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Racconti erotici sull'Incesto

Storia d’amore e d’incesto (II)

By 31 Dicembre 2021No Comments

Nel weekend in cui mi tocca stare da mio padre lui organizza una festa nel locale più rinomato della zona, è una festa faraonica e lui sale sul palco e annuncia che presto avrei preso il comando dell’azienda diventando ufficialmente un imprenditore milionario, oltre a tutti i miei amici e professori e studenti del liceo dove studio c’è anche tutta la gente che conta in città. I miei amici mi fanno notare quante donne abbiano iniziato a puntarmi e a lanciarmi sguardi maliziosi e mi consigliano di rispondergli ma io sono troppo impegnato a cercare mia madre tra la folla, dopo oltre mezz’ora rinuncio a cercarla, amareggiato e deluso capisco che non c’è…

Immagino che mio padre le abbia detto di venire ma che lei abbia di meglio da fare… e in quell’istante sento di odiarla… sicuramente avrà trovato qualcosa che le abbia fatto dimenticare di suo figlio. Ad un tratto però la vedo all’entrata insieme a mio padre, è estremamente esagitata, litiga con lui, quando mi avvicino la sento implorare per non so cosa, chiedo cosa succede e lei disperata mi mostra dei fogli stropicciati.

“Tuo padre vuole portarti via da me!” Agita i fogli quasi accartocciati.

“Grazie ai suoi avvocati e ai suoi amici giudici ha ottenuto che tu vada a vivere esclusivamente con lui! Che tu non stia più a casa nostra!”

Gli occhi di mamma sono carichi di rabbia verso lui e di disperazione verso me, io guardo mio padre con aria interrogativa.

“Figliolo, tu sei destinato a dirigere una grossa azienda che fattura milioni, devi avere una guida forte come l’ho avuta io da mio padre. Guarda tua madre, è una incapace, un’alcolizzata e dipendente da psicofarmaci, l’ho conosciuta a Caracas che faceva la spogliarellista e posava nuda per foto particolari per ricchi depravati… Non puoi ricevere nulla di buono da lei, è ora che la lasci perdere, non è mai stata capace di darti nulla.”

Mio padre ha ragione, lei è sempre stata una frana come madre e io stesso gliel’ho sempre rinfacciato, se non fosse che sono continuamente turbato ed eccitato da lei l’avrei fatta uscire dalla mia vita da molto tempo.

La guardo, lei sta piangendo, implorando me e mio padre di non mandarla via, ha le guance rigate del nero del mascara e con gli occhioni tristi mi dice che mi ama e farebbe di tutto pur di non perdermi, naturalmente l’amore che intende è quello materno, io invece le guardo la scollatura profonda a V, i fianchi rotondi lasciati scoperti dal top, la osservo così umiliata e disposta a sottomettersi per me… mi eccito.

Mio padre incalza perché venga buttata fuori dal locale, io gli dico di stare calmo e di non dare spettacolo davanti agli invitati.

“Ci parlo io con mamma, tu vai dagli invitati, papà.”

La prendo per un braccio e l’accompagno in un punto più distante dal locale, più isolato, lei mi si getta addosso e continua a implorarmi di non ascoltare mio padre, di non assecondarlo; è un uomo crudele che non l’ha mai veramente amata ma solo umiliata. Mi arriva il suo fiato che sa di alcol.

“Sei ubriaca, mamma. Ti sei vista in che stato sei?”.

Lei si copre il viso con le mani, piange e mi giura che cambierà… per me. Io la guardo e continuo a pensare a quanto mi faccia eccitare, mi chiedo se ne sono anche innamorato e a questo pensiero mi sento attraversare da un senso di piacere e di felicità del tutto inaspettato. Tolgo le sue mani dal suo viso e lo stringo tra le mie, ci guardiamo negli occhi e la bacio, lei non reagisce, io spingo la lingua nella sua bocca, il mio è un bacio appassionato e osceno insieme, sento che lei è rimasta sconcertata e paralizzata dalla sorpresa, io continuo a slinguare nella sua bocca senza volermi fermare poi la sua lingua ricambia e asseconda il mio bacio avido.

Quando ci stacchiamo lei ha un’espressione confusa, io la guardo e con voce ferma e decisa le dico che possiamo andarcene, ora.

“Potremmo essere solo noi due, vivere insieme, io rinuncerei a tutti i soldi di papà e ci allontaneremo per sempre da lui, ma non voglio più un semplice rapporto madre-figlio, voglio di più, ti voglio come la mia… donna.”

Continuo a fissarla, uno sguardo deciso ma allo stesso tempo tenero, è come se la implorassi di accettare ma lasciando a lei la scelta.

“Mamma, hai qui la tua auto, possiamo salirci e andarcene e inizierà una vita tutta nostra, senza più papà di mezzo… oppure posso tornare dentro il locale e diventare il figlio che lui vuole.”

Di fronte alla sua indecisione faccio dei passi all’indietro, verso l’entrata, allontanandomi da lei, mamma si scuote assumendo un piglio deciso, mi prende per la manica e mi tira verso di lei.

“Amore mio… voglio stare con te, non mi importa di nient’altro.”

Torniamo ad abbracciarci e a scambiarci un altro bacio appassionato, non mi staccherei più da quelle labbra morbide e carnose, mentre sfrego avido la mia lingua alla sua, ho voglia di far scendere le mani e palparle il culo ma siamo in pubblico e, soprattutto, c’è mio padre che mi aspetta per fare di me l’erede della sua azienda. Sono con mamma e mi importa solo questo, voglio fuggire con lei per non farci separare, le labbra si staccano, le bocche riprendono fiato.

“Dove hai la macchina, mamma?”

Alla passione e al desiderio subentra la paura di essere stati visti, l’ansia e la fretta, raggiungiamo la sua macchina, lei mette in moto e ci allontaniamo il più in fretta possibile.

Continua…

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