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Sexy Squid game-Gioco 1 (Prima Parte)

By 27 Ottobre 2021No Comments

Premessa: sei ragazzi e sei ragazze, dai venti ai trent’anni, sono stati selezionati in tutta Italia per prendere parte al primo Sexy Squid Game, Hanno scelto volontariamente di giocare, ogni giocatore ha le sue ragioni per voler partecipare e vincere. In palio 20 milioni di euro, una cifra considerevole. I giocatori di questa prima edizione sono Benito, Chiara, Abhay, Jasmine, Filippo, Martina, Song, Alice, Michele, Sae-byeok, Jhonny ed Erika.

GIOCO 1
Quando ebbero ripreso coscienza ancora un po’ indolenziti e intontiti si sollevarono da terra e si guardarono intorno. Erano stati certamente narcotizzati durante la notte, prelevati dai loro letti e trascinati fino a quel posto. Non avevano mai visto prima la sala dove ora si trovavano accanto a dei perfetti sconosciuti. “Dove diavolo siamo?” chiese Chiara, una biondina occhi azzurri un po’ paffutella e molto carina, mentre con i polpastrelli si massaggiava nervosamente le tempie che battevano come un tamburo per lo stordimento. “Ho visto decine di survival game, sono sicuro che questa sarà la sala dove giocheremo” disse Abhay. Tutti annuirono. Abhay, bassino e di pelle scura, doveva essere indiano o pakistano. A causa della sua corporatura esile sembrava il più piccolo del gruppo. Abhay aveva l’aspetto del nerd. Michele e Sae-byeok si misero subito ad esplorare in lungo e in largo la sala giochi. La sala giochi era un ampio stanzone dalle pareti perfettamente bianche, senza il minimo arredamento. Solo in alto su una delle pareti svettavano un altoparlante e un display che indicava 60:00.
L’altoparlante entrò in funzione, ne uscì una voce profonda e chiara da conduttore televisivo.

“Benvenuti e benvenute. Richiedo la vostra massima attenzione. Per i primi cinque giochi giocherete a coppie, le sei coppie sono state formate casualmente. Ai vostri piedi un braccialetto con il vostro nome e un numero assegnato alla vostra coppia, indossatelo, Per ogni sfida avrete un’ora di tempo. Chi si vorrà ritirare dovrà semplicemente pronunciare la parola Calamaro e la sua coppia verrà squalificata. Veniamo ora al primo gioco: dalla porta verde stanno per uscire sei ragazze, ognuna ha una figura geometrica di diversi centimetri tatuata sul petto. Ciò che voi dovrete fare è riversare i vostri umori su una figura geometrica a vostra scelta: la sborra e gli umori fuori dalla figura geometrica non verranno conteggiati. La coppia che avrà riversato più umori al termine dei sessanta minuti totalizzerà dieci punti, la seconda arrivata cinque punti. Buona fortuna! ”

In effetti appena la voce finì di parlare da una porticina verde entrarono in fila sei ragazze nude carinissime; erano magre, lineamenti dolci e seno piccolo; sembravano identiche se non per un diverso colore di capelli e diverso tatuaggio; due erano bionde, due castane e due rosse. Tutte lo stesso taglio a caschetto. Le more avevano tatuato un cerchio, le bionde un triangolo e le rosse un quadrato. Si inginocchiarono senza il minimo cenno di vergogna davanti ai concorrenti. I sei ragazzi e le sei ragazze osservarono lo spettacolo quasi in trance ma non appena si accorsero che il timer era partito si ridestarono. Raccolsero in gran fretta i braccialetti identificativi e si disposero a coppie. Il gioco aveva avuto inizio, erano già passati cinque minuti.

“Lo sapete che non vedo una donna da cinque anni? Al posto dei testicoli ho due palle da bowling piene di sborra. Ho la vittoria in pugno”. Ed era vero. Da quando era entrato in carcere per rapina a mano armata Benito non aveva potuto sfogare le sue voglie nemmeno una volta, perfino segarsi era stato difficile. Benito era un energumeno di due metri, robusto spalle larghe, due bicipiti gonfi così come i suoi pettorali, tatuato dal collo alle caviglie e con il cranio rasato. Afferrò con violenza il polso di Chiara che aveva avuto la disgrazia di capitare sua partner. La afferrò e la trascinò di corsa davanti ad una delle ragazze genuflesse, una di quelle con il caschetto moro. Tutto accadde in un istante. Chiara era rigida, dagli occhi lasciava trasparire paura sebbene cercasse di reprimere le sue emozioni mangiandosi nervosamente le unghie.
L’energumeno le intimò di piegarsi forzandola in avanti con una mano.
” Che fai?”
“Non vorrai mica che mi seghi da solo. Se vuoi vincere dobbiamo collaborare”
Non si conoscevano affatto ma quel ragazzo non esitò a sollevarle in un attimo la gonna fantasia scozzese sotto la quale Chiara non portava intimo (si sentiva più fresca, diceva). Erano partner ora. Chiara aveva un bel sedere rotondo con una leggera voglia di caffè sulla chiappa sinistra. Qualche smagliatura sulle cosce. Benito non ci badò, le strappò subito anche la camicetta azzurra facendole saltare i bottoni all’altezza del seno, Sotto un reggiseno bianco custodiva graziose mammelle che sarebbero entrate nella coppa di un champagne. Quattro nei sul petto formavano un rombo. La ragazza piegò il busto a quarantacinque gradi. Il suo partner si sbottonò meccanicamente i jeans, già arrapato moriva dalla voglia di mostrare a tutti la sua calibro 19 centimetri. Era un cazzo decisamente grosso e nodoso, le cui dimensioni erano risaltate dalla rasatura intorno all’inguine. Chiara, che sbirciava con la coda dell’occhio, cominciò ad eccitarsi e bagnarsi. Le erano sempre piaciuti i tipi rudi e stronzi, anche se poi si riempiva per questo di paranoie e sensi di colpa. Di notte aveva spesso sognato di essere investita da un cazzo del genere.
Benito era ora dietro di lei, a pochi centimetri dalla sua fica nuda e indifesa. Si trattava di una fica deliziosa, con sopra un folto pelo biondo. Con la mano destra il bullo le afferrò il fianco nell’intenzione di portare i due bacini maggiormente aderenti; con la mano sinistra si avvicinò alla boccuccia di Chiara; con l’indice ne accostò le labbra, subito premette per entrare. Una prima penetrazione era avvenuta. Questa volta senza bisogno di incoraggiamenti la biondina prese a leccare e succhiare quell’indice grassoccio e unto. Era come ipnotizzata. Benito ne approfittò per profanare il suo sesso. Un colpo secco e violento, dato senza preavviso. Chiara uscì dal suo stata ipnotico e strinse i denti soffocando una smorfia di dolore. Fu come essere svegliata con un secchio d’acqua ghiacciata, solo che il furfante dentro la sua fica stretta era una presenza calda. Quando estrasse il cazzo l’energumeno si ritrovò macchiato di sangue. La signorinella era vergine. Chiara arrossì. L’eccitazione montò tosta. Dopo essersi ripulito alla meglio del sangue strofinandosi sulla voglia di caffè quel furfante volle rientrare alla svelta nella caverna di carne appena violata. La seconda penetrazione fu se possibile ancora più rude della prima; la terza ancora più rude della seconda e così via. Il ritmo delle penetrazioni divenne presto serrato e brutale.
Chiara si ritrovava ora con il busto a novanta gradi, protesa in avanti e tenuta in equilibrio solo grazie alla presa di Benito forte attorno ai suoi gomiti. Agevolato da una maggiore lubrificazione e dilatazione il cazzo si tuffava completamente fino alle palle. L’amplesso durò circa sei/sette minuti. Benito avvertì un crescente calore avvampare il suo uccello e quando si accorse di aver raggiunto il punto di non ritorno si congedò dalla partner senza complimenti. Piegandosi un poco il fascistone si mise all’altezza del cerchio sul petto della mora, si prese il pene in mano e proruppe immediatamente in un’onda anomala di sperma. Tre schizzi quasi interminabili colpirono l’interno della figura geometrica. Benito aveva mantenuto la promessa.
Il gioco era entrato nel vivo.

Scrivimi se ti è piaciuta la prima parte di questo racconto all’indirizzo e-mail acchiappasogni918@gmail.com. Cosa ne pensi di Chiara e Benito?
Nei prossimi capitoli presenterò gli altri personaggi.

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