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Racconti di Dominazione

Devozione assoluta

By 22 Aprile 2013Dicembre 16th, 2019No Comments

 

 

Saverio era arrabbiato, quella mattina sua cugina Virginia, oramai diciottenne si sposava con un ricco e maturo uomo. La sua compagna di giochi gli veniva sottratta.

Lei era ancora a letto, era prestissimo e lui si intruffolo’ nella sua stanza, come aveva fatto spesso, sollevo’ le coperte e le guardo’ il culo, era bello come piaceva a lui, era sodo rotondo, lei dormiva nuda da quando lui glielo aveva chiesto,

le accarezzo’ il culo, polposo, Virginia si desto’ sentendo il tocco della sua mano, e si volto’ gli sorrise « tesoro, come mi piace essere svegliata da te…mio dio che ore sono? »

« E’ presto, tranquilla sono venuto a vederti, chissà quanto tempo passerà prima di rivedersi, Virginia sono cosi’ arrabbiato che te ne devi andare ».

« Non posso oppormi ai miei genitori, ti adoro mio piccolo despota, ma come possiamo ribellarci a quanto sta accadendo, devo per forza sposare Remo, lui praticamente è in affari con  papà, sai è lui che ha la maggior parte dei soldi ».

Saverio era triste e Virginia pure, lo prese tra le sue braccia e lo cullo’ per consolarlo, baciandolo, erano oramai anni che lei si occupava di lui, da quando i suoi genitori erano morti e sua madre quale unica parente lo aveva ospitato da loro, ma la zia Aurelia, non era molto disponibile a fare la mamma, era troppo mondana e cosi’ la figlioletta si era occupata del cuginetto.

E Saverio le parlo’ di come loro si erano sviluppati ed erano diventati amanti, una cosa forse incredibile ma in fondo adesso lui l’avrebbe persa, perchè si sposava andando ad abitare nella casa di lui.

Virginia gli sussurro’ “tesoro, non ho mai voluto bene a nessuno come a te, e sarai sempre il mio padrone, nessuno sarà mai come te, è una promessa e ogni volta che sarà possibile cercheremo di vederci e amarci se tu sei d’accordo”.

Saverio tra le calde braccia di Virginia assenti’ eppure lei cosi’ dolce e sottomessa ai suoi desideri, che gli aveva insegnato che godeva ad essere maltrattata come una schiava, adesso consolava lui, che avrebbe invece dovuto consolare lei, in fondo era lui l’uomo, il suo padrone come lo chiamava lei.

Si stacco’ e la bacio’ sulla bocca, con passione, aveva imparato in un anno l’arte dell’amore, lo avevano imparato insieme e spiando la madre di Virginia quando si incontrava con il suo amante.

Poi Virginia aveva trovato dei libri che parlavano di storie sessuali erano libri che sua madre teneva nascosti, ma torvato il nascondiglio, avevano letto tutto e per questo avevano fatto quei giochi, gli stessi che la zia faceva con l’amante.

« Questa notte » disse Saverio « verro’ a trovarti quando il beone si sarà addormentato » Virginia impallidi’  « sei impazzito e se si sveglia? » dormirà fallo bere e poi prima di andare a letto fagli bere l’ultimo bicchiere con quella polverina che usa tua madre quando vuole dormire che è stanca.

Con questo piano si accordarono e poi Saverio rientro’ nella sua stanza, fra non  molto avrebbe dovuto alzarsi, e andare alle stalle, si era incaricato lui di aiutare a governare i cavalli per la carrozza che avrebbe portato la sposa in chiesa, anche se aveva solo tredici anni era comunque molto pratico di tutto quello che concerneva i cavalli, e adorava occuparsene.

Tutto era stato fatto, la cerimonia nella chiesa del paese quasi tutti i pochi abitanti erano venuti ad assistere al matrimonio della bella Virginia con Remo, un beone ma che era molto ricco.

Poi nel gran parco della villa di casa, c’era stato il banchetto, tutte quelle donne ne avevano approffittato per mettersi in ghingheri con vestiti che parevano vestiti da notte bianchi, o rosa qualcuna in azzurro, e comunque tutti colori di quel genere, alcune che venivano dalla città avevano il trucco vistoso che solo certe donnacce mettono come le attrici, tutte cose che piacevano a Saverio ma guai a dirlo.

Sua zia sarebbe inorridita sentendolo fare certi discorsi, che ipocrita penso’, la zia è una gran vacca come la chiama il suo amante, e anche lei per incontrarsi con lui si mette del colore sulle guance intorno agli occhi e sulle labbra, e poi le cose che dice, sono la tua vacca montami ecco cosa gli dice e fa tanto la donna per bene.

Si, cosi dopo aver scoperto la zia in camera con l’amante e aver assistito ai suoi amplessi che dovevano procurarle enorme piacere, lui e sua cugina dai giochetti di fammi vedere le pudende che ti faccio vedere le mie, avevano fatto il salto ed erano passati al sesso attivo e anche perverso, perchè quando Virginia aveva visto come godeva sua madre nel farsi sculacciare dal suo amante aveva voluto provare anche lei, e Saverio l’aveva accontetata. E gli era piaciuto cosi’ tanto che non erano piu’ riusciti a farne a meno, avevano imitato quello che faceva la zia organizzandosi per spiarla sempre piu’ spesso.

Oramai gli invitati erano saliti sulle carrozze, e se ne stavano andando, Remo era ubriaco che a malapena si reggeva in piedi, Saverio vide sua cugina e questa ebbe con lui un cenno d’intesa gli aveva messo il sonnifero nel bicchiere.

Si sarebbero visti in camera da letto fra non molto, Virginia accompagno’ il suo neo sposo nella loro camera da letto, per la prima notte di nozze.

Lo spoglio’ e gli disse che si andava a rinfrescare per essere pronta per la notte, al suo ritorno lui era già addormentato.

Accosto’ l’uscio e attese nuda che arrivasse Saverio, lui non tardo’ molto , e si infilo’ nella stanza, ma per sua sfortuna nessuno dei due si accorse che la porta non si era chiusa bene e cosi’ resto’ solo accostata.

L’inizio pareva promettente ma la sfortuna si sarebbe accanita su di loro per allontanarli, ma in quel momento non  lo sapevano.

Erano oramai uniti nell’amplesso quando la zia Aurelia che sta salendo sente i rumori e si accorge della porta aperta, si avvicina e si ferma, le pare di sentire che sua figlia assolve il suo compito coniugale ma vede la forma immobile nel letto e si dice che qualcosa non va, guarda dentro e vede sua figlia che si tiene alla sponda del letto e suo nipote che la sta prendendo alla pecorina.

Entra e li fulmina con lo sguardo, prende suo nipote che si è immobilizzato vedendola e lo tira via, resta per un attimo allibita di fronte alla verga possente del nipote, praticamente comprendendo il desiderio della figlia ma decide di rimandarlo in camera sua, poi prende sua figlia che cerca di coprirsi le parti intime di fronte alla madre che le dice che è una stupida oca, un rischio simile è pura follia.

Gli fa prendere in mano il pene moscio del marito e di masturbrarlo sperando che nel sonno possa ottenere qualcosa e farlo venire e bagnare del suo sperma cosi’ non avrà sospetti.

Poi prende gli umori di lei e passa la mano umida sui genitali di lui, e preso il rasoio del genero dalla sua borsa si fa un taglietto e lascia cadere alcune gocce di sangue su di lui e sul lenzuolo, cosi’ crederà di averti sverginata, stupida oca non hai pensato a nulla, solo perchè hai un cugino con un grosso pene non è un motivo per non pensare al futuro.

Poi ando’ in camera del nipote e lo sgrido’ dandogli dello sciagurato, che voleva rovinare sua cugina, e un sacco di rimproveri, poi gli dice che sarà meglio che vada in collegio a studiare e cosi’ non avrà cattivi pensieri. Al mattino la cugina ed il neo marito partono per il loro viaggio di nozze, andranno fino a Roma e poi torneranno fermandosi a Firenze in città, suo marito ha una autovettura sua e questo significa che faranno un viaggio avventuroso non come le altre coppie che devono prendere il treno. Sua cugina lo abbraccia nel salutarlo e una lacrima le bagna una guancia, lui le chiede di non piangere e lei si trattiene poi scappa via, dalla finestra vede che la aiutano salire sull’auto e partono con qualche scoppiettio del motore.

Dopo due settimane un telegramma avvisa che il giovane Saverio puo’ essere accolto anche subito presso il collegio.

Ancora due giorni e puo’ partire, al mattino presto i cavalli sono pronti e aggiogati alla carrozza, sarà il vecchio stalliere ad accompagnarlo fino alla stazione, dove prenderà il treno.

Lo zio Vanni, un uomo buono e tranquillo gli mette in tasca qualche moneta in piu’ di quelle che gli ha lasciato sua zia, e poi gli tende la mano come ad un uomo.

Arturo lo stalliere che lo accompagnava, gli disse che il collegio non era una brutta cosa aveva sentito dire che si studiava e cosi’ si poteva imparare molto di piu’ che nella scuola del paese, avrebbe studiato e sarebbe diventato un signore importante, era meglio cosi’ gli disse,  e poi l’anno prossimo avrebbe comunque dovuto andare al ginnasio cosi’ era già sistemato.

Arturo attese con lui l’arrivo del treno lo sentirono in lontananza che arrivava anche se prima videro il fumo del vapore della caldaia. Quando arrivo’ con un fischio e un stridio di freni, Arturo lo aiuto a portare la valigia e si assicuro’ che era ben installato, gli porse la mano e gli disse: “buona fortuna, studia che ti servirà vedrai credi a uno che non ha potuto”.

Il treno si avvio’ lentamente poi sempre piu’ veloce, la locomotiva trainava il convoglio ci mise alcune ore ad arrivare ed erano quasi le dodici quando giunse alla stazione didestinazione, l’attendeva li’ un signore anziano che lo aiuto’ riconoscendo l’unico viaggiatore solo di tredici anni che era l’allievo che era atteso al collegio gli chiese se si chiamava Saverio e avutone conferma gli spiego’ che era il giardiniere del collegio e avrebbe mangiato da lui per il periodo in cui il collegio era chiuso, c’era un altro alunno arrivato il giorno prima che i famigliari non avevano potuto tenere a casa e ora era li’ in attesa che la scuola riaprisse.

Era un uomo loquace gli piaceva parlare e spiego’ come andavano le cose al collegio, disse che li essendo vacanza potevano andare in giro per la tenuta del collegio, e andare a pescare o a cavallo, era un bel posto, “vedrai” gli disse, approfittate di questo periodo perchè quando riprende la scuola non avrete tempo.

Arrivarono e gli presentarono la moglie del giardiniere che era anche la cuoca del collegio la signora Cesira, gli presentano Massimiliano un ragazzo anche lui tredicenne ma piu’ esile di lui con i lineamenti delicati e femminili e i capelli lunghi un po’ ondulati, molto bello, troppo per un ragazzo, anche nelle sue movenze in lui si vede una delicatezza tutta femminile ma è molto cortese e servizievole e aiuta Cesira a servire in tavola.

Poi nel pomeriggio accompagna Saverio nei dormitori e gli fa vedere dove si è installato e gli mostra il suo letto accanto al suo.

Il dormitorio ha quattordici letti per ogni stanzone, e loro essendo gli ultimi arrivati hanno gli ultimi posti perchè gli altri sono già prenotati dagli allievi dell’anno prima come gli ha spiegato il Professore Gustavo che è li’ ma non si fa mai vedere.

Saverio installa la sua roba e massimiliano si offre di aiutarlo e gli piega bene le camice che lui aveva buttato sulla branda, sistemandole, lo osserva e gli pare di vedere una delle cameriere di sua zia da come lavora piegando gli indumenti.

Poi vanno a visitare il parco, Massimiliano non lo ha fatto essendo arrivato il giorno prima, Saverio ha portato un vecchio lenzuolo e gli dice andiamo al laghetto, il giardiniere aveva detto che si poteva fare il bagno, si avviano passando per un prato e dietro in una zona circondata da un boschetto e c’è il laghetto.

Saverio si spoglia e si tuffa cominciando a nuotare, mentre Massimiliano non si muove Saverio lo invita a buttarsi.

Allora nudo Saverio esce dall’acqua e Massimiliano gira la testa arrossendo per non guardarlo, e allora gli chiede perchè non vuole fare il bagno e Massimiliano dice che non sa nuotare.

Avanti spogliati che ti insegno, Massimiliano non osa, allora Saverio lo canzona e gli dice che non si lascia cosi’ un’amicizia appena iniziata.

Massimiliano si spoglia dietro un cespuglio e appena vede che Saverio non puo’ vederlo si avvicina e scende in acqua ha il pene semieretto, ma l’acqua fredda lo calma si immerge fino alla cintura e poi resta li’ camminando lungo la riva. Saverio lo raggiunge e gli si fa vicino e gli dice: “vieni dammi le mani e ti aiuto io a nuotare lasciati andare”, Massimiliano trema e cerca di abbracciarlo ha paura.

Alla fine Saverio si alza e gli dice lasciati andare ti tengo io, gli mette le braccia sotto il ventre e gli dice di stendersi e di iniziare a muovere le braccia e le gambe e lo mantiene a galla, in quella posizione Saverio vede le natiche rotonde di Massimiliano che sono belle come quelle di una donna, morbide e segnate da striature rossastre, segno che è stato frustato, ecco perchè si vergognava.

Lo aiuta a stare a galla e poi lo accompagna nel movimento e alla fine quando la prima lezione è finita gli dice risaliamo, allora lui non osa per non mostrarsi.

Ma Saverio gli chiede se si vergogna di essere nudo o dei segni sul culo, guardandolo severo, Massimiliano trema e due lacrime gli gonfiano gli occhi scendeno sulle guance. 

Saverio lo consola se lo prende tra le braccia come farebbe con una ragazza e gli dice che le ha viste prima quelle striature rosse e che a lui puo’ raccontare tutto.

Massimiliano allora piangendo gli racconta tutto e intanto Saverio tenendolo tra le braccia lo porta in riva al laghetto e lo fa stendere sul suo lenzuolo, e lo coccola e Massimiliano si confida spiegando che dalla morte del padre sua madre lo frusta per le sciocchezze che compie perchè prima era suo padre che frustava lei, e adesso lo ha mandato li’ perchè lei doveva andare a Parigi con un suo amico, anzi il suo amante.

E si mette a piangere raccolto nelle braccia dell’amico appena conosciuto, l’unico amico che ha, non ne ha mai avuto di amici, e il calore della sua pelle a contatto con quella dell’amico eccita entrambi Saverio lo tratta come una ragazzina e lui si lascia coccolare come se fosse veramente una ragazzina.

Saverio che è piu’ intrapprendente, gli fa delle domande e Massimiliano si confida spiegando che sua madre lo vestiva da bambina e che lo sculacciava spesso e che l’ultima volta, mentre lo sculacciava lui che aveve il suo pisello duro gli usci’ una sostanza sporcando la gonna della madre per questo ha poi usato la frusta e ha deciso che doveva andare in collegio. Saverio decise che tutto questo era molto interessante e diede qualche bacetto consolatorio come penso’ facesse la sua mamma sulle gote e sulle palpebre, e Massimiliano si lasciava fare quando gli prese il pisello in mano e lo fece godere il suo seme lo raccolse sulla mano e disse a Massimiliano “lecca la mia mano” Massimiliano lecco’ la mano vergognoso e gli chiese se lo avrebbe punito.

Saverio gli chiese: “dimmi se vuoi essere punito”, Massimiliano rosso in viso gli disse di si’.

Saverio lo fece mettere sulle sue ginocchia e lo sculaccio’ a lungo e si accorse che massimiliano si era di nuovo eccitato.

Allora gli disse, vieni qui’, sarai la mia bambina e voglio che impari bene cosa devi fare. Come creta lo stava preparando a soddisfare i suoi istinti dominatori, si fece succhiare il pene e Massimiliano lo fece con buona volontà e pareva che sapesse come si doveva fare, quando Saverio senti’ che era vicino all’orgasmo gli disse di bere tutto e gli rovescio’ in bocca la sua sborra bollente e Massimiliano obbediente e sottomesso ingoio’ tutto come aveva comunque visto fare a sua madre con il suo amante quando li aveva spesso spiati di nascosto.

 

 

 

Era buio nel dormitorio, un temporale estivo si era scatenato, i tuoni ed i lampi facevano fremere Massimiliano,illuminando a spazzi attraverso le finestre il camerone, Massimiliano si alzo’ e avvicinatosi al letto di Saverio gli chiese se poteva coricarsi vicino a lui, Saverio sollevo’ le lenzuola e gli fece posto.

Massimiliano gli si strinse contro, come in cerca di protezione, ma forse soprattutto bisognoso di affetto, cercava la protezione di qualcuno e oramai con Saverio il loro rapporto in quei tre giorni si era piuttosto consolidato, il desiderio di questa amicizia particolare faceva fremere Massimiliano, sentiva una vera venerazione per il suo amico.

Saverio invece, aveva piacere di sentirsi importante, e il suo ego ne era immensamente gratificato, avrebbe avuto dopo la sua cuginetta anche uno schiavo, il suo senso per il dominio era scattato già dal primo giorno, e aveva ottenuto la confessione di tutti i piu’ reconditi pensieri e desideri di Massimiliano, e anche di quanto era accaduto tra lui e la madre che desiderando una bambina lo aveva sempre vestito da femmina fino ai dieci anni, appena suo padre morto, la contessa aveva imposto una disciplina assoluta al figlio facendogli svolgere incarichi da cameriera.

Lui avrebbe desiderato accontentare sua madre ed essere una bambina e cosi’ lentamente stava modificando il suo modo di essere, aveva rubato alcuni indumenti intimi di sua madre e delle foto che aveva fatto il suo amante a lei nuda. Era bellissima una donna sposatasi a meno di quindici anni, ebbe un figlio dopo otto mesi dal matrimonio, e adesso a ventotto anni era corteggiata da molti. Una vera donna da bordello la definivano alcuni dei suoi amanti, una schiava sessuale.

Massimiliano aveva subito le punizioni della madre e ne era lieto, nella speranza di assomigliarle il piu’ possibile, aveva spesso di nascosto assistito ai rapporti di sua madre con gli amanti vedendola sottoposta alla frusta prima di essere presa, posseduta con forza, e lei che invocava sempre di piu’ sia frustate che rapporti violenti, esibendosi come una cagna ed esaudendo ogni richiesta dei suoi amanti. Non molti ma sempre uomini dominanti, e anche ricchi.

Adesso avendo trovato in Saverio un amante che lo dominava si sentiva molto piu’ vicino a sua madre, e cosi’ cercava di essere sempre seducente.

In quei giorni Saverio aveva cercato una volta di sodomizzarlo ma aveva una verga troppo grossa per Massimiliano, allora gli aveva detto che doveva allargarlo, e si era dato da fare nel capanno degli attrezzi a costruire un legno dandogli forma fallica, con impugnatura con un’elsa, da usare su  Massimiliano.

Lo aveva fatto bene passato con la carta vetrata fino a renderlo perfettamente liscio, ed era pronto. Anche se sapeva che quel giorno sarebbe stato l’inizio di una nuova trasfromazione per lui, era piuttosto timoroso, in quei giorni Saverio lo aveva toccato con le dita penetrandolo a lungo, e gli era piaciuto molto, si sentiva ancora piu’ sottomesso quando aveva le dita dell’amico dentro di sé.

Era con ansia che attendeva il momento in cui lo avrebbe preso e fatto suo, adesso pero’ stargli cosi’ vicino lo faceva sentire protetto e gli piaceva respirare il suo odore.

Al mattino avevano fatto con il professore una lieve lezione di un paio d’ore su temi che riguardavano i progammi iniziati dagli altri ragazzi l’anno prima per verificare il loro livello di preparazione ed il professore era rimasto soddisfatto.

Dopo pranzo, si ritirarono e si rinchiusero in una casupola dove non andava nessuno, avevano portato due coperte e della paglia, Saverio aveva ordinato a Massimiliano di procurarsi del burro o del grasso.

Tiro’ fuori dalla coperta il fallo di legno che aveva preparato e lo fece vedere a Massimiliano che ebbe un fremito di eccitazione e gli regalo’ un sorriso di felicità pareva gli avesse fatto un regalo da pascià, era pronto per il sacrificio e la paura era inferiore all’eccitazione per compiacere il suo amante.

Lo unsero con il burro, Massimiliano si spoglio’ ansioso di provare, ma Saverio gli disse che questa sua fretta era pessima, lo avrebbe prima sculacciato cosi’ imparava a controllarsi.

Massimiliano si dispose sulle ginocchia dell’amico e attese con evidente eccitazione la punizione, desideroso di dimostrare quanto apprezzasse ogni cosa gli facesse il suo amico, Saverio lo sculaccio’ per bene facendogli le natiche belle rosse, appena giudico’ il colore sufficientemente acceso smise e lo fece disporre carponi, avvicino’ all’ ano quel simulacro fallico, e lo premette sull’anello dell’ano, dovette forzare un po’ ma poi entro’ Massimiliano gemette dal dolore, ma poi piano piano si abituo’ all’intrusione e Saverio poté muovere il fallo in modo piu’ deciso, Massimiliano inizio’ a gemere piu’ forte ma questa volta era per l’evidente eccitazione che stava salendo, quell’intrusione lo stava facendo godere, e Saverio osservava il pene eretto del suo amichetto che vibrava ad un certo momento fiotti lattei saettarono dal pene di Massimiliano che aveva provato piacere cosi’ tanto sotto la carezza anale che gli stava facendo quel finto pene di legno.

Saverio glielo lascio’ dentro e gli disse “allora hai goduto porcellino, cosa accadrà appena ci mettero’ il mio, sono proprio curioso”.

Poi gli disse di restare in ginocchio con quel pene infilato nel culo, che lui sarebbe ritornato piu’ tardi, e Massimiliano si mise a frignare che non voleva restare solo allora Saverio gli disse che doveva andare a prendere una cosa, e lui doveva essere obbediente e rimanere li in quella posizione per tutto il tempo ad aspettarlo. Si azzardo’ a dire: “ma se arriva qualcuno e mi sorprende cosi’?” “me ne frego” gli rispose Saverio “devi obbedire e basta”, Massimiliano abbasso’ la testa umilmente.

Saverio si assento’ per pochi minuti, ma si sedette fuori del capanno ad attendere per fare aumentare la paura e l’ansia di Massimiliano, dopo una ventina di minuti rientro’. Massimiliano docile non si era mosso, e rimase in quella posizione anche se Saverio non si era annunciato, il che dimostrava la sua totale sottomissione e obbedienza, una prova importante per Saverio.

“Adesso voglio che ti giri e mi guardi ti devo parlare” disse Saverio, docile massimiliano si volto’ e alzo’ la testa verso di lui e vide che teneva in mano uno scudiscio.

“Tu mi apparterrai, sarai il mio schiavo, anzi, sarai la mia schiava e ti chiamerai Liana, perchè Massimiliana è troppo lungo come nome, adesso ti frustero’ con questo scudiscio, e ti proibisco di gridare, se vuoi ti posso mettere un bavaglio”

“si grazie, io apprezzerei molto il bavaglio” Saverio raccolse le mutande di Massimiliano e gliele conficco’ in bocca, poi si mise dietro di lui e gli assesto’ il primo colpo, Massimiliano sussulto’ ed un urlo soffocato gli sfuggi’ dalla bocca una striscia diritta apparve pareva che si trovasse un rilievo sulla pelle delle natiche già arrossate dalla precedente sculacciata.

Poi arrivo’ il secondo parallelo al primo Massimiliano sussulto’ piu’ violentemente e agitava il deretano in modo sconcio con il manico del pene sporgente che era ancora infisso nel suo ano.

Saverio passo davanti per guardarlo in viso, lacrimoni gli colavano dagli occhi bagnandogli le guance rosee da banbina, era bello come sua madre nelle foto che gli aveva fatto vedere. Saverio gli si accosto’ e gli pose un bacio sulla fronte dicendogli: “allora mia dolce Liana, resisterai per gli altri quattro colpi?” Massimiliano fece un cenno di assenso con la testa.

Saverio riprese posizione e lo colpi’ le altre quattro volte in modo da intersecare le frustate tra di loro e creare un gioco di linee rosse che ornavano le natiche di Massimiliano.

Massimiliano aveva mantenuto la posizione ma il suo culo si agitava adesso scosso dal dolore che provava.

Saverio lo sollevo’ un po’ e gli tolse il bavaglio e gli sussurro’ che era contento della sua obbedienza e che sperava non lo deludesse mai, Massimiliano come una cerbiatta innamorata si lascio’ sfuggire un sospiro e allora Saverio gli regalo’ un sorriso ed un bacio.

Poi lo rimise carponi e andato dietro di lui gli sfilo’ il pene di legno dall’ano visto che restava aperto prese ancora del grasso che avevano portato e gli massaggio’ l’ano introducendo le dita e ungendolo per bene, poi sfilatosi i pantaloni appoggio’ il suo glande al buco aperto di Massimiliano e premette, l’ano cedette alla pressione e Saverio era dentro il retto del suo schiavo, per almeno metà della lunghezza del suo pene si fermo’ sentendolo gemere e gli chiese “ ti fa molto male, riesci a rilassarti?”  “Oh si mi fa male, ma ti prego continua io resistero’”.

Saverio premette infilandosi totalmente nel retto di Massimiliano, quando fu arrivato in fondo Massimiliano getto’ un urletto soffocato e si piego’ di piu’. Saverio fece retromarcia per un paio di centimetri, dandogli modo di rilassare un po’ il muscolo e riportarlo ad una posizione piu’ normale, sapeva come fare aveva già inculato la sua cara cuginetta.

Attese immobile nel retto di Massimiliano per una ventina di secondi e lo senti’ rilassarsi e provare a muoversi  lo lascio’ fare Massimiliano avanzo’ sfilandosi il pene per qualche centimetro e poi ributto’ indietro il culo impalandosi del tutto, e li’ allora Saverio decise di cominciare a muoversi, comincio’ come un pistone che va avanti e indietro sbattendo contro il culo dolorante dalle scudisciate ad ogni affondo e godendo sentendosi cosi’ virile e forte, quel ragazzo ora gli apparteneva e ne aveva fatto una ragazza e da come gli andava incontro sarebbe stato legato a lui indissolubilmente.

Quando gli godette nel retto con una abondante sborrata, anche Massimiliano godette e il suo pene eretto sputo’ schizzi di sborra sulla coperta.

Saverio era ancora duro e rimase dentro di Massimiliano senza accennare ad uscire e rimase li’ in attesa pensava che si sarebbe ammosciato ma l’elemento mentale e la sensazione che gli dava sapere che questo ragazzo gli apparteneva come una cosa, e poteva farne cio’ che voleva gli aveva immesso una libido incredibile appena si rese conto che era bello tosto e che poteva ricominciare a incularlo si diede da fare e ricomincio’ a fottere il culo del suo schiavo.

Massimiliano era frastornato dal piacere che provava si sentiva aperto in due, gli pareva di avere il pene di Saverio che gli arrivava fino alla gola, impalato ed inculato come non lo avrebbe mai sognato, adesso si sentiva come sua madre quando il suo amante le aveva fatto la stessa cosa, e si senti’ come una donna e gli piaceva, come gli piaceva sapere di avere un padrone come anche sua madre aveva chiamato il suo ultimo amante.

Saverio procedeva come una locomotiva nel retto oramai ben aperto che lo riceveva come se non fosse mai stato piu’ aperto e sentiva montare in sè la lussuria del dominio assoluto che poteva esercitare su di Massimiliano.

Quando senti’ che stava per avvicinarsi il secondo orgasmo si tiro’ fuori dal retto che rimase aperto anzi spalancato, era uno spettacolo era lui che lo aveva aperto cosi’, gli diede una pacca sul culo e gli ordino’ “avanti schiava vieni a succhiarmi il cazzo troia” Massimiliano si volto’ obbediente e prese in bocca il pene di Saverio con religiosa devozione e che fosse uscito dal suo intestino non gli fece nessuna impressione e inizio’ a leccarlo con dolcezza accarezzando i testicoli, e quando Saverio venne copiosamente inondando la sua bocca gusto’ il suo seme e lo inogio’, poi continuo’ a leccare il cazzo nettandolo bene con la sua lingua servizievole, e poi appena Saverio glielo tolse lui alzo’ lo sguardo, era uno sguardo da docile cagnetto che venerava il proprio padrone, e glielo disse: “Ti appartengo totalmente adesso vero?” cercando una conferma alle sue insicurezze.

Saverio gli rispose: “sei la mia puttanella rottainculo, la mia schiava, e lo sarai fino a che staremo in questo posto e chissà forse anche dopo”.

Massimiliano lo abbraccio’ stringendosi a lui come una fanciulla innamorata e rimase  stretto quasi timoroso di verderlo scomparire, non era un sogno, era una realtà.

Rimasero stesi sulla coperta per un paio d’ore poi Saverio disse imperiosamente: “su vestiti dobbiamo rientrare”

“si padrone” gli rispose Massimiliano guardandolo con devozione.

Quella sera dopo cena rimasero a giocare a carte con il giardiniere e sua moglie, e solo verso le nove si ritirarono,  per andare a letto.

Il professore era passato come tutte le sere ad augurare loro la buona notte, e si era ritirato, allora Massimiliano chiese: “padrone posso dormire con te?” Saverio gli disse che ogni volta che lo disturbava inopportunamente avrebbe poi subito una punizione e quindi gli permetteva di dormire con lui ma solo se si spogliava nudo, e doveva fare atto di sottomissione inchinandosi davanti a lui prima di coricarsi baciando il letto del suo padrone.

Massimiliano si spoglio’ velocemente e rimasto nudo gli si avvicino’ e appena ebbe baciato il letto Saverio scosto’ la coperta per farlo coricare accanto a lui.

Massimiliano gli disse: “ io ti amo padrone, tienimi sempre con te”.

E si appoggio accocolato come un bimbo desideroso di stare tra le braccia di chi lo coccola, e si sentiva protetto li nelle braccia di chi lo aveva fatto diventare cio’ che desiderava provare da tempo innumerevole.

 

 

 

Un anno era trascorso, Saverio e Massimiliano avevano portato avanti il loro particolare rapporto, ma con grande prudenza, certo Massimiliano era piuttosto debole rispetto agli altri ragazzi, quindi Saverio all’inizio quando qualcuno gli voleva fare qualche prepotenza si era intromesso e aveva fatto capire che chiunque lo avesse molestato avrebbe avuto a che fare con lui.

Tutto questo aveva rafforzato la devozione di Massimiliano nei confronti di Saverio, e quindi la sua sudditanza nei suoi confronti.

Erano di nuovo arrivate le vacanze e si dovevano separare, la madre di Massimiliano aveva annunciato che sarebbe venuta a prenderlo la settimana dopo l’inizio delle vacanze e invece Saverio avrebbe dovuto arrangiarsi per ritornare a casa prendendo il treno, percio’ comunico’ a casa nella sua ultima lettera che non sarebbe arrivato alla chiusura della scuola ma la settimana dopo per non lasciare solo il suo amico.

Percio’ ebbero una settimana per restare assieme e da soli con quella libertà di movimento che non avevano avuto durante l’anno.

Saverio ordino’ a Massimiliano usando il suo nomignolo: “Liana, voglio che questo pomeriggio prepari il capanno, come si deve e porti coperte e uno spuntino, il frustino che andrai a recuperare nella selleria e mi attenderai li’ nuda in ginocchio con il culo rivolto alla porta e non ti muoverai fino al mio arrivo”.

Massimiliano fremette e abbassando gli occhi come una fanciulla rispose: “si padrone”. Saverio gli diede un bacio facendolo fremere di eccitazione.

Massimiliano aveva fatto tutto come voleva il suo padrone, e lo attese nella posizione che gli era stata richiesta, con il culo rivolto alla porta, si era lubrificato l’ano da solo con del burro che aveva preso nella cucina.

Era pronto, aveva messo il frustino accanto a se, in modo che il padrone lo trovasse subito, e attese un ora in quella posizione, che per lui era giusta nel suo sottomettersi ogni atto di sudditanza al suo padrone gli pareva piu’ che giustificato e lui avrebbe fatto di tutto per lui.

Era li appena senti’ la porta aprirsi non seppe trattenere un fremito delle natiche nell’attesa di quanto sarebbe accaduto di li a poco.

Saverio gli accarezzo’ le natiche, dicendo “brava la mia puttanella”, raccolse il frustino e poi aggiunse “ siamo soli non disturberemo nessuno e quindi non ti mettero’ il bavaglio, ma tu cerca di non strillare in modo esagerato” “si padrone” rispose Massimiliano.

Il primo colpo arrivo’ veloce e forte con un sibilo che fece tremare Massimiliano, ma a parte il tremito non si sottrasse alla punizione, anzi la desiderava, e appena il colpo con uno schiocco si abbatté sulle sue natiche protese come in  una offerta sacrificale, lui agito’ il bacino per fare capire al suo padrone che aveva sentito bene il colpo, ma non grido’, poi gli altri colpi arrivarono e Massimiliano riceveva i colpi come avrebbe ricevuto un dono del suo padrone, pareva che l’ondeggiare delle sue natiche fosse un messaggio di ringraziamento per ogni colpo, al sesto colpo senti’ un piccolo gemito sfuggire dalle labbra di Massimiliano e Saverio cesso’ di colpirlo.

Allora Saverio si avvicino’ passo’ una mano sotto il ventre di Massimiliano e gli tocco’ il sesso teso, e gli disse: “la mia puttanella si è eccitata, bene adesso ti inculo mia cara” “siiii… padrone grazie di avermi punito” e Saverio lo infilo’ nell’ano perfettamente lubrificato, oramai il rodaggio era stato fatto a dovere e malgrado Saverio avesse una verga fuori dal comune quanto a dimensioni il culo di Saverio si era adattato a quelle intrusioni.

Saverio lo monto’ con grande foga come per sfogarsi di tutte le volte che avevano dovuto farlo in sordina e rapidamente, e anche Massimiliano godeva in modo piu’ sconcio supplicando ad alta voce di sfondarlo che era la sua schiava e la sua puttanella come piaceva a Saverio sentirgli dire.

Quando venne nel culo di Massimiliano rimase conficcato ancora dentro di lui come la prima volta che lo aveva inculato ancora preso dalla libidine, e ando’ a toccargli il pene passando la mano sotto il suo ventre e anche lui era ancora in tiro non godeva piu’ come all’inizio al primo tocco, e Saverio riprese a montarlo e a masturbarlo contemporaneamente.

Alla seconda goduta giunsero insieme e si abbatterono sulla coperta che fungeva da letto improvvisato restando attaccati.

Passarono tutta la settimana nei loro giochi di dominio e sottomissione, arrivando a vette di piacere che all’inizio non avevano nemmeno immaginato di raggiungere

Massimiliano aveva scritto a sua madre un telegramma chiedendole di dare un passaggio al suo compagno di scuola e cosi’ al suo arrivo partirono assieme. Avrebbero dato un passaggio a Saverio ma solo fino a casa loro da li avrebbe dovuto prendere il treno disse sua madre.

Bé Saverio era felice lo stesso non era abituato a viaggiare in auto, anzi le aveva viste solo da lontano soprattutto quella volta che sua cugina si era sposata con Remo.

Il viaggio per lui fu emozionante essendo la prima volta che saliva su una auto per viaggiarci, e inoltre la bellezza della madre di Massimiliano era incredibile e capiva che Massimiliano fosse cosi’ bello aveva i suoi lineamenti delicati, una donna molto attraente pareva una fanciulla, anche se si avvicinava ai trentanni.

Dovettero fermarsi un paio di volte l’autista aveva dovuto mettere del carburante che teneva in un bidone attaccato sul retro del veicolo e Saverio era sceso e aveva fatto due passi e la madre di Massimiliano pure e avevano conversato sugli studi in particolare, e di come se la cavava Massimiliano e Saverio le racconto’ di come Massimiliano lo aiutava nelle materie letterali, e lui invece lo aiutava in matematica.

Volle sapere se andava bene nello sport, e Saverio cerco’ di eludere la domanda, ma lei lo incalzo’ e gli chiese se aveva problemi con gli altri compagni se qualcuno lo prendeva in giro, lui rispose serio che nessuno avrebbe osato prenderlo in giro.

La bella Giulia allora gli chiese come mai non oserebbero, e lui spavaldo rispose che nessuno da fastidio ai suoi amici.

Poi si allontana scusandosi perché deve fare un bisogno, e si avvicina ad un cespuglio e si tira fuori il pene, Giulia non aveva capito cosa aveva intenzione di fare perchè era distratta dalla sua risposta su suo figlio e non avendolo udito scusarsi e per quale motivo, distrattamente si avvicino’ appena gli fu vicino si accorse di cosa faceva, lei si scuso’, Saverio si era voltato verso di lei fingendosi sorpreso che si fosse avvicinata e con il pene moscio che pero’ dava l’idea delle sue dimensioni facendo strabuzzare gli occhi alla viziosa Giulia.

La quale arrossi’ per essersi fatta sorprendere a bocca aperta davanti a lui in quelle condizioni, Saverio le disse: “bé signora, non mi aspettavo che venisse a curiosare”. Giulia rimase piuttosto interdetta lui aveva ancora l’uccello di fuori e lei continuava a fissarlo. Saverio sapeva cosa gli aveva detto Massimiliano circa le attitudini della madre e allora le si avvicino’ lei era affascinata dalla splendida verga e lui le prese una mano e le disse: “su da brava tienilo in mano e aiutami a pisciare” Giulia si sorprese a tenerlo in mano e cerco’ di lasciarlo ma lui era forte e le prese il polso, dicendole “adesso che hai cominciato a fare una cosa non ti permetto di lasciarla in sospeso, scegli o lo tieni bene in mano o ti metti in ginocchio e lo prendi in bocca puttana”.

Giulia che era una donna abituata a essere dominata ed era stata lasciata da un mese dal suo ultimo amante che l’aveva sostituita con una ragazzina si mise in ginocchio soggiogata e prese il pene di Saverio in bocca, lui le disse “bevi tutto adesso piscio”.

Lei bevve tutta la pioggia dorata che lui le riverso’ in gola, e poi lei eccitata lo prese a succhiare lo senti’ indurirsi nella sua bocca e poi continuo’ con una passione che Saverio non aveva mai sperimentato fino a farlo godere dentro la sua bocca ingoiando il suo sperma.

Lei rimase in ginocchio in attesa di ordini con il pene in bocca, e Saverio seppe apprezzare la sottomissione della donna.

“Bene sei una brava schiava e una gran troia proprio come piace a me, adesso alzati e ricordati che stasera mi fermo da voi sarai tu a invitarmi a trattenermi e poi passeremo la notte assieme e decidero’ se vali la pena che mi prenda cura di te, accettandoti come mia schiava”. 

Giulia che era subito rimasta succube del potere ipnotico esercitato su di lei dal pene di Saverio, e abituata alla sottomissione, si sentiva di piegare le ginocchia davanti a quel ragazzo, e nessuno dei suoi amanti aveva mai avuto una verga come quella, assenti’.

Ritornarono verso l’auto, e Giulia salendo si lascio aiutare da Saverio che con lei si comporto’ davanti agli altri da perfetto gentiluomo. Arrivarono nel pomeriggio alla villa dove abitavano e si accomodarono durante il viaggio appena massimiliano si era svegliato dal suo pisolino lei invito’  Saverio a fermarsi almeno per la notte da loro. Lui ovviamente accetto’ e Massimiliano ne fu entusiasta immaginando scenari che pero’ non erano nella mente di Saverio.

Cenarono e quella sera Giulia si dimostro’ molto disponibile e differente nei confronti di Massimiliano, piu’ gentile, poi quando ritenne che si fece tardi gli disse che era ora di ritirarsi, e ordino’ con tono tipico di quando comandava a Massimiliano di andarsi a coricare, Massimiliano si mise a discutere che era in vacanza e quasi frignava come un bimbo che fa i capricci. Saverio allora gli disse: “Massimiliano vai in camera tua, come ti dice la mamma” Allora  abbasso’ la testa, volle salutare Saverio e gli chiese se gli avrebbe dato la buonanotte, ma Saverio serio gli disse, che doveva andare a coricarsi e chiudersi a chiave e non uscire fino all’indomani mattina, gli parlo’ in un orecchio per non farsi sentire e poi aggiunse che doveva dormire nudo e che forse domani mattina sarebbe andato a controllare se aveva obbedito.

Saverio si accomiato’ dando un bacio sulla guancia della mamma e poi usci’ dalla sala da pranzo, quando lo sentirono salire le scale attesero ancora qualche minuto, e poi Saverio chiese a Giulia se la servitu’ si era ritirata, lei disse che aveva dato ordini in quel senso.

“Allora mettiti nuda, voglio verificare come sei nuda, e da vicino”. Giulia si spoglio’ lentamente piano piano quando rimase in corsetto e giarrettiere Saverio la fermo’ e le disse che aveva molta grazia e di togliere il tutto con molta lentezza soprattutto il corsetto.

Quando fu nuda, rimase in attesa, e Saverio le si avvicino’ le soppeso’ i seni erano belli polposi a pera, con larghe aureole e capezzoli che si inturgidirono al tocco delle mani di Saverio, lei sapeva bene per esperienza che lui era un dominatore sadico, e che l’avrebbe fatta soffrire, ma non riusciva mai a sottrarsi a quella sua indole di cedere a un dominatore che la umiliava, perchè le piaceva troppo.

Poi le tocco’ il sesso che era glabro, lui le chiese se era cosi’ di natura, era la prima volta che vedeva un sesso di donna senza un pelo eccetto quando sua cugina era ancora piccola, e gliela aveva fatta vedere ma poi negli anni seguenti si era fatta piena di peli. Allora Giulia spiego’ che il suo ultimo padrone era abituato a farla depilare, era vissuto molti anni nei paesi orientali ed in quei paesi era usanza di depilarsi, anche gli uomini.

Saverio apprezzo’ molto la sua fichetta depilata, le disse che era molto seducente cosi’ piu’ di quanto immaginasse, sembrava piu’ nuda.

“Brava saprai continuare a mantenere la tua patatina cosi’?” le chiese “si certo ovviamente” rispose lei, ma il suo tono pareva di sufficienza a Saverio e le diede due ceffoni, in pieno volto, lei si ritrovo’ con la testa girata da una parte e dall’altra, appena si fu ripresa  “mi dispiace, le chiedo scusa padrone”.

“Sei una schiava che è stata addestrata e mi aspetto che non farai altri errori del genere”, “ no padrone”

“ringraziami per averti punito” , “grazie padrone di avermi punito me lo sono meritata”.

“Bene, adesso ricordati che quello era solo un assaggio, mi rendo conto che ti parrà imbarazzante essere trattata da schiava da un ragazzo dell’età di tuo figlio, vero?”

“ si padrone, è vero” “pensi che io saro’ meno duro degli altri?” “oh no padrone non lo credo, anzi penso che saprà essere un padrone esigente, ed è giusto cosi’, non mi aspetto nulla di meno padrone”.

“guidami alla tua camera e cammina davanti a me lentamente dimenando il tuo grosso culo da puttana”.

Giulia arrossi’ e si volto’ camminando come le era stato richiesto, sapeva di essere volgare a camminare in quel modo, e quel ragazzo cosi’ giovane amico di suo  figlio le avrebbe fatto provare una forte e costante umiliazione e si eccito’ al solo pensiero.

Arrivati alla sua stanza, si disse che per metterla in imbarazzo era stato astuto si rendeva conto che l’indomani la servitu’ avrebbe trovato tutti i suoi indumenti nella sala da pranzo immaginando cosa poteva aver fatto e quindi questo sarebbe servito ad umiliarla. Mai i suoi amanti le avevano fatto una cosa simile, e chissà fin dove si sarebbe spinto.

Ora nella sua camera da letto, attendeva in silenzio con le braccia stese lungo i fianchi, piena di una vergognosa ansia chiedendosi cosa avrebbe fatto se la avrebbe scopata subito o avrebbe fatto altro prima.

Lui le chiese se lei aveva delle fruste, Giulia rispose affermativamente e allora le volle vedere, lei si diresse verso un armadio e lo apri’. Appese al suo interno vi erano fruste varie e simulacri di peni finti in cuoio e in legno.

“Scegli una frusta” le ordino’ Saverio, e lei si avvicino’ e prese un gatto a nove code, e lo porse a quello che aveva scelto perché che diventasse il suo padrone.

“In ginocchio schiava” le ordino’ perentorio Saverio, poi le disse di camminare cosi’ fino al letto di salirvi e rimanere nella posizione inginocchiata con le natiche offerte.

 

Saverio lentamente si avvicino’ soppesando la frusta che aveva in mano, poi abbatté il primo colpo sulle natiche di Giulia, che agito’ brevemente le natiche senza emettere un grido, dei segni rosa apparvero sulla pelle bianca della donna, erano dei mangifici segni ondulati.

L’ammiro’ si era un culo imperiale, questa donna era di una bellezza sconvolgente e aveva ricevuto le frustate con grande coraggio anzi non aspettava altro, teneva le ginocchia scostate, in questo modo Saverio poteva vedere le sue labbra vaginali quelle grandi gonfie e quelle piccole aperte e umide.

Avrebbe voluto saltarle addosso e penetrarla, ma doveva attendere per gustare appieno tutte le sensazioni e per non fare vedere alla donna che era un ragazzino impaziente, ma un uomo degno di essere il suo padrone, era troppo consapevole che lei avrebbe potuto ancora respingerlo, se si dimostrava debole.

Qualcosa l’aveva spinta ad accettare di sottomettersi a lui, un ragazzo che aveva praticamente la metà dei suoi anni, e che lei fosse una masochista era insufficiente come spiegazione, forse avendolo visto anche lei si era magari invaghita o almeno era attratta da lui, avrebbe dovuto saperlo e lei glielo avrebbe detto ma non adesso prima doveva dimostrarle di essere all’altezza di possederla.

L’attesa era una delle cose che facevano fremere gli schiavi sottoposti a punizione e Giulia benché esperta nei giochi di sottomissione non era da meno magari meno dei neofiti, ma comunque anche per lei l’ansia la faceva tremare.

Il secondo colpo si abbatté sulla sua groppa, sempre tenuta alta e ben offerta ai colpi, lentamente Saverio assaporava non solo l’attitudine di Giulia la sua bellezza ma anche come muoveva impercettibilmente le natiche ad ogni colpo, era una cosa bellissima da vedere.

Continuo’ nella sua opera colpendo le natiche fino a quando non vide che il tremore non aumentava, allora si fermo’, avvicinatosi fece una carezza alle natiche che erano oramai rosse dai colpi, erano praticamente zebrate, le tocco’ il sesso umido introducendo un dito era caldissimo e poi infilo’ un altro dito nell’ano era altrettanto caldo della fica, inizio’ a masturbarla con le dita a forbice nei due buchi.

Le disse: “Schiava adesso il tuo padrone, ti userà e spero che apprezzerai il grande onore che ti faccio”.

“Si padrone, sono molto onorata di venire usata da voi”.

Si posiziono’ dietro di lei e infilo’ il pene teso e duro nella sua vagina penetrandola con enorme facilità da quanto era bagnata, Giulia contrasse le pareti vaginali e Saverio si senti’ come se venisse risucchiato, rimase immobile per gustare la sensazione che provava.

Il paradiso doveva essere cosi’ avvolgente, cosi’ tenero, cosi’ protettivo come la sensazione che le dava quella fica, era una cosa sublime, considerando che l’unica donna che aveva avuto era sua cugina ebbene adesso sapeva cosa era una vera donna, una donna sottomessa, una schiava sessuale che si concede al padrone con tutta se stessa.

Per fortuna durante quell’anno la sua attività sessuale era stata abbastanza intensa cosi’ era pronto e sarebbe resistito piu’ di quanto avrebbe fatto un ragazzo delle sua età in condizioni analoghe.

La stava montando in modo fantastico, lui ne era consapevole e sperava che Giulia non ne sarebbe delusa, di questo non poteva averne la certezza assoluta, ma appena la senti’ che mugolava di piacere e che i suoi succhi si moltiplicarono, pareva che stesse pisciando da quanti erano, stava godendo e i suoi mugolii erano davvero deliziosi, pareva un lamento una specie di cantilena che cresceva, sentiva che questo piacere che provava la sua schiava gli si trasmetteva al pene imprigionato, presto avrebbe goduto anche lui e lei continuava a godere travolta dal piacere, ecco appena i fiotti di sperma di Saverio esplosero nel sesso di Giulia lei urlo’ godendo ancora aveva avuto una serie di orgasmi.

Saverio si abbatté sul corpo di lei, adesso aderiva alla sua schiena, e benché la sua eccitazione scemava e diventava lentamente barzotto ma sempre al caldo dentro quella tana protettiva che era la vagina di Giulia. Entrambi erano immobili e si stavano rilassando, quando senti’ che oramai il pene era ammosciato lo lascio’ uscire, avrebbe potuto rimanere dentro era piuttosto dotato e anche da moscio avrebbe potuto rimanere dentro di lei.

Appena fuori la fece girare e stendere sulla schiena, Giulia si lasciava fare, lui le si stese accanto e la bacio’ sulla bocca, lei ricambio’ il bacio, e rimasero a lungo a baciarsi.

“Sei meravigliosa” le disse appena si staccarono, lei sorrise e rispose “grazie padrone”.

“Non adesso, chiamami Saverio, e parliamo un po’ ti va?”, “si, mi va”.

“io ho quattordici anni, e non ho molta esperienza, e desidero sapere perché hai accettato di sottometterti a me, e se questo gioco durerà solo per oggi, oppure sei seria nel voler essere mia”.

“Sei un bel ragazzo, sei molto giovane questo è vero, ma mi è parso di vedere nei tuoi occhi qualcosa che mi ha fatto pensare che potevi essere un ottimo padrone, inoltre sei piu’ dotato di tutti i miei precedenti amanti, forse ti pare poco, ma io li trovo questi motivi, molto importanti, io sono molto esperta e non posso vivere senza un padrone, lo so, mi conosco, adesso ero libera e tu eri li’, penso che il destino abbia voluto offrirmi una grande opportunità ossia quella di essere sottomessa da un amante molto piu’ giovane di me, è particolarmente imbarazzante e umiliante e se sei capace di dominarmi allora io ne trarro’ molto piacere, certo devi imparare molto, ma se me lo permetti ti diro’ io cosa farmi di volta in volta e poi hai appena dimostrato di saper scopare molto bene, sai che ho avuto degli orgasmi multipli cosa che non mi succedeva da anni?”

“Interessante, se capisco scopo bene, e tu sei molto masochista e siccome è particolarmente umiliante essere dominata da un ragazzo da questo trarrai maggior piacere, è cosi’?”.

“si è proprio cosi’!”.

“cosa mi insegnerai?” . “ti insegnero’ e spieghero’ cosa farmi e come infliggermi quelle torture che sono per me le piu’ sgradevoli, senza pero’ rovinarmi in modo da poterle ripetere ogni volta che vorrai, e saro’ leale ti insegnero’ quelle che temo di piu’, e se vorrai continuare ad essere il mio padrone dopo che avrai imparato io ne saro’ felice, e lo spero davvero tanto” l’ultima parte la disse a bassa voce ed evitando di guardarlo.

“Sono felice di questa opportunità, e vorrei che tu fossi mia veramente e non per finzione, e per sempre”.

“Magari fosse per sempre ma ho quattordici anni piu’ di te, e questo sarà un ostacolo appena troverai altre donne piu’ giovani e seducenti mi abbandonerai come hanno fatto gli altri”.

“Non avere di questi pensieri, io ti trovo bellissima, e tu farai in modo di mantenerti bella per me non è vero forse?”

“Oh si, che è vero,e io faro’ tutto quello che mi chiederai, non esiste ordine che non saro’ disposta a eseguire, in qualsiasi momento, perchè mi piaci molto”.

Si baciarono e Saverio senti’ che si stava eccitando ancora, quella donna era bellissima ma non solo, emanava una sensualità incredibile, averla era una fortuna, l’anno prima quando dovette partire per il collegio era rimasto rattristato adesso si disse che era stata la svolta del destino che gli offriva l’opportunità di vivere piu’ intensamente.

E sotto i baci e le carezze di Giulia era di nuovo pronto per l’amore, e lei gli chiese cosa desiderava, come la voleva prendere, e Saverio le disse che desiderava prenderla dietro, voleva poter assaggiare quello che ancora non aveva avuto dei suoi orifizi.

Giulia gli chiese se poteva la sua schiava impalarsi da sola su di lui e Saverio acconsenti’ allora lo fece appoggiare alla spalliera del letto, e dandogli le spalle si sedette lentamente sul suo fallo, lo punto’ contro il suo sfintere anale da sola e appena lo senti’ piazzato scese decisa e si infilo’ la cappella, fermandosi per dare il tempo al suo muscolo di adattarsi, e disse: “padrone sei molto grosso, e faro’ fatica a incularmi da sola in un solo colpo, ma se vuoi posso cercare di sforzarmi e se non ci riesco mi punirai”.

“Voglio che ti inculi piano piano per assaporare ogni centimetro che entra, cosi’ mi darai maggior piacere, inoltre capiterà l’occasione di incularti brutalmente non ti preoccupare, e per la punizione, sappi’ che te la daro’ lo stesso senza chiederti il permesso e anche senza motivo fosse solo per il mio piacere, ricordati che non mi servono motivi per castigare una schiava”.

“Oh si, padrone perdona la mia superbia, certo che ti appartengo totalmente ne sono onorata”.

Poi lentamente inizio’ a scendere impalandosi sempre di piu’ sulla grossa verga di Saverio che gustava quel culo che si impalava da solo.

Il ragazzo pensava che non avrebbe mai e poi mai immaginato di trovare una donna come quella, una fortuna incredibile, certo Massimiliano gli aveva fatto il resoconto dettagliato su sua madre, e sapeva che era masochista, ma che si concedesse a lui non lo aveva immaginato se non nei suoi sogni.

Adesso lei si muoveva lentamente sollevandosi per poi ricadere impalandosi, era un movimento incredibilmente eccitante e lei si sapeva muovere, a volte si fermava e contraeva i muscoli e Saverio si sentiva come strizzare il cazzo dal culo di Giulia.

Lei comunque sudava perchè lui era diventato molto resistente, dopo il primo amplesso, e quindi non fu per nulla facile portarlo all’orgasmo invece Giulia aveva goduto diverse volte prima che lui le facesse un clistere di sborra nel culo.

Giulia se lo tenne dentro attendendo che si ritirasse e divenisse piu’ facile farlo uscire, aveva male al buco del culo e rimase impalata ancora a lungo, Saverio aveva notatto che era madida di sudore e stanca la fece adagiare con la schiena al suo petto e le bacio’ il collo.

“Sei la mia deliziosa puttana, mi hai spompato sai?” “Oh, padrone mi hai distrutta, mai nessuno era resistito cosi’ tanto nelle stesse condizioni, Padrone mio adorato padrone, nessuno è forte come te,sai? Io ti venero come un dio, spero che saprai apprezzarmi e tenermi faro’ di tutto per compiacerti, lo giuro”.

Appena il pene si fu ridotto e usci’ con un rumore osceno dall’intestino di Giulia lui la fece prosternare per guardarle il buco oscenamente spalancato, “bene hai il culo rotto e aperto, mi piace, sei una bella puttana, con il culo rotto, gioisco di questo”.

Giulia rimase in silenzio nella posizione che gli aveva imposto, poi appena lui la fece spostare e se la prese tra le braccia, si lascio’ cullare, e le disse: “domani mattina, mi farai vedere tutta l’attrezzatura, inoltre vorrei mandare un telegramma a casa per avvisare che ritardero’ di qualche giorno”.

“Si padrone, come tu vuoi, ma poi ritornerai?” gli chiese Giulia “Si certo, ma dovro’ andare almeno quindici giorni a casa, per fare finta che mi interessa e poi ritornero’ qui’ e tu mi aspetterai e mi sarai fedele?”

“io sono sempre stata fedele ai miei padroni, e lo saro’ ancora, se tu non mi liberi io ti saro’ fedele e se vuoi domani puoi farmi indossare la cintura di castità per quando tu ti assenti, e tenere la chiave, sai è  molto scomoda, e soprattutto poco igienica, ma per te io sono pronta anche a questo supplizio”.

“Ne riparliamo domani, e con gli altri tuoi padroni come ti regolavi con la servitu’, loro sapevano e questi tuoi amanti come si comportavano in loro presenza?”

“Gli altri evitavano i contatti con la servitu’ il piu possibile, ignorandoli, io credo che la cameriera sapesse bene cosa accadeva tra me e i miei amanti, ma non ha mai detto nulla, sai è al mio servizio da molti anni da prima della morte di mio marito, pensa che lei aveva dodici anni quando ha iniziato a lavorare per me e mi è molto devota, adesso è una donna ma mi resta vicina eppure chissà avrebbe potuto andarsene”.

“Io desidero che tu informi i tuoi servi che io saro’ il nuovo padrone e che mi debbono obbedienza”, Giulia tacque, e gli disse: “io lo faro’ se saro’ certa che non ti stancherai di me e ritornerai qui dopo essere stato a casa”.

“E’ una richiesta ragionevole” e la bacio’ sulla bocca poi tenendosela stretta si mise a dormire, e Giulia cerco ‘ di fare lo stesso.

Al mattino Saverio si sveglio’ e sfilatosi dall’abbraccio della donna decise di andare a trovare Massimiliano, non doveva trascurarlo.

Busso’ alla sua porta e senti’ il precipitarsi dei passi fino alla porta e chiedere chi era, quando Saverio gli disse: “sono il tuo padrone” la porta si apri’ immediatamente.

Massimiliano apparve nudo sull’uscio, si sposto’ inchinandosi per fare entrare Saverio, e gli si butto’ con le braccia al collo per baciarlo. Saverio lo lascio’ dimostrare la sua felicità di vederlo, e poi lo prese in braccio sollevandolo come se fosse una fanciulla, e lo porto’ sul letto. Si mise a ridere vedendo l’erezione di Massimiliano, e gli disse: “ti ecciti subito appena ti tocco, ne sono felice, spero sarà sempre cosi’”.

Massimiliano continuava a coprirlo di bacetti devoti sul volto e sul collo, allora Saverio lo fece smettere, e lo mise a quattro zampe sul letto, subito Massimiliano poggio’ la testa sulle braccia alzando bene il deretano offerto sia per venire colpito o preso.

Saverio gli disse: “so che hai bisogno di me, ma avremo molto tempo per fare le cose con calma, adesso ti do’ una piccola battuta, e poi andiamo da tua madre alla quale dirai che sei il mio schiavo”.

“Padrone?” “si hai capito bene”, “ma, mio dio, io ho paura di dirglielo”.

Saverio lo squadro’ severo e gli disse che si aspettava la sua totale obbedienza e sottomissione, adesso lo avrebbe colpito con una decina di cinghiate e poi sarebbero andati nella stanza della madre, e doveva fare quanto si aspettava da lui.

Saverio fece schioccare la sua cintura di cuoio sulle natiche offerte di Massimiliano che gemeva di piacere, e rosso di vergogna per quanto avrebbe dovuto fare.

Terminata la punizione Saverio lo costrinse ad alzarsi, e gli disse: “camminerai davanti a me a quattro zampe, e aprirai le porte e quando saro’ passato le richiuderai e mi precederai lungo il corridoio fino alla stanza di tua madre, aprirai mi farai passare e poi appena richiuso di nuovo mi precederai e ti posizionerai accanto al letto, appena ti daro’ il permesso di parlare dirai a tua madre chi sei e cosa sei e perchè hai desiderato essere il mio schiavo e ogni cosa compreso di quando la spiavi con i suoi amanti”, Massimiliano nudo in ginocchio rosso in volto, le emani giunte supplicava di rispiarmiarlo, sua madre lo avrebbe odiato, non poteva sopportarlo lo avrebbe cacciato di casa. Saverio lo tranquillizzo’ dicendogli che lui sarebbe stato al suo fianco e avrebbe avuto la sorpresa di vedere sua madre di accettarlo e anche di amarlo di piu’ di prima.

Massimiliano era perplesso chiedendo come mai era sicuro di tutto questo, e allora Saverio gli disse duro: “cosa vuoi mettere in dubbio quello che dice il tuo padrone? Non mi credi? allora sei senza fiducia in me!”

Massimiliano si butto’ sui piedi di Saverio chiedendo perdono per la sua incredulità e che avrebbe obbedito non si doveva adirare con lui, che era uno sciocco e che desiderava il suo perdono, supplice e pentito.

Quando Saverio gli ordino’ di procedere Massimiliano si mosse, era molto grazioso con il suo culetto bello rotondo molto simile a quello della madre, aveva un profilo proprio da donna, se non avesse avuto il pene e avesse le tette sarebbe stata una bellissima ragazza.

Arrivarono alla stanza di Giulia, entrarono e Massimiliano timoroso si mise accanto al letto come gli aveva ordinato di fare Saverio.

Giulia sonnecchiava, e Saverio decise che era ora di farla alzare e di mettere in chiaro le cose, sali’ sul letto sotto lo sguardo di Massimiliano spaventato dalle conseguenze e lo vide toccare sua madre sul seno e accarezzarlo, Giulia si stiro’ come una gatta sotto la carezza, Saverio le succhio’ il capezzoli che era già bello duro, e allora lei apri’ gli occhi, Saverio le disse: “buongiorno come stai questa mattina?” “Oh, buongiorno, sto magnificamente bene” e sollevo’ la testa per baciarlo, ma si blocco’  aveva visto accanto al letto Massimiliano nudo in ginocchio.

Si copri’ prontamente con il lenzuolo, stava per dire qualcosa ma Saverio le pose il dito sulle labbra, zittendola, Massimiliano capi’ che c’era qualcosa tra lei e il suo migliore amico, il suo padrone, cosa c’era, possibile che avesse sedotto la sua “maman” come la chiamava quando erano soli.

Saverio le disse: “mia cara, il bambino è venuto a farci una visitina, e deve dirci una cosa, tu sei sua madre e lo ascolterai con pazienza fino a che non avrà finito, in fondo lui mi puo’ considerare come un sostituto paterno non credi?”, “si” rispose con tono  umile  Giulia.

Saverio si rivolse a Massimiliano facendogli cenno di cominciare, e allora inizio’ la confessione, lui l’adorava e voleva assomigliarle molto, lei lo vestiva da bambina e a lui piaceva perché cosi’ lei era felice, aveva sofferto molto quando lo aveva mandato in collegio, e cosi’ cercando di assomigliarle sempre piu’ si era subito attaccato a Saverio che lo aveva capito, e per fortuna aveva incontrato lui, nessuno degli altri lo avrebbe protetto in quel posto.

Siccome voleva assomigliarle e aveva visto, si perché l’aveva spiata molte volte quando era con i suoi amanti, ecco che lui con Saverio l’aveva imitata, era diventato il piu’ possibile come lei sottomettendosi e imparando ad amare come se fosse una ragazza o almeno ci provava, adesso voleva confessarle tutto questo perché lo voleva Saverio, che era il suo padrone come i suoi amanti erano stati i padroni di lei.

Giulia taceva, Saverio la prese per mano e la fece scendere dal letto, e le disse di abbandonare il lenzuolo, e allora apparve al suo bambino come era da vicino, nuda, Saverio prese con l’altra mano Massimiliano e li guido’ fino allo specchio e volle che si osservassero, avevano lo stesso profilo, erano simili fisicamente ma anche nell’anima.

Non dovevano farsi del male, adesso avevano tutti e due lo stesso padrone, e lui a differenza di come le cose erano andate prima avrebbe tenuto tutti e due, sarebbero stati felici se questo era possibile.

Giulia abbraccio’ il suo Massimiliano piangendo e scusandosi se era stata crudele, ma in lui lei cercava di rifarsi per i dolori patiti da suo padre, che ne aveva fatto una schiava, ma non capiva che lui era innocente di questo, ora era anche piu’ consapevole  di se stessa e suo padre o un altro sarebbe stato lo stesso, era lei che era cosi’, prima non lo capiva, e poi era stato troppo tardi, si era buttata tra le braccia di molti uomini e lo aveva trascurato, e pareva sincera.

Saverio le chiese di mostrargli la stanza di cui le aveva parlato, e poi avrebbero deciso assieme come organizzare il loro futuro.

Giulia indosso’ una vestaglia e Saverio si fece dare degli abiti da uomo che erano appartenuti al suo defunto marito, Massimiliano ando’ ad indossare i suoi pantaloni al ginocchio.

Scesero, lei bella elegante quasi regale nella sua vestaglia nere ricamata, non incontrarono la cameriera che era certo in cucina e non sarebbe apparsa se la signora non suonava.

Arrivati alle cantine percorsero il corridoio e una porta su un lato era chiusa con un pesante battente al quale era passato nell’anello un lucchetto, Giulia in mano aveva la chiave e la diede a Saverio dicendogli che adesso era sua, fu Saverio ad aprire il lucchetto, fece scorrere il battente e apri’ la porta, Giulia gli disse che bisognava accendere una torcia, e prese un fiammifero da una tasca della sua vestaglia, e una torcia che era infissa nel muro un sistema ancora medievale, si intravvedevano alla luce che provveniva dal corridoio essendoci due finestre all’altezza del suolo che vi erano delle ombre di strutture varie ma senza poterle identificare, Giulia appena accesa la torcia, si accinse a fare il giro della stanza e accese altre torce, una luce si spandeva illuminando in modo tetro vari strumenti di tortura, una gogna, una gabbia fatta a forma umana, un cavalletto triangolare, anelli infissi sui muri collari di metallo e di legno, nonchè di cuoio, fruste appese alla parete, strumenti appoggiati su un tavolo, alcuni tavolacci muniti di anelli, corde, insomma una stanza di tortura vera e propria.

Giulia si mise accanto a Saverio, e gli disse: “ecco, questa la costrui’ il mio defunto marito, qui’ mi portava quando lui riteneva che fossi disobbediente, e meritassi di essere punita”.

“Perchè allora continuare a tenerla se odiavi tanto tuo marito?” gli chiese Saverio. “Perché poi non sono piu’ riuscita a farne a meno, i miei amanti li ho scelti sempre che sapessero dominarmi, e li ho tutti condotti qui’ e consegnato loro la sala dei supplizi, solo uno è stato bravo ad usarla, ma lui era quello con grande esperienza avendo viaggiato in moti paesi e poi una volta mi porto’ a fare un viaggio con lui, in Turchia, e mi disse che li’ se voleva poteva vendermi come schiava, e mi presento’ a molti suoi contatti  davanti ai quali mi trattava come se fossi  la sua schiava, è stato il mese piu’ intenso ed eccitante della mia vita, adesso io desidero darti tutta la mia esperienza e farti diventare un padrone severo ed esigente, saro’ la tua schiava in modo che tu possa donarmi il piacere che cerco, è un contratto che facciamo io ti saro’ fedele fino a quando tu mi vorrai, e saro’ leale lo giuro qui’ ora davanti a mio figlio”.

 

 

Era mattina presto e la cameriera aveva bussato alla porta della stanza delle signora come le era stato ordinato, Saverio era già sveglio, e si stava vestendo, Giulia era coricata ma aveva sentito il lieve battito sulla porta, si sveglio’ prima che Saverio potesse aprire e dire alla cameriera che era pronto.

Comunque congedo’ la cameriera e si avvicino’ al letto dal quale Giulia stava per scendere, la bacio’ e le disse: “splendore del mattino, sei proprio bella, ma non devi alzarti, riposati, devi essere stanca dopo la giornata di ieri”.

“Oh lo sono, mio meraviglioso signore, ma non voglio che tu te ne vada senza averti dato un bacio, se me lo permetti”.

Saverio lascio’ che lo baciasse, e sentiva che si stava eccitando nuovamente, malgrado la performance della notte appena trascorsa, con lei e quello che aveva fatto a Massimiliano la sera prima.

“Devi liberare Liana appena saro’ partito, non voglio che si metta a piangere vedendomi partire, ha già fatto una sceneggiata eccessiva ieri”. “Si mio signore, hai ragione”.

Giulia indosso’ una vestaglia rosa molto ricamata e non troppo coprente, un capo acquistato a Istambul era un idumento eccitante perché faceva un gioco di vedo non vedo sul corpo nudo della donna, e lei lo portava con grande disinvoltura.

“Se la tua cameriera ti vede cosi’ non ne sarà scioccata?” le chiese Saverio con ironia, sapendo che lui stesso le aveva detto che doveva abituarsi prima o poi a stare nuda in casa davanti alla sua cameriera se lui lo avesse ordinato.

Civetta lei si accosto’ a lui e gli disse: “ non è che forse il vedermi cosi’ puo’ farti rinunciare alla partenza?”

“Devo arrivare a casa,ma tornero’ prestissimo, solo che saro’ io a usarti come vorro’ e dove vorro’ e la tua cameriera assisterà alla tua sottomissione”.

“Si, come vorrai tu, sempre mio signore” rispose lei civettuola.

Scesero la cameriera porto’ un vassoio con il caffé, che bevvero in silenzio, Saverio non tocco’ la fetta di torta che gli era stata servita, poi appena furono soli, le disse: “senti, puoi organizzarti per il mio ritorno, credo che riusciro’ a convincere mia zia e mia cugina a venire, e vorrei che nel frattempo riabituassi Liana ad un abbigliamento da fanciulla”. “si lo faro’, e tutto sarà come lo vuoi tu mio signore”.

Un ultimo bacio e Saverio fu fuori, inutile tergiversare ulteriormente, l’auto era in cortile con il motore acceso e l’autista che attendeva, lo avrebbe accompagnato alla stazione.

Saverio sul treno, malgrado il rumore che faceva riusci’ a dormire,era stanco, e doveva recuperare, quando arrivo’ si sveglio’ come se il suo sesto senso lo avvisasse che era giunto a destinazione, quattro ore di treno, e il treno era già fermo, apri’ lo sportello prese la sua borsa e salto’ giu’.

Non aveva avvisato percio’ nessuno sarebbe venuto a prenderlo, si incammino’ quindi in direzione di casa, c’erano almeno cinque o sei chilometri per arrivare, e si disse che ritornava alle vecchie abitudini, peccato che con quel caldo sarebbe arrivato sudato, e il suo vestito che era un vero abito con la giacca e i pantaloni lunghi ne avrebbe risentito, Giulia lo aveva rifornito bene di vestiti, ma aveva deciso di mettere quello per il viaggio e basta non voleva portarsi dietro troppo peso, solo alcui effetti personali che altrimenti senza bagaglio avrebbe attirato l’attenzione e la curiosità e se le donne si insospettiscono poi fanno domande. Il suo ritorno deve apparire normale.

Lungo la strada senti’ dietro di sè lo scalpitio di un cavallo che trainava un carrettino si giro’ e riconobbe uno dei mezzadri di suo zio, gli fece cenno per fermarlo, e quello tiro’ le redini, “oh che vi serve” l’apostrofo’.

Saverio lo saluto’ cordialmente “salute Beppe, come va?”  “Oh ma chi si vede, il piccolo Saverio, che cambiamento, non t’avevo riconosciuto, sai, eh io non sto male, e te come va?”  “bene, grazie, me lo dai un passaggio fino nelle vicinanze di casa?”, “ma perbacco, che si’, salta su, fino nell’aia ti porto”, “no no, voglio fare una sorpresa, lasciami li vicino, poi vado a piedi”.

Si misero a parlare delle cose solite della campagna, di qualche nascita qualche morte in paese, un matrimonio e infine di qualche storia di corna.

Ovviamente solo quelle degli altri, non sia mai che si sia scortesi, chi gli avrebbe parlato delle corna che sua zia metteva allo zio, anche se lei era attenta e discreta qualcuno qualcosa doveva pur sapere, è sempre cosi’ in questi paesotti basta un sorriso una parola e per qualcuno una vanteria, e si è sulla bocca di tutti, poi magari anche alcune cose non vere, ma il mondo è cosi’.

Quando arrivarono era l’ora del riposino pomeridiano, e Saverio si avvio’ lentamente verso la casa aveva poco piu’ di cento metri per arrivare, saluto’ il Beppe e s’incammino’ sperava di poter arrivare senza farsi notare, e visto l’orario pensava di riuscirci, era quasi sicuro di trovare sua zia in compagnia di qualcuno, avendo saputo che suo zio era assente, ne era sicuro, ma bisognava arrivare all’orario giusto e quello era perfetto, se non avesse trovato quel passaggio sarebbe arrivato troppo tardi e avrebbe dovuto rinviare tutto ai giorni seguenti, la dea bendata era con lui.

Ando’ direttamente nella scuderia, i cavalli erano al pascolo, si avvicino’ al fondo dov’erano deposte le selle e prima di vedere senti’ i gemiti, le buone abitudini non si perdono mai, si disse.

Si avvicino’ e si mise a osservare l’uomo sbuffava e la donna era stesa sotto di lui a pecorina che si prendeva quel cazzo fino alle palle gemendo di goduria, e lo incitava, e lui le dava della puttana e lei rispondeva che era vero, la sua puttana da sfondare.

Insomma erano bene infoiati, e la donna era sua zia, pero’ l’uomo non lo aveva riconosciuto, non era il solito dello scorso anno, questo era un altro.

Quando l’uomo venne con un grugnito sua zia ebbe un lamento che le usci’ dalla gola e si accascio’ senza forze svuotata dal suo orgasmo.

Saverio si nascose meglio dietro una porta di uno dei box, e attese, quando l’uomo si alzo’ le disse: “devo andare mi aspettano, e sono in ritardo, domani va bene se passo o hai problemi?” “Si passa anche domani, ti aspetto, mio marito non torna fino a domenica, cosi’ siamo sicuri di essere tranquilli”.

“Allora domani ti faccio il culo troiona”, “ si caro, sento già la voglia che mi assale, sai?” gli rispose la porcona di Aurelia.

Quando lei usci’ nell’aia gli fece cenno che la via era libera ed il maniscalco usci’, ando’ rapidamente fuori e spari’ di certo doveva avere il calesse da qualche parte ma lo avrà lasciato fuori e occultato nel boschetto penso’ Saverio, ecco uno che è educato e cerca di preservare la reputazione della zia.

Attese un po’ che la zia fosse rientrata, sicuramente si andrà a sciacquare la passera e poi si coricherà per attendere che il sole cali un po’ prima di scendere.

Aveva atteso abbastanza, entro’ in casa si diresse alla cucina, e si mise a pompare un po’ d’acqua aveva sete, la cucina pero’ era fresca, si stava bene quando l’acqua aveva cominiciato a sgorgare attese che diventasse piu’ fresca e ne riempi’ una caraffa, e poi si verso’ da bere, se la gustava proprio, era assetato, e gli pareva che quell’acqua fosse speciale ricordandosi di quando da piccolo era Virginia che gli riempiva il bicchiere, lui nemmeno arrivava alla pompa.

Si mise a sedere su una sdraio nella veranda della casa e si appisolo’ aveva anche lui bisogno di riposare.

Qualcuno lo scuoteva dolcemente apri’ gli occhi e cosa vide per prima cosa, la sua cara cuginetta Virginia ancora piu’ bella, si alzo’ a fatica e si abbracciarono senza dire nulla, erano soli, forse la zia ancora riposava e sua cugina si era prima spaventata pensando ad un estraneo e poi riconosciutolo stava per gridare dalla felicità ma si trattenne.

Si staccarono e lui le sorrise: “sei bellissima” le prime parole che pronuncio’, e Viriginia lo bacio’ sulla bocca, “credevo mi avessi dimenticata, non pareva avessi fretta di tornare”.

“Ho delle cose da fare sono tornato perché speravo di vederti, altrimenti restavo a casa dei miei amici, un posto molto bello e dove mi trovo meglio che qui’, eccetto quando ci sei tu”.

“io ci vengo spesso, perchè quell’ubriacone di mio marito passa piu’ tempo nelle osterie a bere e giocare a carte che a casa, appena finisce di lavorare non rientra, ma va in giro con gli amici, non che mi interessi, io l’ho sposato perché volevano i miei altrimenti sarei ancora qui’ lo sai bene”.

“Non parliamone piu’ senti, vorrei che tu venissi con me dai miei amici, ti prendi una bella vacanza, e convinceremo a venire anche la zia cosi’ nessuno avrà nulla da ridire se ti allontani da casa, sei accompagnata dalla mamma”.

“Eh si, e la mamma chi la convince?”.

“Domani gliene parlo, ma tu non dire nulla, saprai quando è il momento buono per dirgli che sei d’accordo a venire con me, e che venga anche lei”

“Hai un piano?”

“Si’ un piano diabolico”.

Virginia abbraccio’ il cugino, e poi gli disse “andiamo ti aiuto a portare su la roba in camera tua, sai che sei molto piu’ uomo dello scorso anno sei cresciuto”.

Una volta in camera lei gli tocco’ la patta dei pantaloni, e lui le fermo’ il polso, “non facciamo errori, questo è l’orario in cui anche la tua cara mamma si alza, non vuoi che ci sorprenda vero?” Virginia annui’ e scesero  da basso ad attendere che si facesse viva.

La zia arrivo’  e fece i complimenti al nipote era diventato piu’ grande e sembrava piu’ uomo il collegio gli aveva fatto un gran bene, lui assenti’ dicendo che era stata una magnifica occasione, e cosi’ tutti parevano contenti.

L’indomani nel pomeriggio Saverio condusse sua cugina nelle scuderie e si nascosero nel fienile, da li’ avevano una visuale su tutta l’area sottostante, e Virginia disse: “vuoi che spiamo la mamma come facevamo una volta? Io me ne frego, preferirei che lo facessimo noi, non credi?”.

“ssst, stai zitta, spiare significa raccogliere informazioni, e poi, le informazioni usarle a nostro vantaggio, adesso stai zitta o usero’ la frusta ma questa sera, e ti faro’ le chiappe rosse”, “magari” rispose Virginia.

Arrivarono, il maniscalco entro’ per primo e Aurelia lo segui’ subito dopo, appena dentro lui si volto’ e la prese tra le braccia palpandola e sollevandole le sottane, lei si lasciava fare facendo delle risatine eccitate, poi si spogliarono, e lui la palpava leccava, le grosse tette venivano impastate dalle sue mani senza delicatezza e Aurelia iniziava ad ansimare dall’eccitazione.

Quando lui le disse di mettersi a quattro zampe che la voleva inculare lei ebbe come un singhiozzo di piacere che le sfuggi dalla gola, e si dispose come l’amante voleva, mentre si era voltata lui le aveva dato una manata sul culone che le fece fare una risatina sciocca, ma non si sottrasse anzi dimeno’ le chiappone per invitare l’amante a trattarla come si merita una femmina infoiata come era lei.

Poi le mise le mani sulla passera che si vedeva era umida di umori tra le sue cosce che lei manteneva aperte con intenzione, l’uomo le dava della porca, e lei apprezzava e annuiva o squittiva dicendo di si che era la sua porca e tutto quello che voleva.

Le apri’ le chiappe mettendo a nudo il buco del culo, ci sputo’ sopra e lo massaggio’ con le dita introducendosi per allargarlo con le sue dita grosse e ruvide, e la maiala pareva provare piacere ad essere trattata in quel modo volgare, appena fu pronto le appoggio’ il glande sullo sfintere e penetro’ con la cappella, una specie di sospiro usci’ dalla bocca di Aurelia, l’uomo malgrado tutto benchè rozzo, si blocco’ e chiese se le aveva fatto male, lei disse: “solo un po’ ma vedrai passa, adesso penetrami fino in fondo, lo desidero, non ti preoccupare se mi fai un po’ male”.

Allora inizio’ la cavalcata dentro al culo della zia Aurelia, aveva un culo favoloso, grosso ma pieno e compatto, era una manza da monta, aveva il solco profondo, una certa peluria scura risaliva da davanti anche fino al suo buco del culo, era una bella donna di 38 anni e si manteneva bene, in fondo non lavorando ci si mantiene meglio, queste donne viziate sono troie, è giusto prenderle a frustate penso’ Saverio.

Quando l’uomo ebbe finito e le scarico’ nel retto la sua semenza si alzo’ sfilando il cazzo dal culo che usci con un flop come il tappo di una bottiglia, Aurelia rimase stesa cercando di assaporare appieno quanto aveva subito, ma l’uomo le disse che doveva andare, e la lascio’ li’ stesa dopo averle dato un bacio ed un morso su una chiappa. Aurelia aveva gridato e si era lamentata che le avrebbe lasciato il segno, ma lui rise e le disse, “è un marchio che prova che sei mia”.

Aurelia era seduta, sulla paglia stava un po’ oziando prima di alzarsi quando da sopra senti’ un rumore come una specie di fischio era la corda di una delle pulegge che si usavano per tirare su la roba nel fienile e attaccato alla corda, Saverio che le piombava addosso.

Lei lancio’ un piccolo grido e cerco’ di ricoprirsi, ma lui arrivato da lei come un fulmine le strappo dalle mani i vestiti lanciandoli lontano, lei cerco’ di coprirsi con la paglia ma lui le era sopra la prese per i capelli e le disse “in piedi puttana”.

“cosa fai sei matto Saverio adesso ridammi subito i vestiti” lancio’ lei cercando di usare un tono autoritario, ma era nuda, in una scuderia ed era appena stata inculata da un maniscalco, e suo nipote aveva visto tutto, la sua voce tremava.

Saverio la guardava severo, diritto negli occhi, e le disse: “allora sgualdrina, fai la voce grossa?”.

“No scusami, è che è imbarazzante, ti prego Saveri permettimi di rivestirmi, poi ti spiego” disse con tono piu’ umile la zia Aurelia.

“Mettiti in ginocchio come  prima, e subito” le rispose minaccioso il nipote, Aurelia impallidi’, e supplice cercava di impietosirlo, dicendogli che non doveva approfittare di lei.

“Non approfitto di te, ti voglio punire, di frustero’ quel tuo grosso culo che hai dato ad uno che passa di quà alla ricerca di lavoro e ti sei fatta montare come una cagna in calore, adesso sei mia e ti punisco, a cuccia testa a terra e culo per aria, sbrigati che se perdo la pazienza rincaro la dose e ti frusto sulle tette”.

Aurelia soggiogata e spaventata obbedi’ all’ordine, e saverio prese una lunga frusta da carrettiere che era appesa ad una trave, e la fece schioccare e poi l’abatte sulle natiche della zia Aurelia.

I colpi si susseguirono rapidi e precisi, e Aurelia piangeva e supplicava, gli diceva che la perdonasse che era stata una debolezza, che non lo avrebbe fatto mai piu’ per poi promettergli di darsi a lui, se voleva lo avrebbe fatto divertire, ma Saverio continuo’ la punizione fino a quando non ritenne che il culo della zia era come lo voleva, striato per bene su tutta la superficie con delle zebrature intrecciate che pareva formassero dei disegni particolari che attiravano lo sguardo.

Poi lui le parlo’ con chiarezza, da quel momento era lui che stabiliva le regole, lui che comandava e se le chiedeva qualcosa lei obbediva o erano guai seri.

Aureli vinta accolse tutte le condizioni che lui le imponeva, e a quel punto usci’ allo scoperto anche Virginia, e lei si senti’ totalmente umiliata come non mai, sorpresa dalla figlia in quelle condizioni vergognose e anche Virginia non ebbe compassione per lei.

 

 

 

Tutto procedeva secondo i piani di Saverio, Aurelia aveva detto che voleva conoscere queste persone che avevano cosi’ bene accolto il nipote ed era una ottima occasione per fare un viaggio che le distraesse sia lei che Virginia, e nessuno ebbe nulla da ridire.

Il treno era in orario, e alla stazione era arrivato l’autista della Contessa che li attendeva, anche il telegramma era giunto in tempo.

Corrado l’autista si tolse il berretto e saluto’ Saverio come fosse il padrone, fece accommodare nell’auto Aurelia e Virginia dietro, mentre Saverio sali’ davanti, l’auto era senza la capotta perchè faceva caldo.

Quando arrivarono alla villa, ed entrarono nel parco circondato da boschi, Auerelia si rese conto che era gente di alto livello, e non per scherzo, lei era di famiglia borghese e ricca ma questi erano nobili, sperava di non sentirsi fuori luogo e quando scese e Giulia venne loro incontro con un ragazzo vestito da marinaretto che la seguiva disse a Virginia: “guarda questa è gente della nobiltà che classe”.

Giulia abbraccio’ e bacio sulle gote Saverio, e lo stesso fece Massimiliano, poi salutarono le due nuove ospiti che vennero presentate da Saverio.

Aurelia era in brodo di giuggiole, e se all’inizio aveva accusato il nipote di volerle far fare la ruffiana per permettere a loro di amoreggiare riferita a sua figlia e che comunque cedeva al ricatto ora pareva felice di trovarsi in mezzo ad una Contessa che l’accoglieva come un’amica e le sue conoscenti quando l’avrebbero saputo sarebbero diventate verdi dall’invidia e le aveva mandato un’auto alla stazione, gente di gran classe altro che i soliti bifolchi che frequentava suo marito.

Appena entrati la cameriera Santina, fece strada alle signore per mostrare la loro camera, e potersi rinfrescare se lo desideravano.

Ognuna aveva una stanza, nel frattempo Giulia era con Saverio nella sua camera che lo baciava con passione e poi lui le chiese se gli aveva obbedito, e lei gli fece il resoconto dettagliato, di tutto, Massimiliano era rimasto vestito da ragazza fino a ieri sera ma stamane aveva pensato di accoglierli in questa tenuta non sapendo le sue intenzioni.

Saverio le chiese di coadiuvarlo a sottomettere la zia Aurelia, era una bella donna, ma molto viziata e certe cose le fa con i suoi amanti o almeno con uno di essi, e siccome lo ha ostacolato nella sua relazione con la cugina obbligandola a sposare un beone, ha bisogno di essere punita.

E di mettersi a disposizione di sua figlia per permetterle di divertirsi, quando la situazione lo richiederà, e se viene assoggettata e aiutata a capire che deve smetterla di essere egoista.

Giulia volle sapere cosa doveva fare, e Saverio le disse di portare Aurelia nella sua sala da bagno turca, e cosi’ avrebbe potuto farla denudare senza sospetto, Massimiliano avrebbe portato via i vestiti, e quando sarebbe stato il momento dovevano inventarsi che la strada per arrivare indisturbati alle stanze era attraverso un vecchio passaggio segreto,e avrebbero portato Aurelia nella sala dei supplizi, e si fece consegnare le chiavi, per iniziare i preparativi.

Giulia, busso’ alla stanza di Aurelia e le chiese se desiderava provare il bagno turco, Aurelia ovviamente entusiasta accetto’, non ne aveva mai avuto l’occasione, e quindi sottobraccio con Giulia si incamminarono, chiesero a Virginia se si univa a loro, e cosi’ le tre donne andarono assieme nella sala, che era stata preparata appositamente dall’amante di Giulia ma lei disse che era stato il suo defunto marito a farla fare che aveva una vera e propria passione per l’igiene e spiego’ che già gli antichi romani avevano di questi bagni.

Entrarono e invito’ entrambe a spogliarsi, lei lo fece per prima, si tenne un telo intorno alla vita, giusto per non spaventare le sue ospiti, ma non si copri i seni.

Aurelia segui’ il suo esempio, la sala era calda di vapori, Santina aveva provveduto secondo gli ordini, erano sedute sul bordo della vasca nella quale avrebbero potuto fare anche qualche bracciata, per larghezza e lunghezza, ma l’acqua non era molto profonda.

Comunque si immergevano ogni tanto piegandosi sulle ginocchia, era una sensazione incredibile per coloro che non l’avevano mai provata, e Aurelia era entusiasta e parlava con Giulia chiamandola mia cara contessa, come se si trattasse di persona che conosceva oramai da tempo ma con la quale si mantiene una etichetta, era sempre stata un po’ snob la povera zia Aurelia, che non immaginava cosa stava per accaderle.

Dopo un po’ Massimiliano entro’ nella sauna, e si avvicino’ di soppiatto e si mise accanto a Virginia e le mise una mano sul seno facendola trasalire, lei si volto’ e lui le sorrise, e le strizzo’ l’occhio per farle capire che aveva fatto tutto, ma Virginia si offese che lui fosse entrato e l’avesse toccata sul seno, e gli disse che era un piccolo maleducato sporcaccione, Massimiliano rimase sconvolto era certo che lei sapesse tutto di lui, allora sentendo Virginia, Aurelia che impegnata nelle sue chiacchiere si volto’ e si azzitti’ poi cerco’ di coprirsi il seno, con un braccio.

Giulia immobile, sgrido’ Massimiliano decendogli che non stava bene entrare in una sauna dove c’erano delle signore, e gli disse: “chiedi scusa a Virginia subito” Massimiliano che era mortificato comincio’ a piangere e si  scuso’ con Virginia e avvicinatosi le chiese se lo perdonava e le diede un bacio, in effetti quello che era coetaneo di Saverio aveva un comportamento da bimbo di otto anni parve a Virginia e ad Aurelia per cui alla fine si misero a ridere, e si dissero che non c’era malizia in lui. Il povero Massimiliano per la settimana di assenza di Saverio aveva passato il tempo a piangere e per questo punito quasi quotidianamente dalla madre, e sempre vestito da fanciulla oramai non riusciva piu’ a capire quale fosse la sua identità.

Comunque Virginia vedendo che il ragazzo era disperato ne rimase un po’ commossa e se lo prese vicino e lo tenne stretto per consolarlo. Massimiliano apprezzo’ molto il gesto di tenerezza cosa di cui aveva maggiormente bisogno, e si strinse al petto di Virginia lasciandosi andare al pianto silenzioso inondandola di lacrime.

Erano oramai alla fine della loro mezz’ora che Giulia aveva detto dovevano fare ma poi era inutile prolungare perché esagerare non è bene, e ancor meno se non si è abituati, si lavarono quindi e sotto altri getti d’acqua predisposti appositamente prima Giulia e Aurelia, e poi rimasero indietro Virginia e Massimiliano, quando fu il loro turno Virginia vide che Massimiliano aveva il pene duro che puntava verso l’alto, e penso’ che era cosi’ tenero senza peli, che le venne voglia di toccarlo, nel frattempo sua madre e Giulia si stavano recando nella sala accanto per rivestirsi, glielo prese in mano e inizio’ a fargli una sega, lui le si strinse contro, e dopo poco eiaculo’ con dei getti che andarono a schizzare il muro,Virginia gli sorrise e gli diede un bacetto, lui già stava rimettendosi a piangere per non aver resistito e si stava scusando e lei gli diceva di stare buono che non c’era nulla di male andava tutto bene, ma lui non pareva molto convinto.

Si sciacquarono bene e raggiunsero le loro madri, mentre erano li trovandole che si guardavano intorno non trovando le loro sottane.

Giulia disse che forse la cameriera convinta di doverle lavare le aveva portate via, e non restava loro che andare cosi’. Aurelia pero’ disse che con solo quel cencio intorno alla vita era veramente poco dignitoso uscire ma Giulia ribattè che non avevano scelta e dovevano uscire mica potevano restare li’ tutto il giorno.

Giulia apri’ la porta, e usci’ per prima le altre le seguirono, Virginia per ultima, seguita da Massimiliano.

Giulia prese per mano Aurelia e s’incammino’ Aurelia preoccupata si guardava intorno e non si accorse subito che da dove c’era la sala del bagno turco anzichè risalire al piano delle stanze scesero una scalinata con un tappeto rosso.

Ma quando furono dabbasso alla scala si immobilizzo’ dicendo a Giulia che le pareva che dovevano salire, e Giulia disse che era vero, ma non voleva attraversare la sala e avrebbero dovuto usare un vecchio passaggio che dava in uno sgabuzzino del piano di sopra roba costruita dai loro antenati se venivano attaccati e cosi’ nessuno le avrebbe viste, oppure se voleva potevano anche passare per il salone, ma se incontravano qualche domestico, non sarebbe veramente stato per loro molto dignitoso come lei aveva detto prima, le fece notare Giulia.

Aurelia assenti, dandole ragione e seguendola fiduciosa, Arrivati davanti alla porta della stanza dei supplizi, entrarono, e ad un certo punto la luce fioca di un fiammifero accese una torcia, Aurelia venne afferrata da due braccia robuste alle spalle, e messa subito piegata su una gogna, dove si trovo’ imprigionata, poi altre torce vennero accese lei inizio’ ad urlare che la lasciassero che cosa volevano , e poi si mise a piangere e supplicare.

Quando ci fu piu’ luce,  vide davanti a sé suo nipote, Giulia, sua figlia e Massimiliano, solo suo nipote indossava un pantalone da cavallerizzo con stivali tutti gli altri erano nudi.

Le disse che visto che le era piaciuto a suo tempo con il veterinario avere un padrone che la sculacciava e che qualche volta la frustava adesso avrebbe imparato la vera sottomissione, e il vero dolore.

Aurelia si mise a pregare per essere liberata, ma nessuno le dava retta, tutti erano contro di lei allora anche sua figlia.

Saverio si rivolse a Giulia e le ordino’ di prendere dei morsetti e di metterli ai capezzoli della schiava e Giulia esegui’ prese dei morsetti li fisso’ stretti sui capezzoli di Aurelia che strillo’ come un aquila infatti il dolore era forte i capezzoli furono quasi schiacciati.

Poi Saverio prese una frusta e inizio’ a percuotere i gluteri della zia dicendole che aveva un culo cosi’ grosso da essere un bersaglio perfetto per la frusta, Aurelia agitava le natiche sotto i colpi piangendo e supplicando ma inesorabili le frustate arrivavano sul suo deretano perfettamente esposto.

Frustata da suo nipote per la seconda volta, ma la prima aveva appena fatto l’amore adesso li cosi’ a freddo era un’altra cosa, inoltre davanti a quegli estranei, suoi complici, oltre che un ragazzino che pareva emozionarsi per un nonnulla.

Quando Saverio smise di frustarla, la fece liberare dalla gogna, Giulia molto efficiente aiuto’ Aurelia a sollevarsi, aveva il culo di un bel colore ciliegia, che era uno spettacolo, Aurelia poté quardarsi i seni e vide i suoi capezzoli strizzati, e lancio’ un urlo di terrore, gridando che l’avevano rovinata.

Giulia le disse che non era vero, l’avevano abbellita, e poi sarebbero tornati come prima, la legarono tra due colonne con le braccia e le gambe a delle catene che pendevano ad anelli infissi nelle colonne in questo modo era totalmente offerta, si poteva passare dietro di lei o agire davanti.

Giulia obbedendo a Saverio prese delle funi e le lego’ le tette alla base facendone dei palloni gonfi, Aurelia si mise a disperarsi, perchè l’avrebbero mutilata, ma Giulia le disse “ Vedrai quanto sono resistenti”.

Poi prese le funi che erano unite tra di loro, e al pezzo centrale che univa le due tette fisso’ una corda che pendeva dal soffitto, ando’ a prendere l’altro capo e tiro’ la corda, scorreva lungo una puleggia e cosi’ tirando vide il corpo di Aurelia venire lievemente in avanti tirato per le tette, per quanto le funi lo permettevano.

Saverio si mise avvicino’ a sua zia e le disse che le avrebbe fatto passare la voglia di essere cosi’ egoista e di pensare solo a se stessa, o si sarebbe sottomessa subito ed incondizionatamente o avrebbe subito punizioni per un tempo indeterminato.

Aurelia era molto orgogliosa, una cosa era sottomettersi ad un amante un ‘altra cosa al nipote che lei per bontà aveva accolto e che l’aveva tradita scopando sua figlia, e adesso facendole questo e cosi’ strinse le labbra facendo capire che intendeva resistere, sapeva che aveva già ceduto la prima volta e avrebbe ceduto anche adesso, ma voleva dimostrare che non si arrendeva cosi’ al primo dolore.

Saverio le mise dei pesi sui morsetti dei capezzoli, in questo modo,oltre a sentirsi tirata dalla fune verso l’alto ma trattenuta dai legami di braccia e gambe, adesso i suoi capezzoli subivano un peso che li tirava verso il basso.

Si mise a mugolare dal dolore, ma suo nipote non aveva finito, e preso uno scudiscio, si rimise dietro di lei e attacco’ le sue natiche già arrossate, e lei lanciava urla lancinanti, il dolore le si trasmetteva ovunque.

Alla fine era quasi svenuta percio’ venne slegata, e portata sul cavalletto, e fatta salire a cavalcioni le braccia legate verso l’alto e fissate ad una catena che pendeva dal soffitto, poi le legarono le caviglie e le fissarono al pavimento in questo modo il suo peso gravava sul suo sesso, il cuneo era stato posto a diretto contatto del suo sesso separando le labbra della sua fica proprio al centro.

Le levarono i pesi e anche i morsetti poi con uno scudiscio Saverio inizio’ a frustarle le tette prosperose segnandole con segni che diventavano subito scuri.

Aurelia cedette e supplico’ di farla scendere, Giulia le chiese se si sarebbe sottomessa e di dirlo esplicitamente accettando di concedere ogni diritto su di lei al suo padrone.

“Siii, vi prego, giuro che saro’ brava e mi sottometto al mio padrone, ma vi prego datemi sollievo”.

Saverio fece un cenno alle sue donne che liberarono Aurelia, e la condussero tenendola per le braccia davanti a lui, e la fecero inginocchiare, e lei dovette ripetere che lo considerava il suo padrone e gli avrebbe obbedito senza condizioni.

Saverio richiese un omaggio e quindi di baciargli gli stivali, e Aurelia bacio’ gli stivali umiliandosi davanti al nipote a sua figlia e a quella contessa e suo figlio.

La misero su una panca, un cavalletto ricoperto di cuoio con il ventre appoggiato sull’attrezzo e le natiche offerte le allargarono le gambe e allora Saverio le disse: “adesso schiava ti daro’ il tuo premio”, ordino’ a Giulia di leccarle il sesso e obbediente questa si mise in ginocchio dietro ad Aurelia leccandola fino a sentire che si eccitava, allora si sposto’ e Saverio le infilo’ il suo cazzo nella fica, Aurelia mando’ un urlo aveva la fica martoriata dal cuneo e le faceva male, l’intromissione era stata violenta, ma dopo che Saverio ebbe fatto una decina di va e vieni dentro di lei comincio’ ad ansimare e a muovere il bacino incontro ai colpi, e allora Saverio le chiese se era felice adesso che le dava il suo premio, e lei mugolava e invocava il piacere e lo ringraziava e diceva “siiii il mio premio dammelo tutto”. L’orgasmo proruppe violento e tutto il corpo di Aurelia tremava sotto il piacere, oramai non riusciva a controllari, e appena Saverio si fu ritirato inizio a pisciare e una pozzanghera si formo’ sotto i suoi piedi.

Massimiliano s’incarico’ di pulire assieme ad Aurelia appena si fu ripresa, perchè era responsabile del danno, si vergognava tantissimo, per quanto accaduto, era la prima volta che aveva un simile orgasmo, e suo nipote aveva un pene fantastico, e se quello era il premio essere schiavizzata non era la cosa peggiore.

 

 

 

Virginia prese con sè Massimiliano, e se lo porto’ in camera sua, Saverio aveva detto al suo piccolo schiavo di obbedire a sua cugina come se obbedisse a lui.

Aurelia segui’ invece Giulia la quale seguiva Saverio, l’unico vestito del gruppo, quando  arrivarono nel corridoio delle stanze da letto, Virginia chiese se c’era un orario per la cena, e Giulia le disse che avevano due ore abondanti, si cenava alle otto precise, e non erano ancora le sei del pomeriggio, comunque l’avrebbe avvisata.

Poi seguita da Aurelia entro’ nella sua stanza da letto, Saverio era entrato per primo, Aurelia a quattro zampe aveva accettato la sua nuova condizione, Giulia le disse di tirarsi su e stare sulle ginocchia  ma con le mani dietro la schiena. Aurelia, obbedi’ e assunse la posizione poi Giulia le disse che da quel momento lei era una schiava, e doveva obbedienza assoluta al padrone, Saverio era un buon padrone, e lei ne avrebbe tratto delle notevoli gratificazioni, presto avrebbe goduto anche solo nel vedere il suo padrone o essere condotta in ginocchio alla sua presenza.

Aurelia ascoltava attentamente, e non sapeva cosa rispondere, allora Giulia continuo’ spiegandole che una schiava deve sempre obbedire in qualsiasi circostanza, anche se prova vergogna deve comunque sottostare alla volontà del padrone, non hai diritto a nulla, non hai una tua identità sei cio’ che il tuo padrone vuole tu sia, se ti chiede di abbaiare e di fare la cagna ti metti a fare la cagna.

Tutti questi discorsi stavano entrando nella testa di Aurelia che era molto confusa, ma che in quel momento si sentiva proprio entrata in quel ruolo, e non pareva avere nessuna intenzione di ribellarsi.

Giulia diede ad Aurelia un vestito che pareva una tunica romana legata sotto il seno e che scendeva in pieghe intorno al suo corpo le spalline erano dei lacci, legati sopra le spalle e sciogliendoli la parte superiore sarebbe caduta lasciando scoperto il seno e la parte inferiore si sollevava molto facilemente nessun impedimento vi era nel denudare la parte inferiore del corpo.

Le diede dei sandali da schiava dorati, Aurelia si lamento’ che le andavano stretti, e Giulia le disse: “la bellezza si ottiene con sacrificio”. Le spiego’ che quella sarebbe stata la sua tenuta per la cena.

Nella stanza di Virginia Massimiliano si era messo a sedere sulle ginocchia di Virginia, e lei gli faceva un po’ di coccole che a lui piacevano molto, ma quando divenne un po’ piu’ intrapprendente cercando di insinuare le sue dita tra le gambe di Virginia lei strinse le cosce.

Lui ne rimase deluso, e lei se ne accorse, allora cerco’ di consolarlo, lo copri di baci sul viso e gli disse che lui era un bel bambino ma lei aveva sempre adorato suo cugino, e adesso accettare di farsi prendere da lui era come tradirlo. Già le dava fastidio sottostare alle voglie di suo marito quelle poche volte che lui la voleva.

Massimiliano le disse: “io non sono mai stato con una donna, e tu sei molto bella. sai che ho gli stessi anni di Saverio?”

Allora Virginia lo accarezzava intorno all’ingine e sentiva che il ragazzo tremava, “ti piace che ti accarezzo vero?”  “oh si tanto, mi piace tanto”.

Pero’ non gli toccava il pene, perchè si rese conto che da quanto era eccitato sarebbe venuto subito, percio’ glielo disse, e volle che lui le raccontasse come era la sua storia con Saverio e Massimiliano le racconto’ tutto fin nei minimi dettagli.

“Voglio che ti alzi e ti giri e mi mostri bene il tuo culetto” Massimiliano si alzo’ a malincuore dalle sue ginocchia e giratosi si inchino’ leggermente e si apri’ le natiche esponendo il suo ano, Virginia non resistette e lo tocco’ il ragazzo non si mosse, allora provo’ ad osare un po’ di piu’ infilando un dito, e constatando che Massimiliano si offriva, il suo ano era morbido e cedevole.

Lo richiamo’ e se lo mise sulle ginocchia, e gli disse: “sei molto bello ma sei piu’ femmina che maschio, anche se credo ti piacciano le donne e forse un giorno ne troverai una che potrai fare felice, ne sono sicura”.

“Dici davvero?”  “Ma si’ perchè non lo credi?”

“Io pero’ non lo so’, ho promesso a Saverio di appartenergli e lui è il mio padrone, come la mia maman, come sarà possibile che possa avere e fare felice una donna”.

“Tutto è possibile, ma poi forse sarà Saverio a dirti di trovarti una donna, ma a te serve una donna forte, sarà lei a comandare, e tu diventerai il suo schiavo, perchè non sarai mai un dominatore, capisci?”

“Si, penso di si, almeno credo di capire”.

Massimiliano si strinse al seno di Virginia cercando il suo calore, e lei continuo’ ad accarezzarlo, poi pero’ volle fargli un regalo, e gli disse: “aspetta, ho preso una cosa giu’ nella sala, adesso la prendo” e lo fece mettere sul letto girato con le natiche verso l’esterno, e gli ordino’ di tenere la testa giu’ e di non guardare.

Massimiliano obbediente si dispose come voleva Virginia, dopo poco Virginia era vicina al letto la sentiva dietro di lui, e gli accarezzo’ l’ano gli infilo’ due dita dentro e le fece andare massaggiandolo poi infilo’ altre due dita, e alla fine appoggio qualcosa di duro, Massimiliano sentiva che lo avrebbe penetrato con qualcosa e si offri’ cercando di rilassarsi.

Virginia con il dildo in mano che aveva scaldato un po’ lo spinse nell’ano che cedette, e comincio a inculare il ragazzo con quel dildo di legno, di buone dimensioni, Massimiliano si agitava come se stesse godendo collaborando attivamente, e Virginia apprezzo’ molto quel suo modo di offrire il culo e di come lo muoveva ruotandolo.

Alla fine senti’ che lui stava agitandosi e gli mise la seconda mano sul suo pene da sotto e lo fece godere solo  stringendolo nel pugno.

Massimiliano le godette nella mano, lei raccolse il suo sperma, poi gli disse: “tieni il pene nel culo e girati”, Massimiliano obbediente mise  una mano dietro di se per tenere il pene finto conficcato nel suo retto, e adesso era davanti a lei in attesa di ordini, Virginia gli porse la mano imbrattata di sperma e dicendo:”Lecca”.

Massimiliano protese la lingua e inizio’ a leccare le dita e poi il palmo della mano di Virginia fino a che non l’ebbe ripulita completamente di ogni traccia.

“Prepariamoci” gli disse Virginia, “aiutami a scegliere un vestito”,  si fece pettinare, mentre Massimiliano in piedi dietro di lei, si teneva il pene infilato nel sedere gli chiese: “Padrona, posso togliermi il pene, non riesco a pettinarti e a tenerlo”.

Virginia era orgogliosa che l’avesse chiamata padrona e lo autorizzo’ a liberarsi il sedere, peccato che anche lei aveva promesso di appartenere a Saverio altrimenti le sarebbe piaciuto essere la padrona di quel ragazzino, ma finchè era con lei ne avrebbe approfittato.

Dopo che lui l’ebbe pettinata mise un vestito per la cena leggero colorato a fiori, e non indosso’ nulla sotto, poi si occupo’ di Massimiliano andarono nella sua stanza e attese che si vestisse, con un bell’abitino da ragazza, gli stava un incanto.

“Adesso sei una bella fanciulla” disse Virginia, “il mio padrone mi chiama Liana, quando faccio la ragazza”.

“Sei molto bella Liana” le ripetè Virginia.

Saverio stava istruendo Giulia, le spiego’ che desiderava che lei al contrario delle altre ospiti restasse nuda per tutta la serata, per dare con chiarezza senso al fatto di consegnarsi a lui in modo totale, e che doveva spiegare con lampante chiarezza alla sua cameriera quale era la sua condizione nei suoi confronti.

In fondo con ogni suo precedente padrone avevano mantenute le apparenze, ma con lui queste apparenze non dovevano sussistere, lei era la sua schiava e lo era in privato e davanti a tutta la servitu’. Solo davanti agli estranei e per il mondo in generale o con persone con le quali questo avrebbe potuto creare un serio pregiudizio nella vita sociale sarebbero state mantenute le apparenze.

Giulia accetto’ e suono’ per fare venire la cameriera, Santina arrivo’ rapidamente essendo quasi l’ora di cena si stava apprestando a chiamare i signori.

Giulia era in ginocchio al centro della sua camera da letto, e benchè Santina sapesse che con i suoi amanti lei avesse comportamenti particolari, farle questa ammissione volontaria la metteva in profondo imbarazzo, ma lo avrebbe fatto era ben decisa.

Saverio era al suo fianco, mentre Aurelia, era in ginocchio da un’altra parte della stanza defilata, quando la cameriera busso’ Giulia ordino’ di entrare.

Aperta la porta, Santina rimase un po’ sorpresa di essere ricevuta cosi’, Giulia le disse: “Ti prego,entra Santina”.

Saverio le disse di chiudere la porta, Santina un po’ imbarazzata obbedi’, certo sapeva che la sua padrona aveva gusti particolari, l’aveva vista nuda, ma mai in ginocchio come se l’attendesse.

“Cara Santina”inizio’ Giulia “devo metterti a conoscenza di una situazione, e spero che tu vorrai essere come sempre fedele e discreta, mantenendo il piu’ assoluto segreto di quanto accade qui’” fece una pausa, e la cameriera ne approfitto’ per dare la sua assicurazione alla signora, poi preso fiato Giulia riprese il discorso “Saverio è il mio padrone, io gli ho offerto la mia persona anima e corpo, sono la sua schiava, per questo sappi che ogni cosa lui ti dica di fare sarà lui il padrone, che dispone di me, io ti compensero’, e sul tuo lavoro ordinario saro’ la padrona, ma sulle questioni del mio rapporto con Saverio ti ci dovrai conformare e prendere ordini da lui, hai capito bene?”.

“Si signora, ho capito benissimo, e mi atterro’ a quanto mi ha detto, come faccio sempre signora”.

Giulia era rossa in volto, e anche le guance della cameriera erano imporporate, doveva essere molto imbarazzante per entrambe.

Saverio, allora disse: “vedrai di verificare anche che il resto della servitu’ si attenga alle regole, nessun cenno da parte loro di disapprovazione sarà accettato, sei la responsabile della servitu’ e se ritieni che qualcuno possa non essere leale e magari andare in giro a raccontare qualcosa puoi dirlo e licenziarlo”.

“Signore, noi qui’ amiamo tutti la signora, e sappiamo bene che ha sempre avuto degli amanti particolari e nessuno ha mai osato criticare o sparlare della nostra signora, tutti le sono fedeli e lo rimarranno le do’ la mia parola” rispose Santina.

“Va bene Santina, quindi da adesso potrete vedere spesso la vostra signora nuda, che passeggia con me e anche in situazioni imbarazzanti, e mi aspetto lo stesso che vi comportiate come sempre, puoi andare adesso fra poco scenderemo per la cena”.

Santina fece un inchino e usci’ richiudendo l’uscio dietro di sé, Giulia era rossa in volto, Aurelia era sorpresa mai avrebbe immaginato di assistere ad una scena simile, suo nipote come poteva essere alla sua età cosi’ sicuro di sé e avere una donna bella come quella ai suoi piedi, era stupefacente.

Saverio si rivolse a Giulia: “sei mia e ti prometto che lo resterai, ma adesso alzati, devo chiederti una cosa che dovrai considerare da donna libera”. Giulia si alzo’ lentamente e si mise davanti a Saverio, lui le alzo’ il mento ammirando il rossore del suo volto, e le chiese: “Giulia, appena avro’ terminato gli studi in collegio, ti chiedo di sposarmi”.

Giulia rimase scioccata, non riuscendo a parlare, “pensaci almeno, voglio che tu sia mia in modo assoluto e definitivo, e non conosco altro metodo legale per arrivare a questo se non con il matrimonio, e il fatto che io sia piu’ giovane di te, è solo una parte di quell’imbarazzo che ti creerà ma che a te piace tanto, perchè ti fa sentire maggiormente sottomessa, riflettici”.

Si rivolse a sua zia e le disse: “tu hai tramite lo zio la tutela legale su di me, e quando te lo diro’, lo convincerai ad autorizzarmi a questo matrimonio, sono stato chiaro?”

“Si, certo” rispose Aurelia.

Si prepararono erano appena pronti che bussarono alla porta Virginia e Liana, Saverio si complimento’ con loro, per essere cosi’ seducenti, poi preceduti tutti da Giulia che camminava carponi nuda, si diressero verso la sala da pranzo.

C’era solo Santina che attendeva, e appena tutti si furono accomodati, Saverio fece mettere Giulia accanto a lui in ginocchio.

Santina su indicazione di Saverio mise il piatto della sua signora a terra, e Giulia dovette lappare la minestra in quel modo, e lo fece.

Gli altri facevano conversazione normalmente e Virginia racconto’ di come sperava di avere la possibilità di possedere uno schiavo, e che pensava che anche una donna avrebbe dovuto avere la stessa possibilità, in fondo Liana era una bellissima fanciulla nata uomo, e forse avrebbero dovuto trovargli una padroncina, la soluzione giusta per la sua felicità. Lei era cosi’ arrrabbiata con suo marito che vederlo in ginocchio ai suoi piedi sarebbe stata la giusta riparazione per la vita infame che le faceva fare.

Allora Aurelia spiego’ a sua figlia che era colpa sua se aveva dovuto sposare Remo, in fondo lui essendo amico del veterinario, l’aveva portata per un periodo in una casa chiusa dove aveva portato tutti i suoi amici, e dove Remo l’aveva vista e riconosciuta, e cosi’ la ricattava, e si era fatto dare la sua unica figlia, il fatto è che a lui non si poteva dire nulla, lui nei bordelli ci andava solo per guardare.

Virginia si rivolse a sua madre con un tono poco conciliante e le disse: “tu sei stata in un bordello, e non mi hai detto che il mio maritino è solo un voyeur?”.

Aurelia si scusava perchè disse che era stata una volta sola in quel bordello in città solo perchè il veterinario lo aveva preteso, i clienti erano tutti estranei per lei, l’unico di loro che la conosceva era stato Remo essendo in affari con il marito, e cosi’ era caduta sotto il suo ricatto.

Nel frattempo arrivati alla frutta Saverio prese Giulia sulle sue ginocchia, e lei gli fu grata di questo e prendeva dei pezzetti di frutta si li metteva tra i denti e lasciava metà fuori dalla sua bocca e la sua schiava li prendeva dalla sua bocca spezzandone la metà con i denti, praticamente dividendo ogni pezzetto con il suo padrone, e Saverio, ogni tanto le toccava il sesso, trovandolo sempre umido, felice che la sua schiava fosse semrpe pronta per l’amore.

In quella serata vennero presi degli accordi vincolanti per tutti, ogni anno durante le vacanze si sarebbero ritrovati tutti assieme in quella casa per condividere le loro passioni sotto l’autorità di Saverio, al quale tutti giurarono obbedienza.

Quando si ritirarono per la notte Virginia chiese a Saverio di lasciarle sua madre a disposizione, voleva punirla e dare un premio a Massimiliano, fargli scopare una donna, come ricompensa per la sua sottomissione.

Saverio accetto’ perchè desiderava restare solo con Giulia.

Ritiratesi ognuno nella propria stanza, per Giulia fu il paradiso quella notte e Saverio scopri’ come lei era veramente innamorata e che lui stesso ricambiava quel sentimento.

Per Aurelia fu una notte di tormento costretta a subire le punizioni imposte da Virginia e subire gli assalti di Massimiliano che non avendo mai avuto una donna si diede da fare per recuperare il tempo perduto e fare quanto non aveva mai immaginato di poter fare, si fece succhiare, la prese in varie posizioni gustando il calore di una fica bollente e inondata di umori, poi la prese dietro immaginando che lei provasse quello che provava lui quando era sotto Saverio.

Le vacanze erano passate, Virginia e Aurelia erano rientrate con il giuramento che Aurelia avrebbe accettato di sottostare all’autorità della figlia e quindi l’avrebbe aiutata se era necessario.

Giulia aveva invitato degli amici perché non si pensasse che snobbava tutti e cosi’ Massimiliano avrebbe rivisto persone che erano amici di famiglia ai quali voleva bene.

Fu una giornata semplice e rilassante, Saverio venne presentato come un amico di famiglia e visto che pareva piu’ grande di Massimiliano non fu menzionato al fatto che era coetaneo del figlio di Giulia, e vestito con abiti da uomo adulto, mentre il figlio di Giulia indossava un abbigliamento da fanciullo.

Tra gli amici dei loro ospiti vi era una ragazzina di undici anni, molto bella e consapevole di esserlo dal momento che tutti desideravano baciarla e coccolarla, e Massimiliano non era insensibile alla bellezza e appena poterono andare a fare una passeggiata in giardino lui cerco’ di farle la corte ma lei era piuttosto restia, gli disse che anche a scuola aveva molti pretendenti.

Lui arrossi’ e non disse nulla ma penso’ ad una poesia da fare per lei, e le promise che le avrebbe scritto se lei glielo permetteva.

Lei era lusingata, e gli disse che tutti le facevano promesse, e poi erano incapaci di portare a termine ogni proposito, la bambina era molto matura per la sua età.

Prima di rientrare Massimiliano prese il coraggio nelle sue mani e le disse: “vieni con me” appena nascosti dietro un boschetto lui si inginocchio’ e le disse: “Elena, io ti amo, e desidero dimostrarti come tu vorrai la mia totale ammirazione ed il mio amore”.

La ragazzina lo guardava in ginocchio davanti a lei, e gli disse: “tu come molti dici queste cose, ma poi, si sa, mia nonna mi ha avvisata, gli uomini promettono, e poi quando sei sposata devi mettere al mondo figli e stare a casa, io voglio studiare voglio imparare ed essere indipendente, e tu cosa vuoi?”

“Io desidero che tu abbia tutto quello che desideri, saro’ il tuo schiavo e potrai fare tutto quello che vorrai ne faccio adesso il giuramento”.

La ragazzina viziata certo ma anche coerente, sicura di quello che voleva, e gli disse: “sei pronto a dimostrare con i fatti quello che dici?”.

“Ogni prova, te lo giuro ordina mia bellissima e ti esaudiro’”.

“Spogliati, voglio vederti come sei fatto” Massimiliano si denudo’ restando davanti a lei in ginocchio come era e lei apprezzo’ anche la sua bellezza molto delicata e allora gli disse: “mi puoi scrivere tutta la tua devozione, io forse qualche volta ti rispondero’”.

Si alzarono e Massimiliano le chiese se poteva darle un bacio e lei acconsenti’ Massimiliano le pose le labbra sulla bocca e la bacio’ a labbra chiuse sulla sua boccuccia, deliziosa non si sarebbe piu’ staccato fu lei a decidere di staccarsi dicendo che bastava, siccome lui era nudo si accorse che il suo pene era eretto, e gli disse: “il tuo organo riproduttivo si è eretto, sono io che ti faccio questo effetto?”, arrossendo “si mia bellissima dea” rispose Massimiliano.

 

 

 

Quattro anni erano trascorsi, ogni anno tutte le vacanze estive erano state trascorse assieme, con Virginia e Aurelia nella grande tenuta di Giulia, invece Natale e Pasqua Giulia lo trascorreva solo con Saverio e Massimiliano.

Elena era sempre in corrispondenza con Massimiliano lui le scriveva una lettera a settimana e lei gli rispondeva una volta al mese, l’anno prima avevano celebrato il fidanzamento ufficiale, e adesso che l’anno scolastico terminava dopo gli esami tutto sarebbe cambiato, sarebbero andati tutti a vivere nella tenuta di Giulia e a settembre due matrimoni si sarebbero officiati, quello di Saverio con Giulia e quello di Elena con Massimiliano.

Un ombra pero’ c’era, dovevano fare la visita per il servizio di leva, Giulia invito’ quindi un giorno un amico di famiglia e gli presento’ i ragazzi, e cosi’ lui consiglio’ loro di fare richieta per un corso ufficiali di complemento  cosi’ forse sarebbero rimasti in zona a fare servizio soprattutto se intedevano proseguire gli studi.

Saverio passo’ la visita medica e nel frattempo si iscrisse all’università d’ingegneria, invece Massimiliano venne riformato, dissero per scarsità toracica, era molto esile, ma il medico aveva scoperto altro, lo aveva visitato attentamente e aveva riscontrato che il suo ano era troppo largo, segno che aveva avuto relazioni omossessuali, Giulia intervenne e la cosa venne messa a tacere immediatamente per evitare uno scandalo i motivi vennero cambiati.

Ora aveva i suoi ragazzi a casa, e presto sarebbe arrivata anche Elena, per passare l’estate con loro e fare i preparativi delle nozze.

Attendevano comunque Virginia e Aurelia, e avrebbero avuto almeno un mese e mezzo prima di avere la piccola Elena tra i piedi penso’ Giulia, in questi anni vedersi solo durante le vacanze e in alcune occasioni saltuarie con Saverio era stato molto difficile, anche se Santina a volte sostituendo Saverio e su suo ordine aveva provveduto a somministrarle delle punizioni, le mancava proprio la presenza fisica di Saverio.

Saverio la prima notte le fece l’amore con passione ma senza punizioni, aveva voglia di recuperare e di averla, era molto importante per lui, le disse che dall’indomani avrebbero ripreso a fare quello che lei voleva veramente ma quella notte lei per punizione non avrebbe avuto quello che bramava veramente, e quella era una punizione negarle, cio’ che desiderava.

Giulia rise dicendo che era piuttosto contorto e diabolico, ma era giusto aveva sperato di poter sfogare la sua libidine, invece per alcuni giorni se ne stettero tranquilli e si occuparono delle varie incombenze nell’amministrazione della tenuta, Massimiliano lavoro’ piu’ di tutti, lui che odiava i conti si dedico’ a capire il meglio che poteva come gestire le attività amministrative.

Quando ebbero la conferma dell’arrivo di Virginia e Aurelia si organizzarono per riceverle, Giulia si doveva far trovare nuda ‘ e con il collare nuovo che aveva acquistato fatto di metallo, ma era flessibile, con piu’ anelli intorno alla sua circonferenza, l’interno era imbottito per non ferirla.

Quello era il suo unico capo di vestiario, nemmeno le scarpe, secondo le disposizioni di Saverio, a che fosse pronta sovrintendeva Santina che oramai aveva acquisito una certa padronanza e quando la signora doveva essere condotta come una schiava non si creava scrupoli se era il caso di sgridarla o di darle qualche pacca sul culo.

Saverio aveva fatto apposta ad andare di persona a ricevere alla stazione le sue parenti, cosi’ Giulia si sarebbe trovata a farsi preparare da Santina, il fatto di prepararsi in sua assenza gli aveva confidato che era per lei costante motivo di imbarazzo, non riusciva ad abituarsici.

Santina si presento’ in salotto dove Giulia stava leggendo un articolo di un giornale era sola perché Massimiliano stava nell’ufficio in città a parlare con il responsabile della contabilità ed il notaio per alcune variazioni da fare.

Santina come ogni volta che doveva prepararla non la saluto’ ne ebbe nessun atteggiamento della solita cortesia, schiocco’ le dita e Giulia si alzo’ per seguirla, andarono nella camera da letto di Giulia dove si spoglio’ completamente, poi attese che Santina le desse gli ordini, e gli ordini arrivarono: “in ginocchio schiava”, ogni volta che quella frase veniva pronunciata Giulia si sentiva sciogliere perdeva ogni forza  perchè la sua passera si inumidiva sempre un po’.

Obbediente si dispose a quattro zampe come si voleva da lei, Santina prese uno scudiscio dall’armadio, e le ordino’ di precederla ai bagni, Giulia apri’ la porta attese che Santina passasse e poi seguitala chiuse la porta e si mise sulla scia di Santina guardando i suoi tacchi, fino alla sala da bagno.

Appena entrata la fece alzare e le fisso’ i polsi a delle polsiere fissate a una catena che scendeva dal soffitto, cosi’ doveva stare in piedi, la cameriera si mise a lavarla, strofinando senza delicatezza la pelle della schiava che si arrossava, se per caso la schiava si muoveva leggermente le dava una pacca sul culo con la mano e Santina aveva una buona forza, subito Giulia si immobilizzava, si sentiva veramente debole quando era li’ con Santina, sapeva che questo faceva parte del gioco ma era stata la parte piu’ difficile, Saverio in quel modo la rendeva totalmente dipendente e schiava nel vero senso della parola.

Saverio alla stazione ricevette sua cugnina Virginia con baci che non erano proprio da cugini ma li erano  lontane dal paese, bacio’ la zia,e si accorse che erano accompagnate da una signora elegante, seguita da una fanciulla che pareva particolarmente intimidita.

Virginia fece le presentazioni, la signora Gertrude Morris, era inglese, una donna che aveva molto viaggiato, e Virginia gli sussurro’ che l’avevano invitata loro, e che gli avrebbe spiegato tutto, fece accomodare tutta questa gente sulla vettura, la fanciulla dai capelli biondo rossi piene di efelidi, sul viso non era una bellezza particolare ma carina, la signora invece era una donna di età difficile da definire, aveva un viso interessante per forma con zigomi alti, il naso forse un po’ lungo, con una leggera gobba ma questo non la imbruttiva anzi le conferiva una certa aria altezzosa e snob. Comunque parlava benissimo l’italiano, e Virginia volle raccontargli subito come erano divenute amiche. Gertrude taceva e sorrideva cordiale e lascio’ Virginia raccontare:

Questa primavera, mi annoiavo, e avevo saputo che Remo aveva detto alla mia mammina che voleva ancora assistere alle sue performance sessuali con il suo amante, che adesso era il maniscalco.

Mammina me lo venne subito a riferire, e sappiamo bene il perchè, facendo una risatina ironica, e cosi’ Remo si presento’ a quello che era l’appuntamento ma non trovo’ nessuno, quando riusci’ a vedere di nuovo la sua cara suocera, lei gli spiego’ che il suo amante aveva avuto un impegno e le aveva ordinato di andare in città che c’era una nuova tenutaria e voleva averla li’ per alcune serate.

In verità avevo preso io contatto con la tenutaria, e ci andammo la sera convenuta, la tenutaria era felice di avere un’autentica borghese a sua disposizione, e quando le dissi che se si dimostrava indocile la doveva punire mi chiese se poteva veramente usare le maniere forti, gli dissi di si. Allora mi disse che lei aveva un’amica una autentica dominatrice inglese che aveva una grande esperienza in merito e cosi’ mi propose di incontrarla.

Per quella sera Aurelia venne messa al lavoro e Remo si presento’ puntuale per assistere alle sue prestazioni, io ero presente ma non riconoscibile e Aurelia si dovette dar da fare con otto clienti quella sera.

L’indomani invece la tenutaria ci organizzo’ l’incontro con  la signora Gertrude, che ci ricevette nel suo alloggio, e ci propose una serie di sedute con lei, presso la casa d’appuntamenti con clienti particolari, lei aveva una schiava ma una seconda schiava era ben accetta, cosi’ le misi a disposizione Aurelia per una quindicina, e ti assicuro che per lei è stata una esperienza interessante e molto formativa, “non è vero Aurelia?” le chiese rivolgendosi alla madre la quale abbasso’ la testa in segno di assenso ma senza fiatare.

Virginia spiego’ a Saverio che la dominatrice inglese ha una grande formazione medica ed è fidata in quanto alla riservatezza, e sapendo che voleva fare marchiare Giulia riteneva che era un’ottima opportunità.

“Vedremo, se saro’ convinto” rispose Saverio.

Arrivati alla tenuta Gertrude scese prima delle altre donne, per ultima la sua schiava penso’ Saverio, questa presenza ulteriore avrebbe creato un po’ di novità e di ansia in Giulia che non si aspettava nessuno oltre alle solite ospiti.

 

 

 

Entrati nell’ingresso, Santina era li’ dietro a Giulia che nuda attendeva in ginocchio, a testa bassa come le era stato ordinato.

Appena tutti furono entrati, Saverio disse: “ecco la mia schiava Giulia”.

“Ma che bell’esemplare” esclamo’ Gertrude, con il suo accento british, questo fece si che per la sorpresa di una voce non prevista fece alzare la testa a Giulia, che osservo’ la nuova arrivata incuriosita.

Un veloce colpo di scudiscio si abbatté sul culo di Giulia, Santina non aveva esitato, alzare la testa non le era concesso senza ordini, Giulia riabbasso’ la testa e mantenne la posizione, non aveva gridato, perchè aveva sentito il sibilo del colpo che arrivava, era una schiava ben addestrata e lo voleva dimostrare.

Gertrude si compilmento’ con Saverio per la bellezza della sua schiava, e poi aggiunse facendosi sentire da Giulia avvicinandosi a lei: “un animaletto stupendo, lei è molto fortunato”.

Saverio ordino’ a Santina di fare alzare la schiava e questa le fece sentire lo scudiscio sulla spalla accarezzandola verso l’alto, Giulia si sollevo’, restando seduta sulle ginocchia, ma Saverio la voleva in piedi, allora la cameriera le mise lo scudiscio nel solco del sedere e le diede dei colpetti, a quel segnale Giulia si alzo’, doveva sempre attendere i segnali che aveva imparato.

In piedi nuda le braccia lungo i fianchi, immobile con la testa bassa, Saverio le si avvicino’ e le sollevo’ il mento, lei segui’ il movimento e alzo’ il viso, ma tenne gli occhi bassi.

Poi rivolto a Gertrude, le disse: “si avvicini e tocchi pure vedrà che è merce di prima qualità”, “Non ho dubbi, e la ringrazio, è un vero piacere, posso farla mettere in una posizione a mio parere piu’ consona?” chiese.

“la prego lei è un ospite” rispose Saverio.

Gertrude si rivolse a Giulia e le disse con tono di comando: “Schiava, mani dietro la schiena e gambe aperte come si deve”.

Giulia rettifico’ la sua posizione, senza un fiato e attese, Gertrude commento’ “sono molto felice di incontrare una schiava cosi’ ben addestrata, e la fa depilare lei?”.

“Vi provvede da sola, e per la sua formazione, le posso assicurare che non esiste schiava piu’ devota”.

“si, ne sono certa, è anche bellissima, seni stupendi alti sodi, capezzoli subito turgidi, una fica da bambola, perfetta direi, ma sono certa che al di là dell’apparenza stretta essa sia anche molto accogliente”.

Poi si mise a palpare i seni, soppesandoli, saggiandone l’elesticità le strizzo’ un capezzolo, Giulia era sempre immobile pazientemente accettava quanto stava accadendo, la donna si sposto’ alle sue spalle, e le carezzo’ le natiche indugiando sui due segni che aveva, poi le disse: “inchinati bene e apriti le natiche voglio guardare il tuo buchetto”.

Giulia s’inchino’ come ordinato e si apri’ le natiche con le sue mani, la donna fece un fischio “divino, questo culo è divino”.

Saverio era orgoglioso, di sentire tanti commenti positivi sulla sua Giulia, e allora si avvicino’ e disse: “allora cara signora, sono felice che le piaccia, e io ne sono estremamente orgoglioso, direi che adesso potremmo proseguire e farvi vedere le vostre stanze”.

Gertrude assenti’ sorridendo, e Santina fece strada alle ospiti, mentre Giulia rimaneva li’ nella posizione leggermente china e con le mani che tenevano le natiche aperte e cosi’ la vide l’autista che stava portando dentro i bagagli. Ebbe un colpo di tosse perchè la saliva gli ando’ di traverso, era la prima volta per lui che vedeva la signora nella sua condizione di schiava anche se ne era al corrente.

Giulia senti’ che le guance le bruciavano e dovevano essere rosse come pomodori. Saverio si rese conto di provare piacere, la sua spregiudicata schiava aveva ancora dei pudori, e per questo la lascio’ in quella posizione, ginrandole attorno come se stesse ispezionandola fino a quando l’autista ripasso’ e poté ammirare lo spettacolo anche dalla parte opposta. Appena se ne fu andato Saverio la fece raddrizzare, Giulia si alzo’, appena lui le fu davanti si avvide che aveva le guance rosse e delle lacrime le erano spuntate agli occhi, scendere lungo le sue guance, era ancora piu’ bella agli occhi suoi se si vergognava, e questo era importante, aveva creduto che lei non provasse piu’ alcuna vergogna e seppe che la sua obbedienza vergognandosi era la prova della sua assoluta devozione nei suoi confronti, allora le prese il viso tra le mani e la bacio’ le loro lingue si attorcigliarono e le loro salive si mischiarono. 

Salirono nella loro stanza, dove Saverio aveva voglia di fare l’amore e la prese alla pecorina, in ginocchio sul letto, gli andava incontro con foga come se volesse annullarsi nel piacere.

Mentre la scopava le smanacciava le tette strizzandole i capezzoli dolorosamente, Giulia smaniava dal piacere e supplicava che fosse piu’ duro, “vacci forte, sono la tua cagna montami senza pietà fammi maleeeee…” urlava e raggiunse un orgasmo liberatorio, che pareva inondarle il cervello oltre alla fica, Saverio usci’ dalla fica deliziosa di Giulia e le disse: “ora ti faccio il culo, credo che non possiamo lasciarlo dimenticato, vero?”

“Oh si, inculami, e fallo con forza, ti prego non avere pietà” gli urlo’ Giulia.

Saverio appoggio’ il glande all’orifizio posteriore di Giulia, quel delizioso e grinzoso buchetto rosa, ma che era sempre stato accogliente con lui, e oramai era stato rodato alla sua dimensione, ma ogni volta ritornava stretto e doveva riaprirsi la strada, ma una volta accolto, era perfettamente idoneo si completavano come se la guaina fosse il suo naturale fodero. In realtà ogni orifizio di Giulia era come se per Saverio fosse il fodero naturale del suo pene, mai nessuna gli aveva dato lo stesso appagamento come lei, nemmeno sua cugina Virginia, Giulia era piu’ di una semplice donna, era la sua amante, e con essa si sentiva completo, la sua sottomissione era l’esatto opposto del suo desiderio dominatante che si sposava alla perfezione.

Ora aveva infilato la sua cappella ed era rimasto immobile per un attimo per permetterle di assaporare il suo ingresso, senti’ l’impercettibile movimento di impazienza di Giulia e allora affondo’ la sua spada di carne fino in fondo, lei lancio’ un urlo come ogni volta che affondava di colpo fino in fondo, ma poi era lei stessa a muoversi per andargli incontro, voleva che lui fosse duro nel sbatterla, perchè questo aumentava il suo immenso piacere, su vette incredibili.

Saverio non la deluse una volta preso il ritmo il suo va e vieni nel retto di Giulia che oramai si era abituato all’intrusione era dei piu’ rapidi e violenti avesse mai usato, lei era particolarmente eccitata dall’esibizione alla quale era stata costretta, e adesso il suo naturale sfogo doveva avvenire solo cosi’ si sarebbe ritenuta pienamente appagata.

Saverio aveva già resistito parecchio e appena lei comincio’ ad annunciare l’orgasmo pregando che aumentasse il ritmo, Saverio si chiese se sarebbe riuscito a resistere, era cosi’ vicino alla meta che temeva di venire prima di lei, allora mentre lascio’ una mano a torturare uno dei capezzoli, con l’altra scese fino alla sua passera e le prese il clitoride, lo massaggio’ con due dita fino a sentirla urlare il suo piacere, e in quel momento anche lui le scarico’ la sua sborra nel retto.

Poi accasciati uno sopra l’altra sul letto i corpi incollati dal sudore e sempre l’uno dentro l’altra, come un solo corpo respiravano affannosamente sincronizzati anche su questo.

Appena ebbero recuperato, Saverio si sollevo’ lentamente, e facendolo il suo pene usci’ dal retto di Giulia la quale ebbe un singhiozzo di smarrimento, capendo che adesso aveva anche bisogno di coccole, Saverio se la prese tra le braccia e la strinse tenendosela in grembo, e baciandole il collo lei si era accartocciata in posizione fetale in modo da essere coperta dal calore del suo corpo, era estate e faceva caldo ma dopo la sudata, l’aria della finstra aperta le faceva sentire freddo.

Saverio che oramai la conosceva prese il lenzuolo e copri’ i loro corpi, cosi’ Giulia si sentiva protetta, e lui la coccolava dolcemente, come una bambina che necessita di essere rassiccurata.

Si appisolarono e rimasero cosi’ fino a quando Santina non li chiamo’ per la cena, Saverio allora si alzo’ e dandole un bacio le disse: “su pigrona, andiamo a cena”.

Si recarono al bagno e si lavarono rapidamente poi Saverio indosso’ un pantalone leggero beige e una camicia bianca, Giulia rimase nuda e lo precedette nella sala da pranzo.

Gli altri non erano ancora arrivati, Massimiliano sarebbe rientrato solo il giorno successivo, cosi’ si accomodarono Saverio seduto su una poltrona e Giulia ai suoi piedi con la testa appoggiata sulle sue ginocchia, e attesero l’arrivo degli altri.

Gertrude arrivo’ fasciata in uno splendido abito nero, leggero che le metteva in risalto le sue forme, la sua schiava la seguiva, indossava un collare di cuoio, un bustino di cuoio, che le sollevava le tette, la sua padrona la teneva al guinzaglio, e si ando’ a sedere di fronte a Saverio, e disse: “Non ho avuto occasione di farvi notare la mia schiava Serena, una bella fanciulla non trovate?”.

“Si molto bella” convenne Saverio, “Sono lieta di questa opportunità di conoscerci, Serena è una fanciulla di buona famiglia, la madre è una mia conoscente, suo padre è italiano, e lei è una piccola viziosa, loro non immaginano che si trova con me, pensano sia andata a fare un seminario di studi, invece la piccola viziosa è venuta a buttarsi ai miei piedi, supplicandomi di prenderla come mia schiava, e l’ho accontentata, sapete non si puo’ negare a una schiava di avere una padrona o un padrone” disse Gertrude.

“Notate come le stanno bene i gioielli che le ho applicato”, e schioccando le dita ordino’ alla sua schiava di mettersi in mostra, la bella facniulla si mise in ginocchio ma con il corpo eretto ad angolo retto con le ginocchia le mani dietro la nuca, e le cosce ben aperte.

Saverio allora si accorse che aveva dei gioielli alle labbra del sesso, due anelli d’oro uno ad ogni labbro, della fichetta depilata, e due anelli uno per ogni capezzolo. Gertrude diede una pacca sul culo a Serena e le ordino’ di andare da Saverio in modo che potesse valutare da vicino l’effetto, e lo invito’ a toccare.

Saverio appena la fanciulla era alla sua altezza le tocco’ gli anelli ai capezzoli e poi passo’ a quelli della fichetta provo’ a tirarli la ragazza non si mosse ma le labbra si staccarono come fossero state incollate e si senti’ salire l’odore della passera eccitata.

“E’ molto calda, questa fanciulla” osservo’ Saverio, “n’est ce pas!”  rispose Gertrude.

Dopo poco arrivarono Virginia e Aurelia quest’ultima nuda come aveva voluto Virginia e cosi’ le disse che poteva andare a mettersi a disposizione di Saverio e rendergli omaggio , e cosi’ Aurelia si inginocchio’ davanti al nipote pose le sue labbra sulle sue scarpe per dimostrargli la sua sottomissione, oramai era fuori discussione anche per lei questo fatto.

Cenarono al tavolo Saverio Gertrude e Virginia, e cosi’ Gertrude chiese a Saverio se acconsentiva a prestargli Aurelia per un periodo, voleva vivacizzare i suoi spettacoli, e Aurelia aveva avuto un certo successo, nella prova fatta nel bordello della sua amica, e Virginia le aveva detto che la decisione dipendeva da lui.

Saverio chiamo’ sua zia e la interpello’, chiedendole se era vero che le era piaciuto essere esibita e sottomessa dalla signora Gertrude. Rossa in volto Aurelia ammise che era stato molto eccitante, e aveva goduto. Saverio dette il suo benestare.

Gertrude che si mangiava con gli occhi Giulia, chiese se non sarebbe per caso stato interessato a prestare anche Giulia, ma si diede la risposta da sola, dicendo “suppongo di no”. In effetti non l’avrebbe mai prestata su questo non ci potevano essere dubbi.

 

 

 

erano passati alcuni giorni, Saverio stava faccendo una passeggiata a cavallo con Giulia che portava un pantalone e stivali e sopra una gonna che era fatta di un solo pezzo ma allacciata in vita con una cintura cosi’ la parte davanti poteva aprirsi totalmente fino in vita, cosi’ montava come un uomo, ma non voleva montare solo con i pantaloni, se incontravano qualcuno doveva mantenere le apparenze, e nelle campagne anche sul suo dominio capitava di incontrare vicini che passavano per andare a caccia.

Era piacevole cavalcare assieme non avere nessuno tra i piedi, con tutti i loro ospiti avevano il tempo di restare soli solo di notte e nemmeno sempre.

Virginia voleva andare al seguito di Gertrude per vedere come lavorava e capire meglio come comportarsi aveva voglia sempre piu’ di una funzione dominante, e sperava prima o poi di trovare qualcuno per se stessa che le fosse devoto o devota come Giulia.

Erano arrivati alla fine della passeggiata e Giulia si era rattristata e lo aveva detto a Saverio, erano sempre troppo poco da soli.

Lui le disse di avere pazienza, che le cose si sarebbero sistemate con il tempo e poi appena dopo il matrimonio sarebbe partito per il servizio militare, ma appena aveva la nomina a sottotenente, sarebbe tornato di istanza li vicino e poteva prendersi un appartamentino dove passare il periodo di leva, e avrebbero vissuto da soli senza servitu’ solo loro due.

Giulia gli disse che dopo tutto anche fare il militare era una cosa fastidiosa, con quello che si sente in giro magari ci sarà un’ altra guerra.

“Speriamo di no”, le rispose Saverio “ma non pensiamo a cose tristi amore” aggiunse.

Rientrati, non c’era nessuno, percio’ andarono a cambiarsi e lavarsi dal sudore della cavalcata, poi si sarebbero vestiti per pranzo, Saverio le fece notare che le loro ospiti stavano ancora dormendo e sorrise perchè aveva sentito gemiti di ogni tipo per tutta la notte, faranno fatica ad alzarsi questo è certo.

A pranzo c’era solo Gertrude e Virginia, con loro, erano già a tavola che arrivo’ Massimiliano, accompagnato da Elena.

Giulia si alzo’ e diede il benvenuto alla sua futura nuora, baciandola sulle guance, un bacetto al suo bambino, e chiamo’ Santina per far preparare altri due posti a tavola.

Massimiliano intanto raccontava che i giornali di quel giorno parlavano dell’omicidio dell’arciduca Francesco Ferdinando e della consorte Sofia, a Sarajevo, e già si parla di guerra.

Giulia impallidi’, guardando Saverio e dicendo, “ma noi non entreremo di certo in guerra vero?”.

Saverio anzo’ le spalle, come per cambiare discorso, e si mise a parlare di cavalli e di come avevano cavalcato lungo la tenuta quella mattina, ed era stato estremamente piacevole, Giulia sorrise ricordando che quella mattina era stata molto spensierata.

Massimiliano chiese a Saverio se si poteva ospitare Elena in modo che potessero portare avanti i preparativi per il matrimonio e siccome dovevano andare a fare dei documenti era assurdo che facesse avanti e indietro da casa sua.

Saverio sorridente disse che Elena era la benvenuta in quella che poteva già considerare come casa sua, e quindi non era il caso di chiedere e fece una carezza a Massimiliano, come se fosse un ragazzino.

Quel pomeriggio Saverio e Gertrude portarono le tre schiave Giulia, Aurelia e Serena nella sala delle punizioni, mentre Virginia intratteneva Elena facendole compagnia in un giro a cavallo nella tenuta.

Gertrude aveva appeso a due pali Serena in modo che fosse a gambe e braccia tese, aperta, avrebbe assistito a quanto accadeva, ed era certa si sarebbe eccitata, ma in quella posizione non avrebbe potuto fare nulla per darsi sollievo.

Aurelia si era stesa secondo gli ordini di Gertrude su una panca le aveva legato le braccia in modo che stessero tese, poi le caviglie a delle catene che pendevano dal soffitto, in questo modo teneva le gambe spalancate e tutte le sue parti intime era esposte.

Decise che anche lei doveva essere depilata, e lo fece con un rasoio a lama libera a secco, Aurelia era terrorizzata, e pietrificata dalla paura, ma Gertrude era molto precisa, solo che a secco, le irritava la pelle e quando ebbe finito la pelle era molto irritata e arrossata.

Le disse: “hai proprio una fica da puttana, molto pronunciata, e con le piccole labbra che la tengono aperta, molto oscena, e sappiamo che quelle con una fica cosi’ desiderano una sola cosa. Vero?”

“Io… io, non lo so’”, “Troia, si che lo sai, e lo dirai”, “vogliono essere, essere prese?”.

“Vogliono tanti cazzi che le si infilino, troia, e chiamami PADRONA”  e le diede una scudisciata che la colpi’ nella parte piu’ sensibile dove le cosce si saldano alle natiche, un urlo proruppe dalla gola di Aurelia “ Ahhh… si  è vero, mi scusi … PADRONAAAAH” il secondo colpo le aveva colpito il taglio della fica di traverso, facendole fare un sobbalzo incredibile.

Gerturde invito’ Saverio e gli disse: “vieni e guarda quanto è vacca, mettile il dito nella fica e vedrai quanto è bagnata, eppure ha solo ricevuto due scudisciate e la rasatura del sesso, nessuna altra stimolazione”.

Saverio infilo’ un dito nella fica di Aurelia, ed esclamo’ “accidenti se sei bagnata, Aurelia, allora ti fa bene sottometterti ad una donna”.  Aurelia non rispose.

Gertrude chiese a Saverio se poteva forare i capezzoli e le labbra di Aurelia, gli riconosceva il diritto di decidere e se lui gliela prestava non sarebbe andata oltre i limiti che lui le avrebbe imposto, ma se le concedeva la possibilità di ferrarla, lo avrebbe fatto li davanti a lui in quel preciso momento aveva con se tutto l’occorrente.

Aurelia sentendo questo disse: “no, vi prego questo no”.

Saverio invece era di tutt’altro avviso, e disse: “si credo che starebbe bene ferrata questa troia”.

Gertrude prese dalla sua borsa una trousse, l’apri’ aveva tutta un’attrezzatura chirurgica, prese un punteruolo, e lo mise a scaldare alla fiamma e poi si mise tra le gambe di Aurelia, Saverio e Giulia erano vicini ad osservare.

Gertrude chiese a Saverio di mettere una cinghia intorno al ventre di Aurelia per tenerla piu’ fissa e poi controllo’ anche i lacci delle braccia e mise delle altre corde per le gambe che partivano dal pavimento, con una sbarra tra le gambe in modo che fossero il piu’ fissate possibili.

Aurrelia supplicava di non farle una cosa simile, erano cose permanenti, prima o poi anche suo marito se ne sarebbe accorto.

Appena pronta Gertrude si mise tra le sue ganbe e perforo’ un labbro della fica, l’urlo di Aurelia rimbombo’ sulle pareti della sala, vi passo’ immediatamente un anello nel foro appena fatto, foro’ anche l’altro e fece la stessa operazione, poi disinfetto’ il tutto.

Passo’ sopra ad Aurelia che era tutto un tremito e un lamento doloroso, e le foro’ un capezzolo, e altro anello, poi il secondo capezzolo altro anello, e le grida di Aurelia si andavano alzando il dolore doveva essere forte.

Gertrude disse: “mettiamole un bavaglio”, Saverio ordino’ a Giulia di prendere un bavaglio e questa corse a prenderne uno lo fissarono sulla bocca di Aurelia che continuava a urlare ma con una specie di morso tra le labbra le sue urla si trasformarono in gemiti meno assordanti.

Gertrude disse che aveva bisogno di qualche palliativo, e le infilo’ un dildo nel culo,  e un altro nella fica che le faceva male, ma la trovo’ comunque ancora lubrificata, e comincio’  a muovere i falli con le mani fino a quando non vide che Aurelia stava godendo, pur soffrendo era arrivata all’orgasmo, e le uscivano umori dalla fica come se stesse pisciando, fece l’occhiolino a Saverio dicendogli  “hai visto com’ è calda?” Saverio annui’, ma non disse nulla.

Poi lasciarono Aurelia con i dildi conficcati nei suoi due orifizi e Gertrude si dedico’ a Serena, la quale attendeva impaziente che si occupasse di lei.

Gertrude le accarezzo’ le labbra delle fica con la punta del dito, e subito la ragazza si mise a gemere di desiderio, allora Gertrude si allontano’, dicendo: “ha una tale voglia di godere che credo la giusta punizione sia di lasciarla li’ con la voglia”.

Saverio chiese a Gertrude se era effettivamente in grado di fare incisioni e marchi sulla pelle come aveva detto, e Gertrude glielo confermo’, avrebbe fatto qualsiasi cosa fosse richiesto bastava che lui avesse le idee chiare su cosa voleva.

Saverio spiego’ che desiderava imprimere un marchio definitivo su Giulia che stabilisse che era una sua proprietà, praticamente le sue iniziali, ma non voleva che la sua bellezza ne subisse nessuna minorazione.

Gertrude disse che si poteva fare una incisione con un bisturi praticamente lasciando una cicatrice rosa sulla pelle, senza che questo sminuisse la sua bellezza.

Giulia accetto’ di essere marchiata, perchè Saverio voleva che lei fosse d’accordo, e cosi’ la legarono su un cavalletto, e Gertrude procedette, nell’incidere le iniziali di Saverio sulla parte alta della natica sinistra. Giulia aveva chiesto un aiuto, lui le diede un morso di cuoio da mordere. Il dolore era intenso e Giulia mugolo’ forte ma sopportava con stoicità il sacrificio di farsi marchiare.

 

 

 

Elena e Massimiliano parevano andare d’amore e d’accordo, ma Giulia era scettica, la ragazza era bella, intelligente, ma le pareva che non fosse realmente innamorata di suo figlio. Decise di parlare con Saverio, dei suoi sospetti.

Infatti anche Saverio temeva che dietro tutto questo ci fosse un inganno. Nel frattempo Massimiliano era totalmente preso dalla bellissima Elena, e facevano lunghe passeggiate assieme sempre accompagnati da un lontano cugino di lei, in veste di accompagnatore, Rodolfo era coetaneo di Elena, il loro grado di parentela era alquanto remoto, la sua famglia era meno abbiente e lui aveva interrotto gli studi, cosi’ Elena aveva chiesto al suo futuro marito di farlo lavorare presso di lui e magari di cosentirgli un lavoro di segretario in modo che avesse il tempo di finire gli studi.

Quando Massimiliano si assentava in quei giorni, Elena spariva e si appartava con il cugino ma nella tenuta la servitu’ aveva occhi e orecchie e nulla poteva rimanere nascosto, venne riferito alla signora che avevano scoperto i due che amoreggiavano e Santina era andata a sorprenderli e aveva captato i discorsi dei due giovani amanti, Elena aveva fretta di celebrare il matrimonio e si era concessa a Massimiliano perchè rimasta gravida di Rodolfo, e lo invitava ad aver pazienza e sopportare, una volta che sarebbe stata sposata, suo marito che già le aveva detto che sarebbe stato il suo schiavo lo sarebbe stato anche del suo amante.

Giulia appena venuta a conoscenza di questo ne informo’ Saverio, e quest’ultimo le promise che si sarebbero occupati di tutto al piu’ presto, nel frattempo loro dovevano sposarsi prima perchè ai primi di settembre lui sarebbe partito al corso ufficiali.

Anticiparono le loro nozze, ma non quelle di Massimiliano, poi alla festa per pochi intimi, erano stati invitati i parenti piu’ stretti di lui e di lei e qualche caro amico,venne organizzato tutto con la servitu’ e con Gertrude, visto che il marito di Aurelia era presente e quest’ultima aveva avuto modo di parlare con  Vanni un uomo buono, e molto trascurato dalla moglie viziata, alla quale aveva permesso di fare tutto quello che voleva e piano piano lui era rimasto passivo.

Gertrude voleva mostrargli la sua nuova Aurelia, e cosi’ dargli una piccola soddisfazione, una rivincita sulle amarezze di quegli anni di matrimonio, e d’accordo con Saverio decise che Remo che voleva fare il guardone avrebbe dovuto vedere Virginia che faceva l’amore con un altro uomo, e aveva sotto mano un ragazzo che aveva corteggiato Virginia tutta la sera ballando con lei, mentre Remo si dedicava ad assaggiare tutti i vini della fornitissima cantina.

Saverio invito’ quindi Rodolfo a visitare le cantine come gli disse, e intanto si avvicinarono alla sala delle punizioni, ove Corrado il tutto fare della signora Giulia attendeva, Rodolfo, che aveva bevuto un po’ non sarebbe stato in grado di capire appieno cosa stava per accadergli, e appena entrato nella sala fiocamente illuminata senti’ due forti braccia immobilizzarlo, e trattenerlo, gli misero un cappuccio in testa, e iniziarono a spogliarlo, egli tento’ di difendersi ma subito senti’ un laccio che si annodava al collo stringerlo e soffocarlo, si arrese e non reagi’ terrorizzato, anche perchè una voce irriconoscibile gli disse che se si muoveva era peggio per lui. Integralmente denudato si ritrovo’ in ginocchio incatenato in una posizione offerta, sentiva delle sbarre vicino ai polsi e alle caviglie costringendolo a restare aperto e prono.

La festa continuava sopra e Rodolfo fu lasciato solo a meditare sulla sua situazione, egli non sentiva la presenza di nessuno, aveva provato a chiamare, ma nessuno gli rispose.

Saverio era ritornato alla festa, e porto’ anche Remo nel sotterraneo, quest’ultimo era completamente ubriaco, e quindi, appena senti’ che lo stavano spogliando, si mise lui stesso ad aiutare per spogliarsi convinto di mettersi a letto, ed infatti venne coricato su un tavolaccio inclinato rivestito di pelle, e legato braccia e gambe in modo da permettergli di vedere tutta la sala ma non di muoversi né di fare alcunché.

Nel frattempo gli invitati se ne stavano andando, Gertrude ordino’ alla sua schiava Serena di recarsi nella sala delle punizioni e di lasciare i suoi abiti fuori.

Vanni ascoltava attento, e Gertrude gli spiego’ di come molte donne siano portate per la sottomissione e gli avrebbe dimostrato che anche Aurelia le si era sottomessa, Vanni non le credeva perché Aurelia era troppo orgogliosa, ma lei insisté che gli avrebbe dimostrato il contrario.

Incarico’ Santina di ordinare ad Aurelia di andare nella sala delle punizioni di spogliarsi e di farsi mettere il cappuccio di cuoio in testa, Santina disse che se ne sarebbe occupata personalmente.

Vanni era sorpreso ma da dove erano potevano vedere la cameriera che diceva qualcosa ad Aurelia e quest’ultima abbassare il capo in segno di assenso e seguire la cameriera.

Saverio si avvicino’ a Virginia sempre corteggiata da un conoscente di Giulia, un signore ricco ed elegante Alfonso, e pieno di voglia di vivere, il quale era fortemente attratto dalla bella Virginia e quindi anche lei acconsenti’ di andare in cantina accompagnata dal suo nuovo spasimante.

Giulia e Massimiliano sarebbero arrivati dopo, Saverio li avrebbe fatti chiamare e cosi’ si recarono nelle loro stanze ad attendere, mentre Saverio andava a cercare Elena la quale era uscita ad attendere Rodolfo voleva che si salutassero privatamente prima di andare a dormire, purtroppo separati.

Saverio la sorprese nel gazebo che attendeva e appena senti’ il rumore dei passi si alzo’ e lo chiamo’ a bassa voce “Rodolfo sono qui’”. Ma all’apparire di Saverio rimase interdetta incapace di pronunciare una sola parola, e Saverio le disse: “sorpresa di vedermi?”.

“Io sono venuta a prendere un po’ di fresco fa cosi’ caldo questa notte, le pare”.

“Si fa caldo, ma mi hai chiamato Rodolfo segno che il vedere me sia stata una terribile delusione”.

“Ma no che dice, è che pensavo che fosse mio cugino lui a volte passeggia la notte prima di coricarsi”.

“Invece Rodolofo è altrove, bè che ne dici di rientrare, non credo sia bene stare fuori al buio da sola, su fammi compagnia” e la prese sottobraccio, Elena si lascio’ trascinare timorosa di aver svelato il suo segreto, e pareva che Saverio sapesse, e questo la preoccupava tantissimo il cuore le batteva forte.

Arrivarono alla casa, e Santina era ad attendere ordini, Saverio le disse di avvisare la contessa che l’attendeva con suo figlio di sotto, e tenendo per la vita Elena si incammino’ verso la sala delle punizioni.

Quando arrivarono erano presenti Vanni che era sorpreso e immobile seduto con Gertrude che lo confortava perchè era scioccato, Virginia con  Alfonso in piedi in un angolo che osservavano la scena, un uomo nudo il marito di Virginia legato su un tavolaccio ricoperto di pelle inclinato in modo che potesse osservare l’ambiente circostante ma ubriaco, e quindi mezzo addormentato, una donna nuda dal corpo giunonico, ben sodo ma abbondante nelle curve con sesso glabro e anelli alle grandi labbra e sui capezzoli  con una maschera di cuoio che le copriva il volto e gli occhi, ma libera che restava immobile in attesa seduta a gambe larghe su una sedia, una giovane donna legata in croce tra due colonne di legno anche lei con il sesso ornato di anelli e i capezzoli, ma senza alcuna maschera e molto giovane era Serena, un uomo nudo molto giovane con un cappuccio in testa nero, legato in ginocchio con delle sbarre alle gambe costrette aperte e alle braccia impossibilitato dalle catene a muoversi.

Una scena che la colse di sorpresa stava per gridare ma Saverio le mise una mano sulla bocca e le disse che non doveva fiatare, poi aiutato da Gertrude la spoglio’, Elena si lasciava fare immobile ed incapace di qualsiasi reazione, spaventata eccitata non lo sapeva ma non era terrorizzata si rendeva conto che in tutto questo c’era qualcosa di perverso ma di stimolante e sentiva che non correva dei seri pericoli o forse lo sperava.

Nuda venne legata anche lei tra due colonne di fronte all’altra, in mezzo a terra l’uomo inginocchiato, che le pareva molto giovane dal corpo ed ebbe il sospetto che si trattasse di Rodolfo.

Entro’ Giulia nuda seguita da Massimiliano anche lui nudo, Giulia si avvicino’ a Saverio e si pose dinanzi a lui per omaggiarlo, ma Saverio le disse: “mia adorata, questa sera sarai la regina della festa, e ti dovrai occupare di queste persone, sarai tu a fare confessare Elena del suo tradimento, e il suo amante”.

Alfonso conosceva piuttosto bene Giulia da anni, ma vederla nuda con un evidente marchio su una natica lo fece restare sorpreso, sapeva avendo conosciuto uno dei suoi amanti che era disponibile a rapporti particolari ma il vederla era tutt’altra cosa.

Giulia prese una frusta e messo un bavaglio a Elena si incarico’ di somministrarle una battuna con i fiocchi sulle chiappe dalla pelle di latte della fanciulla.

La quale si dimenava per sottrarsi ma poco poteva fare, legata come era. Levatole il bavaglio Elena confesso’ di essere stata sverginata da Rodolfo e quindi aveva ceduto alla corte di Massimiliano perchè temeva di essere incinta e sposarsi con lui convinto che fosse il padre sarebbe stata la soluzione migliore anche perchè suo padre non le avrebbe perdonato la relazione con Rodolfo.

Poi passo’ a Rodolfo, il Primo colpo si abbatté sulle natiche indifese e tese dalla posizione, Giulia agiva con l’esperienza acquistata come sottomessa e quindi perfettamente consapevole di quanto provava il ragazzo sotto i suoi colpi, gli somministro’ una dose abbondante di scudisciate, e alla fine ordino’ a Massimiliano di sodomizzarlo.

Massimiliano era un po’ titubante, ma Saverio gli disse di obbedire, allora il ragazzo prese da una scatola una abbondante dose di lubrificante e lo spalmo’ sull’ano di Rodolfo, quest’ultimo per quanto poteva si agito’ sotto la carezza di Massimiliano, il quale oramai aveva penetrato con le dita nell’ano allargandolo, Rodolfo era impossibilitato ad urlare a causa del bavaglio, ma i suoi lamenti gutturali uscivano dal cappuccio e facevano fremere Elena.

Massimiliano, appoggio’ all’ano il suo pene teso, Giulia tenne aperte le natiche di Rodolfo per agevolare l’azione di Massimiliano, il quale dovette riprovare un paio di volte prima di riuscire a fare entrare la cappella, si fermo’ timoroso di perdere la posizione, ma rimase fermo anche per quella sua tenerezza nei confronti degli altri, non era mai stato duro verso gli altri e anzi sempre piuttosto pieno di compassione anche per quelli che gli avevano fatto degli sgarbi.

Comunque appena si senti’ piu’ tranquillo e senti’ un momento di cedimento nella tensione di Rodolfo affondo’ con una lunga penetrazione arrivano ad appoggiarsi alle natiche del povero Rodolfo. Li’ si fermo’ in modo che sentisse la sua penetrazione e permettergli di abituarsi all’intrusione.

Si ritiro’ di un paio di centimetri onde permettere al muscolo di riprendere una posizione piu’ naturale meno congestionata e rimase immobile in attesa.

Elena era silenziosa e attenta a tutta l’azione, quando Massimiliano senti’ la resa di Rodolfo, inizio’ a muoversi con un avanti ed indietro lento ma con affondi decisi.

Poi Giulia e Gertrude si dedicarono alle altre schiave, nulla di particolare ma Vanni potè ammirare le prestazioni della sua Aurelia che si dimostro una schiava molto obbediente e porca che godeva delle umiliazioni subite.

Solo alla fine della punizione e dopo che ebbe ringraziato la sua padrona, leccandola sempre bendata e quindi non sapendo chi erano i spettatori Gertrude la libero’ del cappuccio e cosi’ appena abituata alla fioca  luce della stanza si accorse della presenza di Vanni, andando a nascondersi tra le gambe di Gertrude cercando di coprirsi raccolta quasi in posizione fetale e rossa di vergogna e colta dalla paura di essere stata vista cosi’ dal marito.

Vanni chiese a Gertrude di poterla inculare, un piacere che non aveva mai avuto visto che aveva avuto anche poco il canale principale.

Gertrude gliela mise nella posizine desiderata costringendola ad inginocchiarsi e tenendole la testa tra le sue cosce forti. E Vanni inculo’ la moglie.

Remo aveva cominciato a riaversi dalla sbornia davanti a quelle situazioni, e sua moglie lo prendeva in giro avvicinandosi con uno scudiscio tra le mani e accarezzandolo con lo stesso passandoglielo sul pene teso malgrado la paura.

Lo canzonava dicendo: “vedo che lo spettacolo ti è gradito, sei eccitato e questo è molto evidente, come mai non sei mai cosi’ eccitato con me?”

Lui piagnucolava supplicando di essere liberato, e Virginia gli rinfaccio’ di essere un guardone ed un ricattatore e di aver costretto sua madre sotto minaccia per poterla sposare, e questo non glielo perdonava di certo.

Gli diede un colpo di scudiscio sulle cosce sotto le palle, ma molto vicino che lo fece urlare vedendo lo scudiscio che si abbassava convinto che l’avrebbe colpito sui genitali.

Poi Virginia inizio’ a spogliarsi e resto’ nuda bella e desiderabile e chiese ad Alfonso se era disposto a prenderla li’ davanti al suo caro marito.

Alfonso non se lo fece ripetere, e si abbasso’ i pantaloni, subito e Virginia si appoggio’ su un cavalletto dandogli le spalle ma in modo che suo marito potesse vederla bene, e ogni tanto voltava la testa verso di lui, mentre Alfonso la montava da dietro, nella sua fica fradicia di umori.

E lo dileggiava: “guardone ti piace vedere che ti sbattono la moglie?” poi proseguiva “avanti vedi cosa fanno i veri uomini e come fanno godere le donne cornuto”.

 

 

 

Saverio, assieme a Gertrude seguita da Serena, Giulia e Virginia nonchè Massimiliano e Vanni, entrarono nella sala dei supplizi, avevano lasciato le loro vittime in attesa incatenate tutta la notte, li liberarono e li costrinsero in ginocchio, erano tutti provati, Santina era stanca e assonnata avendo dato il cambio a metà notte a Corrado che era rimasto a controllarli.

Incatenati in modo da mantenere una posizione sottomessa, ad ognuno venne fatta una seria proposta per prima ad Aurelia, le chiesero se accettava la sua schiavitu’ sottomettendosi a Gertrude in modo permanente ma avrebbe vissuto in servitu’ nella sua stessa casa davanti al marito la sua condizione di schiava.

Aurelia accetto’ subito oramai certa di non riuscire a sottrarsi alla sua condizione e accettando una situazione di schiava che essere accusata di adulterio.

Serena aveva già accettato di essere la schiava di Virginia, la quale desiderando una schiava Gertrude le aveva offerto la sua in modo permanente.

Le analoghe offerte vennero fatte a Elena che se desiderava poteva sposare Massimiliano, ma sottomettendosi a lui e a tutta la famiglia, era il prezzo del suo inganno.

Remo poteva scegliere se accettare che sua moglie avesse una schiava e di accettare quella situazione ed i suoi amanti, oppure restare con Saverio in attesa di una sua decisione nei suoi confronti.

Remo sconfitto accetto’ di sottomettersi e di fare quello che Virginia voleva, e che tenesse la sua schiava non voleva certo essere lui a impedirglielo.

Rodolfo, anche per lui, sarebbe rimasto come domestico e schiavo nella villa a disposizione della famiglia ma poteva rifiutare.

Rodolfo disse: “io accetto, ma sappiate che sono pentito di quello che ho fatto, pero’ se rifiutavo quale decisione avreste preso?”

Massimiliano gli rispose: “siamo felici che hai accettato, e questo dovrebbe bastare perché volere sapere di una cosa che esisterebbe solo se rifiutavi”. Rodolfo non disse piu’ nulla e abbasso’  la testa.

Elena venne condotta nella sua camera dove le vennero applicate delle garze fredde alle natiche per alleviarle il dolore.

Era tutta tenera e docile e anche coccolona con Massimiliano giurandogli che gli voleva bene e che sarebbe stata buona.

Massimiliano le disse che l’amava e sperava che il volergli bene fosse già una cosa e sperava che con il tempo lo avrebbe amato malgrado tutto.

Giulia rimase a sorvegliare il colloquio del figlio con la sua promessa sposa, e poi gli disse di uscire per lasciarla riposare, appena Massimiliano si fu allontanato, lei parlo’ alla ragazza, e le disse che non doveva temere Massimiliano ma doveva temere lei. “Si signora, lo so’ !” rispose Elena e aggiunse “mi perdoni, ma le giuro che manterro’ la mia parola nel sottomettermi e veramente voglio bene a Massimiliano gliene ho sempre voluto, con Rodolfo era la passione, per quello gli ho ceduto, ma quando sono stata nei guai mi sono rivolta a Massimiliano perché non sapevo cosa fare. Mi perdonerà signora?”.

“Se sei sincera e lo dimostrerai con le azioni allora io ti perdonero’”, “Grazie signora” ed Elena si ridistese sul letto, Giulia la lascio’ sola.

Remo e Virginia con Serena decisero di rimanere alla villa per tutta l’estate in realtà lo decise Virginia, per tutti e tre.

Vanni accompagno’ Gertrude e Aurelia per i loro spettacoli perché non voleva perdersi le performaces alle quali sarebbe stata sottoposta Aurelia dalla sua padrona.

Rodolfo vestito da domestico inizio’ il suo servizio nella villa dal giorno successivo, lo lasciarono riposare per la giornata e la notte, in fondo doveva rimettersi.

Saverio, e Giulia si rinchiusero nella loro stanza con lo scopo di concedersi all’amore piu’ passionale possibile dal momento che per alcuni mesi sarebbero stati presto separati, poi lei lo avrebbe raggiunto nell’alloggio che avevano preso vicino alla sede del reggimento.

Ma quel giorno se lo riservarono a loro stessi senza nessun altro a disturbarli, Giulia si mise nuda in un attimo, Saverio era disteso sul letto che l’attendeva, e lei disse: “mio signore sei soddisfatto della tua schiava?”

“sono molto soddisfatto, sei bravissima anche come dominatrice,e sono certo che presto troveremo la possibilità di avere una schiava da soggiogare al nostro servizio, in questo modo noi avremo un qualcosa in comune qualcosa che ci unisce ancora di piu’, vedrai sei la piu’ magnifica delle schiave, ma sono certo che per qualsiasi schiava troveremo sarai una splendida padrona”.

“Grazie mio signore”, “adesso pero’ vieni qui’ ti voglio e non poco, guarda che effetto mi fai” Giulia si avvicino’ al letto avanzando carponi, sali’ sul letto, e comincio a baciare il corpo del suo uomo con passione su ogni centimetro di pelle, fino ad arrivare al pene teso e quando lo prese tra le sue amorose labbra senti’ come i muscoli di Saverio si tendevano e un sospiro gli sfuggiva di bocca.

La sua bocca si muoveva lungo l’asta con bacetti e ricominciando a imboccarlo per poi lasciarlo e ricominciando a baciare l’asta.

Questa tortura faceva fremere il suo uomo, ma senza concedergli nulla se non quello che voleva lei guidando il gioco.

Solo quando lo ebbe esasperato ben bene sentendo che lui tremava dappertutto gli si mise sopra e se lo infilo’ nella passera rorida di umori, e Saverio lancio’ un sospiro dicendole “amore non ti ho mai desiderata in modo cosi’ intenso dopo questo tuo giochetto, mi pareva di morire e adesso sono nel paradiso che solo tu mi sai dare”.

“Mio amore,io ti daro’ sempre tutta me stessa ti amo alla follia e quello che faccio è per darti delle sensazioni che ti facciano capire quanto ti sono estremamente devota e quanto sono innamorata di te, a nessuno ho mai fatto l’amore, mi sono concessa, ma con te faccio l’amore, desidero trasmetterti tutta me stessa e cosi’ tutta la mia volgia di te amore mio, mio signore e padrone, come te mai nessuno sarà capace di farmi fremere”.

Saverio le rispose: “mai nessuno giuro amero’ come amo te, mia delizia, preferirei morire che perdere te, credimi non ti deludero mai”.

Promesse d’amore eterno tra due corpi uniti in modo pieno con il piacere che montava anche senza muoversi, Giulia agiva con i muscoli interni della sua vagina, e piegatasi bacio’ sulla bocca il suo amante e marito nonchè l’uomo che amava profondamente e devotamente, per scambiarsi le loro salive nel duello delle lingue momento speciale perchè con le loro salive avveniva quell’unione di quello che era di se stessi e che li univa per fare intendere l’accettazione l’uno dell’altra.

E arrivarono all’orgasmo intenso e insieme ove non c’era un padrone e una schiava ma l’uomo e la donna che si amano e sono un solo essere unito e completo, giacchè divisi essi non sarebbero che persone incomplete.

FINE

 

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