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Eva – Capitolo 3 – Una breve vacanza

By 19 Giugno 2011Dicembre 16th, 2019No Comments

La mattina seguente, dopo aver fatto una ricca colazione, Angelica mi stupii con un’insolita proposta.
‘Che ne dici d’andare al mare ?’
‘Si e come, con l’aereo ?’
‘Si, basta che mi dai il tempo di organizzare il volo, andiamo all’aeroporto in macchina e poi prendiamo il mio jet e in un paio d’ore siamo alle Bahamas, semplice no ?’ mi rispose come se fosse la cosa più semplice del mondo.
‘Ok mi arrendo, vada per il mare, vorrà dire che mi comprerò un costume quando saremo li.’
‘Mm vediamo tu hai una terza.’ mi rispose guardandomi come se fossi una modella ‘Che colore preferisci ?’
‘Il nero, su questo non ci sono dubbi.’
‘Vada per il nero, potrai scegliere fra la futura collezione estiva, ovviamente quella della mia maison.’
Scoprii in quel momento che Angelica, fra le sue infinite attività, aveva anche una casa di moda, che si occupava principalmente di intimo e costumi da bagno.

Il viaggio fu molto piacevole, un’hostess che sembrava appena uscita dalla copertina di Vogue, ci servì un piccolo pranzo leggero, per poi farci d’autista sino all’hotel, neanche a dirlo a cinque stelle, dove Angelica prese una suite.
Li trovai alcuni costumi, tutti decisamente audaci e provocanti, per sceglierne uno intero che ‘copriva’ solo la parte anteriore del mio corpo con un leggerissimo drappo a rombo, mentre dietro c’era solo un intreccio di fili, che non lasciava nulla all’immaginazione.
Angelica invece indosso un ridottissimo due pezzi rosso fuoco, tanto sexy che non potei fermare la mia voglia di baciarla. Quando però le mie mani si fecero più audaci, lei mi bloccò dicendomi che non mi sarei pentita se avessi aspettato sino a dopo la cena.
Così ci recammo nella piscina vip, dove ogni uomo, e anche parecchie donne, ci guardarono trattenendo a stento il loro stupore, nel vedere due donne così belle e altrettanto sexy.
Passammo tutto il pomeriggio a prendere il sole e chiacchierare, lei volle sapere di più del mio lavoro, dimostrando una certa competenza nel campo dell’informatica, mentre io ogni tanto mi chiedevo quale fosse realmente il suo potere economico.
Nonostante non me la passassi per nulla male, era sin troppo chiaro che il suo mondo era anni luce dal mio, ma nonostante questo Angelica non faceva nulla per mettere in risalto questa differenza sociale, anzi spesso si divertiva a prendere in giro i ricconi che erano presenti in hotel.
Per cena indossammo entrambe dei vestiti da sera scuri e piuttosto semplici, seppur non molto lunghi e un po’ scollati, ma il termometro non permetteva certo di vestirci in maniera molto più casta.
Fra una portata di pesce e l’altra, parlammo solo della sua casa di moda, e di come fosse l’unica azienda che sentisse davvero sua.
‘Sai quando l’ho presa i miei amministratori era decisamente contrari, considerandolo solo un mio capriccio personale.’ mi disse con sempre più passione ‘Io ho voluto dimostrare che si sbagliavano, così ho preso delle giovani stiliste e mi sono messa anch’io con loro a disegnare nuovi modelli. Una delle caratteristiche dei nostri capi &egrave che siamo proprio noi che li creiamo a provarli poi su di noi, perch&egrave non devono solo esser belli, ma anche funzionali.’
‘In effetti il costume che mi hai dato oggi mi calzava come un guanto, e non credo dipendesse solo dal fatto che era davvero minimo.’ le feci notare dopo averci pensato un attimo.
‘Quello l’ha disegnato Sophie, una delle più creative del mio staff, e sarà uno dei modelli di punta della prossima estate.’
‘Scusa ma qual’&egrave il vostro target ?’ le chiesi incuriosita.
‘Ricche signore che possono indossarli dopo aver fatto diversi interventi di chirurgia.’ mi rispose ridendo ‘E giovani ragazze che se li fanno comprare da chi le mantiene per mettersi ancor di più in mostra.’
‘Quindi io non posso più metterlo !’ dissi sorridendo.
‘Fai tu tanto ormai &egrave tuo…e potrai metterlo anche se non sei rifatta ne tanto meno una mantenuta.’
‘Scusa la domanda scema, ma come fai ad avere tutte queste cose qui ?’
‘Semplice c’&egrave un negozio del mio marchio, &egrave bastata una telefonata ed &egrave arrivato tutto in hotel, anzi se vuoi c’&egrave già un’altra sorpresa su in camera.’
‘Ah si ! Quand’&egrave che arriva il dessert ?’
Ci mettemmo a ridere sfiorandoci più volte le mani, poi finimmo la cena e, dopo un veloce passaggio al bar, tornammo nella suite, non sapendo di che delle due avesse più voglia dell’altra.
Una volta entrate vidi subito quattro scatole, due blu più grandi, e altrettante bianche, tutte quante fasciate ca carta che sembrava quasi seta.
‘Prendine una blu e vai a cambiarti, io porterò quelle piccole in camera.’ mi disse dandomi un casto bacio sulla guancia.
Scelsi quella che avevo più vicina e mi recai nel grande bagno per togliermi il vestito, darmi una rinfrescata e vedere cosa avevo preso.
Quando aprii la scatola trovai un baby-doll viola di rara bellezza, partiva con una fascia di finissimo pizzo, per scendere con un tulle molto trasparente, e finire con un’altra fascia di pizzo appena sotto il sedere, abbinato ad un piccolo perizoma in pizzo davanti e tulle dietro.
Lo indossai quasi con rispetto, e quando mi specchiai mi trovai ancor più bella, e curiosa di vedere cosa avessi lasciato ad Angelica.
La trovai seduta sul bordo del letto, anche lei con un baby-doll, forse più semplice del mio, ma non per questo meno meraviglioso.
Il seno era coperto da due triangoli di maglia di cotone,da cui scendevano diversi voilant di tulle, che creavano un sottile gioco di vedo non vedo, decisamente molto eccitante.
‘Angelica ma sono capi splendidi, meravigliosi !’ fu l’unica cosa che riuscii a dire.
‘Grazie anche perch&egrave quello che indossi l’ho disegnato io.’ mi rispose quasi vergognandosi ‘Magari domani parliamo di una certa ideuzza che ho in testa da tempo.’
‘In effetti stasera non ho che abbia molta voglia di parlare.’
Mentre pronunciavo quelle parole mi sedetti sulle sue gambe per darle poi un lungo bacio, mentre lei mi accarezzava le gambe.
‘Hai un bel modo di chiudere la bocca alle persone.’ mi disse fra un bacio all’altro.
‘Per quello so anche come farla aprire, e non solo per parlare.’ le risposi scendendo con la bocca sul suo collo.
‘Se non vedo non credo.’
Il suo tono malizioso mi eccitò tanto, che non potei che correre fra le sue gambe e, dopo averle spostato di poco il perizoma, darle una lunga leccata su tutta la passera. Per farle assaporare il suo stesse nettare le sfiorai l’interno delle grandi labbra con due dita, per portale poi alla sua bocca, e lei le succhiò sempre più languida e sensuale.
Tornai a far passare la lingua su tutto il suo fiore del peccato, senza lasciare che nessun anfratto non avesse la sua piccola dose di piacere, sino a quando non la sentii prossima all’orgasmo. A quel punto affondai due dita dentro la fessura, mentre altrettante le stringevano il clito, facendo si che urlasse il suo massimo piacere.
Mi pentii subito d’esser stata così frettolosa nel farla godere, e anche lei ci rimase un po’ male, avendola abituata a bel altri rapporti, certamente più appaganti.
Così non potei che riprendere a leccarle la passera, ma con molta più calma, in modo che Angelica non si raffreddasse affatto, anzi che il calore del piacere tornasse a vivere in lei.
‘Fammi venire di nuovo.’ mi disse schiacciandomi leggermente la testa in mezzo alle sue gambe ‘Altrimenti so che non mi permetterai mai di farti godere.’
Non mi feci toccare dalle sue parole e continuai il mio lento lavoro di lingua e dita, soffermandomi spesso con la prima all’inizio dello spacco, che scoprii era in lei molto più sensibile rispetto a quello delle altre donne. Trovai molto eccitante farci sbattere più volte la lingua, che poi scendeva in mezzo alle grandi labbra che tenevo strette on le dita, quasi non volessi distarmi con le altri parti di quel meraviglioso fiore.
Solo quando mi resi conto che protrarmi sarebbe stato per lei una tortura, le infilai tre dita dentro, senza però mai smettere di leccare quel punto così eccitante, facendola venire in pochissimo tempo.
‘Ora ti voglio mia.’ mi disse scivolando a terra e facendomi finire sdraiata sul pavimento.
Non feci in tempo a proferir alcuna parola che Angelica letteralmente si tuffò con la testa fra le mie gambe, per poi spostare di quel tanto che basta il perizoma per scoprirmi la micina umida e vogliosa.
La sua lingua iniziò a saettare come impazzita intorno al mio clito, quasi volesse colpirlo come se fosse un frustino non troppo rigido, facendomi subito impazzire di piacere.
‘Angelica fottimi !’ urlai desiderosa di un orgasmo ‘Riempimi la fica e fammi godere !’
In realtà volevo vedere se Angelica era solo una gattina sottomessa, o invece in lei si celava una pantera pronta a colpire non appena le si fosse presentata l’occasione.
‘Vuoi il gioco pesante ? Eccoti accontentata.’
Dalla sua bocca iniziò a cadere della saliva sulla mia passera, mentre le sue dita chiuse a cuneo cercavano d’entrare tutte insieme. Tutto il mio voler essere la conduttrice di ogni gioco, crollò nel momento esatto in cui la sua mano mi penetrò completamente, facendomi gridare di piacere.
Le afferrai il polso, ma non per spingerlo via, ma per sentirlo ancor più mio, Angelica comprese le mie intenzioni e mi scopò a lungo, rallentando sempre poco prima che io venissi, prolungando così quasi all’infinito il mio godimento.
Quando non potei più resistere lei appoggiò le labbra appena sopra il suo polso, regalandomi un orgasmo difficile da provare, per quanto fu intenso e sconvolgente.
Subito dopo leccammo insieme la sua mano ricoperta dei miei umori, per poi sdraiarci sul letto per riprendere fiato ed energie.
‘Sai desideravo scoparti fin dal nostro primo incontro.’ di disse accarezzandomi la spalla ‘Ma non avrei mai pensato di farlo così.’
‘Ti dirò, nessuna donna mia aveva mai infilato tutta la mano dentro, ma tu sei diversa, sembri docile ma sotto sotto hai un bel caratterino !’ le risposi sorridendo ‘E so già che con te le sorprese non finiranno presto.’
‘Vuoi giocare ancora ?’
‘Si però prima togliamoci questi baby-doll, poi dimmi se ti piace l’idea.’
Ci sfilammo le corte camicie da notte e le mutandine, per poi sdraiarci una di fronte all’altra incrociando le gambe, per far si che le nostre fichette si trovassero a stretto contatto.
Le afferrai quindi un piede e ne baciai il collo, subito imitata da lei che mi succhio l’alluce.
Col passare del tempo le nostre bocche si fecero sempre più avide di carne, mentre ci stimolavamo a vicenda sfregandoci con insistenza le passera a vicenda.
Non esisteva alcuna figura dominante, solo due donne che cercavano di godere con tutto il loro corpo, e si sa che i piedi sono punti molto sensibili, basta saperli stimolare, e non era certo l’esperienza a farlo quello che mancava.
Dita, pianta e collo di tutti e due piedi furono baciaci, leccati, e le prime succhiate come se fossero dei piccoli falli, senza alcun tabù o pudore, cercando solo di far godere l’altra che ricambiava senza freni.
Quando mi alzai per sedermi lei si mosse nello stesa maniera, e così le nostre bocche s’incontrarono di nuovo, per lasciarsi solo dopo che entrambe raggiungessimo l’apice del piacere, con le dita che s’intrufolavano fra le gambe.
C’addormentammo abbracciate, stanche ma felici di quella serata, durante la quale avevamo scoperto nuove sfaccettature nei nostri caratteri, certe che il giorno seguente non sarebbe stato passato in modo banale, ma avremmo affrontato nuove avventure con immutata passione, e anche un po’ di curiosità.

Invito tutti a visitare il mio piccolo blog
http://serenathemiss.wordpress.com/

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