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“Non rinuncerò a questa vita” (2° parte)

By 12 Marzo 2020No Comments

Eric ingranò la quinta e assestò la velocità sul rettilineo. Lui e Clara non si erano ancora rivolti la parola dall’uscita dal ristorante.

Eric allungò la mano e la posò sulle cosce calde della donna. Le autoreggenti l’avevano sempre fatto impazzire, quando usciva con Adele la pregava sempre di indossarle, gli causavano un’eccitazione immediata.

Clara non diede segni di assenso o diniego. Era umiliata e non aveva intenzione di parlargli.

Eric però non si diede per vinto e allungò ancora la mano accarezzandola. Ben presto superò il bordo degli autoreggenti e tocco la pelle nuda della sua coscia, appena sopra il limite del vestito.

Quanto era calda la pelle di quella donna.

Proseguì ancora, tranquillizzato dalla stabilità della macchina e dal rettilineo ancora lungo.

Arrivò al suo perizoma e con il medio lo scostò per infilare un dito nella sua vagina depilata sotto sua richiesta.

– Ero certo ti fossi eccitata.

– Mi fai schifo.

Eric sorrise.

– Clara Clara… devi imparare come ci si comporta. Tu hai tutto e sei la donna dei miei sogni. Quando ti ho ordinato di succhiare le palle a quel ragazzo volevo punirti per renderti una persona migliore, ma mi sono reso conto che mi eccita troppo vederti umiliata così con quel modo di fare da stronza.

Clara non rispose.

– Il mio consiglio è di continuare a fare la stronza, io godrò nel punirti e tu continuerai a eccitarti in questo modo osceno.

Mentre le parlava le sue dita continuavano a stimolarle il clitoride e a bagnarsi. Eric smettendo di parlarle le tirò fuori e le annusò portandosele al naso.

– Sei deliziosa – disse leccandole.

Clara si vergognò con tutta se stessa per quanto era eccitata da quel gesto.

– Dove stiamo andando? – si costrinse a chiedere Clara dopo venti minuti di automobile, rendendosi conto che non erano ancora diretti a casa.

– Un posto appartato, da quanto tempo non ti godi le stelle?

Eric rallentò e prese per una strada perpendicolare all’asfalto che entrava nei boschi. A prima vista Clara non l’aveva neanche notata ma la strada, benché sterrata, era battuta bene. Non ebbero difficolta ad addentrarsi nel bosco con l’audi TT.

Ad un certo punto arrivarono ad uno spiazzo con solo erba. Davanti a loro avevano una vallata illuminata solo da poche luci sparse, la luna irradiava tutto attorno a loro.

– Non te l’aspettavi un posto così vero?

Clara non rispose. Non riusciva a staccare gli occhi da quel paesaggio così magico.

La luna davanti a loro era grande come forse non l’aveva mai vista. La vallata sembrava lontanissima sotto di loro e gli alberi chiudevano il paesaggio di fronte a loro come una cornice.

– Io davvero non riesco a capirti – gli disse – prima mi tratti come una puttana e poi mi porti in quello che forse è il posto più romantico di tutta la regione. Si può sapere cos’hai nel cervello? Io non riesco a trovare un senso nei tuoi gesti.

Clara si era lasciata andare così, senza freno.

Eric abbassò lo sguardo.

– Capisco cosa intendi. Ma davvero io sono così. Mi eccita vederti usata, mi eccita umiliarti… ma per te ho una venerazione da anni e mi si gonfia davvero il petto ad usarti anche come moglie.

I due rimasero in silenzio quasi un minuto a fissare il paesaggio. Poi Eric le disse che se voleva c’era del collutorio nel cruscotto.

Clara si ricordò di avere in bocca ancora il gusto di sperma e testicoli, aprì il cassetto e sciacquò la bocca sputando a terra fuori dall’auto.

– Grazie…

– Ti va dell’erba? – chiese Eric aprendo il tettuccio dell’auto.

Clara aveva fumato l’ultima volta più di 20 anni prima quella roba, non era convinta.

– Tranquilla, è leggera.

Eric la accese e gliela passò. Era davvero leggera, ma bastarono due aspirate per renderla svagata.

– Sapessi da quanto non ne fumavo una…

– Davvero? Tu e tuo marito siete davvero strani. Pensa che lui invece aveva mezzo kilo di coca in un cassetto. Ti incazzi se ti dico che potevi avere di meglio?

– Di meglio? Tipo te?

Clara si voltò e gli sorrise. La canna l’aveva resa leggera, ma aveva ancora l’eccitazione di prima nella sua intimità. Sentì il suo sedile scendere giù lentamente… Eric aveva azionato le levette di entrambi i sedili e ora erano quasi sdraiati. Le venne naturale avvicinare le labbra ai viso del ragazzo, che le rispose insinuando la lingua nella sua bocca.

Il calore della sua lingua, il desiderio che Eric mise nel baciarla la fece sentire viva come non le capitava da anni. Le sue mani esploravano il suo corpo… i fianchi, le cosce… sentì la sua mano sinistra palparle il culo spostando il perizoma. Poi lo sentì sopra di sé con tutto il suo peso. Sentiva la sua eccitazione, quel cazzo enorme che l’aveva sconvolta già la prima volta, ma lo sentiva ancora con i pantaloni eleganti di lui in mezzo.

Eric staccò il volto da quello di Clara e i loro occhi umidi per l’erba si incontrarono. A Clara venne come movimento naturale di strusciare la sua vagina vogliosa sul corpo di lui, così come a lui venne naturale posare la testa sui suoi seni perfetti e far scendere il vestito con la bocca per lasciarli nudi.

Appoggiò la lingua su un capezzolo e lo succhiò avidamente, mentre con le mani li afferrava per tastarli ed eccitarsi. Clara aveva la figa in fiamme, aveva voglia del suo ricattatore, non era mai stata così.

Eric mollò la presa dalle sue tette solo dopo aver succhiato entrambi i capezzoli, solo dopo averli leggermente urtati con la punta della lingua…

Alla luce della luna i capezzoli duri risaltavano lucidi quando finalmente si staccò da lei…

Scendendo con le labbra sul suo vestitino nero, che ora invece le sembrava TROPPO grande, arrivò fino alla sua intimità, che aveva già causato una chiazza sul tessuto.

Il posto davanti era spazioso, Eric riuscì ad inginocchiarsi e si trovò davanti le gambe coperte da autoreggenti e la figa ancora coperta.

Lentamente salì con le mani fino ad afferrare il perizoma. Ma lo sfilò di colpo, facendo sussultare Clara.

Poi sollevò ancora lentamente il vestito e piano si avvicinò alla figa calda.

Clara sentiva l’alito caldo di lui a scaldare ancora quel forno, come se temporeggiasse. Ma lei non poteva più aspettare.

Clara allungò il braccio sulla testa del ragazzo e con la mano afferrò la testa coperta da folti capelli. Con un movimento autoritario la spinse sulla sua figa e finalmente sentì la lingua di lui entrarle dentro.

Le bastò una piccola rotazione della sua lingua dentro di sé per esplodere nel primo fragoroso orgasmo di serata. Non se ne rese conto, ma urlò.

Eric non si tirò indietro, afferrandole i fianchi con entrambe le mani assaporò tutto il succo della donna, non la mollò e anzi la spinse a sé per arrivare ancora più in profondità. Leccava e succhiava, andava in profondità e strusciava le labbra sulle sue di labbra.

Clara era in trance, sentiva solo più il suo battito martellarle il petto, non ragionava e godeva.

Le venne naturale afferrargli il collo e stringerlo a sé baciandolo quando si decise a tornarle sopra senza più la camicia e con i pantaloni abbassati.

Con la mano afferrò quel maestoso palo di carne e se lo appoggiò alla figa. Lasciò a lui il compito di spingerlo dentro e quando lo fece dovette gemere di dolore dentro la bocca di lui visto che non voleva lasciarle le labbra.

Era la prima volta che la prendeva, era enorme e sentì il dolore farsi strada tra lei dopo tutto quel godimento.

Riuscì a staccarsi da lui e a mettere la testa di lato, aveva bisogno di gemere e respirare a fondo per abituarsi, lui ne approfittò per tenerla per le cosce sollevandole leggermente e per leccarle quel seno stupendo mentre la scopava sempre più forte, come un toro.

La sentiva urlare, la sentiva gemere e finalmente abituarsi al suo cazzo. Fu bagnato dal suo secondo orgasmo e la figa divenne ancora più liscia.

Ma lui voleva lasciarle un segno in quella figa, voleva che Alfredo fosse solamente più un minuscolo ricordo.

Sollevandola per le cosce la portò fuori dall’auto, la denudò lasciandole solo più i tacchi e le autoreggenti e la appoggiò sul cofano. Clara non riusciva a ragionare sconquassata da quegli orgasmi.

Venne messa a 90 sul cofano anteriore e si sentì ancora infilzare la figa. Eric però adesso le schiaffeggiava il culo o si piegava su di lei per afferrarle i seni. Scossa dalla sua pompata si lasciò cadere sul cofano freddo, le sue tette a far da cuscino.

Eric le stringeva le cosce invece che allargarle per far sì che la figa stringesse ancor più quel cazzo, la voleva distruggere.

Era a occhi chiusi e non si rese conto del guardone che spiava. Lo notò però Eric, impossibile non farlo. L’uomo, sulla sessantina, era con il cazzo di fuori che si segava furiosamente guardando Clara che gemeva come una cagna.

Eric alzò la mano per salutarlo, poi gli fece cenno di avvicinarsi.

Clara aveva la testa piegata sul cofano dal lato in cui non poteva vederlo. Quando si voltò dall’altro lato si trovò l’uomo con i pantaloni abbassati a pochi centimetri da lei.

In un slancio di lucidità provò ad allontanarsi e gli gridò di andar via, ma Eric con una mano le afferrò un gluteo e con l’altra la prese per i capelli facendola inarcare.

– Clara è bene che tu ti ricordi sempre di non contare un cazzo, adesso da brava puttana pulisci anche questo!

Eric le aveva urlato quelle cose con una tale cattiveria che avrebbe dovuto scappare, ma invece esplose nel terzo orgasmo di serata, il più forte dei tre, il più immotivato per come credeva di essere.

Il vecchio le prese la testa dai capelli come aveva fatto Eric e le mise quel cazzo sporco in bocca. Era piccolo, ma abbastanza largo.

Clara non succhiava, non aveva più la forza per far nulla. Eric le massacrava la figa e il vecchio le scopava la bocca come fosse stata un buco. Perché quello era: un buco per cazzi.

Il primo a venire fu il vecchio: tirò fuori il cazzettino dritto ed esplose puntando tutto sul suo viso. Era tanto che non veniva e finì per imbrattarle quel bel viso da donna snob, una parte andò pure a finire sui capelli vicino alla fronte. Sentiva la puzza del suo seme, il viscidume che aveva sul volto e come colava. Si schifava, ma si trovò ancora una volta eccitata.

A quella scena Eric, che per tutta la serata era stato un toro, non resistette oltre e piantandosi dentro la donna esplose con una copiosa venuta dentro la sua figa. I primi fiotti andarono sul fondo della figa, ma ne aveva talmente tanta che finì per ricoprirgli il cazzo, come se l’avesse messo a mollo… Era il paradiso…

Il guardone ringraziò velocemente Eric e si dileguò. La sua serata era stata ampiamente proficua.

Eric e Clara rimasero per interi minuti (5? Forse 10?) piegati sul cofano della macchina, ormai nudi, con Eric che ancora non era uscito da lei. I loro respiri erano affannati come quelli di due maratoneti e solo per il freddo che iniziava a farsi sentire decisero di alzarsi per ritornare in macchina.

Eric concesse a Clara di indossare il vestito, ma le ordinò di non pulirsi il viso e soprattutto di non far uscire il suo sperma dalla figa. Si sarebbe sistemata a casa e non doveva assolutamente sporcare l’auto.

Lui invece si sistemò alla bell’e meglio senza neanche abbottonarsi pantaloni e camicia.

Stravolti fecero ripartire l’auto e ripresero il sentiero, stavolta sì, per andare a casa.

Per pareri, curiosità e consigli scrivetemi a frank.ossido@libero.it

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