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207 . Il diario di Marzia – La violenza a scuola e fra le mura domestiche

By 21 Febbraio 2015Dicembre 16th, 2019No Comments

25 Marzo 2014. Dal mio Diario ( Marzia)
Dopo quanto successo il 12 di Marzo non ho più avuto il coraggio di scrivere sul mio diario, di descrivere ciò che mi è successo, le umiliazioni alle quali sono stata sottoposta a scuola. Nel mentre sono stata da una psicologa per tentare di superare il pesante trauma. Lei mi ha consigliato di farmi forza e di cercare di esorcizzare il ricordo della violenza non dimenticando mai l’accaduto, in modo che io metabolizzi il tutto e me ne faccia una ragione. E’ facile dare consigli, vorrei vedere lei se i suoi colleghi la prendessero e ‘ no, così non va bene, devo seguire un ordine.
Innanzitutto voglio descrivere la brutta cosa che mi è successa partendo dall’inizio. Devo comportarmi come se fossi una giornalista e dovessi riportare un fatto non accaduto a me ma ad altri. Devo vedere me stessa come se fossi una sconosciuta a cui è successo quello che descriverò. (Ce la farò?).

Il 12 Marzo ero andata a scuola. Ho diciotto anni e frequento il quinto anno delle superiori, precisamente presso l’istituto tecnico di Pescara. Quel giorno era un giorno qualsiasi, almeno fino a quando non è suonata la campanella della seconda ora. Dovevamo avere ‘Storia’ ma la professoressa Serena B. non era venuta per chissà quale motivo. Eravamo tutti più sollevati perché la prof. è un tipetto abbastanza stronzo e con lei fioccano i ‘2’ con estrema facilità. Stranamente passavano i minuti ma non arrivava nessun supplente o sostituto di sorta. Eravamo quindi ancora più contenti, perché potevamo sfruttare le due ore che avevamo con la signora B. per ripassare altro o chiacchierare tra noi.
Il mio posto è all’ultimo banco. Non ho delle vere e proprie amiche. Anzi ‘ diciamo che le mie compagne di scuola sono proprio delle stronze. Sempre a parlare male di quella o quell’altro e sempre pronte a litigare tra loro per un nonnulla. A me però non interessa il fatto di non avere spiriti affini in classe. Sono stata più fortunata in altro. Sì, in effetti non avevo amiche, ma in seconda fila, avevo ‘lui’. Filippo C., il più figo della scuola. Pensavo di piacergli. Diciamo che con il senno di poi ne sono sicura, ma andiamo con ordine.
Si girarono Laura e Patrizia verso di me e mi dissero ‘

‘Marzia, tu e Filippo avete già scopato? Gli hai o no lavorato il cazzo con la bocca, gliel’hai data la fregna? E il culo? No ‘ cioè ‘ sai ‘ perché piacerebbe pure a Letizia ma non s’è capito se ci stai assieme oppure no’.

Queste due mi stavano proprio sulle palle sin dalla terza superiore. Sono grezze, pensano sempre a scopare e sono le più troie tra le ragazze che conosco. Mi domando come facciano a piacere ai ragazzi tipe così. Risposi

‘A dire la verità ci ho solo parlato alcune volte. Mi piace ma sto aspettando il momento per allacciare un dialogo con lui e ”

Interrompendomi iniziarono a ridere in modo sguaiato.

‘Allora ciccia, Letizia ha via libera e forse dopo ce lo scoperemo anche noi’

La rabbia avvampò in me all’istante e dissi

‘Troie’.

Mi stupì l’immediato il mutare della loro espressione, passarono dall’ilarità ad un’espressione quasi malefica. Si indignarono entrambe e mentre Patrizia iniziò ad insultarmi vidi Laura alzarsi e chiamare al telefono Letizia

‘Vieni subito ‘ sì, stiamo in classe ‘ non c’è la prof. puoi venire senza problemi ‘ sbrigati che qua ci hanno dato delle troie ‘ sì, esatto ‘ la tizia repressa ‘ Marzia sì, la verginella sì ‘ corri subito qua’.

Avevo intuito che la situazione bella non era, ma non pensavo che potesse precipitare al punto di ‘ No, aspetta, devo andare per ordine.
Patrizia non smetteva di dirmi parole grosse e aveva iniziato anche ad alzare le mani. Aveva preso il mio astuccio e il mio quaderno e li aveva sbattuti per terra iniziando ad attirare l’attenzione del resto della classe. Laura era andata alla porta ad aspettare Letizia e quando arrivò confabularono tra loro prima di venire verso di me con un’aggressività tale che neanche lo squalo bianco potrà mai avere.
Iniziarono a gridarmi addosso in tre e presero a darmi schiaffi sulla testa. Ritenni più opportuno alzarmi per potermi difendere meglio, ma appena lo feci due di loro mi si misero dietro mentre la terza mi strattonava davanti. Mi vergognavo. Tutti i miei compagni di classe mi stavano guardando e vedevano come le prendevo da quelle tre cagne. Vidi Filippo venire verso di noi e in cuor mio mi risollevai pensando ‘

‘Il mio principe viene a salvarmi’

Filippo però si fermò a metà strada, a circa 3 metri da noi e disse

‘Laura, perché tu e le tue amiche non le legate le braccia dietro alla schiena? Così non potrà mettere le mani davanti alla faccia mentre la schiaffeggiate’

Trauma. Non potevo credere a quello che avevo sentito. Il mio Filippo ‘ Filippo era un lurido bastardo!!
Mentre Laura e Letizia mi legarono le braccia dietro alla schiena, piansi. Piangevo perché Filippo era caduto così in basso, per me era un principe ed ora era diventato uno zotico villano!! Piansi perché nessuno degli altri miei compagni veniva ad aiutarmi. Piansi perché vidi Filippo parlare con confidenza a Patrizia sussurrandole qualcosa nell’orecchio. ‘Giusto, bravo!! Doveva venire a me l’idea, proprio bravo!! Ragazze, spogliamola!!’.

‘State scherzando spero??’

Pensai che fosse tutto un bluff,parole dette solo per farmi paura. I fatti però mi smentirono all’istante. Laura mi tirò su la maglia aderente che avevo messo quel giorno e poi ruppe il reggiseno usando un cutter. Stavo morendo di vergogna. Stavo quasi svenendo ma la cosa era lontana da terminare. Patrizia mi sbottonò i jeans e li calò completamente, poi facendosi prestare il cutter da Laura mi tagliò le mutandine.
Ero nuda davanti alla classe e non potevo muovermi perché quelle troie mi tenevano ferma ed avevo le braccia legate dietro alla schiena. Mi vergognavo da morire, non mi ero neanche aggiustata i peli pubici come avevo intenzione di fare il weekend prima. Ce l’avevo pelosa e, assurdo a dirsi, pensavo alla figura di ragazza disordinata che stavo facendo. Vedevo che le altre mie compagne si dividevano tra quelle che ridevano indicandomi e quelle che si coprivano il viso per l’imbarazzo (come se si trovassero loro nella mia situazione). I maschi invece mi fissavano le tette e in mezzo alle gambe. Li vedevo eccitarsi ed ho pregato che nessuno mi violentasse. La preghiera non fu accolta, perché qualcuno estrasse il pene dai jeans e me lo strofinò sul ventre. Mani, mani e mani ovunque, esse mi dilatavano il buco del culo, mi titillavano i capezzoli, mi si infilavano nella figa, che vergognosamente si era pure bagnata. Vedevo i loro volti, la faccia di Ernesto I., il secchione della mia classe, che ansimava e sbavava mentre cercava di inserire il suo indice dentro di me più in profondità possibile. Vedevo Marco M., con i suoi capelli unti di gel, mentre mi diceva

‘Cazzo che figa che sei, dopo ‘sta faccenda ci mettiamo assieme?’

Vedevo Andrea C., che ho sempre schernito chiamandolo ‘il lardoso’, mentre mi leccava i capezzoli ed ogni tanto senza un motivo, gratuitamente, mi sganciava un ceffone. La cosa andò per le lunghe. Fui fatta sdraiare su un banco con il bacino appena fuori e fu lì che i maschi infoiati si alternarono, me lo ficcavano dentro e poi chi velocemente chi molto più a lungo mi venivano nella figa o anche sul ventre o ancora, i più perversi, mi venivano ad eiaculare sul viso. Quando tutti ebbero fatto i loro porci comodi, le femmine mi fecero voltare a pancia in giù, con i piedi appoggiati a terra e le tette schiacciate contro il banco di legno, poi fui sodomizzata, la giostra ritornò in movimento, uno dopo l’altro, Filippo compreso, mi penetrarono l’ano. Mi sverginarono l’ingresso posteriore. Lo fecero ridendo ed organizzandosi ‘ Una voce che riconobbi essere quella di Mattia L. disse ‘

‘Io per ultimo se no la poverina sviene dal male!!!’

Risero tutti, lo sapevano anche le pietre che Mattia era superdotato. Il dolore al culetto era tanto, per di più i bastardi avevano preso a sculacciarmi mentre mi sodomizzavano. Venne purtroppo il turno di Mattia, fu dolore fortissimo, sentii lo sfintere lacerarsi, respiravo affannosamente e poi, gli occhi mi si annebbiarono e svenni. Mi svegliai a casa mia, nel mio letto, un dolore lancinante al basso ventre e al buchetto posteriore.
Ormai, a parte i postumi dolorosi,era tutto passato. Non sapevo come fosse andata ma di sicuro qualcuno mi aveva salvata, forse il bidello o chissà. Oppure la scuola avrà chiamato i miei genitori e loro mi avevano portata a casa pensando di denunciare il fatto alle autorità competenti. Infatti quello che pensai al mio risveglio mi fu confermato da mia madre. Ecco che oggi mi ritrovo dalla psicologa ‘
Anche la notte passata ho avuto un incubo, o meglio, il ricordo della vicenda, che è stata un incubo. Ricordarla è dolorosissimo e non credo assolutamente alla cazzata della psicologa

‘Per esorcizzare la vergogna scrivi un diario’

Nei giorni seguenti lessi sui Social messaggi postati dagli allievi che avevano partecipato all’orgia ed alla violenza nei miei confronti.
Li allego ‘

12 Marzo. SMS inviato da Matteo V. a Gaetano M.
Gaetà, stò a scola, non crederai mai a quello che sto addirti: Hanno spogliato una femmina in classe. Le si vedeva la sorca. La sorca, capisci? Ce la siamo sbattuta per bene sai ‘

12 Marzo. Sul blog della ‘Comunità del SESSO’ Gasperina90 scrive.
Gente, oggi nella mia classe delle ragazze hanno iniziato a litigare e hanno spogliato completamente una. Non ci credete? I maschi se la sono fatta!! Guardate le foto che ho fatto con il cellulare allora (segue l’incollaggio di 5 foto sgranate).

12 Marzo. Tramite la chat della Playstation 3 TurboBluster scrive a tizi sconosciuti.
A scuola ci si diverte da matti. Da me hanno preso una, le hanno tolto i vestiti e poi la tenevano ferma mentre noi maschi le toccavamo le bocce e la figa e poi ce la siamo pure inculata !!!

15 Marzo. Diario di Emanuele F.(il fighetto)
Ogni volta che ripenso al fatto accaduto in classe, non riesco a non farmi una sega. Io sono un tipo tranquillo ma come tutti gli altri non sono riuscito a resistere e gliel’ho ficcato pure nella vagina e nel culo di Marzia C. Me ne vergogno un po’ però .. minchia ‘ è troppo figa! !!! Non mi capiterà più un’occasione come quella. L’occasione di toccare e scopare una bella fregna come lei.

Come se non bastasse il trauma subito, ieri è successo un altro fatto in linea con la vicenda. Io, ho due fratelli, sono gemelli ma non si somigliano affatto. Uno dei due, Enzo, vive fuori casa assieme alla sua compagna, mentre l’altro, Francesco, sta ancora in casa con me ed i nostri genitori.

Sentivo ansimare dalla stanza di mio fratello e spiandolo dalla finestra del balcone mi sono accorta che si stava masturbando. Sul televisore, trasmesse dal suo telefonino collegato con un cavetto USB, il video del mio multi stupro.
Sono entrata in camera sua ed ho spento il televisore, lui si è incazzato e con il pene duro fuori s’è alzato dal letto e mi ha presa per un braccio ‘

‘Che troia che sei, ti hanno sbattuta tutti, a scuola mi pigliano tutti per il culo per colpa tua!!! ‘

Mi ha strattonata e poi sbattuta violentemente sul letto ‘

‘La dai a tutti e adesso la dai pure a me ”

Urlavo con tutto il fiato che avevo in gola, in casa però non c’era nessuno e noi abitiamo in una villa in mezzo alla campagna. Mi ha strappato le mutandine si è messo sopra, ha infilato con forza le sue ginocchia fra le mie cosce e me lo ha ficcato dentro ‘

‘Puttanaaa ‘ sei bagnata ‘ bagnataaa ‘. ti sei eccitata troia di merda!!! ‘

‘Bastardo, bastardooo ‘ lasciamiii ‘ lasciami ‘.’

‘Ti fottooo ‘. fottono ‘. zoccola del cazzoooo ‘.’

Esausta, senza più forze rimasi lì passivamente a subire lo stupro. Sfilò poi il cazzo dalla figa e ‘.

‘Girati puttana !!! Te lo ficco in culoooo ‘..’

Prendendomi per i capelli mi attirò verso di se e io, nonostante il forte dolore, riuscii a dargli una testata sul mento ‘..

‘Lurida cagnaaa!!! ‘

Mi appioppò quattro o cinque ceffoni poi mi girò e si mise dietro di me, me lo strofinò fra le chiappe e quindi senza nessuna lubrificazione, così a secco, me lo infilò nel culo. Mi si riacutizzarono i brutti ricordi ed anche il forte dolore. Subii ancora fin quando la bestia incestuosa di mio fratello mi sborrò nell’intestino placando finalmente i suoi bollenti spiriti ‘

‘Aaahhhhh ‘ che sborrataaaa ‘. che sborrataa ‘. Troiaaa ‘. troiaaa ‘. hai un culo da favola ‘ da domani in poi ‘.’

Sono trascorsi molti domani e molte volte me lo sono preso dentro alla figa, nel culo e pure in bocca, da mio fratello e da parecchi suoi amici. Ma questo ve lo racconterò in seguito. Fedelmente riporterò sul mio diario ogni attimo vissuto, ogni violenza subita. Mai che qualcuno di questi energumeni pensi almeno un po’ al piacere mio, a darmi qualche soddisfazione ‘

Diario, 25 Aprile ‘. segue ‘

by ombrachecammina
e-mail:alexlaura2620@libero.it

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