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Racconti di Dominazione

Trattamenti – Parte 8

By 30 Luglio 2012Dicembre 16th, 2019No Comments

=Cap 7=

Tre uomini su un divano, i cazzi in bella mostra. Uno già soddisfatto pendeva moscio, ma gli altri due erano eccitati e aspettavano me. con la lingua a pezzi, mi dissi: meglio soddisfarli in fretta.

Il secondo pezzo di carne che avevo davanti era leggermente più corto, ma più giovane e le palle sembravano promettere un carico enorme. Forse si aspetta che io parta dalla punta, come prima, pensai. Presi quindi una palla sperando fosse una piacevole sorpresa. Presi a succhiarla come una ciliegia, la saliva ora copiosa produceva suoni di risucchio.
Le presi poi entrambe e scorrendo in alto mi dedicai all’asta. Con l’esperienza di prima mi apprestai al nuovo servizio, ma mi sorprese alzandosi. Mi fece girare e si sedette sullo spigolo del divano. Non avevo dubbi sulle sue intenzioni e la mia padrona non fece alcun cenno. Controvoglia, mi stavo muovendo all’indietro, la mano in mezzo alle cosce andava alla ricerca della sua verga. Quando la trovai era bagnata dalla mia saliva e la puntai contro la corona del mio ano. Spingere i muscoli verso l’esterno, come a buttare fuori qualcosa. Ma invece doveva entrare.
Con la prima spinta entrò la cappella. Ma gia subito si fece notare la mancanza di lubrificante. Mi sputai sulla mano, andando a inumidire il resto dell’asta. -Fai in fretta!- intimo lui, sottolineando con uno schiaffo sulle chiappe. Diedi la seconda spinta e poi subito dopo la terza. Era entrato per tutta la lunghezza, lo sentivo caldo a profanarmi dietro. Mi feci coraggio, feci per alzarmi, cercando di scorrere l’asta fin sullla cappella, ma esagerai e uscì completamente. Evidentemente non era contento perchè mi prese per le cosce e mi fece risedere a forza sulla sua verga. Mi sentivo lacerare, ma mi alzai cautamente e riscesi, e ancora, prendendo ritmo.
Intanto il terzo uomo si era stancato di aspettare e, alzatosi, si mise davati a me. Non avevo il tempo di pensare, presi in bocca il suo cazzo alternando la penetrazione in bocca con quella nel culo.
Il ritmo aumentava mentre il secondo disse: -Guarda! Guarda come si è eccitato questa troietta!- Il mio cazzo alternava stimoli e inibizioni con il ritmo della penetrazione. -Non è a te che deve piacere la serata, troietta!- Mi strinse un capezzolo con le dita. Questo, già provato giorni prima, era sensibilissimo e mi parve voler scoppiare. L’uomo che mi montava dietro mi pizzicò il perineo, ma invece di diminuire, l’erezione aumentò!
Non durò ancora molto, quello dietro di me mi prese per i fianchi e diede potenti affondi, sintomo di essere vicino alla fine. -Non una goccia deve cadere!- era la condizione della mia padrona.
Mi alzai e tenendolo sollevato con la sinistra, presi in bocca il suo cazzo. Subito venne, scaricando tutto sul mio palato. Intanto non avevo osato lasciare la verga dell’uomo davanti, e continuavo a menarlo alla cieca con la destra. Feci appena in tempo a girarmi che venne senza che me ne accorgessi. Imbiancò tutta la mia faccia e alcuni schizzi sul petto.

Accecato dalla sborra, lottando contro il vomito caddi sul fianco tossendo.
Soddisfatti i due uomini si sedettero, la Padrona invece aveva un espressione diabolica. Aveva i lineamenti contratti furiosamente, ma gli occhi divertiti, eccitati. Aveva in mano il frustino, e lo agitava impaziente: -Non una goccia!-
Terrorizzato feci l’unica cosa che mi parve sensata: mi ripulii con le mani, leccando la sborra colata sul mio corpo, implorando perdono.
Tale fù l’alacrità con cui lo feci, che sul mio corpo rimase come unico segno delle striscie appiccicose, quando la padrona mi raggiunse. Il più giovane ridette: -è veloce, quando vuole la tua troietta!- Gli altri due si unirono alle risate, e presto anche la padrona osservò: -non una goccia ha toccato terra… Per stavolta va bene così!-

Quella notte mi chiuse il cazzo in una gabbietta per paura che mi masturbassi perchè troppo eccitato.

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