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Racconti di Dominazione

“Regina bianca per Re nero” – L’erotismo perverso di una partita a scacchi!

By 4 Giugno 2012Dicembre 16th, 2019No Comments

‘Regina bianca per Re nero’ ‘ L’erotismo perverso di una partita a scacchi!

Di Master E.
e-mail: master_master_40@yahoo.it
Il mio blog: www.lecatenedellamente.blogspot.com


Non una banale partita a scacchi, ma una sfida e ‘ altro. Grazie a chi vorrà inviarmi commenti o ‘ critiche

—————-

Seduta davanti a Lui, composta e tesa, una scacchiera tra voi, e l’ansia che cresce.
Lo guardi mentre con cura dispone i pezzi, lentamente.
Le Sue mani si chiudono su Re bianco e Re nero e ti mostra i pugni, con mano incerta sfiori la mano destra, si apre ‘ Re nero.
Lentamente gira la scacchiera, alla Sua destra il timer pronto a scandire il tempo, alla Sua sinistra un minuscolo telecomando, apparentemente innocente ma sai bene che non &egrave così.
Vedi la Sua mano afferrare con sicurezza un pedone, muoverlo, ‘e4’, e arresta il timer con decisione, quasi automaticamente rispondi ‘e5’, click
Ma come se quel clik scatenasse altro una leggera pressione delle Sue dita su quel telecomando ed &egrave l’inferno in te, o il paradiso;
quell’ovetto vibrante che ti ha ordinato di ‘indossare’ inserendolo in te, sapevi che sarebbe successo, sapevi cosa avrebbe scatenato, eppure, pur preparata, ora la mente si vuota, il tuo corpo reagisce, le dita si contraggono il respiro cresce.
Con sicurezza muove ‘Cf3’ una banale mossa di cavallo, conosci la risposta classica, i Suoi occhi su te, aspettando la tua mossa, stringi le gambe, il ventre impazzito, il respiro che si mozza all’improvviso, riprende, si arresta di nuovo.
Concentrati cazzo, &egrave un’apertura banale, concentrati.
Ma quei pezzi sulla scacchiera sembrano danzare davanti ai tuoi occhi velati dal desiderio.
Sai che DEVI muovere, &egrave il vostro accordo, la vostra sfida, ti sei mostrata supponente sostenendo di saper resistere, di esser in grado di concentrarti ed ora
Cazzo concentrati
Muovi la mano, la avvicini al cavallo, un attimo d’indecisione, e perfidamente quella vibrazione cambia frequenza, ritmo, la senti ovunque, dal ventre al cervello,
muovi,
‘pedone in d6’,
e ti abbandoni contro lo schienale della poltroncina lasciando che quel piacere ti avvolga, gustandolo, chiedendo un momento di pace per te, ma non ti da tregua, la Sua mossa era già pronta ‘Alfiere in c4’.
Ti chini in avanti quasi a snebbiar la mente, ma così facendo quell’ovetto si fa ancora più presente in te, lo senti sussultare, scovare angoli segreti, premere nei punti più sensibili. Senti la voglia inzuppare lo slip, stringendo ancor più le cosce.
Cretina cosa diavolo ti &egrave passato per il cervello di sfidarlo, o forse era proprio per questo, sapendo in realtà che avresti perso, conoscendo la sua fantasiosa perversione.
Concentrati, muovi quell’accidenti di cavallo, avresti dovuto farlo da prima ‘Cc6’.
E ancora ti lasci scivolare sulla poltroncina, le gambe allungate sotto il tavolino, sfiori per un attimo le Sue, lo guardi, ti fissa, sa quanto ami quel contatto fugace, anche se &egrave ben altro che vorresti.
Non guarda la scacchiera ora, ma te e quel telecomando &egrave tra le Sue mani. Vorresti chiedere di fermarlo, di rallentarlo, e nel contempo vorresti implorare di accelerarlo, di farlo vibrare come tu ora fremi, di concederti l’orgasmo urlandoglielo in faccia,
che ti frega della partita, ora senti quel velo di sudore imperlarti il viso, le labbra schiuse per cercar più aria, i tuoi occhi nei Suoi e sai che Lui ti legge dentro.
Dirige il telecomando verso te, preme un pulsante,
un fremito, un sussulto, la mente impazzita, Dio come puoi resistere? Istintivamente porti le mani al ventre, strette tra loro, chiuse a pugno, premendo con forza, reclinando il capo all’indietro, ansimando ormai a bocca spalancata, preda del piacere. Schiudi le cosce per meglio sentire la pressione della mano, per trovare i punti più sensibili, le nocche si muovono sul clitoride, sgranandosi come un rosario, il bacino si solleva a scatti, ancora, ancora, e ‘
il Suo sguardo su te, ti senti splendida ed oscena, femmina e puttana.
Ancora, ancora, mentre il respiro si mozza, suoni inarticolati dalla gola, il ventre impazzito
e di colpo tutto si ferma, raddrizzi il capo, lo guardi e vedi solo uno sguardo freddo
STRONZO!
Sai cosa significa quello sguardo, cerchi di rallentare il respiro, di calmare il tuo corpo, la mente, senza distogliere lo sguardo da Lui mentre con attenzione fa la Sua mossa
‘Cavallo in c3’.
Ma che ti frega della mossa, basta non resisti più, ora abbatterai il tuo Re nero dichiarandoti sconfitta e scivolerai in ginocchio davanti a Lui implorandolo di darti piacere, offrendogli la tua bocca golosa del Suo sapore, fissandolo mentre lo assaggi e lasciando che ti fotta la gola. Gli sussurrerai che sei la Sua slave e sei pronta a tutto per Lui ma che, per favore, ti conceda il piacere.
Questi e mille altri pensieri nella tua mente, ma sai che non lo farai, non te lo perdonerebbe.
Cerchi di approfittare di quell’attimo di tregua per ritrovare lucidità e concentrazione,
difficile, dio quanto &egrave difficile, anche con quell’ovetto immobile e spento il tuo ventre si contrae continuamente in spasmi involontari, piacevoli, eccitanti.
Accavalli le gambe, le stringi, smettila, così &egrave peggio.
Concentrati!
La mano si sposta verso quei pezzi, indecisa, Alfiere? Cavallo? Cerchi di trovare un’alternativa, troppo banale così. E riecco quella vibrazione, violenta, improvvisa, quasi una stilettata nella figa, che non da dolore, ma piacere, violento, intenso.
Voglia, voglia, voglia, solo questo nella mente, bisogno di abbandonarti, lasciarti prendere da quel piacere, con gesto frettoloso fai la tua mossa, ‘Alfiere in g4’.
E di nuovo ti lasci andare, ad occhi chiusi, gustando il piacere che cresce, sale, lo senti in ogni fibra, in ogni muscolo. La tua mano sul collo, sulla gola, accarezza e stringe, sfiora il seno attraverso la camicetta leggera, lasci che le dita si insinuino tra i bottoni.
Guardami cazzo, sono eccitata, sono calda, sono pronta, prendimi, usami, fottimi.
Il clik sommesso del timer ti dice che Lui ha mosso. Riapri a fatica gli occhi cerchi di cogliere la Sua mossa, guardi quella scacchiera mentre la vibrazione rallenta, quasi a concederti una pausa, ma non vuoi una pausa, vuoi godere, ormai solo quello hai nella mente.
Concentrati, ecco la Sua mossa ‘Cavallo x e5’, nulla di grave, un pedone &egrave sacrificabile. Non difenderti ora, attacca, hai voluto mostrarti sicura? Hai sfidato sapendo che la prova sarebbe stata difficile, ora dimostrati all’altezza.
Lo guardi negli occhi, cerchi un atteggiamento sicuro, respiri a fondo tornando a studiare la prossima mossa
Cazzo, no, così no, vibrazioni alternate ora, rapide e di nuovo lente e ancora rapide, ti svuotano il cervello, gemi spudoratamente ondeggiando sulla poltroncina pur di rubare un minimo di piacere.
Le mani si stringono con forza sui braccioli, il bacino sussulta impazzito, il piacere e la voglia ti velano gli occhi. Non vuoi pensare, non sai pensare, piacere, sesso, orgasmo, parole che danzano nella mente evocando immagini.
Ancora i Suoi occhi, il timer che corre, la sfida.
Attacca,
‘Alfiere x d1’, con un sorriso di sfida la Sua Regina &egrave tua ora.
Ma perché anche Lui sorride?
concentrati,
perché sorride? conosci quel sorrisetto soddisfatto, lo temi, lo ami.
Non smette di fissarti mentre con lentezza esagerata muove il Suo ‘Alfiere in f7′. Scacco.
Cazzo
Lo sapevi, sei stata stupida a proporre quella sfida, era evidente che non potevi farcela e stai facendo la figura della cretina, e anche un po’ della puttana, si perché ora saresti pronta ad implorarlo di permetterti di spalancare le cosce, di lasciare che le tue dita si infilino dentro il tuo slip, ti frughino, si bagnino di te, pur di trovare il piacere. Ne hai bisogno ora, ancora i tuoi pugni stretti sul ventre, premono mentre il bacino ondeggia, più forte, più deciso.
Scopando l’aria
Scopandoti la mano
Eccolo, più vicino ora.
La Sua voce fredda e secca
‘che fai?’.
&egrave come uno schiaffo, cerchi di riprenderti, sei stordita dal desiderio, ti sembra che l’odore della tua voglia ti avvolga completamente.
‘smettila di comportarti come una cagna in calore e muovi’.
STRONZO! ma &egrave solo nella tua mente quella parola.
Fissi la scacchiera
Ora la vibrazione ha raggiunto toni irresistibili, chiudi gli occhi, li riapri, quei pezzi sulla scacchiera altro non sono che pezzi d’onice senza significato.
Più profonda quella vibrazione, più vicino l’orgasmo, lo senti, il ventre si contrae, il seno &egrave teso, i capezzoli turgidi e dolenti.
Non resisti, lo chiedi, lo implori, una lacrima ti sfugge e come tutta risposta hai solo un ‘muovi’, con tono freddo, distaccato.
Meccanicamente fai la tua mossa, ormai lo sai, anche in quella nebbia di desiderio, &egrave finita, hai una sola mossa, ‘Re in e7’.
Immediata la Sua risposta ‘Cavallo in d5’,
MATTO!
E tutto di colpo si ferma, il vuoto nella mente e nelle viscere.
No, no no no per favore no non ora, non così non adesso devo godere ho bisogno di godere.
Sai che le tue parole non serviranno, erano chiari i termini della sfida.
Si alza lentamente avvicinandosi a te, accarezza piano i tuoi capelli, il viso, annusi l’odore della Sua pelle dalle dita, le senti sfiorare le labbra.
Lo vedi afferrare il tuo Re ormai abbattuto, avvicinartelo al viso, fartelo scivolare in bocca, umiliata ma non resisti, lo succhi, lo lecchi, come fosse il Suo cazzo, come se stessi preparandolo per farti prendere, possedere, fino in fondo.
Lo guardi, sorride, quel sorriso, lo conosci, lo odi, lo adori.
Ti fa alzare in piedi.
Ancora uno sguardo distratto alla scacchiera, ora lo riconosci, il banalissimo ‘Matto di L&egravegal’. Che cretina.
Ma non c’&egrave tempo per altro
Le Sue mani sono su te ora, sollevano in vita la gonna, arrossisci vedendo quella macchia umida sporcarla, ti fa chinare in avanti, il viso tra i pezzi degli scacchi, il tuo Re nero tra le labbra.
Un gesto brusco abbassa lo slip fradicio sulle cosce, la mano leggera accarezza le tue natiche, e basta quello a riaccendere la tua voglia.
Afferri con forza i bordi del tavolino, sai cosa ti aspetta, forse, in fondo, lo desideravi.
Ma &egrave solo il pensiero di un attimo, perché quell’ovetto riprende a vibrare, dolcemente dapprima, via via più rapido, modificando il ritmo e, ecco, il bacio violento del frustino ad accarezzarti le natiche, a segnarle, a punirle.
Contrai i muscoli e così facendo quel maledetto ovetto si fa sentire ancora di più.
Trenta colpi, questa era la punizione.
Li conti mentalmente, lasciando che lacrime ti righino il viso.
Li conti e il dolore già sfuma in piacere e si fa tutt’uno con quelle vibrazioni.
Non son gemiti di dolore quelli che ora trattieni, ma sfacciati rochi suoni di piacere.
Quel piacere che senti colare tra le cosce, sempre più copioso mentre i colpi si sommano ai colpi, per poi arrestarsi e solo allora ti rendi conto che la punizione &egrave conclusa.
No, non ti basta, no per favore no, ora ancor più la voglia urla.
La Sua mano sfiora le natiche, scende in quel solco che si contrae, accarezza le labbra lucide di umori, afferra quella cordicella e’tira, con decisione, urli, di dolore forse, ma anche di dispetto e disperazione.
Quel vuoto in te ora &egrave insopportabile.
Volti piano il capo e lo vedi, &egrave li al tuo fianco.
Il Suo sesso davanti al tuo viso ora,
ora finalmente il Suo odore d’Uomo,
ora il Suo sapore tra le tue labbra, che succhiano, bagnano, lecchi saliva ed umori, lasci che si gonfi contro il palato, che scopi la tua gola soffocandoti, mugolando un sordo ringraziamento quando le Sue dita ti aprono, si fanno strada, si muovono in te.
Giochi su quelle dita, ti muovi, le scopi senza pudore.
Il Suo cazzo struscia sul tuo viso, ad impregnarti del Suo odore
E le mani ora, ti abbandonano e, con dolcezza sfinente, disegnano il contorno del tuo sesso, si avvicinano, piano, troppo piano, premono leggermente il clitoride strappando un mugolio roco, poi improvvise battono, colpi leggeri e ritmati, sul clitoride, mentre oltre il pudore apri ancor più le cosce, spingi in alto il bacino, offrendoti.
Più rapidi quei colpi ora, non &egrave dolore, &egrave una sensazione diversa, incredibile, che non sapresti definire. Ti serra la gola, ti ruba l’aria, ti vuota la mente mentre solo parole smozzicate sfuggono dalla tua bocca ‘ti prego, ti prego, ti prego’
Un colpo più forte segna le tue natiche
Pausa
Silenzio
Il tuo respiro che cerca un ritmo più normale, il corpo che non riesce a frenare tremori, il ventre che reclama piacere e, finalmente, Lui dietro te, le Sue mani forti ad afferrarti i fianchi, il Suo sesso a spingersi in te, con un colpo deciso, fino in fondo, a farti sussultare colpo dopo colpo, mentre saliva cola tra le natiche, dita frugano quel buchino che si contrae al primo tocco, che piano si rilassa, accoglie, chiede.
Lo senti prenderti ovunque mentre ora parole senza pudore gridano ciò che sei, che vuoi, che vuoi essere; chiedono piacere, lo implorano, non importa se umiliandoti, lasci che le tue mani scendano a torturare il clitoride, a sfidarlo, vuoi piacere ovunque.
Il nulla nella mente e i muscoli che non rispondono più a nessun impulso, si muovono autonomamente ormai, tremano, sussultano, si contraggono;
il bacino spinge e si solleva contro lui, le mani stringono il bordo del tavolino poi si spalancano di colpo, la tua lingua ha bisogno di sapori e si accontenta di leccar la tua spalla, la tua pelle.
Ancora ti prego ancora, non fermarti, non ora.
Ecco, lo sento ci sono, ti prego ti prego, dimmi si ti prego
Non sai se pronunci quelle parole o son solo nella mente, che importa, nulla importa ora, cazzo DEVI poter godere;
le fitte nel ventre son quasi dolorose
ora, ora ti prego ora
si fa più forte la Sua stretta sui fianchi,
le tue gambe cedono all’improvviso mentre stringi le cosce per resistere a quell’urgenza di piacere, per poi spalancarle di nuovo, spingerti ancora contro Lui
ancora, ti prego, ora, ora, ora
i Suoi colpi si fermano in te
e quella parola temuta ti esplode nel cervello
‘NO’
il tuo corpo si affloscia come svuotato e solo le Sue mani forti ti sorreggono.
Il ventre insensibile a quel no continua a contrarsi cercando ciò che desidera.
Lacrime ora, di rabbia, di frustrazione, di attesa, di voglia.
Bruciano quei colpi di frustino che hanno segnato le natiche, ora ogni sensazione si fa più nitida, ora il tuo corpo e la tua mente esaltano il tutto.
Vorresti chiedere, forse chiedi, ma sai bene che non muterà la Sua risposta.
Esce da te, la Sua mano tra i tuoi capelli ti fa sollevare il viso, pretende la tua bocca, la tua gola, la prende senza riguardo, usandola, come Lui ama, come tu ami.
Fino a bere il Suo piacere, guardandolo.
La Sua mano si muove sul tuo viso, sporco di saliva, umori, sperma, in una carezza indecente, poi sorridendo si china su te porgendoti ancora quell’ovetto e sussurrandoti
‘giochiamo a scacchi’!
Ti risiedi su quella poltroncina, senza neppure sistemarti, il cuore in gola per quell’orgasmo negato, il viso sudicio di sperma e sudore, la gonna macchiata dei tuoi umori sollevata in vita, quello slip a metà coscia a stringere. Eppure ti senti splendida nella tua impudicizia.
Fissandolo negli occhi fai scivolare di nuovo in te quell’ovetto, una breve vibrazione ti fa sussultare strappandoti un gemito.
Una scacchiera tra voi, e l’ansia che cresce.
Lo guardi mentre con cura dispone i pezzi, lentamente.
Le Sue mani si chiudono su Re bianco e Re nero, ti mostra i pugni, con mano incerta sfiori la mano destra, si apre ‘ Re nero.
Lentamente gira la scacchiera, alla Sua destra il timer pronto a scandire il tempo, alla Sua sinistra il minuscolo telecomando.
La Sua mano si avvicina ad un pedone, lo muove: ‘e4 ‘

Copyright 4 giugno 2012

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