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MANOLA, PIU’ MOGLIE O PIU’ TROIA?

By 5 Gennaio 2019Dicembre 16th, 2019No Comments

 

——– Caro, domani sera la mia amica Xenia vorrebbe uscire a cena con me, noi due sole, perché dice che i maschi sono noiosi e tra donne c’è più allegria e divertimento, e poi abbiamo tante cose da raccontarci. Io le ho detto che avrei chiesto a te, ma se ti dà fastidio allora nulla…. lei invece dice che il suo fidanzato è contento se lei esce con le amiche, così lui passa qualche serata facendosi i cazzi suoi, con i suoi amici..———–

——- anch’io sono contento se passi una serata tra sole donne, e che diamine…. vuol dire che farete tanti pettegolezzi e tanti bei discorsini pieni di malizia e confessioni….e sì Manola, lo so come siete voi donne…in pratica vi confessate a vicenda e vi confidate i vostri segreti, parlando dei vostri mariti e magari facendo dei commenti audaci su qualche bell’uomo che vi capita di incontrare. Ma va bene così, per me andate pure e divertitevi, io domani resto in casa a guardare la partita ———

 

Ero sicura che Alfredo non avrebbe fatto storie, lui mi ama, di un amore molto carnale, è molto orgoglioso di me e del mio aspetto fisico, mi desidera ed è anche contento se altri mi desiderano….infatti vedo sempre una strana luce nei suoi occhi quando siamo in compagnia di altra gente, osserva soprattutto gli uomini per capire se ho fatto colpo e se scateno in loro qualche  libidinoso appetito. Beh, non sono certo male, biondina con gli occhi azzurri, 32 anni dimostrandone anche qualcuno di meno, bel visino da furbetta tirabaci, seno piuttosto procace ed ho due gambe ben tornite, anche se non sono alta….insomma, ho sempre fatto la mia bella figura come femmina e qualche maschio nella mia carriera l’ho anche collezionato….devo dire che quelli che mi hanno…assaggiata, non hanno certo voluto indietro i soldi…. Insomma,voglio dire che sono rimasti tutti soddisfatti delle mie doti amatorie.

 

——- tesoro, hai già scelto cosa mettere per stasera?….———–

——- vorrei indossare l’abito verde che mi hai regalato per il mio compleanno, che ne pensi?—–

——- l’abito verde? Quello con lo spacco posteriore e la scollatura che sembra la fossa delle Marianne?…———–

——– perché, ti risulta che io abbia un altro abito verde?… certo che è quello, mi pare che l’avessi scelto proprio tu, forse per fare bella figura al cenone di ferragosto dove tutti i tuoi amici toccavano terra con la lingua mentre mi guardavano…… comunque è un bel vestito e non voglio sfigurare con Xenia che è un pezzo di figa e di solito veste molto sexy ———-

Mentre dopo essere uscita dalla doccia indossavo l’intimo nero, Alfredo non si perse un passaggio dell’operazione. Con occhi bramosi seguì la risalita delle mutandine e la sistemazione dello striminzito reggiseno, che lui volle allacciare e sistemare a dovere. Poi da distanza ravvicinata assistette al rito delle calze e del reggicalze, mi  aiutò ad infilare le calze velate accarezzandole con delicatezza e palpeggiando distrattamente le cosce. Col reggicalze e un paio di sandali neri e lucidi mi specchiai e rimasi soddisfatta di ciò che vidi…. una bella figa bionda in un elegante ed assai arrapante intimo nero, che creava un contrasto favoloso con la mia pelle color latte… ma vidi anche allo specchio Alfredo con il cazzo che gli stava scoppiando nei pantaloni… si era eccitato in un modo incredibile, soltanto guardansomi.

 

Non so cosa disse quando mi afferrò per la vita e mi sbattè sul letto, diceva solo parole sconnesse. Mi ritrovai con il suo cazzo duro in mezzo alle gambe che sfregava forte sulle mutandine. Temetti che volesse scoparmi, già vestita, pettinata e pronta per uscire….sarebbe stato assurdo e sconveniente, insomma non era il caso. Ma anche se avesse voluto, non ci riuscì.

Mi infilò la lingua tra le tette mugolando di desiderio mentre muoveva il cazzo in mezzo alle mie cosce. ma subito dopo lo vidi impugnare il suo arnese e buttarsi di lato sulla schiena . Gli schizzi bianchi che uscirono a pressione dal suo cazzo saettarono in aria e descrissero una parabola lunghissima, andando ad imbrattare non solo tutto il lenzuolo, ma persino il cuscino che si trovava a due metri di distanza. Alfredo rimase immobile, confuso e vergognoso dell’accaduto.

 

——— cazzo, Alfredo, non sei più un ragazzino, hai visto che disastro?….è inaccettabile….adesso cambi le lenzuola e le federe dei cuscini e butti tutto a lavare, io non ho tempo per le tue bambinate da adolescente….————

 

 

 

——— care signore, va bene un Ferrari brut come bianco? ——

Il cameriere era un bel giovanotto elegante e raffinato, un damerino nel suo genere, perfettamente adatto allo stile indiscutibile del ristorante.

Xenia era bellissima, temevo di non reggere il confronto… lei ha un anno meno di me, è ucraina di Odessa da parte di madre, mentre il padre è italiano. Indossava un miniabito nero senza maniche con le spalline sottilissime, le sue tette terza misura erano quasi tutte in mostra….e che mostra…tutto merito della mamma, lei diceva, in quanto la madre aveva vinto numerosi premi in sfilate di bellezza. Alta 1.70, capelli lunghi e scuri, Xenia si può definire un gran pezzo di figa che fa girare gli uomini quando cammina con quelle gambe stupende, lunghe e arrapanti, specie se indossa una delle sue spettacolari minigonne.  E il didietro è anche meglio del davanti…..

 

Mentre aspettavamo il vino e le insalate, ci accorgemmo che la nostra presenza era stata notata all’interno del ristorante. Al tavolo vicino erano seduti quattro signori ben vestiti e dall’aspetto altolocato, direi tutti tra i cinquantacinque e i sessantacinque anni, visibilmente alticci e dagli sguardi allupati, pareva che sentissero l’odore delle femmine giovani e le frasi che mormoravano tra loro osservandoci sapevano di sesso e porcherie anche se non potevamo udirle. Certamente erano tutti e quattro dei libertini impenitenti che pensavano solo alle donne, cornificando in modo sistematico le mogli che lasciavano a casa. Il fatto che fossero da soli, faceva pensare che fossero a caccia di avventure.

 

Mangiammo molto bene e bevemmo anche meglio, tanto che presto fummo mezze ubriache. Ridemmo tantissimo e ci divertimmo molto, fino ad esagerare un po’ nei comportamenti. Xenia prese di mira il bel cameriere e sperimentò il suo fascino su di lui, divertendosi a provocarlo; prima con lo sguardo e i sorrisetti maliziosi, poi con qualche frase a doppio senso, infine offrendogli una vista dall’alto e ravvicinata delle tette seminude e delle cosce esposte fino all’inguine. Non volli imitarla perché mi sembrava già esagerato quello che lei stava facendo, anche un po’ volgare direi,  ma mi divertii un sacco a guardare il ragazzo che sudava e qualche volta tremava davanti a quell’esposizione di carne soda, liscia e profumata. Certo gli sarebbe piaciuto metterci sopra le zampe, ma il dovere e la serietà prima di tutto. Nondimeno potei notare il suo pacco in posizione decisamente anomala, era completamente in tiro, merito della bellezza femminile e della sua giovane età.

 

Xenia era ormai partita, i suoi freni inibitori stavano cedendo. Si ingozzò col dessert e volle ancora del vino bianco, alla fine avevamo bevuto due bottiglie di spumante.

 

 

 

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Gli sguardi vogliosi della compagnia di vecchi porci che avevamo di fianco erano sempre posati su di noi, ed essi non tardarono a rivolgerci la parola.

——–belle signore, io ed i miei amici vorremmo offrirvi da bere, possiamo? Siete due bellissime donne, perché non venite a sedervi al nostro tavolo?….facciamo portare dello champagne, vi piace?——

——- grazie, ma non mi pare il caso… abbiamo già bevuto abbastanza e poi non è bello che due donne vengano a sedersi ad un tavolo di soli uomini…… non siamo mica in un night club ..——– interloquii io, sostenuta dallo sguardo di approvazione di Xenia.

——– già, è vero…. voi siete donne raffinate, di alto livello, magari anche un po’ snob,nel senso buono naturalmente… comunque lo champagne ve lo vogliamo offrire ugualmente, se permettete. Insistiamo ……..

Il cameriere arrivò con una bottiglia di Louis Roederer Cristal, che ci disse essere una prelibatezza, uno dei più pregiati Champagne francesi, se non il migliore in assoluto, e anche….il più caro.

Xenia, così sensibile al lusso e alla esibizione sfrontata di ricchezza, ne fu impressionata…vidi un bagliore di gratificazione ed eccitazione nei suoi occhi. Anch’io fui sorpresa da tanta ostentazione, capii comunque che i quattro amici sapevano bene come non farsi dire di no.

Assaggiammo deliziate quello che ci sembrò un nettare degli dei e non potemmo che ringraziare la compagnia.

 

——– mie belle signore, noi stiamo per tornare nella mia villa qui vicino, posso avere il piacere di invitarvi, magari per bere qualcosa e sentire un po’ di musica?… Si può anche ballare, se volete, ci sarà anche un altro nostro caro amico, un famoso medico che abbiamo invitato. Sarebbe un bel modo per concludere la serata, siete così belle e allegre….che ne dite? Vi prego, accettate l’invito…——–

——– per me va bene, che dici Manola, ci andiamo?….dai non essere la solita sospettosa, non c’è pericolo, io ho voglia di svagarmi un po’…. vedrai che ci divertiamo….

 

——-poiché avete detto che siete venute in taxi, non preoccupatevi, vi riaccompagnerò dove volete più tardi, con la mia Bentley ———–

L’auto era uno spettacolo, color panna, decappottabile e con interni di pelle rossa, un lusso esagerato e un incredibile fascino vintage..…da restare incantate.

Xenia volle salire davanti, accanto al guidatore, mentre io mi accomodai dietro assieme a due di loro…il quarto della compagnia seguì su una lussuosa mercedes.

La testa mi girava, ero ubriaca fradicia, il colpo di grazia me l’aveva dato il Cristal, ce lo eravamo scolato fino all’ultima goccia…..roba da lavanda gastrica.

Quasi non mi accorsi della mano dell’uomo che mi sfiorò prima un seno, credo, poi passò dietro il mio collo… sentii che mi attirava a sé e percepivo di non avere alcuna forza di reazione, ero come una bambola di pezza nelle sue mani. Mi trovai il suo viso davanti agli occhi, con la bocca semiaperta che puzzava di fumo e di alcool. Dopo un attimo sentii la sua lingua forzare le mie labbra ed introdursi nella mia bocca….catturò la mia lingua inerte e si attorcigliò su di essa,mi baciò così, profondamente e lascivamente, spalancandomi la bocca e mugugnando di soddisfazione. Quel bacio lussurioso durò alcuni minuti, dopodiche l’uomo mi lasciò andare e mi infilò la mano sotto il reggiseno, iniziando a carezzare intimamente le mie tette. Fu in quel momento che, sia pur con la vista annebbiata dall’alcool, realizzai che Xenia aveva la già corta gonnellina a livello dei fianchi, in quanto le sue cosce erano percorse su e giù dalla mano del guidatore, che si soffermava anche all’incrocio delle gambe in corrispondenza delle mutandine.

 

Xenia era immobile, come me, ma teneva le gambe spalancate, come a favorire il libidinoso toccamento dell’uomo che dopo alcuni minuti di fervente lavoro di mani sulle sue gambe, con il braccio teso afferrò la testa della mia amica e la diresse giù sul suo grembo. Xenia obbedì docilmente ed iniziò a muovere il capo in alto e in basso ; pur non vedendo bene, capii che stava spompinando il vecchio maiale, il quale grugniva rumrorosamente ad ogni affondo nella sua bocca.  Assistetti così alla pompa, che terminò poco dopo quando l’uomo schiacciò la testa di Xenia sul suo cazzo infilandolo sino in fondo alla gola, mentre emettendo una specie di raglio agghiacciante sborrava e riempiva la bocca di lei. Xenia mugolò a bocca colma ma non potè muoversi se non dopo aver inghiottito tutta la sborra del vecchio, per poter finalmente aspirare l’aria. Si alzò con il busto e vidi la sua faccia sconvolta, non solo dalla forzata operazione di sesso orale ma anche dalla lussuria dell’atto, che l’aveva evidentemente erotizzata provocandole una sorta di perverso ma intenso piacere. Fare un pompino su una Bentley non è cosa di tutti i giorni….

Si asciugò la bocca con un fazzolettino di carta e rimase a cosce spalancate, senza neppure abbassarsi la gonna del vestitino.

 

L’uomo al mio fianco continuava a palpeggiarmi i seni, mentre si mosse anche l’altro amico, che infilò la mano sotto il mio abitino verde e andò ad accarezzare le calze velate e le mollette del reggicalze, salendo poi sulla coscia nuda e affondando le dita nella mia carne soda….

——- bella biondina, lo sai che sei arrapante?…si, sono certo che lo sai, ho capito che ti piace essere ammirata, le conosco le puledre come te, se la tirano un po’ e vogliono fare le schizzinose, ma quando lasciano andare i freni diventano belle manze da monta, volete essere desiderate e poi chiavate…. e il cazzo non vi basta mai, ne volete ancora e ancora….davanti e dietro…in bocca e tra le tette…. ma dimmi, ce l’hai un maritino a casa? ——

——- si, ce l’ho ——-

——– bene, molto bene…. è anche meglio se a casa hai un bel cornuto che ti aspetta…così al pensiero ci puoi godere e diventi ancora più troia di quello che sei ————

Cisì dicendo affondò la mano in mezzo alle mie mutandine nere, stropicciandole e massaggiandole fin sotto la figa. Mi volle anche baciare, come il suo amico, in modo estremamente profondo. Sentii anche in lui un micidiale puzzo di vecchio bavoso…..aveva un alito che sapeva di aglio e di marcio, mi sentivo preda di una specie di bestia bramosa del mio sesso, mi rivoltava lo stomaco essere violata in bocca da un essere così schifoso….ma non mi ribellai, qualcosa me lo impedì, forse si era aperta una porta nel mio cervello dove, senza saperlo, conservavo desideri perversi di sottomissione e di stupro, voglie segrete che ora governavano la mia mente e mi costringevano a subire l’insulto sessuale e la depravazione, tanto più umilianti quanto più fonte di godimenti proibiti, piaceri vergognosi e inconfessabili, mai provati prima.

 

Dopo la rivoltante slinguata, il vecchio non si fermò. Per la foia di avere tra le mani una giovane e bella biondina, così figa ed eccitante, nonché ubriaca, volle prendersi tutto il piacere possibile.

Mi afferrò per i fianchi e mi mise sopra di lui, approfittando dell’abbondante spazio disponibile in quella portaerei di auto. Mi tirò su tutto il vestito e mi fece aprire le gambe, creando così un accesso completo alle mie intimità, immerse la faccia tra le mie cosce e leccò le calze, sbavandoci sopra la sua saliva, leccò la carne nuda e bianca sopra il bordo delle calze, baciando persino le mollette del reggicalze che evidentemente lo stimolavano eroticamente. Poi immerse la bocca nelle mutande annusando e leccando, cercando odori e umiditò che a questo punto di erotizzazione la mia figa stava producendo abbondantemente di sua completa iniziativa…..

Ruggì di voglia ed eccitazione, con movimento rapido tirò giù i pantaloni e sfoderò un cazzo in tiro di notevole dimensione.

——– guarda che cazzo, ti piace?… è più grande di quello del tuo maritino?…——–

——– si, è più grande, ma è tutto nodoso, brutto e anche storto… ——–

——— ma è un cazzo che piace e fa godere, te lo assicuro, d’altronde lo stai per provare, poi mi dirai ——

Così dicendo mi slacciò il reggicalze, sfilò le mutandine e lo ficcò nella figa già allagata di umori, come fosse un coltello nel burro…

Iniziò una lenta monta accompagnata da palpeggiamenti sulle gambe….volle anche denudarmi le tette che lappò e succhiò avidamente. Non mancò di completare l’accoppiamento con un altro lungo, schifoso bacio in bocca. Pensai che così facendo aveva chiuso il cerchio di bocca, tette e figa, le tre cose che gli uomini pretendono dalle puttane da strada.

 

 

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La chiavata del vecchio non fu lunghissima, ma io la vissi come l’esperienza erotica più sconvolgente della mia vita…..non mi sembrava una cosa reale ma un sogno lussurioso, la fantasia notturna di una ragazzina che sta scoprendo il sesso e i suoi piaceri, compresi quelli perversi.

Mi trovavo posseduta da un uomo anziano, un vecchio maiale bavoso e stavo godendo intensamente….il cazzo era abbastanza duro e mi riempiva completamente, i colpi che l’uomo mi assestava mi facevano traballare su e giù come una marionetta, tutto il mio corpo era impegnato nella monta a cui ero sottoposta. Tutto ciò arrivò ad un culmine che non seppi reggere ulteriormente….pur vergognandomi intimamente, godetti per tre volte consecutive di tre furiosi e devastanti orgasmi, i più lunghi ed intensi che avessi mai provato. Tremai, mi contorsi, gemetti, urlai persino, fino a perdere la ragione…..ero confusa, stremata, sconquassata,incredula……ma una cosa mi terrorizzò….provavo una sorta di felicità e di appagamento sessuale che proveniva non dalla parte razionale del mio cervello, ma dalla parte incontrollabile, più emotiva, quella che governa le sensazioni, il piacere, l’erotismo, la parte del cervello più selvaggia e primordiale, che di solito si considera prevalente negli animali, nelle bestie.

Era così che si sentiva una vera troia? In quel momento pensai di si.

 

L’uomo assistette ai miei godimenti con una luce di gioia maschilista negli occhi, poi volle dare libero sfogo alle sue insane voglie, desiderò riempire col suo seme la giovane, bella femmina che gli era capitata tra le zampe, per affermare la sua supremazia di maschio….con un grido da animale ferito schizzò contro il mio utero tutto il liquido seminale contenuto nei suoi grossi e penduli coglioni….ne sentii il calore ed avvertii le contrazioni del cazzo, che nel momento in cui fiottò i suoi getti, divenne più duro e rimase piantato come una bandiera vittoriosa dentro la mia vagina allagata……domata.

 

 

Xenia intanto non era rimasta ferma, mi accorsi che aveva assistito alla monta mettendosi in ginocchio sul sedile anteriore, girata verso di me. L’autista invece aveva fermato la macchina in un parcheggio deserto e si era spostato dietro la mia amica, le aveva sollevato il vestitino, levato le mutande e annegato il viso dentro il suo culo. Potevo sentire lo sbaciucchiamento, i risucchi e i gemiti che emetteva mentre si stava godendo le intimità di lei con labbra e lingua. Alla fine le intense lappate alla sua figa eccitata vinsero  la resistenza di Xenia, che fu travolta da un lunghissimo orgasmo liberatorio. La vidi sussultare sul sedile con il viso deformato e sconvolto, come sorpresa dalla incredibile potenza dell’orgasmo, per di più goduto in una situazione così eccitante ed erotica.

 

——–buonasera belle signore, sono il dottor Lumumba,io ed il proprietario siamo amici, vengo spesso a trovarlo qui nella sua villa. Inoltre, essendo il suo medico personale, approfitto dell’occasione per controllare la sua salute ———

L’uomo era un negro alto almeno 1,90, di aspetto imponente e assai muscoloso, poteva avere circa 45 anni, assai ben vestito con giacca e cravatta, sembrava che fosse una specie di maggiordomo della villa, mi stupì sapere invece che era un medico.

——– permettetemi di dirvi che vi trovo un po’ malconce, forse sarà stato per il cibo abbondante….o magari per il vino abbondante…  ecco, prendete queste pastiglie, sono ottime per contrastare i postumi di una esagerata libagione. Vedrete che in una mezz’ora faranno effetto e tornerete in forma, è un peccato rovinarsi la serata per questo.

Ubriache come eravamo e sottosopra per l’accaduto, ingurgitammo due diverse pastiglie a testa, senza pensarci troppo.

 

La compagnia ci fece accomodare in uno stupendo salone col soffitto alto ed affrescato, con bei quadri antichi alle pareti e mobili d’epoca. Al centro un enorme tavolo di quercia circondato di sedie alte ed imbottite. Noi sedemmo su di un ampio divano in pelle color cuoio bulgaro, mentre i quattro amici si accomodarono al tavolo per bere ancora un bicchiere di brandy. Cominciammo ad udire una musica soffusa, vagamente araba, devo dire molto rilassante. Una bellissima cameriera nera, in minigonna cortissima, venne ad offrirci della frutta fresca.

 

Assaggiammo un po’ di quella frutta esotica, dal gusto strano e dolciastro, poi bevemmo un thè molto forte, pieno di foglie e di depositi sul fondo della tazza. Si trattava evidentemente di una preparazione araba. Non saprei dire se era davvero thè….. ma sembrò avere su di noi un benefico effetto. Pur sentendoci molto confuse, strane, con la vista un po’ traballante, iniziammo a provare una certa euforia, una strana allegria……eravamo ancora ubriache ma riuscivamo a coordinare meglio i movimenti e le parole, tant’è che Xenia si alzò dal divano ed iniziò a muoversi seguendo la musica, danzando sul grande tappeto di fronte al divano.

—— dai Manola, balliamo, senti che bella musica, non lasciarmi qui sola, dai…. ——

Ci mettemmo a ballare tra noi sempre più sicure sulle gambe, forse le pillole del dottore facevano effetto….

 

—–signore, non vorrete lasciarci da parte senza poter godere dello spettacolo….avanti, salite sul tavolo e fateci vedere come sapete muovervi….vogliamo applaudire la miglior danzatrice —-

L’allegria che ci pervadeva ebbe la meglio, salimmo sul tavolo e ballammo mentre la musica aumentò di volume.

 

Gli applausi e le esclamazioni di apprezzamento da parte dei quattro non mancarono certo….ci incitarono ad essere molto sensuali ed a far loro vedere un po’ di bella carne di femmine.

Iniziò Xenia. Mentre continuava a muoversi lascivamente iniziò a mostrare anche quel poco che la minigonna ancora nascondeva delle sue gambe, alzando le ginocchia, dimenando il bellissimo posteriore e chinandosi in modo provocatorio, facendo contemporaneamente scivolare le sottili spalline dell’abitino nero fin sulle braccia e lasciando che le sue tette apparissero quasi completamente, appena sorrette, ma non coperte dalio striminzito  reggiseno.

 

Incitata a mia volta a far vedere le gambe, sollevai il vestito verde quasi sino ai fianchi, rendendomi conto in quell’istante che avevo perso quasi del tutto i miei freni inibitori.

Uno dei vecchi mi fece cenno di chinarmi verso di lui volgendogli le spalle…obbedii come una scolaretta. L’uomo allora tirò in basso completamente la cerniera del mio abito e lo afferrò mentre io mi rialzavo, sgusciando dal vestito in mutandine e reggiseno, provocando un caloroso quanto sgangherato e volgare applauso di approvazione.

Xenia non potè esimersi dal fare altrettanto….fece scendere in basso l’abitino e lo lanciò con un piede in faccia ad uno degli spettatori che urlò divertito.

Xenia nel suo ridotto intimo bianco era una bomba….con le scarpette alte ancora indossate, camminò come una pantera sul lungo tavolo, esibendo al pubblico di vecchi porci il suo viso dall’aspetto un po’ slavo, con gli occhi contornati da un pesante ma erotico trucco nero, contornato dai lunghi capelli scuri, sciolti allo stato selvaggio, due gambe da infarto, un culo da urlo e due tette da baciare. Le sue cosce da gran femmina da monta calamitarono lo sguardo dei vecchi bavosi che si misero ad urlare come lupi affamati.

 

Io camminai invece dall’altra parte del tavolo, mostrando un po’ orgogliosa a quella marmaglia di assatanati la mia pelle bianchissima, le mie ridotte mutandine e le mie tette appena sorrette dal ridotto reggiseno. I miei capelli biondi erano sciolti e facevano da cornice al mio viso in cui splendevano come stelle i miei occhi azzurri e la mia larga bocca evidenziata da un invitante rossetto color rosso fuoco.  Sapevo quale torbido effetto potevo fare, così combinata, camminando coi tacchi altissimi, calze e reggicalze davanti agli occhi allupati che mi osservavano eccitati dal basso.

 

 

 

 

 

 

 

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Due dei presenti vollero che Xenia scendesse dal tavolo e la attirarono tra le loro sedie. Contemporaneamente i due iniziarono a palpeggiarla su cosce, culo e seni, poi mentre uno dei due abbracciando il suo culo immerse la faccia tra le sue cosce leccando le mutandine bianche, l’altro le immerse la sua lingua in bocca, provocando un suo gesto di repulsione per il puzzo e lo schifo. Xenia non potè comunque sottrarsi all’assalto erotico dell’uomo e subì il profondo slinguamento accompagnato da abbondante scambio di saliva.

Il compare invece calò lentamente ma inesorabilmente le mutande di Xenia, la fece accomodare sulla sedia e andò diretto a lappare la sua figa, abbrancando intanto le belle cosce con entrambe le mani. Quello che la baciava scese a succhiarle le tette una ad una, suggendo i capezzoli  già eretti, leccando e baciando le dolci mammelle appena leberate dall’inutile reggiseno.

 

Nuda e alla mercè della bramosia dei due uomini, Xenia accusò un improvviso , fortissimo stimolo erotico e la sua figa iniziò a grondare umori…… in pratica si stava automaticamente lubrificando e preparando per sottoporsi alla monta, la sua natura di femmina calda e vogliosa  stava evidentemente prendendo il sopravvento sulla sua volontà.

 

Dopo l’intensa, goduriosa preparazione preliminare,  i due trascinarono Xenia sul divano, dove uno di loro sedette facendola montare in sella ed introducendo il suo cazzo scuro ed eretto fino in fondo alla sua figa con un sol colpo ben assestato, senza alcun ostacolo data la quantità di liquidi che trovò sul percorso. Chiavò Xenia ancora vestito, con i pantaloni alle caviglie, mentre lei, nuda e  con il volto sconvolto dalla lussuria, cominciò a cavalcare il cazzo che le riempiva tutta la pancia, traendone visibilmente un intenso piacere.

——–si, montami porco, fammi sentire se sei un uomo o uno smidollato…..ti è piaciuto guardarmi ballare sul tavolo mezza nuda, vero?… sei fortunato stasera a chiavare una bella figa come me, vecchio maiale…..quando ti capita una così?…dai,chiavami, fottimi fino in fondo….———–

——– sei bella e vacca, proprio come piace a me….troia, godi allora, goditi il mio cazzo…è più duro di quello dei giovanotti che ti porti a letto, o magari che ti scopano nella loro macchina di lusso  dopo una bella cena….perchè tu mi sa che sei proprio una puttana…..sono sicuro che ti fai schizzare in bocca e poi bevi tutta la sborra….adesso ti sistemo io….———

 

L’uomo sferrò una serie infinita di colpi mugolando come un cane affamato, dopo di che volle impastare le sue tette con entrambe le mani e baciarla ancora in bocca abbrancando la sua testa e tirandola con forza verso la sua. Sentivo lo sciacquio della saliva e della lingua che si attorcigliava a quella della mia amica, mentre dall’alto del tavolo ero rimasta immobile ad osservare come ipnotizzata il torbido spettacolo della bella e la bestia, ammirando i movimenti altalenanti del suo culo e i colpi di cazzo che il vecchio le somministrava. Percepii chiaramente i due orgasmi consecutivi di Xenia, accompagnati da urla deliranti e contrazioni fortissime del suo corpo. Credo che non avesse mai goduto così tanto col suo fidanzato, e neppure con altri prestanti giovanotti.

 

Sapevo che di lì a poco mi sarebbe toccata la stessa sorte, era una cosa inevitabile, ero come una tenera agnellina circondata da vecchi lupi affamati, potevo solo soccombere alle loro voglie, ai loro sporchi desideri……

Se avessi potuto fuggire di lì…..sarei….insomma forse, potendo andarmene indisturbata…..avrei potuto….no, non riuscivo più a ragionare e a capire cosa volevo. Credo che non avrei comunque  voluto abbandonare Xenia in quel porcaio di sesso e depravazione…..m lentamente la cruda verità  affiorò alla mia coscienza. Ormai volevo essere presa e consumata da quei maschi vecchi e infoiati, dovevo assolutamente raggiungere l’annullamento della ragione annegando nell’inferno del piacere perverso che solo una situazione così assurda poteva farmi provare…si, volevo  essere violentata e sottomessa dal branco di porci libidinosi, intuendo che avrei goduto, nell’inferno della depravazione, il paradiso dei sensi.

 

Sembrava il grido di un maiale sgozzato quello dell’uomo che sborrò dentro a Xenia. Lo vidi inchiodare il cazzo nella figa e stringerla forte fino a immobilizzarla, mentre scaricava tutto il  seme bollente dei suoi coglioni nella sua pancia.

———prendi tutta la mia sborra, lurida troia….ho sentito quanto ti piace e come hai goduto, adesso sei bella piena, come deve essere una gran puttana come te…———

 

 

Non ebbi alcuna reazione quando il proprietario della villa e l’altro amico mi afferrarono e mi trascinarono in una stanza attigua. Pensai solo : “ ecco, ora tocca a me “

Mi gettarono su un materasso che la cameriera aveva posato a terra, ricoperto di una fodera di velluto color blu scuro. Mi strapparono mutandine e reggiseno, calze e reggicalze e mi contemplarono nuda e bianchissima sul velluto scuro….il colore della mia pelle e i capelli biondi creavano un contrasto con il tessuto sottostante che immaginai estremamente erotico, e ciò mi eccitò tantissimo.

 

Il padrone volle chiavarmi per primo, ostentando il suo diritto di precedenza. Assaggiai ancora una bocca schifosa e puzzolente, che dovetti baciare forzatamente con la lingua. Mi slinguò a lungo mugolando di piacere e mettendo la mia mano contro il suo cazzo, che sentii indurirsi. Poi lo estrasse e volle che lo menassi mentre mi leccava le tette. Il suo compare ebbe l’autorizzazione dal boss di leccarmi la figa, che raggiunse con la bocca spalancata dopo avermi divaricato le cosce. Mi assestò lunghe e profonde lappate che iniziarono a farmi sbrodolare di piacere. Lui leccò con gran gusto tutti i miei umori che colavano e poi passò a leccare l’interno cosce, lavorandole di lingua e dandomi piccoli baci. Nel frattempo con le mani palpeggiava il mio culo, percorrendo anche il solco tra le natiche con due dita, che arrivarono anche davanti fino al clitoride ed iniziarono a lavorarlo con sapienza. Il porco sapeva bene come si eccita una donna e stimolava i punti giusti.

 

Il boss volle poi spogliarsi nudo e si presentò davanti a me in piedi, sovrastandomi con la sua grossa pancia, il cazzo ormai duro e puntato in alto e i due coglioni lunghissimi, grossi e scuri. Lui era basso, tarchiato, brutto come una scimmia.

——– ehi, bella biondina, ti piace il mio cazzo?…di solito le puttane come te lo apprezzano, soprattutto quando se lo sentono infilato in pancia. Spero che tu e la tua amica troia abbiate gradito anche la mia ospitalità… a sentire tutti i versi e gli strepiti della tua amica si direbbe di si, ha persino perso la voce a furia di gridare…uno dei miei amici adesso glielo sta mettendo in culo….sai, è rimasto molto colpito da quel culo alto sodo e rotondo mentre danzava…che vuoi?…

adesso se la vuole fare dal dietro, la vuole infarcire anche dall’altra parte. Comunque ho visto che guardavi interessata la chiavata della vacca tua amica. Si, vacca, lo so bene….credi che non ci siamo accorti di come faceva tirare il cazzo al cameriere nel ristorante?…e siccome è una vacca, come tale viene trattata. Ma non temere, lei ci gode come una pazza… tu e lei vi ricorderete di questa serata per tutta la vita, perché anche tu sei vacca, io lo so, e non vedi l’ora di provare il mio cazzo.

 

Il boss mi ordinò di mettermi a pecora ed io obbedii docilmente, presentando ai suoi occhi la mia  figa che colava sull’interno cosce. Quando mi infilzò sentii il suo cazzone fino allo stomaco, mi riempì completamente e cominciò a pompare mormorando “ troia, troia,godi troia “…..ci misi un po’ a riprendermi dall’emozione di essere sbattuta come un animale sul materasso da una specie di scimmione vecchio e schifoso. Poi incominciai a godere, risposi con controspinte sempre più decise ai suoi potenti colpi di cazzo. Mi sentii avvolta da una sensazione di piacere proibito, quindi assai più gustoso….scopai contro il suo cazzo sempre più vogliosa di godere e fui piacevolmente sorpresa quando lui mi fece alzare di più il culo e affondare la testa nel materasso, in modo da potermi penetrare più a fondo. Percepivo la sua grossa cappella sbattere forte contro l’utero, procurandomi un lieve dolore che poco a poco divenne puro godimento.

 

——–zoccola, ce l’hai un marito o un fidanzato?…——

——– si, sono sposata —–

——– e tuo marito lo sa quanto sei zoccola? ———

Mi parlava ansimando mentre mi chiavava da dietro sempre più veloce.

——- a lui credo che piaccia che io mi faccio scopare ——-

——– ho capito, allora è un cornuto felice….bene, cercheremo di accontentarlo allora —–

——– si, credo che non gli dispiacerebbe vedermi, magari si ecciterebbe ——

——– ma certo, se fosse qui si metterebbe nudo in un angolino a menarsi il cazzo, sono sicuro —–

——– ah…che cazzo duro hai, mi toglie il respiro….si, si segherebbe a vedermi, credo anch’io —-

——– come ti chiava il maritino?…. cosa gli piace farti? —-

——– gli piace scoparmi a pecora come te, oppure lo cavalco io….mi lecca la figa e io glielo succhio, qualche volta mi viene dentro, oppure mi schizza sul culo, magari in bocca ——

——– ma che bel programmino, ha paura che resti incinta?…

——- beh, cerca di non ingravidarmi ———

——– stasera ne devi prendere di sborra nella figa, in quantità industriale…. ma stai tranquilla, nessuno ti potrà ingravidare…il dottor Lumumba ha provveduto con una pillola adatta che impedisce la gravidanza anche se ti riempiamo fino all’orlo —–

——- ah, la pillola…ma ne ho prese due…——

——– l’altra è una sua specialità, si chiama “ estasi di venere “ e serve per rilassare il corpo e la mente, mi pare che sia tu che la tua amica troia ne abbiate tratto beneficio —–

 

 

 

 

 

 

 

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—— ooooh….che godimento….credo di venire… si, spingi quel cazzo fino in fondo… chiavami, scopami… sto per godere….sei una bestia, mi stai sfondando…porco,porco….si, scopa più forte che adesso vengo…..

Affondai la testa più profondamente nel materasso e sentii che il mio corpo si contraeva, si contorceva, mi mancò il respiro e restai in apnea alcuni secondi, bloccando persino il cazzo dello scimmione a metà corsa…..per un momento divenni sorda e quasi cieca talmente furioso fu l’orgasmo che mi devastò il corpo e la testa….. gridai con quanto fiato avevo in corpo tutto il mio piacere…..anche il vecchio credo che ne fu quasi spaventato.  Non ricordavo un orgasmo simile nella mia vita. La situazione estremamente erotica, la perversione delle persone, il posto inconsueto, l’esposizione del corpo al desiderio travolgente dei maschi allupati, la trasgressione del sesso spinto e forzato, gli insulti ricevuti, tutto aveva creato i presupposti per un simile sconvolgente piacere……non ultimo anche l’ “estasi di venere “ aveva certamente fatto la sua parte.

 

L’uomo era anche lui alla fine…. venne rantolando e grugnendo come un maiale e mi scaricò nella figa tutto quello che i suoi coglioni potevano contenere, sino all’ultimo schizzo e all’ultima goccia. Sentii il liquido seminale, caldissimo, che colava dalla mia figa e scorreva rapido giù per le cosce aperte. Rimasi ferma a godermi anche quest’ultima sensazione erotica.

 

L’altro vecchio, che aveva assistito lavorandosi alacremente il cazzo, si trovò già pronto quando la mia figa venne liberata.  Mi rivoltò e mi infilò il cazzo in bocca, ordinandomi di lavorarlo bene.

Ciucciai quel cazzo puzzolente e nodoso senza fare storie, come fa una vera puttana, leccando bene la cappella e la pelle viscida lungo l’asta. Finchè non me lo tolse di bocca e violentemente mi sbattè sul materasso a pancia in su. Mi fece spalancare le gambe e si posizionò col cazzo all’imboccatura della figa.

—— sei pronta per la monta?—–

Non ebbi il tempo di rispondere, anche perché introdusse il randello con un forte colpo che mi fece rovesciare la testa all’indietro con la bocca spalancata, da cui non uscì nessun suono.

Mi montò velocissimo, con colpi brevi e poco profondi, come un cane in calore.

Durò pochissimo, venne bestemmiando parole incomprensibili e schizzò la sua sborra in parte dentro e in parte tra le mie cosce.

Rimanemmo immobili per alcuni minuti, dopo di che uscì dalle mie gambe ed io vidi con sorpresa che aveva il cazzo ancora duro.

——– hai visto?…è ancora in tiro… merito della pastiglia blu che mi fornisce il dottor Lumumba –

Pensai allora che volesse fare il bis, ma mi girò a pancia in giù..

—— adesso tocca al tuo bel culo, mia cara biondina, così torni da tuo marito infarcita in tutti i buchi —–

Prima che potessi replicare o pensare, spinse veloce il suo cazzo nel mio buchetto del culo, facendomi urlare dal dolore. Si mosse più lentamente, dato l’attrito del buco più stretto, ma lentamente si spinse fino in fondo, mandando il cazzo a fine corsa. Mi chiavò il culo ansimando e sbuffando, mentre io iniziai a sentire l’effetto erotico della posizione, da me praticata saltuariamente. Volli godere ancora, quindi infilai una mano sotto di me fino a potermi toccare velocemente…..erotizzata come ormai ero, non mi ci volle molto per ottenere un ulteriore orgasmo….venni mugolando e fremendo, proprio mentre il sudicio porco sborrava nel mio culo.

Mi gridò in un orecchio le sue frasi sconce mentre godeva..

——- zoccola, schifosa troia, ti piace prenderlo nel culo, vero? godi puttana, pensa quante corna stai mettendo al maritino che ti aspetta a casa….peccato che non sia qui a vederti mentre ti riempio il culo…. Magari avrebbe voglia di incularti anche lui, ma non gli sarebbe concesso…. Il cornuto si deve accontentare di ammazzarsi di seghe….una bella pippa e poi uno schizzo sul tuo bel faccino, niente di più, mia bella biondina dagli occhi azzurri, nonché troia del cazzo…..

 

Ero ormai stremata, di corpo e di mente, priva di forze e col cervello piatto.

Per questo non riuscii nemmeno a spaventarmi quando lo vidi…. altissimo, potente, nudo, con un cazzo enorme e lunghissimo…..in piedi di fronte a me c’era lui, l’uomo nero.

 

No, abbiate pietà, non posso….non ho più la forza…

——– nessuno, mia cara donna bianca, può uscire da questa casa senza prima passare sotto i miei coglioni…… qui io sono il dio del sesso, il padrone di tutto, in particolare delle belle fighe come te e la tua amica bianca, che per l’appunto mi sono appena chiavato.  Gran bel pezzo di figa, non c’è che dire, belle gambe e splendido culo…. Me la sono fatta davanti e dietro ed ora è un po’ malridotta, ma si riprenderà presto. In compenso ha goduto come una cagna in calore, non smetteva più di gridare per il godimento. Ma tu adesso l’hai già preso in culo, non voglio esagerare, potrei davvero farti male…. ti darò una bella ripassata davanti.

—— ma tu chi sei?…perchè dici che sei il padrone di tutto?..——

—— perché è così, io sono il proprietario della villa, sono un uomo molto ricco e importante, gli altri sono dei vecchi mentecatti che vanno in giro con la mia Bentley a raccattare belle donne, gli do le giacche e le cravatte, poi devo pagare anche il ristorante perché non hanno un soldo. Meno male che per lo spumante Cristal si mettono d’accordo col cameriere e si fanno riempire sempre la stessa bottiglia con un frizzantino da quattro soldi, tanto le donne di vino non capiscono un cazzo….  Poi grazie alla mia bella villa e alle mie…medicine, si scopano le donne. Tutto qui. Ma è evidente che poi anch’io devo passare all’incasso…almeno una volta alla settimana voglio qui  due o tre femmine di lusso da scopare e inculare.

Non replicai perché avevo perso la parola….

 

Il nero venne sopra di me col suo cazzo asinino già duro, grosso, lungo almeno trenta centimetri e mi disse di infilarmelo da sola in figa. L’operazione risultò non facile, per la dimensione e il superlavoro già effettuato dalle mie parti intime. Ma alla fine la bestia entrò ed il possente negro iniziò la monta della bianca, cioè io.

Fu come essere riempita dal vagone di un treno merci….mi mancò il respiro, mi sfondò letteralmente la figa….la monta fu lenta all’inizio ma poi aumentò di ritmo. Lui era sdraiato su di me, mi copriva interamente con la sua immensa stazza di bestione. Solo la mia testa poteva emetgere da sotto, nonché le mie gambe che volteggiavano nell’aria. Spinse con il cazzone contro il mio utero, facendone entrare poco più di metà….il resto non ci stava… bofonchiava strane parole in una lingua sconosciuta e ansimava come una vaporiera mentre mi chiavava. Non avevo mai provato una cosa simile, mi sembrava di essere sotto un cavallo da monta. Iniziai presto a godere.

 

Dopo una ventina di minuti di accoppiamento col bestione, la mia eccitazione e il mio piacere, così intensamente sollecitati, esplosero in un orgasmo potentissimo, che mi spaventò per la sua intensità….infatti temetti di morire….ma fortunatamente sopravvissi, fino ad assistere dopo alcuni minuti alla più feroce e potente eiaculazione della mia vita. Quasi mi soffocò sotto di lui e mi impalò col suo possente totem. Emise un suono più terribile del ruggito di un leone e mi sentii annegare…..il mezzo litro di sborra che mi aveva fiottato in figa era quasi tutta fuoriuscita e stava colando dalle mia cosce sul materasso, che si imbrattò di bianco. Col culo immerso in una pozza di semenza dovetti attendere che il negro si decidesse a liberarmi. Quando lo fece mi precipitai a cercare i miei vestiti e trovai Xenia nel salone già rivestita e capace a malapena di camminare per l’inculata subita dal negro. Le feci, solo mentalmente, le mie congratulazioni per riuscire ancora a stare in piedi….

 

Il finto boss ci fece salire sulla Bentley e gli chiesi di accompagnarci a casa mia. Xenia non se la sentiva di presentarsi a casa dove avrebbe trovato il suo fidanzato, preferiva dormire a casa mia.

Arrivati a destinazione il vecchio porco ci ringraziò e ci salutò come un damerino….. mi fece persino il baciamano. Xenia invece lo congedò con un inaspettato e agghiacciante “vaffanculo”, secondo me non tanto dovuto alle scopate estorte con l’inganno, quanto al fatto che il poveraccio ci aveva scarrozzato con una Bentley che non era neppure la sua……e anche per il frizzantino spacciato per champagne….

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Prima di entrare in casa mia, ci consultammo. Xenia istintivamente avrebbe voluto occultare tutto l’accaduto, cosa non facile dato il nostro aspetto….sembravamo due evase dal penitenziario, o dal manicomio, reparto neurodeliri….tutti gli abiti sporchi e sgualciti, capelli come dopo un elettroshok, trucco leccato via da faccia, bocca e occhi, evidente stato di ubriachezza e sconnessione mentale, puzza di sesso, liquido seminale e sudore su tutto il corpo. Diciamo che non era proprio il caso….

 

In fin dei conti eravamo state irretite, imbrogliate, ubriacate, persino drogate da una banda di imbroglioni, delinquenti, maniaci sessuali. Pensai che avremmo anche potuto denunciarli, ma temevo che ci avessero ripreso con qualche telecamera nascosta mentre facevamo l’esibizione mezze nude sul tavolo…. e poi vai a dimostrare che eravamo state sedotte e stuprate…

No, dovevamo tenere i piedi per terra ed affrontare la situazione per quello che era….avremmo raccontato tutto a mio marito Alfredo, non volevo sotterrare la mia testa come uno struzzo….

 

——– oooh, eccovi finalmente, sono le 3 di mattina….sono lunghi a servire in quel ristorante.

Si può sapere dove cazzo siete state?….——-

Alfredo era stato sveglio ad aspettarmi davanti alla tv. Si rese conto lentamente del nostro aspetto quantomeno…insolito.

——- ma….siete state investite da un autobus?…vi hanno rapinate?…. picchiate?…. siete cadute in una discarica?….non vorrei essere offensivo, ma sembrate due bidoni della spazzatura….

Presi in mano la situazione, andammo in camera a sederci sul letto, tutti e tre.

Iniziai la storia dal principio…raccontai tutto, sforzandomi di ricordare e ragionare correttamente, cosa non facile date le mie condizioni.

Dopo pochi minuti però Alfredo mi interruppe…

—– sentite un po’, dato che puzzate come capre, che ne dite di farvi una bella doccia?…così poi sentiamo il seguito della storia, ma almeno qui dentro si potrà respirare….——-

Entrammo in doccia insieme e ci lavammo a vicenda, quindi uscimmi avvolte in due teli bagno sopra i corpi nudi.

Alfredo si era infilato i calzoni del pigiama e stava sdraiato sul letto, impaziente e nervoso.

Ripresi il discorso e in una decina di minuti conclusi la narrazione della nostra avventura, continuamente interrotta da Xenia che voleva correggere e puntualizzare ogni cosa. Devo dire che tralasciai molti particolari, quelli più piccanti e vergognosi….

Alfredo era sconvolto, incredulo, quasi in stato di shock…..

——– tesoro, comunque si deve cercare di vedere il bicchiere mezzo pieno….almeno ne siamo uscite senza gravi danni fisici, in fin dei conti non ci hanno fatto del male, si sono solo comportati da squallidi e depravati maniaci del sesso….——

—— e voi, mie candide santarelline, avete dovuto subire quegli assalti sessuali senza poter reagire, arrendendovi alle voglie  di quei vecchi bavosi morti di figa…… vero?….avete spalancato le cosce e quant’altro perché non avevate altra scelta….ohhhh, povere fanciulle in fiore, violate nella loro intimità, nel loro candore, dai lupi indemoniati, profanatori della virtù delle giovani vergini.  Ma che cazzo….diciamo che tutto sommato vi è piaciuto molto e avete goduto come manzette in calore agli assalti sessuali di quella banda di sporcaccioni pervertiti……

Adesso voglio sentire la storia vera, non romanzata, di quello che vi hanno fatto ed avete fatto, senza omissioni e senza tralasciare i dettagli ——

 

Piuttosto umiliate, tirammo fuori i particolari più coloriti e piccanti delle nostre performance sessuali, senza tralasciare le descrizioni particolareggiate delle esibizioni erotiche e dei numerosi e variati accoppiamenti.

Anche se la luce nella camera era bassa, l’alzabandiera di Alfredo fu molto evidente…..il suo cazzo non riuscì a resistere al racconto sconvolgente che la mogliettina e l’amica gli stavano propinando e si erse incontrollabile sotto l’esile stoffa del pigiama, che si alzò sopra il suo inguine come una tenda da campo, sorretta al centro da un unico lungo palo. Le due donne assistettero all’evento da distanza ravvicinata, allibite, incredule ma anche un po’ divertite. Non si poteva infatti disconoscere la comicità della situazione…..

 

——— ma, Alfredo, vedo che alla fine questa avventura ti eccita….forse perché ti ho riferito le frasi offensive che quelli mi hanno detto sul maritino cornuto a cui piacerebbe vedere la mogliettina scopata facendosi una sega…..magari questa cosa ti sollecita la fantasia, magari ti sarebbe davvero piaciuto assistere alla esibizione e alla monta di moglie e amica…..non è così? ——

Alfredo non rispose, rimase sdraiato con il cazzo completamente in tiro ed il respiro leggermente accelerato. Guardai Xenia, cercando nei suoi occhi un aiuto, un suggerimento su come comportarmi, vista la situazione del tutto strana e inaspettata che si era creata. Magari c’era un modo per toglierci dal forte imbarazzo che ci stava attanagliando…..

 

Xenia mi guardò, poi diresse lo sguardo sul pacco di Alfredo, quindi tornò a fissarmi e ammiccando diresse di nuovo lo sguardo sul cazzo eretto…..mi parve di afferrare la sua idea…la vicenda da noi vissuta, anche se sconvolgente, era stata indubbiamente molto erotica, non si poteva negare….e forse l’unico modo di uscirne era quello di sublimare l’accaduto valorizzandone proprio l’aspetto erotico e il piacere che questo comportava. Anche l’atteggiamento sconvolto di Alfredo poteva essere trasformato in una esperienza piacevole attraverso l’erotismo, che già comunque aveva fatto presa su di lui pervadendo la parte involontaria della sua mente.

 

Tirai verso il basso i calzoni del pigiama di Alfredo, che però si incagliarono sul cazzo eretto…..tirai con più decisione e finalmente l’elastico che stava piegando il cazzo in avanti si liberò di colpo lasciandolo libero di scattare violentemente verso l’alto.

Mi liberai del telo che avvolgeva il mio corpo e con uno sguardo imposi a Xenia di fare altrettanto.

Non ero certo in grado di sottilizzare troppo visto ciò che era accaduto…pensai solo a quanto mi ero sentita troia mentre mi fottevano a volontà e a quanto avevo goduto, alle frasi di pura libidine che erano uscite dalla mia bocca….adesso non era il caso di fare la preziosa e magari anche la gelosa….

 

Mi inginocchiai a fianco di Alfredo ed imboccai il cazzo, sentendolo gemere piano. Leccai la cappella e l’asta insalivandolo abbondantemente, quindi lo ripresi in bocca completamente, succhiando con decisione. Continuai il lavoro di bocca per alcuni minuti….Alfredo posò una mano sui miei capelli accompagnando il movimento altalenante della mia testa, spingendomi ad aumentare il ritmo.

 

Percepii il movimento di Xenia che si posizionava al mio fianco ed andava a solleticare il viso di Alfredo con i lunghi capelli. Mi resi conto che lo stava baciando in bocca e nel momento in cui le loro lingue si intrecciarono sentii il cazzo indurirsi ancora di più…divenne come di marmo e Alfredo con la mano spinse deciso la mia testa sul cazzo per introdurlo fino in fondo alla gola. Appena mi potei liberare respirai affannosamente e vidi che la mano di Alfredo stava voluttuosamente impastando il culo carnoso di Xenia, mentre con l’altra mano stringeva il suo collo per rendere più profonda la fusione delle bocche e delle lingue. I due erano molto eccitati e per un attimo, sentendo il membro fremere nella mia bocca, pensai che stesse per venire.

 

Allora lo feci uscire dalla bocca e mi posizionai a cavallo, dirigendolo direttamente in figa ed iniziando una lenta scopata. Xenia arrivò ancora a sorprendermi con la sua porcaggine…si alzò e si posizionò con la figa a cavallo del viso di Alfredo, invitandolo così a lappare, ma girata verso di me. Avvicinò la sua bocca alla mia e ci baciammo teneramente. Introdusse con delicatezza la lingua nella mia bocca e slinguammo dolcemente toccandoci a vicenda i seni. Sentivo in bocca i suoi fremiti di godimento in conseguenza della profonda leccata che stava ricevendo. Da parte mia trasmettevo direttamente nella sua bocca le controspinte che il cazzo di Alfredo somministrava alla mia figa, e ad ogni colpo di cazzo corrispondeva un leggero, eroticissimo sobbalzo del mio capo che Xenia seguiva docile mantenendo la sua lingua aggrovigliata alla mia.

 

 

 

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Fu così che venni, baciando Xenia, che si gustò in bocca i miei mugolii di piacere e tra le mani i fremiti e le scosse del mio orgasmo. Poi fu la volta di Alfredo, che aumentò il ritmo chiavandomi a fondo e velocemente, poi venne con un grido soffocato dal culo di Xenia che tappava la sua bocca, sborrando a suo piacere il suo torrente dentro la mia figa. Xenia venne per ultima, lasciò la mia bocca per dare libero sfogo al suo forte strillo di goduria, mentre imprigionava con le cosce strette il viso di Alfredo e la sua lingua immersa nella sua figa gocciolante di liquidi.

 

—– quanto vacca ti sentivi mentre ti stavano fottendo quei maiali? —–

——mi sentivo come una puttana da strada, dentro la quale loro potevano scaricare tutta la loro libidine e la loro lurida semenza…. ti sarebbe piaciuto un sacco vedermi, sai?…ti saresti davvero fatto delle gustose seghe guardandomi trattata così come una vacca da monta…. cavalcata con furia e riempita di sborra….. ti avrebbero deriso e insultato, relegandoti in un angolino a menarti il cazzo senza disturbare i maschi dominanti che incuranti della tua presenza avrebbero abusato di me in tutti i modi possibili, umiliandomi e umiliandoti, facendoti sentire come uno schiavo, una nullità. Soddisfatti dopo aver chiavato a volontà la tua mogliettina, ti avrebbero ordinato anche di ringraziarli per avermi omaggiato della loro sborra, imbrattandomi anche il viso, le tette e tutto il corpo. Probabilmente ti avrebbero anche ordinato di leccarmi tutta e ripulirmi, in modo da rendermi nuovamente presentabile per la successiva seduta di monta —–

 

——– anch’io Alfredo avrei voluto vederti in quella stanza dove sono stata posseduta dal negro anche nel culo —-  disse Xenia     ——- ti assicuro che lo spettacolo è stato interessante e insolito, credo che avresti voluto anche partecipare e cogliere l’occasione per chiavarmi, come hai sempre desiderato di fare….. ma al cornuto non è permesso….al massimo potevi chiedere umilmente di schizzare qualche timida goccia sulla mia faccia….magari, presi a pietà, te lo avrebbero concesso —

 

——- ti ho detto che ci hanno anche drogate, per farci perdere le inibizioni ed essere ancora più troie e disponibili ——  aggiunsi io   —— pensa che hanno anche pensato di somministrarci un farmaco anticoncezionale, che carini….. così hanno scaricato litri di sborra dentro di noi senza neppure il pensiero di ingravidarci, non come te che mi devi spruzzare sul culo o in bocca ——

 

Ascoltando in silenzio, Alfredo sentì il suo cazzo riprendere vigore ed aumentare le sue dimensioni rapidamente, fino a riprendere  durezza e spavalderia…… l’umiliazione mischiata all’erotismo stavano sconvolgendo la sua mente, in cui montò inarrastabile un fortissimo desiderio di femmina, anzi di femmine, in quanto ne aveva due pronte e disponibili….

 

Con gesti decisi ed autoritari, che non ammettevano rapliche, fece sdraiare le due femmine a pancia in su una a fianco dell’altra e divaricò le gambe ad entrambe. Passò quindi a leccarmi il cespuglio pubico, scendendo poi subito a slappare la mia figa, lubrificandola con abbondante saliva. Baciò e leccò fino in profondità, provocandomi un acuto piacere, che sottolineai con flebili, lunghi gemiti. L’orgasmo arrivò presto e fu uno dei più dolci e duraturi che avessi mai provato, mi sciolsi letteralmente nella sua bocca ansimando e godendo per un tempo lunghissimo. Ne fui estremamenten appagata e lo tirai su verso di me, cercando la sua bocca ancora impregnata di liquidi.

Alfredo si mise in mezzo tra noi, baciandomi lascivamente in bocca e palpeggiando i seni di entrambe sdraiate ai suoi lati.  Passò quindi alla bocca di Xenia e si gustò rumorosamente la sua lingua. Era ancora emozionato ed eccitatissimo del gioco erotico a tre….leccò e bacio le tette di Xenia prima e poi passò alle mie…..quindi obbedì alle forti richieste del suo cazzo inalberato.

 

Si accomodò tra le gambe di Xenia ed appoggiò il suo palo all’imboccatura della sua vagina, apprestandosi alla monta.

Capii dai suoi movimenti quanto desiderasse chiavare Xenia, credo che lo desiderasse da tempo, come credo anche che le gambe di lei fossero state spesso oggetto di fantasie erotiche molto piacevoli ed anche, soprattutto, di memorabili e ripetute seghe.

 

La infilzò con un urlo vittorioso, abbrancando le sue cosce con entrambe le braccia ed alzandole in aria, quindi la cavalcò con spinte veloci e profonde, per ottenere il massimo contatto nello sfregamento del suo cazzo nella vagina di lei, che rispose con gemiti ansimanti e lamentosi. Pareva che piangesse, ma fu una reazione al troppo godimento provato durante la lunga serata di sesso….ora riprendeva ancora a godere, ma forse si chiedeva se il suo corpo fosse ancora in grado di reggere altro piacere, altra lussuria, altri maschi mai provati prima, altro seme caldo che l’avrebbe inondata intimamente…… il suo corpo rispose con un ardore da lei non previsto….alzò ancora le gambe in aria e andò incontro alle spinte di mio marito con incredibile forza, moltiplicando il piacere di entrambi per il furioso accoppiamento.

 

Il culo di Alfredo si alzava ritmico e di gran lena, per sprofondare veloce e con forza nell’agognata figa, ansioso di averla completamente, senza perdere un colpo nel godimento appagante delle sue grazie. La chiavò perdendosi dentro di lei, con passione e voglia, dando sfogo ad un desiderio compresso che stava facendo esplodere letteralmente nella sua intimità di femmina.

Io mi avvicinai ai due e baciai Xenia, nei pochi momenti in cui la sua lingua rimase libera…Alfredo volle anche a tratti la mia lingua, continuando la sua ininterrotta monta. Io toccai in modo libidinoso i loro corpi avvinghiati,il culo di Alfredo in azione, le cosce di Xenia sgambettanti….mentre mi toccavo velocemente tra le gambe per prendermi ancora altro piacere.

 

Durò circa mezz’ora questa epica chiavata ed io stessa percepii che stava arrivando al suo epilogo per le spinte di Alfredo che divennero più veloci e profonde e per i gemiti e le parole sconnesse che uscivano dalla sua bocca…..Xenia reagì all’aumento del ritmo eccitandosi ulteriormente ed  intonando un lamento forte che non seguì più il ritmo del cazzo, ma divenne ininterrotto, quasi  angosciante.

Credo proprio che godettero insieme, con incredibile sincronismo… Alfredo ruggì il suo orgasmo devastante scaricando in figa a Xenia tutta la densa sborra dei suoi coglioni, e forse una buona dose del suo midollo. Almeno questa fu la mia spaventata impressione. Parve che gli si sciogliesse il cervello mentre col cazzo duro come l’acciaio completamente infisso nell’utero di Xenia, ad un tratto crollò come un fantoccio, inerte, immobile e svuotato di ogni forza, apparentemente svenuto.

Xenia, il cui terribile grido di godimento senza controllo mi aveva terrorizzata, gustò il lungo e intenso orgasmo con ripetuti femminei strilli di piacere, dopo di che abbattè le gambe sul letto e per poter respirare si liberò con una spinta del corpo inerte di Alfredo che ancora la sovrastava, facendolo rotolare di fianco a lei. In quel momemto io coronai l’intenso lavoro delle mie dita con un lungo, appagamte orgasmo, destinato a mettere la parola fine a quell’epica nottata di piaceri.

 

 

 

 

 

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………no mia cara signora, io faccio il fioraio qui da vent’anni e conosco tutti nel quartiere, ma non conosco questo dottor Lumumba di cui lei parla…. Nella villa qui di fronte abita solo il portiere e una cameriera;  è vero, lui è nero e molto alto, ma si chiama Bobo, è un nigeriano venuto in Italia a lavorare come guardia in un negozio di Zara, ma un paio d’anni fa è stato licenziato perché importunava le clenti.

Dicono in giro che abbia collezionato varie denunce per truffa, spaccio e molestie, adesso fa il custode e si occupa del giardino in questa vecchia casa abbandonata per una lite tra gli eredi di una vecchia contessa.

Stamattina l’ho visto uscire con il berretto da autista a bordo della vecchia Bentley senza bollo e assicurazione che era stata di proprietà della contessa. Adesso nessuno vuole quell’auto perché non può più passare la revisione. Lui va a portare qualche sposa in chiesa per i matrimoni, così si guadagna quattro soldi in più, che poi spende con qualche puttana o andando a gozzovigliare con tre o quattro pensionati suoi amici……a volte si portano dietro anche un ragazzo che mi pare faccia il cameriere…..

 

 

Avevo la testa in confusione, tutte le cose che mi erano state dette si dimostravano fandonie e invenzioni….era tutta un messa in scena…come avevamo fatto io e Xenia a credere che le situazioni, le persone, tutto quanto visto e sentito fosse vero e reale?  Siamo davvero così tonte, così ingenue?…..oppure quelli erano tutti pazzi?….o le pazze eravamo noi?…..

Cominciai a pensare…. e se fosse stato tutto frutto della mia fantasia erotica?…. ma mi pareva impossibile…

 

……. Ma se invece si fosse trattato solo di un sogno?……………………………………………………….

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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