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Caro diario

By 27 Settembre 2012Dicembre 16th, 2019No Comments

Spossatezza, un sordo dolore alla testa, brividi… Mi sento di merda… Mi tocco la fronte: scotta!
Puttanadiquellabaldraccainfame!!! Proprio oggi che dovevo concludere gli accordi per quel progetto!
Provo a mettermi al computer, ma faccio fatica a metterlo a fuoco e gli occhi cominciano a lacrimare…
Chiamo il mio socio e gli dico che mi sento male e che me ne vado a casa.
Prendo la macchina ed &egrave un incubo, arrivare fino a casa: ho il cervello attutito, come se avessi la testa piena di bambagia; il percorso che faccio quasi in automatico, mi costa sudore di concentrazione, ma alla fine parcheggio ed entro in casa.
Nell’armadietto del bagno trovo il termometro digitale -che in breve mi informa che ho un sontuoso 38,9′ C- e un antipiretico.
Per un attimo sono tentato di chiamare Chiara… magari viene a casa dal lavoro, mi cura e mi coccola un pochino… ma no, checcazzo! Non &egrave niente di grave ed abbiamo deciso che sul lavoro non ci chiamiamo MAI, salvo catastrofe!
No, la lascerò lavorare in pace, come sempre e saprà che sto male solo quando arriverà, stasera…
Prendo il medicinale, tremando dal freddo, chiudo tende e serrande della camera, mi spoglio ma poi mi metto una tuta pesante da jogging ed un paio di calzettoni di lana e mi infilo sotto le coperte, battendo i denti.
Mentre rifletto che forse non riuscirò a prendere sonno…. paf!

Riapro gli occhi… mi sento debole come un gattino e scopro di essere in un lago di sudore; metto a fuoco la sveglia e scopro che ho dormito tre ore buone…
Ho sete… Mi alzo al buio e vado in cucina a bere, poi torno indietro e decido che non ho voglia di fare il giro del letto per andare dalla mia parte, ma voglio passare dalla parte di Chiara… Il buio, lo stordimento, non so; comunque urto il suo comodino così forte che quello cade!
Malissimo allo stinco!!!! Ed ho anche fatto un bel casino!
Accendo la luce per risistemare e vedo una cosa strana: una specie di… cassettina, abbastanza sottile da stare sotto al basamento del comodino con un grosso quaderno dentro, con la copertina nera, rigida.
Lo prendo e lo apro, all’inizio: &egrave un diario, quello di Chiara, mia moglie!
Guardo l’ora e valuto che resterò solo, prima che torni, almeno quattro ore…
Risistemo tutto, poi mi metto a letto, cerco di prendere sonno, ma continuo a vedermi davanti il quadernone nero…
Non sarà corretto, nei confronti della mia dolcissima ed affettuosa, ottima moglie… ma non me ne frega un cazzo: DEVO leggerlo!

Caro diario: ho deciso di cominciare a raccontarti tutto quello che mi capita…
Voglio trattarti come una amica e perciò ti racconterò di me, anche del mio passato; ma prima di tutto ti spiego perch&egrave ho cominciato a… parlare con te: colpa di Francesco!
Ti chiederai chi &egrave Francesco… Lui NON &egrave mio marito, che si chiama Marco, ma &egrave… una persona che mi &egrave molto… cara e…
Ma forse &egrave meglio se comincio dall’inizio, sono un po’ confusa e mi rendo conto che sto scrivendo in modio incomprensibile…
Ciao, sono Chiara, abito in Veneto ed ho 30 anni! Sono sposata con Marco da sette anni e lui adesso ne ha 37. Sono madre di Debora, che ha sei anni, e di Mattia che comincia a camminare giusto adesso, a 13 mesi.
Lui non &egrave stato il mio primo uomo, ovviamente… né l’ultimo! :D
Ma forse &egrave meglio se racconto ordinatamente…
Avevo avuto un paio di storie ‘serie’, grazie alle quali avevo cominciato a scoprire l’amore fisico… il sesso, insomma!
Ma erano storie… come dire? Nate già morte, erano solo una specie di gradino per accedere -sia io che i miei due ragazzi- ad un livello superiore.
Ci siamo giurati ovviamente amore eterno, ma già dopo una settimana che ci eravamo lasciati, il loro ricordo cominciava ad impallidire ed, ormai, non ne ricordo neanche più il nome…
Ma l’inizio di tutto &egrave stato quando a 20 anni vivevo a Venezia ed in un bar, in modo banalissimo, ho conosciuto Andrea, un brillante avvocato tributarista che &egrave riuscito ad affascinarmi e… beh, abbiamo fatto l’amore. Non era brillante solo come avvocato, ti assicuro! Delicato, attento, esperto, paziente, rasserenante (e maledettamente ben dotato, particolare che non guasta mai, anche se in questo caso un po’ male, le prime volte, lo faceva!); mi ha insegnato moltissimo, mi ha guidato alla conoscenza del mio corpo e delle sensazioni che ne posso trarre e ha… perfezionato alcune mie capacità; &egrave stato come una scolaretta delle medie che va al liceo e scopre il mondo, ti assicuro!
Mi poteva dedicare poco tempo, tra la professione e la sua famiglia (moglie ed un figlio), ma quel poco, ti assicuro!, lo mettevamo ben a frutto!
Una sera, riesce a liberarsi e mi porta ad una festa in maschera, in un antico palazzo vicino a Rialto.
Pensavo fosse una festa normale ma, col procedere delle ore e col consumo di liquori, si stava trasformando in un’orgia, un’orgia sfrenata!
L’età media era piuttosto avanzata e vedere tutti quei ventri molli, quelle tette e chiappe flaccide mi raggelava, nonostante Andrea mi accarezzasse lascivamente. E non pochi, con la scusa di avvicinarsi per salutare lui, mi palpavano ovunque, anche sotto l’ampia gonna dello stupendo costume settecentesco che indossavo, anche infilando le mani nelle scollature del costume: unica mia… difesa, oltre alla complicata parrucca che inalberavo, era il delizioso domino che mi celava la parte superiore del viso.
Poi, un lampo: uno degli uomini si &egrave spogliato completamente (a parte la maschera!) e da tre particolari nei ed una cicatrice lì accanto, ho nitidamente riconosciuto un amico di mio padre, col quale siamo andati per anni al mare insieme!
Per giunta lo vidi lascivamente abbarbicato ad una giovane donna e poi, di colpo, sollevarle la mascherina, studiarle un attimo il viso, ridere e baciarla! Terrore puro!
Accidenti! Non potevo rischiare che a lui scappasse detto di avermi vista (o peggio: scopata!) in un’orgia! Mio padre &egrave all’antica e si sarebbe incazzato come una bestia!!!
Poi una donna (piccola, magra al limite dell’anoressia, flaccida anche per i suoi 50 anni passati, con due seni che pendevano svuotati come orecchie di un cocker), ha cominciato a… toccarmi, a cercare di convincermi di giocare con lei!
Non che la cosa, in sé, mi sconvolga: un paio d’anni prima, durante una vacanza a Rimini, ero stata pesantemente corteggiata da una lesbica tedesca di trent’anni; non volevo, non mi sembrava bello ma… alla fine ho ceduto e siamo andate in camera sua. Lì ho scoperto quanto piacere si può donare e ricevere da una donna ed &egrave stato delizioso…
Però, quel mostrillo biondo, per favore, no!
Ho detto ad Andrea che volevo andare via; lui ha insistito che restassi, che DOVEVA farmi conoscere gente ‘importante, quanto meno nella mia professione’…
Mi sono sentita usata come un qualcosa da barattare, una puttana insomma ed abbiamo litigato in una saletta deserta (non &egrave sembrato il caso a nessuno dei due il fare una piazzata!) e poi me ne sono andata, inseguita giù per le scale dai suoi ‘mavaffanculo, stronzetta dimmerda!’ e non l’ho mai più voluto vedere…

Chiudo di colpo il diario e mi guardo stupidamente intorno, come a cercare di capire se qualcuno mi ha visto, mentre infrangevo la privacy di mia moglie!
Sono travolto da pensieri, emozioni contrastanti: la vergogna per la mia indiscrezione, la curiosità di capire perch&egrave il diario fosse nascosto cosi bene, con addirittura un cassettino nascosto!
E poi l’eccitazione di di profanare il sacrario dei suoi ricordi e di immaginare mia moglie in quelle situazioni, vissute prima che ci conoscessimo; me la immagino com’era quando ci siamo conosciuti e mi ha detto che aveva fatto delle esperienze, prima di conoscermi, ma aveva accennato solo ai due ragazzi, non a tutto il resto!
Mi pulsa la testa, mi sento di nuovo salire la febbre: faccio rapidamente scorrere le pagine e vedo che, a parte poche in fondo, sono tutte scritte dalla sua grafia regolare, composta come &egrave lei, sempre inappuntabile con gonne mai corte, anche se ha delle gambe degnissime di essere mostrate!, abiti discreti, di colori sobri, sempre collant velati, appena un’ombra di tenue rossetto, ma non sempre…
Una bella signora bionda, alta, snella, con un bel seno non appariscente e che non mette mai in mostra, neanche al mare.
Risistemo il diario nel nascondiglio (ripromettendomi di continuare in seguito la lettura), faccio accuratamente sparire ogni traccia del disastro fatto prima e torno a letto, pensando che se avrei dormito, in attesa che Chiara ritorni, male non mi avrebbe fatto.
Ma come mi tiro le coltri fino al naso e chiudo gli occhi, mi parte un film mentale e ‘vedo’ mia moglie -una tenera ragazzina impacciata!- circuita da un marpione scafato, che a poco a poco la bacia, la spoglia, la tocca… poi le prende la mano e se la mette sul cazzo… grosso, duro, svettante, con tutte le vene in rilievo… ed immagino lo stupore di lei a sentire sotto i polpastrelli quel mostro… ed i suoi occhi -già sgranati dallo stupore!- che si abbassano per trovar conferma a ciò che sue dita le hanno raccontato… e lui che sorride, come un carnivoro che ha catturato una nuova preda, mentre le accarezza la nuca e poi preme leggermente, invitandola a baciargli quell’obelisco di carne.
E lei che si avvicina intimidita, lo studia, lo osserva e poi schiude le labbra e… Se questo avvocato le ha fatto da… liceo del sesso, probabilmente lei lo ha preso impacciatamente in bocca, per giunta ostacolata dalle dimensioni mai provate prima!, e lui, sicuramente, le ha spiegato con paziente dolcezza come fare; le avrà spiegato come cominciare, prima sfiorando appena lo scroto con la punta della lingua e poi sempre con quella accarezzando l’asta lentamente, fino alla cappella troneggiante e congestionata, risalendo lungo il frenulo fino al taglietto e poi, con la lingua allargata, leccando bene la cappella ed infine prendendola tra le labbra e facendola scivolare lentamente fino alla gola, aspirando il cazzo e massaggiandolo con la lingua…
L’immagine &egrave così vivida che mi stupisco di trovarmi il cazzo in mano, mentre mi masturbo lentamente…
Sono sorpreso, ma continuo ad immaginare mia moglie giovane ed a massaggiarmi placidamente il membro.
La vedo in quella camera di Rimini, prima esitante mentre la tedesca l’accarezza, le provoca brividi di piacere, la porta ad abbassare ad una ad una ogni sua difesa, ogni sua ritrosia fino alla capitolazione completa, fino a cominciare a restituire quei tocchi, quei baci, quelle intrusioni, quelle leccate, mentre il respiro le diventa affannoso, i capezzoli le si inturgidiscono e la sua bella fica le si allaga di ciprigno, pronta per dissetare la nuova amica, fino alla sferzata dell’onda potente del piacere, che la travolge e la lascia col fiato spezzato, il cuore che batte a mille, la pelle lucida di sudore ed un turbine di sensazioni nuove nella mente.
Poi la immagino mentre, sdraiata sulla schiena, si offre come un vittima sacrificale -probabilmente tenendosi la fica spalancata con le mani- alla penetrazione di quell’enorme uccello, lucido della sontuosa insalivatura: se la tiene aperta, con le due mani, pronta ad ospitare quell’insperato pilastro di carne che -lo sa bene!- la colmerà completamente, andando a premere fin sul collo dell’utero…
E le mani, alla festa… tutti che si avvicinano, parlano e sorridono ad Andrea, una mano che regge il bicchiere e l’altra che esplora il corpo della sua accompagnatrice, Chiara!
Mani che rialzano le gonne, che le accarezzano le cosce, che risalgono, le stringono le chiappine e le scompigliano i peluzzi della fica, che le accarezzano la schiena dalla nuca alle reni e oltre, infilandole il dito nel solco tra le sue belle chiappe, oppure davanti, ad accarezzarla fino allo stomaco e pizzicandole i capezzolini, mentre lei prova, senza troppa convinzione, a divincolarsi…
Ed il grosso cazzo di Andrea che forza le ninfe, le allarga -come mai prima d’ora!- la fica e poi, come un treno che entra in una stretta galleria, scivola faticosamente dentro, colmando ogni spazio, forzandole le mucose, fino a che &egrave dentro fino ai coglioni, che le sfiorano il perineo… poi la cappella si ferma, sembra valutare il nuovo ambiente, ma poi rincula, si sfila, esce quasi completamente e poi un affondo, più convinto del primo…
Poi di nuovo e di nuovo, con una violenza ed una rapidità sempre crescente, mentre entrambi si contorcono dal piacere finché quella grossa nerchia sembra irrigidirsi, diventare ancora più grossa e poi si ferma, esausta, mentre potenti schizzi allagano l’accogliente vagina di mia moglie che comincia ad ululare per l’orgasmo che la travolge e… anch’io esplodo nella mia mano, crollando subito dopo, addormentato.

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