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Racconti Erotici Lesbo

capitolo II

By 2 Novembre 2006Dicembre 16th, 2019No Comments

Capitolo II

Dopo quella sera la mia vita &egrave cambiata.
Ricordo che quando ci lasciammo i miei occhi la seguirono fino a che non sparì dentro casa mandandomi un bel sorriso.
Percossi il lungo mare per tornare a casa volando,sono sicura che i miei piedi non toccavano terra,mentre sentivo ancora tra le labbra il suo dolce sapore.
La mattina dopo ci ritrovammo al molo dove il babbo di Justine ci aspettava con il motoscafo per tornare nell’isoletta.
Appena sole tornammo a levarci il costume rimanendo nuovamente in topless.
Guardavo con eccitazione i seni delle tre ragazze, tutti e tre così diversi, unici , bellissimi.
Justine per gioco tentava di levare gli slip a Aude, il tentativo fu un po’ goffo tanto che fu lei a perderlo,rodemmo molto per quella scena .
Il suo culetto bianco era in contrasto con la sua abbronzatura.
Justine rimase indispettita e come una bimba fece il broncio.
Le altre, me compresa, invece si rideva a crepapelle.
Poi justine propose di rimanere tutte nude e si levò i suoi slip mostrandoci la sua dolce patatina nera ricoperta da pochi ciuffetti.
Era bella,la potrei paragonare a una pantera,credo che il cuore mi si fermò.
Anche oggi a ripensarci sale in me un emozione forte,un brivido lungo la schiena.
La emulai.
Mi tolsi il mio slip,ero sdraiata sul telo da mare, nuda ,i miei biodi ciuffetti furono mossi da un soffio di vento.
Mi sentivo osservata e la cosa mi faceva piacere, era rimasta solo Aude ancora con gli slip, ma quella situazione durò poco.
Anche i suoi ciuffetti erano biondi.
Ora eravamo tutte nude, vicine l’une alle altre,ci guardavamo,con curiosità infantile.
Le loro facce era gioiose,belle,sorridenti.
Per togliere un po’ di imbarazzo decidemmo di andare in acqua..
Appena entrate iniziammo una vera e propria battaglia, schizzandoci l’acqua, afferrandoci.
Fu una vera lotta di wrestling arricchita da schiamazzi e risate e anche qualche pacca sul sedere.
Il gioco durò un tempo infinito, stanche ci sdraiammo sulla spiaggia per asciugarci, ogni tanto una di noi iniziava a ridere come prese da una strana malattia.
Era la malattia della giovinezza, della spensieratezza e dell’amore.
Purtroppo quella giornata passò velocemente.
Sempre prima che il genitore di Justine arrivasse ci vestimmo.
Nel tragitto di ritorno Justine chiese al padre se potevamo passare un paio di giorni nella casetta di montagna.
Lui senza tante preoccupazioni acconsentì.
Quindi la sera stessa non uscimmo,per preparare una piccola valigia e anche perché la mattina presto so doveva partire.
La zona in cui si sarebbe state sole solette era vicino al monte Ventoux, in circa due ore di macchina.
La casetta era a un piano con il tetto in legno a punta e un immenso giardino verde con tanti fiori colorati.
Il primo giorno lo passammo a prendere il solo, faceva molto caldo anche lì.
La sera invece era più freddo quindi dopo cena si rimase a casa.
Eravamo tutte e quattro nella camera da letto in pigiama.
Il letto era enorme quindi anche se un capellino strette avevamo deciso di dormire tutte assieme.
Sabina era accanto a me, sentivo il suo profumo, avrei avuto voglia di abbracciarla, ma quasi inaspettatamente fu lei a abbracciarmi.
Il suo volto era attaccato al mio , le sue labbra sfioravano le mie e io mi sentii attratta a lei come una calamita.
Ci baciammo,chiusi gli occhi sentii un brivido dentro di me , le sue mani mi stringevano a se.
Sentivo il mio cuore battere forte, le sue labbra si schiusero e le nostre lingue si intrecciarono tra loro.
Accarezzavo il suo collo vellutato i capelli , avrei voluto strapparle i vestiti, non sapevo più chi ero, poi all’improvviso mi ricordai che nella stanza insieme a noi c’erano anche le altre due ragazze.
Per un attimo mi vergognai ma aprendo gli occhi le vidi baciarsi.
Anche loro stavano l’una attaccata all’altra ,le loro mani stringevano i corpi sembravano una sola persona.
Dopo un secondo ci guardammo in volto,nessuna disse niente,niente di niente.
Ma i loro volti erano cambiati,e penso anche il mio,erano sensuali e i nostri sorrisi sembravano quasi diabolici.
Sabina prese nuovamente a baciarmi, mentre contemporaneamente aveva deciso di levarmi il pigiama.
Anche le altre due ragazze avevano ripreso a amoreggiare fra loro,lentamente i nostri corpi erano sempre più nudi.
Sabina mi baciava il collo,poi scese sul petto lentamente scese fino ai seni ai capezzoli .
Per me era la prima volta rimasi sorpresa dal piacere che provavo, non capivo ma sentivo un calore infinito infondersi nel mio corpo , la sua mano sfiorò il mio sesso che era bagnato .
Non riuscivo a fare niente, mugolavo e mi dimenavo per il piacere,le sue dita continuavano a massaggiarmi le labbra che si schiudevano come un fiore, cercai di allargare le gambe per facilitarla,poi indugiò sul mio clitoride,urlai.
Urlai forte , mi piaceva,le sue dita mi stringevano e io godevo, la sua lingua tornò a sfiorarmi le labbra, la accolsi nella bocca mentre gemevo con vigore fino a che non sentii dentro scoppiare furente l’orgasmo che mi sfinì dal piacere.
Vidi Sabina portarsi a se le sue dita e assaporare il mio piacere.
– E’ buono ,ti va?-
Non capii ,le dita si avvicinarono alla mia bocca e le accolsi gustando il miei umori.
Era buono,sapeva’.di preciso non sono mai riuscita a cosa paragonarlo, ora dico che sa di sesso,il mio sapore preferito.
I suoi seni neri erano di fronte a me e li accarezzai con dolcezza,sentii i suoi capezzoli indurirsi e vidi il suo volto piacente.
Non pensai a altro che a farla godere come lei aveva fatto con me.
Era inginocchiata davanti a me la mia mano prese a scendere incontrando il suo sesso.
Fui distratta dai mugolii di Aude.
Justine la stava masturbando con il dorso della mano
Le sue gambe erano oscenamente divaricate e il volto era contratto.
Ripresi a coccolare dolcemente Sabina.
-Ti piace?-
Le dissi con timidezza.
Lei mi sorrise poi afferrandomi la mano mi fece capire come le piaceva essere masturbata.
Io eseguii le sue richieste tentennandole con i diti il clitoride, le nostre bocche si unirono nuovamente.
Presa da piacere si lasciò andare e si distese nel letto
La sua micetta calda bagnata godente .
Le mie dita appartenevano a lei al suo piacere non mi sarei mai fermata fino a che non sentii il suo corpo contorcersi dal piacere un una grossa quantità di piacere congiungersi alla mia mano .
Ci stringemmo in un abbraccio, i nostri sessi sfiorando i rispettivi corpi si eccitarono nuovamente sentii il suo piacere bagnare anche la mia coscia, mentre il mio sesso si strusciava alla sua.
Continuammo a muoverci dolcemente, i nostri occhi si fissavano e il nostro piacere ci raggiunse nel medesimo istante.
In quel momento non era più il mio orgasmo o il suo.
Era il nostro orgasmo
Si rimase unite ancora per un po’.
Avevamo il fiatone,poi i nostri volti diventarono luminosi,e raggianti .
Un altro bacio e poi una dolce risata .
Ci girammo per vedere le nostre amiche.
Anche loro erano unite e ridevano di quel loro stupendo orgasmo saffico .
Dormimmo nude sotto le calde coperte abbracciate e felici”’

La storia continua’
Tanti baci nei vostri caldi corpi.
Eva70

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