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Racconti di DominazioneRacconti Gay

Il servo

By 28 Ottobre 2018Dicembre 16th, 2019No Comments

– Tieni duro quel coso o te lo prendo a calci.

È la minaccia che ricevo dal padrone mentre sto servendo la cena a lui e altri due ospiti mai visti prima.

– Perdonatemi ma è un incapace.

Confessa ai due uomini mentre mi sto dirigendo in cucina a testa bassa.

Ammetto che servendo i due sconsciuti per pochi attimi ho avuto qualche tentennamento che si è manifestato facendo ammosciare leggermente il mio cazzo.

Il padrone è stato sempre molto chiaro.
Quando servo a tavola, devo sempre averlo perfettamente duro, altrimenti devo essere punito duramente.

Scappellato, con la pelle tesa per via delle palle strette in una legatura fatta dal padrone prima della cena, attendo vicino ai caloriferi per il discreto freddo che provo a star completamente nudo in pieno inverno.

Ormai le legature alle palle non mi danno più fastidio.
Da quando sono giunto nella casa un mese fa, fin dal primo giorno, il padrone sostenne che la sacca contenente i testicoli, fosse troppo piccola rispetto le dimensioni del mio pene.
Così da allora, tutto il giorno ho le palle legate.
Dalla seconda settimana di servitù inoltre, sono costretto a dormire legato al letto, con le gambe divaricate e le palle tese, legate tramite una corda a dei pesi posti al fondo del letto.
Il padrone sostiene che così facendo la pelle si allungherà notevolmente.

Continuando a raccontare, immaginavo che il padrone dovesse essere svegliato ogni mattina, invece, è lui che viene a svegliare me.

Così costretto nel letto, la mia sveglia consiste per prima cosa in un aumento smisurato del peso che mi allunga le palle, dopodichè, passati una decina di minuti vengono slegate e mi viene somministrata una feroce masturbazione.
La durata di quest’ultima varia a seconda delle esigenze del padrone. Dopo una sommaria lubrificazione fatta dalla saliva dell’uomo, la mano non si ferma per un periodo che varia dai 2 ai 5 minuti.
Succede sovente, che dopo qualche minuto di masturbazione, vengo inesorabilmente spruzzando tutta la voglia sulla pancia ed il petto. Nonostante ciò, la mano non si ferma fino a quando non è sazia facendomi contorcere e lamentare.
Altre volte invece, per la masturbazione troppo rapida, rimango con una voglia incontrollata.
In quest’ultimo caso, il padrone mi slega e mi concede di andare al bagno.
Dopo essermi liberato, mi lavo con cura e dopo aver fatto colazione, vengo legato ad una sedia posta di fronte il grosso televisore posto in sala.

Sullo schermo viene posta una lunga lista di filmati porno di ogni genere.
L’uomo a questo punto mi saluta e premendo il tasto play, va a lavorare.
Rimango così costretto, bloccato sulla sedia fino alle 13 del pomeriggio.

Al suo ritorno so già cosa mi attende.
Per prima cosa vengo portato in bagno dove mi vengono legate le palle e somministrato un clistere di grosse dimensioni.
Dopo essermi liberato e lavato con cura, l’uomo mi riporta in sala.
Senza che mi venga ordinato, mi posiziono sul tappeto a pecora.
Dopo essersi spogliato, l’uomo mette il preservativo e una volta inginocchiato alle mie spalle, senza remore o delicatezza alcuna, mi spacca il culo.

Ho usato apposta queste parole perchè è ciò che succede realmente.
Prende la mira da lontano e dopo essersi poggiato con una mano sul mio fianco, con l’altra indirizza il suo cazzo tra le mie chiappe.
Non usa alcun preliminare, nessuna preparazione e con forza spinge fino a quando non è totalmente in me.

Il dolore che provo è talmente forte da farmi mancare il fiato.
La prima volta sono scoppiato in lacrime.
Come risposta l’uomo mi prese per i capelli ed iniziò una cavalcata a dir poco feroce.

Il mio culo viene usato solamente in queste occasioni.
Per la precisione, da quando sono quà è successo una sola volta a settimana e talmente distanti l’una dall’altra da dare il tempo al culo di richiudersi quasi totalmente prima di essere nuovamente utilizzato.

Prima di questa esperienza ammetto che son stato scopato una sola volta e con i dovuti preliminari.
Nonostante questo, il mio padrone è decisamente molto più dotato tra le gambe ed una volta superato il dolore, le sensazioni che provo sono talmente forti da farmi sborrare senza nemmeno toccarmi.

Ora vi domanderete invece, cosa succede quando la mattina, segando il mio cazzo, sborro.
Come detto in precedenza, la mano dell’uomo, non si ferma anche quando sto schizzando il mio seme. Continua la sua opera provocandomi sensazioni molto forti, fino a quando, soddisfatto, lascia la presa dal mio cazzo dolente e mi spalma in faccia la sborra che ha sulla mano.

Detto questo, nudo dalla vita in giu, con il cazzo totalmente depilato e turgido, l’uomo si posiziona cavalcioni sul mio volto.
Rivolto al contrario rispetto a me, punta il cazzo nella mia bocca e dopo esserci entrato, spinge.

Posso solo affermare, che nel giro di tre durissime settimane, ho imparato a soddisfare il mio padrone lasciando fottermi la gola, spingendo il cazzo talmente in profondità da tapparmi le narici con le sue palle.
Lasciandomi respirare di tanto in tanto, schiaffeggiando piu volte le mie palle, l’uomo mi fotte la gola fino a quando non è sul punto di venire. Solo allora esce e dopo qualche colpo di mano, mi sborra sul volto.

In questo caso, dopo avermi slegato, posso andare a fare colazione e dopo esserer andato a far i miei bisogni, l’uomo mi consegna una lista di faccende domestiche.
La mattina la passo a pulire, spolverare e lavare stando totalmente nudo e con la mia e sua sborra secca sulla pelle, le palle legate ed il divieto assoluto di andare in bagno.

Solo alle 13, tornato da lavoro, l’uomo mi porta in bagno, mi posiziona nella doccia e si tira fuori il cazzo.
Un forte getto di urina si scaglia rapidamente su di me e dopo essere stato indirizzato sul mio cazzo, mi viene ordinato di segarmi.

Mi sego mentre l’uomo mi piscia addosso ed una volta terminato, con il mio cazzo duro e bagnato, sono autorizzato a pisciare a mia volta.
In pochi minuti mi riempio completamente di piscio, obbligato dall’uomo a forzare il getto talvolta mi arriva addirittura in faccia.

L’uomo si fa quindi ripulire il cazzo dalla mia bocca, dopodichè se ne va lasciandomi in ginocchio nella vasca.

Di solito passano pochi minuti e dalla cucina lo sento darmi ad alta voce il permesso di lavarmi.

Conclusa la doccia, scalzo e senza potermi asciugare, devo raggiungere la sala delle torture senza poter pranzare.

Silenzioso e a testa bassa, totalmente depilato, mi inginocchio in centro la stanza.

Come tutti i giorni, di fronte a me, su un grosso divano in pelle, sono presenti due o tre uomini.
Non sono quasi mai gli stessi, ogni giorno cambiano ed a lungo andare, nel tempo ho scoperto essere più di una ventina che di giorno in giorno si alternano.

…. a questo punto, inizia la mia vera giornata.

 

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