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Racconti di Dominazione

03 – Reflex

By 7 Settembre 2009Dicembre 16th, 2019No Comments

Sei venuta, finalmente, sai quanto sia forte la mia voglia di possederti, di renderti mia schiava.
Quando, entri e aspetti che ti dica cosa fare, sei fantastica.
Ti ordino di sedere a bordo letto ed intanto prendo la reflex.
Appena vedi la macchina fotografica fai cenno di no con la testa, con voce ferma ti ordino di sederti.
Ti voglio fotografare mentre ti spogli. Voglio fermare ogni tua immagine come una visione perenne.
Da poter rivedere a proprio piacimento, come in un film muto in cui le parole sono nella mia mente.
Dove la tua voce è un mio intimo ricordo.
Nella stanza si spande l’odore di incenso profumato che brucia.
Ecco, inizi a spogliarti, mi mostri le spalle, ma a me va bene, per ora.
Togli la giacca del tailleur rosa che indossi. Ti sta stupendamente quell’abito. Intanto scatto le prime foto.
Posso intravedere il reggiseno sotto la camicetta che morbida ti avvolge. Ti giri per un attimo come a chiedere di fermarmi. I tuoi occhi mi stanno supplicando.
Imperterrito scatto le foto, per un attimo abbasso la macchina fotografica e ti guardo, dritto negli occhi. Capisci e riabbassando lo sguardo inizia a sbottonare i primi bottoni della camicetta.
I tuoi seni sono magnifici, noto l’eccitazione che sta prendendo il sopravvento e ti sussurro, mentre continui, “non toglierla, sbottonala soltanto”.
Tu ubbidisci, tiri fuori la camicetta dalla gonna che ti fascia le gambe e la sbottoni completamente.
“Laura, togli i reggiseno ma non la camicetta, voglio che la seta accarezzi il tuo corpo”.
Ti giri e, chinando il capo, in silenzio aspetti me.
Poso la fotocamera e vengo dietro di te. Senti il calore del mio corpo. Adesso sono dietro di te, infilo le mani sotto la camicetta, le mie mani ti sfiorano appena, scivolano lungo la tua schiena alla ricerca della chiusura. “tlac” sganciato, i tuoi seni sembrano esplodere tanto erano costretti.
Cerchi il mio corpo indietreggiando impercettibilmente ma io mi scosto, “continua” ti sussurro in un orecchio e ritorno alla macchina fotografica.
Aspetti per un momento, poi sfili le bretelline e getti il reggiseno sul letto. Bellissimo oggetto di seduzione, in pizzo bianco.
Ti giri verso di me.
Si intravede il tuo seno sotto la seta. I capezzoli sono ritti sotto la leggera stoffa. Le areole spiccano sul candore della tua pelle.
Continuo a scattare.
porti le mani dietro la schiena a cercare la cerniera della gonna.
Nel silenzio della stanza si sente il suono della zip che scorre, la gonna si allenta sul tuo ventre e cade.
Indossi un reggicalze e delle splendide calze, bianco avorio, intonate col vestito che indossavi e con il resto dell’intimo.
Dallo slip tutto ricamato fanno capolino alcuni riccioli del tuo fiore segreto.
Il flash sembra impazzito.
Nel lettore cd intanto ci sono I Madredeus con la loro Oxalà
la voce suadente e calma e la musica rilassante rendono l’atmosfera della stanza tranquillo.
Chiudi gli occhi stringendoli, infastidita da quella luce accecante.
“Stenditi sul letto, non togliere le scarpe” ti ordino.
Ora la camicetta scivola sui tuoi morbidi fianchi lasciando scoperto il seno.
Poso la macchina fotografica, prendo una rosa dal vaso che è sul tavolo.
E’ una rosa rossa come è rossa la tua passione.
Con le mani ti tieni alla spalliera del letto in ferro battuto, appoggio la rosa sul tuo ventre, un leggero sussulto e impercettibilmente ti muovi,
la rosa scivola verso il basso e di sofferma per un istante sul monte di venere, poi scende giù, tra le gambe, con un impercettibile movimento la avvicino alle tue cosce che istintivamente dischiudi.
Per un attimo tolgo quel fiore di passione e delicatamente mi abbasso a baciarti, sull’ombelico.
Le mie labbra fredde ti fanno sussultare, dalle tue labbra c’è un lieve gemito, dalle mie labbra la lingua si intrufola nel piccolo foro, la tua reazione è strana, ritrai l’addome come avessi paura di essere penetrata. Mi discosto, la rosa adesso è stretta nella mia mano, i petali iniziano a cadere sulla tua pelle, il profumo si spande nella stanza.
Adesso lo uso su di te a mo di frustino, sussulti ad ogni colpo, prima delicatamente sul ventre po verso il pube, con maggiore vigore, strappo via i tuoi slip, cerchi di divincolarti ma ti tengo ferma.
Mi implori di fermarmi ad ogni colpo che ricevi, ma più mi dici questo più la mia voglia di punirti aumenta.
Metto un cuscino sul etto e ti rigiro a pancia in giù, adesso le tue natiche fanno bella mostra di se ho preso altre due rose, non hanno le spine ma i segni che lasciano sul tuo sedere ed in parte sulle gambe sono evidenti, la tua pelle si arrossa velocemente, inizia a mugolare, non vedevi l’ora di avere questa punizione.
Colpisco ancora più forte, ad ogni colpo sobbalzi, ed emetti gemiti sempre più forti, inarchi la schiena pronta a ricevere un nuovo colpo.
Mi fermo guardo il tuo splendido culo, non resisto più, mi slaccio e tolgo i pantaloni, salgo su di te, porto le tue mani dietro la schiena e ti prendo così, con forza, il mio sesso è dentro di te, sento il tuo calore, i tuoi umori rendono facile i miei movimenti dentro di te, ti posseggo con inaudita foga, con una violenza che non ti aspettavi, inizi a piangere a dire che hai paura, ma nello stesso tempo il tuo corpo asseconda i miei colpi, ha voglia di essere presa, di essere “posseduta” ma la tua mente cerca di resistere ma cede al piacere.
Ti fai possedere lasciando andare il tuo corpo, sei in mia balia, ti prendo con colpi sempre più forti e profondi, ora il tuo pianto, i tuoi lamenti si sono trasformati in mugolii di piacere, gemi ad ogni colpo il mio sesso è dentro te, tutto dentro, sono dentro di te fino in fondo, sento l’utero ad ogni colpo profondo.
Mi fermo, resto così dentro di te per alcuni secondi, interminabili, sento montare il tuo orgasmo- Sento le contrazioni che ritmicamente stringono il mio piacere dentro di te.
Anche tu ti sei fermata, resti immobile, sola con l’orgasmo che è dentro te, è solo tuo.
Aspetto che questo piacevole pulsare termini per poter uscire da te. adesso è il mio turno. Tu oramai sei esausta, ti sei lasciata andare del tutto, sei un corpo inerme davanti a me, ti bacio tra le cosce fradice di umori e poi risalgo verso l’altro tuo fiore, è rilassato e facilmente riesco a penetrarlo con il mio sesso. Spingo leggermente e sento che ti rilassi per farmi entrare, spingo ancora di più, sento lo sforzo che fai per ricevere dentro di te il mio sesso, ti vedo stringere forte il lenzuolo con le mani, ti sto facendo male, spingo ancora un po, sento la punta del mio piacere entrare dentro te, plop, sembra essere inghiottita dal tuo corpo, rimango fermo mentre respiri affannosamente cercando di resistere al dolore che in questo momento provi, l sudore imperla la tua fronte, i muscoli della tua schiena sono tesi, non mi fermo, spingo ancora, ti voglio mia. Tutta mia.
Mi muovo lentamente ma spingendo sempre u po di più, continuo ad entrare dentro di te. Mi implori di fermarmi, sento stringere intorno all’asta del mio sesso ma spingo ancora, con maggiore decisione.
Mordi il cuscino per non urlare, sono completamente dentro te ed inizio un andirivieni lento, continuo e costante. Sento che stai cedendo, che stai passando dal dolore iniziale al piacere. Ti stai concedendo completamente.
I miei movimenti adesso sono più frenetici ti posseggo pure adesso con foga, tu mi assecondi con movimenti del bacino, cerchi anche tu di abbandonarti al piacere.
Non ce la faccio più nemmeno io, sento che sto per esplodere. Non voglio venire dentro te, mi fermo e con due schiaffi sulle natiche fermo i tuoi movimenti. Provi a muoverti di nuovo, il mio sesso pulsa all’impazzata dentro di te, ancora degli schiaffi sul culo che sta iniziando a diventare rosso e ti fermi stavolta rimani definitivamente ferma.
Lentamente scivolo via da dentro te. Eccolo è completamente uscito, adesso posso inondare di nettare la tua schiena, fiotti caldi e abbondanti ti coprono, la tua schiena, i tuoi capelli sono coperti dal mio nettare. Rimango fermo così, immobile guardando il tuo culo ancora dilatato, aperto oscenamente, vedo distintamente il su ritmico chiudersi e rilassarsi schiudendosi di nuovo.
Mi alzo, ti bacio sul collo e ti sussurro in un’orecchio, “adesso puoi tornare a casa, puttanella”.
Mi siedo sulla poltrona, di fronte al letto e rimango a fissarti mentre lentamente ti rivesti, cerchi di dirmi anche cosa, ma ti ordino di muoverti, sobbalzi al mio ordine, sembri imbambolata, inebetita, non sai più cosa fare, ti dico di indossare di nuovo quello che avevi e tu meccanicamente lo fai. “adesso puoi andare, ti chiamo io quando avrò di nuovo voglia di divertirmi, vai!”
Silenziosamente indossi il soprabito che avevi quando sei arrivata, apri la porta, rimani ferma lì per un attimo, “Vai!” il mio comando deciso, chiudi la porta e torni a casa, alla tua famiglia, da chi non sa di questa tua magnifica perversione, puttanella mia!

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