io avessi ricevuto una chiamata del genere dal mio capoufficio o principale, ne avrei discusso con lui, poi avrei detto ad Elena che dovevo andare, senza tante manfrine e sarei uscito.
Invece lei aveva prima parlato con Corrado in cucina ‘per forse un paio di minuti, se ricordavo bene-, poi era venuta a farmi sentire quello che lui le chiedeva’ in modo da convincermi che lei doveva ‘subire’ la richiesta del capo.
Se mi avesse detto: ‘Mi ha chiamato Corrado, devo andare in ufficio perché &egrave spuntato un problema’, io non glie lo avrei certo impedito!
Ma invece, quella’ ridondanza di spiegazioni mi faceva venire in mente quell’antico motto latino: ‘excusatio non petita, accusatio certa’.
Quindi, Corrado era stato suo complice nell’inganno e francamente non ce lo vedevo l’atletico capo di mia moglie a coprirla per una scappatella con un altro, per quel poco che lo conoscevo’ Ergo, Elena adesso era sì con lui, ma sicuramente NON stavano lavorando!!!
Che puttana!
In quel momento’ -guardai l’ora e feci un piccolo calcolo sui tempi di percorrenza- probabilmente, se si vedevano in ufficio, erano già insieme, magari Elena era già nuda, sdraiata sul divano dell’ufficio di Corrado, probabilmente impegnata a spompinarlo’ se addirittura lui non glie lo aveva già piantato nella fica!
Mi resi conto che questi pensieri, però, facevano inaspettatamente sbollire la mia rabbia ed invece mi stavano facendo inopinatamente eccitare’
Pazzesco! Assurdo!
In poco più di dodici ore, avevo innegabilmente scoperto la mia Elena molto diversa dalla persona che avevo sposato e che ero incrollabilmente convinto che fosse!
Meditai anche sui fatti della notte e sulla versione che Elena mi aveva propinato.
Stabilii, con molta onestà intellettuale ed una impensabile serenità priva di sentimenti rabbiosi, alcuni punti fermi: prima di tutto che a me eccitava in maniera incredibile vedere (o sapere, evidentemente) mia moglie con altri; la comprensibile ed auspicabile gelosia, nelle ultime ore era solo una piccola fitta, là in fondo, persa nell’uragano dell’arrapamento e trovai eccitantissimo vederla scopare, d’accordo, ma anche saperla guardata e toccata da tutti quei maschi ingrifati in disco, o pensarla con un altro, in quel preciso momento (Corrado l’avrà già fatta venire? Controllai involontariamente l’ora).
Ed in fondo, mi arrapava anche la sua infedeltà, un’infedeltà totale: aveva già deciso che mi avrebbe tradito coi due gaglioffi ‘ed aveva anche già cominciato a farlo!- quando si era lasciata facilmente convincere dal tipo della disco a tradire ANCHE loro!
E, non sazia, anche stamattina si era organizzata per farsi fottere da un altro!
Al solo pensarlo, sentivo il cazzo che tornava a rizzarsi e cercai perciò di calmarmi.
Poi, ragionai su ciò che mi raccontava Elena: la sua versione sulla nottata, che sarebbe stata perfettamente credibile, se davvero fossi stato tanto ubriaco quanto ero riuscito a far credere e la ben costruita balla di oggi.
Anzi: mi complimentai mentalmente con lei, per avermi detto che voleva farmi ingelosire e di avermi raccontato cosa avrebbe fatto in disco; se avessi avuto un barlume di lucidità ed avessi registrato ‘qualcosa di strano’, potevo pensare che era quello che lei aveva spontaneamente ammesso’
Quindi, evidentemente a lei non fregava nulla di sputtanarmi coi suoi amanti: sia i due amici, sia Corrado erano perfettamente coscienti che mi stavano fottendo la moglie, praticamente in faccia!
La cosa mi imbarazzava un po” ma provavo anche uno strano senso di orgoglio, del fatto di aver sposato una donna così desiderabile, anche se ‘lo avevo appena scoperto!- così troia.
Ero seduto sulla panchina, coi gomiti appoggiati sulle ginocchia, a riflettere su quale fosse la miglior strategia da adottare: affrontarla e rinfacciare il tutto? Confessarle di sapere e instaurare una situazione di complicità? E le sue reazioni?? Far finta di nulla, ma interpretare i piccoli segnali e quindi sapere quando mi tradiva?
‘Sei stato abile, ci ha fregato per bene! Hai visto tutto, quindi, come te l’abbiamo scopata ed inculata bene, la mogliettina?’
Sobbalzai, sorpreso dalla voce di Matteo, che si era materializzato al mio fianco e che si stava sedendo sulla panchina.
Lo guardai stupito e lui spiegò: ‘Quando siamo andati via, Luca ha riordinato il soggiorno ed ha preso la tua lattina di birra per buttarla via; però era ancora praticamente piena -piena di birra corretta con la vodka, per sbronzarti definitivamente!- ed allora ha capito tutto ed &egrave scoppiato a ridere!
(già, che coglione! Mi son dimenticato di svuotarla’)
Ha aspettato che fossi presumibilmente solo e poi mi ha chiamato, raccontandomi anche che sul pavimento, pulito alla perfezione dalla donna delle pulizie giusto ieri mattina, guardando con molta attenzione ha trovato una gocciolina che sembrava sperma secco giusto fuori dalla porta della camera’
(Opporcatroia! E pensare che ero stato ben attento, a sborrare nella carta igienica, quando son venuto!)
Te l’abbiamo fottuta bene?’ Mi chiese con greve ironia.
Decisi di rispondergli, ma anche di ferire il suo amor proprio, la sua arrogante sicurezza.
‘Avete fatto decisamente un bel lavoro, soprattutto quando l’hai inculata mente Luca la fotteva.. e la sborrata finale in faccia, poi: impagabile!’ sorrisi.
Poi continuai: ‘Del resto, quando siamo arrivati da Luca era già stata ben’ scaldata”
Mi guardò con una sorridente espressione di superiorità: ‘Ti riferisci a quello che gli abbiamo fatto in pista?’ chiese crudelmente.
‘Sì, -ammisi ammiccante- voi e gli altri’ soprattutto Fulvio”
Gli svanì il sorrisetto dalle labbra: ‘Fulvio? Chi cazzo &egrave Fulvio?’
Mi misi comodo, appoggiandomi allo schienale della panchina con postura rilassata e spiegai: ‘Fulvio &egrave un habitué di quella disco ed ha una specialità: ogni sera, trova una donna in sala, se la porta nei cessi e se la fotte al volo’ Quando avete finito di ballare, Elena non &egrave andata nei bagni solo per fare pipi”
‘Balle!’ Era irritato, manco fosse stata SUA moglie, ad essere stata fottuta da altri; mi resi conto che la situazione, pur assurda, era quasi divertente.
‘Balle, te lo stai inventando!’ ribatt&egrave, piccato, scosso nelle sue certezze di sciupamogli.
Fu più forte di me: misi lentamente la mano in tasca, estrassi il cellulare ‘lui guardava con estrema attenzione cosa stessi facendo; forse si aspettava che telefonassi a qualcuno che confermasse?-, visualizzai il miglior scatto tra quelli fatti nella disco e, con un sorrisetto, glie lo mostrai in silenzio.
Lui guardò, poi mi levò il cellulare dalla mano con una certa irruenza e lo mosse fino a poter visualizzare al meglio l’immagine sul piccolo schermo.
Mi guardò, decisamente stupito: ‘Ma’ ma come hai fatto, dall’alto?’
Sorrisi, simulando una sicurezza che non provavo completamente: ‘Fulvio &egrave un amico del padrone del locale e si diverte a mostrarsi mentre’ sbrana le sue prede; va sempre nello stesso cesso e ha messo uno specchietto sul soffitto che permette di vedere tutto dal cesso accanto”
‘Ma tu’ come facevi a sapere tutto questo? Eri già stato in quel locale?’ Era decisamente perplesso.
‘No, mi ha spiegato tutto e guidato lì un tizio’.’ ‘L’anzianotto pelato col quale parlavi???’
‘Esatto, lui!’ dissi sorridente.
Rifletté un attimo, poi mostrò di nuovo il suo sorrisetto da carogna: ‘ma allora anche lui ha visto la tua mogliettina mentre si faceva sifonare nei cessi come l’ultima delle troie!’
Decisi di recuperare terreno, di mostrare sicurezza ed autostima: ‘Lui ed altri due, sì’
Ma del resto &egrave un pezzo che so che Elena va con altri’ -mentii con facilità- ‘ ed ormai sono abituato alla cosa; anzi: mi diverte anche!’ conclusi con un sorriso soave.
Dopo questa frase, il suo atteggiamento cambiò: ai suoi occhi non ero più un povero coglione a cui fottere la moglie, ma quasi un complice.
‘Ma allora’ quella chat con Luca’ stavi recitando la parte del povero coglione?’
Quando si comincia a mentire, poi viene facile continuare a farlo ‘Certo! Avevo capito fin dalla tua proposta di chattare con un tuo amico, che avreste provato a mettermi nel mezzo e vi ho assecondato; quando poi hai cominciato a tesser lodi a Luca dell’aspetto di Elena, ho capito subito a cosa puntavate”
Era ammirazione, quella che leggevo nel suo sguardo? Continuai.
‘Non &egrave stato facile riuscire a farla venire alla cena senza reggiseno, visto che lei non sa che io so e recita a fare la moglie irreprensibile, ma come vedi ve l’ho servita su un piatto d’argento”
Meditò per un paio di minuti su ciò che gli avevo detto, poi cercò di precisare meglio i ruoli: ‘Quindi tu non t’incazzi se te la fottono” Negai con un sorrisetto ed un cenno della testa.
‘E ti piace vedere, quando te la fottono” Annuii
‘Ma ci riesci spesso, a vederla?’
‘No, solo raramente, come in situazioni tipo ieri sera” Ammisi, con una punta di delusione nella voce.
‘Ed hai detto che lei non sa che tu sai’ Quindi non ne avete mai parlato’ Perché non glie lo dici?’ mi chiese, più per reale curiosità che per provocarmi.
Raccolsi brevemente le idee: ‘Beh, ci sono vantaggi e svantaggi: adesso mi diverte vedere tutte le sue manovre, le sue bugie o mezze verità per organizzarsi le scopate, come stamattina, ad esempio” ‘Stamattinaaaa?’ Mi guardò, strabiliato.
Annuii e gli raccontai con espressione divertita le manfrine di poco prima. Poi proseguii nella mia analisi: ” e mi diverte, le volte che riesco a vederla, sapere che lei &egrave convinta di farlo a mia insaputa, alle mie spalle, di essere così abile da riuscire a fregarmi!
D’altra parte, se le dicessi che so, potremmo forse instaurare una certa complicità, per cui io potrei anche assistere tutte le volte che si fa montare, ma non sarebbe più lo stesso e forse anche il nostro rapporto ‘che ora fila incredibilmente sereno, nonostante le sue attività’ extraconiugali- potrebbe cambiare, incrinarsi e, nonostante tutto, non voglio assolutamente perderla’
Fu la sua volta, per meditare su quanto appena ascoltato; dopo un pochino, parlò di nuovo: ‘Penso che tu non abbia nulla in contrario, se riferisco questa amichevole e serena chiacchierata a Luca, visto che tanto sa già che ci hai visti” Lo rassicurai con un’occhiata ed un sorriso ” e comunque, allora, la cosa potrebbe esserti utile’ -fece un sorrisone- ‘ non ti piacerebbe sapere sempre dov’&egrave Elena, ascoltare quello che dice e cose così?’
‘Beh, non mi dispiacerebbe’ ma come si fa?’
‘Ehehehe’ Luca commercia in apparecchiature di controllo’ roba da spie, per intenderci!’ Rise, mentre lo guardai interrogativamente.
‘Se tua moglie, come tutti, ha sempre il cellulare accanto a sé, se avesse un ‘certo’ cellulare, apparentemente normale, tu potresti ascoltare tutte le sue conversazioni’ e quello che vien detto vicino a lei, oltre ad avere la sua geolocalizzazione con lo scarto di un metro’
Inoltre, se tu sapessi dove lei va a farsi sbattere, si potrebbe mettere una micro webcam
Che ti permette sia di vedere che registrare tutto, come le conversazioni e la localizzazione, su un computer’
Per esempio, metterla nella vostra camera, in casa: se porta qualcuno, puoi vedere come se fossi lì!’
Riflettei sulla proposta. Era indubbiamente intrigante; lo ammisi e lui sorrise: ‘Bene, chiamo Luca e sentiamo cosa ne pensa’ Ah, dimenticavo: sei stato furbo a prendere la carta gienica, per non lasciare sul pavimento neanche una goccia, stanotte’ ed anche stare seduto in terra a guardare, invece che stare in piedi, visto che avremmo guardato ad altezza d’uomo per prima cosa, se avessimo avuto il sospetto di essere spiati”
Eccomecazzo faceva a saperlo????
Ci misi meno di dieci secondi a capire: vuoi che Luca, vendendoli, non avesse riempito casa sua di aggeggi da agente segreto?
Mi immaginai ad essere segretamente ripreso mentre li spiavo e cominciai a ridere, subito imitato da Matteo.

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