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Racconti di Dominazione

Sabrina la vacca (Stupro di massa)_2

By 25 Novembre 2019Dicembre 16th, 2019No Comments

per ogni commento scrivete a nessunoitaca@libero.it

 

Salve, sono di nuovo qua a raccontarvi come è andato a finire il mio stupro. Mentre scrivo il mio Adorato Padrone mi sta mungendo le grosse mammelle da vacca e smetterà solo quando avrò terminato di scrivere. Amo essere munta, farmi tirare i grossi capezzoli, sentirmi usata come una vacca….

Comunque ecco come è andata a finire. 

Sono rimasta sdraiata in terra, il mio esile e sensuale corpo oscenamente nudo in una pozza di piscio e sborra, le mie grosse mammelle da vacca (una quinta con dei capezzoli osceni, lunghi con  areole enormi), livide e gonfie, serrate tra le ganasce di due grossa pinze. Mi fanno molto male e sono ormai diventate viola. Il buco del culo e della fica, entrambi pulsanti e irrimediabilmente slabbrati non accennano a richiudersi. Ogni tanto ho forti spasmi e dalla mia fica strappata escono grosse quantità di umori. Ho gli occhi chiusi. Faccio profondi respiri.Mi sento svenire.

Ogni tanto qualche uomo mi prende per i capelli biondi impastati di piscio e sperma e mi solleva la testa. Io, senza che mi venga detto niente, apro la mia latrina di bocca, tiro fuori la lingua ed attendo di essere usata come wc. Al termine del mio uso ringrazio per avermi fatta sentire utile.

“L’ora è passata. Potete ricominciare ad usare la vacca, se il suo corpo livido e lercio non vi fa schifo.” Alle parole del mio Adorato Padrone ho un orgasmo violentissimo ed inizio a tremare e piangere sapendo cosa mi accadrà.

Subito due uomini afferrano le grosse ganasce che straziano le mie grosse mammelle ed iniziano a trascinarmi per terra. I grossi seni si allungano, sembrano strapparsi. Grido di dolore. Mi reggo le mammelle. I miei poveri, osceni, grossi capezzoli sono atrocemente schiacciati e strusciati a contrasto del ruvido pavimento. Mentre mi trascinano la mia lurida fica lascia in terra una scia di umori. Finalmente si fermano e mi aiutano ad alzarmi. Prontamente altre persone mettono un grosso tavolo di legno sotto le mie mammelle. Altri mi sorreggono per non farmi cadere. Il mio sensuale corpo non è facile da tenere. Sono completamente impastata di sborra e talmente sfatta che non riesco a tenermi in piedi. Mi staccano le pinze da i seni. Alla vista di come sono ridotte le mie belle mammelle da vacca mi sento svenire. Un uomo mi prende una tua mammella livida, la munge per un po’ con due mani. Sbavo. Piango. Gemo di piacere. Prende un capezzolo sfatto e la tira. Il torace a contrasto con il tavolo mi impedisce di piegarmi in avanti. La mia povera mammella è tirata atrocemente. Sembra un salame. A questo punto un altro uomo prende un grosso e lungo cacciavite, lo posiziona poco più su della grossa aureola del capezzolo e con un colpo di martello deciso mi passa da parte a parte la grossa mammelle. Svengo. La mammella, allungata come un salame, livida, segnata da grosse striature, rimane inchiodata al tavolo. Riprendo i sensi a causa di un altro forte dolore. Mi ritrovo con entrambe le mammelle sfatte inchiodate al tavolaccio di legno. Ormai sono usata come un animale da macello, ma se il mio Adorato Padrone vuole così sono fiera di non deluderlo.  La fica ed il culo vengono penetrati da due grossi pali che poggiano a terra. I due uomini che mi sorreggono lasciano la presa. Urlo mentre le mie gambe cedono. Il mio corpo da vacca rimane appeso al tavolo con le mammelle fissate al piano di legno da i grossi cacciaviti. I fori provocati da i due utensili si allargano, causa del mio peso, provocando due grossi fori su i miei seni doloranti. I due grossi pali mi penetrano per circa 30 cm. Non resisto e con un conato di vomito rigetto una grossa quantità di sborra e piscio sulle mie grosse mammelle. La mia testa cade sui miei seni. Gemo, ma dalla fica colo incessantemente. Le braccia cadono inermi. Sono in ginocchio a gambe larghe, la schiena inarcata lascia sporgere il mio culo rotto. Mi rendo conto di essere estremamente sensuale ed oscena. Il mio corpo provoca istinti sadici ai miei stupratori.

Vedo arrivare al mio fianco il mio Amato Padrone. Sono felice che sia accanto a me. Mi sollevo la testa. Dalla mia bocca esce un grosso rivolo di saliva. Lo guardo con occhi spenti, ma vogliosi e pieni di gratitudine verso le sue attenzioni. Da brava Schiava tiro fuori la lingua. Il mio Sadico Padrone inizia a scoparmi la bocca con violenza. Lecco il suo caldo e nodoso cazzo con la mia lingua da troia. Sento il suo enorme cazzo, gonfio e duro, che pulsa tra le tue labbra, scivolarmi ed incastrarsi nella mia gola. La mia bocca produce una gran quantità di saliva che mi esce da i lati della bocca. Mi sento soffocare. Mi pompa la bocca non so per quanto, poi in un fremito svuota le palle gonfie, riversandomi tutta la sborra in bocca. Da brava vacca ringrazio ed inghiotti tutto.

Ormai anche l’ultima persona se ne va. Il mio lurido corpo è sempre appeso al tavolo con gli orifizi impalati. Sono quasi svenuta.  Con una pedata sul culo mi fa svegliare. Monta sul tavolo. Sale su i miei grossi capezzoli. Li sento schiacciarsi sotto il suo peso. Quindi afferra i cacciaviti e li strappa via da i miei seni laceri.

Cado rovinosamente a terra. I grossi paletti ancora dentro di me. Il mio Amato Padrone osserva il mio corpo, fradicio di piscio e sborra, i miei orifizi impalati, le mie grosse mammelle livide, pulsanti, che mi ciondolano da i lati del torace. 

“Adesso vado a dormire. Quando torno provvederò a pulirti.” Spenge le luci e chiude la porta alle mie spalle.

Amo il mio Padrone. Lui dice sempre che sono la miglior vacca che abbia avuto. Dice che sono un ottimo cesso e che non ha mai trovato nessuna ingorda come me. Il mio Amato Padrone mi fa sempre sentire fiera di me. Lo amo e spero di non deluderlo mai.

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