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Il vizio segreto di una donna perbene

By 14 Marzo 2020Giugno 9th, 2020No Comments

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1) GIOCHI SPORCHI
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Non capita spesso che un volgare paparazzo venga convocato in gran segreto nella villa del candidato sindaco.
Io sono solo un fotografo free-lance che campa scovando notiziole di gossip; sono curioso di sapere cosa vuole da me un personaggio così importante.

I bodyguard mi accompagnano di fronte al grande capo, che mi si fa incontro per stringermi la mano.
– «Benvenuto, signor Righetti. Vorrei proporle un affare molto vantaggioso per entrambi, mi consenta!»
Il tizio è piccolo, brutto, pelato, con un sorrisaccio falso che ispira una istintiva repulsione. E ha pure le mani sudate. Ma come si dice: pecunia non olet; mi conviene mettere da parte il mio disgusto e ascoltare ciò che vuole da me.

– «Veniamo subito al dunque, Righetti. Come certamente saprà, fra pochi giorni ci saranno le elezioni del nuovo sindaco, e io sono uno dei due candidati. L’altro è la signora GIOVANNA PETRILLI.»
– «Fin qui niente di nuovo, mister. Ma cosa c’entro io in tutto questo?»
– «I sondaggi danno la mia rivale in leggero vantaggio. Per recuperare punti, mi sarebbe utile scoprire qualcosa su di lei per screditarla. Purtroppo la sua vita pubblica è impeccabile. Ho perciò bisogno di qualcuno che si intrufoli nella sua vita privata per scoprire se ha qualche scheletro nell’armadio. E Lei, caro amico, comprenderà che per questo incarico non posso usare uomini del mio staff.»
– «Capisco: le serve un galoppino esterno che, se venisse scoperto, non possa essere riconducibile a Lei. Però è una missione rischiosa; perché dovrei accettare?»
Mi porge una busta.
– «Qui ci sono 300 euro per la semplice assunzione dell’incarico. Se però nel corso dell’indagine riuscisse ad ottenere le prove che desidero, per Lei ci sarà un premio di 20.000 euro. Accetta?»

MINCHIA SE ACCETTO!! Con quella cifra, potrei pagare tutti i miei debiti e magari farmi anche un’attrezzatura tutta mia, senza più doverla noleggiare. (Bisogna ammettere che questi riccastri sanno trovare gli argomenti giusti per farci accantonare le nostre antipatie personali nei loro confronti.)
– «Beninteso che se qualcosa dovesse andare storto il mio nome non verrà mai fuori, dico bene?», puntualizza lo gnometto.
– «Naturalmente. Mi metto subito all’opera; la contatterò domani per informarla sui risultati della mia indagine.»

Appena esco dalla sua villa, scopro che mi ha messo in tasca (chissà come e chissà quando) un volantino pubblicitario che invita a votare per lui. Subdolo fino al midollo.

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2) RITRATTO DI UNA DONNA VIRTUOSA
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Nelle ore successive svolgo un po’ di ricerche per capire che tipi siano i due candidati a sindaco.

Il mio obiettivo, la signora Giovanna Petrilli, pare integerrima: 44 anni, vedova, tre figli giovani, lavora in uno studio di architettura, va in chiesa, fa volontariato ecologista, organizza eventi culturali, e il suo stato penale è immacolato; neanche una multa per divieto di sosta. All’apparenza, una SANTA. Non mi sarà facile scoprire qualcosa di marcio sul suo conto.

Il mio committente invece ha un curriculum da far invidia ad Al Capone: svariate accuse di corruzione, evasione fiscale, riciclaggio, collusione mafiosa, favoreggiamento della prostituzione, adescamento di minori…Tutto finito in prescrizione o archiviato per ritrattazione dei testimoni d’accusa. Eh, già. Uno dei vantaggi dell’essere ricchi è che puoi permetterti dei buoni avvocati (e di allungare la mazzetta giusta per scansare le grane giudiziarie).
Comunque sia, a me interessano solo i SOLDI; dell’onestà dei due candidati non può fregarmene di meno.

Guardo una foto della tipa. Per essere una donna negli “anta”, si mantiene in gran forma: bionda, snella, due tette da capogiro e un culo statuario.
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Un vero peccato che nessuno possa godere di tutto quel bendiddio, dato che da quando è rimasta vedova non ha avuto relazioni con altri uomini. Mi chiedo in che modo sfoghi i suoi bollori naturali.

Abita assieme ai suoi figli in una casetta isolata. Meglio così; per ciò che devo fare, la discrezione è importante.

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3) SPIANDO UNA FAMIGLIOLA MODELLO
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La sera stessa mi trovo all’esterno della casa con la mia attrezzatura: grimaldelli, occhiali ad infrarossi, microfoni…e soprattutto una modernissima videocamera digitale che mi permette di trasmettere i filmati direttamente sulla mia casella e-mail. Troppe volte ho perso dei lavori perché mi è stata sequestrata la cinepresa; con questo sistema invece non correrò rischi anche se dovessi perdere il filmato contenuto nella videocamera.

Scavalco la recinzione e mi avvicino ad una finestra del pianterreno, l’unica illuminata.
Vedo che la signora Giovanna si sta mettendo a tavola coi suoi tre figli. Ad occhio, hanno un’età tra i 20 e i 23 anni.
Prima di iniziare la cena, invita i pargoli a recitare una preghiera. Orpo; roba d’altri tempi. Cosa vuoi scoprire di marcio, su una donna così devota? Comunque devo insistere nelle indagini; non si sa mai…

Indosso una cuffia auricolare e punto il microfono direzionale per carpire ciò che dicono.
– «Com’è andata oggi al lavoro, mamma?», chiede uno dei giovani.
– «Giornata dura, Franco. Tra gli incarichi in ufficio e la gestione della mia campagna elettorale, mi sento un po’ stressata. Che ne dite se stasera ci vediamo un bel film tutti insieme?»
– «Perché invece non giochiamo un po’ a scopa?», dice il maggiore.
– «Ancora?! Ma dai, ci giochiamo quasi ogni sera…»
– «E dai, ma’…Conosci un antistress migliore di una bella partita a 4?»
– «Va bene, va bene…Ma prima mi aiutate a riassettare la cucina, okay?»
– «Uff!…Okay, okay, basta che poi si giochi. Come formiamo le coppie?»
– «Io voglio stare con la mamma. Vogliamo la rivincita di ieri sera. Stavolta vi stracciamo!», esclama entusiasta il più giovane.
– «Hah! Ma sentilo, lo sborone…Hai già dimenticato la batosta che io e Paolo vi abbiamo rifilato ieri?»
Che tipi. Il massimo del loro sballo è di giocare a carte in famiglia. La rettitudine sarà pure una virtù…ma di certo non fa sviluppare molta fantasia su come divertirsi.

Comunque questo può andare a mio favore: mentre loro saranno impegnati a giocare tutti insieme, io sarò libero di curiosare un po’ in giro per casa. Date le premesse non mi aspetto di scoprire chissà cosa, ma almeno potrò dire di aver svolto al meglio il mio incarico.

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4) COLTA SUL FATTO!
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Non posso entrare dall’ingresso principale senza farmi notare, così mi arrampico fino al terrazzo del primo piano.
Socchiudo un po’ le persiane e indosso gli occhiali ad infrarossi per capire su che stanza mi sto affacciando. Pare che sia una delle camere da letto; bene, non ci verranno prima di aver finito di giocare. Ho via libera.
Mi appresto a forzare la finestra col grimaldello…quando all’improvviso noto che la porta si apre. Cazzo; ma non dovevano restare al piano inferiore? Vogliono forse giocare a carte in camera da letto?

Sono tutti e quattro. Il microfono direzionale mi permette di cogliere i loro discorsi.
– «Bene, ragazzi, il gioco può iniziare…Ma ricordate che stasera la mamma è un po’ stanca, non so se riuscirò a dare il massimo…»
– «Tranquilla, ma’…Un bel massaggino ti preparerà per la partita», dice uno dei ragazzi ponendole le mani sulle spalle.

Un massaggio…per giocare a scopa?! Boh, sarà un’usanza di casa…però intanto io inizio a filmare lo stesso; non vorrei che mi sfuggisse qualche dettaglio utile per il mio incarico.

Noto che il “massaggino” si sviluppa in modo un po’ strano…soprattutto quando anche gli altri due si uniscono al fratello nel maneggiare la bella mammona in maniera un po’ troppo affettuosa.
Infatti uno le ha messo le mani sulle tette, un altro le tasta il sedere…e lei non si oppone affatto! Anzi, dimostra di gradire assai tutti quegli ambigui palpeggiamenti. Che diavolo sta succedendo, qui?

Rimango di stucco nel vedere che lei inizia a dimenarsi ansimando in modo inequivocabile. E intanto le carezze dei tre figlioletti si fanno sempre più spinte: uno le ha addirittura messo le mani nelle mutandine.
– «Uhmmm….Mammina, sei bagnata come una scrofa in calore! E meno male che dicevi di non voler giocare, stasera…»
Un altro le ha scoperto i seni e inizia a ciucciarle i capezzoli, mentre il terzo le fa scorrere la lingua sul collo. Cristo…Non riesco a credere a quello che sto vedendo!

La signora sta partendo con la testa. Geme per la crescente eccitazione, ormai le gambe le cedono; deve essere sorretta dai figlioli per non cascare.
La sdraiano sul lettone, e qui uno si tuffa tra le sue cosce e inizia a leccarle la fregna, mentre un altro le ciuccia le mammelle, e l’ultimo…Oh, santo cielo…l’ultimo ha tirato fuori l’uccello e glielo porge da succhiare!

CAZZO!! L’irreprensibile candidata a sindaco sta facendo un’orgia privata…scopando coi propri figli! Ho fatto il colpaccio della mia vita!

Continuo a filmare mentre l’orgetta si evolve. Ora hanno estratto il cazzo tutti e tre; lei si mette in ginocchio sul letto e comincia a succhiarseli a turno.
– «Uhmmm!…Che belle stanghe, i miei ometti…», mugola lei tra una ciucciata e l’altra, «Le vostre ragazze le aprezzeranno molto, immagino…»
– «E chi ha bisogno di ragazze, quando abbiamo in casa una mamma così troia?», le risponde uno.
La signora sembra assatanata. Se ne ficca in bocca due alla volta, e cerca di ingollarsi anche il terzo ma senza riuscirci.
– «Tutti e tre non posso, ce li avete troppo grossi…», esclama con un finto tono di resa.
– «È colpa tua…Se tu fossi meno vacca, non ci tirerebbe così tanto!», ribatte uno dei pargoli. (Curioso; lei sembra compiacersi delle offese sessuali rivoltele dai suoi stessi figli. Boh, misteri della libidine.)

Poco dopo fa sdraiare uno dei ragazzi sul letto e gli sale sopra a cavalcioni.
– «Dai, Paolo caro…Rientra nel grembo della mamma…»
– «Non chiedo di meglio, porcona!»
E ciò detto, le spinge la verga in pancia.
La Giovannona inizia a cavalcarlo come una forsennata. Allorché, il secondo pupo le schiaffa l’uccello in bocca.
Il terzo si porta dietro di lei e le appoggia la cappella all’ingresso del culo. Un affondo e la sodomizza fino alle palle, strappandole un gemito di goduria.
– «Uhmgh…Uhmgh….Ahh!…Che bello…Tutti e tre dentro insieme…Ooooh, mi fate impazzire!…», annaspa lei ormai in preda ad una frenesia incontrollabile.
– «Dai, dai, Paolo, che è quasi cotta…Stasera vinciamo noi!», dice l’inculatore folle. (“Vincere” cosa? Questa non l’ho capita…ma non è certo la cosa più strana che sta capitando lì dentro.)
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I tre giovani pompano la propria madre come degli indemoniati, senza concederle un solo attimo di tregua. E lei si gode la tripla farcitura mugolando senza il minimo contegno.
Devo confessare che, per l’idea che mi ero fatto di lei, non l’avrei mai creduta così affamata di cazzi…e soprattutto, di quelli dei suoi stessi figli! Comunque, tanto meglio per me.

La signora Giovanna ha il viso congestionato. È chiaro che è ormai vicina al culmine del piacere.
– «M-mi spiace, Franco…C-credo che la mamma stia p-per…», farfuglia lei rivolta al tizio che stava spompinando.
– «Oh, nooo…Dai, resisti ancora un po’, brutta zoccola…», risponde lui con un tono quasi deluso.
I due chiavatori aumentano il ritmo, e pochi secondi dopo la mammona esplode in un orgasmo devastante.
– «OH…O-o-o-oooaaaAAAHHH!! Wo-hooohh!!»
– «VINTOOO!», esclamano all’unisono quello sopra e quello sotto, battendosi un “5” con la mano.
La signora scuote la testa divertita, simulando una espressione di sconfitta.
– «Che diavolacci…Ho resistito finché ho potuto, ma voi siete troppo bravi a far godere una donna…»
Ah, ecco dunque qual’era il significato della divisione in “coppie”: la prima che riesce a far venire un componente dell’altra, vince. (Bel gioco di ruolo; devo ricredermi sulla “poca fantasia nel divertirsi” delle persone rette.)

– «Okay; avanti per il secondo posto, adesso!», dice lei alzandosi per girarsi di schiena e calarsi di culo sul cazzo di quello sotto.
Subito dopo quello che l’aveva inculata le ficca il cazzo in bocca, mentre l’ultimo la farcisce sul davanti. E la “partita a scopa” riparte.
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Io devo ammettere che quella visione infernale mi sta facendo andare il sangue alla testa. E non solo a quella: il cazzo mi sta quasi scoppiando nei pantaloni. È difficile concentrarmi sul lavoro in condizioni del genere, ma devo fare uno sforzo: il premio extra di 20.000 euro dipende tutto dalla qualità di queste riprese.

Nel frattempo, a furia di succhiare come una ventosa, la signora ha portato il primo figliolo all’orgasmo.
– «Aaagh!…Brutta scrofa marcia, mi fai sborrare!», esclama il tizio mentre ricopre di sperma il viso della propria madre.
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– «Roberto è eliminato! Vediamo chi sarà il prossimo…», dice lei compiaciuta.
Aumenta quindi il ritmo della cavalcata, esasperando entrambi i cazzi che ha in corpo.
In breve tempo il tizio sotto le viene nel culo.
– «Ohaaahhh!!…Ti inondo le budella, mammona puttanona!»
Nel contempo, l’azione del cazzo in fica la porta a raggiungere un secondo orgasmo.
– «Ahww…Godo di nuovooooaaaAAAHHH!!»
Segue a ruota l’ultimo figliolo, che le sfila l’uccello dalla passera per dipingerle il ventre di seme biancastro.
– «Uuuhh!…Mi hai svuotato, sudicia baldracca!»

Dopo di che, lei si alza soddisfatta e richiama a sé i tre giovani, abbracciandoli con tenerezza.
– «Grazie, ragazzi. Vi amo. Vi amo tutti. Siete la mia vita.»
– «Anche noi ti amiamo. Sei la mamma migliore del mondo.»
– «È vero. Meriti tutto il bene che possiamo offrirti.»
– «Sì, è una soddisfazione renderti così felice.»

Rimango un po’ sconcertato. Tutte quelle dichiarazioni affettuose sono in netto contrasto con le volgarità che le hanno rivolto durante l’orgia…Comunque affari loro; a me importa solo di aver ottenuto le prove che mi faranno guadagnare il premio promesso dal mio committente.

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5) PATATRAK!
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Raduno le mie cose e do un’ultima occhiata all’interno per assicurarmi che nessuno di loro mi intralcerà mentre me la svigno.
Strano…Adesso vedo solo lei con DUE dei ragazzi; dov’è finto il terzo figlio? L’ho perso di vista…

Non faccio in tempo a cercarlo con lo sguardo…che subito il tizio spalanca le persiane. Rimaniamo per un attimo paralizzati a fissarci negli occhi, entrambi con espressione incredula.
– «CHI CAZZO SEI, TU?!», mi urla il giovane, scuotendosi dalla sorpresa e afferrandomi per il bavero.
Subito dopo vengo abbrancato anche dagli altri due fratelli, che mi trascinano di peso all’interno della stanza. Inevitabile che notino la videocamera che ho in mano.
– «Ma che caz…? Questo stronzo ci stava filmando dal terrazzo!»
– «Brutto guardone pervertito! Io ti spacco il culo!»
Qua si mette male. Devo dire qualcosa per evitare il peggio.
– «Ehr…Uh…Ragazzi, stiamo calmi…Posso spieg…»
Vengo interrotto da un cazzotto sul naso. Non sembrano dell’umore di fare conversazione.
Mi ritrovo sommerso di pugni e calci. Non posso fare altro che chiudermi a riccio e incassare.

Quando vedono che sono ormai al tappeto, uno di loro raccoglie la mia cinepresa per estrarre il filmato. Lo lascio fare sperando che siano soddisfatti di prendersi quello, tanto io ho anche il filmato di riserva trasmesso per posta elettronica…ma le cose non vanno come mi auguravo.
– «Fanculo…È una cinepresa con webcam incorporata! Questo stronzo ha trasmesso una copia del filmato nella sua casella e-mail!»
Cazzo, conoscono quel modello di videocamera…Sono fottuto. Questi adesso mi gonfiano di botte finché non gli dico dove trovare la copia delle riprese.
– «Dicci subito dov’è il secondo filmato, pezzo di merda!», intima uno scuotendomi per i capelli.
Non so proprio cosa fare. Potrei resistere ad oltranza…ma così rischio che i 20.000 euro del bonus finiscano tutti in spese ospedaliere.
– «Tirategli giù i pantaloni…Se non parla, gli taglio le palle!», dice uno dei ragazzi afferrando un paio di forbici. Ora la faccenda si fa davvero preoccupante.

– «BASTA!», interviene la madre, «Siamo forse delle bestie? Non è con la violenza che si risolvono i problemi. Ora filate tutti e tre nelle vostre stanze; io e questo signore dobbiamo discutere in privato
– «Ma mamma, ti rendi conto che questo farabutto ha…»
– «ANDATE FUORI, HO DETTO!», ribadisce lei perentoria.
I ragazzi emettono un brontolio contrariato, ma alla fine obbediscono.

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6) CONFIDENZE DI UNA MADRE INCESTUOSA
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Rimaniamo da soli. Lei mi aiuta a sedermi sul letto, con un fare sorprendentemente calmo e cortese. Al suo posto io sarei incazzato nero. Che donna incredibile.
– «Si sente bene? Spero che i miei ragazzi non la abbiano strapazzata troppo…»
– «Tutto a posto, signora; non è la prima volta che vengo menato dalle persone che riprendo», dico cercando di ricompormi.
– «Posso sapere chi è lei, per favore?»
So che non dovrei identificarmi, eppure qualcosa in lei mi ispira una istintiva fiducia.
– «Guido Righetti, paparazzo free-lance. Mi trovo qui perché sono stato assunto da…qualcuno che voleva scoprire qualcosa di compromettente sulla sua vita privata.»
– «Mh. Capisco. E suppongo che lei creda di averlo scoperto, giusto?»
– «Beh, insomma…Secondo lei che effetto farebbe se si diffondesse la notizia che la candidata a sindaco ha rapporti incestuosi coi propri figli?»
– «Già, me l’immagino. Ma prima di trarre giudizi affrettati, mi lasci spiegare.»

Mi si siede di fianco. Tira un lungo respiro poi riprende:
– «Io sono rimasta vedova qualche anno fa. Amavo molto mio marito; non me la sentivo di sostituirlo con un altro uomo, anche perché i miei figli sarebbero stati contrari ad una mia nuova relazione. Ma nel contempo ero anche una donna ancora giovane e sana, con tutte le voglie che ciò comporta. Insomma, il problema era: come appagare la mia brama di maschi senza dover cercare un altro uomo? Così, in modo del tutto innocente e naturale, è sbocciato questo rapporto in famiglia. È stata una soluzione che ci ha soddisfatti tutti. Ora le chiedo: cosa c’è di così sbagliato nel fare un po’ di sano sesso tra famigliari? Facciamo forse del male a qualcuno? Perché allora un atto d’amore deve essere visto come un motivo di scandalo?»

Non fa una grinza. E il suo candore è quasi commovente.
– «Signora, io non la giudico. Anzi, ho comprensione per il suo punto di vista…ma la mia opinione non conta; il fatto è che esistono dei pregiudizi culturali verso l’incesto, e una cosa del genere non sarebbe mai accettata socialmente. Questo è l’unico elemento da considerare.»
– «E quindi adesso cosa ha intenzione di fare? Rendere pubblico ciò che ha visto qui?»
– «Uh…Ascolti, io la ammiro molto e non vorrei mai farle del male, mi creda…Ma nel contempo ho anche degli obblighi verso il mio lavoro. Perciò credo che porterò il filmato al mio committente, e da lì in poi la questione non mi riguarderà più.»
Lei mi fissa seriosa.
– «Non faccia lo struzzo, signor Righetti. Lei sa benissimo che quel filmato verrà usato per stroncare la mia carriera. È in suo potere evitarlo, quindi non si nasconda dietro al comodo alibi del “Io eseguo solo gli ordini“. Poiché se chi esegue gli ordini è innocente, allora NESSUNO è colpevole. Ci pensi. E si prenda la responsabilità delle conseguenze che deriveranno dalle sue azioni.»

Non c’è che dire, la signora sa usare le parole giuste per farmi sentire ciò che sono: un verme meschino ed egoista.
Tento un compromesso:
– «Per me è una mera questione di SOLDI, signora. Per questo servizio verrò pagato 20.000 euro; se lei mi può offrire altrettanto, il filmato è suo.»
Scuote la testa sconsolata.
– «Purtroppo io non sono in grado di pagarle quella cifra, quindi mi appello ancora una volta al suo senso di giustizia. Sono nelle sue mani. Deve pur esserci qualcosa che per lei vale più dei soldi.»

La signora ha un’espressione affranta che mi tocca il cuore. Che diavolo mi succede? Ne ho fatte tante di carognate, nella mia professione di paparazzo…ma in nessun caso ho avuto degli scrupoli di coscienza nel rovinare la vita altrui. Questa volta invece sono combattuto.
È una persona straordinaria, sia come donna che come candidata. Ha una sola pecca, che per quanto innocente sarebbe un disastro se venisse rivelata in pubblico. E sta solo a ME evitare che ciò accada.
La tentazione di consegnarle il filmato è forte…ma sull’altro piatto ci sono 20.000 euro, l’occasione della mia vita…Che fare?

La donna scorge il mio conflitto interiore.
– «Senta, mi spiace di vederla così turbato. La decisione sta a lei. Io non voglio influenzarla, le chiedo unicamente di decidere con tutta serenità…solo DOPO
– «”Dopo” che cosa?», chiedo perplesso.
Mi risponde ponendomi delicatamente una mano sulla coscia. Un tocco che mi fa l’effetto di una pillola di viagra. Ero già eccitato per aver assistito all’orgia di poco fa, per cui adesso mi trovo in uno stato di iper-sensibilità sessuale.

Quel che segue avviene in modo del tutto naturale. Mi spoglia e mi ritrovo sotto di lei.
Inizia a cavalcarmi con un entusiasmo che non le avevo ravvisato durante l’ammucchiata di poco fa. Evidentemente anche lei ha bisogno di un diversivo dai soliti manici di famiglia.

Da parte mia, non avrei mai potuto nemmeno sognare di andare a letto con una donna del genere; una canaglia come me può avere una donna solo pagandola. Invece ora mi ritrovo a fare l’amore con la Donna Perfetta (o quasi).
Che femmina, che incredibile immaginifica macchina da sesso! Me la rigiro in tutte le posizioni, sopra, sotto, davanti, dietro…E quando alla fine non ne posso più, mi regala una spagnola da manuale che mi fa riversare litri di sperma sulle sue generose poppe.
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Mentre mi rivesto contemplo quella donna magnifica e non posso evitare la domanda:
– «Perché lo hai fatto, Giovanna? Speravi forse di ammansirmi in questo modo?»
– «No. L’ho fatto perché sento che in fondo sei un uomo buono. Ti ripeto che non intendo influenzare la tua decisione, Guido. Solo, pensa a ciò che ti ho detto.»
– «Non ho alcun bisogno di pensarci. La mia decisione è già stata presa, e non sarà certo questa scopicchiata a farmela cambiare. Mi spiace, ma non sono l’uomo buono che credi. Addio.»

Ciò detto, me ne vado senza voltarmi. E sento che non mi perdonerò mai per ciò che mi appresto a fare.

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7) EPILOGO
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Pochi giorni dopo si sono svolte le votazioni per eleggere il nuovo sindaco. Non vi dico chi ha vinto; vi dico solo che dal giorno dopo la sua casa ha iniziato ad essere frequentata quasi quotidianamente da un tizio losco e privo di morale, un poco di buono che vive di espedienti per pagare i debiti.
La gente mormora, spettegola, si chiede che moralità può avere un politico che frequenta simili personaggi…ma di tutto questo chiacchiericcio al sindaco non importa nulla. Giustamente. Poiché al contrario delle persone perbene, le canaglie hanno vizi pubblici ma virtù private.

(E ora, se permettete, vado a metterlo in culo al Primo Cittadino. Che volete farci; mi ha chiesto di prendere quest’abitudine come un dovere civico…)

[FINE]
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