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Racconti Erotici Etero

Scuola di sesso con la figlia del pompiere

By 12 Febbraio 2004Dicembre 16th, 2019No Comments

Quando io e mia moglie tornammo dal viaggio di nozze nel 1991, avevo trentuno anni, andammo a vivere in un nuovo complesso residenziale, dove avevamo acquistato un appartamentino. E’ carino, posto al piano terra con giardino annesso. Viviamo in una zona tranquilla vicino al mare e d’estate con il caldo &egrave piacevolissimo organizzare grigliate con gli amici. Con i vicini del piano sopra il nostro abbiamo filato da subito. Una bella famiglia come tante con due splendidi figli che all’epoca avevano 10 anni il maschio e 6 anni la femmina. Mi chiamo Lucio e con il mio vicino Claudio ho instaurato una solida amicizia. Ci siamo sempre prodigati uno per l’altro, Claudio mi ha insegnato come si mantiene il giardino, avendo avuto un padre che di professione faceva il giardiniere. Lui &egrave un vigile del fuoco e da quando nello scorso Marzo 2002 &egrave stato trasferito nel Lazio, per fare la carriera di capo squadra, lo si vede molto raramente. Sempre nel 2002 mia moglie ha dato alla luce mio figlio Mario, che adesso ha quasi quattordici mesi. Tutto questo preambolo &egrave fondamentale per il racconto. La protagonista principale, oltre chiaramente il sottoscritto, &egrave Ilaria la figlia di Claudio. Fui colpito subito da quella splendida bambina, bruna dal sorriso facile che illuminava viso e occhi vispi e nerissimi, gracilina ed un po’ timida ‘proprio la figlia che vorrei’ confidavo a volte a mia moglie. Da allora gli anni sono trascorsi con una regolarità a dir poco noiosa. Eccetto quelle rare volte che incontravo Ilaria per le scale o scendeva con il padre per andare a giocare, non ho mai prestato più di tanto attenzione a quella bimba, che però cresceva di anno in anno. Tutto normale, dicevo, fin quando non &egrave arrivato mio figlio. Ogni ragazza &egrave attratta da bimbi o neonati e Ilaria non ha fatto eccezione. Lei, che ora ha 18 anni, ha iniziato pian piano a frequentare la mia casa per vedere Mario, dapprima con rare visite, poi diventando quasi onnipresente, anche per la complicità di mia moglie che trovava comodo avere una baby sitter gratuita in casa che le permettesse di fare i servizi. Ormai, quando mi ritiravo da lavoro, trovavo sempre Ilaria in casa o per assistere al bagnetto, o alla merenda, o al cambio dei panni, o era li semplicemente per giocare col bimbo, fatto sta che sua madre doveva urlare dal balcone che il pranzo o la cena erano in tavola, per farla salire. Durante le vacanze, poi, non essendoci scuola, era praticamente di famiglia. All’inizio mi incazzavo con mia moglie perché mi sentivo a disagio con un’estranea in casa, non potevo neanche andare a pisciare, ed ero costretto a rimanere vestito, io che amavo, due secondi dopo essere rientrato, mettermi in libertà. Lei mi diceva che Ilaria le faceva comodo, di avere pazienza e di sopportarla come se fosse sua sorella o di provare a far finta di niente. Col passare del tempo quel disagio &egrave andato scemando. Tutto &egrave nato un particolare giorno che rientrai in casa incazzato per motivi di lavoro. Vedere Ilaria mi fece salire il sangue alla testa. Accennai un freddo saluto a mia moglie, baciai in fronte il bimbo e buttai uno sguardo certamente non dei più amichevoli ad Ilaria. Fu allora che decisi di adottare una tattica nuova. Come mi aveva suggerito mia moglie, dovevo comportarmi come se non ci fosse, così forse si sarebbe intimidita e non sarebbe tornata più, pensavo. Iniziai a mettermi in libertà. Canotta, boxer e via disteso sul divano a gambe larghe e senza mutande, così da far intravedere cazzo e coglioni. Passavano i giorni e Ilaria dal canto suo continuava a giocare con Mario, cercando di far finta di niente. Ogni tanto però notavo che con discrezione mi osservava ad occhi bassi ed il suo sguardo si soffermava sempre sulla mia patta. Questo suo atteggiamento mi incuriosiva e anch’io iniziai ad osservarla più attentamente. Giunsi alla conclusione che si era fatta proprio una bella figa. I capelli lisci di colore corvino, lunghi fino a sfiorare l’osso sacro, non molto alta, ha preso dalla madre, ma con un corpicino minuto davvero interessante. Il viso piccolo e carino, labbra carnose e pelle straordinariamente candida e vellutata. A volte scendeva da casa con abbigliamento leggero, pantaloncini e maglietta senza reggiseno, che mettevano in risalto il suo bel culo alto e sodo. Il seno era piccolo ma ben teso, con due capezzoli che evidentemente dovevano essere molto pronunciati, da come spingevano prepotentemente in avanti il tessuto delle t-shirt. Le gambe poi erano dritte e ben proporzionate, con una leggera peluria bionda che mi eccitava più delle belle gambe lisce e depilate. Insomma, la mia mente iniziava a costruire castelli su castelli, cercavo di immaginarla nuda, mi ponevo il quesito se fosse ancora vergine, quali esperienze avesse mai potuto avere. Questi pensieri diventavano sempre più insistenti. Un giorno fu proprio Ilaria a rompere quella barricata che io avevo eretto e non sapevo come abbattere, dicendomi a bruciapelo mentre accudiva Mario ‘ Sig. Lucio’ so che lei mi odia e non mi sopporta per casa, ma vorrei capire cosa le ho fatto per renderla così ostile nei miei confronti’. Io che non aspettavo altro per attaccare in qualche modo bottone con lei, presi la palla al balzo e le risposi ‘Ma cosa sei andata a pensare! Certo, all’inizio forse ero un po’ infastidito dalla tua irruenza, ma adesso ti considero di famiglia. Ho imparato a conoscerti ed ho capito che sei una ragazza davvero molto speciale’ poi abbassando il tono della voce, per non farmi sentire da mia moglie, che si trovava in cucina a preparare la cena ‘e poi’se qualche sabato ti va di venire a vedere Mario, non ti creare problemi se mia moglie va a lavoro e restiamo soli in casa io e Mario. La tua presenza non mi infastidisce affatto, mi farebbe molto piacere vederti’anzi ci terrei moltissimo a passare qualche ora da solo con te’. Come terminai di pronunciare queste parole, vidi il volto di Ilaria illuminarsi come se fosse uscita da un incubo, stampandosi in viso il suo sempre splendido sorriso.

Nei giorni a seguire il rapporto con Ilaria cambiò totalmente, ci facevamo lunghi discorsi e ridevamo per ogni cosa buffa, tant’&egrave che mia moglie veniva a guardarci con espressione emblematica. Addirittura un giorno che eravamo soli disse ‘Lucio, sono contenta che stai cercando di accettare Ilaria, ma ‘non ti sembra di darle troppa confidenza?’ ‘Ma che cavolo dici! Dopo tutti i tentativi che ho fatto per accettarla, ora che sono riuscito a fare come tu mi hai detto, a considerarla tua sorella, dovrei pormi dei problemi comportamentali? E poi cosa temi? Non vorrai farmi credere di essere gelosa di lei, di una ragazzina!’ ‘Ma che gelosa! Stupido’&egrave che’va be, fai come meglio credi..ma non esagerare’ Questa ultima affermazione la presi come se mi avesse impartito la sua benedizione ‘Vai Lucio cerca di scopartela perch&egrave &egrave un bel bocconcino’. L’eccitazione cresceva. Ogni giorno pensieri perversi mi rendevano sempre più teso. Verrà o non verrà un sabato? Pensavo. Però i giorni trascorrevano sempre uguali. Steso sul divano guardavo Ilaria che ogni tanto mi ricambiava con sorrisi maliziosi. A volte i pensieri mi procuravano erezioni che a lei non passavano inosservate, anzi cercavo di renderle quanto più visibili, scostando leggermente i boxer per far uscire un testicolo fuori ‘casualmente’. Lei mi guardava e sorrideva. Se veniva mia moglie, io dal divano con la testa controllavo il corridoio, coprivo tutto con un cuscino. Una volta Mario tirò un morso sul suo splendido culo (degno figlio del padre) e lei istintivamente &egrave corsa da me per chiedermi cosa si fosse fatta. Mia moglie era in bagno. Decisi di approfittarne e abbassandole leggermente i pantaloncini palpandole e pizzicandole le chiappe le dissi che non s’era fatta nulla. La reazione fu che ebbi un’erezione paurosa. Lei rimase molto turbata da tutto questo. Io le sorrisi e prendendole la mano dissi ‘non farci caso, sono reazioni naturali e incontrollabili, tu sei una splendida ragazza e io” non mi fece terminare la frase che strattonando il polso si staccò e mi disse ‘Sig. Lucio io vado’si &egrave fatto tardi’. Il giorno dopo, invece, mi trovavo in bagno, la cui porta &egrave sul corridoio, e sentendo mia moglie che chiedeva ad Ilaria di andare a prendere il biberon nella stanza da letto e sapendo che mi sarebbe passata obbligatoriamente davanti, socchiusi la porta in maniera che dal corridoio si riuscisse a vedere l’interno. Iniziai a pisciare rumorosamente per attirare la sua attenzione e con la coda dell’occhio vidi Ilaria che per un attimo si fermò a sbirciare la scena, osservando prima i getti d’urina scendere nel water, poi lo scrollo e una piccola smanettata di conclusione. Naturalmente fui molto plateale. Queste strane situazioni continuarono così per qualche tempo, fino a quando finalmente un sabato qualunque sento suonare il campanello. Io ero ancora a letto ma sveglio, mia moglie era già andata a lavoro e Mario in piedi nel lettino che guardava i cartoni animati su una rete Mediaset. Mi si blocca il respiro. E’ lei, pensavo, o il postino? Mi precipito alla porta senza rendermi conto di avere solo le mutande e la apro. Era lei. Mi guarda con il solito sorriso smagliante che immediatamente si trasforma in imbarazzo e rossore. ‘Vedo che la disturbo’forse &egrave meglio che me ne vada’ ‘Ma no Ilaria! Che dici, entra e scusa il mio abbigliamento, vado subito a mettermi qualcosa in dosso &egrave che non speravo più nella tua venuta. Vai da Mario e portalo in cucina, che deve mangiare lo yogurt’. E così dicendo la fagocito in casa e chiudo la porta a doppia mandata. Mi metto solo una canotta e vado in cucina, già eccitato e con il cazzo in tiro. ‘Ascolta Ilaria, non devi sentirti a disagio, ormai siamo come due vecchi amici no?’ sorridendomi rispose ‘Si, lei mi piace molto, &egrave così giovanile e simpatico, mio padre parla sempre tanto bene di lei, solo che da quando &egrave via sento molto la sua mancanza’ ‘Ma tu cosa fai in casa, non hai amici?’ ‘B&egrave, ho le mie compagne di scuola’ma abitiamo un po’ fuori mano e se non vengono loro da me, la mamma non mi manda da sola. Prima era papà che mi accompagnava, la mamma non guida e’.finisce sempre che resto in casa. Per questo mi sono affezionata a Mario’. Con questo andazzo passiamo le ore ridendo e scherzando. Mario come ogni giorno verso le 11 si addormenta. Lo mettiamo nel lettino e ci rechiamo in soggiorno. ‘Hai visto Ilaria, Finalmente si &egrave addormentato. E’ dura crescere i bambini, fortuna che ci sei tu a darci una mano. Senti, ora ci rilassiamo un po’. Vado a prendere qualcosa di fresco e ci gustiamo questi momenti di relax’. Presi un succo dal frigo e due bicchieri. ‘Dai non stare in piedi! Vieni a sederti sul divano che non ti mangio mica! Facciamo un brindisi a noi e alla nostra nuova grande amicizia’. Dopo qualche istante, vedendo Ilaria rilassata e serena, oso entrare in discorsi molto più intimi. ‘Ma, toglimi una curiosità’il ragazzo c’&egrave l’hai?’ Arrossendo e con gli occhi bassi mi risponde ‘Intende fidanzata? Be’non sono mai stata seriamente con nessuno..solo qualche amico più intimo d’estate al mare’ ‘Vuoi dire che non hai mai fatto sesso?’ ‘Nno” dice sbarrando gli occhi ‘Niente, niente? Solo bacetti?’ ‘Ssi” Ilaria iniziava a rispondere a monosillabe e mi sembrava sempre più a disagio. Adesso dovevo giocare bene le mie carte, cercando di toglierla dall’imbarazzo. ‘Che c’&egrave ti vergogni di questi discorsi? Ormai sei grande e poi non c’&egrave niente di male a parlare di sesso. Credevo che la moralità fosse un problema degli adulti e non dei giovani, così disinibiti e liberi da pregiudizi. Se posso esserti utile io, se hai qualche domanda da fare, sfrutta la mia esperienza come se parlassi a tuo fratello maggiore, non mi fare sentire come un estraneo, siamo o no amici? E poi’inizia col darmi del tu.’ Ilaria che fino a quel momento aveva tenuto gli occhi bassi, mi guarda nelle pupille e sorride ‘E’ vero lei ha’scusa’tu hai ragione, a volte mi faccio prendere dalla timidezza e non mi rendo conto di farmi influenzare da tabù assurdi’&egrave solo che non ho esperienza e sono impacciata ad affrontare certi discorsi. Pensa che non so ancora se so baciare bene o no’ ‘Davvero? Hai questo dubbio? Se vuoi lo verifichiamo subito!’ ‘Lei? Intende dire’.’ ‘E perché no, cos&egrave un bacio? Una cosa piacevole no? Non ti piaccio forse?’ ‘Non &egrave questo’anzi &egrave che lei &egrave sposato, &egrave grande, &egrave tutto così assurdo’ ‘Shhhhh” Le sussurro in un orecchio ‘Ora stai ricominciando con le paranoie, pensa solo che dobbiamo verificare come baci’. E così dicendo avvicino la mia bocca alla sua, gliela apro ed infilo con decisione la lingua per esplorarla. Inizialmente Ilaria resta immobile, poi sento che risponde timidamente con la sua. Mi stacco e le dico ‘Assapora adesso cosa significa baciare con passione’. Mi rituffo su quelle splendide labbra carnose aprendole nuovamente. Questa volta le infilo la lingua fino al palato, come un serpente che cerca di esplorare una nuova tana. Approfittando del suo tentativo di fare altrettanto, le prendo e aspiro la lingua dentro la mia bocca e con essa assaporo e risucchio tutta la sua saliva. Ilaria &egrave in mio potere. Si abbandona ad occhi chiusi ed io inizio a succhiarle il mento, a leccarle avidamente naso, occhi, orecchie e collo, per poi rituffarmi nella sua bocca. In un istante di tregua mi dice ‘Huuuufff’caspita!’.non immaginavo che si potesse baciare così’ le rispondo ‘e questo &egrave solo l’inizio. Ti posso far scoprire tante altre cose’ E senza darle il tempo di rispondere torno ad aspirarle lingua e saliva. Questa volta allungo una mano sulle sue cosce, accarezzandole e salendo pian piano fino a toccarle la fica. Lei ha un sussulto e si stacca. ‘No,no, questo no’..’ ‘E perché no, vuoi che i ragazzi ti deridano e ti diano dell’imbranata? Guarda che conoscere queste cose ti rende più forte nei confronti dell’altro sesso. E poi prima o dopo dovrai imparare no? Non &egrave meglio farlo con una persona di esperienza, che sa come procurarti il massimo del piacere o vuoi che lo faccia un ragazzino imbranato?’ ‘Lo so’hai ragione’&egrave che non so se sono già pronta a questo’. Mentre diceva queste parole la blocco con una mano sulle labbra e riprendo a limonarla di brutto. Questa volta senza darle tregua, cercando di farla partire totalmente. Ero arrapatissimo e il mio compare tra le gambe reclamava la sua parte. Ci metto tutta la mia esperienza e malizia. Ritorno a toccarle la fica e questa volta la mano mi blocca con sempre meno decisione. La evito. Abbassata la lampo mi insinuo con due dita nelle mutande. Tasto i peli morbidi alla ricerca delle labbra che trovo calde e già umide. Per distrarla le prendo una mano e gliela infilo direttamente nelle mie mutande, facendo in modo che stringa bene la mazza ormai durissima. Ha un sussulto. Le sussurro nell’orecchio di iniziare a muoverla e di farmi una sega. Lei ubbidisce e sempre più accaldata e ansimante la agita su e giù con delicatezza, quasi temendo di farmi del male. Mi tolgo la mutande e la canotta svettando la verga imperiosa. Lei resta li a guardarla estasiata. Ne approfitto per sfilarle delicatamente i vestiti. Non ha molto in dosso e resta in breve completamente nuda. Resto imbambolato anch’io nel guardarla. Le tette alte e dure hanno come immaginavo due capezzoli lunghi e tesissimi. Mi esce un ‘sei una figa stupenda’ e mi tuffo a leccare quelle leccornie. Mi sembra di fare un pompino tanto sono lunghi e tesi. Li lecco li tiro, li mordo, sono partito anch’io. Lei ansima sempre più, accelera la sega, diventa sempre più materiale, la sua eccitazione cresce. E’ questo il momento di insegnarle la prima importante lezione. ‘Ilaria, voglio che impari a succhiarlo. Voglio che scopri subito quanto sia fantasico baciare e’sentirsi baciati. Sai cos&egrave un 69?’ ‘Si, credo di si’almeno in teoria..’ ‘Non ti preoccupare lasciati solo guidare dalle sensazioni e vedrai che ti viene tutto naturale’. Così dicendo mi stendo sul divano e la posiziono sopra di me. Stando io sotto e lei sopra posso comandare meglio il gioco e agevolare Ilaria nel farmi bene il pompino. Le allargo subito l’interno cosce ed inizio a leccare quella splendida fica, soffermandomi sulla clitoride, senza usare per il momento le dita. Le mani le ho ben piazzate sulle splendide chiappe. Lei all’inizio &egrave incerta &egrave lì a guardare la verga smanettandola insicura, mentre ansima per il mio lavoro nel suo basso ventre. Poi, un po’ per le forti emozioni che la mia leccata le procurava, un po’ per non essere da meno a quello che le stavo facendo senza che lei mi ricambiasse, un po’ incitata da me, si decide e piegando lentamente la testa apre la bocca bloccandosi a qualche centimetro dalla cappella. Allungo la mano sulla sua testa e la spingo sopra con decisione. Prende la cappella tra le labbra. E’ questo il momento che tanto stavo aspettando. Smetto di leccarla ed inizio ad indirizzarla verbalmente su cosa doveva fare. Le dico tutte le operazioni alla base di una pompa, che in quel momento mi passano per la mente e lei, come una scolaretta diligente, esegue tutto alla lettera. Mi insaliva tutta l’asta e le palle, le prende una per volta in bocca, puntella la lingua sulla cappella, soffermandosi sul buchetto e sul nervo. Le insegno persino a ruotare la lingua sul glande mentre lo trattiene in bocca. Ha solo un po’ di difficoltà quando le dico di provare ad ingoiarlo, ma dopo alcuni tentativi andati a vuoto alla fine riesce a scendere con le labbra fin quasi alle palle. Non riuscivo a crederci. Ero lì che osservavo Ilaria che mi pompava il cazzo man mano prendendoci sempre più gusto, avendo la sua fica ed il suo buchino a portata di lingua. Vedendo che la lezione era eseguita perfettamente e nei minimi dettagli, mi abbandono un po’ a godere di quella splendida pompa. Poi inizio nuovamente a leccarle fica e ano, questa volta aiutandomi nell’allargarli con le dita. Lecco con voracità e sento che dall’altra parte la cosa fa il suo effetto perché Ilaria inizia a pompare come una forsennata. Le infilo allora un dito nella fica ed uno in culo, continuando a leccare. Dopo poco vedo Ilaria staccarsi dal cazzo e contorcere il ventre in preda ad un violento orgasmo. Lecco tutti i suoi umori che caldi scendono sulla mia lingua, senza fermarmi. Ilaria ripresasi un poco si rituffa con avidità sul’asta e riprende a pompare inesorabile. Tutta queste emozioni fanno venire anche me, improvvisamente e senza che ad Ilaria avessi detto qualcosa in merito. Le sparo due fiotti a ripetizione diritti in gola. Lei istintivamente si stacca tossendo, mentre altri getti, man mano che si alza con la testa, la prendono sulle guance e capelli, poi tette e pancia. Mentre cerca di capire cosa fosse successo, le comando ‘Ilaria non ti fermare proprio ora, riprendi a pompare &egrave questa la parte più delicata del coito!’ Contemporaneamente le spingo la schiena verso il basso, inarcando il bacino quasi ad allungare ulteriormente il cazzo verso di lei. Così incitata si riposiziona con le mani appoggiate sulle mie gambe e riprende la cappella in bocca. Dopo un po’, vedendo che era molto impacciata per la nuova situazione, decido di cambiare tattica e staccandola mi alzo e la posiziono a sedere sul divano. Vi salgo sopra ed inizio ad infilarle e sflilarle a mio piacere la verga dalla bocca. Lo sperma che era schizzato fuori dalla sua bocca lo vado a prendere con la cappella, provvedendo a riportarlo dove sarebbe dovuto essere: nel palato di Ilaria. ‘Come prima lezione non c’&egrave male piccola. Devi solo imparare bene l’ingoio’ ‘Ma &egrave proprio necessario farlo?’ ‘Certo, &egrave la maniera migliore per far sfogare il coito senza rischiare blocchi. Venire fuori &egrave come se mi masturbassi. Non si prova lo stesso piacere. E poi vedrai che imparando ad ingoiare e a gustare lo sperma, sarai tu che mi pregherai di sborrarti in gola. A proposito sei riuscita a percepirne il sapore?’ ‘Non bene. Ho sentito una cosa calda e densa soffocarmi. Quando mi sei venuto sopra e me l’hai voluto far assaggiare per forsa l’ho sentito molto acido, simile allo yogurt. Però non ha un sapore terribile. E’ come dici tu, credo ci si debba abituare’ ‘Bene piccola mia, la prima lezione può bastare, anche perché temo arrivi mia moglie da un momento all’altro. Questo sarà il nostro segreto. Ricorda che hai ancora tanto da imparare e prima lo farai, prima diventerai donna. Io e lui (indico il cazzo) siamo al tuo completo servizio’. Con queste parole scoppiammo a ridere, tanto da svegliare Mario. Faccio ripulire Ilaria in bagno dicendole ‘Mi raccomando, lavati bene. Fai sparire ogni traccia perché tua madre &egrave esperta e potrebbe accorgersi di qualcosa. In questo caso sarebbe la fine della nostra scuola privata’ Lei annuendo con un sorriso, provvede a ripulirsi alla perfezione. L’accompagno alla porta e baciandola appassionatamente di nuovo le sussurro in un orecchio ‘Alla prossima lezione mia splendida allieva’. Va via e dopo circa una mezzora, il tempo di rimettere tutto in ordine, torna mia moglie. Che culo che ho avuto! ‘Tesoro cosa avete fatto oggi?’ ‘Vista la giornata ho portato Mario al parco giochi amore, non immagini come mi sono divertito.’ Fortuna che Mario non parla ancora per sputtanarmi. Contento per quanto accaduto, già pensavo a cosa le avrei fatto per la seconda lezione.

(Continua?)

Passa in fretta la settimana. La notte tra il venerdì ed il sabato non riesco a dormire. Penso al pompino di Ilaria del sabato precedente, a cosa le avrei fatto se fosse tornata. Sono stato tutta la notte con il cazzo in tiro. Finalmente la sveglia di mia moglie trilla. Faccio finta di dormire e aspetto con ansia che se ne vada. So che dal piano di sopra sentono il rumore delle macchine, sapendo quando usciamo di casa. Perciò, anche Ilaria sapeva che mia moglie se ne era andata a lavoro lasciandomi solo. Vado in bagno a lavarmi velocemente. Dopo una mezzora sento suonare. Mario stava ancora dormendo. Decido di spogliarmi e di accogliere Ilaria completamente nudo per non perdere tempo inutilmente. Guardo dallo spioncino. E’ proprio lei! Apro e mi nascondo dietro la porta. ‘E’ permesso signor Lucio? Posso entrare?’ ‘Vieni piccola, sono dietro la porta che ti aspetto. Come entra richiudo subito la porta e godo nel vedere la faccia pietrificata di Ilaria nel vedermi completamente nudo e con il cazzo in tiro. ‘Be? Non si saluta il professore? Questo &egrave l’abbigliamento della scuola’ ‘Sono’sono” ‘Ho capito, ti saluto io’ E avvicinatomi le prendo il faccino con una mano e gli infilo la lingua in bocca e con l’altra le palpo la fichetta. Poi le prendo una mano e l’avvolgo intorno al perno, indirizzandola ad una sega di ben venuto. Ilaria inizia a scaldarsi. Ricambia con passione i miei baci. Indossa una camicetta leggera ed una gonnellina corta. Mentre ci baciamo ‘Su, su, adeguati all’abbigliamento della scuola’ in pochi secondi le sbottono la camicetta e le sfilo la gonna. Avendo il seno piccolo non usa reggenti e rimane solo in mutandina. ‘Adesso piccola ripassiamo subito la lezione di sabato scorso’ le spingo la testa in basso, facendole capire che si deve inginocchiare. Con la mano destra le blocco per bene la testa e con la sinistra le spingo l’asta in bocca. Ilaria prende subito a pompare. Dopo qualche sbocchinata di assaggio ‘Ok piccola, fammi mettere un po’ più comodo’ la alzo e la porto in cucina. Mi siedo a gambe aperte sulla prima sedia che trovo e faccio segno ad Ilaria di riprendere il lavoro in ginocchio. Rispetto al primo incontro ci mette molta passione e sento che non ha per niente dimenticato la lezione. I suoi lunghi capelli neri mi fanno eccitare molto e con le mani li arrotolo, li tiro, ne faccio prima una coda, poi delle improvvisate trecce. Ecco, così sembra una pompinara da film porno. ‘Che ne diresti di tirarti velocemente due code laterali a mo di trecce? Puoi succhiare meglio, senza che i capelli ti vengano sul viso’. ‘Ha percaso due elastici?’ ‘Certo, nel bagno’ e dammi del tu!’. Si allontana un attimo e torna con delle splendide code da renderla simile ad una pornostar. ‘Perfetto. Ora prima di riprendere sfilati pian piano la mutandina e dammela. Così..ummmm. Brava sei un’allieva modello. Forza! All’opera’. Prendo la mutandina e sniffandola mi inebrio della sua intimità. Nella cucina ho un videoregistratore che già avevo preparato con una cassetta porno da vedere con Ilaria. Avevo sistemato la cassetta in un punto dove una ragazza tira a un tipo un lunghissimo e micidiale pompino. Mentre Ilaria &egrave intenta a succhiare, accendo la TV e partono le immagini a volume basso. Ilaria si gira di scatto e rimane immobile a guardare le scene. ‘Vedi il professore com&egrave previdente? Ti doto anche di sussidio audiovisivo. Guarda bene e cerca di perfezionare la tua già notevole bravura. Ripresasi dallo stupore ‘E’ la prima volta che vedo un porno’mamma mia come se lo lavora’ sempre più eccitata, si gira, mi guarda fissa negli occhi con aria maliziosa ‘vediamo se ho capito bene’ apre la bocca e tirando fuori la lingua fagocita il perno in un secondo. Si posiziona in modo da vedere anche la TV. Ogni tanto alza gli occhi per guardare la mia faccia, per rendersi conto del mio stato di eccitazione. Con la mano destra scendo a tastarle il culo e la fica oscenamente esposti in quella posizione carponi. Le sollazzo la clitoride e sento quanto siano stretti entrambe i buchi. Decido che oggi uno dei due deve essere esplorato. Forse &egrave meglio iniziare dal culo, penso. Ma decido di andare per gradi e di concentrarmi, per ora, sulla splendida pompa. ‘Brava, brava, così, più veloce’il risucchio..dai, fammi un risucchio. Ricordati di ingoiare tutto quando vengo’. Si blocca un attimo e mi dice ‘ Senti Lucio, a questo ho pensato a lungo’ mi sembra una cosa difficile da fare. Perché non ti accontenti di venirmi sul viso?’ ‘non se ne parla nemmeno! Vuoi o no imparare bene? Se ti vengo fuori &egrave come se ti avessi insegnato a fare un pompino al 30%’ ‘Ma sai’non so’se sono pronta’.il sapore non mi disturba te l’ho già detto, ma tutti quegli schizzi’un conto e leccarlo dalle dita e un conto &egrave farsi sparare in gola quelle raffiche! Ricordo bene come sabato scorso, senza avvisarmi, me ne hai assestate un paio potenti! La mia gola ne sa qualcosa! Se mi affogo, non sono pratica’..se almeno mi guidi o mi avvisi quando stai per spruzzare’.così ho il tempo di prepararmi a declutire’devi dirmi tu come comportarmi’.’ Notando la sua confusione ed incertezza, incalzo. ‘Certo piccola, ti insegna tutto il professore. Sono qui per questo no?’ E con faccia tosta le dico ‘Come ti ho già accennato per l’uomo &egrave importante l’eiaculazione. La natura ha voluto che noi scarichiamo la nostra linfa dentro voi donne. Questo avviene in attimi convulsi e palpitanti. Il rapporto orale, per essere perfetto, deve avere al suo epilogo l’ingerimento del seme, con precisione e decisione. In quel momento la bocca deve comportarsi come l’utero, deve essere pronta ad accogliere lo sperma nel migliore dei modi. Ciò significa dover ingoiare assecondando gli spasmi della verga. Questo per evitare che l’eiaculazione diventi per l’uomo un coito interrotto. Comunque’ci stiamo dilungando troppo sulla teoria’ non ti preoccupare ti indirizzo io nelle varie fasi concitate e ti avviso prima di sborrare. L’importante &egrave che tu ti rilassi e riesci a sincronizzarti nel declutire il fiotto prima che te ne arrivi un altro, così vedrai che non rischi di affogarti e quindi di bloccare in conseguenza il mio piacere. Devi essere decisa. Se indugi finisci per riempirti la bocca e non sai più dove metterlo’. Non molto convinta ma annuendo: ‘ok professore’.. io mi fido di te e della tua esperienza’. Si rimette in posizione. Non perdo altro tempo. Le spingo la testa verso l’asta. E’ paurosamente dura, dopo tutto ciò che le ho detto, portandomi al massimo dei giri, ho paura di sborrarle improvvisamente in faccia, ancor prima che lo tocchi.

Mi mordo prima le labbra e poi un dito per farmi male. Lei intanto come una scolaretta eccitata alle prime lezioni, rimette in pratica tutto ciò che ha imparato finora, lecca l’asta, succhia la cappella, prende in bocca le palle una per volta e tira la pelle dello scroto, rotea la lingua sul glande e sincronizza il risucchio delle labbra allungando l’asta con la mano, poi la toglie e scende con la bocca fino ai coglioni. E’ una senzazione di potere assoluto. Dopo qualche minuto di ripasso, tanto sono riuscito a gustarmela, sentendomi all’apice le dico di aumentare il ritmo e di prestare attenzione alla imminente sborrata. Lei dapprima bloccandosi nella pompa, inizia, eccitatissima e tesa, una lunga serie di ritmici e veloci su e giù fino a quando infoiatissimo le dico ‘Ecco sborro’attenta a berlo tutto dai’non ti fermare, veloce’vengo’vengo’.ooohooo godooo!!!!’ con queste parole le tengo bloccata la testa con le mani, per evitare che all’ultimo momento, presa dal panico, decida di staccarsi rovinandomi il più bello. Le faccio partire i primi fiotti a ripetizione, che mi dirà dopo l’hanno presa sul palato e di rimbalzo sono finiti diritti in gola lasciandola senza fiato. Lei si ritrae un attimo cercando disperatamente di dimenarsi da quella presa e strizzando gli occhi emette un tenue mugugno di disappunto. Io spingendole la testa più forte verso l’asta, aiutandomi con un colpo di reni, le dico con un filo di voce ‘dai non ti distrarre..concentrati ingoia che ci sei!’. Continuo una interminabile eiaculazione, durante la quale grido volgarità come pompa, risucchia tutto, ingoia zoccola, mungimi le palle. Lei presa nella morsa delle mie mani non può far altro che stringere forte l’asta tra le labbra, cercando di ingoiare il meglio possibile per non affogarsi. Non so quanti altri fiotti le ho assestato in bocca, sta di fatto che la porcellina &egrave riuscita a sincronizzarsi proprio bene e ad ingerire quasi tutta la sborra. Sentivo i muscoli dell’esofago contrarsi ad ogni movimento di spruzzo. Ormai all’epilogo noto che alcuni rivoli di sperma le erano fuoriusciti dalle labbra forse nei primi concitati attimi dell’eiaculazione. ‘Sei stata bravissima..continua così vai bene’continua a succhiare e non ne sprecare neanche una goccia. Voglio che quando lo togli dalla bocca sia completamente lucido e pulito. Attenta..lecca anche quei rivoli che ti sono sfuggiti dalle labbra.’ Alza un attimo gli occhi per guardare l’espressione del mio viso, poi allunga velocemente la lingua aiutandosi con le mani a rimpossessarsi di quanto aveva perso. Riprende poi a pompare con energia risucchiando tutto. Ci prende gusto non si stacca, accelera, quasi aspettando la prossima sborrata. Questa inaspettata reazione mi piace. Mi rilasso e le dico ‘Vedo che ci stai provando gusto a pompare! Brava la mia pompinara. Cerca allora di farlo diventare ben duro, così abbiamo modo di affrontare subito un’altra lezione’ Come sente queste parole Ilaria si eccita maggiormente e si impegna al massimo per farlo rimanere duro. Ma proprio sul più bello Mario si sveglia ed inizia a piangere. Accidenti’proprio ora che ti volevo insegnare a prenderlo in culo, penso. Ilaria si blocca. ‘Lucio che facciamo ora?’ ‘Prendiamo intanto Mario e calmiamolo, poi vediamo’fammi pensare’. Si piega a raccogliere i suoi vestiti, accennando ad indossarli, quando io la blocco ‘Hei! Ti ho detto di vestirti? La lezione non &egrave ancora finita. E’ solo temporaneamente sospesa. Ricreazione! Ora farai tutto ciò che ti dico. Porta Mario in cucina. Brava, ora mi siedo e tu con Mario in braccio ti siedi su di me. Brava, brava. Allarga un po’ le chiappe per farlo scivolare nell’interno, bene così. Ora culla Mario’ Con il dondolio il cazzo, sfregando tra le chiappe, si insinuava tra i buchi, procurandoci un intenso ed inatteso piacere. Avevo ideato una bella cosa. Ilaria chiude gli occhi ed inizia a gemere. Con la verga nuovamente ben tesa ‘Ti piace &egrave? Lo senti per bene negli orifizi. Ora alzati e metti Mario nel seggiolone. Bene, ora abbassalo fino all’ultima posizione’. Con il seggiolone così basso Ilaria era costretta ad una posizione molto piegata, liberando alla mia vista tutto il panorama dei suoi buchi. ‘Tieni, ora dagli da mangiare il solito yogurt. Brava, continua ad imboccarlo e non pensare ad altro, ora ti vengo da dietro. Non prestare particolare attenzione a cosa ti farò’. Apro un pensile della cucina, prendo dell’olio e lo spalmo un po’ sull’asta e un po’ sul suo culo. Ha un sussulto. ‘Stai tranquilla, lasciami fare. Questa &egrave la nuova lezione e così &egrave ancora più eccitante’ ‘Ti prego Lucio, non farmi male. Lo sai che sono vergine’ ‘Non ti preoccupare non voglio sciuparti la passera, almeno per ora, voglio solo il tuo culetto’ ‘Il culo! Ma’so che fa ancora più male..io’ ‘Shhh, t’ho detto di stare zitta! Lasciami fare e dai da mangiare a Mario, al resto ci penso io’ Inizio con lo spalmarle l’olio intorno allo sfintere. Poi le infilo un dito. Lubrifico l’interno e sento che Ilaria si irrigidisce. ‘Non ti irrigidire cazzo! T’ho detto di rilassarti. Quando ti avrò penetrata, spingi in fuori e respira profondamente, ecco così’ proprio così, brava’ L’ano inizia a rilassarsi. Io frugo l’interno e ne tasto la consistenza. Poi ne infilo un altro e con entrambi mi aiuto a dilatarlo. Ilaria ha dei brividi lungo la schiena, si blocca per un istante ma non dice nulla e continua ad imboccare Mario. Notando la quasi totale assenza di resistenza decido che sia il momento giusto. Le appoggio la cappella ed inizio a spingere. Una breve resistenza e si infila improvvisamente dentro. Ilaria si gira stringendo i denti. ‘Che c’&egrave senti dolore?’ ‘No..proprio dolore no..fastidio, come se dovessi andare stitica’ ‘Aspetta e vedrai c’&egrave dentro solo la cappella. Rilassati e fai dei lunghi respiri, brava così ecco attenta che spingo ancora, respira rilassati’ecco’ecco, bene &egrave tutto dentro’ ‘Che strana sensazione’mi tira tutta’. Voglio dilatarlo meglio. Con le mani le allargo delicatamente i glutei verso l’esterno. Vedo la pelle lucida dell’ano tirarsi e assumere la forma del cazzo. ‘Haiii! Che mi stai facendo’mi fai male’ ‘Rilassati, ti sto dilatando per abituarti all’intrusione’ In questa posizione, mollando un po’ la tensione sulle chiappe, provo a tirarne fuori qualche centimetro e a spingerlo nuovamente dentro. Ilaria non reagisce, segno che non prova dolore. Inizio a pomparla prima entrando e uscendo di poco, poi facendo fare al cazzo tutta la corsa. Ilaria non riesce ad imboccare più Mario. Si appoggia al seggiolone con entrambe le mani ed inizia a gemere con gli occhi chiusi. Il seggiolone sotto i miei colpi trasmessi da Ilaria scricchiola e vibra. La cosa fa ridere il bimbo. ‘Hai visto che ti sarebbe piaciuto puttanella, prendilo, così fino in fondo’ Ora lo esco totalmente e lo rificco, lo esco e lo rificco. Lo sfintere &egrave completamente dilatato e rimane aperto. Le alzo bene le chiappe con le mani ed inizio a pomparla con decisione e velocità. Ilaria &egrave immobile, subendo tutti i miei assalti. ‘Che culo che hai, ora sei una rotta in culo, prendilo tutto, fammi venire dentro, ti voglio inondare le viscere, porca, brava’si, prendi, così’così’sii’sii, ti riempio, prendi’. Mi blocco con il cazzo completamente piantato nelle viscere. Inizio a sborrarle le pareti, mentre con le mani le masturbo la passera. Ilaria &egrave preda di un ogasmo, spalanca la bocca e con la testa all’indietro ‘O dio! Che mi fai’mi sciolgoooo’.mi sento tutta piena..siii’ Mi accascio su di lei e le mordo la parte posteriore del collo. Mario, intanto, ci guarda perplesso. Io me ne accorgo e incrociando i suoi occhi gli dico ‘Che c’&egrave bello di papà? Non capisci cosa succede vero? Sei troppo piccolo, devi aspettare qualche anno ancora’ Ride. Non so se abbia capito le mie parole. Credo che a questa età siano colpiti solo dalle espressioni del volto e io ed Ilaria dobbiamo avergliene fatte tante’e di strane. ‘Bene piccola la seconda lezione &egrave terminata, puoi rivestirti e dedicarti a Mario. Io mi vado a fare una doccia, ne ho proprio bisogno. Come va il culetto?’ ‘Sembra bene, &egrave stata un’esperienza incredibile. Ma fare l’amore &egrave uguale?’ ‘No, sono altre emozioni e sensazioni’non ti preoccupare, avremo modo di scoprirle, con calma..ora rivestiti che può tornare mia moglie. Su, alla buonora!’ Mentre mi faccio la doccia sento Ilaria ridere e scerzare con Mario. Ancora no riesco a capacitarmi di tanta fortuna. Ho scoperto l’enorme potenziale sessuale di Ilaria e voglio sfruttarlo al massimo. Non capita tutti i giorni di avere una figa di primo pelo a portata di cazzo. Se penso che solo poche settimane fa la volevo cacciare di casa’meno male!

(continua, certo che continua)

La relazione con Ilaria iniziava ad intrigarmi molto. Senza accorgermene stava diventando un’ossessione. Sono lì che penso alle porcate che posso fare con lei, prima fra tutte sverginarla. E’ questo il mio chiodo fisso. Ma penso ad un modo speciale, qualcosa che dovrà ricordare per tutta la vita. Non deve essere una insipida deflorazione. Lei d’altronde fa di tutto per eccitare la mia fantasia. Quando &egrave in casa ama toccarmi il cavallo dei pantaloni di nascosto ed alla presenza di mia moglie. Questa cosa, mi dice poi nell’orecchio, la manda su di giri e si ritrova tutta bagnata in un attimo. Io sono lì a dirle di smetterla, di fare attenzione, ma in fondo la cosa mi intriga molto e mi eccito anch’io come un porco. Non disdegno fugacemente di toccarle il culo o strizzarle le tette. E’ un turbinio di sguardi, sorrisetti e struciatine. Questa cosa mi ha mandato in tilt. Meno male che mia moglie non si &egrave accorta di nulla. Un giorno sotto voce le ho detto ‘Questo sabato devi assolutamente venire da me. Ho deciso che &egrave arrivato il momento di esplorare l’interno di questa fichetta vogliosa e’ vedrai che festa ti sto preparando’. Lei mi sorrise guardandomi con malizia ‘ Professore porcone non mancherò all’appuntamento, non vedo l’ora di sentire cosa si prova ad avere un bel randello nell’utero’. Stava diventando proprio una porca. Non avevo dubbi e la festa che ho in mente di regalarle &egrave proprio indicata per le sue potenzialità. L’idea che ho maturato &egrave di farle prendere due cazzi insieme. Il mio &egrave già pronto, ma l’altro’devo trovarne uno veramente affidabile, il suo proprietario deve eccedere per discrezionalità e complicità con il sottoscritto. La scelta &egrave ricaduta su mio cugino Alberto. Con lui da ragazzi ne abbiamo fatte di cotte e di crude e siamo più intimi di due fratelli gemelli. Intendiamoci, non ci siamo mai inculati come fanno molti adolescenti che hanno ancora timore delle donne. Da ragazzini ci limitavamo a misurarcelo per vedere chi l’avesse più lungo e qualche volta ci siamo scambiati il piacere di una sega reciproca. Questa situazione &egrave durata poco tempo, fino all’età di 14 anni, perché poi molto precocemente ci lasciavamo soddisfare dalle nostre amichette con dei gustosi pompini. Organizzavamo a casa dei party a tre, con la scusa dello studio. La ragazza oggetto dei nostri giochi doveva corrispondere a questi semplici requisiti: non bella, poco truccata e non appariscente, secchiona a scuola e soprattutto mai filata dagli altri ragazzi. Avevamo scoperto che questo stereotipo di donna era quello che più si scatena una volta disinibita, forse perché all’asciutto di cazzo e con tanti complessi sulle spalle. La tattica era sempre la stessa. Uno dei due la invitava a casa con la scusa di essere aiutato a fare i compiti previa ricompensa (naturalmente non immaginava minimamente quale fosse realmente), l’altro si faceva trovare casualmente già sul posto. Si finiva per studiare in tre, fingendo l’altro grande interesse per gli argomenti da studiare. ‘Scusa Alberto se vi disturbo, cosa state studiando?’ ‘Algebra’ ‘Caspita! Ho un esame proprio la prossima settimana’vi scoccia se mi unisco a voi?’ E così tra una chiacchira e l’altra, tra una battuta ed un doppio senso, portavamo il discorso sul sesso. Ce la lavoravamo con ogni mezzo pur di farla eccitare, giornalini, riviste porno, fin quando non iniziavamo a toccarla, baciarla e spogliarla. Il finale che volevamo era sempre lo stesso: un bel pompino in tandem per fare a gara a chi durava di più e a chi sborrava più copiosamente. Dove sborrare lo improvvisavamo, dipendeva tutto dalla ragazza. C’era quella che si faceva sborrare sulle tette, quella che lo voleva sentire scivolare sulla faccia, quella che si faceva mirare dritto in bocca. Qui la gara era il tiro a segno. C’era, naturalmente, quella golosa di sperma che ingoiava fino all’ultima goccia da entrambi. In quest’ultimo caso non c’era gara, vinceva quello che riusciva per primo a riprendersi dal coma e ad alzarsi dal divano. Ma torniamo a me ed Alberto. Pensare che mia moglie, quando mi ha conosciuto, per un certo periodo ha creduto che fossimo froci, per tutto il tempo che trascorrevamo insieme. Con le donne abbiamo avuto sempre una totale complicità. Ricordo come tra le sue tante fissazioni desiderava che ci scopassimo una tipa insieme. E tanto si mise d’impegno che alla fine ci riuscì. Ho ancora ben nitida nella mente quell’esperienza con Titti, una sua fidanzata bionda molto formosa e dal culo da sballo, tondo come una mela, alla quale dopo essersela fatta nei modi più porci possibili, era un bel troione, Alberto le propose l’incontro a tre. Lei sulle prime recitò la parte della scandalizzata incazzata, poi, convinta magistralmente da Alberto, gli lasciò intendere che in fondo quell’esperienza diversa l’avrebbe anche potuta fare. Detto fatto. A sua insaputa mi fece nascondere in casa. Lui arrivò dopo con Titti e senza tanti preliminari la spogliò e, dopo essersi fatto tirare un bel pompino preparatore, iniziò ad incularla di brutto sul divano. Era questo il segnale che avevamo stabilito. Io dovevo comparire improvvisamente e nudo davanti alla faccia di Titti, con il cazzo in tiro. Così feci. Fu un’esperienza incredibile. Titti mi guardò sbalordita, senza dire parola. Poi si girò interrogativa verso Alberto che prontamente le prese la testa e la stampò sul mio perno. Tutto questo avveniva mentre le stantuffava lo sfintere con violenza. Io con un movimento della mano agevolai l’intrusione nella sua bocca. Titti godeva come una forsennata, si muoveva con una furia incredibile. Fu una sborrata all’unisono. Le riempimmo culo e bocca in un colpo solo. Lei per il piacere ebbe un orgasmo così violento che stramazzò sul divano e vi rimase immobile per alcuni minuti. Il ricordo di questa avventura &egrave, dopo tanti anni, ancora così vivo nella mia mente da credere che facendola vivere anche ad Ilaria, sarà difficile che la possa dimenticare. Contatto Alberto, ci andiamo a bere una birra come facciamo ancora a volte. Gli racconto per filo e per segno la mia incredibile storia. ‘Che mi venga’Lucio, ma’ hai avuto davvero una bella botta di culo a trovarti a tiro di cazzo una fregna del genere! Sei proprio un gran paraculo! Se la signorina promette così bene come mi dici, bisogna tirar fuori tutta la sua predisposizione a troia! E’ inutile che ti dica che puoi contare su di me come su te stesso’. Ci mettiamo d’accordo. Faccio credere a mia moglie di aver bisogno di Alberto per alcuni lavori in casa, che da solo sarei impossibilitato a fare e che, per sdebitarmi, sarebbe opportuno invitarlo a cena il venerdì e farlo dormire a casa nostra, in modo da poter iniziare a sgobbare il sabato di buon mattino. La scusa non fa una piega. Il

venerdì sera Alberto suona puntualissimo alla porta. Gli avevo detto di venire dopo le nove, in modo da non incontrare Ilaria, che si sarebbe potuta insospettire. Nel frattempo mi sono assicurato che sarebbe realmente venuta ‘Non ti preoccupare professore, ogni promessa &egrave un debito’e poi mi bagno tutta ogni volta che penso a come mi farai donna’, mi aveva bisbigliato nell’orecchio prima di andar via. La serata trascorre piacevole, una bella cena e verso mezzanotte tutti a nanna. La mattina dopo la solita routine. Mia moglie si alza presto per andare a lavoro. Alberto fa finta di dormire. Come esce ci alziamo e iniziamo a programmare il piano. ‘Ho detto ad Ilaria che per non essere disturbati dal bambino lo avrei portato all’asilo. Lei aspetterà il mio ritorno e con una scusa a sua madre scenderà giù. Tu aspettami qui e non fare rumore, da sopra si sente tutto’. Vesto il piccolo e lo porto all’asilo. Di ritorno vedo Ilaria affacciata alla finestra che segue ogni mia mossa. Entro veloce in casa ‘Alberto non c’&egrave molto tempo. Nasconditi nella cameretta del bimbo e aspetta il segnale convenuto. Poi sai cosa fare’. Avevamo ideato che dopo averla sverginata, avrei detto ad alta voce questo &egrave un momento magico. Sarebbe stato il segnale per far entrare in scena Alberto. E’ tutto pronto. L’ansia mi sale in gola. Mi denudo per farmi trovare anche questa volta con il cazzo in tiro. Suona il campanello. Apro appena la porta e dico a bassa voce ‘dai veloce’entra!’. Lei si affaccia con un sorriso malizioso di chi si aspetta quella vista e mi dice ‘buongiorno professore, vedo che sei ‘molto teso’. E’ categorico salutarti vero?’. E mentre chiudo velocemente la porta mi prende il cazzo in mano, si piega e lo bacia sulla cappella, dopo avergli leggermente passato la lingua sulla sua circonferenza. Senza dir nulla la sollevo e la bacio in bocca, la denudo freneticamente, togliendole anche le mutandine. La prendo in braccio e la porto sul letto grande. La stendo e mi ci posiziono sopra. Inizio a leccarle avidamente lo spendido fiore che di lì a poco avrei raccolto. E’ piacevolmente stretto. Lei invece, molto eccitata per la rapidità con cui l’ho immersa nei piaceri del sesso, &egrave intenta a lustrarmi per bene la verga. ‘Bimba mia, visto che oggi sei tu sotto, dedicati particolarmente a leccare i coglioni ed il buco del culo, noi uomini ne andiamo pazzi’. Non facendoselo ripetere un’altra volta, inizia a leccare le palle una per volta e sempre una per volta se le infila in bocca e le stuzzica con piccole rotazioni della lingua. Poi si dedica al mio buchetto spennellandolo minuziosamente e facendo brevi pressioni con la punta verso l’interno. ‘Brava così, cerca di infilarla quanto più puoi dentro’. Io intanto continuo a leccarle famelicamente la fica, facendola bagnare e dilatare ad ogni colpo di lingua. Continuiamo così per molti minuti, durante i quali Ilaria, quando non ha la lingua infilata nel mio culo, geme con sempre maggiore intensità. La fica le comincia a colare di umori che mi sembrano più intensi e gustosi del solito. Anche l’olfatto ha la sua parte. Un forte odore muschiato di umida intimità mi stordisce a tal punto da farmi quasi dimenticare la presenza di Alberto. Già, Alberto! Mi riprendo subito e capisco che non posso farlo aspettare ancora molto. Poverino, chissà quante me ne sta dicendo con il cazzo in mano, pronto ad esplodere. Per Ilaria &egrave arrivato il momento di diventare donna. Ci cambiamo rapidamente di posto. Lei mi &egrave sopra. Ilaria &egrave lì inginocchiata con la fica grondante di umori ad un centimetro dall’asta. ‘Adesso &egrave il momento, calati lentamente da sola, brava così’&egrave quasi dentro la cappella, scendi piano’. Con alcune smorfie di dolore, pian piano vedo forzare il cazzo nella passera. Sento un impedimento e vedo Ilaria che con una smorfia di dolore si blocca, quasi vuole desistere. E’ l’impedimento della sua verginità. Prendo l’iniziativa e decido rapidamente di bloccarle i fianchi e spingerla con forza sul palo. La tenue resistenza dell’imene viene subito squarciata ed il cazzo sprofonda di botto nella sua vagina, fino all’ingresso dell’utero. Ilaria si ritrova senza fiato con occhi sbarrati e completamente impalata con le labbra della fica che toccano i miei coglioni. Le prendo la testa e avvicino la sua bocca alla mia. Rivoli di lacrime le scendono ininterrottamente sulle guance, ma non un solo lamento le esce di bocca. Inizia ad adattarsi alla nuova intrusione, mi frulla la lingua in bocca e accenna ad un timido movimento. Smette di limonare ed in posizione verticale inizia a strofinare con decisione il pube sul mio. Emette piccoli gemiti. Sento la strettezza di quella fica appena violata massaggiarmi meravigliosamente l’asta, &egrave da troppo tempo che non provo certe sensazioni. Non riesco a trattenermi e le esplodo improvvisamente dentro inondandole l’utero. Lei sentendosi riempire accelera il movimento per raggiungere l’imminente orgasmo. Viene, emettendo un sibilo tra le labbra. Velocemente la stendo di schiena sul letto e mettendomi ai piedi continuo a pomparla in piedi energicamente. Il cazzo mi &egrave rimasto duro per l’eccitazione. Ilaria in preda agli spasmi dell’orgasmo si dimena con la testa ad occhi chiusi. ‘ Ora rimani così, con gli occhi chiusi. Io esco ed entro senza preavviso. E’ un gioco che ti farà provare forti sensazioni &egrave questo un momento magico ‘. Come un automa resta con gli occhi chiusi ed ha un sussulto quando lo sfilo completamente fuori. La fica grondante di umori e sperma &egrave ora oscenamente aperta. Da dietro arriva velocissimo Alberto che scansandomi e infoiatissimo per la lunga attesa, si posiziona davanti alla fica e con un unico colpo secco la penetra fino alle palle. Dalla bocca di Ilaria esce un gridolino, un misto di dolore ed eccitazione. ‘Gli occhi tienili sempre chiusi, rilassati porcellina che siamo solo all’inizio della festa’ Le dico. Alberto ha il cazzo un po’ più grosso del mio. Inizia a pomparla prima piano, poi sempre più velocemente. Ilaria sempre con gli occhi chiusi e sempre con smorfie di dolore sembra assorbire bene gli affondi. Quando vedo Alberto entrare e uscire con furia da quella fica ormai sonoramente sciancata e Ilaria assecondare a bocca aperta le spinte, mi avvicino alla sua testa e glielo ficco in bocca, ancora carico dei suoi umori e della mia sborra. Spalanca improvvisamente e con terrore gli occhi. Guarda impaurita prima me e a seguire Alberto, proprio mentre con un rantolo lui le scarica nell’utero una quantità impressionante di sborra. Non può muoversi perché sia io che lui l’abbiamo bloccata a dovere. Inizio a pomparle la bocca con foga. ‘Hai visto bambina che bella sorpresa? Il professore te l’aveva promesso. Lui &egrave mio cugino, ma &egrave come se io mi fossi sdoppiato, non temere. Volevo che la tua prima volta fosse indimenticabile’. Mentre le dicevo questo, Alberto, con la mazza più in tiro di prima, esce dalla fica e punta deciso l’altro forellino. ‘Scusa cugino ma questa passera &egrave allagata! Non &egrave giusto riempire un buco e lasciare all’asciutto gli altri. Bisogna distribuire equamente le razioni di sborra’. E appoggiando la cappella al buchino, con un solo deciso colpo le sfonda il culo ed inizia a pomparlo energicamente, sollevandole le gambe in aria. Ilaria emette un grido di dolore, soffocato per fortuna dal mio cazzo. Non capisce più niente. Passa da una espressione di terrore a quella di totale stordimento. ‘Alb&egrave, che ne dici di metterci più comodi?’. Con un cenno di approvazione sfila la verga dal culo, dal quale esce un sibilo di aria compressa per le forti spinte subite, gira Ilaria velocemente a pecorina e la impala nuovamente, questa volta salendole sopra. Io, nel frattempo, mi ero steso sul letto, portando il cazzo verso la sua bocca. Glielo spingo nuovamente dentro e le muovo la testa, impostandole il ritmo da tenere. Ormai infoiatissima mi sbocchina come una forsennata. Si blocca solo in alcuni momenti, per meglio sentire le stantuffate di Alberto che le stanno dilaniando lo sfintere. Asseconda le violente spinte con timidi movimenti del bacino. Mentre si strofina da sola con una mano la clitoride, diventata rosso fuoco, ha un improvviso e violento orgasmo. Inarca ancor di più la schiena stringendo con forza la mia mazza tra le labbra ed emettendo un forte ‘uuuhhmmmm’ di piacere. Questo suo inaspettato e rapido adattamento alla situazione mi fa raggiungere un secondo violento orgasmo. Molti fiotti si susseguono nella sua bocca e lei avidissima li aspira tutti, lasciandomi senza fiato. Nel frattempo Alberto, che non si &egrave perso neanche un particolare del suo ingoio ‘Lucio, avevi proprio ragione! E’ una zoccola patentata. E allora, visto che ti piace tanto il cazzo, prenditelo tutto in culo, così, così, prendi, prendi fino alle palle che vengo di nuovo, così’.Ohooooo’. Alberto sembra liberare nel culo di Ilaria anche l’anima. Deve averglielo riempito per bene, perché Ilaria &egrave lì ferma e ansimante a sentire l’asta che le pulsa dentro, gustandosi ogni minima sensazione. ‘ Si, si’che bello, lo sento mi riempie’.haaa, continua, com&egrave grosso’siii’. Come lo sfila fuori, uno spruzzino di sperma le esce dallo sfintere. E Alberto ‘ Stringi il culo bimba! Se no ti perdi tutta la roba che ti ho pompato dentro, Ha,ha,ha’. Sfiniti ci accasciamo tutti e tre sul letto. Dopo alcuni minuti di silenzio Ilaria ‘Però Lucio, sei proprio uno stronzo! Perché non me lo hai detto che avevi in mente questa porcata, avevi forse paura che ti avrei dato buca? Chissà’ può essere che avrei accettato anche subito, senza remore e avremmo potuto fare dei bei giochini preliminari, prima di farmi rompere da voi due’. ‘No, non &egrave stato per paura, volevo che provassi l’effetto sorpresa. Di certo non lo dimenticherai facilmente’. Alberto ‘Hei! Ma che dite, parlate come se la festa fosse già finita’c’&egrave ancora il gran finale!’. Ilaria incuriosita ‘Quale sarebbe sto gran finale, altro porcone degno di tuo cugino, mi avete letteralmente scassata e riempita di sperma, non basta?’. Io ‘E no, non basta, devi ancora provarci insieme, nel culo e nella fica’. Ilaria ‘Nel culo e nella fica? Ma che dite, non posso reggervi insieme, mi farebbe troppo male!’. Alberto ‘Tranquilla, per come sei allargata e lubrificata ora’potresti sopportare l’assalto di un esercito’. Io ‘Allora che aspettiamo? Il tempo passa, fra poco devo andare a prendere il bambino all’asilo, facciamoci sto sandwich. Ilarietta, facceli risuscitare come sa fare la tua boccuccia, dai. Inizia con lo zio Alberto che ancora non ha avuto il piacere di gustare la morbidezza delle tue labbra’. Detto questo, vedo che Alberto le si avvicina alle labbra e la bacia, ficcandole la lingua in profondità. Iniziano a limonare con foga. Con una mano le sollazza la passera ancora grondante di liquidi. Io non resto fermo ed inizio a succhiarle i lunghi capezzoli. ‘Assaggiali Alberto, senti come sono lunghi e gustosi’. In breve tempo siamo partiti nuovamente tutti e tre. Ci stendiamo affiancati e lasciamo che Ilaria ci succhi a turno le verghe. Lei &egrave letteralmente impazzita. Passa con foga da un’asta all’altra, mentre ne succhia una smanetta l’altra e ne massaggia le palle. E’ eccitatissima. Ci sbocchina voracemente a turno e cerca anche di infilarsi entrambe le cappelle in bocca. Noi ci guardiamo esterrefatti e dobbiamo bloccarla per non venirle in faccia. Ci spostiamo. Alberto le lecca la fica ed io la bocca e le tette. Ilaria impazzisce. ‘Allora cosa aspettate’non volevate sfondarmi, prendetemi insieme dai, subito!’. Alberto che ha il cazzo più grosso si stende sotto e se la sistema sopra. Se la spinge sul perno e le impala la fica in un colpo solo. Inizia a fottersela con furia. Io aspetto qualche istante e poi chiedo ai due di bloccarsi un attimo. Mi sistemo dietro ad Ilaria e appoggio la punta sullo sfintere muovendola alla ricerca del varco migliore. Sento Ilaria respirare affannosamente. Stringo con le dita la cappella, per bloccare il sangue e renderla più dura. Spingo. Il buco si apre agevolmente, quasi aspettasse da sempre questo momento. Sfrego le pareti interne, sono tutto dentro. Sento il cazzo di Alberto muoversi e stringermi lo spazio all’interno. E’ una nuova e strana sensazione. Ilaria &egrave immobile a bocca aperta. Faccio cenno ad Alberto di cercare un movimento in sincronia. Lui esce io entro, esce’entro. Dopo vari munuti, distratti dal piacere intenso, perdiamo il ritmo e la impaliamo entrambi di colpo. Ilaria emette un piccolo grido. Sento la sua pelle tirarsi al massimo e l’anfratto dell’intestino chiudersi intorno a me. In questo modo la verga di Alberto &egrave ancora più vicina alla mia. La sento pulsare sfiorarmi, capisco che sta per venire. Percepisco la sua esplosione nell’utero di Ilaria, ne distinguo gli spruzzi. Queste strane sensazioni fanno venire anche me. Ilaria, che sente entrambi venirle dentro a strettissimo contatto, ha un altro lungo orgasmo. Il suo corpo si tende come una corda di violino, dai pori si sprigionano, come per magia, piccole gocce di sudore. Blocca di colpo i suoi movimenti con tutti i muscoli completamente rigidi, per poi accasciarsi stremata su Alberto. Anch’io sfinito mi poggio sulla sua schiena. Ci stacchiamo. I buchi di Ilaria sono tremendamente dilatati e perdono notevoli quantità di liquidi. Che storia incredibile! Ci riposiamo un attimo. Poi comandiamo alla piccola di fare un ultimo sforzo per completare la sua splendida performance. Le facciamo ripulire perfettamente le aste con la lingua. Ilaria ‘Adesso scusatemi ma devo proprio andare in bagno. Tutti questi liquidi sono peggio di un clistere e devo liberarmene’. Decidiamo allora di accompagnarla. ‘Senti piccola, ti dispiace se guardiamo?’ ‘Ma’perché’.cosa”. ‘Tu non ti preoccupare, ormai conosciamo ogni più piccolo centimetro della tua pelle, che c’&egrave ti vergogni proprio ora?’ ‘No’non &egrave vergogna’&egrave che” ‘ B&egrave, allora lasciaci fare’. La prendiamo entrambi in braccio e la portiamo con il culo in aria e ben dilatato sul water. ‘Adesso ti puoi liberare, coraggio’. Ilaria ci guarda un po’ perplessa e sbigottita ma inizia a spingere in fuori. Noi ci pieghiamo con la testa per gustare meglio lo spettacolo. Lo sfintere inizia a pulsare. Si ritrae e si dilata, come un bocciolo di rosa che si apre e chiude. Improvvisamente con un forte e sonoro getto si libera completamente. ‘Che splendida visione e ce ne volevi privare!’. Ilaria ‘Posso fare anche pipì’se volete’ ‘E ce lo chiedi! Dai forza che aspetti’. La spostiamo nella direzione della vasca da bagno. La fica di Ilaria inizia a gonfiare, lasciando partire lunghi getti di urina. Noi la guardiamo estasiati e verso la fine, quando i getti si riducono a goccioline, con una mano le strofiniamo a turno la passera. ‘Credo proprio che per oggi la lezione sia finita. Se vuoi’possiamo estendere il corpo docenti ad Alberto. Che ne pensi?’ ‘Be’forse si, forse no’ci devo pensare professore porcone. Adesso il mio solo pensiero e quello di andarmene, ho detto alla mamma che sarei mancata poco. E poi mi sono stancata tantissimo, voglio riposare, mi sento indolenzita e mi brucia tutto’. Detto questo si lava, si riveste velocemente e si congeda da noi, baciandoci entrambi appassionatamente. Restiamo soli. Ci guardiamo in faccia per alcuni secondi in silenzio. Poi scoppiando a ridere battiamo il cinque. Festa perfettamente riuscita.

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