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Racconti di Dominazione

Chiara Ricattata – Capitolo 1

By 29 Marzo 2020One Comment

Oggi è il mio quarto mesiversario di stage, mancano ancora due mesi e forse mi assumono, questo è il mio primo stage, sono fiera di aver superato le selezioni, eravamo in quattro e le ho superate tutte. Ho dovuto prendere un appartamentino in affitto in città perché la vita da pendolare non mi si addice e se tutto va bene e sarò assunta io e il mio ragazzo Mario potremo sposarci prima della fine dell’anno, così verrà a vivere qui con me nel mio appartamento.
Accanto al mio appartamento vive una famiglia piuttosto normale se non fosse per il figlio, Giorgio, un cafone strafottente che ogni qualvolta ci incrociamo sulle scale non disdegna sguardi sfrontati, battute sprezzanti a sfondo sessuale o comportamenti irriverenti a cui non riesco a rispondere per le rime… potrebbe essere un universitario o lavorare, anche se a me sembra un nullafacente… mi fa assolutamente ribrezzo soprattutto pensando che avrà quasi la mia età.

Al momento mi sto occupando di un evento per una palestra, vogliono festeggiare il decimo anniversario e hanno pensato ad una festa in discoteca, l’azienda mi ha assegnato la responsabilità della gestione e della preparazione dell’evento.
Sto definendo gli ultimi dettagli, il discoparty si terrà sabato, solo per gli iscritti.
Ho conosciuto il proprietario della palestra, Carlo, un signore molto distinto e simpatico mi ha regalato due mesi in palestra e questo mi ha riempito di entusiasmo, il mio aspetto è molto asciutto a dispetto di un seno abbondante e prosperoso, bionda naturale sono una discreta bellezza che non passa certo inosservata ma un corpo così necessità di cure e ancora non ero riuscita a trovare la palestra giusta.

Venerdì sera rientro esausta, dopo aver fatto un sopralluogo in discoteca, l’unico vero neo di questo lavoro è che ti devi vestire sempre molto elegante, in questo ambiente alle idee e all’intelligenza occorre aggiungere un aspetto estremamente sexy, quindi tacchi almeno di nove centimetri e gonne corte su un corpo da urlo lasciano il segno.
Incontro sul pianerottolo Giorgio, intento a farsi una canna lo guardo con disprezzo e squadrandomi mi apostrofa con l’ennesima battuta volgare
– Nella vita non importa con chi vai, ma con chi vieni.
– Ma io non sto venendo con nessuno sono sola e sto tornando a casa se gentilmente mi fai passare – gli rispondo con acidità
– Non essere acida, tieni dai una tirata vedi che poi ti senti meglio  – offrendomi la canna, io non ho mai fumato sono stizzita per come mi ha apostrofata… penso però che magari mi rilassa come dicono le mie amiche, prendo il cilindro e do due aspirate, inizio a tossire.

– Non hai mai fumato vero? Si vede benissimo – ride Giorgio
– Tu invece sembri un esperto, vero? – gli rispondo maledicendolo – quanti anni hai?
– Ventitre e tu?
– Trenta
– Beh a quell’età dovresti essere capace di dare una tirata ad una canna, tiè prova ancora o sei la solita suora bacchettona provinciale che si atteggia con vestiti e modi ma non sa nulla della vita – e me la ripassa, la rimetto tra le labbra per non dargli soddisfazione e aspiro profondamente, questa volta penetra fino ai polmoni e mi sento immediatamente la testa girare tanto che mi ritrovo sdraiata sul pianerottolo, la gonna si alza e mette in mostra le mie mutandine e quel bastando veloce come un fulmine mi fotografa in quella posizione sconcia senza che me ne accorga poi mi aiuta a rialzarmi, con l’ennesima battuta a sfondo sessuale
– Facciamo così: tu vai su e mettiti a letto. E se fra un’ora non sono arrivato, comincia pure senza di me. – ridendo della sua ennesima cafoneria, mi alzo e lo abbandono li senza neanche salutarlo tanto sono ancora intontita.

Mi sveglio il pomeriggio, tranquilla, ieri sera mi devo essere addormentata senza cambiarmi… ho ancora indossi i vestiti… mi faccio una bella doccia pensando che il mio corpo è splendido e da lunedì comincio la palestra così da renderlo ancora più bello.
Mi preparo per la serata, un abito rosso fuoco che lascia tutte le spalle e metà schiena scoperta arrivando fin sopra il ginocchio, inoltre metto degli slip dello stesso colore che con la mia fica completamente depilata mi fanno sentire ancora più sexy, sotto metto delle calze a rete larghe sempre rosse con scarpe tacco dodici.
Sono pronta per la mia prima serata e mi sento una gran fica… chissà se Carlo apprezzerà… sono 2 mesi che non faccio sesso con Mario e il signore mi intriga non poco… mi eccitano gli uomini maturi ci mettono tanta passione nel sesso. Mi do della scema a pensare cose del genere ma nello stesso tempo solletica il mio ego femminile.

La serata va alla grande, ci saranno almeno centocinquanta persone che ballano all’impazzata, mentre il complesso trap suona, io mi sto divertendo a guardare i vari maschietti pompati che sbavano sulle mia gambe.
La serata continua tranquilla finché non mi sento battere sulla spalla nuda, mi giro per piazzare un sonoro schiaffo a qualcuno e mi ritrovo Giorgio con quel suo sguardo ebete e il sorriso a 32 denti che mi saluta.
– Chiara ma anche tu qui?
– Si, l’ho organizzata io questo party… tu invece che ci fai l’ingresso è solo per gli ospiti – gli rispondo sgarbata pensando si sia imbucato
– Io sono ospite, frequento la palestra – mi risponde – Sono contento di trovarti qui avevo voglia di mostrarti qualcosa ma non sapevo bene quando… ora lo so – sorridendo
– Cosa mi devi mostrare e non fare le solite battute da porco – ancora più sgarbata pensando alla solita battuta sconcia
– Non qui davanti a tutti, vieni con me dietro la scalinata
– Senti Giorgio, io sono qui per lavoro non per i tuoi giochetti infantili, vedi di svignartela e andare a ballare senza…

– Non sto scherzando – mi interrompe e mi sbatte in faccia il suo cellulare con la mia foto sdraiata sulle scale con le mutande all’aria e una canna in bocca… resto basita, impallidisco, il terrore mi fa tremare le gambe e devo appoggiarmi a lui che mi sorregge e avvicinandosi al mio orecchio mi sussurra – Ora hai capito che è meglio se vieni dietro dove nessuno può vederci – iniziamo a muoverci dirigendoci in un posto appartato, appena sicuri dietro un tendone mi apostrofa
– Hai visto che foto eh? Una vera fortuna la mia, chissà che penseranno i tuoi capi quando ti vedranno così – con la voce tremula lo rimprovero – Giorgio cancella immediatamente quella foto, come ti sei permesso!
La mia testa si affolla di paure, sopratutto perché i proprietari sono persone che chiedono un comportamento irreprensibile, senza macchie o sbavature, poi penso al mio ragazzo, lui che è contro le droghe, se dovesse vedere questa foto mi lascia su due piedi senza se e senza ma
– No Chiara non funziona così, mi hai schifato per due mesi e ora è il mio turno – e così dicendo si avvicina a me e mi mette una mano sul culo stringendolo e iniziando a baciare il collo scoperto.
– Ma che diavolo fai – lo scanso stizzita – Sei impazzito non ti permettere porco!
– Senti bella, o stai buona o pubblico la foto su internet e la mando a tutti quelli della palestra così poi vediamo se qualcuno vuole ancora una tossica come dipendente – queste parole mi spaventano a morte, divento bianca in volto e lui capisce di avermi in pugno
– Ci siamo capiti, ora lasciami controllare la merce – e mi rimette la mano sul culo, tastandolo pesantemente
– Vedo che sei bella tonica qui, bene ci divertiremo parecchio – infila la mano sotto la gonna e va a finire sulle mie mutandine che sposta e inizia a smaneggiare il mio sesso.

– Ah sei completamente depilata… eccitante
– Ti prego Giorgio, finiamola qui… è un brutto scherzo, prometto di trattarti meglio d’ora in poi – supplico cercando di farlo smettere
– Ancora con questa storia? Ora sei in debito con me se rivuoi la tua foto… è il momento di pagare – toglie la mano mi prende per le spalle e mi spinge in basso, io mi lascio trasportare e mi inginocchio davanti a lui… si slaccia i pantaloni, estrae il suo cazzo già in tiro e dice solamente – Succhia
Ho il terrore dipinto sul volto, mi sento prigioniera e ricattata da uno lurido porco di vent’anni e non trovo le forze per fare nulla, arrivo a pensare che se lo assecondo poi una volta soddisfatto, una volta che ha ottenuto quello che vuole mi lascia stare ed io posso chiudere questa cosa nel dimenticatoio, negli errori da nascondere.
Mi continuo a dire che è un sacrificio che devo fare, che in fin dei conti è un ragazzino e finisce tutto li, ma la cosa mi riempie di vergogna, mi sento umiliata, disgustata per quel baratto imposto… sesso in cambio della foto…
– T’ho detto succhia!! – alzando la voce, per paura che qualcuno ci possa sentire imbocco il suo cazzo e inizio a succhiarlo e pomparlo, mi piace fare i pompini ma mai fatto ad una persona più giovane di me, sono impaurita e spero tutto questo finisca presto, gli succhio il cazzo e lo pompo nella speranza che venga e mi dia la foto, ma lui mi blocca, prende la mia testa e tenendomi ferma comincia a scoparmi in bocca come se fosse una fica, me lo infila tutto fino alle palle e lo ritira fuori e spinge di nuovo dentro intanto che proferisce parole oscene – Brava troia sai succhiare bene, sei proprio una pompinara di professione, così tutto in bocca lo devi prendere fino in fondo nella tua boccuccia da pompinara – continua a scoparmi senza delicatezza finche non sento aumentare il ritmo – Adesso te la bevi tutta la mia sborra, te la riempio questa bocca da troia!! Ingoia tutto puttanella, fammi vedere quando sei brava – continua a scoparmi la bocca infilando il suo cazzo dentro finché si ferma lo spinge tutto in gola e si svuota con un gridolino strozzato  riempiendomi la bocca di sborra calda e densa, due tre quattro schizzi mi arrivano e visto che mi tiene la testa non posso fare altro che ingoiare tutto – Ahhh si troia ingoia tutta la mia sborra fai il tuo dovere di pompinara svuotapalle ahhhh.

Ingoio tutto fino all’ultimo schizzo di sborra densa e dolciastra, esce dalla mia bocca, si rimette il cazzo nei pantaloni.
Mi sento umiliata profondamente, usata, ma mi dico che era l’unica soluzione, il ragazzino ha voluto solo sfogare le sue fantasie cosa vuoi che sappia…
– Sei stata brava come pompinara….
Il mondo sgretola sotto i miei piedi, ha quello sguardo sfrontato
– Aspetta ho fatto come mi hai chiesto ora cancella quella foto
– quella del cellulare è solo la copia, per l’originale…. domani è domenica, lascia le chiavi sotto lo zerbino perché appena mi sveglio vengo a trovarti per l’originale così ne parliamo con un po’ più di calma… vedrai che un accordo lo troviamo …. Non sono come te, so essere ragionevole e alla fine cancellerò l’originale di quella foto…
Se ne va, io non riesco a credere a quello che mi ha detto, vorrei piangere, mi dirigo verso il bagno per sistemarmi il trucco e mi chiudo dentro.
Profondi respiri gonfiano i miei polmoni mentre cerco di riprendere il controllo, mettere a fuoco la situazione. Ora però devo continuare il mio lavoro, cerco di liberare la mente e buttarmi nel lavoro dicendomi che domani risolverò tutto che troverò la soluzione.

Durante la serata, ogni tanto il tarlo di quella foto mi scatena preoccupazione, sopratutto quando sento espressioni dei partecipanti del committente con i proprietari dell’agenzia “… ah noi quelle cose di steroidi ed anabolizzanti le consideriamo delle aberrazioni, solo dei falliti li usano, come le droghe chi ne fa uso sarebbe da escluderli da posti di lavoro”… o …”… nel nostro mondo degli eventi come nel tuo ci sono troppi che usano scorciatoie e droghe, per fortuna che per noi non è cosi se dovessimo venire a conoscenza di una roba del genere sarebbero fuori seduta stante e faremmo in modo che nessuno li prenda in considerazione nemmeno per pulire i cessi…”

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