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OrgiaRacconti erotici sull'IncestoTrio

Nonne Troie

By 2 Dicembre 2013Dicembre 16th, 2019No Comments

Quando mio padre morì in un incidente aereo, mia madre Angelica si trovò davvero in una brutta situazione, oltre alle comprensibili problematiche sentimentali che si possono ben immaginare, si trovò “sul groppone” la bellezza di cinque figli….
Oltre a me c’erano David il mio gemello, Emy anche lei mia gemella (eravamo trigemini) più Mary nostra sorella più grande di tre anni e Tanya la più piccola di quattro anni meno di noi gemelli…
Una bella squadra.
Tengo anche a sottolineare che fino a quel momento mamma non si era nemmeno trovata un lavoro vista la mole di ragazzi che aveva da crescere tanto più che papà, come pilota guadagnava abbastanza bene.
Si, per chi non l’avesse capito, l’aereo dell’incidente lo guidava lui.
Ma su questo ci torneremo a tempo debito.
Il problema più impellente al momento era che mamma si trovava con cinque figli minorenni a cui badare e non una lira in banca visto che due anni prima quasi tutti i risparmi erano stati usati per l’anticipo sulla villetta in cui vivevamo attualmente…
Anche quella ancora da pagare per una buona metà….
A quel punto, in poco meno di due mesi, la nostra vita (di tutti e sei) cambiò radicalmente….
Innanzitutto mamma rivendette la villa, recupero qualche soldo e si tolse la spesa del mutuo mensile. Ovviamente ciò significo trovarci di botto senza casa e non solo, anche molta della nostra roba che c’era dentro la dovemmo abbandonare. Mamma ci diede due trolley a testa e da ora in poi tutti i nostri averi dovevano stare in quelle valigie. Nulla di più…
Cominciammo così a vivere per periodi più o meno lunghi dai vari parenti sia di mamma che di papà che, per fortuna avevano entrambi una famiglia bella numerosa e ospitale.
Naturalmente questa non poteva essere una situazione fissa, tanto più che mamma doveva ancora trovare un lavoro.
L’idea di fondo era trovare un parente che ci ospitasse ma nessuno penso si sarebbe preso di botto cinque ragazzi sulle spalle….come squadra ammetto che eravamo davvero troppi.
Così, dopo un lungo consulto con tutto il parentado arrivò l’unica decisione logica possibile…mamma ci divise.
Un figlio a ogni parente che avesse avuto la voglia di prendersene cura.
Ed eccoci quindi al dunque.
La prima a lasciarci fu mia sorella Maryland che finì in Francia, vicino a Parigi da zia Chantal sorella minore di mamma.
Subito dopo parti anche David che finì a Milano da zia, anzi in verità prozia, Luisella, sorella minore della nonna.
Poi tocco a Emy che andò a Londra da zia Cristhine, sorella maggiore di mamma.
E infine io, affidato alla cura di nonna Norma, la mamma di mia madre. Certo era magari un po’ matura per badare a un ragazzo ma poteva contare sul l’aiuto della sorella minore Olga, mia prozia, con cui divideva la grande casa di famiglia e, inoltre nello stesso paese, un piccolo borgo quasi in svizzera, vivevano anche le altre due sorelle di nonna Mariuccia e Marie-Claire che avrebbero sempre potuto dare una mano.
Eravamo tutti sistemati, tutti a parte la piccola Tanya che in effetti si decise di lasciare con mamma…
Mamma che, appena “piazzati” noi quattro parti per iniziare un nuovo lavoro…in Australia.
Non era certo dietro l’angolo e, in effetti, non l’avremmo più rivista per quasi nove anni.
Una bella botta, tanto più per quanto eravamo uniti prima dell’incidente…
C’era poi un altro piccolo particolare che in seguito avrebbe dato non pochi risvolti alla mia vita e accadde la sera prima che Emy partisse per Londra.
Senza girarci tanto attorno, ci misero a dormire nello stesso letto per mancanza di spazio e, un po’ per gioco un po’ perché entrambi sentivamo pulsare gli ormoni…..scopammo.

La cosa accadde nel buio con una naturalezza incredibile.
In realtà c’era già stata una volta in doccia quando avevamo visto Emy nuda mi ero super eccitato e lei resasi conto ci aveva riso sopra “ma che fai mi spii porcone?” “O sorellina scusa ma…beh sei cresciuta un sacco”.
“Anche tu sei cresciuto parecchio lì sotto” rise lei indicando l’erezione.In effetti avevo il cazzo duro come una barra d’acciaio… Lei allunga la mano, lo tocca, la chiude a pugno…. sorride.
‘Certo che è davvero grosso?’.
‘E tu te ne intendi…. ne hai visti molti….’ e rido.
‘Oi stupido guarda che sono vergine… solo qualche porno ok?’.
‘Bhe anche io sono…. insomma non l’ho mai fatto…’
Lei mi fissa, fa l’occhiolino e poi meccanicamente la sua mano comincia ad andare su e giù sul mio uccello.
Sentirsi toccare la parte più intima del proprio corpo da una mano estranea è una sensazione impagabile… Pur essendo nulla più che una sega, e devo dire che con la mia mano me le facevo anche meglio, sentire qualcosa di incontrollabile che armeggia, che spinge che strizza….
Vengo.
Lo spruzzo parte e Emy fa appena in tempo a togliersi per non riempirsi il petto di sperma.
Io la guardo, continuo a fissare le sue belle poppe, il suo cespuglio fra le gambe… il suo culetto sodo.
Provo a toccarla ma lei si scosta. ‘No dai non esagerare…’ molla la presa. Si infila l’accappatoio e mi fa l’occhiolino… ‘Fermiamoci qui’ e mi lasciaa da solo in bagno letteralmente con la coda fra le gambe.

Poi però accade un fatto strano. Mi faccio la doccia, esco dal bagno e vado in camera nostra. Sorpresa!
Anche se è passata mezz’ora Emy è ancora nuda sul letto e si sta masturbando. Ha due dita dentro, le gambe appena sollevate… Il suo corpo bellissimo e invitante.
‘Hey ma?’ sgrano gli occhi mentre meccanicamente il cazzo mi viene duro fuori dall’accappatoio.
‘Le donne se le fanno così le seghe non lo sapevi?’.
‘Hey ho detto che sono vergine mica coglione… No io mi chiedevo perchè fare tanto sforzo con le mani quando potremmo…’.
‘Ma sei pazzo?’
Io ho già lasciato cadere a terra l’accappatoio e il mio corpo nudo e caldo le sta già scivolando accanto. Stavolta non accetto obiezioni e inizio ad accarezzarla… ‘Sono arrapatissimo’ le sussurro mentre le bacio il collo.
La mano scivola fra le sue gambe, le metto un dito sulla vulva, è umidissima.. Il dito le scivola dentro piano piano.. inizio a masturbarla.
‘O George non dovremmo….’ sussurra mentre il suo respiro si fa sempre più affannoso.
‘Perchè no…. hai un buon motivo?’.
‘Che siamo fratelli….’ sospira.
‘E a parte questo… Dai lasciaati aandaare, lo vuoi quanto lo voglio io’.
‘O George io…’ sbuffa ma sono già sopra di lei. Le bacio i seni, le succhio i capezzoli. I nostri corpi strusciano uno sull’altro. Lei mi accarezza i capelli e apre di più le gambe… Il mio cazzo trova la strada quasi da solo… La sua fichetta bagnata si apre senza sforzo.
Il cazzo la penetra e sento tutta l’energia e il piacere di penetrarla.
‘Oddio!’ mugola la mia sorellina.
‘E’ stupendo’ le sussurro.
‘Umm si… spingi spingi George… o si wow’.
Inizio a pompare su e giù. ‘O si…. o si che bello siii’.
‘Ummm…. mi fai impazzire George. Ummm o ti prego non venire dentro ok…’.
‘No no, sto attento io siii’ anche se in realtà sono così su di giri che controllare la situazione mi diventa un po difficile.
Ed è proprio in quel momento che si spalanca la porta e appare mia zia Olga.
‘A! Buongiorno!!!’ esclama secca.
Lesto come un fulmine esco da mia sorella e le ribalto a fianco cercando di coprirmi con l’accappatoio. Mia sorella solleva le lenzuola e ci si nasconde sotto….
La zia non fa altri commenti ‘forza che la cena è pronta’ e richiude la porta.

La sera però, volente o nolente, mettono me ed Emy a dormire nello stesso letto. Facciamo piano, facciamo pianissimo ma scopiamo….
Tre volte di fila ed è stupendo. Il modo migliore per lasciarci…

Al mattino dopo partiamo. Io in auto con zia Olga, lei verso l’aeroporto.
E non sappiamo quando potremo rivederci…
Zia Olga è un po su di peso, un gran culone e due tettone che non esito a definire esplosive.
Seduti in auto, la scollatura mi fa un certo effetto e ancor di più guardale le gambe cicciotte. Ha una gonna nera decisamente troppo corta e più passano i chilometri più pare sollevarsi fin che non vedo chiaramente lo spiraglio bianco di carne dove finiscono le calze nere di nylon.
Insomma per farla breve passo il viaggio col cazzo duro a guardare le forme della zietta..
Ora che avevo scoperto quanto era bello infilarlo nel buco che le donne hanno tra le gambe non potevo fare a meno di guardale e immaginare quanto sarebbe stato bello farlo….con tutte, nessuna esclusa.
La zia non fa mai accenni a cosa è successo ieri pomeriggio ma è chiaro che ha visto tutto. Mi domando se mi giudichi un depravato o chissà cosa….
Ammetto che per qualche ora sono stato un po teso temendo che lo dicesse alla mamma o alle altre parenti ma, invece, va tutto bene.
Forse dire alle altre che hanno un porco incestuoso in casa non le è parsa una buona idea..

Arriviamo a casa e mi accoglie nonna Norma, una donna ancora molto bella, bionda, formosa e molto gentile, quasi il contrario della sorella Olga che è sempre molto brusca, diretta e mascolina.
Sembrano una l’opposto dell’altra. Solo i lineamenti del viso e le tette enormi le accomunano come sorelle.

E’ appena iniziata l’estate ma non ci sono vacanze.
Si sta in questo paesino sotto alle montagne ad annoiarsi, guardare la tv e magari qualche giro in bici…
Nel paese ci sono anche pochi coetanei quindi sono sempre più o meno da solo e, a parte il resto, mi sparo anche un sacco di seghe.
Ora che ho scoperto il piacere di scopare sembra che non ne possa più fare a meno. Appena sveglio ho un’alzabandiera da paura e subito me la faccio ancora prima di alzarsi, poi dopo pranzo quando nonna e zia fanno i riposini vado di mano e la sera, prima di addormentarmi fantasticando incredibili scopate…
E su chi potevo fantasticare? Ovviamente sulle uniche donne che avevo intorno, la nonna e la zia in particolare…
E a volte le sogno…
Eravamo nel corridoio buio che va dal bagno alla cucina. Nonna Norma aveva appena pisciato, era semi nuda. Vedevo chiaramente il reggicalze e la pancia rosea. Lì sotto c’era la fica. Potevo vederla? No. Era solo un sogno e nel sogno tra le cosce aveva solo un cilindro di plastica trasparente. Un cilindro in cui tentavo in tutti i modi di infilare il cazzo.
Il mio cazzo!
Norma mi sorrideva come sempre, amorevole nonna e mi diceva ‘spingi, spingi’.
E io obbedivo. Ed entravo.
Fu un risveglio molto brusco.
Proprio mentre stavo per farmela.
Apro gli occhi, mi afferro secco l’uccello e mi faccio una sborrata da allagare il letto…
Il bello è che non provavo nessuna vergogna anche se erano mia nonna e mia zia. Solo voglia di fottere!!
Certo dopo aver schizzato mi calmavo un po e per un attimo un po di biasimo per aver immaginato le nonne in pose così oscene lo avevo ma durava poco… La voglia di fottere era sempre presente così come il mio costante tentativo di sbirciare sotto alle gonne o fra le scollature di entrambe.

Continuavo anche nei giorni successivi a sborrare pensando a lei.
Dopo ogni sborrata provavo un po di vergogna come se abusando del suo affetto per far sesso fosse disgustoso eppure poco dopo pensavo ancora a lei nuda in corridoio e tornava duro…
Sogni osceni e inconfessabili? Fantasie perverse di un ragazzo arrapato?
Tutto vero. Ma è anche vero che spesso i sogni si avverano…
Anche più di quanto si possa immaginare.

In più, come se non bastassero zia e nonna c’era la vicina di casa. Una calabrese matura over cinquanta che nonna e zia non sopportavano ma a cui le facevano comunque buone per educazione.
Un giorno questa matura grassoccia era seduta sui gradini del cortile di casa nostra chiacchierando con nonna col suo solito fare molto volgare. Io seduto di fronte a lei su una sedia sdraio le vedevo dritto fra le gambe che si aprivano…e si aprivano…. e alla fine.
La gatta!
Sotto al vestito già piuttosto corto la baldracca non aveva le mutande. La barba di pelo nero era lì tutta da vedere, da studiare e da godere.
Infatti lo avevo duro come una pietra!
E così ecco che da quella sera anche Teresa si aggiunse alle mie fantasie con la mano, tanto più che non mi ero solo immaginato le sue porcate, la troia era davvero senza mutande…
E una senza mutande per me cerca solo qualcosa da infilarsi dentro…
Purtroppo, due giorni dopo Teresa partì per passare l’estate al suo paese. Peccato pensai perchè era una che vestiva davvero molto scollacciato, con le gonne molto corte e per di più senza intimo sotto…
Spiarla per vedere altri particolari di lei sarebbe stato fantastico.
Quella sera sognai che la prendevo a pecora e, non solo, glielo stavo proprio infilando nel culo…
Stavo diventando pazzo… ora mi facevo due o anche tre seghe per notte.
Così il mio hobby tornò ad essere quello di spiare nonna Norma tanto più che lei offriva spesso e volentieri spettacoli privati che mi facevano rizzare il cazzo.
Ad esempio una volta se ne stava seduta sulla poltrona proprio di fronte a me con un vestito intero a fiori molto corto e molto scollato che tratteneva malamente le sue tettone.
Non erano grosse quanto quelle di sua sorella Olga che era una nona naturale, ma ugualmente mi eccitavano col loro fascino provocante.
Sotto intanto continuando a divaricare le gambe era spuntato l’elastico del reggicalze.
Non ho mai capito bene il perchè ma vedere quei gancetti delle sue calze di nylon mi eccitava ed estasiava. Molto probabilmente perchè era lì che avrei voluto mettere la mano se avessi potuto.
In casa, sia Olga sia la nonna non consideravano strano che ogni volta che si sedevano gli elastici delle loro calze fossero ben visibili e questo tornava tutto a mio vantaggio visto che potevo bearmi gli occhi con quei micro spettacoli di nylon e cosce.
Proprio per questo me ne stavo lì accanto a loro guardandole e cercando di memorizzare il maggior numero di particolari possibili che mi sarei poi ricordato una volta restato solo quando finalmente libero mi sarei tirato il cazzo fino a consumarmelo.
Olga era un gran pezzo di ficona con quelle grosse zucche ma la nonna… Quel sogno con la nonna faceva di lei il mio primo desiderio.
Era a lei che avrei messo volentieri il cazzo in bocca ogni volta che me la vedevo seduta di fronte.
E non era ancora tutto.

Poi un pomeriggio successe… e da allora non potei fare altro che pensare a quanto fosse una gran troia.
Andò più o meno così:
Eravamo in salotto, era pomeriggio. Guardavamo tutti e tre la tv. Io sdraiato sul divano la zia sulla sua poltrona preferita, Norma sull’altra quella degli ospiti. Di entrambe vedevo benissimo i reggicalze. Una goduria.
Mia zia aveva le calze nere. Molto velate ma scurissime, nonna invece le aveva quasi trasparenti e potevo ben vedere tutte le sue coscione cicciotte ed invitanti. Immaginavo già che quella sera mi sarei fatto una bella sega ripensando a quel momento ma certo non immaginavo che sarebbe stato solo un antipasto.
Infatti, con noncuranza Norma spalancava piano piano le cosce, le apriva e le divaricava.
E io la fissavo.
Il cazzo mi era già diventato più duro. Forse sarei riuscito a vederle le mutante? Mi sarebbe piaciuto davvero tanto.
Così aspettavo paziente il momento giusto e quando avvenne fui pronto ad afferrarlo. Ormai le gambe erano talmente allargate che mi trovai dritto di fronte al naso il suo triangolino peloso.
Già proprio così. Lo vedevo benissimo. Vedevo la sua fica pelosa nascosta all’ombra della gonna.
Certo potevo solo intuirne i peli ma tanto bastava ad esser certi che la vecchia baldracca non aveva le mutande.
Proprio così.
Stavo vedendo dal vivo la sua fica.
E se nessuno aveva dubbi che la signora Teresa fosse una troia che girava senza mutande ora che dovevo pensare di nonna?
Era quanto di più intimo desiderassi da lei ed era così vicina che ne potevo quasi sentire il profumo.
Il cazzo era gonfio.
Dio quanto gliela avrei leccata volentieri.
Quando si rialzò calando il sipario io mi ritirai in bagno tirandomi una sega favolosa in onore della sua fica non ne potevo più…

Da quel giorno imparai che, se mi mettevo nel posto giusto al momento giusto potevo godere di ben più di un semplice scorcio di coscia e cominciai anche ad appurare che nonna girava sempre senza mutande.
Era forse più troia di quanto avessi immaginato mentre mi sborravo in mano immaginando di fotterla.
Una cosa che me la faceva sentire davvero molto più troia e aumentava la mia voglia di fare le cose per davvero.
Quella sera mentre eravamo tutti in salotto a guardare il telegiornale ero così ben messo che vedevo sotto alla gonna di Norma in modo chiaro e nitidissimo tanto da scorgere le labbra carnose della sua vulva.
Ora non era più un semplice ammasso di pelo pubico, ora vedevo davvero la fica calda della vecchia troia.
Restai seduto perchè avevo il cazzo così duro che temevo saltasse fuori dai pantaloni davanti alla zia.
Non vedevo l’ora di restar solo per sfogarmi con la mano.
Anche quando Norma ci salutò per andare a letto la tensione del mio uccello non si placò e per un secondo mi sfiorò la malsana idea di tirarmi fuori il cazzo incurante di mia zia e sparami la mia bella sega di fronte a lei.
Naturalmente non ne avevo il coraggio e attesi con pazienza di essere solo ma, non appena lei si alzò per andare in bagno aprii la patta e giù a mungermelo come un ossesso pronto a fermarmi quando avessi sentito l’acqua del water.
Non era la prima volta che lo facevo.
La zia andava in bagno e io zac giù di mano a sborrare prima che tornasse.
Una specie di giochino..

Ma quella volta fui maldestro.
Sono sempre stato un po’ lungo a venire e quella volta non fece eccezioni.
Immaginando che la zia avesse un bisogno un po’ lungo smisi di curarmi di lei e continuai a tirarmi allegramente l’uccello sognando di prendere a pecorina nonna Norma, di strizzarle le tettone, di leccarle la fica.
Ero proprio nel momento migliore mentre nel mio sogno le sborravo addosso quando mi trovai la vecchia zia di spalle.
Incazzata nera, in camicia da notte.
Non aveva ne cagato, ne pisciato era semplicemente andata a cambiarsi quindi lo scarico dell’acqua che io consideravo il mio ‘allarme intrusi’ si era ora vanificato.
Era lì a fissarmi.
Colto sul fatto col cazzo in mano.
Cazzo pieno di sborra perchè nel frattempo avevo terminato.
Mi fissava mentre la sborra scivolava lungo la cappella appiccicosa e umida. Io provai a rimettere via l’uccello ma era ancora parecchio duro per entrare nei pantaloni. Alla fine ci riuscì dopo un tempo incredibilmente lungo con lei sempre lì a fissarmi severa e muta.
Ora sapeva che mi facevo le seghe e già mi aveva visto chiavare mia sorella come un pazzo… chissà che opinione aveva di me?
Tremavo di paura e temevo il momento in cui avremmo affrontato quell’argomento di cui non immaginavo le conseguenze.
Ma sbagliavo.
Lei non disse nulla. Si sedette sulla sua poltrona a guardare tranquillamente la tv come se nulla fosse.
Erano segnali di qualcosa che stava avvenendo in quella casa, qualcosa che ancora non potevo decifrare.

Così cominciai a pesare razionalmente che mi poteva fare?
Picchiarmi? Sgridarmi?
No. Tutto ciò che fece fu andare di nuovo in bagno da dove tornò poco dopo con un asciuga mani e un paio di mutande pulite.
‘Togliti tutto’ disse senza mutare la sua espressione seria e dominante.
‘Tutto?’.
‘Ma si tutto no mica vuoi andare a letto tutto puzzolente di sperma’,
‘Zia io…’ balbettai mentre lentamente i miei jeans calavano fino alle ginocchia.
‘Zia un bel niente guarda lì che macchia che hai e tu vuoi andare a letto così. Già tanto poi ne spari altra fra le lenzuola. Porcello. E poi sono io che lavo. No dico ma lo sai la sborra quanto macchia?’.
Inorridii a sentirla dire sborra con tanta naturalezza. Inorridii ma mi eccitai allo stesso tempo.
E il mio cazzo non fu da meno.
L’uccello rivelava ogni emozione, infatti ormai nudo dalla vita in giù avevo una mezza erezione molto evidente.
Sotto sotto, paura a parte, sapere che la zia mi vedeva sborrare mi aveva eccitato, sapere che vedeva il mio cazzo indurirsi mi eccitava ancora ancora di più…
‘Ancora?’ borbottò lei con l’asciugamani sul braccio.
‘Zia no cosa?’.
‘Come cosa: guarda che roba che hai lì ma quanta ne avevi non l’hai messa tutta negli slip?’.
‘No io… è solo che’.
‘Senti patti chiari amicizia lunga. Io sborra nelle lenzuola non ne voglio trovare più chiaro. Quindi quando devi fare -si chinò e mise l’asciugamani sul divano.- siediti sopra così non metti il culo sul divano poi ti metti comodo fai quello che devi e ti pulisci con un altro asciugamani capito?’
In effetti sul braccio aveva un secondo asciugamani bianco molto più piccolo del primo.
‘Su forza siediti’.
Ero imbarazzato ma eccitatissimo davvero voleva che mi facessi una sega.
Adesso? Davanti a lei?.
Mi sedetti sul divano e spalancai le gambe. Il mio cazzo era gonfio più che mai. ‘Allora ci siamo capiti no? Due asciugamani e basta. Fai tutto lì e alla sera me li dai. Ma basta lenzuola e slip da mettere in candeggina capito?’.
‘Si zia io…. Scusami non lo faccio più. Però adesso…. cioè io’.
‘Fai no che aspetti? Prima svuoti e prima ti metti le mutande pulite. Dai che poi andiamo a letto che è già tardi’.
Mi afferrai saldamente il cazzo e iniziai a masturbarmi. Stavolta senza chiudere gli occhi anzi fissandola intensamente. Ma lei voltò la testa verso la tv come se mi ignorasse, come se fosse la cosa più naturale di questo mondo che suo nipote si segasse accanto a lei.
Più fingeva indifferenza e più io sospiravo mugolii di piacere. ‘Zia forse…ecco…. quasi’.
Lei si voltò ‘Quasi? E’ un quarto d’ora’.
‘Si zia guarda ecco guarda che sborro. Guarda’.
Lei guardò. Guardò davvero e io sborrai.
‘Spruzzzzz’.
Una sciabolata nell’aria. Mezzo litro come minimo caldissima e con un getto potentissimo. Per quanto avessi in mano l’asciugamani non intervenni in tempo. La sborrata schizzò in aria sospinta da tutto l’ardore del mio orgasmo.
Una delle migliori sborrate della mia vita con un risultato sconcertante.
Buona parte del getto finì ai miei piedi sulle pianelle del pavimento, il resto ancor più avanti sul tavolino di legno accanto alla zia e qualcosa ancor più in la….
Lo vidi subito. La camicia da notte azzurra della zia ora aveva la sua bella macchia bianca proprio sul petto.
‘Ma cavolo ma che fai. L’asciugamano devi mettertelo sul pisello prima di sparare non dopo. Cavolo che rincoglionito ma guarda che casino. Guarda quì’ borbottava strofinandosi la macchia fra le dita.
‘Scusa’ accennai timidamente col cazzo ancora in mano.
‘Ma scusa niente. E’ tanto chiederti di essere un po’ pulito. Devi sborrare sborra ma non riempirmi la casa’.
Sborra, cazzo tutte parole che non avevo mai sentito uscire dalla sua bocca.
‘Vattene va. Vai in bagno a lavarti che è tardi’.
Obbedii senza fare commenti.

Quando tornai pochi minuti dopo tutto era stato ripulito.
La zia, la mia cara zia aveva pulito per bene tutta la mia sborra.
In più, come se non bastasse era completamente nuda.
La camicia da notte sporca del mio seme era stata accuratamente sfilata e ora se ne stava lì a mostrarmi la schiena facendo ballonzolare al vento le grosse chiappone flaccide.
Era la prima volta che le vedevo il culo.
Vista la posizione provai un impulso irresistibile di infilargli il mio tarello di carne fra le gambe e ci avrei forse anche provato se lei non fosse stata lesta a girarmi intorno rintanandosi in bagno dove indossò un altra camicia da notte pulita.
Fine dei giochi ma cazzo quanto avevo visto.
Avevo visto le chiappone grosse e burrose che parevano sussurrarmi ‘inculami inculami’, avevo visto il pelazzo della sua ficona far capolino tra le cosce, avevo visto l’ombra delle sue tettone desiderando che si voltasse per potergliele succhiare e leccare.
Avevo visto troppo….
Troppo per non desiderare di scoparla.
Andammo a letto poco dopo e ancora una volta sussurrai un patetico scusa alla zia. Lei rispose solo ‘Spero solo di non trovarmi ancora quella roba sui vestiti o nelle lenzuola’.
‘Si zia stai tranquilla’ la rassicurai mentre tra me e me pensai che il modo migliore per non sborrarsi addosso sarebbe stato venire dentro ad una fica… magari la sua.
Ma non glielo dissi.
Non osai.
Non ancora.
Piano piano nel lettino mi feci un altra sega ovviamente pensando a zia Olga, ma quando sentii l’impulso a sborrare mi alzai per tempo e andai in bagno. Presi la mira e centrai in pieno la tazza.
Il letto rimase pulito come voleva lei.
Da quel giorno badai bene di fare come mi aveva detto la zia ossia prima di farmi le seghe mettevo per bene l’asciugamani e miravo bene il getto per non venire al vento. La cosa che però divenne davvero importante era annunciare ogni volta alla zia che me lo stavo tirando.
Già, ad esempio al mattino appena alzato quando avevo un missile tra le gambe non mi facevo più la mia bella stiracchiata d’uccello tra le lenzuola no. Ora mi alzavo, scendevo in cucina davo il buon giorno alla zia e alla nonna quindi mi svestivo dalla vita in giù e col cazzo duro in mano andavo in bagno. ‘Miro alla tazza stai tranquilla zia’ le avevo detto una volta scherzando.
‘Sarà meglio perchè io lì poi mi ci devo sedere sai’.
Già pensavo con ardore immaginando quanto sarebbe stato bello vedere le sue chiappone inzaccherate di sperma.
Possibile non capisse che era lei a mettermi tanta voglia?
Per lei era normale entrare ed uscire dal bagno mentre io mi tiravo seghe con la mano. Portava i vestiti puliti e diceva ‘Oggi metti questi’.
E io ‘Si zia siiii’ mentre con la mano andavo a cento all’ora.
Tutto normale. Per la zia le seghe non erano un peccato.
Ciò che forse non sapeva era che io su quella tazza del cesso immaginavo lei seduta a gambe larghe con la fica spalancata per me; ma questo non avrei mai osato dirglielo.
Così mi facevo la mia bella pippa mattutina con la zia e a volte la nonna a pochi metri ben conscie di cosa facevo.
E per loro andava bene.
Mi ero anche chiesto cosa zia avesse detto a nonna e cosa lei pensasse di questa cosa degli asciugamani e della ‘sega libera’ visto che non aveva mai fatto commenti. Poi un giorno le sentii parlare mentre ero sulla tazza a farmi il solito segone.
‘Si fa il lavoretto?’ dice nonna.
‘Ha quasi finito’ risponde tranquilla zia.
‘Meno male perchè mi scappa…. ma non se la era già fatta prima?’.
‘Si si sarà la terza’ annuisce zia.
‘A però… ne ha di energia’ commenta nonna e ridono insieme.
Quindi andava bene anche a lei. Tanto meglio, da oggi non mi sarei fatto troppi scrupoli di mostrarle il cazzo. E chissà se avevano capito che schizzavo pensando alle loro tettone o alle sue cosce.
Chissa?
Dopo pranzo la zia si chiudeva nel salottino a farsi un sonnellino, la nonna andava a sdraiarsi in camera sua.
Da qualche giorno avevamo già convenuto che era meglio andare in salotto a farsi le seghe visto che in cucina la porta dava sull’esterno e magari poteva entrare qualcuno.
A me la cosa non è che desse poi tanto fastidio anzi avrei esibito volentieri le mie doti masturbatorie per la signora della casa di fronte magari con uno schizzo che le colasse addosso come era successo alla zia ma, d’altra parte, anche chiudersi nel salottino con la zia che russava a farsi un segone era una grande trovata.
Appena la zia chiudeva gli occhi potevo fissarla indisturbato e concentrare tutta la mia attenzione sulle sue tettone e spesso sulle sue belle cosce visto quanto teneva le gambe aperte.
Riuscii anche a scorgere fra le gambe ma lei appresi subito, purtroppo, le mutande le aveva.
Microscopiche e molto sexy ma le aveva.

La sera chiudevo in bellezza.
Segone davanti alla tv.
La zia e la nonna guardavano la tele, io guardavo loro….
Non pareva dare fastidio nemmeno il fatto che iniziasse a venirmi voglia dopo che si erano semi-cambiate per andare a letto.
Dopo che avevo visto le due tardone che si sfilavano con calma le calze e toglievano il bustino, dopo che le avevo osservate in ogni modo.
Le due inconsapevoli facevano dei mezzi spogliarelli che infittivano il mio desiderio del loro sesso.
Ma erano davvero inconsapevoli?

Passarono quindici giorni con questo nuovo liberismo masturbatorio fin che una sera dopo che nonna era andata a letto ed eravamo rimasti soli la zia mi si sedette accanto come faceva molto di rado.
‘Volevo parlarti di una cosa’ disse seria.
‘Cosa c’è zia dimmi’.
‘I giochi con la mano. I tuoi giochi con la mano. Non sarà che ne fai un po troppi. Quattro, cinque al giorno non sono troppi? A volte vedo che te ne fai anche una dietro l’altra. Ma davvero hai sempre così tanta voglia’.
‘Vuoi che la smetta zia?’.
‘Ma no, ma no non è questo. Lo so che voi maschietti dovete farvele per stare bene e poi hai imparato a farle senza sporcare quindi va benissimo, solo che non capisco come mai te ne fai così tante di fila. Cioè come mai sei sempre così…. Così arrapato ecco’.
La zia non capiva perchè ero così arrapato?
Strano visto che il motivo del mio arrapamento mi stava proprio seduta accanto.
Dovevo dirglielo? Dovevo?
Non ne ebbi il coraggio.
Mentii.
‘Penso alle donne nude zia’.
‘Donne nude? Quali donne nude dove le vedi?’ insistette lei.
‘Le penso. Le sogno’.
‘Sogni le donne nude?’.
‘Si. Quasi ogni notte’.
‘E come sono queste donne cosa fanno?’.
‘Fanno…. -urk ansimai accarezzandomi la patta- zia posso?’.
‘Adesso?’ mi fissò severa.
‘A pensarci mi tira…..’ provai a scusarmi.
‘Se devi’ annuì lei minimizzando la cosa.
Asciugamani in posizione mi spogliai e iniziai a muoverlo su e giù. Con la zia seduta accanto era un piacere in più. Lei non si scompose era ancora curiosa di sapere il mio sogno e mi fissava’.
‘Hanno le tette grosse. Belle grosse e a pera e mi accarezzano mentre piano piano si spogliano fino a restare quasi nude’.
‘Quasi’ ridacchiò la zia.
‘Tengono le calze nere’ aggiunsi muovendo la mano più in fretta e fissando proprio le sue gambe e le sue calze nere.
‘E perchè le tengono?’.
‘Perchè il reggicalze mi fa eccitare e loro lo sanno’.
‘Ti eccita il reggicalze?’.
‘Molto’ annui mentre ormai avevo raggiunto la piena e completa erezione.
‘E poi le guardi e basta?’.
‘No. Mi chino fra le loro cosce e gliela lecco, Gliela lecco tutta finche non mi dicono che è ora di scopare e scopiamo…’.
‘Quindi sogni la tua scopata tutto quì’.
‘Già’.
‘E continuerai ad ammazzarti di seghe fin che non scopi è questa la tua idea?’.
‘Non riesco a farne a meno’.
‘Capisco’.
‘Ecco vedi zia guarda, guarda’ le annunciai e mi sborrai in mano controllando per bene il getto. Mentre spruzzavo istintivamente allungai una mano e gliela poggiai sulla coscia. Pareva un riflesso ma era voluto. Volutissimo.
Non sapevo se lo capiva ma le palpai bene la coscia finchè non ebbi svuotato fino all’ultima goccia.
Lei non fece una piega. Aspettò buona che mi svuotassi quindi si rialzò e andò ad accendere la tv come se nulla fosse.
Non eravamo mai andati tanto vicino alla scopata come in quel momento. La mia mano sulla coscia lei a pochi centimetri dal mio cazzo duro. Se voleva fare qualcosa non c’era occasione migliore.
Eppure aveva rifiutato….
Così dedussi che il mio cazzo, il mio grande cazzo, proprio non le interessasse.
No!
Permissiva si ma troia proprio no.
Peccato!
Tanto valeva tornare sui miei passi anche perchè una che porca lo pareva molto di più la conoscevo davvero.
La nonna, il mio primo amore, il mio primo impulso a fottere le tardone era lì e mi aspettava.
Perchè farla attendere ancora?
Ancora non sapevo come dire a mia nonna Norma che volevo chiavarla. Non trovavo le parole, non trovavo il coraggio e neppure sapevo se avrebbe accettato.
Eppure sentivo che era una troia. Una troia che si lascia guardare la fica e non mette le mutande.
Una troia vogliosa di cazzo.
Del mio cazzo.
Avrei dovuto osare, ma non trovavo il coraggio.
Lei doveva averlo capito perchè sempre più spesso lasciava che la spiassi, sempre più spesso si cambiava d’abito di fronte a me e restava con addosso solo il bustino per un tempo infinitamente lungo mentre era chiaro che la sua patonza senza mutande si stava facendo mangiare con gli occhi.
Sempre più spesso pisciava con la porta aperta come se nulla fosse.
Non potevano essere solo coincidenze. Erano segnali, segnali che meritavano una risposta.

Successe un pomeriggio.
Ero a letto a farmi una sega, saranno state le quattro, quando mia nonna entra. Nuda!
Bustino nero senza coppe e senza mutande, calze chiare velate sorrette col reggicalze a gancetti.
Non dice una parola, mi siede accanto e allunga la mano.
Io lascio la presa, lei lo afferra.
Lo tasta, lo stringe,lo accarezza come se volesse saggiarne la consistenza e poi esclama ‘Certo che è davvero venuto grosso stò uccellone’.
Intanto la sua mano comincia a muoversi su e giù… mi stà segando, mi sta davvero segando.
Io sono già al settimo cielo e penso che non ci sia nulla di più bello mentre fisso le sue grosse poppe al vento iptonizzato dalla loro
Dopo un po’ fissandomi disse ‘Non sarebbe ora di usarlo davvero’ e senza darmi il tempo di ribattere solleva bene le gambe.
Io non aspettavo di meglio, sono così su di giri che sono sopra di lei e le agguanto le tette con le mani.
Lei allunga una mano e mi afferra il cazzo, lo muove sulla sua figa, mi fa il solletico con i suoi peli.
Io apro la bocca e le ciuccio un capezzolo… lei geme.
Sotto il cazzo con la cappella di marmo spinge, cerca il buco, vuole entrare…
Nonna mi afferra per i capelli, ci guardiamo negli occhi… ‘leccamela’ sussurra come fosse un ordine.

Obbedisco. Mi ficco fra le sue gambe e sempre con la sua mano fra i capelli le passo la lingua nelle grandi labbra, cerco i punti più sensibili, la faccio gemere, cerco il suo punto di massimo piacere e inghiotto tutto quello che la mia lingua raccoglie.
Il sugo della sua figa è buonissimo.
Poi un fiotto spruzza fuori come se stesse pisciando… invece è venuta e non si vergogna ad ammetterlo ‘O si come mi fai godere ummmm’.
‘Nonna ti prego non resisto più voglio ficcarlo dentro’.
Lei lascia la presa sui capelli ‘O si amore, scopami, infilamelo tutto forza’
Ero pronto. Le montai sopra e lo guidai nella sua fica.
Calda, bagnata, stupenda.
Certo crescendo avrei poi scoperto fiche molto più giovani e appaganti ma per me allora quello era il massimo.

Scopammo per tutto il pomeriggio.
Prima io sopra e lei sotto, poi mi sdraiai io e lei mi si sedette in braccio sbattendomi in faccia quei tettoni che dondolavano ritmicamente ad ogni pompata e che alla fine mi fecero sborrare un’altra volta.
Incuranti continuammo a fottere a pecorina e poi di nuovo… Me lo prese in bocca con la massima naturalezza, mi fece una pompa mentre lo strisciavo fra le poppe, scopammo di nuovo e poi ancora e ancora….
Una macchina per il sesso!

Dopo tre ore senza sosta e 5 sborrate consecutive scendemmo per la cena.
Andammo in sala da pranzo ancora nudi e grondanti sudore e sperma. Nel frattempo la zia Olga che era fuori per commissioni era tornata e mi colse di sorpresa. Stavo per correre a coprirmi ma notai che la nonna non ebbe alcuna reazione e ciondolò tranquillamente le tettone davanti alla sorella danzando per casa a fica e culo al vento come se fosse del tutto naturale che mia nonna fosse nuda e ricoperta della mia sborra.
Forse per la zia andava bene così.
‘Che hai fatto di buono per cena’ chiese nonna.
‘Pasta alla puttanesca’.
‘Ummm ottima’.
‘E molto in tema’ mormorò la zia. Poi risero entrambe divertite.
‘Tu caro vai a farti una doccia mi pare proprio che ne hai bisogno’ dice la zia fissandomi seria.
Io obbedisco e, mentre mi allontano mi pare di scorgere la mano di zia che accarezza una tetta alla nonna…

La sera a letto sono di nuovo eccitato e mi tocco il cazzo duro. L’istinto della sega però viene superato dalla consapevolezza che in fondo al corridoio dorme nonna.
Quindi basta seghe… vediamo se posso farmi una bella e sana scopata.
Scendo dal letto nudo e con il cazzo teso, esco in corridoio e vado verso la sua stanza già immaginanddo di svegliarla magari strusciandole la cappella in faccia…
Invece sorpresa lei è sveglissima. Nuda sdraiata sul letto con una mano nella patata… si sta probabilmente masturbando.
Nella penombra vedo poco ma tanto basta per capirlo.
Senza dire una parola mi prende in mano il cazzo e se lo porta alla bocca. E succhia…..
Mi sdraio di fianco a lei succhiandole i grossi capezzoli duri. Lei intanto molla la presa e scivola lungo il letto. Guida il cazzo fra le sue cosce e se lo infila. Appena lo sente bello dentro geme di piacere.
‘Ummm scopami porco!’
Non chiedo di meglio…..
Naturalmente da quella sera ogni notte presi a farmi una bella chiavata con nonna prima di addormentarmi.
Ma non bastava.
Non poteva bastare al mio uccello sempre in tiro, ne a lei che si stava dimostrando sempre più porca.
Se all’inizio ci davamo semplicemente come ricci stantuffando bene bene nella sua fica dopo qualche tempo ero a pecorina su di lei ad allargarle il secondo canale.
La prima volta la nonna fece qualche obiezione vista la larghezza ma siccome non era propriamente vergine dai e dai glielo feci entrare.
Così iniziai ad incularla montandola come una vacca e schiaffeggiandole il culo mentre lei ansimava e godeva a tutto spiano.
‘Dai nonna si…. o si godo’.
‘O si George si sfondami il culo siiiii’.
‘O nonna ti spacco tutta sei la mia troiaaaa’.
‘Si sono la tua troia si… Sfomdami fammi tutto si… Non fermarti, non fermarti’
Ormai era così ogni notte… Sottovoce per non svegliare zia Olga che dormiva beata.

E poi c’era il giorno perchè un cazzo come il mio non poteva certo stare tutta la giornata nei panataloni…
Incurante della zia che poteva vederci presi a fottere nonna Norma tutte le volte che potevo.
In bagno, mentre cucinava, mentre la zia pisolava….

Una volta le alzai la gonna mentre lavava i piatti e me la impalai per venti minuti mentre l’acqua scorreva.
Lei non disse nulla, era già pronta, senza mutande, con le calze che me lo eccitavano di più sempre addosso e con la fica sempre umida.
Ogni volta godeva, sentivo i suoi orgasmi prima dei miei, sentivo il piacere di fottere la sua fica rovente.

Un’altra volta andai in bagno mentre pisciava e me lo tirai fuori. Lei pisciò nella tazza io sborrai nella sua bocca.
‘umm nonna ummm’ stavo sborrando.
Lei aveva le gambe belle larghe e vedevo colare il suo piscio… mi eccitava da morire, la cappella era gonfia…. Le tette saltarono fuori da sotto il vestito e lei da esperta troia me lo strizzò in mezzo e prese a segarmi alla spagnola.
‘Ummm sborrroooooooooo’ e le venni in bocca.
Vedevo lo sperma colarle dalle labbra ma nonna non mollava… Ciucciava in apnea ma voleva ingoiare tutto.
Non solo era una che non si faceva problemi a bere sborra, pareva proprio che le piacesse..

Eppure nonostante l’odore di sesso che aleggiava in casa continuavo a pensare a quanto mia zia, stranamente facesse orecchie da mercante.
Possibile che non si fosse accorta di nulla?
Che non sapesse che chiavavo sua sorella a tutto spiano.
Magari era lesbica pensai…. in fondo non si era mai sposata e qualche pettegolezzo lo avevo sentito… addirittura girava voce che sotto avesse l’uccello.
Non so perchè ma nonostante nonna mi facesse spurgare persino il midollo a furia di fottere quando guardavo zia, le sue belle gambe sempre fasciate nel nylon, i suoi abitini neri e corti… avevo di nuovo voglia.
Così un pomeriggio accadde.
La zia stava facendo il solito pisolino ed io ero a letto in camera sua con la nonna.
Io nudo, la nonna in autoreggenti nere.
Sdraiato e lei sopra a cavalcarmi ben bene. L’uccello duro piantato nella sua fica, le mani piantate a strizzarle le tettone.
Ero quasi alla sborrata quando si aprì la porta.
La zia entrò e non disse nulla come aveva fatto con mia sorella…
Ci guardava, vedeva benissimo il culo di nonna e il mio cazzo ritto nella sua figa.
‘Norma esco un attimo che ho finito il diserbante per i fiori’.
‘Siiii’ annuì mia nonna non so se per il cazzo o per darle risposta.
‘Quando torno diamo una bella spruzzata ai gerani’.
Io ero allibito.
Ero lì a chiavarle la sorella e lei parlava di gerani.
Tutto normale.
Anche la nonna, stranamente, non aveva smesso di agitarsi. Aveva conversato con la sorella e continuato a cavalcarmi senza smettere.
Era evidente che per le due andava bene così.
Zia richiuse la porta e nonna aumentò il ritmo ‘o si dai che la nonna viene… dai’.
‘O si nonna vengo anche io siiiiii’.
E sborrai ululando sperando che la zia ci sentisse.
Scopare la nonna mentre la zia mi guardava mi eccitava ancora di più….

Quando circa un’ora dopo la zia tornò eravamo ancora sul letto, stavolta a pecorina.
‘Norma dove sei?’ chiamava la zia.
‘Siamo quiiiii’ disse mia nonna strizzando le chiappe sul mio uccello
Io dietro, tutto deciso, glielo avevo già inserito fino ai coglioni e le stavo aprendo il culo come una cozza.
La zia entrò con la scatola di diserbante in mano.
La nonna era chinata come una vacca e io le stavo in groppa stantuffandoglielo su e giù per il culo.
‘Ho quasi fatto zia’ le dissi certo che mi stesse fissando.
‘Ecco bravo fai in fretta che sennò viene buio’.
‘Siii, siii, ci sono’ rantolai a tutta voce sottolineando il mio orgasmo.
‘Ummmm anche io siiiiii’ gemette la nonna
‘Ecco zia ancora due botte nel culo della nonna e ho fatto’.
‘Bravo ma non esagerare che abbiamo un età’ disse la zia.
‘Ummm mi hai sfondata….’ sospirò la nonna e gettandosi in avanti se lo fece uscire dal culo e stette li esausta mentre un rivolo di umori le usciva dalle chiappe.
Io col cazzo ancora duro e prossimo alla sborrata dissi guardando zia ‘Se la nonna non ce la fa forse potresti darle il cambio’ ammiccai io.
Ma lei fece finta di non aver sentito.
Si girò e disse ‘Va bene ho capito è meglio che ai gerani ci penso da sola… Tu fatti un bidet che ne hai bisogno’ e come nulla fosse uscì lasciandomi li col cazzo duro e teso.
Cominciai davvero a dubitare che fosse lesbica….. o peggio frigida.
Erano quasi le dieci.
Quel pomeriggio mi ero scopato abbondantemente nonna Norma venendole sia in fica che in bocca.
Quindi, come si suol dire, avevo già dato.
Quindi adesso lo spettacolo di zia Olga che si toglieva le calze mostrandomi ampi scorci delle sue mutande e dei suoi tettoni strabordanti non avrebbe dovuto agitare più di tanto il mio uccello.
Invece era ancora bello duro.
Lei per di più mi chiese di passarle la colonia sulla schiena.
Una cosa che le piaceva farsi fare ogni tanto che, mi diceva, le alleviava il prurito.
Era un po che non mi chiedeva di fargli i massaggi alla schiena o meglio ‘di pulirla’ come diceva lei.
Infatti l’ultima volta era capitata una piccola erezione e mentre se ne stava prona sul tavolo con me dietro quasi senza farlo apposta se lo era sentito ben duro poggiato alle chiappe.
Certo si era subito ritratta in avanti e anche se non aveva detto nulla era ovvio che non avrebbe fatto altri tentativi.
Insomma era chiaro no?
Io le poggio il cazzo ad altezza culo, lei si rizza in pieni e si sposta.
Non ci sta…… Molto semplice.
Ma ora eccola li con la colonia poggiarsi a 90 sul tavolo della cucina. Si china e solleva la maglia.
Anche questo è un particolare non indifferente.
Infatti, solitamente, la zia aveva i vestiti addosso e per farsi lavare la schiena si limitava ad abbassare le spalline del bustino fino alle ascelle porgendomi la sua bianca schiena nuda ma nulla di più.
Stavolta invece non ha nulla. Sotto alla maglia che ora ha sfilato c’è solo il suo bianco corpo nudo fino alla vita.
Mi da la schiena ovvio ma tolta la maglia anche di spalle non posso non torare le belle perone che sbordano. Da dietro non posso vederle come mi piacerebbe, tanto più che lei vi tiene un braccio sopra e le preme contro al tavolo censurando il meglio ma basta la sensazione per sentirlo già duro fra le gambe.
Inizio il trattamento. Acqua di colonia su un batuffolo di cotone e giù a sfregare per bene tutta la schiena.
Dapprima non mi appoggio. Massaggio bene col cotone bagnato, con forza e vigore come lei mi sprona a fare ma le vedo. Vedo l’ombra delle tettone ballonzolare ad ogni colpo.
Sono arrapato e. sotto ai jeans non ho le mutande.
Mi appoggio.
Il mio cazzo duro poggiato alla sua ficona e alle sue chiappone divisi da un millimetro di stoffa della gonna e, forse degli slip.
Se non lo sente pulsare deve essere davvero frigida….

Massaggio. Massaggio e mi struscio. Cristo ancora un po e vengo.
Lei non dice nulla. Resta immobile. Mi lascia fare. Immaginando che questo sia il massimo che posso pretendere cerco di godermela il più possibile.
Fingo di montarla e mi piace da impazzire… stasera la nonna dovrà prendersi razione doppia perchè è ovvio che tutto il piacere di questo momento lo sfogherò Norma a pecorina…
Poi accade…
Con un colpo rapidissimo lei abbassa un braccio. Afferra il bottone della gonna e zack!
La fora di gravità lo cala fino alle caviglie.
Io resto pietrificato.
Non avevo mai visto il suo culo nudo… Bellissimo, bello morbido e da sfondare con i peli della sua figa che fanno capolino da sotto.
Il fatto che non abbia le mutande come lo devo leggere? Un invito a darci dentro?
La sua mano torna si allunga, si ferma al mio inguine mi solletica la punta del cazzo.
‘Dai su… E’ questo che aspetti no…’.
‘Zia io?’.
‘Vuoi scoparmi o no?’.
‘Zia io’.
‘Dai su che non ho tempo da perdere… Se vuoi infilare infila o vuoi farti il solito segone mentre ti guardo?.
Secca. Chiara e diretta.
E non le dico certo di no……

Tiro fuori un cazzo marmoreo e facendomi appena strada tra le sue coscione grosse ed invitanti le afferro la patatona.
La peluria ricciuta mi eccita assai.
Le si china bene e apre le gambe per porgermela al meglio. Sento la vulva bagnata e pronta. La troia è un lago di desiderio.
Non resisto oltre. Con un colpo secco le entro dentro fino ai coglioni.
‘Oia!’ sussulta.
‘Umm o zia Olga che bello’.
‘Che travone’ commenta
‘Bhe l’hai visto che è grosso no?’.
‘Si ma dentro è diverso’.
‘Ti faccio male?’.
‘No no anzi… pompa… dai che aspetti pompa’.
E pompo!
Come un trapano elettrico, come un toro da monta, come un maiale in calore.
La trapano e la faccio ululare di piacere mentre la sento bagnarsi a ripetizione un orgasmo dietro l’altro.
Le afferro le tette e le strizzo mentre faccio su e giù col mio uccello sussurrando quando io adori quelle enormi tettone.

Perdiamo il conto del tempo. Ma da quanto stiamo scopando? Mezz’ora? Forse di più. Non importa nessuno vorrebbe smettere anche se ho i coglioni che fremono tanta è la sborra che ho dentro.
Lo estraggo esausto e me lo meno. ‘Devi farla? Chiede lei.
‘Si tanta…’.
‘Dentro no però ok’.
‘Sulle tette zia. Ti prego sulle tette…’.
Non pare dispiaciuta.
Si siede sul divano e afferratasi le zinne me le porge perchè io in piedi possa passarci sopra la punta del cazzo. ‘Ti piacciono le mie tettone?’.
‘Le adoro zia sono loro che sognavo ogni sera sai.
Le a-do-ro’ e così dicendo apro i tubi inondandola con un getto di sperma bianco che le copre completamente.
Parecchia le finisce sul mento e sul collo.
Lei per nulla turbata si pulisce le guance con un dito.
Se lo ficca in bocca. Assaggia la mia sborra ancora calda. Pare piacergli.
‘Adesso prendimi un asciugamano sborrone che non sei altro….’.
Le prendo l’asciugamani, lei si pulisce. Io la guardo eccitato. Lei mi guarda….
‘Zia io…’.
‘Cosa’ chiede scodinzolando le tette.
‘Ti adoro zia. Sei così fica!’.
‘E quindi?’ chiede seria.
‘Non vorrei che fosse l’unica volta capisci’.
‘Unica?’.
‘Si non vorrei che tu….’.
‘Bell’uccellone della zia ma chi ti ha detto che è l’unica? Certo dobbiamo fare attenzione ma… Quando vuoi la zietta è qui che ti aspetta capisci ed è molto più brava del tuo braccio se capisci cosa intendo dire’.
‘Zia davvero? Davvero mi fai scopare quando voglio? Basta chiedere?’.
‘Basta chiedere…. -sorride lei- così facciamo riposare la nonna ogni tanto’ e mi strizza l’occhio..
Fantastico.
Vado a fare una pisciata celebrativa…

Quando torno la zia è ancora nuda e stà fumando una sigaretta in santa pace.
La guardo. Anche io sono tutto nudo.
Mi siedo accanto a lei. ‘Zia…’.
‘Dimmi?’.
‘Basta chiedere?’.
‘Si te l’ho già detto’.
‘E se te lo chiedo adesso?’.
‘Adesso? Ancora?’.
Non le rispondo il mio cazzo duro è più chiaro di ogni parola.
Lo fissa. Sorride. Lo afferra con la mano e lo massaggia un po. ‘Vuoi farmi una sega?’.
‘Ti piacerebbe?’
‘Si… magari anche un pompino’.
‘Maiale….’.
‘Scusa’.
‘Fa niente ormai l’hai detto. Tanto vale che andiamo a letto che si sta più comodi’.
‘Si più comodi e più tranquilli’ annuisco io.
E così saliamo in camera. Ci infiliamo nudi nel suo letto e al buio sdraiato sul letto mi godo un pompino fantastico sussurrandole sotto voce quanto sia bella e brava.
‘O zia, si zia, dai zia’ e le vengo in bocca….
Il risveglio è doloroso. Sono tutto rotto. Avevo tanta di quella voglia che ho finito per chiavare tutta la notte come un allupato.
Il cazzo non mi si smosciava mai. Sborravo e subito mi tornava più duro di prima. Anche zia Olga sembrava non averne mai abbastanza. Mi ha fatto una sega alla spagnola fra le sue enormi tettone, me lo ha sbocchinato con maestria leccandomi ben bene la cappella e succhiandomi i coglioni come fossero due susine mature. Ha bevuto la mia sborra calda senza perdersene un sorso e non ha esitato a segarmelo a tutta forza per farlo restare duro il più a lungo possibile.
Poi è venuto il mio turno. Anche io volevo bere dalla sua ficona come lei aveva fatto dal mio uccello. Avevo appena finito di montarla a pecora e le ero venuto sulla schiena per la seconda volta quando mi ha detto che doveva proprio pisciare.
Io ero ben contento di lasciarglielo fare, tanto più che le sono andato dietro e ho assistito alla cosa.
Guardare la fica che piscia è sempre bello, specie se è la fica di una troia, doppiamente se la troia è tua zia. Lei sorride vedendo che il cazzo mi si drizza e capisce che la sua pisciatona mi arrapa. Probabilmente è felice perchè se è nuovamente duro può farsi impalare ancora. Si alza dalla tazza, tutta nuda con quei tettoni che dondolano provocanti.
Mi guarda e si avvicina. Si mette due dita sulle labbra del suo ficone spalancandola oscenamente. ‘Vediamo se la lecchi bene’ dice e quasi me la schiaffa in faccia.
Sapeva di pipì ma in quel momento era la cosa più buona del mondo. Volevo solo fottere. Infilare il mio cazzo duro negli orifizi di quella vecchia troia e sentirla ragliare di piacere ed ecciatarmi ad ogni colpo. Ero un toro arrapato e lei la mia vacca in calore. Leccarla era il modo migliore per trovarla bella umida quando ci avrei infilato nuovamente il cazzo.
Lei godeva e mugugnava e finalmente mi venne in bocca.
La sua sbroda era dolce, invitante, mista al piscio salato era una goduria. Si ero un vero maiale un leccatore di gnocche. Un incestuoso scopatore di vecchie maiale.
Il bello è che più pensavo a quanto fosse vecchia quella donna tanto più mi veniva duro. Più riflettevo sul fatto che fosse mia zia, più desideravo metterglielo in fica e in culo.
Feci appena in tempo ad alzarmi dalle sue cosce marce di saliva e sbroda che già avevo la cappella in fiamme.
Appena il tempo di sfregare il cazzo su uno dei suoi capezzoli duri e dritti e spruzzai senza neanche accorgermene. La quarta sborrata in meno di due ore. ‘Già fatto?’ chiese lei quasi a volermi umiliare.
Era lei a guidare il gioco, lei ad avere quel meraviglioso cespuglio peloso fra le gambe che io tanto desideravo. Io ero solo il povero coglione che si sborrava addosso schiavo dei suoi sensi.
Restò duro.
Iniziai a spingere. Volevo fottere. Fottere ancora. Volevo farla urlare implorante di piacere. Volevo essere io a scopare lei.
E così feci.
Nella notte avevo sborrato altre tre volte e avevo perso il conto degli orgasmi di Olga. Nonostante ciò il nostro amplesso continuò ad andare avanti con solo brevi soste per pisciare. Eravamo in calore e ci eravamo sfogati senza limiti fino all’alba.
Ora però ero sinceramente distrutto e anche lei pareva esausta e coperta di sperma dai capelli ai piedi russava sonoramente in pace coi suoi sensi.
Andai a pisciare. Solo a spingere fuori urina mi doleva la cappella eppure avevo i reni pieni e stetti li a tenermelo in mano per due minuti buoni prima di svuotarmi la vescica.
Quando tornai in camera la zia non c’era più.
Possibile che fosse scesa di sotto senza neanche lavarsi via la mia sborra. Chiunque l’avesse vista si sarebbe subito reso conto che era stata chiavata come una troia. Solo la puzza di sesso che aveva addosso bastava a togliere ogni dubbio.
Mi infilai velocemente una lunga t-shirt che mi arrivava fino alle cosce coprendomi il pisello e scesi a cercarla.
Eccola. Era nel piccolo bagno vicino alla cucina. Lì non c’era la vasca da ma solo una piccola doccia. Evidentemente sentendo che avevo occupato il bagno al primo piano aveva deciso di usare l’altro.
Sentivo l’acqua scrosciare. Decisamente, giudicando gli ettolitri di sborra che le avevo sparato addosso ci avrebbe messo un po’ a ripulirsi.
Decisi di fare il caffè per tutti e due. Ne avevamo decisamente bisogno.

Quando uscì dalla doccia lo avevo appena versato nelle tazze.
Olga si era già vestita.
O quasi.
Indossava un bel bustino nero che sottolineava il suo corpo formoso e reggeva le calze di nylon nere e molto velate.
La troiona però non aveva messo le mutande.
Non ancora.
Era una visione fantastica.
‘Zia con le calze sei ancora più sexy’.
‘Si lo vedo’ sorrise lei.
Stava guardando sotto alla t-shirt. Nonostante tutto il mio cazzone aveva ancora qualche cartuccia. Era bastata quella visione per farmelo rizzare…
‘Zia che bella. Quanto sei fica’.
‘Si guardala pure fin che non metto le mutande’.
‘No zia no’.
‘No cosa?’.
‘Non metterle. Stai senza. Lascia che ogni volta che ti siedi possa vederti la gnocca’.
‘Ummm…. Devo pensarci su’.
‘Pensaci’ le dissi. E per aiutarla a riflettere meglio mi avvicinai porgendole il cazzo duro.
Meccanicamente lei iniziò a farmi una sega.
‘Me ne fai fare una veloce’.
‘Ancora? No dai mi bruciano le labbra a forza di sfregarti. Stasera’.
‘Stasera?’.
‘Si. Tienilo a riposo fino a stasera e ti prometto che mi tengo le calze e il bustino tutta la notte’.
‘Che figo’.
‘Già però devi metterti in forze altrimenti stasera niente festa’.
Stava ancora massaggiandomelo con la mano e temevo che volesse smettere.
‘Zia mica vuoi lasciarmi col cazzo duro adesso?’.
‘No no te lo faccio sborrare in un attimo ma poi basta fino a stasera capito’.
‘No’ esclamai io.
‘Voglio dire -spiegò lei mentre si chinava a quattro zampe sul mio cazzo- che adesso ti sparo una pompa ma poi lo tieni a riposo fino alle nove… Non si chiava più per tutto il giorno’.
E così dicendo iniziò a succhiarlo con la sua solita bravura.
‘Ok zia non te lo chiedo più fino alle nove di stasera’ annuisco io.
Come se nulla fosse riprese a succhiarmelo….
E durò meno di due minuti.
‘Che troia. Che troia che sei’ ululai inondandole la bocca.
Naturalmente al pomeriggio lo avevo già di marmo perchè era l’ora della chiavatina con la nonna.
Infondo le avevo solo promesso che non avrei chiavato lei ma della figa di nonna non avevamo mai parlato.
Lei era in camera sua che mi aspettava, indossava solo un bustino nero senza coppe e le calze di nylon trasparenti
Era tutto uno spettacolo. Le sue grosse tettone ciondolavano all’aria e la sua gattona grigetta ma pelosa era libera da ogni costrizione e mi ammiccava pronta per essere sfondata ancora.
Mi denudai in fretta, le porsi il cazzo e lei prese a succhiarlo come se fosse la cosa più buona del mondo. ‘O nonna, ma che bello… o siii’ mormorai mentre già il suo risucchio mi stava innescando una bella sborrata.
La troiona non aspettava altro. Si mise a pecora sul letto, mi porse il deretano e mi lasciò fare i miei comodi.
Presi a montarla con soddisfazione mentre sentivo la sua fica che si umettava tutta sotto ai colpi decisi del mio cazzo.
Se la spassava la vecchia, se la spassava davvero….
Io ancora non l’avevo capito ma la nonnina oltre ad essere una gran vacca era addirittura multiorgasmica.
Così mentre io mi soddisfavo le insane voglie lei se ne veniva placidamente 8-9 dieci di fila, un lago dietro l’altro.
Cambiai buco e la inculai pronto a sborrarle nel deretano quando entrò mia zia Olga e ci sorprese.
E non era arrivata per caso perchè era completamente nuda con le sole calze autoreggenti che la facevano più troia…
Ai piedi aveva dei sandaletti dorati con un bel tacco.
‘Bel vestito zia’.
‘Avevo detto di aspettare stasera alle nove’.
‘Lo so zia ma la voglia era tanta… Vero nonna?’.
‘Ummm si….’ gemette lei col mio cazzo ancora dentro al culo.

Zia Olga ci studiò un po, poi fece spallucce e si avvicinò.
Quando fui abbastanza vicina le presi i seni in mano e mi allungai per succhiarle i capezzoli duri sempre senza smettere di sodomizzare mia nonna Norma che intanto si era sporta fra le gambe di zia Olga e aveva iniziato a leccarla fra le gambe solleticandole la figa.
Era la prima volta che vedevo le due sorelle farlo insieme e compresi subito che fra le due c”era una grossa complicità sessuale….
‘A quindi voi due siete….?’.
‘Si da anni…. La cosa ti crea problemi tesoro’ chiese seria la zia mentre teneva salda la testa di nonna per i capelli.
‘No no mi va benissimo…. anzi in tre mi sa che è anche meglio. Penso che dovremmo farlo sempre così, senza tabù, senza finti pudori… solo sano sesso in famiglia con due tr…’.
Zia mi fece l’occhiolino ‘dillo pure caro. Due vecchie troie’ e avvicinò il viso ficcandomi la lingua in bocca.
Eccitato baciai zia Olga e intanto venni nel culo a nonna…
Era magnifico.
Ed era solo l’inizio…..

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