Skip to main content
Racconti sull'Autoerotismo

la seconda volta spiati da Claudia

By 8 Luglio 2007Dicembre 16th, 2019No Comments

Quando lessi il messaggio di Franco, mi mancò il respiro: ‘Se ti va, domani pomeriggio ci vediamo un film’ invito Claudia??’
Subito mi ricordai le parole di Claudia, quando ci aveva beccati a masturbarci: ‘Se la prossima volta invitate anche me, magari vi aiuto” E senza pensarci su, risposi a Franco: ‘Ok, io ci sono’ e ok per l’invito”
Avevo appena messo giù il cellulare, e già mi intrigava il pensiero del giorno dopo, non vedevo l’ora arrivasse il momento. Non me ne ero reso conto, ma il mio membro aveva avuto un guizzo e aveva già gonfiato i miei boxer: ero già totalmente eccitato. Sospirando, slacciai i jeans e misi la mano sotto le mutande. Palpai il pisello, sentendolo pulsare e gonfiarsi nella mia mano; cos’ mi strappai letteralmente di dosso i boxer e strinsi forte il pisello in mano, muovendolo su e giù, poi a destra e sinistra. Iniziai a muovere la mano come se fosse sull’acceleratore di una moto: sentivo la cappella che spingeva per uscire, così diedi un colpo secco all’indietro che mi fece quasi male per la foga che ci avevo messo. Continuai a segarmi veloce, bagnando la cappella con un po’ di saliva perché scorresse meglio nella mia mano. Poi con una mano tenni fermo il pisello, mentre con l’indice dell’altra cominciai a spingere alla base della cappella, sul frenulo. Con l’indice facevo piccoli movimenti circolari, ogni tanto spingevo forte. Non ci volle molto perché l’eccitazione giungesse al massimo livello, e senza che potessi fermarmi schizzai sperma sul pavimento, sulla porta della mia camera e sui jeans.
‘Merda’, mi dissi, ‘se adesso entra mia mamma’.’, così mi rimisi i boxer, lasciando il pisello scappellato, mi rimisi i jeans e con un fazzoletto pulii le gocce di sborra da terra e dalla porta. La sensazione delle mutande sulla pelle della cappella mi fece rabbrividire, era fastidioso e estasiante allo stesso tempo.
Per tutta la sera, e per tutta la mattina del giorno dopo, continuai a pensare come si sarebbe comportata Claudia nel pomeriggio; sarebbe venuta? O si sarebbe incavolata o offesa? Mangiai in fretta un boccone, poi salutai i miei e andai a casa di Franco. Suonai alla porta, venne lui ad aprirmi; rimasi un po’ deluso, mi aspettavo lei.
‘Ciao’, mi disse, ‘entra pure. Claudia arriva fra un attimo” Potevo vedere l’attesa e l’eccitazione nei suoi occhi, sul suo volto.
Così entrammo in casa e ci mettemmo a sedere, senza dire una parola. Io guardavo continuamente l’orologio, Franco fissava un punto a caso sul pavimento. Finalmente, dieci minuti dopo, suonò il campanello; Franco si alzò per aprire la porta: era lei. Indossava un paio di pantaloncini attillati, e una maglietta che lasciava scoperto l’ombelico.
‘Ciao maialini miei!’, ci disse maliziosa, e mentre mi salutava strofinò deliberatamente il suo seno sul mio petto. ‘Sapete, la volta scorsa mi sono divertita a guardare i vostri uccellini, mentre vi masturbavate. Così oggi ho accettato il vostro invito” Andammo tutti in soggiorno, ma ne io ne Franco sapevamo da dove iniziare; ma quel giorno era Claudia che aveva deciso di fare la regista, così si sedette sul divano e cominciò a dirci:
‘Dai segatevi per me’ ma fate tutto come dico io, altrimenti’. Ok?’
‘Va bene..’ rispose Franco guardandomi.
‘Allora, che aspettate? Forza!’ disse lei.
Così Franco ed io iniziammo a slacciare i pantaloni, per poi levarli. Eravamo tutti e due molto eccitati, si vedeva benissimo. Stavamo uno di fronte all’altro, non sapendo cosa fare.
‘Franco, perché tu non abbassi i boxer ad Antonio? Poi lui li toglierà a te”, ci disse Claudia; ‘solo se lo fate, mi levo la maglietta..’
Franco mi guardò imbarazzato, io alzai le spalle e gli dissi sottovoce: ‘Pensa alla maglietta di Claudia.:’
Così Franco mi abbassò i boxer, poi io gli calai gli slip. I nostri giovani piselli potevano prendere aria: svettavano duri e pulsanti, e divennero ancora più duri quando Claudia si tolse la maglietta mostrando uno splendido reggiseno nero che metteva in mostra il suo fantastico seno. Erano le due e mezzo quando iniziammo a masturbarci: non sapevamo che sarebbe stata la sega piùlunga della nostra vita.
Infatti quasi insieme scappellammo il pisello, iniziando a massaggiarlo sempre più forte. Io stavo stringendo forte l’asta e muovendo la mano su e giù, quando Claudia si alzò e si avvicinò a noi. Non sembrava più lei, aveva uno sguardo eccitato e voglioso. Quando fu abbastanza vicina, si abbassò in mezzo a noi e prese in una mano le mie palle, nell’altra quelle di Franco; iniziai a sospirare mentre lei ci massaggiava e ci stringeva con le sue fantastiche mani. Poi accarezzò l’asta, arrivò fino alla cappella e strinse per qualche secondo, segandoci piano; piano piano, scese ancora verso le palle e tornò a stringerle.
Claudia sussurrò: ‘Posso proprio dire di tenervi per le palle, eh?’, poi ridendo schiaffeggiò con forza i nostri piselli: mi colpì sulla cappella, ma il momentaneo dolore venne messo a tacere dall’eccitazione. Franco riprese subito a segarsi, così anche io strinsi il mio uccello per raggiungere l’orgasmo. Ma proprio quando ormai stavamo per esplodere, Claudia ci fermò e ci disse di aspettare. Per ben un’ora continuammo così, noi ci segavamo e quando lo diceva lei ci fermavamo esausti, aspettando che l’eccitazione calasse un po’ e poi ricominciando a masturbarci. Ad un certo punto, Claudia tirò fuori dalla tasca un gambaletto e tornò ad abbassarsi in mezzo a noi. Legò il gambaletto alla base del mio pene, stringendo un po’. Poi fece avvicinare Franco e legò anche il suo uccello: si alzò e ci suggerì di segarci a turno, qualche colpo a testa (infatti, essendo i piselli legati, se Franco muoveva la sua mano su e giù anche la pelle del mio pisello copriva quasi del tutto la cappella. Quando fu il mio turno, mi allontanai un po’, così da far tendere il gambaletto e stringerlo di più attorno ai piselli. E tornai con la mano a tormentare la mia cappella, rossastra e gonfia, finch&egrave sentìì che lo sperma iniziava a salire lungo l’asta. Ma la tensione del gambaletto gli impediva di schizzare, la sensazione era magnifica, presi a segarmi veloce e anche Franco si masturbava. Claudia, per ritardare ancora di più la nostra eiaculazione, si abbassò e tirò verso il basso il gambaletto: i nostri piselli puntavano uno contro l’altro, come due cannoni. Avevo ormai male alle palle, sentivo che non avrei resistito ancora a lungo. Sentivo Claudia che diceva:
‘Dai bei cannoni, sparate!’, mentre io e Franco stavamo ai suoi ordini. Così, come ci aveva chiesto lei, ci masturbammo finch&egrave ‘i cannoni spararono’. Mi trovai una mano piena di sborra, alla mia si mescolava quella di Franco che aveva schizzato verso di me; ma mi accorsi che anche il mio pisello aveva spruzzato addosso a Franco, proprio sotto l’ombelico. Continuai a muovere la mano sempre più lentamente, godendomi fino in fondo l’orgasmo più forte della mia vita: non avevo mai schizzato così tanto, mi accorsi che ci eravamo masturbati per ben due ore. Claudia si alzò, si baciò sulle labbra e poi, senza dire altro, se ne andò.

Per commenti, discussioni o altro, aspetto vostre mail al mio indirizzo:
ragazzino18q@alice.it
Scrivetemi, vi risponderò!

Leave a Reply