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Racconti erotici sull'Incesto

A tuo padre ci penso io

By 1 Maggio 2014Dicembre 16th, 2019No Comments

A tuo padre ci penso io
di makaresco

Quando cominciai a soccombere all’Edipo ero sedicenne e mia madre era una bella donna sulla quarantina (38 ad essere precisi) . Bionda, occhi chiari, carnagione bianchissima, leggermente rotonda ma con un viso bellissimo. Adesso di anni ne ha 58 &egrave decisamente più rotonda ma &egrave ancora bellissima.

Non so spiegare perché ho iniziato a desiderare mia madre. Forse per via del suo aspetto procace. Mia madre &egrave una donna formosa, come un attrice degli anni 60. Possiede un seno enorme, porta la quinta ma potrebbe essere facilmente una sesta misura. Ha il culo bello grosso e rotondo. Anche le gambe sono ben tornite.

Oppure &egrave perché con me &egrave sempre stata molto dolce e permissiva. Mia madre non ha mai avuto problemi a mostrarsi liberamente in casa ed &egrave per questo che ho avuto modo di vederla nuda. La prima volta capitò per caso, entrai in camera e lei era sdraiata sul letto senza niente addosso. Avrei voluto girare i tacchi ma lei non fece una piega, anzi mi chiese se potevo raccogliere per lei l’accappatoio che aveva lasciato in terra un momento prima. A quelle volta ne seguirono altre ed io cominciai ad aspettare il momento in cui l’avrebbe fatto di nuovo.

Può anche essere che lei fosse un esibizionista e che io abbia facilmente equivocato certi suoi atteggiamenti ma alla fine il risultato fu che ero innamorato di mia madre prima ancora di iniziare il liceo.

Mio padre &egrave mancato improvvisamente per un infarto 2 anni fa. Mi &egrave dispiaciuto molto, anche se già a sedici anni desideravo scoparmi la sua moglie non l’ho mai visto come un rivale. Era un uomo buono attaccato alla famiglia, onesto, gran lavoratore e molto presente. Gli volevo bene e per certi versi &egrave stata proprio questa sua presenza a tenermi un po’ a freno. Quando il desiderio di mia madre era troppo da spingermi a fare cose sconsiderate. Il che capitava ogni volta che mia madre mi offriva una visione di qualsiasi parte del suo corpo. La mia testa mi diceva che fottergli la donna non sarebbe stata una cosa giusta, che lui non se lo meritava. Altre volte pensavo invece che avrei potuto tacitamente condividerla. Ma questo poteva deciderlo solo mia madre.

Visto che non riuscivo a levarmela dalla testa pensai che dovevo tentare. Cosa sarebbe mai potuto succedere? Al massimo mi avrebbe sgridato, forse dato qualche ceffone. Anche se poi l’avesse detto a mio padre’ Beh, questo era il rischio più grosso ma non mi preoccupai più di tanto. Dopotutto lo sanno tutti che i figli maschi indirizzano spesso verso la mamma le prime pulsioni sessuali. Specie se la mamma in questione &egrave una donna procace e provocante come la mia. Sarei sicuramente sembrato un classico adolescente in preda all’Edipo, forse mi avrebbero mandato dallo psicologo. Forse no. Conclusi che il rischio era accettabile.

Andò più o meno come pensavo. Dapprima lei si arrabbiò ma poi ne fu lusingata. Va beh’ Diciamo che fu indulgente. Non disse nulla a mio padre ma mi sparò comunque un sermone su cosa era giusto e su cosa era sbagliato. Ammetto che quel suo atteggiamento mi sorprese non poco. ‘Ma come prima ti fai vedere nuda girare per casa e poi mi fai il pippone moralizzatrice’. Pensai.

Però non mi arresi. Finché abbiamo vissuto nella stessa casa ogni occasione era buona per corteggiarla. Standole vicino potevo farle dei complimenti ma anche stuzzicarla fisicamente . Mi riferisco a qualche struscio galeotto in cucina. Mi piaceva provocarla al mattino quando tutti noi maschietti sembriamo dei superdotati. Vista la propensione di mia madre a girare per casa con pochi e leggeri indumenti, vederla sculettare mentre mi preparava la colazione aumentava la mia eccitazione tanto che era impossibile non notarla.

Lei sorrideva ogni volta. Beh, non sempre, devo dire che la prima volta che feci l’audace rischiai veramente grosso. Mio padre non era ancora uscito. Entrai in cucina con un bel bozzo in evidenza da sotto il pigiama. Lei lo fissò per un istante, rise, poi tornò a preparare la colazione come faceva sempre. Mi dava le spalle. Quel suo culone bianco e dondolante che potevo vedere dalla camicia da notte trasparente sembrava mi stesse parlando. Decisi che era giunta l’ora di accettare il suo l’invito.

Con la scusa di prendere una tazza feci come per passare da dietro, ma una volta in posizione le appoggiai le mani sui fianchi e la tirai verso di me. ‘Umm’ che buon profumo che hai…’, le dissi in un orecchio mentre accostavo il suo culo al mio uccello in piena erezione. Quel contatto mi diede una sensazione bellissima, come di una piccola scossa elettrica. ‘Mi fai impazzire’lo sai’ continuai a dirle mentre roteando il bacino, cercai di infilare, anche se da sotto la stoffa, la punta del mio cazzo in mezzo alle sue chiappe. Ingenuamente pensavo che se avesse sentito quanto ce l’avevo duro si sarebbe lasciata andare. Molto ingenuamente’

Lei soffocò un urlo, mi spinse indietro con forza e mi fulminò con lo sguardo. Stava per partire l’ennesimo ceffone ma mi salvò la mia prontezza di spirito: ‘A Ma, dovresti dimagrire un po”sai’ quel culone &egrave un arma pericolosa’ancora un po’ e potevo rimanere offeso’. Le dissi con aria beffarda.

Rise abbondantemente. Ci sedemmo a discutere della cosa. Nuovamente lei cercò di farmi capire che quel mio atteggiamento era sbagliato. Io le risposi che era colpa sua, che era lei a darmi il tormento con quel suo girare per casa mezza nuda, con quelle tettone sempre mezze fuori e mezze dentro. Che ero comunque un adolescente e con tutto quel ben di dio sempre in bella vista non sarei mai riuscito mai a vederla come una madre. Lei mi rispose che probabilmente avevo ragione ma che non poteva farci nulla. Che dovevo farmene una ragione. Non poteva cambiare la sua natura quindi avrebbe continuato a vestirsi e girare per casa liberamente (come una zoccola’); e non poteva smettere di essere mia madre perché io ero nato da lei. Dato che anch’io non potevo negare la mia natura e nascondere quello che provavo per lei, conclusi che avrei continuato a provocarla. E così feci. Stavo ovviamente attento che mio padre non mi scoprisse. Eravamo una bella famiglia italiana perché rovinarla con uno scandalo.

Col tempo mia madre si abituò alla mia impertinenza tanto da non poterne più fare a meno. Quando lasciai la famiglia per andare a vivere da solo lei veniva a trovarmi spesso. Non si presentava nuda. No di certo, ma era sempre ben messa e sapeva benissimo come mi sarei comportato al riparo da occhi ed orecchie indiscreti. Evidentemente le piaceva. Anche se non cedeva. Posso dire che il nostro era diventato una specie di gioco in cui lei seguitava a provocarmi col suo corpo ed io rispondevo prendendomi sempre maggiori libertà.

Un giorno mia madre mi chiese se potevo accompagnarla dal ginecologo. Accettai. Non era la prima volta e mi &egrave sempre piaciuto portarcela. Non solo perché potevo passare del tempo con lei ma anche per come si veste per l’occasione. Sceglie sempre un abito elegante ma facile da togliere. Ne ha diversi ma quando il clima lo richiede predilige quello semi-gessato di colore blu da indossare sotto un cappotto. Dietro la giacca mette una camicia bianca con pochi bottoni sulla parte alta che fa sembrare il suo seno ancora più grosso. Per contenere le tette usa un reggiseno di pizzo rosso che secondo me &egrave di una mezza misura più piccola di quello che servirebbe. Penso lo faccia apposta perché parte del seno tende ad uscire sia dalla coppa che dalla camicia. La gonna ha il classico spacco posteriore dal quale spiccano le calze autoreggenti, che lei indossa rigorosamente di colore nero, su scarpe tipo décolleté con tacco da 10 cm e cinturino alla caviglia. Sotto la gonna ‘per comodità’, dice lei, un perizoma coordinato in rosso che mette ancora di più in evidenzia il suo bel culo.

Lo studio ginecologico si trova in un paese vicino, per arrivarci bisogna percorrere una strada collinare. L’appuntamento era per le 18 e visto che eravamo in ritardo finimmo con uscire dal medico che era già ora di cena. Uno sguardo furtivo alle gambe di mia madre mentre saliva sulla mia macchina e decisi che era troppo bona per lasciarmi sfuggire l’occasione di passare dell’altro tempo con lei.

La convinsi a fermarci in una trattoria del posto. Era un locale molto noto nella zona, sapevo che avremmo mangiato e bevuto bene e poi c’era la musica e si poteva anche ballare. Fu lei stessa a chiamare casa per avvisare Papà. La telefonata non durò molto ma ad un certo punto mamma si allontanò. Capii che stavano parlando di me anche se non potei udire cosa si dissero. Chiusa la telefonata ritornò verso di me ‘Papà si raccomanda solo di stare attento’, disse, ‘per il resto stasera sono tutta tua…andiamo”. C’era qualcosa di strano in quelle sue parole, aveva un sorrisetto maligno mentre le diceva, ma stavo per andare a cena da solo con mia madre. Cosa potevo volere di più?

Arrivati al locale fui galante come &egrave solito fare uno spasimante non certamente un figlio. Mia madre apprezzò come sempre ma c’era qualcosa di diverso nell’aria. Lei sembrava molto più partecipe. Accettò la mia corte senza problemi. Incurante che nella sala potesse esserci qualche nostro conoscente provai a prenderle la mano, lei ricambiò stringendola a se. Passammo l’intera serata a chiacchierare e a sfiorarci reciprocamente come fanno due giovani innamorati.

Finimmo di cenare che era l’una passata. Dovevamo rientrare. Uscendo le misi il cappotto sulle spalle. ‘Sei bellissima mamma’, dissi. Le diedi un bacio leggero sul collo. Lei senza dire nulla mi prese sotto braccio, mise la sua testa sulla mia spalla e così abbracciati piano piano ci avviammo alla macchina.

Mentre eravamo di ritorno rimanemmo entrambi in silenzio. Io non volevo rovinare la piacevole atmosfera che si era creata durante la cena e forse anche lei pensava lo stesso. Ad un certo punto non potei fare a meno di guardarla. Era davvero bellissima. E poi le sue forme. Fui così distratto da quel seno che mi stava di fianco – sembrava stesse per esplodere fuori dalla camicia – che ad un certo punto rischiai l’incidente.

Una frenata improvvisa seguita da un breve spavento.

‘Stai bene mamma’.
‘Si!. Devi stare attento alla strada…’ mi disse mia madre carezzandomi la gamba delicatamente.

Per quel contatto la vidi mordersi il labbro inferiore. Ebbi un sussulto. Mi avvicinai a lei e la baciai sulla bocca. Lei rispose prontamente dandomi la sua lingua. ‘Forse &egrave giunta l’ora?’, chiesi mettendo la mia mano sulla coscia. Lei maliziosamente mi rispose ‘Forse” .

Era fatta ma non potevo portarla da me, era tardissimo, vidi che a cento metri da dove ci eravamo fermati c’era una traversa, la imboccai. Era una strada sterrata, un interpoderale. Accostai subito dopo in uno slargo riparato e spensi il motore. Mia madre non mi fece aspettare, capiva anche lei che non avevamo molto tempo, mise una mano sopra i miei pantaloni, abbassò la cerniera e fece uscire il mio pene. Lo strinse forte con le mani, spalancò la bocca ed iniziò a succhiarmelo.

Rimasi piacevolmente sorpreso. Mamma succhiava da vera esperta. Non solo sapeva come muovere la bocca su e giù ma riusciva anche a ritmare la pompa con il movimento della lingua. Di tanto in tanto mi dava anche dei colpetti alla cappella. Mai avuta una così…così troia. Pensai. Non volevo offenderla ma non c’erano dubbi. Era mia madre quella donna che mi stava pompando il cazzo come un attrice hard.

Lei era china su di me ed io ne approfittai per infilare una mano nello spacco posteriore. Le accarezzai le gambe. Le si inarcò offrendomi una meravigliosa visione del suo culo. Misi la mia mano nella sua fica e mi accorsi che era piena di umori. Iniziai a masturbala prima con un dito, poi con due. Più lei succhiava più io muovevo la mano su e giù. Eravamo entrambi pronti a scopare ma lei non accennava a staccarsi dal mio cazzo. Capii allora che voleva farmi venire con la bocca. Forse pensava di poter tamponare momentaneamente così il discorso tra noi, eventualmente per riprenderlo l’indomani con calma. Tutta quella eccitazione, ero stracolmo tanto che ad un certo punto la inondai. Lei non fece una piega ed assaporò ogni singola goccia del mio sperma. La mia mano tra le sue cosce avvertì le contrazioni della sua fica. Venne con il mio cazzo ancora in bocca.

Ma evidentemente a mia madre non bastò. Tornò a sedersi e nel ricomporsi vidi il suo volto farsi ancora più porco e malizioso. Abbassò la parte superiore dell’abito e aperti quei due stupidi bottoni tirò fuori le mammelle dalla camicia e dal reggiseno in un unico colpo. Mi tirò a se. Dapprima le palpeggiai come per soppesarle poi iniziai a succhiare quei capezzoli che spuntavano dalle grosse aureole. Lei mise una mano sulla mia testa e mi invitò a scendere più giù.

Infilata la mia testa tra le sue gambe vidi un piccolo batuffolo di peli rossastri diviso in due da una sottile banda di stoffa rossa. Spostai con la bocca il filo del perizoma. Un odore inebriante colpì le mie narici. Questo mi riporto il cazzo in tiro. ‘L’odore della fica di mia madre &egrave meglio del Viagra’, pensai. Lei lo vide nuovamente duro e lo prese in mano. Io iniziai a leccarle il clitoride. ‘Mmm”, lei mugolò. Morsi leggermente. Lei mugolò ancora. Potevo avvertire la sua nuova eccitazione da quanto era gonfio. Continuai a ciucciarlo e a leccaglielo e più la leccavo più lei stringeva il mio cazzo. Lo menava e mugolava sempre di più. Ad un certo punto urlò. ‘Sii’cosi’continua…che sto venendo..’. Ebbe un orgasmo violentissimo.

‘Sei una gran donna mamma”, le dissi.
‘Grazie tesoro’anche tu non sei male’.
‘Ma tu ce l’hai ancora duro..’. Mi fece notare .
‘Vieni che facciamo trentuno”. Disse.

Feci come chiedeva, lei salì di sopra, gli infilai il cazzo nella fica e inizia a pomparla.

‘Si così’spingi’spingi’
‘Ti piace mamma?’
‘Si figlio mio’continua’ fammi sentire questo cazzo”
‘Si mamma, eccotelo’
‘Dai tesoro sborra’sborra’sborra dentro a questa figa di tua mamma’

Capii che non sarei durato molto. Quando ti capita una troia così non c’&egrave molto da fare. Devi pompare e pompare finché non esplodi. E così feci. Le sborrai dentro a fiotti come fa un rubinetto che viene aperto dopo tanto tempo.

Sfinito mi accasciai per qualche minuto su di lei. Poi entrambi capimmo che non potevamo più tardare e la riportai a casa. Giunti davanti la porta vidi che la luce della camera da letto dei miei genitori era accesa.

‘Mamma?’ chiesi
‘Non ti preoccupare’a tuo padre ci penso io’, disse.

Mi diede un bacio appassionato sulla bocca e scese dalla macchina, con la coda dell’occhio mi sembro di vedere l’ombra di mio padre in attesa dietro la finestra della camera da letto.

(continua) A tuo padre ci penso io (2a parte)
di makaresco

Ripenso molte volte a quella sera. Quella della prima volta con mia madre. La mia mente torna sempre al momento in cui lei mi baciò sotto una delle finestre di casa. Oggi posso anche riderne ma allora non potevo sapere come sarebbero andate le cose e vi garantisco che ero veramente terrorizzato.

‘A tuo padre ci penso io”, mi disse. Non ero sicuro che fosse proprio mio padre l’ombra dietro quella tenda e non desideravo scoprirlo. Temevo le conseguenze. Un bacio appassionato tra madre e figlio non &egrave certo quello che un padre si aspetta di vedere. Come avrebbe potuto mamma aggiustare la cosa?

Lei chiamò l’indomani. Era quasi ora di cena e non avendomi visto ne sentito per tutto il giorno volle sincerarsi che stavo bene. Mi disse di stare tranquillo, che mio padre essendo assonnato non si era accorto di nulla.

– ‘Non si &egrave nemmeno reso conto che non indossavo più le calze.’ -, disse.

Nella foga del nostro amplesso una delle autoreggenti si era impigliata da qualche parte strappandosi e lei per far prima le aveva buttate via entrambe.

– ‘Siamo stati due incoscienti mamma’, dissi.
– ‘Si ma &egrave stato bellissimo tesoro mio e non vedo l’ora di rifarlo’
– ‘Fosse per me verrei lì e ti salterei addosso anche subito ma come facciamo con papà’, le dissi.
– ‘Beh se hai così tanta voglia puoi fare un salto per cena, magari siamo fortunati e decide di andare al circolo’.
– ‘Si come no”, dissi, dubbioso.
– ‘Potrebbe anche andare a dormire presto, non sarebbe la prima volta’.
– ‘Certo’così si sveglia e ci becca’
– ‘Ma no che non ci becca, vedrai”

Rimasi in silenzio per qualche secondo. Non potevo crederci. Mia madre era così troia da rischiare un amplesso incestuoso con il marito in casa. Subito la cosa mi eccitò ma la proposta era veramente azzardata. Primo, saremmo stati tutti uno di fronte all’altro, ed io non ero sicuro che sarei riuscito a sostenere lo sguardo di mio padre; dopotutto non erano passate neanche 24 ore da quando gli avevo scopato la moglie. Secondo, l’attesa mi rende ansioso; c’era il rischio che avrei potuto dire o fare qualcosa di compromettente.

– ‘Non so mamma.’, dissi.
– ‘Beh’che c’&egrave Adesso? Non dirmi che non verrai più a trovarci’, mi rispose.
– ‘No &egrave che”
– ‘Di solito sei sempre qui a qualsiasi ora del giorno, se smetti di colpo, allora si che diventa sospetto’.

Aveva ragione, anche se erano mesi che vivevo da solo, mi ero spostato solo di qualche centinaio di metri in linea d’aria. Praticamente era come se non fossi mai andato via di casa

– ‘Dai vieni, ti prometto che non te ne pentirai.’, concluse.
– ‘Ok, aspettami che arrivo’.

Fu mio padre ad aprire la porta. Mi salutò come sempre anzi a pensarci meglio sembrò persino contento di vedermi. Non che di norma non lo fosse.

– ‘Mamma ha apparecchiato nella sala’, disse.

Anche questo era normale, mia madre &egrave una donna borghese che tiene alla forma. Lei ci raggiunse da li a poco. Indossava uno stupendo tubino in chiffon molto corto, di colore porpora, un po’ fuori stagione visto che era autunno inoltrato ma neanche poi tanto per un abito da sera. Il taglio mini, molto sopra al ginocchio lasciava vedere ampiamente le gambe. Bianchissime. Niente calze. Lo scollo corto e tondo sul davanti fungeva molto furbescamente da sostegno alle sue enormi tette e insieme alla trasparenza del materiale contribuiva a darle ulteriore portamento, al contrario lo scollo posteriore era generosissimo, lungo quasi a sfiorare le natiche. Anche le scarpe erano rigorosamente da dress code, dei sandali di vernice con un tacco alto quel tanto che basta a conferire armonia ad una gamba ben tornita.

Sia io che mio padre rimanemmo per un attimo senza parole. Lei non si scompose. Ignorò mio padre, mi si avvicinò e mi diede un bacio che sarebbe dovuto essere sulla guancia ma che invece risultò molto vicino alle labbra.

– ‘Ciao tesoro’, disse.

Ebbi l’impressione che l’avesse fatto apposta. Guardai mio padre con vergogna, lui fece finta di nulla.

‘ ‘Ma che fate ancora in piedi, dai sedetevi che iniziamo.’, disse mia madre rivolgendosi ad entrambi. Poi giratasi verso di me: – ‘Tesoro tu intanto versami del vino che io porto subito in tavola.’, usci dalla stanza ancheggiando lentamente.

Io rimasi come un ebete a fissarla – quando hai un culo come quello di mia madre la camminata diviene un arma ipnotica – fu in quel momento che mio padre disse finalmente qualcosa.

– ‘Che fai guardi il culo di tua madre’
– ‘No…io’no’, risposi spaventato.

Lui mi diede uno scappellotto come quando da ragazzo mi comportavo da birbante. Io compresi che potevo rilassarmi.

– ‘Certo che la mamma &egrave ancora una gran bella topolona’, mi disse.
– ‘Proprio così’papà’, risposi facendo cenno di sì con la testa.

A volte penso che un altro marito avrebbe provato fastidio. Lui invece sembrava divertito ed io, che ero tesissimo, provai sollievo. Oggi penso che per come era fatta la nostra famiglia quella situazione poteva essere quasi definita normale. Non tutti i mariti hanno una moglie esibizionista, non tutti i figli hanno una mamma incestuosa.

La cena non fu così breve come mia madre aveva prospettato, mio padre non accennava ad andarsene e presto fu evidente che non l’avrebbe mai fatto. E neanche io volevo mollare. Tutto sommato avevo di fronte a me una cena come si deve ed in parte una donna avvenente che mi aveva fatto delle promesse. Pensai che dovevo tenere duro, mio padre prima poi si sarebbe stancato ed avrebbe lasciato il campo libero.

Mi sbagliavo. Ad un certo punto entrambi i mie genitori si misero a flirtare tra loro e anche pesantemente. Come se io non esistessi il mio vecchio si alzò dal tavolo con una scusa, appoggiò le mani sulle sue spalle e le baciò il collo. Lei lo lasciò fare. Lui si fece più audace, sposto le mani lentamente facendole scendere sulle tette. Un altro bacio sul collo e vidi mia madre contorcersi sulle spalle. Era un chiaro segnale che lei gradiva.

Che mia madre si fosse dimenticata il motivo per cui mi trovavo lì ed avesse cambiato idea? Qualunque fosse la risposta pensai che vista la situazione avrei fatto meglio ad andare a casa e spararmi una sega dopotutto quelli sposati erano loro. Feci per alzarmi ma mi fermò la mano di mia madre.

– ‘Ti prego resta”, disse lei e vidi che anche mio padre dietro di lei annuiva.

Mia madre sia alzò dalla sedia e iniziò ad accarezzarmi e questa cosa sembrò non dispiacere a mio padre.

– ‘Vacci piano cara”, disse mio padre quando vide che sua moglie aveva appoggiato una mano sulla mia coscia e sfiorato decisamente il mio pacco.
– ‘Su non essere geloso, il poverino stasera si &egrave sentito trascurato’, rispose lei.
– ‘No mamma, non &egrave vero”.
– ‘Non &egrave gelosia e che non ci &egrave abituato se continui così lo distruggi’, disse ridendo.
– ‘Ma figurati caro, &egrave un giovane pieno di risorse il nostro tesoro, non saranno certo le carezze di una vecchia babbiona a fargli male’.
– ‘Babbiona un cazzo! Sai che ho beccato tuo figlio a guardarti il culo pocanzi’.
– ‘Ma papa’che dici’, dissi come per difendermi.
– ‘Davvero?’, chiese mia madre mostrandosi meravigliata.
– ‘Sì cara, questo svergognato ti ha sbavato dietro mentre sculettavi come la peggiore delle troie’.
– ‘Ah, che sfacciato, lo sai che queste cose alla mamma non si fanno’, disse lei lanciandomi uno sguardo carico di malizia e nello stesso tempo facendo ‘no’ col dito indice.

– ‘Mi sa che questo birichino ti ha già fatto ben altro”, disse mio padre ridendo.

Non fui velocissimo a capire. Già ero confuso perché un gran pezzo di donna vestita come una troia di lusso mi metteva le mani dappertutto, figuriamoci poi quando questa e davanti a suo marito mi baciò sulla bocca.

– ‘Beh adesso voi maschietti andate di là che io mi metto in libertà e vi porto il caff&egrave.’, disse mettendomi un dito sulle labbra; un chiaro invito a non dire nulla che potesse rovinare il momento.

Vi ho già detto nonostante i miei desideri incestuosi non sono mai stato geloso di mio padre ma non pensavo che la cosa potesse essere reciproca. Tutto divenne chiaro mentre seduti sul divano attendevamo silenti il ritorno di mia madre. NON HO CONQUISTATO IO MIA MADRE, &egrave STATO MIO PADRE A SPINGERLA VERSO DI ME. MIO PADRE ERA UN FOTTUTISSIMO CUCKOLD. Come appresi più tardi entrambi i miei genitori erano ex naturisti che si erano conosciuti in un campeggio nel nord della Francia. Accomunati da un morale diversa dall’usuale si sono sposati ed hanno vissuto insieme senza mai negare la loro vera natura, col tempo poi si sono dati all’esibizionismo e allo scambio di coppia. L’idea di coinvolgermi nei loro giochi &egrave sempre stata nelle loro teste anche perché l’avevano imparata dalle famiglie che frequentavano sulla spiaggia di Cap D’Agde.

Lei torno non tornò con il caff&egrave come aveva promesso però si era veramente messa in libertà, nel senso che si presentò a noi più svestita di prima. Non aveva più il tubino di chiffon ma al suo posto indossava un grembiule vintage, uno di quelli sexy usati dalle pseudo casalinghe americane nelle pubblicità degli anni 60 – Affinché possiate figurarli al meglio sappiate che oggi sono stati riproposti dalla ‘jessiesteele.com’ nella serie TV ‘Desperate Housewives’, dateci un occhiata perché sono bellissimi -. Quello indossato da mia madre quel giorno era di colore rosa con motivi in grigio scuro e bordi merlettati nello stesso colore. Aveva cambiato anche le scarpe e messo quelle più alte, un tacco dodici. Niente reggiseno ma non era completamente nuda aveva indossato delle calze a rete con autoreggenti e da dietro il grembiule anche se nascosto dalle sue stupende chiappone si vedeva la stringa del perizoma.

Fu mio padre a fare la prima mossa. Si spogliò in men che non si dica. Il vecchio mi stupì perché era ancora ben messo. Non era in formissima ma non era nemmeno grasso inoltre aveva un bel cazzo, perfettamente in tiro, lungo nella media ma grosso forse più grosso del mio. Io per timidezza o non so cos’altro mi levai solo la camicia. Mia madre per togliermi dall’imbarazzo si mise subito in mezzo a noi, spalancò le cosce e mi tirò a se prendendomi per la cintura dei pantaloni. Io presi fiducia e con una mano afferrai una delle mammelle, la feci uscire completamente dallo scollo del grembiule e le succhiai il capezzolo. Anche mio padre fece la stessa cosa dall’altro lato.

Mamma infilò la lingua nella bocca di mio padre, gli strinse l’uccello con una mano mentre con l’altra cercò di sbottonarmi i pantaloni per far uscire anche il mio.

– ‘Che cazzo che hai tesoro’, mi disse dopo averlo preso finalmente in mano
– ‘Si mamma, ti piace?’,
– ‘Molto”, rispose mentre lo menava.
– ‘Avevi ragione cara il nostro ragazzo &egrave proprio messo bene ”, disse mio padre che nel frattempo si era messo in piedi e aveva portato il cazzo all’altezza della bocca di sua moglie.

Mamma che non vedeva l’ora di assaggiare una delle nostre nerchie si girò &egrave iniziò a succhiarglielo. Io mi staccai un attimo per liberarmi dei pantaloni, vidi le gambe aperte e desiderai sentire ancora l’odore della sua fica, quello che la sera prima mi aveva fatto impazzire. Mi inginocchiai davanti a lei, infilai la testa in mezzo alle sue cosce e dopo averla annusata come fa un cane con la sua cagna le ficcai dentro la lingua per leccare ogni suo umore.

– ‘Ma guardalo, ci sa fare lo sbarbatello’, disse mio padre
– ‘Si’tanto’mmm’, disse mia mamma
– ‘Ecco perché eri così soddisfatta ieri sera”
– ‘Si’mmm’mi piace’mmm’Dio mio tesoro come la lecchi bene”, disse mia mamma mugolando.
– ‘Che troia che sei’mmm’ti piace farti leccare da tuo figlio’mmm’Eh puttana?’, disse mio padre.

Anche mio padre mugolava per il piacere. Più io leccavo la fica di mia madre meglio lei gli pompava il cazzo. Sapevo che così continuando lui non avrebbe resistito a lungo. Infatti i nostri sguardi si incrociarono proprio nel momento in cui lui le venne improvvisamente in bocca.

– ‘Minchia’che’schizzo”, disse mamma con la bocca grondante di sborra.
– ‘Si’mmm’sei troppo bona non ce l’ho fatta a resistere’, disse mio padre e senza mostrare alcun segno di frustrazione aggiunse: – ‘…dai fatti fottere da tuo figlio’che io vi guardo’.
– ‘Oh si…’, rispose mia madre carica di voglia.

Si avvicinò ed io senza esitazione la baciai. Lo feci di istinto. Senza pensare che lei aveva ancora faccia e bocca pieni della sborra di mio padre. So che leccare lo sperma di un altro uomo &egrave una cosa che può fare schifo e anch’io non mi ritenevo capace di tanto. Ma come potete immaginare quello fu per me un giorno pieno di rivelazioni. Inoltre – chi tra voi lettori ha avuto o ha tuttora esperienze cuckhold può capirmi – non &egrave la sborra degli altri uomini ad eccitarci quanto l’odore di sesso animalesco che emana quando viene a contatto con la pelle calda della tua donna.

– ‘Girati mamma che ti voglio fottere come una cagna”. Le dissi.

Mia madre obbedì mettendosi a pecora sul divano. Presi in mano l’uccello e lo condussi delicatamente fino all’imboccatura della sua fica, entrai comodamente tanto era bagnata.

– ‘Ahh’si’finalmente un po’ di cazzo”, disse mia madre
– ‘Sei una vera maiala’, disse mio padre che ci osservava.
– ‘Mmm si tesoro mio spingimelo dentro così’mmm’ fantastico”, mi disse ignorando volutamente le parole e lo sguardo eccitato di suo marito

Aumentai il ritmo della scopata e vidi che a mio padre era ridiventato duro. Lui si sistemò sotto di noi per leccarle la fica. Lei facilitata dalla posizione glielo prese in bocca nuovamente.

– ‘Va bene così mamma?’, le chiesi
– ‘Si tesoro’continua che vai bene’, rispose lei sempre più eccitata.
– ‘Mamma, papà’papà mi sta leccando i coglioni…’, dissi.
– ‘Lascialo fare’vedrai che ti piace ”, rispose lei.

Preciso che non sono gay ma in quel momento eravamo così avvinghiati che non avrei saputo come fermarlo e poi aveva ragione lei, la cosa non mi dispiacque. Superato il mio imbarazzo iniziale mio padre si lasciò andare e in perfetto stile cuckhold tolse il mio uccello dalla fica di sua moglie, lo succhiò per qualche istante e poi lo rimise dentro.

– ‘Cazzo papa, mai avrei immaginato che’Mmm…’

Non riuscii a completare la frase, mio padre si era nuovamente rimesso in bocca il mio cazzo. Che fosse o no il giusto prezzo da pagare per scopare mia madre devo essere sincero, quel porco me lo succhiava benissimo.

– ‘Mamma’se papà non la smette di succhiarmelo finisce che vengo prima di te’ dissi.
– ‘Non ti preoccupare caro, goditi il momento’, disse lei
– ‘Mmm ‘ si’ma così &egrave troppo presto.. piano pà’piano’, dissi a mio padre.

Non sapevo più a chi darlo. Un minuto ero nella fica di mia madre un altro ero nella bocca di mio padre. Autorizzato dalla mia donna la pompai come un forsennato mentre sentivo la lingua di mio padre ravanare nuovamente sulle mie palle. Finì che tra il calore dell’una e l’umido della bocca dell’altro inondai entrambi di sborra.

– ‘Minchia che porci che siete”, dissi soddisfatto.
– ‘Vero che lo succhia bene?’, disse mia madre
– ‘Vero’, risposi.

Ma non potevamo finire così, mia madre non era ancora venuta e anche mio padre reclamava la sua parte di fica. Lui si sedette sul divano mostrando il cazzo dritto e chiese a mamma di salirci sopra. Lei che aveva ancora la fica bagnata della mia sborra lo montò senza farselo ripetere. Cavalcò mio padre come una indiavolata. Si capiva che aveva una voglia matta di godere anche se ancora non ci riusciva. Evidentemente le mancava ancora qualcosa. Fu mio padre a sbloccare la situazione.

‘ ‘Gli hai già fatto il culo?’, riferendosi a quanto io e lei avevamo combinato la sera prima.
‘ ‘No papà non c’&egrave stato il tempo’, dissi; mi era chiaro dove voleva arrivare.
‘ ‘Mmm’che mi volete fare brutti porci’, farfugliò mia madre.
‘ ‘Niente’mamma ‘adesso ti riempiamo di cazzo’, dissi io.
– ‘Oh’SI”, farfuglio mia madre..

Per un attimo smise di andare su e giù sul cazzo di mio padre, tirò il culo infuori.

‘ ‘Inculami”, disse.

Non me lo feci ripetere. Lo appoggiai sulle natiche e feci scorrere la punta verso il basso finché non trovai l’apertura. Sfiorai con la cappella la nerchia di mio padre più volte ma alla fine glielo infilai deciso. Lei cacciò un urlo per la sorpresa ma le passò subito. Era troppo abituata per sentire male.

‘ ‘Mmm’due cazzi, si questo si che &egrave una goduria’Mmm’, disse mia madre.
‘ ‘Ti piace il cazzo nel culo mamma?’, chiesi.
‘ ‘Si’tesoro’mi piace’sfondami dai’.

Prima di quel giorno non avevo mai scopato una donna nel culo eppure sembrò come se non avessi mai fatto altro. Il mio cazzo entrava ed usciva senza problemi. Il culo di mia madre era morbido e caldo quasi come la sua fica. Lei urlava di piacere ad ogni colpo. Anche qui l’intesa con mio padre fu immediata e non ci volle molto che lei raggiunse l’orgasmo.

‘ ‘Mmm’mi state facendo venire”, disse mia madre.
‘ ‘Ahh’Anch’io ci sono quasi e tu papà’anche tu?..’, chiesi.
– ‘Mmm’Si”, disse mio padre.

Accelerammo il ritmo finche lei

‘ ‘Ahh’si che bello prendere un cazzo in fica ed uno in culo’
‘ ‘Quello nel culo &egrave di tuo figlio ‘troia’, disse mio padre
‘ ‘Ah si il mio bambino, che cazzo che ha il mio bambino, Mmm’ giurami tesoro che lo faremo ancora.’
‘ ‘Si mamma’lo faremo ancora’, dissi infilandogli il cazzo nel culo fino in fondo.
‘ ‘Ahh’si, cosi, ancora, ancora, spaccami’spaccami tesoro mio, spaccami che sto vendendo’

Ero al limite ma feci come voleva, gli assestai altri colpi belli profondi nel culo e anche mio padre rispose con un ulteriori affondi nella fica.

‘ ‘Ahh ‘Si’ tutte e due, Si, vengo, vengo’Ahh’adesso Si’Si..Siiii..Ahhh.”

Venimmo tutti e tre quasi contemporaneamente, mio padre nella sua fica io nel culo. Lei si accasciò soddisfatta. Mi guardo sorridente e:

‘ ‘Te l’avevo detto che a tuo padre ci avrei pensato io’.

Quella fu la prima di molte altre volte. Finché mio padre &egrave rimasto in vita non ho più scopato mia madre da solo ma ho sempre partecipato ai loro giochi, inclusi quelli con i loro amici stranieri. Adesso che lui non c’&egrave più io e mia madre continuiamo da soli e questa estate in Agosto saremo a Maspalomas nelle Canarie. Sembra che tra quelle dune di sabbia si consumino storie da paura. Se siete come noi, cio&egrave una coppia porca o una famiglia incestuosa (solo maggiorenni e consenzienti), siete i benvenuti. Vi aspettiamo.

Mak ed Eri

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