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La vacanza trasgressiva di Elisa

By 20 Aprile 2013Dicembre 16th, 2019No Comments

 

 

Elisa si trovava sola sulla spiaggia a quell’ora di mattina. Il sole si alzava colorando l’orizzonte era uno spettacolo stupendo e semi-distesa sulla sua sedia sdraio assaporava la brezza marina che le accarezzava la pelle.

Era una sensazione di pace che da molto tempo non provava. Le sue giornate erano sempre uguali, monotone, occuparsi della colazione del figlio e del marito, la noia di una vita scialba, sempre identica giorno dopo giorno.

Aveva detto basta e si era presa una vacanza, aveva con sé solo suo figlio il quale oramai avrebbe dovuto imparare a cavarsela da solo, a diciassette anni non poteva sempre avere la mamma che si occupava di lui e glielo aveva detto chiaro e tondo, “questa è la mia vacanza e devi darti da fare, mettere in ordine la tua stanza e prepararti la colazione da solo”. Ma si sa come sono le mamme alla fine cedono e per i figli si sacrificano.

Matteo aveva annuito, amava la mamma e non voleva rovinarle la vacanza in quanto a Giuseppe suo marito era al lavoro come sempre, lavoro, lavoro, lavoro, fatti suoi, lei era stanca di essere solo una serva, senza un po’ di tempo per se stessa.

Aveva avuto una specie di crollo nervoso dovuto forse allo stress di una vita priva di soddisfazioni, a causa di un marito sempre assente e che la trascurava totalmente,oramai lei, per lui era solo quella che gli lavava la roba e preparava da mangiare. Non avevano rapporti sessuali da qualche mese, e lei aveva dovuto arrangiarsi da sola in questo lungo periodo di insoddisfazione, arrivando a masturbarsi anche diverse volte al giorno e anche di notte, accanto a suo marito che dormiva e mai lui si era accorto nulla, del suo desiderio e di quello che faceva.

Aveva preso una decisione, adesso era decisa avrebbe concesso ad un altro quello che suo marito non voleva più, o non desiderava più.

Da alcuni giorni vedeva sulla spiaggia un uomo che si piazzava sugli scogli anche lui probabilmente apprezzava lo spettacolo della nascita del giorno.

Quella mattina però l’uomo non era steso come d’abitudine, era in piedi e osservava il cielo, lo vide incamminarsi e avvicinarsi a lei, il cuore le batteva forte, se questa era l’occasione l’avrebbe accolta, forse si era accorto di lei, e voleva attaccare bottone la cosa le metteva una certa ansia, mista ad eccitazione.

Adesso lo vedeva bene, si era accorta che aveva un bel fisico asciutto da lontano ma adesso che lo osservava avvicinarsi si vedeva che era un bell’uomo forse aveva la sua età, o forse qualche anno di meno non lo sapeva esattamente, aveva un viso maschio da uomo sportivo con un mento forte, capelli neri con alcuni fili d’argento qua e là.

Appena le fu vicino la abbagliò con un sorriso da divo del cinema poteva fare concorrenza ad un Paul Newman, aveva gli occhi scuri però ma per il resto emanava da lui una grande forza di attrazione.

Le rivolse la parola, la sua voce era calda e forte : “Ciao, scusa ma faremmo meglio a metterci al coperto, fra un paio di minuti ci sarà un violento temporale”.

Elisa lo osservò incredula, “come un temporale?” esclamò!

“Sì, guarda quella nuvola si allargherà e dopo all’improvviso scaricherà un acquazzone breve ma molto intenso, vieni e andiamo a metterci al riparo laggiù” disse tendendole la mano.

Elisa si sentiva attratta e molto naturalmente gli porse la mano facendosi aiutare ad alzarsi, lui prese la sua sdraio sotto il braccio e tenendole la mano la guidò fino alle cabine che avevano tutte una tettoia davanti.

S’installarono sotto una di esse, Elisa era tesa avevano fatto una breve corsa perché le prime gocce erano cadute che ancora non avevano raggiunto la prima cabina, aveva il fiatone, l’uomo la teneva ancora per mano, la tettoia era stretta e lui le passò il braccio intorno alla vita sentiva che lei era turbata, le chiese se stava bene, lei sussurrò in un soffio di sì.

39

 

Allora lui avvicinò il volto a quello di lei per baciarla, e lei alzò il viso verso di lui chiudendo gli occhi in attesa del bacio, sentì le labbra di lui poggiare sulle sue, carnose ed umide, desiderose di sentire il contatto.

Elisa si sentiva eccitare, solo con il pensiero che quell’uomo sconosciuto potesse prenderla così in quel luogo di mattina e in un modo così spontaneo.

Le loro labbra si unirono, la lingua di lui penetrò nella cavità orale di lei totalmente arresa e offerta, era una resa totale ed incondizionata, anzi di più era una voglia di essere amata che le mancava da troppo tempo.

Elisa aprì le gambe sentiva il suo sesso umido, e quello dell’uomo duro che le premeva contro il ventre, la sua lingua la invadeva la sondava e le loro salive si mischiavano era talmente eccitata ed impaziente di essere presa che non si rendeva nemmeno conto che qualcuno avrebbe potuto sorprenderli, ma forse proprio questo la eccitava così tanto.

Lui le aveva fatto scivolare le bretelle del costume scoprendole i seni pieni a pera e ancora belli che si sostenevano da soli, arroganti con i capezzoli durissimi che le facevano male.

Lui gli palpò le tette con vigore impastandole, e saggiandone la consistenza poi le prese un capezzolo tra due dita e lo strizzò violentemente, un gemito di dolore e piacere le sfuggì dalla gola perdendosi nella bocca di lui.

Stava godendo di un piacere incredibile, e sconvolgente, che non provava da troppo tempo, quando la mano di lui le abbassò il costume sulle cosce e raggiunse il centro del suo pube infilandosi nel suo antro segreto colpo di umori che mostravano quanto gradisse quelle attenzioni, lui con un dito risalì lungo il taglio fino a raggiungere il clitoride, e allora stuzzicata sul suo delicato bottoncino scoppiò in lei l’orgasmo, cogliendo di sorpresa il suo occasionale amante, inondando le cosce anche di lui visto che una sua gamba era tra le sue.

Elisa si abbandonò nelle braccia dell’uomo, lui era compiaciuto di averla fatta godere e di come si dimostrava calda iniziò a dirle delle parole di fuoco all’orecchio, che la sconvolgevano e la facevano vergognare ma assieme alla vergogna che provava aumentavano la sua eccitazione.  

L’uomo le sussurrava che era una troia in calore, una vacca pronta a farsi montare dal primo sconosciuto che trovava, e adesso lui l’avrebbe scopata come quella troia che era.

La sollevò un po’ facendole appoggiare le spalle al muro, lei avvinghiò le sue gambe ai fianchi dell’uomo smaniosa di essere penetrata, quando la verga dell’uomo come un bastone di fuoco si aprì la strada nel suo ventre lo accolse con un grido di piacere che pareva provenire da un animale poi lui iniziò un lento ed esasperante movimento nella fica fradicia di lei, la quale iniziò a provare un piacere che da troppo tempo le mancava una verga dura che le scanalava le pareti interne della vagina, rimasta orfana da lunghi mesi e solo stimolata da se stessa, che aveva cercato con dei simulacri fallici di darsi piacere, adesso che sentiva quest’uomo dentro di lei avrebbe desiderato non smettesse mai che le sensazioni che le donava durassero all’infinito e si abbandonò ad evocare verbalmente le sue sensazioni, cosa che non aveva mai osato fare con suo marito.

Lo supplicava di sfondarla e di darle tutto il suo pene perché lo desiderava certo era un frasario da piccola borghese ma che comunque diceva che amava quanto stava facendo.

E per lei era già molto, almeno più di quanto aveva fatto in diciassette anni di matrimonio.

L’uomo, sentendola capì che era una di quelle piccole borghesi che non hanno il coraggio di affrontare in modo totale i propri desideri, le fantasie le hanno ma non hanno coraggio nel dare loro corpo, ma questa donna è molto calda e sapeva che adesso avrebbe avuto il tempo di farne ciò che voleva ossia farle assaporare il proibito.

Era talmente desiderosa e vogliosa e calda che sarebbe stata come creta nelle sue mani, ne avrebbe fatto una sua opera d’arte, portandola alle vette del piacere e disinibendola totalmente, questi pensieri lo portarono al culmine del piacere e si riversò nella guaina stretta e calda di lei, la quale sentendo gli schizzi che la colpivano come lava bollente, ebbe un altro orgasmo, dopo di che si abbandonarono sfiniti, lui la sostenne e la fece dolcemente scendere a terra, con quel movimento il suo pene oramai barzotto fuoriuscì dalla tana di lei, le si stese sopra sul pavimento di legno e la baciò sulla bocca con tenerezza.                                                                                                         

 

Elisa si sentì soddisfatta, la pioggia era cessata era stato un brevissimo temporale estivo, il corpo caldo dell’uomo che le pesava addosso, le dava una sensazione di protezione, poi lui le sussurrò all’orecchio che dovevano vestirsi prima che arrivassero i bagnini per preparare le cabine e si alzò, subito si vergognò di essere lì nuda ed esposta con quello sconosciuto e si coprì con l’asciugamano prima di alzarsi e indossare il suo costume che era abbandonato a terra.

Appena l’ebbe indossato, affacciatasi  dalla cabina vide in lontananza che alcuni bagnini stavano avanzando lungo la spiaggia per iniziare il lavoro.

Decise di rivestirsi indossando il suo abitino estivo e di ritornare a casa, non se la sentiva di rimanere in spiaggia.

L’uomo la osservava e la prese per un braccio, l’attirò a sé, e le disse: “ti è piaciuto? Non vergognarti, ti aspetto domani mattina sarò sullo scoglio” e attiratala contro il suo petto la baciò con grande passione facendo sconvolgere Elisa che si sentì di nuovo trasportare dal desiderio di continuare a fare l’amore con quello sconosciuto.

Ritornò a casa rapidamente con quasi due ore di anticipo sul suo solito orario, sconvolta per aver provato piacere così tradendo il marito, si era concessa senza resistere,è vero che si era detta che doveva prendersi un amante che suo marito la trascurava, ma lasciarsi andare in quel modo senza ritegno era proprio una sgualdrina ecco cosa si diceva.

Entrata nell’appartamento in affitto, dove stava con suo figlio, si accertò che lui ancora dormisse, e poi andò a farsi una doccia.

Sotto il getto d’acqua ripensando a quanto era accaduto iniziò a toccarsi i seni pieni e prepotenti con i capezzoli duri, se li strinse con forza facendosi male, e dicendosi che era una puttana che godeva con il primo che le era capitato, poi la mano scese lungo il ventre bombato e arrivò al vello scuro  insinuò le dita arrivò al clitoride e sentì una scossa che le arrivò al cervello era ancora vogliosa come se quell’amplesso avesse risvegliato dei demoni che erano in lei e si masturbò con forza sotto la doccia il cui getto si abbatteva sui seni e scivolava nel solco raggiungendo il basso ventre dove la sua mano oramai era affondata tra le pieghe del suo sesso che colava ciprigno con un abbondanza che la stupefaceva, la sua mente ancora era immersa nel desiderio che lo sconosciuto le aveva inoculato assieme con il suo fallo dentro di lei le pareva di ricordare tutte le sensazioni che la sua mente aveva registrato.

Fu cosi’ che proruppe in un orgasmo che la fece tremare in tutte le sue fibre, e si ritrovò seduta nel piatto doccia semi-incosciente stordita dal piacere.

Dopo un po’ si riprese e si disse che non doveva più cedere a  questo piacere che le faceva perdere la testa, e riflettere sull’accaduto.  Si lavò con cura e si vestì.

Entrata in cucina preparò la colazione per il figlio che si sarebbe alzato di lì a poco, dedicandosi ad un’attività consueta sperava di riprendersi da quella momentanea perdita di controllo.

 

 

 

Trascorse due giorni in casa, lamentando con suo figlio di essere indisposta, in realtà non aveva il coraggio di tornare sulla spiaggia, incontrare nuovamente il suo seduttore, le pareva troppo imbarazzante. Essersi concessa ad uno sconosciuto cosi’ senza pudore, era una cosa che le faceva paura, poteva essere pericoloso dal momento che non sapeva chi era e soprattutto era spaventata da se stessa, dal suo abbandonarsi al piacere senza ritegno come aveva fatto.

Da quella mattina continuava a masturbarsi pensando e ripensando a quanto accaduto e il ricordo la metteva in uno stato di eccitazione per cui era certa che incontrando di nuovo il suo amante di una volta gli avrebbe ceduto.

Si dibatteva continuamente in questi pensieri, e poi si disse che era ancora giovane e piacente e quindi aveva avuto il proposito di divertirsi durante questa vacanza e perché rinunciare alla passione e al piacere ora che ancora poteva, prima di diventare troppo vecchia.

 

Al terzo giorno usci’ come nelle prime mattine molto presto, si reco’ in spiaggia, per vedere se all’alba anche il suo seduttore sarebbe stato presente, era con il cuore in tumulto dal timore che ci fosse o che non ci fosse.

O forse che l’avrebbe già dimenticata visto che per due giorni non si era fatta vedere, forse era per il fatto che lei l’indomani mattina non si era fatta vedere come lui le aveva chiesto.

 

Arrivata non vide nessuno si sedette in riva al mare ad osservare il sole nascente, ascoltando le onde che venivano a lambire la battigia, e discretamente scrutava la scogliera per vedere se l’affascinante amante fosse già arrivato.

Non vide nessuno e ne fu delusa, forse lui non vedendola aveva rinunciato a tornare in quel luogo o chissà, forse ne era rimasto deluso, si mise a fare un infinità di congetture, senza darsi pace per quell’occasione perduta.

Pensierosa s’incammino’ verso la scogliera dove lo aveva visto la prima volta, e senti’ dei lamenti appena fu vicina, erano gemiti di qualcuno che provava piacere, si avvicino’ con circospezione, per vedere di chi si trattava, era comunque certa che poteva essere solo il suo seduttore misterioso.

Appena fu vicina tra gli scoglio in un anfratto vide un uomo di spalle che stava accoppiandosi con una giovane donna la quale stava in ginocchio su una stuoia stesa nella parte più’ bassa degli scogli.

E stava godendo e gemeva in continuazione, incitando l’uomo a essere più’ violento, la senti’ dire chiaramente “fammi male ti prego”.

Elisa avrebbe voluto fuggire, si sentiva preda della gelosia ma d’altra parte una forza misteriosa la teneva inchiodata con lo sguardo sulla coppia, e sentiva delle sensazioni contrastanti dolore per l’illusione di un amore anche se passeggero, gelosia per vederlo con un altra e piacere abbietto che si impossessava del suo corpo nel vederli accoppiarsi.

L’uomo inizio’ a sculacciare la giovane donna mentre continuava a penetrarla alla pecorina e lei lo supplicava di continuare volendone ancora di più’.

Stavano oramai raggiungendo il parossismo vide chiaramente che l’uomo stava accelerando i movimenti ed i gemiti della donna ed il suo respiro erano sintomo dell’avvicinarsi dell’orgasmo.

La donna giro’ la testa ed Elisa vide il suo volto stravolto dal piacere era una ragazza giovane e bella, infatti quell’uomo era bello ottimo amante e lei non poteva pensare di essere la sola che lui aveva conquistato.

Ebbe l’impressione che la donna l’avesse vista, ma non ne era sicura appena volto’ la testa si alzo’ e cerco’ di allontanarsi senza farsi vedere.

Con il cuore che le batteva all’impazzata, e le gambe che le tremavano si mise a correre verso casa, arrivata sulla strada si mise a camminare, non voleva certo dare nell’occhio.

Giunta a casa entro’ senza fare rumore, si chiuse nella sua camera, buttatasi sul letto, ripenso’ a quanto aveva visto, ed il desiderio si impossesso’ di lei, si alzo’ la corta gonna estiva, e inizio’ a masturbarsi, si vergognava di comportarsi come fosse una ragazzina, ma non riusciva a trattenersi, si denudo’ totalmente e inizio’ a toccarsi i seni stringendosi i capezzoli fino a farsi male poi scese sul ventre piatto fino al suo boschetto insinuando le dita lungo le pieghe della sua vulva, accarezzandosi dolcemente prima per poi passare ad un trattamento energico.

Si fermava e ripeteva l’operazione per protrarre le sensazioni di piacere che provava, e quando sentì che quella estenuante tortura era arrivata al culmine con una mano si torturava i capezzoli passando dall’uno all’altro strizzandoli mentre con l’altra aveva penetrata la sua vagina inondata di umori e agitando le dita dentro di sé fino ad arrivare all’orgasmo che la sconvolse tutta agitando il suo corpo sul letto, dove rimase abbandonata ed estenuata dal piacere che aveva provato.

Si risveglio’ all’improvviso non si era nemmeno resa conto di quanto aveva dormito, guardo’ l’orologio e si rese conto che era mezzo giorno passato, per fortuna suo figlio non rientrava a casa per pranzo, le aveva detto che sarebbe rimasto in spiaggia con gli amici, lei era cosi’ esausta a causa dell’emozione che non lo aveva nemmeno udito uscire.

Alzatasi decise di farsi una doccia, e mentre si lavava accarezzandosi con la spugna le immagini del suo primo incontro con quell’uomo le ritorno’ alla mente e anche quelle del mattino, turbandola e  costringendola a portare le dita sul suo sesso che improvvisamente si risvegliava. Si tocco’ fino a godere sotto la doccia poi si lavo’ con cura e cerco’ di riprendersi.

Era scioccata dal suo turbamento, era da molto tempo che non provava un desiderio cosi’ intenso e non riusciva a resistere, chiunque in quel momento avesse voluto prenderla gli si sarebbe concessa.

Questo pensiero la spaventava ma anche la eccitava, inizio’ ad immaginare che qualcuno entrasse in casa e trovandola nuda approfittasse di lei, e a questa immagine senti’ una nuova ondata di eccitazione che le faceva torcere lo stomaco, ma si fece forza per non cedere e scaccio’ quell’immagine e si rivestì. Doveva uscire era, andare un po’ in giro le avrebbe fatto bene di certo, doveva svagarsi. Decise che un po’ di shopping sarebbe stato l’ideale.

Vestita con una certa civetteria un abitino leggero estivo non troppo vistoso e un trucco non appariscente si sentiva comunque seduttiva, aveva un corpo ancora in forma malgrado una gravidanza, si era presa cura di se, e sapeva di piacere se ne era accorta spesso ma aveva sempre voluto essere una donna fedele al marito, ma adesso dopo che con uno sconosciuto lo aveva tradito non era più’ cosi’ sicura delle sue intenzioni.

Inizio’ a fare una lunga passeggiata in centro entro’ in un supermercato e inizio’ a girare per vedere cosa c’era.

Alla svolta di uno scaffale si incontro’ anzi si scontro’ con il suo seduttore. Rimase a bocca aperta senza riuscire a proferir parola. Lui le sorrise, e con un tono di rimprovero le disse: -Ma che bella sorpresa, mi hai fatto il bidone, ti ho atteso invano l’altro giorno, ti meriteresti una buona sculacciata.

Elisa rimase silenziosa, imbarazzata, poi cerco’ di spiegargli che non era stata bene e per questo non era andata in spiaggia.

Lui le sorrise e le disse che doveva rimediare, la invitava a cena quella sera stessa: “anzi” le disse:

“ perché non mi accompagni mentre faccio la spesa?”.

Elisa imbarazzata non sapendo cosa rispondere fece un cenno affermativo della testa, arrossendo un po’ di vergogna e anche di piacere per quell’invito al quale non desiderava resistere e cosciente che le sue emozioni si leggevano chiaramente sul suo viso, come fosse stata un’adolescente.

Elisa si sentiva come se stesse perdendosi se ne rendeva conto e avrebbe voluto non ricadere nella tentazione da una parte, mentre dall’altra invece desiderava arrivare in fondo ai suoi più inconfessabili desideri.

Sapeva che lei non sarebbe stata nient’altro che un’avventura senza importanza per lui, infatti l’aveva visto con quell’altra, e questo la faceva rodere di gelosia, ma perché mai si chiese doveva essere gelosa, forse si era già presa una cotta per quest’uomo di cui non sapeva nulla?

Eppure una strana forza di attrazione la faceva accettare di seguirlo, e pensare che solo qualche mese prima sarebbe stata capace di dire di no.

Fecero la spesa e poi lui la condusse fino ad una barca ormeggiata nel porto, era una barca da pesca d’altura con cabine per almeno quattro persone, la fece salire e la porto’ sottocoperta, le disse che d’estate preferiva restare sulla barca, cosi’ avrebbe preparato qualcosa da mangiare li’, lui si dilettava in cucina.

Dopo la cena, e dopo alcuni bicchieri di buon vino bianco, mise della musica e invito’ Elisa a ballare, intorno al tavolo abbracciati come se fossero dei fidanzatini lui inizio’ a carezzare le natiche di Elisa che sospirando si lasciava fare, anzi desiderosa che proseguisse con carezze più’ ardite.

Lentamente la spoglio’ mentre continuava a ballare tenendola stretta, era rimasta con le mutandine bianche di cotone molto pudiche, le quali erano pero’ già umide dei suoi umori perché questa situazione la eccitava oltre misura ed il vino le aveva tolto parecchie inibizioni.

L’uomo la baciava e le infilava la sua lingua in bocca, poi, le baciava il collo, le mordeva il lobo dell’orecchio, riprendeva a baciarla sulla bocca, incrociando le lingue come in un duello di scherma, poi passava a ribaciale il collo, mentre le sue mani vagavano sul corpo di Elisa che era oramai bollente, il sangue le pulsava forte, sentiva la sua eccitazione montare sempre più e le sue intimità sempre più’ aperte pronte per ricevere il dovuto omaggio dell’organo maschile. 

Quando le fece scendere le mutandine per lei fu come un sollievo lo desiderava da impazzire, come mai aveva desiderato qualcuno.

Appena le mutandine furono alle caviglie sollevo’ una gamba e con l’altra lancio’ lontano le mutande di cui desiderava sbarazzarsi.

Non era mai stata cosi’ disinibita con un uomo, e con questo di cui non sapeva nulla eccetto il nome di battesimo, era un estraneo, eppure, con lui era pronta a concedersi quello che non aveva nemmeno mai osato fare con il suo legittimo marito.

Enea la prese in braccio, e la porto’ nella sua cabina dove la stese sul letto, Enea era un bell’uomo anche se il suo nome non le suscitava nessuna emozione, nemmeno le piaceva come nome, non lo avrebbe indovinato, eppure adesso a pronunciarlo si sentiva eccitare sempre di più ma proprio perché era la persona che lo portava che era importante in quel momento.

Era il centro del suo universo ed il suo universo si trovava tra le sue gambe ed era un fuoco che aveva bisogno di essere estinto.

Appena lui inizio’ a leccarla tra le gambe, Elisa inizio’ ad ansimare, il piacere di quel bacio la eccitava oltre misura, cerco’ di aprire di più le gambe per offrirsi maggiormente alla lingua invadente dell’amante, con le mani scese verso il suo basso ventre e si aprì con dita tremanti le grandi labbra spalancandosi totalmente il taglio, mettendo in mostra le mucose rosse e bagnate dall’eccitazione.

Enea leccava con voracità, passandole la lingua sulle labbra, poi andando a cercale il clitoride, stuzzicandola con i denti e poi scendendo lungo la vulva arrivato all’ingresso della vagina la penetrava con la lingua il più’ profondamente possibile facendo rullare la sua lingua all’interno.

Ogni volta Elisa si scatenava e gemeva per il piacere che quella intima carezza le provocava, ondate di piacere le arrivavano al cervello, come scosse che la facevano tremare tutta.

Quando l’amante si stacco’, ne rimase delusa ma solo per un attimo, lui le venne sopra e la infilo’ nella sua guaina accogliente, bagnata e pronta a ricevere il pene teso dell’uomo.

Quando le fu dentro completamente si immobilizzo’, come per assestarsi bene e la bacio’ sulla bocca facendole sentire il gusto dei suoi umori.

Elisa che fino ad allora non avrebbe mai pensato ad un bacio cosi’ osceno si eccito’ maggiormente e agito’ in fianchi per incitare l’amante a scanalarle la vagina oramai piacevolmente piena, aveva un’intensa voglia di godere.

E appena Enea inizio’ a muoversi dentro di lei, le esplose il primo orgasmo da tanto atteso e sempre in procinto di esplodere, tanta era stata l’eccitazione dovuta all’attesa.

Ebbe una serie di orgasmi multipli come mai avrebbe immaginato possibile accadesse, e stimolato dai suoi orgasmi e dal calore bollente che emanava dalla sua fica, anche Enea dopo poco inizio a godere dentro di lei, quello fu l’apice perché sentire i schizzi di sperma che violentemente le arrivavano in fondo alla vagina la mandarono in estasi.

 

 

 

Elisa si desto’ che era abbracciata al corpo di Enea, si rese conto che era l’alba, le prime luci entravano attraverso l’oblo’, illuminando i loro corpi allacciati, cerco’ con movimenti lenti e misurati di staccarsi dal suo amante, non voleva svegliarlo, e doveva rientrare a casa prima che suo figlio si svegliasse.

Quella storia la stava coinvolgendo, pero’ non voleva destare sospetti su questa sua seconda vita era una cosa che doveva tenere nascosta. Lascio’ un biglietto sul tavolo con il suo numero di telefono, e uscì, sentiva nelle narici l’odore del mare al mattino presto misto all’odore dell’amante che aveva impresso nella sua mente, si sentì travolgere dal desiderio di risalire sulla barca, ma resistette non poteva permettersi imprudenze.

Era pur sempre una donna sposata, una madre, ora anche un’amante ma quella storia avrebbe dovuto essere clandestina nessuno doveva scoprirla. Lei era per natura riservata, e svolgeva la sua vita sempre in modo da non mettersi in mostra. Quella mattina era sola per la via, diretta verso  l’appartamento, e solo qualche cantoniere che si recava la lavoro poteva incontrarla si rese conto che era spettinata e che sul suo volto si potevano intuire le tracce di una notte d’amore.

Arrivata all’altezza del palazzo incontro’ solo una ragazza giovane che aveva visto qualche volta insieme anche a suo figlio ed altri ragazzi andare in spiaggia, aveva con la sua famiglia un appartamento all’ultimo piano, si fermo’ fingendo di sistemarsi un sandalo nella speranza di evitarla, ma quella l’aveva vista e la chiamo’ facendole cenno, e tenendole la porta dell’ingresso aperta.

Era una bella ragazza ma non aveva più’ diciotto anni, e che i suoi la lasciassero andare fuori per tutta la notte le pareva strano, ma non disse nulla era cosa che non la riguardava.

Siccome il suo appartamento era al primo piano declino’ l’invito della ragazza a salire in ascensore, si salutarono e lei salì la rampa di scale che l’avrebbero condotta al suo alloggio.

Appena entrata si fece una doccia sotto la quale si sentì rinascere, era piacevole accarezzarsi e passare la mano sul suo corpo con il sapone, ripensando alle carezze ed i baci che il suo amante le aveva fatto, si sentì riprendere dal desiderio, e allora smise e si lavo’ rapidamente, non voleva perdere il controllo ancora come durante la notte, doveva riflettere sulla sua situazione e sul suo matrimonio.

Appena lavata si vestì e inizio’ a preparare una colazione per il suo ragazzo che si sarebbe alzato per andare in spiaggia.

Poi lasciato tutto sul tavolo ritorno’ nella sua stanza e si distese sul letto per riposare ripromettendosi di non addormentarsi, invece il sonno era stato più’ forte, si addormento’.

Fu svegliata dal trillo del telefono che la fece sussultare, vide la sveglia accanto al letto che indicava le 12.

aveva dormito fino a mezzogiorno. Incredibile si alzo’ e corse verso il telefono con il cuore in tumulto, era sicuramente Enea che la chiamava.

Alzata la cornetta, senti’ la voce di suo marito, che voleva avere notizie, cerco’ di essere naturale il più possibile, per non fargli sospettare nulla, ma il cuore le batteva forte, dover mentire cosa che non aveva mai fatto, pero’ gli eventi erano tali che non poteva certo confessargli di avere un’amante.

Il caro marito le annunciava che aveva intenzione di venirli a trovare la settimana successiva e di fermarsi un paio di giorni. Elisa fece finta di essere felice, ma forse qualcosa il marito sospettava per venire in vacanza, non era mai accaduto negli ultimi sette anni.

Messo giù, attese davanti al telefono come in trance, se veniva la settimana prossima per il week end aveva altri otto giorni a disposizione per stare con il suo amante, sperava che lui chiamasse entro il pomeriggio.

Attese ansiosa la chiamata, andando avanti ed indietro dalla camera al salotto accendendo la televisione spegnendola, senza sapere cosa fare, sembrava fosse una tigre in gabbia.

Verso le sei rientro’ il suo figliolo per dirle che anche quella sera sarebbe uscito, e che non si preoccupasse.

Era oramai delusa perché Enea non aveva chiamato. Quando appena il suo caro figliolo uscì, sentì trillare il campanello di casa andò ad aprire, e si ritrovo’ di fronte lui, abbronzato elegante che le sorrideva e le aveva portato un mazzolino di fiori di campo.

Le disse se voleva andare a cena con lui, in un locale fuori mano, e di mettersi elegante, Elisa corse a farsi una rapida doccia, e si vestì con una certa civetteria.

Abito che le arrivava a mezzo polpaccio con la gonna a campana, la parte superiore si allacciava dietro il collo lasciando le spalle scoperte e gran parte della schiena. Scarpe a sandalo bianche.

Quando fu pronta uscirono a quell’ora in molti erano ancora in spiaggia e altri si preparavano per uscire cosi’ sarebbero passati inosservati nella confusione e nel palazzo non c’era nessuno a quell’ora.

Disse ad Enea mentre l’auto andava veloce sul rettilineo appena usciti dall’abitato, che il marito sarebbe arrivato la settimana prossima, il venerdì’. Avevano tutto questo week end e quattro giorni ancora prima dell’arrivo di Giuseppe.

Lui annui’, allora disse: “siamo giovedì e non ci resta che fare bisboccia fino a domenica, ti va di restare con me e di non rientrare ?”                                                                                                       

Lei in quel momento non sapeva cosa rispondere, lo desiderava ma aveva anche paura in fondo il figlio sarebbe rimasto solo troppi giorni, gli rispose che avrebbe dovuto accertarsi che il figlio stesse bene tutti i giorni.

Non poteva allontanarsi così tanti giorni senza vederlo, ma avrebbero potuto stare assieme tutti i giorni se lo voleva.

Enea non era molto soddisfatto di dover attenersi a delle condizioni, e le chiese di cercare di liberarsi il più possibile, perché aveva voglia di divertirsi, e si aspettava che anche lei avesse lo stesso desiderio.

Arrivarono nel parcheggio di un enorme parco con un laghetto ed era un ristorante con la veranda in legno che dava sull’ingresso un bel posto, Enea le disse: “tesoro, vorrei che mi dessi le tue mutandine.”

“Come?” esclamo’ Elisa.

“Si dai, voglio che tu sia accessibile,e che ti senta tale per tutta la cena, vedrai sarà eccitante, su fammi contento.”

Elisa era perplessa ma con Enea l’idea della trasgressione era in effetti molto eccitante non volle sembrare troppo insensibile alle fantasie del suo amante, e stando attenta a non scoprirsi sollevo’ la gonna e si tolse gli slip, contorcendosi sul sedile. Poi si avviarono a braccetto verso l’ingresso del locale.

Cenarono piacevolmente e bevvero anche, perché Elisa si sentiva leggera, e ansiosa di andare da qualche parte con Enea dove rimasti soli potessero darsi l’uno all’altra.

Quando uscirono, Enea prendendola per la vita le chiese se era eccitata, ed Elisa arrossì abbassando la testa, ma sussurrando di si. Salirono in auto e lui galantemente le aprì la portiera per farla salire, così facendo le sollevò la gonna sulle terga, facendola sedere a nudo sul sedile di pelle.

Elia sentì la pelle del sedile che si attaccava alla pelle delle sue natiche, questo le dava ancora più intensamente la sensazione di nudità e che lo era stata tutta la sera durante la cena, si sentiva piena di desiderio, e non vedeva l’ora di potersi dare al suo amante, appena lui si fu accomodato lei audacemente gli pose la mano all’altezza del pene accarezzandolo sopra i pantaloni, sentendo che la sua carezza faceva effetto perché Enea si stava eccitando.

Lui le spostò la mano e le disse teneramente di attendere perché preferiva non correre rischi mentre guidava.

Non ci misero molto a raggiungere la casa di Enea, era una casa di campagna ristrutturata, dove si rifugiava spesso per trascorrere in pace le serate.

Entrarono e appena dentro la spogliò del vestito che prese e appese su un porta-abiti nell’ingresso, Elisa nuda camminò sulle piastrelle di cotto dell’ingresso, le faceva una strana impressione di essere  nuda mentre il suo amante era vestito, ma era molto eccitante malgrado una leggera punta di vergogna di stare così svestita e lui stava tenendola per mano facendole visitare il pianterreno della casa mentre lei anelava a farsi abbracciare, la stava torturando psicologicamente.

La condusse tenendola per mano attraverso un salone arredato con gusto, le chiese se desiderava bere qualcosa, un cognac o qualcosa di forte, Elisa annuì con la testa, aveva la gola secca ed era così emozionata che malgrado il disagio di essere nuda accanto al suo amante vestito, sperava che un pò d’alcool l’aiutasse.

Quando lui con una lentezza esasperante lasciandola davanti al mobile Bar in piedi passò dietro al banco in legno per preparare i drink si sentì le gambe molli ma si sforzò di reggere in piedi con la braccia lungo i fianchi, non voleva cedere alla tentazione di coprirsi, sarebbe stato assurdo allo stato attuale delle cose.

Lui le tese il bicchiere,  lei lo prese e lo vuotò quasi d’un fiato. Il calore del liquore che le bruciava la gola piacevolmente scese nel suo stomaco, dandole una sensazione di benessere di desiderio che si accendeva sempre di più.

Enea bevve il suo, e poi, presa la sua mano, la condusse al piano superiore dove in una stanza da letto riccamente arredata con un armadio a specchi, un letto matrimoniale con lenzuola di seta nere, e la costrinse a stendersi, Elisa si lasciò andare, si stese sul letto con le gambe che pendevano fuori lui si spogliò lentamente, poi si mise in ginocchio tra le gambe di lei e con una leggera pressione gliele aprì.

Elisa si abbandonava aprendo le cosce dove sentì il fiato di lui caldo che si andava a mescolare con il bruciore del suo sesso.

E appena sentì, la lingua che si insinuava tra le ninfe del suo sesso bagnato e già pronto per l’amore le parve di toccare il cielo con un dito.

Enea con la lingua passava dalle piccole labbra lungo lo spacco, fino a raggiungere il bocciolo del clitoride di Elisa che ogni volta che lo sentiva sfiorarlo si inarcava smaniando di piacere.

Ben presto lei non era più’ in grado di controllare le sue emozioni, si agitava e gemeva sotto la carezza intima che Enea le faceva, portandola all’apice del piacere.

Quando arrivò all’orgasmo sotto la carezza della sua lingua, Enea attese che esplodesse, e nel pieno dell’orgasmo di lei, le salì sopra e s’infilò dentro la sua guaina calda e accogliente.

Iniziò a penetrarla con metodo, ad un ritmo costante non veloce ma costante, Elisa moriva di piacere sotto le sue spinte, erano anni che non provava un vero piacere così sconvolgente, come da quando conosceva Enea e ogni volta le pareva fosse meglio della precedente.

Godeva e godeva e si dava, dicendogli di prenderla e di romperle la fica, parole che mai avrebbe pensato di dire prima di allora.

Enea non aveva fretta, avere quella donna così borghese, bella ma che era sempre stata una moglie fedele fino a quel momento lo eccitava parecchio, era proprio la sua ingenuità che gli piaceva e vederla contorcersi e dire cose che normalmente la farebbero arrossire gli dava un orgoglio smisurato nelle sue capacità amatorie.

La stava limando da parecchio e l’aveva sentita godere più volte, si fermò, restando immobile dentro di lei, Elisa si riprese dopo un pò era una sensazione piacevole il peso su di lei, il pene che la riempiva, si sentiva bene così, gli disse appena fu in grado di parlare riprendendo fiato “ sei stato meraviglioso amore, ti giuro che non ho mai goduto così in vita mia, ma perché ti sei fermato? Non ti va più di fare l’amore, o forse io non sono abbastanza brava?”

“non ti preoccupare, sei caldissima, mi piace stare così dentro di te, ora però vorrei che tu me lo prendessi in bocca, ti va?”

“ Si, con te mi va tutto, però io non sono molto esperta, dovrai avere pazienza.”

Enea si sfilò dalla guaina di carne che lo teneva al caldo, e si dispose sul letto disteso con due cuscini che lo tenevano sollevato in modo da ammirare la sua amante che gli faceva un pompino.

Elisa, si mise in ginocchio accanto a lui e gli indirizzò un sorriso da porca, lo aveva succhiato qualche volta al marito ma non molto spesso, e mai dopo che era stata penetrata, adesso invece avrebbe succhiato quel pene meraviglioso che l’aveva fatta godere, e sul quale era impresso il suo gusto, lo prese in mano alla radice e si avvicinò lentamente gli depose un bacio sopra vicino al meato poi lo assaporò con un colpetto di lingua come se ne avesse timore, ma poi aprì la bocca e lo ingoiò, aveva solo la cappella in bocca e iniziò a leccarla tenendola tra le sue labbra, poi lentamente lo sfilò e iniziò a leccarlo per tutta la lunghezza dell’asta, per ritornare a prenderlo in bocca.

Enea la lasciava fare in modo che imparasse a conoscere il suo membro e che lentamente vi si abituasse. Non era ancora una pompinara provetta ma si vedeva che si stava impegnando.

Piano piano, ci stava prendendo gusto e iniziò a pompare andando avanti ed indietro come se si scopasse da sola la bocca, scendeva con la testa tenendo le labbra serrate lungo l’asta fino a che poteva quasi ad arrivare in gola, non riusciva ad ingoiarlo tutto, e andava sempre più veloce con la massima soddisfazione di Enea che vedeva che la sua amante era proprio portata per il sesso una donna che malgrado la poca esperienza ma forse proprio per questo lo eccitava, l’idea di essere un pò il suo maestro, colui che la introduceva ai piaceri sublimi del sesso.

Le venne in bocca e quando lei cercò di tirarsi indietro lui le premette una mano sulla testa dicendole “ su ingoia tutto tesoro”.

Elisa rimase incollata al pene che le stava eruttando in bocca il seme caldo del suo amante, che lei aveva fatto godere, in fondo pensò con tutto il piacere che ha dato a me è giusto gratificarlo un pò e ingoiò per la prima volta in vita sua, la sborra di un uomo, e provò piacere a farlo.

 

 

 

Elisa aveva preso un taxi alla mattina presto, mentre il suo amante ancora dormiva, aveva preferito non svegliarlo e rientrare all’appartamento, in modo che suo figlio non si accorga che lei era assente.

Rientrata trovò un biglietto sul tavolo, era di Matteo, e diceva che stava fuori con degli amici per una gita tutto il week end.

Questo la mise in apprensione, in fondo il ragazzo a diciassette anni era ancora giovane, ma poi si disse bisogna che lo lascio crescere.

Andò a farsi una doccia, e dopo prese alcuni  effetti, per ritornare a casa di Enea, ci andò con la sua auto, così avrebbe avuto la sua autonomia per ogni evenienza. Lasciò anche lei un biglietto al figlio nel caso fosse rientrato con il numero di telefono dove rintracciarla. Non era prudente ma così in caso di emergenza suo figlio avrebbe potuto rintracciarla.

Arrivò alla villa di Enea che era ancora presto e il suo amante dormiva, andò in cucina e si mise a preparare la colazione, lo faceva con amore, ripensando a quando appena sposata provava lo stesso piacere a farlo per il marito. Scacciò immediatamente quel pensiero che la avrebbe fatta solo inquietare e pensò solo al presente.

In camera pose il vassoio sul tavolino e si mise accanto all’amante carezzandolo e baciandolo sulle spalle muscolose, lui lentamente si stiracchiava lamentandosi di venire svegliato, aperti gli occhi si accorse di Elisa e l’attiro’ a sé, baciandola a labbra chiuse. Lei dolcemente si stacco’ e gli disse: “ ti ho preparato la colazione, ti va?” lui si tirò su a sedere sul letto, e cercò di svegliarsi, le rispose con un sorriso e le disse “vado in bagno prima.”

Elisa rimase ad attenderlo, sulla porta del bagno, lui si fece una rapida doccia, si lavò i denti e solo allora le si avvicinò per baciarla ma questa volta infilando la lingua nella bocca di lei che ricambiò il bacio. Lui le spiegò’ che al mattino prima di fare colazione si lavava sempre i denti e anche per baciare faceva lo stesso.

Lei rimase felicemente estasiata nel sentirlo, anche lei aveva la stessa abitudine, scopriva che avevano sempre più cose in comune.

Enea fece onore alla sua colazione e lei si uni a lui, felice come quando aveva diciott’anni, si sentiva ringiovanita piena di voglia di vivere e di divertirsi.

Poi appena finito di fare colazione rifocillati, iniziarono a scambiarsi tenerezze, lui lentamente la stava spogliando, e ogni indumento che cadeva scoprendo una parte del suo corpo, Enea le baciava la parte scoperta ricopriva di piccoli baci ogni parte del suo corpo con passione, il collo le spalle, e scendeva ma evitando accuratamente le zone più sensibili, gli si avvicinava, ma appena lei aveva l’impressione che sarebbe arrivato sul punto che desiderava lui baciasse, si allontanava.

Era una piccola tortura eccitante, lei ansimava e desiderava che lui andasse a succhiarle i capezzoli che sentiva tanto duri da farle male.

Enea con molta calma continuava a torturarla dolcemente con la lingua, passandola sul suo corpo, teso come la corda di un violino. Poi appena l’ebbe leccata dal collo alle caviglie, risalì si dedicò ai capezzoli, strappando gemiti di voluttà ad Elisa, oramai eccitata, l’amante la stava facendo impazzire di desiderio, poi scese lentamente le leccò nuovamente il ventre, scendendo al suo boschetto di peli, setosi i morbidi, appena il suo fiato caldo investì il fulcro del piacere di Elisa, lei spinse il ventre verso l’alto facendo capire all’amante quanto desiderasse la sua carezza proprio lì.

Enea volle accontentarla, e le aprì le labbra del sesso, passandole la lingua gustando i suoi umori copiosi, e poi andando a stuzzicare il clitoride, Elisa ebbe un soprassalto come fosse stata colpita da una scarica elettrica, un lungo lamento di piacere le uscì dalle labbra, e iniziò a parlare invocando il piacere, lo incitava perché quella carezza con la lingua le dava enorme piacere, ed Enea sapeva bene come farla impazzire.

Leccava con maestria, passando lungo le sue ninfe offerte aperte come un fiore, e poi arrivava risalendo alil clitoride, e quando stuzzicava il suo bottoncino la faceva inarcare ogni volta.

Lo prendeva tra i denti, e lo stuzzicava in punta di lingua, ed Elisa impazziva di piacere, godeva e godeva, inizio’ a gridare tutto il suo piacere che le esplodeva nel cervello e nel ventre.

Poi appena si fu calmata, mentre il suo amante sopra di lei la baciava, facendole gustare il suo sapore, eccitandola nuovamente, come se fosse in un totale delirio, la penetro’ e rimase immobile dentro di lei, nella sua tana umida e calda, baciandola nella bocca mischiando la sua saliva con quella di lei. Elisa staccatasi dalla bocca avida dell’amante gli disse che lo amava, che era sua e gli avrebbe data tutta se stessa, e così dicendo iniziò a muoversi per godere di quella invasione, si sentiva piena e ancora vogliosa e l’immobilità del suo amante la esasperava, voleva che lui la scopasse, e penso’ che fino a qualche giorno prima non avrebbe mai osato nemmeno pensare una simile parola e adesso lo chiedeva al suo amante, “scopami, ti prego scopami”.

Enea le rispose: “sei la mia troia”. E lei di rimando “sìì, sììì, sono la tua troia, la tua puttana, ma ti prego scopami ho ancora voglia di te”.

Lui: “ poi voglio il culo” ed Elisa “ sì, anch’io voglio dartelo, ti amo, mi puoi fare tutto quello che vuoi”.

Allora Enea iniziò a muoversi dentro di lei, piano piano Elisa cercava di accelerare muovendosi incontro a lui, ma subito Enea si fermava. Allora Elisa stava passiva giocarono come il gatto con il topo per un pò fino a quando lei si arrese e si abbandonò totalmente offerta e passiva. Enea piano piano riprese a fotterla nel condotto bagnatissimo e bollente della figa della sua amante.

Dopo una ventina di minuti che la montava decise di uscire e la fece mettere in ginocchio, Elisa sapeva bene cosa voleva, e si aprì desiderava concedersi, e aveva oramai solo quella verginità da offrire al suo amante, lui le leccò il cerchietto dell’ano, era un bel cerchietto rosa scuro, e vergine, lo leccò a lungo e così lei si apriva ammorbidendosi, poi prese dei succhi dalla sua vagina con le dita e la penetrò con un dito, limandola fino a che si rilassò un pò di più, a quel punto forzò con il secondo dito, l’ano di Elisa si arrendeva alla penetrazione, allora gliene mise un terzo, e lei si rendeva disponibile, tenera e ricettiva desiderosa di compiacere l’amante.

Dopo averle introdotto il terzo dito, e averla masturbata nell’ano a lungo la giudico’ pronta per il suo cazzo, e quasi con un operazione contemporanea estrasse le dita e appoggio’ la sua cappella all’ano aperto dalla carezza che le aveva fatto, introducendosi nel retto di Elisa.

L’aveva penetrata solo con la cappella, ma lei forse spaventata si era un attimo irrigidita, allora Enea rimase immobile, le chiese come andava sentendola tesa e ansimante. Elisa gli rispose che aveva solo un po’ paura, ma lui doveva forzare, anche se gridava e le faceva un po’ male di continuare, lei voleva dargli la sua verginità anale.

Enea attese un po’ accarezzandole la fica lungo le labbra e andando a cercare il clitoride con un braccio intorno alla sua vita, quando la sentì che iniziava a smaniare per il piacere che rimontava a livelli paradisiaci, iniziò a penetrarla lentamente ma deciso fino in fondo, poi si ritirò di un paio di centimetri per permettere all’anello muscolare dell’ano di stirarsi in una posizione meno contratta, e attese continuando a stuzzicarle il clitoride. Dopo un po’ fu Elisa a iniziare un lento movimento andando incontro al bastone che la inculava.

“Brava” le disse Enea “ inculati da sola” ed Elisa iniziò a muoversi praticamente facendo tutto da sola mentre Enea immobile si godeva la situazione.

Andarono avanti per un po’ cosi’ fino a quando anche lui inizio’ a muoversi, si muovevano in sintonia perciò’ quando lei gli andava incontro egli faceva lo stesso aumentando le velocità di penetrazione, e viceversa. Le usciva dal culo quasi interamente restando collegati solo con la cappella per poi iniziare l’inversione di marcia, era la sua prima inculata per Elisa ed era una cosa che le piaceva, ne voleva di più. E lo chiedeva a gran voce.

Quando Enea si rese conto che non ce l’avrebbe fatta a resistere ancora lo disse a lei che prese a muoversi più rapidamente per farsi sborrare nel culo, e solo al pensiero iniziò a godere, lui anche arrivò all’orgasmo inondandole l’intestino con la sua sborra. Elisa le parve che della lava bollente le venisse iniettata dentro, il godimento che provava il sentirsi riempita da una parte che non aveva mai concesso a nessuno tutto questo le fece avere un orgasmo che la squassò completamente lasciandola priva di forze si accasciò sul letto tremante in un bagno di sudore, ma era soddisfatta, mai aveva provato una simile sensazione di piacere che le arrivava dappertutto, nelle sue fibre, nei suoi  nervi e nel suo cervello con delle scariche incredibili. Rimase stesa fiaccata con Enea ancora conficcato nel suo ano, che con il corpo pesava su di lei trasmettendole il suo calore, si sentiva bene come non le era mai accaduto in vita sua.

Quando il pene di Enea restringendosi uscì spontaneamente dal retto di Elisa, lui girando su un fianco smise di pesarle sopra, le era accanto e guardava l’anello che era ancora aperto dell’ano di Elisa, lo aveva sverginato lui, il primo ad entrare nel canale stretto di quella donna che gli si era data totalmente con un istinto nel cercare il piacere che difficilmente si trova. Un’amante nata per fare l’amore.

Poi le passò una mano sulla schiena, le accarezzò le natiche, e lei si girò verso di lui adesso erano nuovamente faccia a faccia coricati sui fianchi, lei cercava le coccole e lui gliele diede, le disse che era stato meraviglioso per lui prenderla da dietro. Lei gli chiese se adesso la disprezzava per come si era comportata. Lui la rassicurò dicendole che aveva desiderato prenderla così, dalla prima volta che l’aveva vista aveva un così bel culo. Allora lei gattina e smorfiosa gli chiese se veramente credeva che aveva un bel culo, lei lo credeva troppo grosso, dopo il parto non era più riuscita a ritornare nella forma perfetta di prima del parto, ed erano passati anni.

Enea la rassicurò dicendole che aveva il culo degno di una statua dell’epoca classica, se il Canova fosse ancora di questo mondo la sceglierebbe come modella per il suo culo.

Rassicurata si strinse all’amante e offrì le sue labbra che Enea baciò prima con tenerezza e poi con passione. Alla fine lei gli disse che si era sentita un po’ puttana per quello che aveva fatto, e lui di ripicca le disse che se le era piaciuto a lei quanto a lui, allora la cosa andava bene che si sentisse un po’ puttana.

Lei rispose che le era piaciuto immensamente, e si baciarono con passione, poi si appisolarono stanchi dalla lotta amorosa e tranquilli e sereni, Elisa ora era senza sensi di colpa, si disse che aveva diritto ad essere felice e si sentiva felice, immensamente felice di sentirsi così appagata come non lo era stata mai, da molto tempo.

Si risvegliarono che era passato mezzogiorno, Enea si stiracchiò e diede uno sguardo all’ora, sull’orologio che teneva sopra il comodino. Decise che era ora di alzarsi, si fece una doccia, e mentre era intento a lavarsi venne raggiunto da Elisa che sentendo i rumori si era alzata, raggiungendolo nuda come una dea della mitologia che si presenta agli uomini per indurli in tentazione.

Entrò nella doccia e si mise a strofinarsi contro Enea, dicendogli che lo amava e che nessuno era come lui e che non aveva mai goduto così tanto in vita sua, si baciarono sotto il getto della doccia che colpiva i loro corpi, e questo risvegliò i loro sensi.

Elisa si sentiva come una adolescente alla prima cotta sempre piena della voglia di state con il suo primo amore, quella era la sensazione che provava come l’aveva provata da ragazzina quando aveva conosciuto suo marito. Un pensiero quello di suo marito che scacciò immediatamente non voleva turbare quel sogno idilliaco che stava vivendo.

Lui le accarezzava il corpo soprattutto le natiche rotonde e piano piano insinuava le sue dita nel solco andando a raggiungere le labbra della sua fica da dietro, lei era già calda e aperta per l’amore gli mise le braccia al collo, lui la sollevò per le natiche in modo che potesse con le gambe allacciarsi intorno alla sua vita, non avevano bisogno di parlare Elisa capiva come se fossero collegati mentalmente i desideri del suo amante, con le gambe lo allacciò e rimase in attesa lui con un braccio tra i due corpi impugnò la sua verga dirigendola verso l’ingresso della vagina di Elisa che era pronta ad accoglierlo, e appena lei lo sentì premere si affondò da sola quella meravigliosa verga che tanto desiderava. Si amarono così sotto la doccia lei appoggiata sul muro con le spalle e tenendosi sia con le gambe che con le braccia ad Enea, e lui le teneva le mani sulle natiche e le stuzzicava delicatamente l’ano, non voleva farle male dopo la sua prima inculata, e intanto la sbatteva con vigore.

Godettero ancora insieme, come fossero una coppia che si conosce e si ama da anni una simbiosi ottenuta in pochi incontri, come se fossero una cosa sola e si fossero trovati dopo infinite ricerche.

Poi esausti si lavarono si asciugarono e felici come adolescenti  si misero a tavola consumando un pasto freddo.

 

 

 

Nel pomeriggio, Enea decise che era meglio che andassero a fare un giro, onde evitare di lasciarsi trascinare ancora e risparmiarsi per la sera.

Aveva bisogno di un po’ di respiro per riprendersi. Uscirono e si recarono in una cittadina vicina, dove condusse Elisa in un negozio per acquistare dei costumi da bagno. Volle a tutti i costi offrirle dei costumi un bianco, uno rosso, uno nero, e tutti dei bikini molto audaci che lei non aveva mai osato portare.

Avevano laccetti per i fianchi e due triangoli, uno anteriore e l’altro posteriore, la parte superiore aveva un cordino che passava dietro il collo, e un laccetto fino che si legava dietro, le coppe erano composte da due triangoli che non avrebbero mai ricoperto tutto il seno.

Elisa fece qualche commento in merito all’indecenza dei costumi, ma non disse di non prenderli, segno che stava accettando di acconssentire i desideri dell’amante.

Poi andarono in una boutique, e acquistarono un vestito da sera, con una scollatura molto audace, che arrivava all’ombelico, la gonna aveva uno spacco sulla coscia, che arrivava molto in alto quasi all’inguine, in ogni caso la gonna era larga, e composta da due o tre strati di tessuto leggero sovrapposti ma che se indossata in contro luce si poteva vedere la silhouette del corpo.

Finito di fare shopping, ormai verso sera, ripartirono e usciti di città andarono in una zona collinare, dove si fermarono in una trattoria molto carina era un locale molto chic, isolato, con un arredamento delizioso, tutto in legno.

Cenarono tranquillamente e bevvero anche un buon vinello fresco, un rosé dei pirenei che era buonissimo con la cacciagione.

Usciti, molto allegri, e anche spensierati in quanto un quelle ore avevano dimenticato ogni cosa, dove erano, i loro rapporti famigliari, erano solo una coppia un uomo e una donna attratti l’uno dall’altra desiderosi di approfondire la loro conoscenza, e anche di divertirsi di conoscersi, di amarsi.

Uscire dagli schemi tradizionali, questo era l’obbiettivo e anche se nulla era stato richiesto o detto esplicitamente era come se si capissero telepaticamente.

Enea risali’ in auto, e riprese la via del ritorno, le disse che era meglio rientrare a casa sua, dopo si sarebbero cambiati prima di andare fuori a ballare.

A casa fecero una rapida doccia per rinfrescarsi, poi si vestirono, Elisa indossò il suo nuovo vestito, aveva delle calze nere con reggicalze, niente mutandine, sicura che avrebbe fatto felice Enea in questo modo.

Quando Enea la vide scendere in soggiorno, la guardò ammirato, dicendole: “ sei uno schianto tesoro”. Elisa era radiosa, piena di felicità e si sentiva leggera e pronta a tutto.

Arrivarono in una sala da ballo che era frequentata soprattutto da coppie, musica lenta, per ballare il liscio o dei lenti, la maggior parte degli avventori era di persone mature, niente ragazzini. Si misero subito a ballare un lento, ed Elisa sentiva il calore che Enea le trasmetteva tenendola stretta contro di sé.

Lui le teneva una mano intorno alla vita e l’altra sulle natiche, lei invece era incollata con le braccia intorno al suo collo.

Potevano passare per una coppia di innamorati, non giovanissimi ma innamorati. Poi dopo un paio di lenti, si sedettero ed Enea si recò al Bar per prendere da bere. Ritornò con un paio di alexander, che gustarono lentamente, assaporandoli come se ad ogni sorso corrispondesse un bacio o una carezza.

Erano assorti perché mentre gustavano il loro cocktail e non si accorsero subito di una signora che  si era rivolta a Enea, il quale appena se ne rese conto si alzò abbracciando la nuova venuta, poi gli presentò Elisa, la sua amica, la quale tese la mano alla nuova venuta leggermente imbarazzata: “piacere Elisa”, “piacere Elena” rispose la donna. Una signora di bella presenza alta, slanciata una falsa magra, ma con un po’ di attenzione si vedeva che aveva delle tette notevoli sotto il vestito molto ampio che portava. Un abito rosso, allacciato dietro il collo simile a quello di Elisa, ma molto più ampio e accollato, però leggero. Non trasparente, diversamente da quello di Elisa che contro luce permetteva di vedere il corpo che si stagliava alla perfezione.

Si sedette ed era felice di rivedere Enea, era da poco ritornata, e disse che suo marito era rimasto all’estero a causa del suo lavoro, lei però desiderava troppo rientrare in Italia.

Il marito era un importante funzionario di una società che investiva in tutto il mondo, e aveva degli interessi per lo sviluppo delle aree depresse, in particolare Africa e Asia.

Elisa pensava che doveva trattarsi di qualche vecchia amante di Enea, era più o meno della sua età a  occhio e croce, quindi nulla di più facile che l’avesse già scopata, e questo fatto la fece fremere di gelosia.

Quella donna forse aveva voglia di riprendere la sua storia con Enea, invece alla fine rimasero d’accordo di rivedersi e di fare un giro in barca tutti assieme, lei aveva un ragazzo che l’accompagnava ed era appena arrivato, l’aveva raggiunta con un paio di drink molto alcolici, e si accomiatarono per andare a sedersi per conto loro. Il ragazzo aveva circa vent’anni, un gigolò pensò Elisa, indispettita da quella donna troppo bella e troppo sicura di sé. Ebbe un fremito, cominciò a pensare che bello dovesse essere farsi scopare da un ragazzo molto più giovane, come quello. Arrossì pensandolo, stava diventando molto perversa, si disse, perché aveva immaginato di fare l’amore a quattro. Scacciò il pensiero appena si accorse che oltre ad avere avuto una vampata di rossore Enea la stava fissando.

Lui le sorrideva, forse aveva anche intuito i suoi pensieri peccaminosi, e quindi si decise ad abbracciare l’amante per evitare di continuare su quella china pericolosa, temeva i suoi pensieri li temeva perché aveva paura che pensandoci poi si sarebbero realizzati.

Enea la baciò con passione e passò una mano sulla sua schiena lei si scostò leggermente dallo schienale per permettergli di scendere verso il fondo schiena. Il vestito era aperto dietro, e quando Enea infilò la mano nella cintura elastica del vestito andando a toccarle le natiche lei lo lasciò scendere anzi lo agevolò il più possibile. Enea felice si accorse che  l’amante non avea messo le mutandine e baciandole il collo arrivò all’orecchio le morse il lobo e poi le sussurrò che era una porca che andava in giro senza mutande, le chiese se era eccitata e lei gli rispose bisbigliando di sì.

Allora visto che avevano entrambi ancora voglia di accoppiarsi, si alzarono e andarono in una zona più tranquilla del locale, c’era un area buia, con dei divanetti che creavano come dei separé e lì lui si  aprì la patta dei pantaloni facendo uscire la sua verga e le disse di sedersi di schiena su di lui, le aveva alzato la gonna, e lei si infilò la sua verga nella passera affamata d’amore. Non si era mai sentita così disinibita in vita sua. Stava facendo l’amore in discoteca, con il rischio di essere sorpresi. La gonna dopo che si era infilata il fallo le ricadeva attorno come una corolla protettrice, ma comunque non sarebbe stato un grande problema per chiunque capire cosa stessero facendo.

Stava godendo al pensiero di tutto questo e si morse una mano per non gridare il suo piacere, ed Enea se ne accorse, lui non aveva goduto, allora appena lei si fu calmata, lo sfilò dalla sua passera, e si accovacciò al suo fianco, e si abbassò a prenderlo in bocca per farlo godere.

Si sentiva una porca a fare un pompino in un luogo pubblico, ma la sensazione la eccitava moltissimo, riuscì a raggiungere una altro orgasmo toccandosi mentre succhiava la verga del suo amante e proprio mentre lui le sborrava in bocca e lei si bevve tutto il nettare che lui le aveva donato come fosse un elisir prelibato. Si alzò con un sorriso da porca a prendersi i complimenti del suo amante. Che ovviamente gli fece. Le disse che era veramente portata per fare l’amore e succhiava come una dea e pensare che pochi giorni prima la sua esperienza era alquanto limitata.

Girando la testa vide che erano osservati, Enea non aveva fatto una piega e non l’aveva avvisata, ma Elena era lì a pochi passi che li osservava sorridendo. Elisa arrossì rendendosi conto della situazione. Si vergognava, ma oramai non poteva farci nulla e ricambiò il sorriso, sperava che con le luci soffuse e i cambiamenti di luci per gli spot del locale Elena non si accorgesse che lei era arrossita.

Si avvicinò e chiese ad Enea se gli andava di andare a bere qualcosa a casa sua, entrambi era sottinteso, si era stufata di restare in  quel locale. Decisero di andarsene lei aveva liquidato il suo accompagnatore.

Arrivarono in una villa enorme un vero palazzo, dove abitava Elena, era veramente qualcosa di enorme, un salone d’ingresso incredibile arredato con statue e poi si passava in una sala enorme per ricevimenti con una vetrata che dava su un giardino con piscina, illuminato era veramente qualcosa da togliere il fiato.

Enea le chiese chi era il ragazzino con il quale si era fatta vedere e lei molto tranquilla spiegò trattarsi di un  ragazzo che aveva conosciuto in un bar, ma era un gigolò da poco, voleva soldi e non  faceva che parlare d’altro era senza classe, se lo era fatto in piedi in un angolo del bagno degli uomini, una sveltina che non le era nemmeno piaciuto aveva ancora una gran voglia di fare l’amore.

Comunque disse che aspettava una visita, sarebbe arrivato a trovarla un bel ragazzo, il figlio di una sua amica che aveva avuto modo di ospitare per un periodo, e per questo aveva liquidato quell’altro,  Fausto sarebbe venuto per il resto dell’estate ed era un ragazzo insaziabile, e lei aveva bisogno di qualcuno che la facesse vibrare.

Invitò entrambi a fare un bagno in piscina, Enea pareva entusiasta, ma Elisa declinò l’invito, non voleva che capisse che sotto era nuda.

Enea le disse che non doveva vergognarsi, anche Elena era una donna disinibita e non l’avrebbe giudicata per questa sua piccola stravaganza, e poi forse anche lei era nuda sotto il vestito. Glielo disse sottovoce, per non metterla in imbarazzo.

Elisa comunque preferì non accettare dicendo che aveva mangiato troppo e non voleva rischiare, uscì nel giardino dietro a loro che si spogliarono gettando gli abiti su una sdraio restando nudi interamente e poi si tuffarono in acqua.

Elisa rimase ferma per un po’, Enea nuotava di schiena e la osservava, si aspettava di certo che lei si dimostrasse un po’ più disinibita, non le andava che ci fossero altre persone coinvolte, ma non voleva fare la figura della donnetta inibita che rovina la festa alla compagnia. Il timore chi Enea potesse stufarsi di lei, la convinse a spogliarsi rimanendo nuda depose le sue cose un una sedia lì accanto, e fatta una breve corsa si tuffò in piscina, con due bracciate riemerse e raggiunse l’amante che aveva avvinghiata a se Elena.

Le spruzzò un po’ d’acqua appena gli fu vicina, per coinvolgerla e lei si mise a ridere rilassandosi un po’. Nuotarono cercando di rincorrersi gli uni e gli altri, soprattutto le due donne in una gara intorno al maschio come per conquistarlo, un ballo nell’acqua, dove ognuno cercava di attirare a sé l’uomo.

Alla fine Elisa stremata non più abituata a fare sforzi cedette e dovette aggrapparsi a lui per non affondare, lui la prese teneramente tra le braccia e la portò vicino al bordo, poi la girò in modo che lei potesse appoggiarsi a lui di schiena, le sue braccia passavano sotto quelle di lei, accarezzandole il seno prosperoso.

Elisa aveva i capezzoli già turgidi da tempo, ma adesso sentendo il calore del suo uomo contro di sé e le sue mani carezzevoli sentì che la sua passera si bagnava desiderosa di qualcosa di più.

Elena era vicino a loro e si accorse di come era eccitata Elisa. Fece cenno a Enea di spostarsi vicino alla scaletta cosa che lui fece subito, si issò e si sedette sul bordo, si era tirato su Elisa, che adesso era appoggiata a lui, con solo le gambe nell’acqua.

Elena le si avvicinò mentre Enea la accarezzava e le allargò le gambe inserendosi con il corpo tra di esse.

Elisa sorpresa cercò di serrarle ma non ce la fece, era troppo tardi, la donna era ben installata ed Enea non pareva contrariato dagli eventi. Elena le carezzò la vulva lentamente e delicatamente, con maestria, mentre Enea le carezzava le tette e le stuzzicava i capezzoli, duri da farle male, ogni tanti glieli stringeva serrandoli tra le dita, ma quel dolore era eccitante ed Elisa emetteva suoni soffocati dalla gola respirando sempre più affannosamente. E non si ribellò più lasciò gli eventi che si succedettero accadere senza più nessuna opposizione.

Solo qualche giorno prima essere accarezzata da una donna lo avrebbe trovato orribile, ma adesso non aveva la forza di opporsi.

Elena avvicinò il volto all’inguine di Elisa, la quale sentiva il fiato caldo che le arrivava alla sua fica bagnata, poi la lingua della donna le accarezzò le labbra del sesso e si aprì un varco leccandola sempre più profondamente, con il naso affondato nelle pieghe della sua passera che strusciava contro la sua clitoride, stava perdendo la testa dal godimento, poi quando Elena prese il suo clitoride oramai esposto tra i denti solleticandolo con la punta della lingua ebbe il suo primo orgasmo provocato dalla lingua di una donna.

Dopo questa ondata di piacere Enea la tenne stretta a sé, era ridisceso in acqua, e la teneva stretta ed era proprio di questo che aveva bisogno di coccole dopo quel piacere perverso appena subito, essere rassicurata, temeva di essere diventata anormale, ma lui le sussurrava parole dolci all’orecchio, Elisa si rilassò, poi risalirono e lui la portò in braccio fino ad una delle stanze dopo averla asciugata, la baciò su tutto il corpo le leccò nuovamente la passera istantaneamente bagnatasi e desiderosa di ottenere il piacere immenso di cui sentiva continuamente bisogno, e dopo lui le si allungò sopra penetrandola, delicatamente ma con decisione entrando come nel burro e fecero l’amore da soli, fino ad addormentarsi esausti allacciati l’uno con l’altra.

Il mattino successivo si svegliarono abbastanza presto malgrado la stanchezza sui loro volti si leggeva benissimo la lotta d’amore che avevano svolto, ma anche una grande soddisfazione.

In cucina prepararono una colazione abbondante poi Enea andò a svegliare Elena per dirle che volevano rientrare a casa per cambiarsi e quindi l’avrebbero lasciata, magari si potevano ritrovare direttamente in discoteca quella sera.

Elena felice gli disse, che era d’accordo e così questa sera c’era il suo ragazzino così non avrebbe finito la serata a scopare con un dildo finto.

 

Era sera, Elisa questa volta aveva un abito da odalisca, tutto veli, e portava una mascherina d’oro, Enea le disse che sarebbero andati in una discoteva dove ci sarebbe stata una serata in maschera, perciò era d’obbligo essere pronti a divertirsi, lui era vestito da sultano con turbante e una tunica con ricami d’oro.

Elisa era stupita, aveva nei suoi armati di tutto, così arrivarono alla discoteca, praticamente assieme a Elena che stava parcheggiando, era assieme ad un ragazzo molto giovane, ma carino e vestito come un magnaccia degli anni venti e lei come una prostituta della stessa epoca che si vedono nei film francesi di culto.

Elena si complimentò con Elisa, dicendole che il suo abito da ancella le donava molto quest’ultima imbarazzata le ricambiò il complimento.

Elena aveva una gonna nera con lo spacco fino all’anca, e una camicetta rossa scollata e trasparente,  le calze a rete, con le  giarrettiere che erano ben visibili dallo spacco vertiginoso della gonna, era molto eccitante, il trucco molto marcato sugli occhi e sulle labbra, sarebbe stata scambiata per una vera prostituta se non fosse una festa in maschera.

Fausto la teneva per la vita in segno di possesso, come a dire è roba mia e guai a chi me la tocca, era un ragazzo che pareva avere sempre ottenuto tutto dalle donne, aveva dei baffetti finti, e questo era l’unica cosa che poteva far capire che era in maschera perchè per il resto pareva molto a suo agio nel suo ruolo.

Entrarono, Enea aveva dei biglietti d’invito e passarono subito senza fare file, pareva che lo conoscessero bene le maschere all’ingresso.

Dentro le luci tipiche della discoteca con dei flash’s che accecavano a momenti, Elisa era scioccata, se pensava che le loro maschere erano audaci, lo spettacolo all’interno la fece ricredere, c’erano donne e uomini con i costumi più strani e anche decisamente poco vestiti per alcuni, donne con minigonne che non lasciavano nulla all’immaginazione.

Alcune erano praticamente nude con vestitini trasparenti, e sotto non avevano nulla, c’era di tutto odalische geishe alcune come certe donne che si vedono lungo le strade svestite per attirare i clienti, altre con abiti di cuoio, alcune addirittura solo con un bustino e un perizoma oltre alle calze. Una in particolare attirò la sua attenzione, una donna piccola di statura ma con delle forme incredibilmente proporzionate, aveva un corsetto di cuoio e  la parte superiore dei seni era perfettamente scoperta, aveva una mutandina di cuoio, con una cerniera ed era evidente che aperta la cerniera una enorme porzione della mutanda sarebbe  stata asportata lasciando libere le sue intimità, i capezzoli erano stati dipinti da quanto erano rossi, e aveva un collare attorno al collo, rosso con diversi anelli nella sua circonferenza, al quale era agganciato un  guinzaglio aveva una maschera di cuoio che le copriva tutta la testa, solo una coda di capelli castano chiari uscivano da un foro sulla testa, perciò era irriconoscibile. Una giovane donna la teneva al guinzaglio. Era anche quest’ultima mascherata ma era evidente il suo ruolo dominante aveva un abitino in cuoio fatto di gonna corta, stivali che arrivavano a metà coscia, bustino, una mascherina, sul volto capelli biondi e aveva un frustino in mano. Elisa era incuriosita dalla coppia perché aveva qualcosa di familiare ma non sapeva dire cosa,  smise di pensarci e si rilassò, in fondo sia lei che Elena in quell’insieme di parure varie che venivano sfoggiate parevano quasi delle educande, abbigliate castamente.

Enea conducendola per mano andò fino ad una saletta a parte con divanetti dove avevano un tavolino prenotato, si sedettero per ammirare i costumi più audaci e commentarli, si fecero qualche risata divertita, e anche si eccitarono con le battute di quello che la serata poteva riservare. Decisero di buttarsi nella mischia e di ballare, prima di ritornare a sedersi e ordinare da bere.

Elisa ballava stretta stretta al suo amante, che le accarezzava le natiche, sopra i leggeri della sua gonna, e lei si sentiva disinibita in quell’atmosfera, dove quello che avrebbe fatto non poteva che confondersi nella massa di atteggiamenti molto più trasgressivi.

Dopo aver ballato eccitandosi toccandosi, e sentendo che anche altre coppie ogni tanto si strusciavano contro di loro, ed Elisa in un paio di occasioni aveva sussultato perché qualcuno che non era il suo amante l’aveva toccata nelle sue parti nobili. Enea l’aveva tranquillizzata dicendole che non doveva scandalizzarsi era una serata particolare e i comportamenti normali sarebbero parsi fuori luogo.

Decisero dopo diversi balli di tornare al loro posto, ove trovarono Elena che si faceva baciare con foga da Fausto, aveva un seno scoperto e lui le pizzicava il capezzolo, facendola gemere nella bocca di lui, che l’aveva invasa con la lingua baciandola con forza, come se prendesse possesso di una cosa sua, lei si dimostrava docile ai suoi atteggiamenti e anche eccitata, si vedeva che muoveva le cosce come se desiderasse essere toccata in mezzo alle gambe. Poi accortisi del ritorno degli amici si ricomposero, ma restarono allacciati. Enea disse che si poteva ordinare una bottiglia di champagne. Così fecero. Venne il cameriere e ordinarono da bere, anche il cameriere aveva un abbigliamento provocante, aveva un gilet rosso senza camicia, colletto finto bianco con papillon. I pantaloni erano neri ma trasparenti come delle calze con una banda dorata sui lati, e portava un perizoma, un ragazzo giovane e carino, con mascherina rossa. Li avevano scelti appositamente, e le cameriere avevano un abbigliamento da soubrettes, gonnellino cortissimo che lasciava scoperte le cosce e si vedevano le calze con reggicalze e anch’esse gilet rosso senza altri indumenti sotto.

Bevvero lo champagne che era bello freddo e detto loro una sensazione di benessere e assaggiarono dei salatini, quella sera non avevano ancora mangiato, perciò la bevanda era si rinfrescante ma fece loro effetto.

Iniziarono a baciarsi e si lasciarono andare, Elisa grazie alle coppe di champagne era più disinibita l’atmosfera era eccitante, e vedeva Elena con il suo giovane amante che era scatenata infatti Fausto le aveva alzato la gonna fino all’inguine e le aveva tolto le mutandine e costretta a salire su di lui e impalarsi, che andava su e giù. Intanto Enea le aveva fatto fare al stessa cosa, si guardarono negli occhi le due donne e lessero ognuna in quelli dell’altra il piacere che provavano.

Fecero una scopata in quella posizione, cavalcando i loro cavalieri, e godettero pienamente del piacere carnale che provavano, assaporandolo con ingordigia quasi in una gara a vedere chi godeva di più. In realtà adesso tra le due donne con gli sguardi che si erano lanciate si era stretto un rapporto, in fondo Elena non voleva rubare l’amante di Elisa erano alla pari ora, e così Elisa si sentiva più disponibile, e sarebbero potute divenire amiche.

Quando ebbero goduto anche i loro amanti e le uscirono dal ventre, si scusarono e insieme andarono alla toilette. Per darsi una sistemata, oltre che per altro, in fondo lo champagne faceva effetto.

Entrarono alla toilette e si diressero ognuna verso una cabina. Ma solo una era libera, Elena le fece cenno e le disse vai prima tu, poi vado io, Elisa rispose che poteva andare prima lei aveva la precedenza, era la prima.

Elena le disse che era lo stesso, e allora Elisa entrò, l’altra rimase lì sulla porta socchiudendola, ed Elisa vide che non si poteva chiudere la porta la serratura era rotta. Elena le disse sto io qui davanti poi tu lo farai per me.

Elisa si disse che era proprio una brava donna in fondo, e la sua antipatia del giorno prima era ingiustificata visto che  aveva avuto ingiustamente paura che volesse fregarle Enea.

Appena ebbe finito entrò Elena, e si accomodò poi le disse Elisa, “resti qui fino a che non ho finito ti prego.”

“Sì. Non temere” le rispose Elisa. Mentre attendeva sentiva gemiti che provenivano da una delle cabine, qualcuno in quella bolgia aveva deciso di venire dentro lì per scopare. Incredibile visto che nessuno si nascondeva.

Mentre attendeva vide entrare la coppia delle due in tenuta sado-maso che l’avevano intrigata all’inizio.

La domina conduceva l’altra al guinzaglio, e visto che tutte le cabine erano occupate si fermò ed in quel momento Elena stava tirando lo sciacquone. “Salve” disse rivolta ad Elisa, che la guardò impressionata, e rispose dopo un attimo di esitazione al saluto.

Elisa aveva levato la mascherina, e l’altra la guardava con un sorriso enigmatico come se la conoscesse ma lei non ci fece più di tanto caso. La giovane le rivolse ancora la parola chiedendo se aveva finito con il bagno.

Elisa le rispose di sì la sua amica stava uscendo, ma la porta era rotta e non si chiudeva. L’altra alzò le spalle e disse: “non importa devo far fare i suoi bisogni alla mia schiava, non serve chiudere la porta”.

Elena usciva in quel momento e cortese come sempre salutò la strana coppia.

La domina disse alla sua schiava: “adesso potrai liberarti la vescica”, “grazie padrona” rispose la schiava con tono umile e sottomesso, giocavano i loro ruoli con evidente realismo.

La dominatrice le tolse la mutandina di cuoio aprendo la cerniera e asportando tutta la parte coprente, la giovane schiava aveva il pube perfettamente depilato, era una cosa bella ed eccitante da  vedere. Elisa ebbe un fremito, non sapeva perché si sentiva così eccitata allo spettacolo.

Comunque la dominatrice le invitò a rimanere ed entrambe rimasero lì ad assistere all’umiliazione della schiava che doveva liberarsi alla presenza di estranei, doveva certo essere stato imbarazzante l’essere stata denudata davanti a loro, pensarono ma la situazione era strana e quella era una serata particolare.

La dominatrice disse alla schiava di accucciarsi salendo con i piedi sul bordo della tazza e di tenere le cosce spalancate, cosa che la sottomessa fece salì sulla tazza e mise i piedi sui bordi poi spalancò le cosce come una rana esponendosi completamente per gli spettatori. Era sicuramente una esibizionista per accettare di fare queste cose.

Quando pisciò un getto color paglierino si sprigionò dal suo sesso, andando a colpire la ceramica con un rumore di scroscio. La sottomessa con le mani si teneva alle pareti facendo pressione con le palme verso l’esterno.

Poi appena ebbe finito, scese prese un pezzo di carta igienica e si asciugò la passera che era bella con grandi labbra gonfie, le piccole labbra che  si disegnavano leggermente più scure, uno spettacolo osceno ed eccitante.

Poi scesa, la schiava si incinocchiò davanti alla sua padrona e le disse: “grazie padrona di avermi permesso di liberarmi”, la quale le fece una strana richiesta: “ non credi di meritare una punizione per avermi disturbato con la tua richiesta?” e la schiava rispose “ si padrona, merito di essere punita per averla disturbata con la mia richiesta inopportuna”.

“quanti colpi pensi di meritare?” chiese la dominatrice. “qua… quattro colpi padrona?” disse con tono interrogativo come nella speranza che la padrona fosse d’accordo. “ e dove li vorresti?”, “ sul culo padrona”.

“Non mi pare proprio una punizione, questa, mi sa che ci godi troppo, ma per questa volta faremo come mi chiedi, ma te li darò subito e davanti a queste signore”, le fece la padrona.

“Grazie Padrona” rispose con tono umile la schiava.

Fece mettere la schiava a quattro zampe, e le affibbiò quattro colpi piuttosto decisi sulle natiche della schiava che li accolse senza tentare di sottrarsi, solo dei gemiti soffocati le sfuggirono dalle labbra. Poi la fece rialzare, Elena ed Elisa guardarono i quattro segni diritti lasciati dallo scudiscio sulle natiche rotonde e piene della schiava, erano rimaste sorprese nel vedere che era una punizione vera.

Poi la dominatrice disse loro: “ vedete a lei piace tutto questo, volete vedere?” entrambe annuirono e allora prese prima la mano di Elisa e la condusse tra le gambe della schiava e le fece toccare il sesso glabro, era incredibilmente bagnata.

Poi anche Elena venne invitata a toccare la fica della schiava. Dopo di chè la giovane dominatrice decise che la schiva non si sarebbe più coperta e sarebbe rimasta per il resto della serata con le parti intime scoperte. La schiava ebbe un sussulto, un singhiozzo le sfuggi dalle labbra ma ad un’occhiataccia della padrona abbassò la testa.

Le due uscirono, lasciando Elena ed Elisa turbate. Elena che era più smaliziata, disse: “ mia cara, a volte ho avuto delle fantasie simili, di venire sottomessa anche da una donna, preferisco un uomo ma una giovane donna così sa di certo come farti fremere, però alla fine mi dico che quando si cominciano certi giochi non si sa mai dove si può andare a finire, e se si riesce a fermarsi soprattutto”.

Elisa le sorrise ma non disse nulla ritornarono dai loro maschietti che le aspettavano e si misero a fare le comari raccontando l’episodio, erano eccitate da tutto questo e così’ rifecero l’amore su quei divanetti assieme con i loro amanti, e con varianti  varie. Entrambe oramai prese dal gioco si baciavano tra di loro mentre i loro uomini le montavano alla pecorina e così loro erano diposte in modo che ad ogni affondo potevano baciarsi e scambiarsi leccate sulle lingue protese.

Fu una notte memorabile. Solo una cosa pareva aver turbato Elisa, il fatto che le pareva di conoscere quella ragazza che faceva la dominatrice e che lei la conoscesse altrettanto, inoltre più di una volta si era voltata mentre era con Enea perché le pareva di essere osservata.

Quando la nottata finiva si allontanarono che era l’alba e andarono tutti a casa propria per riposare e rinfrancarsi, dandosi appuntamento per il giorno dopo a cena da Elena.

 

 

Dopo una giornata di riposo, Elisa ed Enea, si presentarono a casa di Elena, dove erano attesi, venne ad accoglierli Fausto, che li fece accomodare e offrì loro un aperitivo.

Poco dopo arrivò anche Elena che aveva solo delle calze a rete autoreggenti, e un perizoma e un reggiseno minuscolo, appena fu vicina a loro si accorsero che il costume era solo dipinto sulla pelle e non vero, da lontano poteva ingannare ma da vicino era evidente che era nuda.

In pratica aveva solo le calze. Guardò i suoi amici con un sorriso ed uno sguardo ironico disse loro: “ che ve ne pare della fantasia del mio giovane amante? Non trovate che sia un po’ bricconcello?”.

Enea trovò l’idea divertente e fantastica, Elisa disse che lei con il suo fisico era incantevole e per nulla volgare.

Si accomodarono  a tavola e consumarono un pasto semplice e leggero, molte verdure, un po’ di vino bianco buono fresco, con degli antipasti di pesce.

Poi si misero a guardare una cassetta porno in salotto sul mega schermo di Elena, era un film molto banale, nulla di speciale senza nessuna trama, solo gli attori erano piuttosto belli sia le donne che gli uomini, ma si trattava di scopate varie, nulla che loro non fossero in grado di fare da soli.

Si ritirarono ogni coppia in una stanza,  d’accordo di alzarsi presto per partire assieme per una piccola crociera in barca per l’indomani.

Enea ed Elisa ritiratisi fecero l’amore molto semplicemente per riuscire più che altro a dormire in quanto erano attratti l’uno dall’altra. Udirono i rumori dalla stanza vicina segno che l’altra coppia si stava dando da fare.

Fu una cosa dolce alla maritale, Enea la baciò a lungo accarezzandola e poi le leccò un po’ la passere prima di mettersi sopra di lei e penetrarla dolcemente, fino a raggiungere l’orgasmo assieme poi stretti si addormentarono serenamente.

All’alba fu Enea che diede la sveglia a tutti, si prepararono rapidamente, presero un caffè e poi partirono.

Appena a bordo dell’entrobordo di Enea, Fausto gli diede una mano per mollare gli ormeggi, mentre Elena aiutata da Elisa si dedicarono a mettere in ordine la cambusa e appena fuori dal porto, iniziarono a preparare la colazione abbondante che l’aria di mare metteva addosso.

Enea era un bravo nocchiere l’imbarcazione procedeva lentamente e dolcemente, il mare era calmo e liscio, Fausto era in cabina con lui e si era messo al timone sotto la guida di Enea.

Gli diede la rotta da seguire, e dopo un po’ gli mostro’ come bloccare il timone, e scesero a fare colazione.

Mangiarono insieme con le donne che si erano messe in costume da bagno, Elena aveva un costumino ridotto nero, ed Elisa uno bianco, altrettanto ridotto uno di quelli offertigli dal suo amante.

Finita la colazione salirono sul ponte e si spalmarono di crema protettiva e si stesero a prendere il sole.

Dopo  un paio d’ore di navigazione, arrivarono vicino ad un isoletta con una cala riparata dove Enea condusse l’imbarcazione li’ sarebbero stati tranquilli.

Enea propose di fare un bagno e si tuffarono nell’acqua limpida dove si divertirono a rincorrersi e a spruzzarsi fino a che non furono esausti. Risaliti, si stesero ad asciugarsi, e infine si decisero a fare da mangiare. Enea si era messo ai fornelli aiutato da Fausto, dicendo: “oggi ci pensiamo noi alla cucina, e voi laverete i piatti”.

Le due donne rimasero a godersi il sole caldo che scaldava la loro pelle sempre di piu’ oramai a picco sopra di loro, era sicuramente mezzogiorno, e i morsi della fame si facevano sentire, chiesero piu’ volte se era pronto, ed erano impazienti anche perchè i profumi che giungevano a loro erano molto appetitosi. Finalmente Enea le chiamo’ per il pranzo, che era già in tavola.

Aveva fatto una grigliata mista di pesce.  Con del vino fresco che le attendeva e mangiarono tutti con ingordigia.

Al termine era necessario fare una pausa e anche un riposino cosi’ si ritirarono nelle cabine mentre si alzava Elena si ritrovo’ senza la parte inferiore del costume, Fausto aveva preso tra le mani uno dei laccetti che erano allacciati sui fianchi e lo tenne tra le dita cosi’ nella trazione si slego’. Elena che se ne era accorta continuo’ ad alzarsi, e slaccio’ l’altro, cosi’ rimase praticamente nuda, si tolse anche il ridottissimo reggiseno e ammicco’ verso il giovane amante il quale la segui’ infilandole una mano tra le natiche era facile immaginare cosa faceva. Elena ridendo strinse le natiche imprigionando il dito nel suo retto, e gli disse: “ andiamo non vuoi metterci qualcosa di piu’ consistente mio caro porcellino?” , “ Oh si’ la mia cara troia, ci mettero’ il mio pisello nel tuo culetto e fino a che ti brucerà” gli rispose il ragazzo.

Anche Elisa ed Enea andarono in cabina, e lei subito si tolse il costume restando nuda, Enea la spinse dolcemente sulla branda dove lei si lascio’ cadere con le gambe penzoloni, e apri’ le cosce per  fare vedere al suo amante quanto lo desiderasse.

La sua fica era umida di succhi, ma Enea non voleva andare direttamente sull’obbiettivo, inizio’ a baciarla e a leccarla lentamente in modo esasperante sul suo corpo la cui pelle sapeva di sale, la lecco’ attorno ai capezzoli senza mai pero’ toccarli, tutto questo aumentava l’eccitazione di Elisa in modo esasperante, Elisa spingeva il seno verso la bocca dell’amante nella speranza che lui la soddisfacesse.

Enea invece voleva solo agire per eccitarla ma il suo intento era di prolungare quella giornata d’amore in un delirio senza fine.

Elisa era smaniosa e quando lui scese verso il suo ventre baciando e leccando arrivando al suo boschetto curato bene per poter indossare il costume ridotto, Oramai esasperata e desiderosa che arrivasse sul suo fulcro di piacere, spinse il bacino verso l’alto.

Enea le bacio’ il ventre, passo’ intorno all’inguine senza toccare le labbra del sesso di Elisa, che cercava di spostarsi verso di lui, ma egli seguiva il suo movimento ed era attento a non cedere ai suoi desideri.

Elisa esasperata inizio’ a supplicarlo di prenderla, “Scopami, ti prego sbattimi come una troia fammi di tutto ti prego non lasciarmi cosi’”.

Enea continuo’ con il suo progetto e lentamente le bacio’ e lecco’ le gambe dalle cosce alle caviglie e poi risali’ lentamente verso il suo ventre baciava leccava e mordicchiava la carne tenera e compatta di Elisa che fremeva e tremava dal desiderio.

Oramai Elisa era cotta, colava abbondantemente di succhi che le bagnavano tutto il solco fino all’ano da quanto erano abbondanti, il suo odore che inebriava Enea si spandeva per tutta la cabina, allora Enea allargo’ con le dita il calice del sesso di Elisa mettendo allo scoperto il suo sesso che era rosato e bagnato avvicino’ la lingua e inizio’ a stuzzicarla con delicatezza, Elisa ebbe un sussulto ed un grido di piacere per il contatto come avesse ricevuto una scossa elettrica.

“Ohhh, Finalmente” le sfuggi’ dalle labbra, e il suo respiro affannoso faceva sollevare il suo petto, gli occhi girati nelle orbite mentre Enea le leccava tutta la vulva penetrandola con la lingua e facendola girare come un mulinello, Elisa era scossa il suo piacere si muoveva su un livello d’intensità tale da farle sembrare di volare.

“Siii, siii, ohhh, ahhh” vari suoni  uscivano dalla gola di Elisa, travolta dal piacere. Enea continuava a leccare ora le aveva preso tra i denti il clitoride dolcemente la teneva fuori dal suo cappuccio con i denti e con la lingua la stuzzicava, facendo impazzire di piacere Elisa, sempre piu’ scossa fino a quando si decise a salire su di lei e prese le sue gambe e messe sulle proprie spalle in modo da avere accesso ad entrambi i sui orifizi.

Penetro’ nel suo sesso che era bollente e un urlo di piacere che pareva quasi un eco di dolore ma era invece dovuto all’enorme ed impaziente piacere che arrivava, Elisa ebbe un orgasmo desiderato, era piena del cazzo dell’amante ed era quello che aveva desiderato da quando erano a tavola, e adesso che lo riceveva l’emozione dell’attesa era esplosa in un orgasmo.

Enea ne appofitto’ tiratosi fuori appoggio’ la cappella sull’ano e la penetro’ dietro, trovo’ il suo ano rilassato e lubrificato per tutti i succhi che erano colati dalla fica.

Elisa si sentiva ancora piu’ piena e gli disse con un tono di supplica quasi un grido: “sbattimi bene nel culo amore, sbattimi rompimi ti amooooooo”.

Era in preda ad un raptus che non aveva mai avuto in vita sua si era completamente dimenticata di essere una piccola borghese ma solo una donna che godeva e voleva il suo piacere senza ipocrisie.

Enea la sbatteva con vigore nell’ano perfettamente aperto e ricettivo della sua amante, la limava e si ricordava che era lui che l’aveva sverginata da quella parte, una donna che mai prima di lui era stata presa da dietro e che ora godeva dal culo come se fosse una fica.

Elisa era scatenata nelle parole e nel tentativo di roteare il bacino per sentire ancora di piu’ il membro che la perforava.

Enea decise che era ora di cambiare posizione, usci’ dal culo della sua bella amante e la fece mettere  carponi sulla branda, sali’ sulla branda dietro di lei, la quale agitava le natiche per fargli capire di desiderare di essere montata.

Lui le disse di aprirsi le natiche cosa che lei fece immediatamente e allora le appoggio’ nuovamente  il pene all’ano, che ancora era aperto dalla recente intromissione, Entro’ con la cappella e le disse: “ adesso vienimi incontro, inculati da sola fammi vedere che sei una vera femmina vogliosa di essere troia”, Elisa rinculo’ affondandosi da sola il cazzo nel culo, e urlando “siii mi inculo, spaccami di piu’ amore ti prego sfondami voglio essere troia per te”.

Inizio’ un vero duello, mentre lui avanzava lei indietreggiava aumentando la velocità erano una macchina sincronizzata che faceva sesso, un pistone dentro alla guaina del retto che a ogni colpo faceva emettere gemiti di piacere ad Elisa, una specie di delirio che pareva non dovesse mai finire andarno avanti ed Elisa ebbe diversi orgasmi che si susseguivano gli uni agli altri fino a quando anche Enea non ce la faceva piu’ e senti’ il piacere montare dentro di se. Avverti’ Elisa dicendole “adesso sto arrivando ti sborro nel culo troia, godi con me”. “Siiii, siii vienimi dentro sto godendo, godo… godoooo” fu l’urlo liberatorio di Elisa, mentre getti bollenti di sperma si riversavano nel suo retto. Poi si accasciarono esausti, Enea resto’ dentro di lei e pesava su di lei che si era distesa ansante.

Nel frattempo Elena con il suo giovanissimo amante nell’altra cabina, gli stava leccando i testicoli prendendoli in bocca uno alla volta, avevano finito di scopare e adesso con questo servizio che stimolava i sensi del suo ragazzino lo avrebbe fatto ritornare tosto per il secondo round.

Fausto le diceva che era una troia e una succhia cazzi impareggiabile, infatti era una vera esperta nel leccare sia un uomo che una donna. Dopo averlo stimolato sui testicoli, risali’ verso l’asta che stava dando segni di ripresa, e la lecco’ dalla radice alla punta, dopo di chè, lo imbocco’ aveva la cappella in bocca e la stuzzicava sul meato con la lingua sentendola crescere dentro la sua bocca, intanto sentiva che comportandosi come una porca come piaceva a fausto l’eccitazione avrebbe fatto riprendere il suo ragazzino molto rapidamente.

Anche lei si sentiva di nuovo eccitata perchè ogni volta che aveva un cazzo in bocca si eccitava, e sentendo come lui le parlava dandole della troia a ogni volgarità lei aveva delle scosse al basso ventre.

Adesso Fausto era nuovamente rigido e pronto al secondo attacco, la prese per i capelli per sollevarle la testa dal suo cazzo, lei si lascio’ tirare seguendo con la testa il movimento impostole dal ragazzo, aveva la bocca aperta che gocciolava di saliva le labbra umide e gli occhi eccitati.

Fausto le disse: “sei una troia vero? La mia puttana e posso fare di te quello che voglio, vero? Puttana?”.

“Si puoi farmi tutto quello che vuoi sono la tua troia, desidero essere la tua troia, mi paice trattami dal quella puttana che sono.”

“allora vieni sopra di me e impalati da sola, ma nel culo, vacca” Elena sali’ cavalcioni del suo giovane amante e dandogli le spalle si abbasso’ guidando nel culo il suo cazzo che si infilo’ nel suo retto con facilità. Era stata abituata sempre a prenderlo da quella parte fin da giovanissima, e le piaceva quasi di piu’ che nella fica.

Godeva a prenderlo nel culo e si scatenava, quel ragazzo cosi’ giovane che l’aveva conosciuta da piccolo come amica di sua madre godeva un mondo a trattarla da troia e lei si assoggettava alle sue piccole prepotenze perché la facevano sentire ancora piu’ porca.

Si montava sulla sua cavalcatura sentendo bene a fondo il cazzo che le arrivava dentro fino al ventre o almeno cosi’ le pareva.

Si masturbava mentre cavalcava aumentando le stimolazioni, e ogni insulto che Fausto le lanciava non faceva altro che stimolarla nella via del piacere.

Dopo un po’ di questo sali e scendi, Fausto le diede una manata sul culo, e le disse di alzarsi con parole volgari: “tirati su cagna, voglio cambiare posizione” Elena non discuteva anche se oramai era cosi’ lanciata che le dispiaceva interrompere la sua azione proprio quando sentiva che mancava poco all’orgasmo.

Fausto la fece mettere in ginocchio, e le disse: “ questa posizione da cagna è quella che piu’ ti si addice”, “ si caro” rispose lei.

E la penetro’ ancora nel culo adesso era lui che menava il ritmo nell’ano e siccome aveva già goduto la prima volta adesso era pronto per durare a lungo le aveva passato una mano sotto il ventre e le arrivo’ con le dita a stuzzicarle la fica, triturandole il clitoride.

Elena adesso non era piu’ in sé, era nel limbo del piacere, non avrebbe piu’ rifiutato nulla se le avessero chiesto di farsi montare da un cane lo avrebbe fatto in quel momento, e i suoi gemiti si sentirono su tutta la barca anche gli altri nella cabina accanto sentirono il suo urlo di piacere quando venne sconvolta dal piacere travolta dall’orgasmo.

Ma benché lei avesse goduto, il suo Fausto era ancora in forma e continuava a pistonarle il culo con forza, lei oramai non era in sé era accasciata con la testa appoggiata agli avambracci, oramai senza forze era inerte al momento ma Fausto non demordeva con il braccio la teneva avvinta in posizione e continuava a pistonarla, con una violenza che forse non aveva mai usato prima, dopo un po’ l’essere stimolata la riporto’ a sentire il piacere che le rimontava dentro.

Stava godendo ancora oramai si era persa in un elemento di piacere che le aveva fatto perdere la nozione del tempo.

Fausto la pistonava, e mai prima di allora lei lo aveva trovato cosi’ forte e potente non aveva idea da quanto tempo la stava inculando, e pareva che fosse mosso da una forza sovrumana.

La inculava, inculava, inculava solo questo il suo cervello le mandava come messaggio, si sentiva sempre piu’ un oggetto, un buco da usare e Fausto la stava usando.

Lei era solo una bambola che si era abbandonata nelle sue mani, una bambola da sbattere a suo piacimento, non capiva le parole che le diceva, sapeva che erano insulti e oscenità ma non sentiva piu’ che parole erano, solo il suo ano le mandava sensazioni.

Godette come non le era capitato da molto tempo con dolore perchè sentiva che le faceva male il culo ma era un dolore che la eccitava. E alla fine anche Fausto le venne nel retto e quando il suo cervello registro’ che i getti di sborra si riversavano nel suo retto arrivo’ ad un ennesimo orgasmo travolgente che la lascio’ sfinita quando dopo un po’ Fausto le usci’ dal retto appena il suo pene si era ritirato, usci’ quasi spontaneamente.

Lei non si mosse, rimase immobile, non aveva nessuna forza, rimase carponi con il culo sollevato e l’ano aperto quasi addormentata.

Fausto la sollevo’ e messala sul letto, prese una spugna umida si mise a lavarla, aveva l’ano ancora aperto e in quella posizione non usciva nulla stese un asciugamano sul letto e la giro’, lei si lasciava  fare come una bambola senza forze, lui le asciugo’ i capelli che erano incollati al volto dal sudore.

Poi le si stese accanto stringendola addosso a sé, e coccolandola.

Elena si sentiva spossata ma felice, aveva goduto tantissimo, e quelle coccole le facevano piacere, il suo giovane amante la trattava con prepotenza spesso, ma poi la sapeva anche coccolare con dolcezza. 

 

 

 

Elisa era rientrata a casa, quella sera molto tardi, si accorse che Matteo era a letto, ma non era solo, la porta era accostata, si era portata una ragazza e stavano abbracciati e nudi, sicuramente avevano fatto l’amore, rimase turbata, ma si disse che il ragazzo era abbastanza grande e lei non aveva il diritto di fare una scenata, riaccosto’ la porta, e ando’ nella sua stanza era stanca quei due giorni in barca erano stati estenuanti, e aveva bisogno di recuperare prima che il marito arrivasse il venerdì, aveva due giorni, di tempo.

Al mattino sforzatasi di alzarsi presto, preparo’ il tutto per la colazione di Matteo e poi usci’ per recarsi in spiaggia, l’unica differenza rispetto a come ci si recava all’inizio della vacanza, era il costume si era abituata a usare quelli che le aveva regalato Enea che decise di mettere gli altri nella valigia.

Quei costumi erano sexy, non c’era nulla da dire, e lei oramai aveva la consapevolezza che non doveva vergognarsi, si era disinibita parecchio grazie alla sua relazione con Enea.

Quella mattina ritrovo’ il piacere di stare in spiaggia mentre il sole si alzava regalandole uno spettacolo sempre magnifico del sole che si specchia nel mare, era rosso perché non era ancora alto,  e quella era l’ora che preferiva, stese la brandina e si tolse il vestitino leggero che aveva indossato.

Aspiro’ l’aria fresca del mattino a pieni polmoni, si cosparse di crema abbronzante, e si ammiro’ con piacere perchè aveva una abbronzatura leggera ed uniforme, le dava  una pelle dorata che non era troppo scura, era piacevole in contrasto con il costume chiaro.

Vide che anche era uniforme, quando aveva indossato la prima volta il costume succinto si vedevano le tracce del precedente, ma adesso erano scomparse, aveva in fondo anche preso il sole nuda, e questo era stato bellissimo ed eccitante. Molte cose erano accadute in quel periodo e ripensandoci si eccito’, ma poi fece uno sforzo, di non pensarci e godersi la mattinata.

Non rientro’ a casa quella mattina quando il sole fu alto, rimase a godersi il sole, arrivarono verso le nove le prime persone che si recavano alla spiaggia. Vide alcune persone che avevano affittato gli appartamenti come lei nel suo stesso condominio, persone che non incontrava che raramente e che erano vicini di ombrellone come tutti quelli che avevano affittato presso la stessa agenzia e che avevano gli alloggi in quel condominio o altri adiacenti.

Alcune signore le conosceva di vista, e a parte i saluti non si erano parlati piu’ di tanto, riconobbe la madre della ragazza che aveva incontrato al mattino presto la prima notte passata fuori con il suo amante. Una donna sui quarantacinque anni, dal fisico leggermente appesantito ma piacevole molto pieno di curve, e un viso interessante, la quale la saluto’ con cordialità e con un sorriso simpatico e confidenziale, aperto.

Elisa ricambio’ i saluti con la stessa cortesia, poi questa signora che era loquace inizio’ a fare conversazione, le disse: “ non la si era mai vista qui’ in spiaggia finora, eppure ha una magnifica abbronzatura”.

Elisa spiego’ che lei preferiva abbronzarsi al mattino presto per non bruciarsi la pella, poi si presentarono, la signora madre di due figli, la ragazza che aveva incrociato si chiamava Luisa, la figlia Vanessa, e aveva un figlio di nome Lorenzo.

Dopo poco giunse un’altra vicina di condominio, che saluto’ Luisa e poi anche Elisa, era piu’ giovane di loro aveva sicuramente meno di trenta anni, e portava un cappello di paglia bianco a larghe tese occhiali da sole e un vestito a trama floreale tipo tunica, molto largo, e si sedette sulla sdraio raccomandando ai suoi due bambini di non allontanarsi. Aveva un maschietto e una femminuccia di circa sei o sette anni la bambina e cinque il maschietto. Non si spoglio’ allora Luisa Spiego’ che Luana cosi’ si chiamava la nuova venuta si era ustionata, e adesso non poteva prendere il sole.

E da questo Luisa si mise a spiegare che avrebbe fatto meglio a stare attenta e che la loro vicina era per questo che non l’avevano vista in spiaggia di giorno, veniva al mattino presto per abbronzarsi all’inizio, adesso sperava si sarebbero viste un po’ piu’ spesso. Altre signore erano arrivate nel frattempo, e con loro la figlia di Luisa la bella e giovane Vanessa, che non fece commenti. Saluto’ tutte allegramente e da figlia affettuosa diede un bacio alla mamma, le chiese se suo fratello si era alzato e lei confermo’ dicendo che sarebbe arrivato presto.

Poi parlarono di figli e delle solite cose di cui parlano le mamme, chi vantando quanto erano bravi, chi dicendo che davano loro preoccupazioni ecc.

Quando verso le dieci, Elisa si alzo’ per andare a prendere da bere al baretto che c’era sulla spiaggia chiese se qualcuna desiderava qualcosa, Vanessa si offri’ di accompagnarla, e le altre le incaricarono di portare loro delle bibite.

Andarono a fianco a fianco e Vanessa era in forma ma Elisa non sfigurava minimamente accanto a lei malgrado la differenza di età.

Vanessa aveva circa diciannove anni, e il portava bene capelli biondo scuro, occhi azzurri, un fisico asciutto con le curve al punto giusto. Una splendida fanciulla. Solo il suo sguardo a volte metteva in imbarazzo i suoi interlocutori, aveva gli occhi quasi grigi, che parevano mandare lampi d’acciaio in alcuni momenti. Elisa si disse che le ricordava qualcosa ma non riusciva a inquadrarla in quale contesto. Eppure non poteva essere solo per averla incontrata quelle poche volte incrociandola nel palazzo.

Erano in fila alla cassa del baretto, quando sentirono dietro di loro una voce che diceva “Che pezzo di gnocca” una voce che pareva familiare ad Elisa, e un altra molto piu’ vicina dire “ chi è la tua amica Laura ce la presenti?”.

Vanessa si volto’ mentre Elisa ritardo’ qualche secondo pensando ai soliti bulletti da spiaggia benchè essere definita pezzo di gnocca la lusingava. Si accorse che Vanessa rivolgeva la parola a suo fratello perché ne udi’ il nome allora si volto’ e con sorpresa si ritrovo’ davanti anche suo figlio ecco di chi era la voce che diceva “ che pezzo di gnocca”.

Matteo rimase interdetto e arrossi’ violentemente vergognandosi di quanto detto, ma Elisa fece un sorriso seducente a tutti erano in quattro ragazzi quasi tutti coetanei, e Vanessa la presento’ a suo fratello e ai suoi amici, Matteo dopo la sorpresa bacio’ la mamma su una guancia dicendole che non l’aveva riconosciuta le parlava all’orecchio sussurrando e si scuso’ per la frase, lei fece finta di nulla per non metterlo in ulteriore imbarazzo con i suoi amici.

Poi seguite dai cavalieri che si erano offerti di aiutarle a portare le bibite ritornarono verso i loro posti raggiungendo altre signore.

Lorenzo era il ragazzo che riscuoteva piu’ successo, anche da parte delle signore mature perché era bello e con un fisico eccezionale.

Vanessa e sua madre si accorsero che anche Elisa non era immune al fascino maschile di Lorenzo, Luisa ammicco’ e sottovoce le disse attenta lui è stato molto viziato dalle donne, non fargli capire che ti piace. Elisa sorpresa arrossi’ violentemente, poi cerco’ di ricomporsi e si mise gli occhiali da sole, e una cappello per nascondere il suo imbarazzo, sperava che oltre a Luisa nessuno si fosse accorto dei suoi sguardi nei confronti di quel ragazzo cosi’ giovane.

Passo’ la giornata in spiaggia, e pranzo’ con loro, Luisa le disse che poteva unirsi a loro, avevano portato da mangiare, solo le bibite le comperavano al chiosco della spiaggia.

Ce n’era per tutti abbondantemente, e cosi’ accetto’, Elisa aveva un certo successo visto come la guardavano tutti e non solo i ragazzi giovani ma anche alcuni mariti delle signore presenti che erano arrivati piu’ tardi, e per partecipare al pasto in compagnia.

Dopo pranzo, ancora a cuocersi al sole, mentre gli uomini se ne erano andati al bar o a giocare a bocce, mentre i ragazzi avevano deciso di andare a fare il bagno. Dopo aver atteso le canoniche due ore anche Elisa decise di fare il bagno.

Vide in lontananza suo figlio che parlava con una ragazza, carina dai capelli castano-rossi, con un bel fisico benché giovanissima, sicuramente non sapeva che sua madre li aveva visti durante la notte, pensava che lei non rientrava come era accaduto negli ultimi giorni. Comunque Elisa era curiosa, almeno sapere di chi fosse figlia e che tipo era, non voleva parere la solita madre chioccia, ma che il ragazzo dovesse stare male o cacciarsi nei guai non era una cosa che le farebbe piacere.

Comunque non poteva essere troppo invadente si disse che ci sarebbe stata l’occasione di parlarne nel proseguo.

Dopo una buona nuotata che l’aveva rilassata e stancata ritorno’ al suo ombrellone si spalmo’ un po’ di crema solare, vedendo che faceva fatica Luana si offri’ di farlo lei sulla schiena.

Elisa accetto’, la donna piccola di statura, ma che doveva avere un corpo perfettamente proporzionato, lo si intuiva sotto il vestito che era coprente ma molto leggero e nei movimenti ne sposava le forme.

Luana inizio’ con la sua carezza a spalmare la crema sulla schiena di Elisa, lentamente con metodo, aveva un tocco delicato, e scese fino all’incavo dei reni, poi scese sulle cosce, e lo spalmo’ sulla parte dei glutei che erano scoperti dal triangolino del costume. Aveva un tocco cosi’ delicato da essere sensuale, Elisa era un po’ turbata, da tempo oramai si sentiva turbare e dopo aver avuto quell’esperienza con Elena, si sentiva anche ben disposta verso le donne.

Mentre Luana continuava nel suo massaggio, penso’ che la donna aveva le caratteristiche fisiche di quella vestita da schiava al locale notturno dove era stata con Enea, si senti’ fremere all’idea ma poi si disse che non era possibile. Una donna che aveva la pelle delicata da scottarsi al sole e dovendo occuparsi di due bambini piccoli non sarebbe mai uscita di sera tardi. E si disse che molte donne potevano essere simili come caratteristiche fisiche.

Alla sera Elisa a casa si mise a lavare la roba che suo figlio aveva lasciato in giro, mutande costumi pantaloni, e anche qualche piatto che aveva trovato in camera da letto, segno che si era portato la cena li’.

Era oramai ora di cena e squillo’ il telefono era Matteo che l’avvisava che sarebbe rientrato e le chiese se poteva invitare un’amica a cena, Elisa accetto’ felice che cosi’ poteva conoscere la sua amichetta e vedere di che tipo di ragazza si trattasse.

Arrivarono poco dopo e lei aveva preparato un piatto di riso freddo alla greca, e dei salumi con una maga insalata nulla di troppo impegnativo.

La ragazza era piuttosto bella occhi verde da gatta capelli castani con riflessi rossi, viso ovale la mascella leggermente larga, il nasino delicato fine, diritto, e un fisico da modella malgrado i suoi diciassette anni. Aveva un vestitino carino con spalline fine e non troppo corto una sobria eleganza bella. Andava a scuola faceva il liceo classico, ed era anche lei stata promossa quest’anno con il massimo dei voti. Suo padre era un avvocato, abitava in una cittadina della stessa loro provincia, non troppo lontana. Pareva una ragazza seria, e molto ben educata dalla voce piacevole, quando si presento’, “Claudia piacere signora”.

Dopo cena i ragazzi uscirono, per andare a fare una passeggiata, Elisa era tranquilla la ragazza le pareva proprio per bene. E se avevano passato la notte assieme era poco male, prima o poi sarebbe successo tanto vale che lo facessero a casa con sicurezza.

Era oramai rassegnata a restare in casa e a coricarsi presto quando senti’ suonare il campanello ebbe un tuffo al cuore pensando che fosse Enea, ando’ ad aprire e si trovo’ di fronte suo marito, Giuseppe.

“Giuseppe?” esclamo’ “ si sorpresa?” “certo”. “ ti credo, ma sai sono riuscito ad anticipare e a venire prima spero di non averti sorpreso troppo, Hai mangiato?”.

Era un po’ presa dalle parole che lui le riversava addosso comunque rispose che non lo attendeva e aveva già cenato, e Matteo era uscito, cosi’ disse se vuoi guarda è rimasto un po’ di riso vieni ti preparo il tavolo.

Velocemente servi’ il marito, aveva un po’ il cuore in tumulto, si chiese se lui potesse accorgersi che in realtà lei si era aspettata qualcun altro, e cosi’ intuisse il suo stato d’animo. Ora che lo aveva davanti un po’ di senso di colpa ce lo aveva, poverino con tutto il lavoro che deve fare, mai un momento libero, servito il marito si scuso’ dovendo andare in bagno.

Rinchiusa in bagno diede libero sfogo alla tensione e al senso di colpa, piangendo silenziosamente poi si lavo’ il viso con cura, uso’ dell’acqua di rose e si trucco’ con cura per evitare che Beppe si accorgesse del suo pianto.

Era stupido avere dei sensi di colpa, in fondo lui l’aveva trascurata si disse, ma era certo che qualcosa provava di molto profondo, non poteva dimenticare diciassette anni di matrimonio, e il fatto che si erano sposati per amore il figlio lo avevano voluto, e se adesso aveva distrutto tutto, questi pensieri la turbavano ma si fece forza e ritorno’ in cucina.

Beppe nel frattempo aveva finito di cenare, e vistala cosi’ truccata ed in tiro le chiese se voleva uscire, lei gli disse che se anche lui ne aveva voglia potevano andare a mangiare un gelato assieme. Cosi’ uscirono, Beppe la prese per la vita e si avviarono a piedi verso la marina, andarono in gelateria e si presero una bella coppa.

Beppe parlava del fatto che era molto tempo che non si erano presi una serata per loro, in fondo il suo lavoro lo impegnava cosi’ tanto e se ne scusava. Elisa adesso che lui si giustificava si sentiva ancora piu’ in colpa. Finito il gelato andarono a fare una passeggiata sul lungo mare dove Elisa si fgermo’ su un punto dal quale si poteva stare tranquilli e ascoltava il mare che si infrangeva sugli scogli, si attacco’ al marito e gli disse: “ baciami”, Beppe si strinse al petto la moglie e la bacio’ con foga era da tempo che non si baciavano cosi’ come due fidanzatini.

Rientrarono a casa in fretta e si chiusero nella loro stanza da letto, dove Elisa improvviso’ uno spogliarello per suo marito il quale le disse che era piu’ bella che mai, lei era veramente diversa si disse a se stessa.

Si avvicino’ al marito e lo spoglio’, lentamente facendolo esasperare, poi si sedetti in braccio a lui leccandogli i lobi delle orecchie, Beppe le tocco’ il sesso trovandolo bagnato, e le disse che lei non era mai stata cosi’ calda e seducente come quella sera.

Elisa sapeva bene di non essere piu’ la donna di prima di quella vacanza, e gli disse ora ti faccio un regalo. Prese dalla sua borsa un tubetto e glielo fece vedere, e gli disse: “ungimi che questa sera mi potrai inculare tesoro, so che lo sogni da tanto tempo”.

Beppe non riusciva a crederci avrebbe avuto una cosa che gli aveva rifiutato in tutti quei diciassette anni.

Le lubrifico’ l’ano con una noce di vasellina, lo senti’ aprirsi sotto le sue dita, come se si offrisse, le infilo’ un primo dito e poi un secondo, alla fine con il terzo li fece roteare nell’ano della moglie fino a che divenne ovvio che era aperto e pronto a essere penetrato.

Elisa si dispose carponi sul letto, e Beppe impaziente le sali’ sopra e dopo un paio di maldestri tentativi riusci’ a penetrarla. Era da tanto tempo che desiderava farlo, e ora era li’ dentro sua moglie dalla parte posteriore non riusciva a crederci. Inizio’ a muoversi dapprima con delicatezza ma poi notando che lei gli andava incontro con forza si decise a muoversi con piu’ impeto.

Non duro’ molto a lungo ma comunque riusci’ a godere anche Elisa, la novità di farsi inculare dal marito facendogli credere che l’aveva sverginata dietro la porto’ all’orgasmo appena senti’ i getti bollenti di sperma inondarle il retto.

Poi si accasciarono l’uno sull’altra, appena il pene di suo marito usci’ spontaneamente dal suo culo, lei si giro’ e Beppe si mise su un fianco, era pieno di tenerezza ora e le chiese se aveva male, e la baciava su tutto il volto grato del regalo che gli aveva fatto.

Si addormentarono assieme e stanchi, solo che per Elisa era una spossatezza che si portava dietro dai giorni d’amore intenso trascorsi, e Beppe dalla fatica del lavoro e dell’emozione provata nell’inculare sua moglie.

Per i due giorni seguenti Beppe rimase incollato alla moglie andando al mare con lei, eccitato di vedere i suoi nuovi costumi cosi’ belli e provocanti, e di come gli uomini la guardavano, si sentiva eccitato e ogni sera facevano l’amore e la cosa cominciava a piacergli sempre di piu’ nello scoprire sua moglie cosi’ calda, quando gli aveva fatto un pompino dopo essere stata scopata facendolo eccitare di nuovo e pronta a farsi inculare non stava piu’ nella pelle. Dopo questi giorni gli era difficile separarsi Elisa non era mai stata cosi’ calda ed eccitante, si sentiva colpevole nel lasciarla e l’ultima notte le disse che avrebbe voluto rimanere ma con tutti quei problemi nei cantieri era impossibile. Il mattino del lunedì riparti’ con un groppo alla gola, sentiva un senso di ansia nel lasciare sua moglie.

 

Elisa uscito il marito cerco’ di telefonare piu’ volte ad Enea, senza pero’ ottenere risposta, allora si reco’ al porto, ma la sua imbarcazione non c’era, ne rimase delusa, sperava che lui sarebbe rimasto quel mattino raggiungibile, ma non era cosi’.

Si decise allora ad andare da Elena, magari sapeva quando tornava, percio’ prese l’auto e parti’ piena di speranza di sapere qualcosa.

Arrivata venne ad aprirle Elena, completamente nuda, la quale sorridente la fece entrare, era molto cordiale, e felice di vederla. Le disse che Enea aveva dovuto assentarsi, per motivi di famiglia e aveva quindi lasciato la sua imbarcazione ad un amico, sarebbe stato all’estero, e non potendo telefonarle visto che non era sola, le aveva lasciato detto di informarla. Le avrebbe telefonato a mezzogiorno. Ma visto che era li’, era anche meglio parlarsi di persona è molto meglio.

Elisa le chiese perché non si rivestiva, allora Elena le spiego’ che Fausto le aveva detto che restasse nuda fino al suo ritorno e di aprire a chiunque in quella tenuto e poi di scrivere le sue sensazioni sul diario, e se non l’avesse fatto, lui se ne sarebbe andato. Non voleva perderlo allora si piegava a queste piccole prepotenze, che in fondo la eccitavano.

Sentirono suonare il campanello, allora con un sospiro, Elena si alzo’ per andare ad aprire, Elisa le chiese se voleva che andasse lei, ma Rifiuto’, non sarebbe stato leale ingannare il suo giovane amante.

Era il postino e aveva una raccomandata, Elena doveva firmare e cosi’ dovette presentarsi nuda, senza poter usufruire della protezione della porta che aveva appena accostato all’inizio.

Dopo che il postino se ne fu andato, il quale aveva fatto delle avances, respinte da Elena, ritorno’ in salotto dove Elisa curiosa l’attendeva, e le chiese come si sentiva.

Elena era molto eccitata, e aveva il fiato grosso come avesse fatto una corsa, si scuso’ con Elisa e si mise subito a scrivere sul diario quello che aveva provato.

Poi apri’ la lettera era una lettera di Fausto, il porco le aveva spedito lui la raccomandata, e lesse il contenuto, poi sorrise e si alzo’ venendo a sedersi accanto ad Elisa, le disse: “sono cosi’ eccitata, sai? Non vorresti aiutarmi?” Elisa fece un cenno affermativo con la testa e inizio’ a carezzarle un seno, poi accosto’ la bocca e prese un capezzolo tra le labbra stuzzicandolo con la lingua tenendolo fermo tra i denti.

Elena si mise le mani in grembo e inizio’ a toccarsi, ma Elisa la fermo’ allontanandole le mani, e tenendole ferme sui suoi fianchi. Poi abbandonato il seno scese verso il suo ventre, leccando la pelle al passaggio, e con una mano le carezzava il pube liscio, godendo del piacere che le dava quella pelle cosi’ delicata.

Poi sempre piu’ si avvicino’ al fulcro del piacere di Elena, il suo profumo di donna eccitata le saliva alle narici dandole una sensazione di piacere.

Quando affondo’ con la lingua tra le pieghe del sesso di Elena, questa ebbe un sussulto, e spinse il bacino incontro alla lingua dell’amica. Elisa non era abituata a quel genere di carezza ma il suo istinto le faceva fare quello che avrebbe desiderato le si facesse e cosi’ sentiva come Elena colava dal piacere, leccava con foga adesso, le infilo’ le dita nella fica umida e accogliente, facendo gemere Elena, l’idea che era lei che le strappava quei gemiti di piacere le dava una sensazione intensa, quasi di piacere, ma piu’ cerebrale, e che le dava un senso inebriante di esaltazione facendola bagnare, sapeva che aveva le mutandine zuppe, ma non si sarebbe toccata, non voleva distrarsi dal compito che aveva iniziato.

Adesso stava infilando la lingua dentro al sesso di Elena, in modo da scoparla con la lingua, poi ne usciva per leccarle a piena lingua la fica, e poi stuzzicare il clitoride, mettendole le dita dentro. Le infilo’ un dito nel culo, era umida anche dietro, il dito entrava molto facilmente, aveva un buchetto caldo, ed Elisa le piaceva quella sensazione, avrebbe desideraro avere un pene in quel momento e provare la sensazione di possesso penetrandola, ma anche con le dita era una sensazione interessante, leccava intensamente e le infilo’ altre due dita nel culo, con tre dita dentro al retto caldo di Elena era come se la possedesse, e i sospiri che Elena faceva le indicavano il piacere che le stava procurando ed era questo che la eccitava.

Elena stava per avere un orgasmo violento e lo sentiva venire dal cervello alla sua fica e culo, e viceversa.

Inizio ad agitarsi quasi da mettere paura quasi sembrava avesse una crisi isterica, Elisa, vedendo come godeva e che era lei che aveva portato la sua amica a quel livello di piacere,senti’ che stava per venire, si mise una mano sotto alla gonna scosto’ il la mutandina infilando le dita nel proprio sesso per accelerare il suo godimento e venne anche lei. Poi si appoggio’ al ventre di Elena con la guancia, e rimase immobile in attesa che si placasse l’orgasmo.

Dopo qualche minuto senti’ la mano di Elena che le accarezzava la gota, un modo dolce di dirle grazie.

Elisa si sollevo’ e si baciarono, non era un bacio per eccitarsi era un bacio per ringraziarsi delle sensazioni che ognuna aveva provato in quel momento grazie all’altra. In fondo era stato un modo per consolarsi visto che entrambe erano sole, ognuna in modo diverso era stata lasciata sola dall’amante e trascurate dal proprio marito. Avevano quindi delle cose in comune.

Elisa chiese all’amica se poteva dargli da bere ed Elena si alzo’ era frastornata dall’orgasmo e lo disse ad Elisa: “ mi hai fatto godere in un modo stupendo mia cara, sono svuotata”.

Si versarono una bibita fresca alla frutta con della vodka, che trangugiarono con ingordigia poi si sentirono piu’ forti, come se si fossero energizzate.

Elisa decise che era meglio per lei andare, la giornata era ancora lunga, e non voleva ricominciare a fare l’amore con Elena e se rimaneva sentiva che avrebbe presto voluto ancora toccare la sua amica sempre nuda, Elena accompagnandola alla porta le disse che sarebbe sempre stata la benvenuta da lei, in qualsiasi momento.

Elisa ringrazio’ e se ne ando’ non sapeva bene come comportarsi, andare in spiaggia, oppure a casa, ma a fare cosa,  in fondo se Enea aveva dei problemi familiari, non si sa bene quando sarebbe tornato, decise di andare a fare un giro in città e di comperarsi qualcosa, in fondo farsi un regalo a volte serve a scacciare la malinconia.

Enea era libero e forse non lo avrebbe piu’ rivisto, erano cose che succedevano, non avrebbe dovuto infatuarsi cosi’, certo gli era grata di avere svegliato in lei quelle sensazioni che aveva messo da parte per troppo tempo, era una donna bella e ancora giovane, a trentasette anni non si puo’ essere senza piacere, e senza sesso, ne aveva il diritto doveva offrirsi quel piacere che per alcuni anni si era rifiutata, e solo perché aveva paura di se stessa e dei soliti pensieri ipocriti legati al peccato e alla sua educazione cattolica.

Essere cristiani non significa non avere diritto ai piaceri della vita, esistono delle cose che sono parte della natura, e non si dovrebbe andare mai contro cio’ che la natura ci chiede e la sua natura le chiedeva di avere il piacere di usare il suo corpo.

Fece il giro di alcuni negozi, si compero’ un costume da bagno rosso intero, lo slip era molto scosciato, e la parte superiore era molto ridotta come due bretelle che salivano a coprire il seno con  una scollatura vertiginosa, le lasciava le anche libere, era molto sexy.

Poi si prese un tanga nero, e un reggiseno nero ma trasparente, delle calze auto-reggenti nere con la parte sulla coscia molto ricamata era molto eccitante quando lo provo’ doveva pero’ spuntarsi un po’ di piu’ i peli del pube perché uscivano dai bordi ridottissimi. Lo avrebbe fatto appena tornata all’appartamento.

Oramai era pomeriggio inoltrato ed era sudata a girare con quel caldo, decise di rientrare, doveva farsi una doccia.

Rientrata in casa, per prima cosa si accorse che i ragazzi avevano mangiato a casa ma non avevano lavato i piatti, ebbe un moto di impazienza, ma decise che era meglio lavarli subito non le andava che la cucina fosse in disordine.

Dopo si dedico’ a se stessa e si spunto con cura i peli del pube in modo che non uscissero dai bordi del tanga, dovette praticamente rasare le grandi labbra con molta cautela, non lo aveva mai fatto prima e temeva di farsi male, comunque alla fine ci riusci’, si concesse dopo le sue fatiche una mega doccia per riprendersi, e infine si mise a letto per riprendersi.

Si appisolo’, si desto’ sentendo dei rumori, i ragazzi erano ritornati, indosso’ l’accappatoio e ando’ in cucina erano li’ sia Matteo che Claudia.

“Ciao, mamma come stai ?” “ signora buonasera” dissero, Elisa saluto’ i due ragazzi erano cosi’ giovani e belli, avevano il futuro davanti a loro, se alla loro età avesse saputo le cose che sapeva adesso avrebbe aspettato a sposarsi.

Ma non disse nulla per non turbarli era giusto che vivessero la loro giovinezza senza ascoltare i rimpianti suoi e di quelli che dopo i trenta anni pensano di essere tanto vecchi per dare consigli sulla vita.

Chiese se volevano mangiare ma dissero che si sarebbero fatti la doccia e poi uscivano per andare a mangiare la pizza in compagnia.

Elisa si disse che cosi’ avrebbe potuto fare una serata tranquilla, non aveva voglia di niente.

Dopo una mezz’ora, i ragazzi ancora intenti a lavarsi venne a suonare Vanessa lei aveva diciannove anni e quindi la patente, avrebbe guidato lei, chiese a Elisa perché non si aggregava alla compagnia, in fondo poteva benissimo fare loro compagnia.

Elisa le rispose che non era bene che si intromettesse come se volesse controllare suo figlio e Matteo aveva diritto alla sua libertà d’azione non sarebbe stato contento di avere la mamma dietro quando usciva con la ragazza. Vanessa alzo’ le spalle come se la cosa non avesse importanza.

Uscirono Elisa diede un bacetto al figlio e saluto’ baciando sulle guance anche le due ragazze e augurando loro una buona serata.

Accese la televisione, e si mise a guardare un film che non guardava in verità, la TV le dava un vago senso di compagnia, ma non c’era nulla che la interessasse era annoiata, apri’ il frigo, c’erano dei cetrioli, un paio bei grossi con quelle piccole protuberanze e un pensiero le venne che effetto doveva fare a metterselo dentro.

Detto fatto lo prese in mano era freddo, lo lavo’ rapidamente, ando’ nella sua camera e prese un preservativo, lo srotolo’ sul simulacro fallico, dopo di ché, era già eccitata, si denudo’, stesasi sul letto, con le gambe piegate e le cosce spalancate, inizio’ a stuzzicarsi con la punta del cetriolo sulil clitoride, poi lo passo’ sulle pieghe della sua fica che inizio’ ad aprirsi, allora lo punto’ sull’ingresso della fica, e lo fece entrare con un movimento lento e deciso il senso di freddo iniziale le fece una strana sensazione, ma dopo poco il calore del suo corpo ebbe il sopravvento, era piena e lascio’ vagare la sua fantasia, si rivedeva nella discoteca, dove aveva scopato praticamente in pubblico, faccia a faccia con Elena in ginocchio tutte e due, con i loro amanti che le montavano a pecorina, poi rivide la scena della giovane sadica con la schiava nel cesso, e si immagino’ di stare nella situazione similare affondando sempre piu’ velocemente il cetriolo nella fica, stava venendo adesso si disse come se parlasse ad un amante immaginario “ sbattimi dai piu’ forte, sono la tua vacca, avanti rompimi la fica”.

E con quei pensieri che si aggrovigliavano nella sua mente e con la mano che affondava con forza quasi con rabbia il cetriolo nella fica venne travolta dall’orgasmo.

Elisa era spossata ma adesso era anche piu’ rilassata aveva un bisogno di godere quasi permanente e solo dopo aver ottenuto l’orgasmo poteva trovare un po’ di pace e rilassarsi, si appisolo’ era ancora presto ma aveva bisogno di riposo. Dormi’ finalmente.

 

 

Era giorno, il sole filtrava dalle finestre non perfettamente chiuse, Elisa si alzo’ aveva potuto fare un sonno ristoratore, forse lo stress di quei giorni che al momento non aveva registrato il suo subconscio pero’ lo aveva assimilato e messo da parte ma era stata una settimana faticosa e l’incontro con suo marito le aveva dato quel senso di colpa che l’aveva fatta crollare ma non se ne era accorta subito.

Quella mattina era ancora presto, non aveva sentito i ragazzi rientrare si alzo’ e si reco’ fino alla stanza del figlio, la socchiuse, era li’ meno male penso’ la sua ragazza era nuda appoggiata al suo petto. Ammiro’ i glutei di Claudia era proprio un culetto delizioso, pieno e sodo, ebbe un pensiero peccaminoso di invidia nei confronti del figlio, da quando aveva fatto l’amore con Elena non aveva piu’ pregiudizi nel sesso tra donne. Sorrise e se ne ando’ in cucina si preparo’ il caffè.

Dopo aver bevuto il caffè si senti’ piu’ reattiva e pronta a cominciare la sua giornata. Fece la colazione per i ragazzi cosi’ quando si sarebbero alzati avrebbero trovato tutto pronto sarebbe stato sufficiente scaldare il tutto e avrebbero fatto meno casino, questo soprattutto. Poi usci’, decise di andare in spiaggia e farsi il bagno di sole iniziandolo dalla mattina presto, non avrebbe visto il sole nascere erano già le sette e mezza, e quindi in ritardo sui suoi orari abituali, ma era piu’ riposata e aveva dormito quanto le era stato necessario per recuperare.

Arrivata in spiaggia trovo’ che nel posto accanto al suo c’era già qualcuno, Era Lorenzo steso su una  brandina, che prendeva il sole o dormiva chissà, dal fisico e dai capelli lo aveva riconosciuto subito.

Apri’ il suo sdraio e si dispose solo allora il ragazzo apri’ gli occhi, e le disse: “buongiorno bella signora”. “ ciao Lorenzo” rispose Elisa sorridendo.

Lui si alzo’ su un gomito, e guardandola sornione “ come mai in ritardo stamani?”, “non sono in ritardo, perché dici questo?”.

“andiamo, mi ha detto mia sorella che vieni all’alba a prendere il sole, per questo hai quell’abbronzatura cosi’ dorata da farti sembrare una venere”.

“ Ho cambiato abitudini, tutto qui’ e tu sempre cosi’ complimentoso?”.

“ Ti disturbano i complimenti?” “ No, è che dovresti occuparti delle ragazze della tua età”.

Lui le sorrise, e le rispose serio “ non credo che le ragazze della mia età abbiano un decimo del tuo fascino”.

“Grazie sei molto galante ma non ti rendi conto che potrei essere tua madre”, “ smettila, ti ho detto che non faccio conto sull’età per fare le scelte”.

“Ah, e cosi’ mi hai scelta?” fece Elisa un po’ ironica ma lusingata. Lui le si avvicino’ e le disse: “ se mi piaci e te lo dico trovi che sia una cosa riprovevole?”.

“ Non ho detto che sia riprovevole, ma ci sono delle convenzioni e poi sono la mamma di un tuo amico”.

“Finiscila di dirmi chi sei, dimmi piuttosto chi non sei o chi vorresti essere”.

“ cosa vorresti dire?” “ tutti sono qualcosa ma non tutti sono cio’ che vorrebbero essere in realtà, senti vuoi che ti spalmi la crema sulla schiena?”.

Elisa assenti’ cosi’ avrebbero smesso quella conversazione pericolosa.

Si stese sulla brandina e si slaccio’ il reggiseno in modo che potesse non dare fastidio, Lorenzo inizio’ il suo massaggio dopo aver versato un bel po’ di crema sulle mani, comincio’ dalla nuca.

 

Il ragazzo aveva un tocco magico, Elisa inizio’ a fremere di piacere, era cosi’ delizioso farsi massaggiare e Lorenzo aveva una mano delicata.

Scese sulle spalle, e poi lungo la spina dorsale, passo’ ai fianchi e poi all’incavo della schiena prima dei glutei, insisteva e questo piaceva ad Elisa e la sua immaginazione galoppava, si immaginava tra le braccia di quel ragazzo dal fisico favoloso si immaginava come quando era diciottenne e desiderava l’amore. Si stava eccitando sotto la carezza di Lorenzo e lui era sempre piu’ delicato e le aveva passato la crema anche sulle gambe, fino all’interno cosce, dove sentiva che bolliva e anche Lorenzo se ne accorse che era bollente.

Non voleva metterla subito in imbarazzo, ripasso’ sulla schiena e poi arrivo’ alla nuca, poi ridiscese ed oramai non c’era bisogno di spalmare nessuna crema solare, ma Elisa non protestava si lasciava fare passivamente godendo del massaggio.

Quando arrivo’ alle reni Lorenzo infilo’ le mani nello slip e le massaggio’ i glutei, ed Elisa non protestava ma assaporava il piacere che quelle mani le davano sulla pelle.

Lorenzo infilo’ una mano nel solco e da dietro arrivo’ alla sua fica bagnata e le infilo’ le dita dentro alla vulva, Elisa alzo’ la testa per protestare, ma appena lui la penetro’ con le dita dalla sua bocca usci’ solo un sospiro di piacere, lui le sussurrava parole di desiderio all’orecchio, le diceva che era una stupenda femmina e che lui la voleva l’avrebbe avuta perché la desiderava e l’età non doveva essere un ostacolo, aveva voglia di lei e lei di lui, aveva la fica cosi’ bagnata che non poteva piu’ negare il suo desiderio.

La porto’ all’orgasmo solo con le dita, e lei si arrese, poi la fece girare oramai le aveva levato lo slip, ed era sempre senza reggiseno la attiro’ a se e la bacio’ , era un bacio invadente di possesso come se si insediasse nel suo territorio e lo marcasse con il suo odore ed il suo sapore ed Elisa si era arresa aveva goduto non poteva ingannare nessuno e che quello fosse un ragazzo appena diciottenne era una cosa che non le faceva  ne caldo ne freddo rispetto ai suoi vecchi pregiudizi adesso era li’ tra le braccia di un ragazzo nuda su una spiaggia con il rischio che qualcuno potesse sorprenderli eppure non si sarebbe coperta se lui non glielo avesse permesso.

Alla fine Lorenzo le disse: “andiamo ti porto a fare un giro sul pedalo’”.

Elisa si alzo’ e si mise il costume e lo segui’,lui la prese per mano, era lui il maschio e avrebbe guidato quel ballo, e per Elisa abbandonarsi era la cosa che desiderava di piu’. In quel momento comprendeva le sensazioni di Elena.

Lui spinse un pedalo’ in acqua e l’aiuto’ a salire, poi si allontanarono, allora lei gli chiese se era normale che andassero il pedalo’ a quell’ora d’abitudine non si possono noleggiare prima delle nove ed erano solo lo otto ed un quarto.

Lui le rispose che il noleggiatore era amico suo. E chiuse il discorso.

Appena furono al largo, lui le disse di togliersi il costume, ed Elisa lo fece senza discutere. Appena nuda lui le mise una mano sulla coscia in segno di possesso, aveva la mano vicino all’inguine, ed questo metteva in agitazione Elisa che non sapeva se chiedergli di toccarla ancora o attendere.

Dopo un po’ Lorenzo si ritenne sufficientemente lontana le disse avanti vieni mettiamo dietro, si stesero e lui inizio’ a baciarla sulla bocca sul collo e poi scese sempre piu’, arrivo’ al pube e lo bacio’ poi inizio’ a leccarla e lei si era già bagnata, Lorenzo alzo’ la testa e le disse hai un odore ed un gusto squisito, poi le sali’ sopra e la penetro’. Elisa non aveva ancora visto la sua verga ma lo sentiva bene aveva una magnifica erezione, era piuttosto dotato e duro come il marmo, ed era giovane, si avrebbe resistito a lungo e le avrebbe fatto l’amore come si deve perchè era chiaro che non era senta esperienza.

Lui la stava montando con forza, e lei lo sentiva fino in fondo all’utero, era una cosa incredibile le sensazioni che provava stava facendo l’amore con un ragazzo che poteva essere suo figlio e le stava facendo tutto quello che lei desiderava la trattava come un amante.

Stava godendo, si stava godendo e glielo disse che la faceva godere, e lui continuo’ perché non era ancora pronto a venire, la scopo’ fino a farle avere diversi orgasmi.

Poi le usci’ e la costrinse a mettersi carponi per prenderla da dietro, la scopava alla pecorina e la fece fremere di piacere ancora diversi volte prima di riversare il suo seme dentro di lei. Che sentendolo venire con getti possenti che la raggiunsero nell’utero non poté fare a meno di urlargli il suo piacere.

Lorenzo si accascio’ su di lei e dopo un po’ appena il suo pene si fu ridotto usci’ dalla fica della donna spossata sotto quegli assalti.

La accarezzo’ dolcemente, e le disse che per il resto della sua permanenza la voleva a sua disposizione, l’avrebbe montata come una vacca come a lei piaceva perché era una gran porca. Elisa assenti’, si era vero era cosi’ vogliosa e sarebbe stata la sua vacca tutto quello che desiderava e glielo disse.

Lui era adesso contento aveva stabilito come le cose dovevano andare e quella femmina era cio’ che desiderava era bella come poche donne e matura, proprio come piacevano a lui.

Le disse: “andiamo tuffiamoci cosi’ ci riprendiamo un po’ e poi torneremo a riva”.

Erano le nove e mezza. E la gente cominciava ad arrivare in spiaggia, Elisa si rese conto che fare un bagno nell’acqua salata sarebbe stato necessario per togliere le tracce d’amore che aveva addosso, cosi’ si tuffo’ nell’acqua fredda. Senti’ comunque un certo sollievo. Si senti’ che si toglieva un po’ di umori di dosso che le avevano colato sulle cosce.

Poi si avviarono verso la spiaggia, e approdarono ad un chilometro dalla loro posizione, lui le disse “non voglio metterti in imbarazzo per questa volta cosi’ ti fai una passeggiata e potrai dire che sei andata a fare un giro,  io portero’ il pedalo’ via mare”, e avvicinatosi le sussurro’ all’orecchio “la prossima volta t’inculo” poi  a voce alta tutto allegro per averla vista sussultare “Ciao a dopo”.

Elisa raggiunse il suo ombrellone, passando prima dal baretto a prendersi una bibita, aveva bisogno di dissetarsi, era stata una mattinata intensa e cosi’ almeno i suoi vicini avrebbero creduto piu’ facilmente ad una sua passeggiata, sperava che nulla potesse fare sospettare quanto accaduto.

Arrivata Luisa e Luana erano li’ immancabilmente con i ragazzini di Luana che giocavano sulla sabbia, si salutarono cordialmente e conversarono di banalità.

Solo verso mezzogiorno arrivo’ Vanessa, che aveva portato da mangiare, sua madre le disse: “allora fatto bisboccia ieri sera?” “si ho fatto tardi, ma niente bisboccia”.

Luana chiese a Vanessa se poteva andare al bagno, Vanessa le fece un cenno di assenso, cosa che a Elisa pareva strano che quella giovane donna dovesse chiedere alla ragazza se poteva andare al bagno.

Comunque non erano fatti suoi. Si rimise a leggere il romanzo che si era portata da casa, e disse a Luisa che aveva portato degli affettati e dell’insalata per il pranzo e che ce n’era in abbondanza per tutti. Voleva contribuire al pasto dal momento che la volta precedente era stata loro ospite.

Luisa disse: “allora siamo in sovrabbondanza oggi, comunque chi va a prendere le bibite?”.

Si offri’ Vanessa, e chiese ad un’altra signora di accompagnarla, una che parlava poco, una donna tranquilla bene in carne con delle curve morbide, non si poteva dire grassa, ma molto burrosa piuttsto, la quale non pareva molto contenta di andare a fare quella commissione ma silenziosa si alzo’ per seguire Vanessa che la prese sottobraccio, Sandra la segui’. Elisa registrava tutte queste piccole stranezze, pareva che la ragazza avesse una specie di ascendente su alcune di quelle donne.

Elisa si alzo’ e decise di fare una passeggiata, come se fosse involontario ando’ verso la zona dei bagni che erano dietro al baretto, e vide che Vanessa e la sua amica Sandra non andavano direttamente al baretto, e incontrarono Luana che veniva dai bagni la quale si fermo’ e segui’ le altre due, entrarono in un ripostiglio che si trovava in quella zona. Era lievemente nascosto, e si dovevano scendere alcuni gradini ed era sotto la strada, era uno dei magazzini dei bagnini.

Allora Elisa si avvicino’, e da un lato c’era una finestrella non si vedeva bene l’interno era in penombra per fortuna a quell’ora quasi tutti andavano a mangiare e i bagnini sospendevano anche loro il servizio per il pasto eccetto quelli del soccorso in mare. Dentro sentiva delle voci, e oltre alle donne c’erano un paio di bagnini.

Vanessa pareva comandare alle due donne, le fece spogliare, Luana era nuda sotto la sua tunica, non aveva nulla incredibile, certo si poteva pensare che portasse un perizoma,  ma che fosse nuda non ne era mai stata certa, anche Sandra si tolse il costume, poi si misero in ginocchio davanti ai due bagnini ed estrassero il loro peni abbassando i pantaloncini, erano in tiro.

Si misero a succhiare quei cazzi con voracità, erano di sicuro delle esperte pompinare, Sandra mentre succhiava lo teneva in mano e lo masturbava facendo un movimento rotatorio della mano sull’asta dell’uomo mentre solo la cappella era in bocca, invece Luana lo imboccava fino alla radice tenendosi ai fianchi dell’uomo.

I due bagnini grugnivano e le insultavano dando loro delle troie succhiacazzi, e altri gentili epiteti, le due donne ad ogni insulto aumentavano il ritmo della fellatione.

Fino a quando i bagnini si scaricarono nelle loro bocche, le tennero ferme temendo forse che non ingoiassero il loro seme. Ingoiarono lo sperma dei due.

Poi Vanessa disse: “ bene adesso uscite e controllate se c’è qualcuno prima di farci uscire, non vorremmo incontri sgradevoli, la reputazione di queste signore è in gioco e voi non volete che debbano rinunciare a farvi il servizietto. Vero?”

I due annuirono e si rialzarono i calzoncini, Elisa ne approfitto’ per allontanarsi rapidamente dal luogo, e ando’ a fare un giro per ritornare da un’altra direzione.

Dopo una decina di minuti raggiunse il suo posto, e si acccomodo’ nel frattempo anche le signore erano rientrate con le bibite, tutte e tre assieme, e arrivarono anche i mariti, delle donne, puntuali per il pranzo. Il pranzo si svolse tranquillamente con chiacchiere banali, poi gli uomini si misero a parlare di calcio, e allora le donne si misero a parlare di moda per conto loro.

Il pomeriggio trascorse tranquillo, Elisa vide Lorenzo un paio di volte che era venuto a prendersi qualcosa e gli aveva lanciato degli sguardi incuriositi da sotto le lenti scure degli occhiali, temeva che lui facesse qualcosa per comprometterla ma si comporto’ molto bene.

 

 

 

Era sera, suo figlio e Claudia le avevano annunciato che andavano ad una festa sulla spiaggia e che sarebbero rimasti fuori a dormire tutta la notte.

Si fece una doccia, e si sistemo’ sul divano con un cocktail alla frutta a guardare la televisione, non era tardi, ma aveva bisogno di pensare, quello che era accaduto quella mattina l’aveva turbata molto.

“Era diventata cosi’ facile che chiunque poteva abbordarla?” e si pose la domanda fatidica “sono forse una troia che aspettava solo il momento buono per scatenarsi?”.

Era confusa, Enea era un uomo maturo, bello, ma Lorenzo era un ragazzino, e al pensiero di quello che lui le aveva fatto si senti’ un peso nel basso ventre, si sentiva opprimere ed eccitare, quel ragazzo era bello come una statua non le pareva nemmeno vero, un qualcosa di fuori dal comune, troppo bello e intrigante.

Lentamente una mano raggiunse il suo inguine, comincio’ ad accarezzarsi turbata dal pensiero di Lorenzo, lo vedeva con i suoi muscoli che risaltavano sotto la pelle liscia ed abbronzata, era sicuro di sé, l’aveva presa come se fosse stata sua senza alcun dubbio che si sarebbe arresa, e questo fatto la sconvolgeva, non avrebbe potuto resistergli nemmeno la prossima volta che lo avrebbe incontrato.

Era languida ed assorta non vedeva cosa facevano in televisione oramai i suoi occhi erano appannati e vedevano solo quello che il suo cervello stava  sognando, Lorenzo che la baciava, e la sua mano si insinuo’ tra le pieghe del suo sesso, accarezzandosi dolcemente, era bagnata e i suoi umori erano abbondanti, infilo’ le dita dentro la sua passera cercando di arrivare in profondità, ora stava partendo per la tangente, quando senti’ il campanello ebbe un tuffo al cuore, era eccitata ed agitata a cosa fare adesso, doveva aprire ma non si sentiva presentabile, era sconvolta sudata e rossa in volto e lo percepiva bene, le sue dita avevano l’odore del suo sesso che si era sparso nella stanza, ma si alzo’ si  sciacquo’ la faccia, e le mani prima di andare ad aprire, curiosa di sapere chi poteva essere, sperava che i ragazzi non si fossero dimenticati qualcosa o non si fossero messi nei guai ma erano usciti da cosi’ poco tempo.

Apri’ l’uscio solo un po’ per vedere chi c’era, si trovo’ davanti Lorenzo, bello come non mai, con una maglietta bianca che metteva in risalto i suoi pettorali un geans slavato, stretto e la guardava con un sorriso ironico alle labbra, e le chiese spavaldo: “mi lasci qui’ fuori o posso entrare”, e appoggio’ la mano alla porta aprendola, mentre Elisa si spostava per farlo passare.

Era tranquillo e sicuro di sé, anche troppo, Elisa rossa e imbarazzata pensava a poco prima mentre si masturbava pensando a lui.

Lorenzo tranquillo le passo’ un braccio intorno alla vita e lei oramai aveva già ceduto da prima che arrivasse lo lascio’ fare, la bacio’ sulla bocca, invase la sua bocca con la lingua, con foga, ed Elisa si senti’ cedere le gambe. Lui la sosteneva, e staccatosi tenendola sempre con un braccio intorno alla vita, la condusse verso il salotto.

“cosa stavi facendo?”  “nulla, stavo solo guardando la televisione”.

“ Che ne diresti di uscire con me, andiamo a mangiare insieme una pizza poi torniamo qui’ tanto Matteo non rientra fino a domani e potremmo stare tranquilli”.

Elisa era dubbiosa, uscire con un ragazzo cosi’ giovane, era troppo imbarazzante e lui non sarebbe stato buono ne era certa, doveva evitare di uscire se incontravano qualcuno che conosceva sarebbe stato un disastro.

“no, ti prego, uscire non mi va, se vuoi possiamo cenare qui’ assieme posso preparare io qualcosa, se ti fa piacere”.

Lorenzo acconsenti’ ed Elisa si tranquillizzo’, evitare di uscire per lei era importante, e comunque sapeva che lui non era li’ solo per mangiare, ma meglio che fossero discreti e restassero in casa.

Elisa preparo’ il tavolo, poi si scuso’, disse che desiderava fare una doccia, e si allontano’, subito nella sua stanza si tolse l’accappatoio, prese dall’armadio un vestitino estivo leggero, e comodo, calze e reggicalze, mise tutto sul letto.

S’infilo’ nella doccia,  e cerco’ di fare il piu’ in fretta possibile, lavatasi rapidamente, ma timorosa di eccitarsi perché si sentiva vogliosa di fare l’amore, sperava di resistere, e di non far vedere a Lorenzo di come era eccitata.

Si asciugo’ rapidamente, indosso’ le calze ed il reggicalze, che in verità non era necessario, perché erano auto-reggenti. Indosso’ il vestito, era carino nero leggero, con la gonna a campana, molto accessibile e non troppo scollato ma con la schiena scoperta fino alla vita.

Lorenzo apprezzo’ molto che si fosse fatta seducente per lui, e le rivolse dei complimenti: “ Elisa, sei una Venere, credo che faresti eccitare anche un monaco”. Elisa arrossi’ di piacere, poi lo prego’ di accomodarsi, e servi’ un pasto freddo.

Durante il pasto si scambiarono molte occhiate, ed erano di desiderio, Elisa gli fece domande su sua sorella molto banali, ma lui preferiva parlare di lei, e del fatto che bella come era doveva avere stuoli di uomini che le ronzavano intorno.

Elisa dovette smentire dicendo che era stata sempre impegnata a fare la casalinga, e quindi niente stuole di amanti che le stavano intorno, evito’ ovviamente di parlare di Enea.

Poi appena finito il dessert, aveva del gelato in freezer, e cosi’ il pasto era stato completo, adesso si doveva arrivare al dunque, ed Elisa condusse il suo ospite sul divano, e gli si mise accanto seduttiva e dimostrandosi molto disponibile, era incollata a lui, e si mise in offerta con il viso verso di lui, perché si aspettava che la baciasse. Lorenzo infatti la bacio’ e inizio’ a toccarla ed a tentare di fare scivolare le spalline del vestito, per denudare il suo petto.

Appena ci riusci’ le accarezzo’ i seni, le prese i capezzoli tra due dita, e li strizzo’, era un misto di dolore e di piacere, ed Elisa ansimava, le piaceva sentirsi un po’ brutalizzare, i capezzoli erano divenuti subito duri ed eretti, era eccitata.

Lei si stringeva a lui sentiva il desiderio di sentire il suo corpo su di lei, e sperava di ricevere tenere carezze, ma lui le disse: “ ti ricordi cosa ti dissi oggi in merito al nostro prossimo incontro?”.

Elisa arrossi’, ma fece un cenno affermativo del capo, allora lui le chiese di ripeterglielo. Elisa allora capendo che voleva metterla in imbarazzo, come faceva Fausto con Elena e allora si piego’ al capriccio del suo nuovo giovane amante: “ io, io, anzi… tu hai detto che mi avresti sodomizzata la prossima volta che ci saremmo visti”.

“non è esatto, ho usato altre parole, vorrei sentirti ripeterle”. “ Hai detto che mi avresti inculata”, disse d’un fiato Elisa.

“Brava, cosi’ mi piaci, parliamo chiaro, adesso spogliati e mettiti sul tavolino con il busto ben appoggiato e le natiche ben offerte, e apriti con le tue mani le chiappe cosi’ vedro’ il tuo buchetto e cosi’ mi aiuterai un po’ partecipando il piu’ attivamente possibile alla tua inculata.”

Elisa sospito’ sapeva che il suo desiderio ora era di arrivare ad avere il suo amante dentro di sé, e avrebbe fatto tutto quello che avrebbe dovuto pur di raggiungere il suo piacere.

Si sfilo’ il vestito restando con il reggicalze e le calze, non aveva messo mutandine, sapeva che avrebbe dovuto toglierle, e lui fu felice di constatare che si era preparata cosi’ per lui, e ne fu molto lusingato.

Lei in modo piuttosto grazioso si avvicino’, e gli diede un bacio, poi gli chiese: “ per favore, posso prendere la vaselina? Ne ho un tubetto in camera”.

Lorenzo acconsenti’ alla richiesta voleva che lei fosse perfettamente pronta ad accoglierlo, e non dover sforzare ne farle male inutilmente.

Appena Elisa fu di ritorno porse il tubetto a Lorenzo e poi ando’ a posizionarsi come lui voleva sul tavolino, con le natiche rivolte verso di lui, e se le apri’ con le mani, offrendosi totalmente.

Lorenzo ammiro’ il bel culo di Elisa, era un capolavoro, e il solco era perfetto con un ano piu’ scuro  rispetto all’epidermide, ma non eccessivamente la sua fica le cui labbra erano depilate era uno spettacolo una conchiglia con le labbra aperte e luccicanti, era già eccitata, e lui questo lo apprezzava molto.

Le si avvicino’ e le mise una noce di crema sull’ano poi inizio’ il massaggio, lento sull’esterno dell’anello, poi provo’ a infilare un dito nell’ano, lei ebbe una piccola contrazione ma si rilasso’ subito.

Lorenzo ammirava come era disponibile e la cosa lo eccitava, una donna molto bella, matura ma con un fisico da modella, ed era la madre di un suo amico, con il quale aveva giocato, sparlato di donne e adesso si stava preparando ad inculare sua madre, questi pensieri lo eccitavano in modo quasi da mettersi a urlare di piacere ma si contenne.

Le disse: “ sei una gran porca lo sai?” ed Elisa capiva che voleva sentirla usare il turpiloquio  in modo da eccitarsi, in fondo non era da tutti i giorni ne per lui ne per lei una situazione del genere.

E ripeté come voleva lui che era una gran porca. Allora sentendola sempre piu’ disponibile le infilo’ il secondo dito nel culo, e poi dopo un po’ di massaggi il terzo.

Le tre dita entravano ed uscivano facilmente dal buco aperto e scivoloso che era adesso pronto per qualcosa di meglio delle dita.

Lorenzo si era aperto i calzoni già da tempo, e quindi il suo pene era in erezione, lo appoggio’ all’ano di Elisa, e la senti’ fremere di desiderio.

Le infilo’ la cappella nell’ano. Rimase fermo e le chiese come si sentiva. Elisa disse: “ Oh! Molto bene, mi piace adesso se vuoi puoi entrare tutto” Lorenzo spinse, e affondo’ tutto nel suo retto, arrivato in fondo con le palle che erano andate a sbattere sulla fica di Elisa, rimase immobile assaporando il gusto che provava nell’essere in  quella calda e accogliente tana.

Allora disse: “ hai un culo da favola, pero’ non è la prima volta che dai il culo a qualcuno vero?” Elisa rispose: “ non è la prima volta, ma non piu’ di dieci quindi non è poi che io sia cosi’ abituata”. Poi Lorenzo inizio’ a muoversi e la sua voce si incrino’, perché l’affondo che fece appena si era ritirato era stato violento.

Elisa si sentiva piena, era una sensazione che le piaceva da quando aveva imparato che scopare con il secondo canale era una cosa inebriante. Lorenzo inizio’ a muoversi adesso con ritmo, con una certa costanza non veloce, ma con forza ad ogni colpo per vederla sussultare.

Elisa accoglieva i suoi colpi e dopo un po’ inizio’ ad andare incontro ai colpi del suo assaltatore, per accelerare i colpi, ma Lorenzo voleva guidare il gioco, la prese per i capelli, e come fossero redini li tiro’ indietro. Il collo di Elisa si tese all’indietro con un grido soffocato. Ovviamente aveva capito che doveva accettare la prepotenza di Lorenzo e farlo giocare a modo suo. 

Rimase ferma passiva, in attesa che lui riprendesse a possederla, poi dopo un po’ di attesa fatta per esasperarla Lorenzo ricomincio’ a pompare nel culo di Elisa che inizio’ a incitarlo ma senza muoversi per non irritarlo.

Lorenzo si divertiva a giocare con lei, la faceva arrivare al punto in cui stava per godere e si fermava, Elisa oramai era esausta voleva godere e lui si fermava ogni volta che si avvicinava all’orgasmo.

Elisa con voce piagnucolosa inizio’ a supplicarlo di farla godere, e allora lui sentendola implorare decise di darle il piacere tanto desiderato, e glielo disse, “ adesso ti faro’ godere visto che mi supplichi vacca rotta in culo, ripeti e chiedimi di farti godere troia”.

Elisa aveva cosi’ tanto desiderio di godere che chiamandosi troia e vacca lo supplico’ di incularla a fondo di romperle il culo e di farla godere, lui la voleva vacca e lei si sarebbe adeguata al suo giovane amante.

Le godette nel culo e lei sentendo i getti bollenti di sperma che le si riversavano nel retto ebbe il suo tanto sospirato orgasmo, che la travolse.

Godette e si abbandono’ completamente abbandonandosi totalmente al piacere era esausta e si appoggio’ sul tavolino come se fosse caduta in una sorta di torpore.

 

Elisa era adesso sul suo letto ma non ricordava come vi era arrivata, accanto a lei c’era Lorenzo, si era forse appisolata, lo guardo’ con lo sguardo stravolto, era ancora sotto lo shock dell’orgasmo.

Lui le accarezzava un seno con tenerezza, e poi appena si accorse che lei si era ripresa la bacio’, allora Elisa ricambio’ il bacio.

Lorenzo le disse che aveva goduto magnificamente e lei anche perché aveva bagnato completamente il tappeto sotto il tavolino, Elisa arrossi’ sentendolo parlare della sua prestazione.

Lui si mise a ridere piano, e lei nascose il viso nella sua spalla, si vergognava, lui allora cerco’ di tranquillizzarla, lui si divertiva molto a trattare le donne da zoccole ma poi non è che a loro non piacesse lei ancora non era abituata, ma era calda, era molto calda e una donna molto piena di desideri inconfessabili.

Lorenzo pero’ voleva anche rassicurarla e dirle che erano cose normali, un po’ di turpiloquio nel fare l’amore piace a molte donne e lei non era molto diversa in fondo aveva goduto parecchio e non era solo un fatto fisico, era anche un fatto molto mentale.

Poi inizio’ a baciarla di nuovo, prima sulla bocca e con una mano continuava ad accarezzare la sua patatina e lei si rilasso’ tra le braccia di Lorenzo, un amante giovanissimo ma a quanto pare già molto esperto e capace di suonarla come un violino, sapeva dove toccare e la faceva vibrare e il fatto che fosse cosi’ giovane, la eccitava oltre misura.

Si abbandono’ totalmente alle sue carezze, Lorenzo era un amante formidabile, scese lentamente a leccarle le tette, le succhio’ i capezzoli fino a farla quasi arrivare all’orgasmo ma si fermo’ per baciare e leccare la sua pelle lungo tutto il corpo scendendo verso la sua patatina, e poi le stuzzico’  il clitoride, facendola gemere di piacere, Elisa ebbe un orgasmo sotto la sua lingua come leccava bene quel ragazzo.

Ma lui adesso le si mise sopra e la penero’ nella fica completamente allagata, era piena del suo cazzo, e si sentiva bene il piacere che aveva provato era stato come un aperitivo, ne desiderava ancora altro, era sempre piu’ vogliosa.

Lorenzo dentro di lei assaporava totalmente il possesso della donna, si sentiva forte e sentire Elisa che godeva come forse nessuna aveva mai dimostrato di godere sotto di lui, una donna molto calda e piena di voglia di godere.

Mai in vita sua aveva provato la sensazione che stava provando scopando Elisa. Era bella era cosi’ calda il suo corpo rispondeva ai suoi assalti e poi lo assecondava nei suoi desideri, in un modo unico con quel senso di pudore che era ancora piu’ eccitante che se lo facesse spontaneamente.

Dentro quel paradiso si sentiva padrone del mondo, e le disse che la sua fica per lui rapprensentava il paradiso e sentendo questi complimenti che nessuno le aveva mai fatto come glieli faceva lui, Elisa si sentiva sempre piu’ felice di essere con questo ragazzo cosi’ giovane ma anche cosi’ pieno di vita da farle pensare di essere di nuovo una adolescente.

Le piaceva sentire tutte quelle sensazioni, erano emozioni pure che le facevano toccare il cielo con un dito, oppure penso’ sulla punta del cazzo del mio giovane amante, le veniva da ridere dalla felicità. Poi fu travolta dal piacere Lorenzo godeva con lei che era partita per una serie di orgasmi multipli.

Lorenzo si accascio’ su di lei e rimase conficcato dentro la fica di Elisa attese che il suo pene si ritirasse da solo, ma non usciva era ancora in una semi erezione e stava comodo in quel comodo nido.

Si addormentarono cosi’ abbracciati come teneri amanti, e se non fosse per la differenza di età forse Elisa avrebbe mollato tutto per seguire questo ragazzo che la faceva fremere in quel modo, nemmeno con Enea aveva provato le stesse sensazioni, certo godeva ma era piacere, e le aveva insegnato molto, ma adesso quello che provava era molto piu’ intenso.

Si addormento’ accarezzando i capelli del suo giovane amante sempre steso su di lei.

Al mattino si desto’ all’improvviso accanto a se Lorenzo dormiva profondamente, il sole filtrava attraverso le imposte socchiuse.

Era per lei un riflesso appena il sole si alzava si svegliava era stanca avrebbe voluto continuare a dormire, ma si sforzo’ e ando’ a farsi una doccia. Successivamente preparo’ il caffé, e lo porto’ al suo amante ancora addormentato.

Lo sveglio’ il piu’ dolcemente possibile, lui si stiracchio’ come faceva suo figlio quando doveva andare a scuola, adesso non era l’amante era un  ragazzo un giovane adolescente che poteva essere suo figlio, le venne un nodo in gola, ma si sforzo’ di non lasciare trasparire nulla.

Lorenzo le diede un bacio sulla bocca a labbra chiuse, poi bevette il caffé.

Elisa gli disse di chiudere la porta uscendo lei sarebbe andata in spiaggia non voleva cambiare abitudini e lei era sempre la prima ad arrivare e non voleva che nessuno sospettasse nulla e lo prego’ di non farsi notare.

Lui le promise che sarebbe stato molto cauto e che  sarebbe venuto in spiaggia presto anche lui.

Elisa in spiaggia si mise a prendere il sole dell’alba era scossa, non sapeva nemmeno piu’ riconoscersi, e si rendeva conto che questa sua nuova sensualità non era una cosa che avrebbe potuto eliminare come per magia ora che si era risvegliata sarebbe stato molto difficile ritornare alla vita normale di prima senza pensare al piacere che aveva provato con Enea e con Lorenzo.

Nel frattempo stesa sulla sua brandina, cercava di godersi il sole sonnecchiando, sperava di trovare una soluzione, ma non credeva che sarebbe riuscita a fare a meno della tentazione che Lorenzo rappresentava.

Verso le dieci, cominciarono ad arrivare le sue vicine, Vanessa con Luana arrivarono per prime, e la salutarono vanessa in modo molto allegro, mentre l’amica era un po’ meno loquace e si mise un cuscino sulla sedia sdraio prima di sedersi, era evidente che aveva avuto una nottata forte, mentre si rimetteva gli occhiali che le erano caduti, Elisa noto’ le profonde occhiaie che aveva, e sempre piu’ sospettava che quella era la stessa donna che aveva visto alla discoteca, ma scaccio’ il pensiero, era inutile stare li’ a fantasticare su cose come quelle.

Vanessa invece si mise a chiacchierare con lei di banalità varie, moda e altre cose futili, poi le disse: “ ma Elisa ti vedo strana sembri distratta, stanca?” Elisa fece cenno di si’ e poi si scuso’ della sua poca  loquacità e disse che era meglio andasse a fare una nuotata per riprendersi.

Cosi’ lascio’ le due donne tra di loro, e si ando’ a tuffare in mare. Fu quando era in acqua che vide da  lontano Lorenzo che arrivava e avendola subito individuata la raggiunse. Nuotava veloce, era proprio un atleta, ma lei si era allontanata sperando di non venire raggiunta o forse solo di venire raggiunta quando era fuori dalla vista delle altre. Si trovava vicino alla scogliera che faceva da frangiflutti  in  un punto dove non c’era nessuno e che era abbastanza occultato alla vista dalla spiaggia si isso’ su uno scoglio era piatto a filo dell’acqua, e coperto da altri.

Lorenzo la raggiunse, e le si avvicino’, le bacio’ una caviglia, ed Elisa seppe che gli avrebbe concesso qualsiasi cosa.

Lui si isso’ accanto a lei, e la bacio’ lei si lascio’ fare tremando e appena si stacco’ gli disse di non metterla in imbarazzo era troppo rischioso, ma Lorenzo le disse di scendere in acqua con lui, pero’ prima le fece togliere il costume lasciandolo sullo scoglio, poi lei si lascio’ scivolare in acqua, e lui l’abbraccio’, le toccava il sesso che si era bagnato istantaneamente, lui la sollevo’ un po’ e lei passo’ le sue gambe incrociandole sulla sua schiena, allora Lorenzo le disse vieni scendi e impalati mia bella troia.

Elisa obbedi’ scese lentamente senti’ il pene di lui teso verso di lei, passo’ una mano per impugnarlo e lo diresse verso la sua vagina e appena fu appoggiato all’ingresso della vulva si impalo’ da sola emettendo un sospiro, era piena del cazzo di Lorenzo ed era meraviglioso, si sentiva bene non le importava adesso nulla ne di dove era ne di cosa poteva succedere, assaporava solo il piacere di quello che stava vivendo.

Lorenzo le sussurro’ che voleva che questa volta fosse lei a scoparsi, ed Elisa inizio’ la sua danza sul membro conficcato nel suo ventre fino a godere ora aveva goduto si era fermata un momento nell’orgasmo e morse la spalla del suo amante per non gridare.

Lorenzo non fece una piega. Stava impalato dentro di lei, era felice che i suoi esercizi di yoga gli permettessero di avere quella padronanza e resistenza perché adesso sarebbe partito per farla impazzire di piacere.

Infatti inizio’ a muoversi lentamente fino ad arrivare ad appoggiarla allo scoglio con la schiena trovo’ il suo punto di appoggio’ ed inizio’ a montarla con calma le fece avere altri orgasmi fino a quando anche lui non godette inondandola con il suo sperma bollente.

Elisa appena lo aveva sentito inondarla era venuta per l’ennesima volta. Presero i costumi che avevano lasciato sullo scoglio, e se li rimisero. Lorenzo le disse: “ sai sei unica, credo che non trovero’ mai piu’ una donna come te e so’ che tu non puoi pensare di amarmi sul serio”. Elisa senti’ un leggero nodo alla gola, ma non rispose si mise a nuotare allontanandosi per non fare vedere le lacrime che le colavano dagli occhi. Lorenzo se ne ando’ dalla  parte opposta.

Elisa rientro’ a casa sua in anticipo, aveva affidato Matteo ad una zia che non andava mai in vacanza, l’aveva chiamata e con una scusa le aveva detto di farsi una vacanza l’appartamento era affittato fino alla metà di settembre e comunque Mattero sarebbe rientrato prima solo che fino allora doveva occuparsi un po’ di lui ma che non era un grande impegno adesso che era abbastanza grande era anche autonomo.

Doveva pensare e non sapeva piu’ chi era per fortuna Giuseppe forse intuendo un suo disagio e un sesto senso gli disse che l’avrebbe persa se non stava piu’ vicino a sua moglie si libero’ dai suoi impegni e la porto’ in viaggio come una seconda luna di miele, da soli.

Fine

 

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