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Ninfomania di vita – Cap.2 “Alberto”

By 15 Gennaio 2020No Comments

Da poco compiuti cinquant’anni, Ada si sentiva inquieta. Il suo adorato marito era morto d’infarto due anni prima, e suo figlio si era sposato l’anno scorso e viveva felice, con la sua sposa. Così la donna si era ritrovata sola senza più nessuno che la montasse quando ne aveva bisogno, il che accadeva molto spesso. Già perché la bella Ada, dai capelli neri e gli occhi azzurri, aveva fin da giovane un bisogno se non costante, quantomeno giornaliero, di cazzo che sebbene da un lato amasse soddisfare con avventure occasionali disinibite e senza freni, dall’altro era abituata fin dal primo assaggio ad avere almeno uno stallone fisso a trattarla da giumenta. Specie negli anni del suo matrimonio, laddove suo marito la capiva e incoraggiava poiché simile a lei, e con la sua compiacenza aveva ricondotto il loro amato figliolo nel ventre che lo aveva generato. Pensare alla proboscide che la natura aveva donato al suo Mattia, la fece gemere mentre rammentava l’ultima volta che se l’era goduta, più di un mese prima. Quella troietta della nuora era entrata nel secondo trimestre di gravidanza e come un’assatanata lo spompava, impedendogli di aiutare la sua povera mamma! Era ora di rimboccarsi le maniche e trovarsi un nuovo manzo! Rinfrancata da questi pensieri accelerò il bocchino in cui era impegnata, strinse con una mano la base dell’uccello e con l’altra gli massaggiò le palle mentre avvolgeva la sola cappella tra le sue carnose labbra e strofinò la lingua sul meato, il proprietario del bel pisello prese ad ansimare e spingere i fianchi: “ Ahhh…oddio, sborro sborro….ahhh sborro!!” e schizzò il suo orgasmo nella bocca di Ada che ben contenta non perse neanche una goccia e ingoiò tutto, nettando gli ultimi rivoletti direttamente dall’asta mentre raggiungeva anche lei l’orgasmo, il secondo di quell’interludio, con tre delle sue dita nella passera.

Dopo un attimo di languido stordimento si alzò e accarezzando con la mano sporca di umori il viso del giovane venditore porta a porta lo congedò:” Grazie caro, ma non sono interessata a firmare nessun contratto, vada pure” e andò in bagno a sistemarsi. Il ragazzo, un 25enne di nome Michele che lavorava per *****, rimase accasciato sulla sedia, completamente scombussolato da quell’incontro. Era entrato in quella casa accolto da una matura signora, sperando di piazzare una vendita e invece aveva piazzato il cazzo dentro la donna che accoltolo in casa gli aveva offerto un caffè mentre si faceva spiegare i dettagli. Si era ritrovato con un piede nudo che gli massaggiava il pacco e senza sapere come era finito con l’uccello sprofondato in una calda fica che lo stringeva come a volerlo mungere mentre la signora gli saltava gemendo sul bacino, inzuppandogli le palle di ciprigno. Era venuta come un fiume e gli aveva schiacciato la faccia in un mare di tette, poi smontando e accosciandosi fra le sue gambe lo aveva preso in bocca facendolo sborrare come mai prima. Mentre si tirava su i pantaloni e andava via pensò che anche se non era tipo a cui piacevano le donne mature, a quella signora era impossibile resistere. La sera stessa Ada momentaneamente rinfrancata dalla dose di cazzo pomeridiana chiacchierava con la sua carissima amica Gloria, sua dirimpettaia, a proposito del figlio Alberto:” Sta sempre a masturbarsi” le diceva, “Trovo sperma ovunque, fazzoletti pieni nel cestino, sulle lenzuola e persino le mutande sono piene, ho per figlio un segaiolo, l’altro giorno l’ho beccato che sborrava in uno dei miei reggiseni! Mi ha sconvolta e non so che fare…” Mentre la rassicurava Ada pensò ad Alberto, lo ricordava come un giovane ragazzo alto e magro dai capelli castani…e le venne un’illuminazione: Il figlio dei suoi vicini poteva essere il suo nuovo toro da monta? Valutò i pro e i contro: se la cosa fosse venuta fuori avrebbe potuto fare la figura della zoccola adescatrice, ma i giovani erano forti, avevano resistenza e volontà d’imparare a godere e far godere; lo aveva scoperto con suo figlio…ci sarebbe voluto solo un po’ di addestramento…e poi data la sua esperienza era un’occasione da non perdere, perché dove c’era tanta sborra c’era pure tanto cazzo. La mattina del giorno dopo iniziò a pensare a come avvicinarlo, ripensò alla conversazione avuta con la madre e le venne in mente la storia del reggiseno, vuoi vedere che il piccolo porco vuole scoparsi la mamma? Se così fosse stato avrebbe potuto sfruttare la cosa per irretirlo e magari anche aiutarlo…a stabilire il primo contatto le venne in aiuto il fato.

Stava rassettando e le venne a bussare Alberto, gli aprì e il giovane si trovo di fronte una visione arrapantissima di Ada con solo una camicetta, scalza e chiaramente senza reggiseno, il poveretto si impappinò chiedendole del caffè mentre cominciava già ad eccitarsi, e la seguì in casa. Ada lo provocò alzandosi piedi facendo finta di non arrivare a prenderlo per mostrargli che era senza mutandine; alla vista del sodo culone nudo, il cazzo del giovane ebbe un’impennata che non sfuggì alla maliarda, che chiese ad Alberto di salire sulla sedia e prenderlo al suo posto. Conclusa l’operazione, lo salutò sulla porta abbracciandolo, facendogli sentire le sue bocce libere e i capezzoli duri, ebbe la bella sorpresa di sentire dei bei muscoli su quel corpo, cosa che la compiacque; l’avrebbe soddisfatta anche meglio. Certa di essersi sostituita nel cervello del giovane alla madre, aspettò un giorno per la mossa successiva. Sapeva che quel pomeriggio Gloria lavorava, ed essendo separata, Alberto era da solo. Così lo attirò in casa:” Alberto caro, ho dei problemi con la tv, sono andati via i canali, potresti aiutarmi?” “C-certo, solo un attimo che mi vesto…” il ragazzo le aveva aperto in pantaloncini “Ma no, figurati fa cosi caldo…” e indicò sé stessa vestita solo con una corta sottana e gl’infradito. In casa Alberto prese ad armeggiare col telecomando, c’era un odore forte…somigliava a quelle delle mutande usate di sua madre…certo il giovane non poteva sapere che la signora Ada si era masturbata tutta la mattina con le finestre chiuse di proposito. La signora gli girava intorno facendogli domande e lui non riusciva a concentrarsi…poi gli chiese se voleva qualcosa da bere, e lui acconsentì sperando di risolvere in fretta; lo imbarazzava stare lì dopo l’altro giorno, si era masturbato più volte pensando al culone della signora ed era venuto copiosamente e quell’odore lo stava facendo eccitare. Ada si diresse al frigo, si chinò e chiese ad Alberto cosa preferiva; lui si girò istintivamente ed ebbe la visione della fica esposta di Ada, aveva visto solo quella della madre dal vivo e solo spiandola. Rimase imbambolato, il cazzo che s’induriva mentre la donna scuoteva “casualmente” il posteriore. Emise un gemito e Ada lo colse come appiglio per girarsi, e da lì le cose si evolsero spontaneamente…”Mah….Alberto! Ti sei eccitato guardandomi il sedere?” “N-no signora…” “E quello come lo spieghi?” indicando l’evidente bozzo mentre lentamente si avvicinava a lui, sinuosa come una gatta. “Ecco io…lei…non ha le mutandine!” “Eh? Ah si…fa così caldo sai…e quindi hai visto la mia micia? Ti piace?” nel frattempo lo aveva raggiunto e gli prese l’uccello in mano da sopra il tessuto rimanendo soddisfatta dalla consistenza e dalla grandezza “Direi che ti piace proprio…ma lo sai che potrei essere tua madre?” Il cazzo ebbe un sussulto “Non dirmi che ti piacerebbe!” il giovane deglutì e cercò di rispondere “Ecco…No..cioè…S-si, voglio dire no…io…ahg” si interruppe perché la signora aveva preso a massaggiarglielo “Secondo me invece vorresti proprio che ci fosse tua madre qui a menartelo…se farai il bravo vedrai che prima o poi accadrà…ora vieni con me.” Ciò detto trascino un ormai soggiogato Alberto nella sua camera e lo fece sedere sul letto “Dimmi Alberto caro, vorresti vedermi nuda?” Lui rispose con un cenno, e Ada si spogliò mostrando il suo giunonico corpo “Ti piaccio? Vorresti toccarmi?” “Io…si…” ma non si muoveva, e così la donna gli prese una mano e la poggiò sul seno facendoselo palpare e trascinandola giù…arrivò alla fica già fradicia e si spinse due sue dita dentro “Mmh….così continua tu…spingile e ruotale allargandole” il ragazzo eseguì in trance “Strofinami il clitoride col pollice…ahhh…così bravo! Adesso avvicina il viso…senti il profumo di fica…baciala…ahhh…leccala!” e Alberto leccava, baciava e beveva gli umori che incessantemente uscivano da quella caverna “Ahh così benissimo…me la stai mangiando…continua…ahhh…sto venendo, caro, dissetati dei miei umori…ahhhhh godo!” Con le mani schiacciò la testa del giovane su suo pube, che perso ingoiava e nettava tutto il miele sgorgato. “Ottimo Alberto, meriti una ricompensa” Così dicendo si inginocchiò tra le gambe del ragazzo, stralunato e boccheggiante, e gli abbassò i pantaloncini scoprendo quale meravigliosa mazza nascondevano. Un randello di almeno 20 centimetri ritto come un fuso, nodoso e con una vena spessa e pulsante al centro. Era leggermente curvo a sinistra e la cappella era larga e violacea, fradicia di liquido

pre-seminale, lo afferrò con entrambe le mani iniziando a segarlo, mentre Alberto la guardava rapito “Che bel pisello Alberto, tua mamma è stata proprio brava…chissà che sapore ha…” e se lo ficcò in bocca, ricevendo dopo appena due succhiate un bel carico di sborra, 6 densi schizzi sul palato che assaporò mandando giù un po’ per volta. Alberto era in estasi si agitava, reggendosi sul letto sui gomiti mentre assisteva al primo pompino della sua vita e urlò riempendo la bocca della signora “Ahhh…signora Ada…ah…ahh…ahhhh!” “Hai davvero un buon sapore Alberto, di cazzo giovane e sborra dolce, ma dobbiamo lavorare sulla resistenza mio caro…” Per la successiva mezz’ora lo sbocchinò di buona lena stringendogli la base del cazzo e le palle ogni volta che era sul punto di venire. Alberto era fuori di testa, la sua dirimpettaia lo masturbava massaggiandogli le palle, gli leccava l’uccello come fosse un gelato o succhiava la cappella gonfia e dura come una caramella “Sig…ugh…gnora Ada la prego…ahh…mi faccia venire, ho bisogno di sborrare!!!” “Mio caro Alberto devi imparare a controllarti! Se sborri subito poi non puoi fare altre cose come metterlo nella fica, non vuoi mettere il tuo bell’uccello nella mia passera?” e intanto continuava a lavorarselo “Aghhh…si signora nella passera si…” “E allora resisti…e se la smetti di chiamarmi signora, ti farò assaggiare anche il mio sedere, dimmi lo vorresti?” e ingoiò quel paletto fino alle palle “Va…ahhh….bene Ada…” slurp“Bravo….chiamami mamma, sarò la tua mammina troia…fallo e ti faccio venire” “Ma…ahhh…mamma, mamma, MAMMA! “ urlò il ragazzo fiottando il suo orgasmo, la cappella massaggiata dalla bocca della donna mentre ingoiava. Lungi dallo smettere Ada si sdraio sul quel giovane corpo e gli insegnò le gioie del 69….contava sulla resistenza giovanile e non fu delusa, si fece leccare e masturbare culo e fica, poi dopo essere venuta si mise supina e lo attirò fra le sue cosce guidando quel martello infuocato nella sua fucina, dapprima impacciato il giovane toro seguendo l’istinto diede il via ad una possente monta che, grazie a recenti orgasmi, durò più a lungo di quanto di solito non capiti ai vergini. Godeva Ada sotto quei colpi, spronandolo con i talloni sul culo, graffiando la schiena del puledro che aggrappato ai suoi fianchi spingeva come un ossesso finché per la terza volta non liberò il suo sperma. Fu poi stupita, quando le posò sulla faccia l’uccello mezzo moscio impregnato delle loro essenze “Voglio quello che mi hai promesso mammina…” E Ada con felicità glielo concesse, bastarono poche leccate e fu pronto di nuovo alla lotta, stavolta fu lei montare a candela e a guidarselo nel retto che lo accolse docilmente. Si sgrillettava il clitoride mentre lo cavalcava in un lento saliscendi, gustandosi la sensazione di un cazzo caldo e duro che le allargava gli intestini…erano passate più di due settimane dall’ultimo che aveva preso dietro, apparteneva ad un corriere rumeno di DHL che glielo aveva sfondato nel suo furgone per più di un’ora. Alberto le strizzava i seni gemendo e lei lo stuzzicava “Ti piace il sedere di mamma Alberto? Ti piace fotterlo col tuo grosso cazzo?” “Siiiii….oddio…ahhh…si mi piace tanto…mi piace” “Lo faremo tanto e spesso vero? Tutte le volte che vuoi…” “Tutti i giorni la prego…ahhh” il pensiero di aver ottenuto ciò che voleva la portò oltre il limite e venne stringendo quel palo caldo nelle sue viscere “Ahh….Alberto la mamma sta venendo, sborra tesoro, sborra nel culo della mamma…ahhh…innaffialo!!” “Aghhh…ahhh…si vengo, ohh…sborro mamma, ti riempio il culo…ahhh!” Da quel giorno ebbe iniziò il loro rapporto. Ada gli fece da maestra, godendo dei suoi progressi, certo un solo cazzo non poteva bastarle, ma finalmente aveva un equilibrio, con un amante fisso e focoso e i vari occasionali riusciva a soddisfare appieno il suo bisogno. Per legarlo definitivamente a sé ed evitare che le fosse portato via da qualche troietta o peggio che diventasse geloso, decise di aiutarlo ad attuare le sue fantasie edipiche. Fargliele ammettere non fu difficile, lo stava masturbando con i piedi, pratica che aveva scoperto adorava, e con poche domande riuscì a metterlo davanti al fatto che più di tutto voleva scoparsi la propria madre e lo rassicurò “Tu vuoi farti tua madre. Vuoi dissetarla col tuo sapore, sottometterla possedendola selvaggiamente di dietro e soprattutto vuoi entrare nel suo ventre e depositare il tuo seme nel suo utero…magari ingravidandola, è vero o no che lo vuoi?” E il ragazzo incapace di negare era esploso a quelle prospettive “È vero, è vero, È VERO! Voglio farne la mia troia, la mia vacca rotta in culo e incinta…ahhh” e le aveva imbrattato i piedi di sperma. E così lo aiutò. Con la sua esperienza non fu difficile capire che tipo fosse Gloria: una donna di 34 anni repressa e sola, abituata a presenze autoritarie, il suo matrimonio era naufragato perché il marito era un porco che correva dietro a qualunque fica gli passasse davanti. Così disse ad Alberto di essere più sfacciato e diretto, più duro e brusco, doveva comportarsi da uomo e non da figlio, girando indisturbato nudo per casa e mostrandole quello che aveva fra le gambe, farsi trovare a masturbarsi e non solo la sborra. Ada invece la fuorviava nelle loro chiacchierate, inducendola pian piano a sciogliersi, l’ultimo passo era un attacco diretto per dare la svolta e alla fine accadde. Alberto si fece trovare nudo a gambe larghe nel letto matrimoniale della madre, mentre si masturbava con un porno sugli incesti ad alto volume proprio mentre la madre rientrava dal lavoro:” Alberto ma che cosa fai?!? Porco, vergognati!!! Hai superato il limite, vai subito in camera tua!” “E non rompermi il cazzo, mi stavo sollazzando così bene, mentre questa troia lo prende dal figlio!” “Guardi queste cose? Razza di maiale che ho cresciuto!” “Io sarei il maiale? Ma se me lo fissi da quando sei entrata! Zoccola affamata, dillo se lo vuoi che te lo do tutto!” “Ma…ma che dici, come osi! Sono tua madre!” “Una madre che fissa il cazzo del figlio è una troia, e ora te lo dimostro!” Si alzò di scatto e la afferrò lanciandola sul letto, la tenne ferma e si accucciò vicino al suo viso e iniziò a strusciarle l’uccello in faccia “Lo senti com’è duro? È tutto per te…prendilo in bocca dai…” “NO! Lasciami o chiamo aiuto!” Alberto iniziò a temere, ma ormai era arrivato fin lì e decise di provare a fare come aveva detto Ada, le forzò la bocca e le infilò la cappella dentro “Ho detto prendilo in bocca zoccola, obbedisci!” e incredibilmente cedette. Lo prese tutto in bocca, era il primo dopo anni, e da lì il resto venne da sé. Gloria si fece possedere dal figlio senza inibizioni, ormai in sua completa balia. Non protestò quando le scopò la gola, Né quando la costrinse ad ingoiare il suo sperma; si fece sfondare il posteriore, in precedenza sverginato dal marito, con solerzia accolse di buon grado qualunque pratica le sottoponesse ormai soggiogata. Ebbe un unico moto di repulsa nel farsi sborrare dentro la fica, che venne vinto a suon d’orgasmi e pesanti strizzate a i capezzoli. Alberto era felice, aveva finalmente sottomesso la madre alle sue voglie, le proibì l’intimo in casa, così come i contraccettivi, la scopava anche 6-7 volte al giorno, una volta inaugurato ogni angolo di casa aveva cominciato a farle fare cose più trasgressive, un bocchino in un parcheggio, un video porno, un’inculata nel bagno di un ristorante. Non mancava di ringraziare Ada con la quale continuava a scopare, e con lei fece anche un triangolo con la madre Gloria.Riuscì anche a realizzare il suo intento di ingravidarla, di ben due gemelline; la portò da un ginecologo, amante occasionale di Ada che li rassicurò sulla salute delle piccole e come pagamento per il suo silenzio volle solo un rapporto sessuale con i due e ovviamente Ada. Il guaio avvenne qualche anno dopo. Stavano festeggiando il loro “anniversario”. Alberto ora 23enne la stava scopando violentemente in fica, Gloria era bendata con le braccia legate alla spalliera e un cazzo di gomma nel culo, ansimava e godeva mentre il figlio la insultava “Troia!  Ti piace essere scopata col culo pieno vero?” e giù di sculaccioni “Ahh…si si, mi piace ahhh…sono la tua troia ahhh” “Finalmente l’hai capito…stupida puttana, ora ti ingravido un’altra volta, diamo un fratellino alle gemelle che sono di là con Ada e con un po’ di fortuna ti crescono ancora un po’ queste zinne” e continuava a pompare “No! Basta figli, fammi quello che vuoi ma quello no!” “Credi di poter scegliere? Sei la mia vacca da monta, ti ingravido come e quando voglio, da domani smetti la pillola e vedrai che neanche un mese e avrai un’altra pagnotta nel forno, tieni la sborra troia!” e le riempì l’utero. Furono interrotti da un grido incredulo del padre di Alberto nonché ex marito di Gloria, entrato a casa con le chiavi che ancora aveva per lasciare gli alimenti. Si scatenò un putiferio, ma Ada ancora una volta risolse la situazione. Circuì l’uomo e lo portò a più miti consigli mentre le scaricava nel culo una sana sborrata. L’uomo si convinse a lasciar stare a patto che Ada gli svuotasse regolarmente i coglioni e lei fu felicissima di essere a disposizione di una trave come quella dell’uomo. Alberto ignaro, la ringraziò e le chiese come ripagarla “Portami dei ragazzi, voglio essere montata a sangue da un gruppo di giovani arrapati…”

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