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Racconti erotici sull'Incesto

Irene. Una passione incestuosa.

By 11 Settembre 2018Dicembre 16th, 2019No Comments

Scrivo queste confessioni preso da una irresistibile voglia di svelare il mio amore appassionato e illecito per mia sorella. Mentre scrivo ho il cazzo duro spinge per uscire dal pantalone. Dovrei allentare la tensione, ma so che sarebbe un palliativo. L’unico modo per far scemare questa desiderio sarebbe scopare con lei. Ma &egrave mia sorella e il desiderio resterà sempre insoddisfatto.
Chi &egrave mia sorella? Si chiama Irene, ha dieci anni meno di me, una quarta robusta di reggiseno, lo sguardo malizioso come nessun’altra. Sono convinto che mia sorella conosca i miei sentimenti verso di lei. Ora vi spiego.
La mia ossessione per lei iniziò per caso, anni fa. Fino ad allora l’avevo sempre trattata con superficialità. Eravamo fratelli, ma a me interessava stare con i miei amici, con lei non avevo mai stretto un forte legame. Tra amici e fidanzate, stavo poco a casa, eppure, a ripensarci, mi perdevo i momenti migliori della sua età, quando stava crescendo e sviluppando le sue forme esplosive. Anni fa, invece, la vidi per caso uscire dalla doccia. Io pensavo ai fatti miei, e lei mi comparve in accappatoio, la cintura allentata tanto quanto bastava per mostrare le curve dei suoi seni. Seni enormi! Seni grossi, pieni, leggermente cadenti – una particolarità che io ho sempre amato nelle donne, che avevo sempre cercato e che ora, per puro caso, mi trovavo proprio lì, a casa mia, sotto i miei occhi. Irene, uscendo dal bagno, si chiuse meglio l’accappatoio, non senza lanciarmi uno strano sguardo che interpretai come un invito ad andarmene affanculo. E invece dovetti chiudermi in bagno, col cazzo già in tiro. Quella fu la prima di una lunga serie di seghe che continuo a farmi anche ora.
Da quel giorno, come detto, cambiò la mia attenzione verso Irene. Ora la seguivo, la spiavo, la guardavo con occhi più attenti. E focosi. Quando andava in bagno o si chiudeva in camera sua, correvo a spiarla dal buco della serratura. Fu così che la vidi più volte nuda, col le tette libere sul letto o addirittura, una volta, mentre cacava in bagno. Dovunque andasse, io ero dietro la porta col cazzo di marmo.
Le spiavo il guardaroba, annusando il suo intimo, le annusavo le scarpe appena se le toglieva, così da inebriarmi del suo sudore. E dentro le sue scarpe ci eiaculavo.

FINE PRIMA PARTE

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