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Racconti di DominazioneRacconti Gay

Come sono diventato gay

By 16 Giugno 2018Dicembre 16th, 2019No Comments

Arrivato a 68 anni ho deciso di scrivere in breve le mie poche ma stupende esperienze. Non so perché, me lo sono chiesto un sacco di volte, ma fin dalla piccola età, quando ancora di sesso non avevo sentito parlare ho iniziato a fare cose inspiegabili, ho iniziato a usare il mio culetto in modo improprio, non ricordo quale fu la causa o il motivo per cui iniziai a introdurvi oggetti ‘come penne o altre piccole cose’, questo mi provavo piacere e questo bastava. Più crescevo &egrave più desideravo mettermi dentro oggetti più grandi, non credo di essermi mai rotto ma sollecitavo la dilatazione con un po’ di tutto. Avevo conosciuto l’orgasmo e questo mi provocava un ulteriore piacere nel farlo, addirittura amavo sadomizzarmi mettendomi seduto su una bottiglietta di Campari appoggiata su una sedia, dopo poco che forzavo per la dilatazione potevo lasciamici andare sopra ‘con molto piacere’. La mia fantasia era quella di essere abusato da un adulto, per simulare questo ho iniziato ad usare spaghi, con questi mi legavo i piedi ben stretti, una volta legati saldamente li appoggiavo su una sedia posta davanti a quella in cui avevo messo la bottiglietta. Mi sedevo sul bordo, mettevo i piedi sull’altro sedia, con le mani appoggiate ai bordi della seduta ‘che ospitava questo pseudo fallo’ mi sostenevo, in quel modo avevo tutto il tempo di far entrare la parte iniziale di quell’oggetto dentro senza far danni, dopo un po’ di questo sostenermi con le braccia ormai curve iniziavano a stancarsi, così si piegavano sempre di più fino allo sfinimento. A quel punto cedevo completamente e finivo di impararmi, le mani libere a quel punto facevano il resto, quello che provavo era un piacere talmente intenso da rimanere in quella posizione sospirando per molti minuti. Mi tiravo il prepuzio muovendolo a destra e a manca ed a occhi chiusi dal piacere sognavo la Violenza subita da quell’agognato adulto Non sapevo come, ma l’evoluzione dei miei desideri andava a mille, non mi accontentavo più ‘nella fantasia’ di essere semplicemente scopato da un adulto, ma desideravo essere legato completamente per subirlo, ma questa operazione di auto immobilizzazione era troppo difficoltosa e per farla da solo era impossibile, nonostante studiassi come fare non mi &egrave mai riuscita. Sono cresciuto ulteriormente e i desideri si facevano ancora più spinti, ho fatto cose di cui mi vergogno anche a parlarne. Ma arriviamo un po’ più in qua, questo desiderio non mi ha tolto però la prerogativa che quasi tutti hanno, in seguito ad un innamoramento per una ragazza mi sono sposato. Matrimonio felice, nonostante i miei reconditi desideri momentaneamente messi in un cassetto. Ormai venticinquenne, nel luogo di lavoro, ho fatto una stupenda amicizia con un collega con il quale siamo diventati come fratelli, lui era più grande di me di alcuni anni, era piuttosto grasso e la simpatia che esprimeva era talmente tanta che siamo entrati in confidenza. Lui era talmente spigliato e scherzoso che qualsiasi discorso affrontassimo diventava motivo di risate, arrivarono anche le confidenze sessuali. Quando avevamo in questi discorsi non aveva remore nel parlare, era veramente e dichiaratamente un porcello, delle volte faceva ‘per provocare una reazione’ anche delle toccatine e giù risate a seguito delle reazioni. Capirete……Quei sogni ormai chiusi nel cassetto da troppo temo stavano tornando a bussare alla mia mente. Ma come fare per provocare in lui il desiderio di volermi scopare senza passare da gay, era veramente difficile. A quel punto lo provocavo, ma quelle piccole provocazioni non lo portavano a fare quello che desideravo. L’occasione che ha dato la svolta si &egrave presentata quando io ho preso una bronchite, lui veniva a casa per farmi le iniezioni ed io ormai spinto dal desiderio facevo di tutto per provocarlo, non abbassavo leggermente gli slip, ma li portavo fino sulle cosce, lui porcello come era, prima dell’iniezione, volendo scherzare mi palpava le chiappe, io fingevo di arrabbiarmi, ma contemporaneamente lo provocavo chiedendogli se gli sarebbe piaciuto, -e lui: stringendomi una chiappa’si bel culetto che hai, bello sodo, proprio come piace a me, se stai ancora a letto ti sistemo!!!’ -Io: ‘sei un maiale, smetti’ Mi strizzava il cotone imbevuto di disinfettante nel solco che formavano le chiappe per poi ripassarci con il cotone per asciugarmi, io ovviamente sempre più ‘falsamente arrabbiato’ mi divincolavo e tiravo su gli slip. Queste occasioni ormai avevano aperto il discorso, nei viaggi per andare a lavoro il colloquio cadeva sempre sul mio culo e nel come si divertiva a toccarmelo, se non iniziava lui iniziavo io e lui continuava. Ormai in auto lui faceva anche delle toccatine infilando le dita tra il sedile e il mio culo, ovviamente tocca oggi e tocca domani gli permettevo sempre di più di soffermarsi in quella posizione. Ormai non gli dicevo nemmeno più di toglierla e capitava spesso di incrociare lo sguardo, l’imbarazzo si tagliava a fette, lui che era arrivato al punto di desiderarlo veramente ed io che pur desiderandolo più di pui non osavo parlarne per non essere tacciato da gay e magari essere deriso. Una mattina accadde……. la sua richiesta avvenne, fu quasi una dichiarazione d’amore, un discorso serio:’vedi………., in tutto questo tempo, in tutte queste situazioni mi hai fatto venire veramente il desiderio di possederti. < > ovviamente rimarremo amici qualunque sia la tua decisione’. Ormai……visto anche il mio desiderio! Non potevo rifiutarmi tassativamente, dovevo lasciare la porta aperta perché tutto il discorso continuasse. Feci capire che ero rimasto molto sorpreso da questa sua richiesta, ma non lo mortificai ‘visto la serietà del discorso’, rimai in silenzio per tutto il viaggio. Al ritorno a casa, lui si scuso ed io non gli permisi di terminare il discorso dicendogli che lo capivo e che non aveva motivo di scusarsi, del resto…… la cosa aveva preso una piega che poteva dare adito a questo suo desiderio, lo capivo e solo se l’amicizia avrebbe prevalso su tutto ci avrei pensato. L’eccitazione di entravi era evidente, io rosso in faccia come non mai, stavo ammettendo di desiderarlo, lui, anche senza parlare vedevo che già aveva capito la mia disponibilità. Ma la conferma avvenne la mattina successiva, non mi mise la mano sotto il sedere, ogni poco mi guardava, io stavo zitto, mi vergognavo troppo. Fu lui a rompere il ghiaccio, ‘con dire disinvolto’dai Massimo, se stai così non ne facciamo di niente, ed io:- ‘Va bene, proviamo, ma dovrai fare quello che ti dico e se all’ultimo mi tiro in dietro rimarremo amici’. Non ci fu nessuna toccatina, non c’era più bisogno, ormai pregustava già la mia inculata ed io pensavo già a come non passare proprio da Troia. Continuo lui:- ‘stasera sono solo a casa, se vieni proviamo’ ormai inutile fingere di fare il prezioso:-‘va bene, a stasera’. Mi feci una doccia e con la scusa di andare in aeroporto sono partito per realizzare il mio sogno. Mi sono fatto i quattro piani e dopo aver bussato ho aspettato sul pianerottolo, lo sentivo armeggiare per togliete tutti i catenacci e alla fine ha aperto, lui era dietro la porta e non si faceva vedere, l’ho capito subito dopo essere entrato il perché. Era completamente nudo con già il sue pene in completa erezione. Mi sono vergognato, ma lui come detto prima era veramente un porcello, si muoveva già con disinvoltura. Il desideri che avevo di provare a fatto si che non abbandonassi il campo, ma non trovavo la via di spogliarmi, sono andato in cucina, mi sono seduto al tavolo e lui sempre nudo e sempre più eccitato mi &egrave venuto sempre in piedi di fianco. Avevo il suo pene all’altezza del viso, con i gomiti appoggiati sul tavolo guadavo fuori dalla finestra e fingevo di ignorare la sua momentanea scomoda posizione. Lui si toccava continuamente l’uccello, solo dopo alcuni interminabili minuti mi ha detto:- dai Massimo, vedo che ti vergogni, ma ormai l’ho capito, me lo hai confessato lo vuoi!! Io:- &egrave vero, ma sai &egrave la prima volta &egrave anche se lo desidero temo che potrebbe succedere, se dovessimo litigare che tu mi sputtaneresti. Lui:- non devi dubitare di questo, se avessi queste intenzioni lo farei comunque, potrei inventarmi anche di averti già inculato, ma sono una persona seria. Il tempo di smettere con tutti questi discorsi era arrivato, era arrivato il momento più difficile, fare il salto del fosso, sapevo che, una volta successo quello che mi aspettava non sarei più stato il solito. Comunque mi sono alzato in piedi e guardando a destra e sinistra prendevo tempo, ma lui non aveva più tempo da perdere e mi ha messo una mano proprio sulle chiappe, non me lo aspettavo un comportamento così deciso, anche se lo aveva già fatto in macchina senza nessuna mia reazione li era diverso, non riuscivo a stare con la sua mano sul culo, ma lui non mollò la presa, lo sapeva che ormai sarei diventato suo. Lo sapevo anch’io, mi sono fatto coraggio e gli ho chiesto di andare in camera. Io danti a lui e lui da dietro che continuava a toccarmi, non lo evitavo più, mi sono slacciato la cintura e mi sono abbassato i pantaloni, agli slip ci ha pensato lui, ero in trance, sentire uno che mi abbassa gli slip con l’intento di prendersi il mio culetto era molto strano, molto piacevole. Ormai mi sentivo già suo, era sufficiente toccarglielo per dare inizio a tutto. L’ho fatto e lui ormai eccitatissimo non ha più resistito e:- dai sdraiati e facciamolo, vedrai che ti piacerà e non vorrai più farne a meno. Questa frase pur avendo saputo che era la verità &egrave stata una pugnalata al mio modo di essere, sarei diventato gay, per sempre!!!! Come detto prima stavo per fare il salto del fosso e mentre con la mente stavo riflettendo lui ha preso l’iniziativa di spingermi sul letto. Ormai sul letto mi sono messo a pancia sotto con i pantaloni e le mutande s mezze gambe. A toglierli ci ha pensato lui, mi ha tolto le scarpe e sfilato tutto, ho chiuso le gambe con molto pudore, lui &egrave salito sul letto e con le gambe aperte si &egrave posizionato sopra di me. Aveva organizzato già tutto, sapeva che saremo finiti li, su quel letto, mi aspettavo di sentire per la prima volta il cazzo che mi avrebbe sfondato in modo naturale, i vari oggetti che avevo usato nel masturbarmi non erano viventi, non pulsavano, e poi li dovevo muovere io, era tutto prevedibile. In tutto questo mio pensare non mi ero reso conto che allungando una mano aveva preso qualcosa per lubrificarsi, lo sentivo armeggiare, ma io non volevo guardare cosa stesse facendo. Non immagineresti mai il piacere mentale che ho provato in quei infiniti momenti, ma eccolo, sento che inizia a strusciare la cappella tra le mie chiappe, fremevo, erano circa 25 anni che aspettavo questo momento, non dimenticherò mai la prima spinta che ha dato per penetrarmi, il dolore era minimo e il piacere enorme, più che altro mentale, sapermi posseduto da un uomo stava diventando realtà, anzi….. era diventata realtà, Non ero più il Massimo di sempre, ero cambiato. Ora era diventato gay, ma lui amava chiamarmi ‘finocchione mio’, anche se non mi piaceva essere difinito così, lo accettavo, stavo diventando passivo anche in quello. Abbiamo raggiunto dopo poco contemporaneamente, non avrei voluto farlo, ma non sono riuscito a trattenermi. Lui &egrave stato sopra di me fino a quando non ha perso l’erezione. Quando si &egrave accorto che ho raggiunto anch’io si &egrave sentito un grande, ed io mi sono sentito una gran Troia.
Ormai io e il mio amico ci frequentavamo da temo, non molto spesso, ma quella volta al mese succedeva.
Parlavamo spesso dei nostri incontri e dei nostri desideri, quello sì, e a forza di raccontare i rispettivi desideri ognuno si faceva l’idea di cosa l’altro desiderava.
Lui lo sapeva, io desideravo essere solo passivo, ma questo a lui piaceva, come a me piaceva avere un ‘compagno’ attivo.
Aveva capito che amavo anche essere legato e subire piccole vessazioni, così andavano avanti i nostri colloqui, e dopo avermi posseduto legandomi con delle fascette per elettricisti ‘
(Che dopo racconterò)i suoi desideri si stavano affinando, il mio narrare lo avevano portato ad apprezzare pratiche sadomaso.
Iniziava anche a desiderare nel vedermi alle prese con altre persone mentre mi inculavano, io però solo per vergogna non ho mai accettato.
Sua moglie era andata a trovare i suoi genitori e lui insistentemente mi chiedeva di andare a trovarlo, sapevo per cosa, ma gli impegni familiari mi impedivano di farlo.
Vista la sua insistenza abbiamo deciso di prenderci un paio d’ore di permesso dal posto di lavoro e andammo direttamente con le tute da lavoro a casa sua.
Salimmo le scale e dopo avere aperto tre serrature a molte mandate siamo finalmente entrati.
Sapevo già che avrei dovuto spogliarmi e per quelli che ormai erano anche diventati i suoi desideri mi ha subito legato le mani dietro la schiena con la cintura di un accappatoio, poi… la stessa ‘essendo lunga’ me la ha girata intorno la vita per annodarla davanti al mio ombelico, così non avrei potuto fare niente per le decisioni che avrebbe preso per il mio culetto.
Lo aspettavo in camera seduto sul letto, pensando che fosse andato a lavarsi per poi iniziare con un pompino, invece mi ha chiamato in cucina, sono andato la &egrave una volta arrivato mi ha fatto mettere davanti uno sgabello che teneva come seduta d’emergenza.
Mi ha legato con delle fascette da elettricista i piedi ognuno ad una gamba dello stesso sgabello, così mi ha impedito di chiudere le gambe, poi ha preso una bottiglietta in vetro, ‘non aveva l’etichetta e non so cosa contenesse’, comunque era decisamente più grossa del suo cazzo, dopo averla lubrificata con un sapone liquido con le dita di una mano mi ha aperto le chiappe e con una leggera pressione mi ha introdotto il collo della stessa nel sedere, poi, tenendo la bottiglietta con la mano mi ha fatto accucciare fino a farla toccare sullo sgabello, si &egrave raccomandato che mantenessi la posizione &egrave così ho fatto.
Prese una cordicella da un cassetto, me la fece passare sulle cosce, vicino alla pancia, poi fermo gli estremi della stessa alle gambe posteriori dello sgabello mettendola leggermente intenzione, quel tanto che bastasse perché la bottiglietta non fuoriuscisse.
Stavo praticamente accovacciato a ginocchia piegate. Mi aspettavo che continuasse con le sue richieste che non arrivavano, sinceramente……quella posizione non era molto comoda, non immaginavo dove volesse arrivare o cosa gli girasse nella testa, ma lo capii presto.
Si mise a sedere a guardarmi da una c’era distanza, non capivo cosa intendesse fare, tanto che glielo chiesi, lui si accese una sigaretta e aspetto a po prima di parlare.
Le gambe iniziavano a dolermi per quella scomoda posizione, tanto che glielo dissi.
Lui con tutta calma mi rispose che avrebbe voluto vedere le mie gambe cedere e godere nel vedermi quando mi sarei rotto il culo.
Gli dissi:- mi mi farò male!!! E lui, no no, ti farà bene allargarti un po’.
Quel gioco non mi piaceva più tanto e non ero per niente d’accordo.
Gli chiesi di liberarmi, ma fu inutile, così dovetti restare in quella posizione con la speranza che la dilatazione non avvenisse.
Le gambe iniziavano a dolermi in modo abbastanza forte, tanto che decisi di scaricare un po’ il peso corporeo su quella bottiglietta, infatti, stavo proprio riuscendo a salvare capra e cavoli.
Era bastato un leggero alleggerimento sulle gambe per avere subito un beneficio e questo subendo solo una leggera dilatazione.
Erano già una quindicina di minuti che ero in quel modo e iniziavo nuovamente a sentire dolore alle cosce, ma non potevo lasciarmi andare, mi sarei fatto male, deciso allora di sollevarmi nuovamente, per stendere un po’ i muscoli, ma il dolore era troppo forte, dovetti appoggiarmi nuovamente sulla bottiglietta, non riuscivo più a resistere dovetti cedere ancora qualche centimetro, ormai il dolore mi stava prendendo un po’ da tutte le parti, le gambe non mi reggevano più e il dolore che mi provocava la dilatazione iniziava ad essere abbastanza forte.
Lui si accese la seconda sigaretta, vedevo che si aggiustava il cazzo già molto vistoso nelle mutande, tanto che gli faceva capolino da sopra l’elastico, se lo strusciava continuamente.
Ma quello ormai per la mia situazione non mi eccitava più, stavo veramente per cedere, per non sentimi ripetere che sarei dovuto rimanere in quel modo mi sono fatto coraggio, mi sono lasciato andare.
Sono stato devastato da un dolore lacerante, non ho gridato ma ho mugolato per un lungo periodo.
Ormai mi ero seduto e lui &egrave venuto da me, il dolore ormai mi stava passando e lui tirato fuori il cazzo me lo ha messo in bocca.
Il dolore ormai si stava trasformando in un leggero piacere, era un po’ tutta la situazione che stava iniziando a provocarmi piacere, legato, seviziato, alla merce di uno che stava abusando di me, lo avevo sempre sognato e stava succedendo.
Mi ha sfiorato il cazzo ed &egrave stato sufficiente quello per farmi raggiungere.
Credevo fosse finito tutto lì, ma dopo avermi liberato e sollecitato ad alzarmi ho perso la bottiglietta che si era sfilata immediatamente.
Per un braccio mi ha portato in camera e, dolo avermi fatto sdraiare sul letto mi ha inculato.
Non sentivo niente, il suo cazzo anche se durissimo non mi dava nessun piacere, ormai ero veramente diventato un oggetto di piacere, vivevo la cosa senza provare piacere sessuale, ma provavo solo un piacere mentale, sapermi oggetto desiderato &egrave abusato.
Lui ha continuato a scoparmi fino al suo raggiungimento, insultandomi e facendomi notare che ormai avevo il culo sfondato, questo ad ogni colpo di reni che mi dava.
Si &egrave alzato ed &egrave andato in bagno.
Io, ancora con le mani legate mi sono alzato in piedi, ma dopo quel servizio non avevo più la capacità di trattenere il suo sperma che mi scendeva tra le cosce, a niente servivano i miei sforzi di tene lo sperma dentro di me.
Tornato in camera mi ha liberato le mani ed io, con una mano dietro sono corso in bagno a lavarmi.
Siamo tornati a lavorare, ormai avevo la consapevolezza che il mio lato B non sarebbe più stato il solito.
Lui era soddisfatto di essere riuscito a realizzare quello che studiava da tempo, io dopo un paio di giorni sono tornato ad una c’era normalità.
Anche se alla fine quella esperienza mi aveva dato quello che desideravo ho deciso che mai più avrei subito una cosa del genere.
Lui da quella volta, tutte le volte che mi scopava mi diceva di quanto gli era piaciuto nel vedermi e scoparmi con il culo rotto.
Proprio così non lo abbiamo più fatto, ma le nostre esperienze non sono finire lì.
Ho accennato che avrei raccontato di quella volta che il mio amico ha iniziato a legarmi.
La prima volta &egrave stato con delle fascette da elettricisti.
Lui…… non ci pensava proprio a legarmi, ma io invece ero ancora piccolo quando già pensavo a questa cosa.
Sicuramente sono un po’ masochista, ma chi non lo &egrave se decisamente passivo?
Gli incontri dopo la prima volta non sono stati moltissimi, proprio per questo ne parlavamo molto, parlandone sognavamo ognuno a suo modo e fantasticava su cosa avremo desiderato uno per l’altro.

La mia atavica passione al bondage e al sadomaso mi logorava sempre più, lui….. nonostante il mio sforzo per farglielo capire non recepiva.
Gli incontri si svolgevano sempre nel solito modo, potevamo cambiare mille posizioni ma il rapporto per me, concepito in quel modo stava diventato piatto.
Questo perché il sottoscritto assolutamente non desiderava raggiungere il piacere sessuale, il mio piacere era ed &egrave esclusivamente cerebrale e il ménage sessuale avrebbe rovinato tutto.
Per lui era diverso, lui provava sempre il piacere prima di smettere, dargli soddisfazione mi piaceva molto, ma alla fine se non cambiava un po’ musica non trovavo più questo desiderio.
Tutto il problema era dovuto al fatto che il sottoscritto, prima di essere penetrato gli imponeva una certa calma nel farlo, permettendogli solo dopo che avevo raggiunto la mia massima dilatazione di muoversi come più gli piaceva.
Ma il tempo che impiegava a farmi raggiungere la completa dilatazione era tale che si eccitava troppo e la sua venuta arrivava in pochi minuti, delle volte raggiungeva l’orgasmo entrando. &egrave così non andava bene, lo vedevo deluso e insoddisfatto.
Avrebbe voluto che io avessi il buchetto un po’ più aperto, così, entrando senza problemi sarebbe resistito di più. Ma io proprio non volevo farmi rompere definitivamente il culo.
Comunque…….. Vedendo spengere questo rapporto arrivai alla decisione che un sacrificio avrei dovuto farlo.
Il fatto era di come farlo, nel come subire la rottura del mio culetto, tutto sarebbe dovuto accadere anche con mia soddisfazione.
Dopo lungo pensare e durante uno di quei lunghi colloqui, che avevamo tra un incontro e un’altro gli ho fatto una proposta:-Va bene, mi faccio sfondare il culo, ma prima, per impedirmi una reazione negativa che potrei avere o un mio tentativo di sottrarmi al tuo desiderio all’ultimo momento dovrai legarmi e tu, qualunque cosa ti dica devi fare quello che ora ti ho chiesto.
Gli brillavano gli occhi, già aveva iniziato a toccarsi per aggiustarsi il cazzo nelle mutande.
Anche io ero eccitatissimo, già pensavo e godevo nel sapermi ‘finalmente’ legato e abusato.
Non ha voluto aspettare il giorno prefissato dell’incontro, organizzo tutto in pochi minuti. Telefono a sua moglie e la fece andare a trovare la mia con la scusa che la sera stessa avremo mangiato la pizza insieme.
Così &egrave stato, alla smessa lavori siamo andati a casa sua, tutti e due eccitatissimi, ognuno con i suoi desideri, io quello di essere finalmente legato e abusato e lui quello finalmente di rendermi di suo piacimento, cio&egrave con il culo più aperto.
Partito da lavoro già con in tasca delle grosse fascette da elettricista aveva già elaborato tutto quanto, avrei preferito una corda, ma si può avere tutto? Se avessi chiesto quello forse avrebbe capito ‘cosa che non volevo’ che avrei provato piacere a farmi legare e rompere, così non sarebbe stato meno piacevole.
In due minuti ci siamo spogliati, lui aveva un cazzo talmente duro che gli sbatteva ad ogni passo quasi nella pancia, lo guardavo e lui accortosi di quello e pensando che avrei potuto avere un ripensamento si &egrave sbrigato nel bloccarmi le mani dietro.
Infatti, non &egrave che fossi molto tranquillo, ma ormai avevo deciso che quella sarebbe stata una esperienza irripetibile.
Sono salito con le ginocchia sul letto , avevo ancora i piedi fuori e lui si &egrave insinuato con le sua ginocchia tra essi e allargando le sue gambe ha allagato le mie, poi, sempre con le fascette di plastica, ma usandone due per caviglia mi ha bloccato i piedi al bordo della rete.
Si strusciava continuamente il cazzo, fremeva dal desiderio di rompermi, fremevo anch’io, ma dal timore di sentire troppo dolore.
Con una spinta alle spalle mi ha fatto cadere sul materasso a pancia sotto e mi sussurrava;-‘vedrai che dopo ti piacerà di più prenderlo, non mi dirai più fai piano, ora rilassati!!!!’
Una parola!!!! Si fa presto a dirlo, anche se me la ero cercata, non ero tranquillo, assolutamente!!! Ero preoccupatissimo!!!
Ma ormai ero lì a gambe aperte e legato, con la mano stava dirigendo il cazzo al mio buchetto e dopo averlo trovato si &egrave soffermato, la mente mi andava a mille, tanto che glielo ho detto;- ‘ma un lubrificante noo??’
Lui;- ‘no, non rovinare tutto ora.’
Sono rimasto zitto in attesa del ‘supplizio’.
Sentivo che si aggiustava per penetrarmi con decisione ed io cecavo di rilassarmi il più possibile, ma ecco, ha iniziato a spingere, il dolore appena iniziato &egrave stato già forte, tanto da provocarmi un piccolo grido.
Lui prontamente con una mano mi ha tappato la bocca prima della seconda e decisiva spinta.
Indescrivibile il dolore, in un attimo ho sentito le sue palle attaccate con forza al mio culo, io non potendo gridare mugolavo decisamente forte e lui:-‘fai piano potrebbero sentirci!!’
Ha avuto il buon senso però di rimanere fermo dentro di me per un bel po’ di tempo, fino a quando il dolore se &egrave calmato &egrave così i miei mugolii diminuiti.
Tolta la mano dalla bocca ha iniziato a pomparmi e dopo alcuni minuti ha raggiunto l’orgasmo. Si &egrave svuotato bene dentro di me con immenso mio piacere.
Mi ha liberato con delle forbici che erano li a portata di mano.
Andati in bagno e una volta sistemati dopo esserci vestiti ci siamo messi seduti in cucina per prenderci un caff&egrave.
In silenzio tutti e due soddisfatti in attesa che uscisse il caff&egrave abbiamo più volte incrociato gli sguardi, io non capivo come mai, ma avvisavo in questi sguardi un atteggiamento di possesso nei miei confronti, ed io con questa sua percezione di padronanza nei miei confronti provavo molto piacere.
Anche lui ne provava, ma ne provava proprio fisicamente, e ancora desideroso e molto più disinvolto di me si &egrave abbassato i pantaloni e gli slip, poi ha voluto che mi sedessi sulle sue ginocchia, ovviamente voleva sentire il mio culo e ha voluto che anch’io abbassassi gli indumenti, una volta fatto mi ha preso per la vita e mi ha tirato a se facendomi sedere sulle sue gambe.
Sentirmi cercato in quel modo mi dava grande piacere, il suo cazzo iniziava nuovamente a spingere sotto le mie gambe, ed io aprendole glielo ho preso indirizzandolo nuovamente nel culo ormai aperto.
Ha voluto che ci alzassimo insieme senza che il cazzo uscisse, poi, camminando in quel modo e tenendomi in vita mi ha portato nuovamente a letto dove, sempre senza farlo uscire, ma con molta difficoltà mi ha fatto sdraiare nuovamente e mi ha scopato per un ben più lungo periodo.
Sono stato felice di avergli donato ‘insieme alla mia soddisfazione’ dato piacere.

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Giocando
Ormai anche io ero diventato…… o per meglio dire mi ero realizzato, ma le fantasie nella mia testa non finivano mai, il mio amico sinceramente non riusciva a seguirmi in tutte le mie evoluzioni.
Amavo il bondage, ma lui lo aveva utilizzato solo per riuscire nel suo intento di rompermi il culo, poi lo ha abbandonato.
Per un lungo periodo mi ha usato con sua grande soddisfazione ‘e non meno quella mia’ proprio come voleva lui e non aveva più il problema di eiaculazione precoce, le sue scopate sinceramente duravano molto di più.
Si potenza anche permettere di rimanere fermo dentro di me in erezione per lunghissimi periodi, piaceva molto a tutti e due, tant’&egrave che delle volte iniziavamo a letto e cambiavamo posizione o luogo senza volerlo fare uscire da dentro di me. Una volta addirittura ha voluto che ci spostassimo in cucina perché gli facessi un caff&egrave, ovviamente senza tirarlo fuori. Per non farlo uscire dal culo ha assicurato la nostra vicinanza con la cintura dell’accappatoio girandola e annodandola intorno la vita di entrambi.
Camminando e restando attaccati e uniti sessualmente su la sua richiesta di volere un caff&egrave siamo dovuti andare in cucina e in quel modo, in quel modo ho dovuto preparare la moca e In attesa che uscisse ha voluto che ci mettessimo seduti contemporaneamente io con il culo fuori dalla sedia appoggiando le braccia sulla spalliera, lui @sciolta la cintura’ si &egrave seduto su una poltroncina più bassa della sedia, voleva vedere il cazzo dentro di me.
Dopo non poche difficoltà ci siamo riusciti, le pacche sul sedere non si fecero attendere. Per vedere meglio il suo cazzo che mi scopava, con i pollici di entrambi le mano mi dilatava le chiappe.
Il caff&egrave lo prendemmo dopo che che lui raggiunse l’orgasmo, avvenne dopo poco, tirandomi a se gli caddi addosso impalatomi completamente.
Il mio peso gli impediva i movimenti e per compensare questo inconveniente si procurava dei micro movimenti, sicuramente li otteneva facendo indurire i suoi glutei, non mancarono nemmeno le sue spinte del mio corpo spostandomi avanti e in dietro per godere di più.
Mi abbraccio facendo accostare il mio corpo al suo e stringendomi i capezzoli e provocandomi un leggero e piacevole dolore ha raggiunto l’orgasmo.
Tanto gli piaceva che iniziò a baciarmi sul collo, rimasi esterrefatto da questa sua decisione e sinceramente il piacere che provai era talmente tanto che a differenza di tutte le altre volte mi masturbai raggiungendo l’orgasmo. Dalle mie contrazioni anali si rese conto che avevo raggiunto anch’io, raggiunto
L’orgasmo ho messo le mani sopra le sue stringendomi ulteriormente i capezzoli, allora sì che si che si impegno seriamente a succhiarmi il collo.
Inutile dirlo quello che provai.
Tutto procedeva molto bene, i nostri incontri avvenivano quasi sempre con la stessa frequenza.
Una volta, durante una pausa a lavorativa si rivolse a me dicendo:-‘ma senti, tu sei il mio finocchio e di pompini non me ne hai mai fatti, sarebbe giusto che tu imparassi a spompinarmi’.
Mai avevo chiesto di farlo, perché io, odiavo l’idea di prenderlo e/o farlo venire in bocca, perciò gli dissi:-‘no, questo proprio no, scordatelo’
Eppure ‘desse lui’:-‘ tutti i finocchi li fanno ed io che ho te dovrei rinunciarci?’
Proprio così, risposi io :-‘ti rendi conto che schifezza &egrave?’
Lui:-‘ti piacerà vedrai!’.
Già dava per scontato che lo avrei fatto, non solo, dava per scontato anche che mi sarebbe piaciuto farli.
Dentro di me mi dicevo….. non hai capito niente, non lo farò mai.
Ma arrivo il giorno del nostro incontro e lui….. sicuro che avrei fatto anche quello, una volta nudo si mise seduto sul bordo del letto con le gambe che penzolavano, con le mani appoggiate dietro di se si teneva sollevate le spalle in modo da vedere il suo durissimo cazzo.
Davo per scontato che lui nemmeno ci avrebbe provato, infatti io, dopo essermi seduto al suo fianco ho iniziato a segarlo e lui:-‘ devi farlo con la bocca!!’
Il suo tono era al quanto perentorio, deciso, ‘mai successo questo, mai aveva usato questo tono’ mi ha tolto la mano dal cazzo e ha insistito:-‘ dai, dai, datti da fare, ciucciamelo’.
Anche una frase così indecente non me la aveva mai detta, io continuavo a cercare il suo cazzo con la mano e lui continuava a toglierla, il suo cazzo era sempre più in tiro, lo vedevo.
Per non dargliela vinta mi sono sdraiato a pancia sotto sperando capisse che non avevo intenzione di farlo.
Vero era che non amava il bondage e il BDSM, però aveva imparato ad usarlo.
Non era previsto niente del genere, però lui si &egrave alzato, &egrave andato in bagno ed ha preso la cinta del l’accappatoio e ‘ARMANEDDON’ la sfida &egrave iniziata.
&egrave venuto in camere a passo deciso, si &egrave messo sopra di me a cavalcioni, mi ha messo le mani dietro legandole, poi in piedi di fianco al letto spaff uno sculaccione, mi ha fatto un male boia, dopo un attimo di tregua giù altri due sculaccioni ancora più forti, ed io alzando la voce:-‘ma sei matto’, giù altri tre sculaccioni, nonostante fossi un po’ masochista la forza che ci aveva messo era veramente tanta, tanta da costringermi, nonostante le mani legate a cercare di girarmi, mi &egrave saltato sopra a cavalcioni in vita girato testa piedi e giù altri sculaccioni, non mi vedevo il sedere, ma sicuramente mi aveva fatto alzare la pelle e continuava, sembrava ci provasse piacere, ma per me nonostante amassi il SM :-‘basta basta, fammi provare, lo farò, però sei stato uno stronzo!!!’ E lui per lo stronzo che gli ho dato mi ha battuto ancora.
Poi si messo nuovamente nella posizione che desiderava che gli facessi quel benedetto pompino.
Dopo essermi alzato dal letto, ma sempre con le mani legate mi sono messo in ginocchio tra le sue gambe, lui con una mano si teneva sollevato per vedermi e con l’altra si teneva il cazzo in posizione tale perché potessi prenderlo in bocca, non mi azzardavo a iniziare e lui minacciando altri sculaccioni:-‘dai finocchione mio ciucciamelo’ ed io;-‘va bene, però non mi chiamare più in quel modo, mentre la sua cappella iniziava ad entrarmi in bocca lui:-‘va bene ti chiamerò TROIETTA, perché ormai sei diventata questo. Dai allora TROIETTA ciucciamelo’.
Ormai lo avevo in bocca, ma non lo facevo entrare più di tanto, ormai il suo cazzo età assicurato nella mia bocca, lo ha lasciato con la mano e per convincermi a fare meglio me l’ha messa sulla testa e spingendola me lo ha messo fino in gola.
Con un conato di vomito ho cercato inutilmente di allontanarmi e lui:-‘dai troietta, pompami’ avrei voluto parlare per potergli dire di liberarmi le mani, in quel modo avrei potuto veramente aiutarmi per fare meglio, ormai gli indugi erano superati ed avrei potuto veramente prenderlo anche fare meglio segarlo un po’, ma niente da fare, con la forza che metteva nel tenermi la testa non potevo fare altro che tenerlo in bocca, a muovermi ci pensava lui.
Ormai ero in sincronismo con il suo spingere e lui:-‘guardami negli occhi troietta!!’ Riuscire a fare una cosa del genere, e guardarlo negli occhi mi tornava proprio male, mi imbarazzava un casino, poteva sembrare semplice ma mi restava veramente pesante, ma l’ho fatto, mi guardava dritto negli occhi, li teneva socchiusi dal piacere, ma non reggevo quella situazione imbarazzante, così li ho abbassati, lui prontamente:-‘ guardami negli occhi Troia!’, così ho fatto, con lo sguardo fisso ai sui suoi occhi ho continuato a spompinarlo, ormai non sarebbe più servita nemmeno la sua mano.
Mi difendevo dai suoi affondi girando un po’ la testa e facendomi pigiare il cazzo all’interno della guancia, cercavo di dargli la sensazione che mi toccasse fino in gola,
Improvvisamente mi ha preso la testa con tutte e due le mani, non riuscivo più a simulare niente, il cazzo veramente mi arrivava in gola, i conati erano diminuiti e al fine bloccandomi la testa con il cazzo in gola ha raggiunto l’orgasmo.
Sentivo fiotti di sperma invadermi la gola, non potevo far niente per migliorare la mia situazione, poi ha tolto le mani permettendomi di sollevare un po’ la testa, la sua venuta &egrave continuata riempirmi la bocca, ormai lo sperma che era in gola era sceso, ma quello in bocca non osavo buttarlo giù, l’ho fatto uscire dalla bocca facendolo cadere lungo l’asta così facendo ho visto calare quello sperma fino ad arrivargli ai peli.
Credo che tanto sperma in quel modo non lo abbia mai espulso, era veramente tanto e se la quantità di questo indicava il piacere che aveva ricevuto sicuramente aveva goduto veramente molto.
Mi ha permesso di sollevare la testa ed io ;-‘ spero almeno ti sia piaciuto!’
Lui:-‘ certo!!!! la mia trioietta ora &egrave veramente completa, ora devi tutto quello che hai fatto cadere.
Ho indugiato un po’, ma ormai avevo fatto praticamente tutto, mi rimaneva solo dinleccare tutto, cosa che ho fatto con lui sdraiato che si godeva anche quello che gli stavo facendo, ho cercato di incrociare nuovamente il suo sguardo inutilmente, lui stava lì, ad occhi chiusi, con le braccia distese sul letto, continuava ad emettere gemiti di piacere.
Tutto sommato avrei potuto evitare quella tremenda sculacciata offrendomi volontariamente nel farlo, ma per me era una cosa un po’ indecente, ho cercato di incrociare nuovamente il suo sguardo, non mi creava più tanto imbarazzo, ma mi provocava un senso di sudditanza, mi piaceva, mi faceva sentire ancora più la sua troietta.
Da quel giorno il pompino era all’ordine del giorno, prima di prenderlo dietro se lo chiedeva dovevo provvedere con la bocca, sempre più spesso voleva solo questo, i suoi complimenti si sprecavano, oltre troietta ero diventata la sua ‘ BRAVA POMPINARA’. Mi trattava sempre più al femminile, ma questo a me non dispiaceva, arrivo nell’intimo a darmi un nome femminile, diventai ‘SONIA’.

Sonia, una troietta pompinara, questo ero diventata per lui.
Proprio non sapevo, certo era che dopo l’incontro in cui mi ha ‘insegnato’ obbligandomi a fare pompini, la situazione era veramente cambiata.
Sempre sfacciato e disinvolto, in più arrogante e dominante, da imbranato, goffo che era e poco performante &egrave diventato un vero toro dominante e molto molto esigente.
Non avrei mai creduto che dietro mia sollecitazione subisse questa metamorfosi. non ero più io che desideravo o inducevo lui a fare certe cose, ma era lui che riusciva ‘mio malgrado’ ad usarmi come desiderava.
Per essere sinceri questo era il sogno che avevo fin da quando ero piccolo, ora era successo e non ero più tanto sicuro di desiderarlo.
Anche se avevo preso in considerazione l’idea di mollare tutto non ero sicuro di volerlo fare veramente, ‘alla fine non era proprio male’, e poi…. quando mi diceva:-‘stasera Sonia ci incontriamo’ non sapevo inventare scuse per non farlo. Dipendevo proprio dalle sue richieste.
Più che richieste erano diventate vere e proprie convocazioni, ero magnetizzato dai suoi modi, lui era proprio un Dominante ed io ero sempre più succube ai suoi voleri.
Durante le ‘convocazioni’si trasformava, da amico simpatico e gioioso in un despota rigido ed esigente. Dopo le ultime convocazioni avevano provocato in me l’aumento dell’indecisione nel proseguire o meno quella storia.
Ragionando con più calma però ho preso la consapevolezza che senza quel suo nuovo comportamento mi sarei stancata ‘ormai diventata Sonia parlerò al femminile’ e forse, ero diventata veramente una troietta vogliosa.
Durante le convocazioni mi metteva sempre in ginocchi danti a lui e mentre provvedevo a deliziarlo con la bocca lui mi parlava continuamente e dopo i vari complimenti ‘Troia, puttana pompinara’ iniziava a farmi il semone:-
‘ lo vedi Troia che ami farmi anche i pompino!!’
Io annuivo, con la bocca impegnata non potevo rispondere.
E continuava:-
‘ penso che ormai troveresti piacere anche spompinare altre persone!!’
Non rispondevo a queste sue illazioni, non annuivo, ma nemmeno dissentivo, lo lasciavo dire, a fora di sentire questa litania ho iniziato veramente a pensare che forse non sarebbe stato male provare cose nuove.
La sudditanza che provavo essendo osservata mentre avevo il cazzo in bocca mi faceva sentire realizzata come schiava.
E come tale, sentirmi alle complete dipendenze del mio Padrone non potevo, non ero in grado, di rifiutare le richieste che continuamente mi faceva.
Tanto ripetevo nella mia mente ‘sta fantasticando, lo faccio anch’io delle volte’
Però, nella mia nuova situazione di schiava Troia , se il mio Padrone, con convinzione, mi avesse chiesto di realizzare un qualunque suo desiderio lo avrei accettato.
Con il passare del tempo e con il susseguirsi delle convocazioni anche lui prendeva sempre più la consapevolezza del potere che ormai esercitava su di me.
Il giorno arrivo, e mi fece la sua richiesta.
Non durante una convocazione, ma durante l’orario lavorativo, presa in disparte:-
‘Sonia, ho deciso, devo vederti inculare da un’altra persona’
Io, che ormai lo sentivo come mio Padrone mi ero convinto che sarebbe stato meglio darle del lei &egrave:-
‘ &egrave proprio sicuro di volermi vedere inculata da un’altra persona? Perché vede, lei ha preso la consapevolezza della capacità di dominarmi e io, che mi sento sempre più sua schiava non sono in grado di rifiutarmi, deve sapere però che eventualmente non lo farò per il mio piacere ma solo per ubbidirle’
Lui:-
‘ era proprio quello che volevo sentirti dire’
A quel punto io:-
‘ va bene Padrone, farò tutto quello che mi chiede, ovviamente la riservatezza e la sicurezza dovranno sempre essere prioritarie su tutto’
Lui:-
‘ stai tranquilla Sonia, sarai protetta da tutto quello che dici’.
Passarono dei giorni, tutto scorreva regolarmente e quando credevo che questa sua richiesta fosse archiviata mi chiamo in disparte e mi convocò per la sera stessa dicendomi:-
‘preparati, stasera sarai usata da un mio carissimo amico.’
Una cosa &egrave pensare di poterlo fare, un’altra cosa &egrave farlo, saputo questo, mille dubbi mi hanno invaso la testa, la vergogna di incontrare un altro uomo, il fatto di passare da Troia ad altri occhi, il dubbio di uno sputtanamento hanno fatto vacillare le convinzioni che mi ero fatta con il tempo.
Ma, non so, ero come in catalessi, non riuscivo a liberarmi da questo pensiero, ormai mi ero decisa, lo avrei fatto!!!!
L’importante era di non mentire mai, magari omettere di dire, o dire il minimo delle cose per non incorrere in contraddizioni.
A mia moglie le dissi che sarei andato
dal nostro amico, che insieme a Mario ‘si chiamava così l’altro’ saremo stati in garage a sviluppare delle fotografie,
Dopo la consueta doccia presi la macchina e andai.
Bussai alla saracinesca, si alzò prontamente per richiudersi alle mie spalle.
Con questo amico ci conoscevamo, non in questa veste però. Ora sarei diventata anche la sua Troia, certamente però mai ci sarei andata senza il mio
Padrone.
Non sapevo cosa e come fare, li avevo entrambi vicini, entrambi si toccavano continuamente il cazzo da sopra i pantaloni e il mio imbarazzo cresceva, con il mio Padrone ormai ero diventato disinvolto, ma con Mario era tutta un’altra storia.
Il Padrone:-
‘Allora Sonia, lo sai per cosa sei stata convocata!!!’
‘Si, ma….’
Lui:-
‘Ti devo legare e sculacciare come l’altra volta?’
‘No no, solo mi vergogno un po”
‘Dai allora, tiraglielo fuori e fagli vedere come t’ho istruito!’
Mi sentivo come sotto esame, avrei dovuto dimostrare quello che mai avrei voluto fare, ma la mia condizione mentale sempre più vicina a quella di una schiava mi ha permesso quasi con piacere di dimostrare quanto fossi diventata Troia.
Ho iniziato a toccarlo da sopra i pantaloni, iniziavo a desiderare di prendere possesso di quel nuovo cazzo, era già molto eccitato, e mentre gli sbottonavo i pantaloni il mio Padrone con una velocità insospettabile si &egrave spogliato completamente, poi con l’uccello dritto si &egrave seduto su una poltroncina con i braccioli e messosi comodo ha iniziato a masturbarsi lentamente.
Mentre tiravo fuori il cazzo al mio nuovo ‘cliente’ guardavo il mio Padrone, ma non sentivo la necessità di andare da lui, avevo solo il desiderio di dedicarmi al mio nuovo cliente, facevo con calma fino a quando il Padrone alzatosi mi si &egrave avvicinato e con una bacchetta in mano mi ha rifilato un paio di vetrate, per fortuna i pantaloni mi hanno protetto , ma ho capito che avrei dovuto dimostrare quanto fossi Troia.
Poi rivolgendosi a Mario:-
‘Mario, ora per un paio d’ore &egrave tua, fagli quello che vuoi’
Ero diventata proprio una puttana, con il Padrone che mi faceva da magnaccia.
Il mio cliente ‘Mario’ mi lasciava fare, ma visto che non mi scioglievo;-
‘ spogliamoci, poi riprendiamo’
Così &egrave stato, e il Padrone a Mario:-
‘Mario, non ti conosco più, ma come, tutte le volte che siamo andati insieme a finocchi!!! Dai fagli cosa vuoi a questa Troia’
Mario ha cambiato totalmente atteggiamento, mi ha girato e infilatosi un preservativo, facendomi mettere a pecora mi ha penetrato senza riguardo.
Non era molto lubrificato e sinceramente mi ha fatto un po’ di male, entrava ed usciva da me con lentezza, fu allora che intervenne nuovamente il Padrone;-
‘ dai Mario togliti che ti faccio vedere io cosa si merita questa troia, mi ha batto girare vedo di lui e dopo avermi bacchettato mi ha fatto saltare e preso per i fianchi e in un solo colpo mi ha penetrato con Violenza.
Mario:-
‘ ma allora &egrave già a questo punto?’
‘Certo, ti ho detto di fare quello che vuoi’
Non si &egrave fatto attendere, mentre avevo il Padrone con il cazzo totalmente dentro di me, mi ha fatto sollevare le mani da terra, così in ginocchio e sempre con il culo impegnato con uno spago mi ha legato cazzo e testicoli con un nodo scorsoio, poi mi ha fatto passare sparo fatto passare tra le cosce e quelle del padrone, lo ha legato ad un armadietto situato dietro di noi, poi mi ha fatto avanzate con i ginocchi fini a quando la corda fosse in tiro, non potevo più avanzare e le spinte che mi dava il Padrone lo spago continuava a stringermi le parti basse, stringendomi oltre al dolore mi ha fatto aumentare l’erezione, &egrave più aumentava la stretta di quello spago, più sentivo piacere, stavo per raggiungere l’orgasmo quando il Padrone si &egrave fermato ed &egrave uscito da dentro di me.
Mario mi sono reso conto che erà più sadico del mio Padrone, mi ha fatto mettere con il viso per terra e legate le mani dietro la schiena ‘sempre con lo spago’ tirandolo lo mi ha costretto ad alzare le braccia fino a quando potevo, poi ha fissato lo spago al cavalletto di una motocicletta che era parcheggiata lì davanti a me.
Non potevo più avanzare, non potevo più indietreggiare, non potevo sollevarmi, ero bloccato in una posizione scomodissima, ma infinitamente piacevole, serviva proprio Mario per farmi capire quanto fossi masochista.
Si sono seduti entrambi a guardarmi da vicino, ogni tanto una vetrata sulle chiappe mi costringeva a sobbalzare provocandomi dolore al pene, ma cosa stana, più dolore provavo più mi piaceva, speravo proprio non finisse li, speravo in qualche nuova iniziativa, il Padrone da un cassetto ha tirato fuori un oggetto che non riuscivo a vedere e pur non vedendolo ho capito che era più o meno quella bottiglietta della volta precedente.
Dopo avermelo piantato in culo con un pezzo di nastro da pacchi, prendendomi entrambe le chiappe ha impedito la fuoriuscita, mi hanno lasciato lì, sempre più eccitato, non ho resistito più, ho iniziato a tirare di più in avanti per aumentare la trazione al cazzo e spostandomi leggermente avanti e in dietro stavo per raggiungere, ormai mi ero egoisticamente isolato da tutto e tutti, pensavo solo al mio piacere che stata arrivando.
Infatti &egrave bastato solo poco perché avvenisse, gli schizzi dello sperma che sono usciti sono caduti in terra, la mia venuta non finiva più.
Appena terminata mi sono sentito strappare il nastro e quell’oggetto in un attimo &egrave uscito dal mio culo.
Non &egrave rimasto a lungo vuoto, si &egrave messo dietro di me Mario che ha iniziato a scoparmi, il mio cazzo ormai moscio ad ogni spinta e legato ancora dietro sballottolava da tutte le parti, non gradivo più quella situazione che poco prima avrei pagato per subirla. Lui continuava a sbattermi, lo spago
Stringeva sempre più le mie parti intime. Stavo provando un’altra cosa che desideravo, essere usato senza che io provassi piacere, ero proprio diventata un oggetto di piacere, erano già alcuni minuti che subivo quei colpi di reni, ero praticamente assente, ero solo con i miei pensieri mente Mario continuava a scolarmi, le loro battute, i loro commenti, le loro offese non mi toccavano per niente tanto ero assolta in me in uno stato di Nirvana.
I miei pensieri, la mia attuale condizione i continui colpi che Mario dava stavano provocando in me una nuova eccitazione, proprio mente Mario stava raggiungendo.
Ho pensato subito ‘poteva durare ancora un po’?’,
Ma niente, dopo aver raggiunto l’orgasmo &egrave uscito da dentro e si &egrave alzato.
Tanto ero assolta dai miei pensieri che non mi ricordavo più del Padrone, la fortuna ha voluto che anche lui volesse incularmi. L’eccitazione che mi stava aumentando si &egrave completata, ma prima che mi avvicinassi ad un nuovo orgasmo in padrone ha raggiunto l’orgasmo, lui a differenza di Mario mi &egrave venuto dentro ‘con grande mio piacere’.
E alzatosi anche lui mi hanno liberato da tutti i legacci permettendomi di alzarmi nuovamente, vestirmi ed uscire insieme a loro dal garage.
Parlavamo a voce bassa, più che altro erano loro a farlo, si scombinavano le impressioni , io non esistevo più, ero stata usata e queso contava, era così anche per me, questo bastava.
Il giorno dopo non fu così, il Padrone mi venne a cercare per complimentarsi con me e….. :-
‘ preparati Sonia, la prossima volta sarà meglio’
Non osavo pensare cosa avrebbe inventato.

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Nuova esperienza.
Le cose sono cambiate con la velocità della luce, un improvviso cambio di incarico mi ha costretto a cambiare città, tutto da rifare. Dalla sera alla mattina sono stato trasferito.
Sono passati una decina di anni e non ci siamo più visti. Ci sentivamo saltuariamente con il telefono, niente di più. Non avevo trovato più il coraggio di espormi come avevo fatto prima.
Vivevo con non poco rammarico questa cosa. Nella nuova destinazione non avevo amicizie importanti, passavo il tempo come facevano tutte le persone ‘normali’
Nel tempo libero andavo in spiaggia a passeggiare, attraversavo anche ‘sulla battigia’ una spiaggia dove veniva abusivamente praticato il nudismo &egrave proprio durante una di queste camminate, quando meno me lo aspettavo…..
Erano cerca le 8,30, la spiaggia quasi deserta, avevo già percorso un paio di km, quanto ho visto un po’ più lontano dalle battigia un signore, non troppo alto, magro e più o meno della mia età.
Si stava dando un unguento, quasi sicuramente un protettivo, era completamente nudo &egrave appena mi ha visto si &egrave alzato in piedi, ha continuato con disinvoltura a strusciarsi con quel prodotto, accortosi che lo guardavo con la coda dell’occhio e capendo del mio interesse ha iniziato a massaggiarmi l’uccello, non lo aveva eretto e strusciandolo la mano verso il basso se lo allungava, vistosamente stava facendo quella manovra per mettere quella merce in evidenza. Ci riusciva perfettamente, così facendo evidenziava tutto il suo splendore, lo aveva veramente bello.
La mia annosa astinenza dall’avere rapporti di quel genere, a niente era veramente pesante, &egrave quella persona, con quel comportamento non mi consentiva di passare da lì con indifferenza, avevo il cuore in gola, ma un po’ per la vergogna un po’ per il timore di uno sputtanamento ho deciso di continuare a camminare senza voltarmi.
Dopo ancore mezz’ora di cammino sono tornato in dietro con la speranza di vederlo ancora, la mia curiosità era quella di vedere se avrebbe avuto l’impudenza di fare delle avance.
Ma ecco ormai lo vedo perfettamente, e come prima si &egrave messo in piedi ed ha iniziato nuovamente a mettere in vista, ‘scuotendo’ quel suo cazzo.
Non avevo il coraggio di avvicinarmi per iniziare un approccio, però…… tanto mi attraeva che, senza dire niente e facendo finta di fermarmi per riposare sedendomi su un tronco portato lì dalla corrente mi sono messo a contemplare il mare.
Il mio sguardo era rivolto proprio sulle onde, ma con la coda dell’occhio continuavo a tenerlo sotto controllo, sfacciatamente si &egrave girato verso di me continuando a massaggiarsi, era chiaro che era una esibizione che mi stava dedicando.
Dovevo liberarmi da l’impasse che si era creato ormai ero come ipnotizzato da quella esibizione, l’imbarazzo ormai superava il piacere, e sensa sapere perché e senza nessuna malizia mi sono alzato e mi sono incamminato verso il bosco.
L’emozione mi stava passando e ormai, passate le prime fine &egrave arrivato nella prima siepe mi sono girato verso la battigia per rendermi conto di cosa stesse facendo.
Mi &egrave venuto un colpo al cuore quando mi sono accorto che lui non era dove lo avevo lasciato ma era a due passi da me. Con il cazzo già molto in tiro e continuava a masturbarsi.
Purtroppo muoversi sulla sabbia non si sentiva nessun rumore, per questo sono rimasto molto sorpreso.
Una vampata di vergogna mi ha invaso, mi sentivo prendere fuoco il volto, non ho avuto parole, ne un saluto ne un accenno, sono rimasto paralizzato.
Lui però chiaramente più esperto di me si &egrave portato quasi a toccarmi e avendo capito il mio imbarazzo, ma avendo capito anche che mi aveva affascinato, in silenzio mi ha preso una mano e se la &egrave portata al suo cazzo.
Erano anni che non lo facevo e il piacere che ho provato nel massaggiare quello stupendo arnese di carne mi ha invaso.
Eravamo entrambi in silenzio, avrei potuto fare l’indignato o l’offeso, ma ormai il desiderio aveva superato tutte le mie remore, lo volevo, non l’ho lasciato nemmeno un attimo, non mi azzardavo a chiedere niente, continuavo a segarlo quando lui mi ha messo le mani sulle spalle sollecitandomi ad abbassarmi, ero quello che avrei fatto con piacere se solo non mi vergognavo.
Me lo sono trovato proprio davanti la bocca, grosso in quel modo non lo avevo mai preso, nemmeno in mano.
Ho aperto la bocca e lui delicatamente me lo ha introdotto.
Ho iniziato a pomparlo, sempre più avidamente, non dava nessun cenno di avvicinarsi all’orgasmo e quasi quasi iniziavo a staccarmi, quando lui mi ha chiesto se avessi un preservativo, voleva incularmi, purtroppo non lo avevo, così lui ha iniziato a scolarmi in bocca, quando mi ha detto che era vicino a raggiungere, mi ha chiesto cosa volessi fare, io ho messo le mani come quando preghiamo e lui ha continuato a muoversi fino a quando ha raggiunto, il suo sperma mi ha schizzato sul collo e poi &egrave sceso sul torace, lui mi ha tolto le mani ed ha iniziato a strusciarmelo da tutte le parti.
Io li fremo a godere di quella strana ma cercata situazione.
Finito questo siamo usciti dalla pineta e siamo tornati in spiaggia. Sono dovuto andare a farmi un bagno per rimuovere tutto quello sperma, era veramente molto, tanto da essermi sceso fino all’ombelico.
Sono tornato da lui e abbiamo parlato, non credeva in quello che gli stavo dicendo del mio vissuto.
Ci siamo scambiati il numero di cellulare.
Lui abitava con la moglie a San Vincenzo.
Mi ha invitato ad andarlo a trovare, ci siamo salutati e sono tornato alla mia sdraia.
La sua chiamata non si &egrave fatta attendere molto, dopo due giorni mi ha chiamato e mi ha sollecitato una mia visita a trovarlo.
Memore di quanto successo ho deciso di farlo.
Nel primo pomeriggio sono partito, in mezz’ora ero a casa sua, mi ha aperto il cancello con il telecomando, ho parcheggiato la macchina e sono sceso, lui era lì, vicino allo sportello e mi ha invitato ad andare in casa, li… credevo di trovare la moglie, invece lei, era andata a fare un corso di pittura.
Ho capito subito come sarebbe andata a finire e così &egrave stato, dopo pochi minuti eravamo nudi sul letto.
Ora lo sto scrivendo senza nessuna vergogna, ma quel giorno non era così.
Lui in posizione supina con il cazzo già duro che lo brandeggia su i giù, come per farmi capire che avrei dovuto provvedere a lui, infatti mi sono piegato e l’ho preso in bocca, come ho detto era capace di gestire benissimo la sua eccitazione, con quelle capacità avrebbe potuto fare per ore quelli che io avrei finito in cinque minuti.
Lui con le mani dietro la testa, come se prendesse il sole teneva la testa sollevata dal cuscino e guardava quello che stavo facendo, ogni tanto incrociavamo lo sguardo e mi rendevo conto di quanto fosse soddisfatto, ma di raggiungere…… nonostante il mio da fare non se ne parlava.
Mi ha fatto lasciare con la bocca il cazzo, si &egrave alzato ed ha preso dal comodino un tubetto di pomata &egrave un preservativo, dopo essercelo messo si &egrave messo del lubrificante sul dito e dopo avermi fatto mettere di fianco girato dalla parte opposta me lo ha messo nel buchino, introducendolo mi ha fatto provare una sensazione che non conoscevo, lo muoveva avanti e in dietro, lo girava e continuava a muoverlo, poi preso nuovamente quella pomata &egrave tornato a massaggiami, ma dove prima era entrato con un dito con una leggera pressione ne ha messi due ed ha continuato con il massaggio, finita quella piacevole manovra e dopo avermi fatto posizionare a pancia sotto ho sentito il suo cazzo che iniziava a toccarmi le chiappe, me lo strusciava nel solco su e giù soffermandosi al buco e facendo una leggera pressione me lo spingeva dentro.
Non sentivo nessun dolore, quel massaggio mi aveva fatto rilassare il muscolo ed ero pronto ad essere penetrato sensa troppi problemi.
Così &egrave stato, con poche spinte me lo ha messo tutto dentro.
Indescrivibile il piacere che stavo provando, dopo anni di astinenza, si muoveva con calma ma faceva scorrere tutta l’asta fino a farlo uscire per poi riaprirmi affondarlo nuovamente fina a farmi sbattere i testicoli sulle chiappe, alternava movimenti lenti con dei colpi che mi facevano letteralmente spostare, mi ha fatto chiudere le gambe e ha continuato a scoparmi con decisione, mi sussurrava nell’orecchio dicendomi:- lo sentì? Ti piace? Lo sai vero che stiamo facendo l’amore?
Sentivo i suoi testicoli strusciare sulle mie cosce fino ad arrivarmi a sbattere sul culo, il suo ritmo aumentava continuamente, ormai pensavo che stesse per raggiungere, il ritmo era diventato quasi insostenibile, ma lui non cedeva, aumentava sempre, tanto che ad un certo punto mi sono lasciato andare totalmente, lui continuava a sbattermi, io non ce la facevo più, mai successa una cosa del genere.
Ormai senza avere più nessuna razione, non riuscivo nemmeno a contrastare i suoi colpi,
Con il suo corpo sudato, appoggiato al mio mi bagnava, il copioso sudore rendeva la mia pelle scivolosa, sembrava di essere in una sauna.
Come svenuto mi sono lasciato sbattere per un lungo periodo, alla fine, in segno di resa ho allargato anche le braccia, lui mi ha messo le mani sulle spalle e si tirava in su, non si accontentava di sbattermi in quel modo, voleva entrare di più, ogni colpo che mi dava procurava un rumore come se ricevessi uno uno sculaccione.
Poi, improvvisamente con il cazzo quasi fuori di &egrave fermato per poi riaffondato con molta forza, con le mani si tirava in su e con le ginocchia si spingeva in avanti, mi sentivo strappare tutto, addirittura mi stava spostando, ‘nonostante fossi sdraiato’.
Avrei voluto che facesse più piano, ma non avevo mai provato una cosa del genere, era meglio godere di quegli splendidi momenti.
Ma finalmente ha raggiunto il piacere. Dopo essersi sdraiato di fianco a me per un po’ di ‘meritato’ riposo si &egrave alzato, ma io sono rimasto in quella posizione per tutto il periodo che lui era in bagno.
Poi abbiamo messo nuovamente tutto in ordine e dopo essermi lavato ci siamo lasciati, mi ha fatto promettere che sarei tornato a trovarlo.
Così &egrave stato.

Inviato da antinoos
per critiche e suggerimenti “antinoos50@libero.
IL RITORNO

Il piacere che mi ha dato Mario era enorme, ma non completo, farmi inculare mi piaceva ma non era la mia vera passione, o meglio, se accadeva andava bene, ma se accadeva in un contesto SM mi piaceva di più.
Non solo, ormai ero più attratto ad essere usato come un sub masochista che essere usato esclusivamente per piacere sessuale.
Ed &egrave per questo che non ho mai tagliato i ponti con il Padrone e bazzone.
Bazzone però era veramente il mio target, mi sognavo spesso anche di lui la notte, che vestito in pelle e seminudo con delle catene in mano (come usava nel medioevo) in una sala di tortura si prendeva cura di farmi soffrire.
Li chiamavo spesso per salutarli e delle volte ‘non sempre’ il discorso cadeva proprio sulle nostre passioni.
Io….. comunque avevo avuto modo di provare esperienze nuove, telefonando a loro però riuscivo a capire che non avevano più aceto esperienze come con me, sicuramente e senza dirlo avevo intuito che era per questo che continuavano ad invitarmi a trovarli.
Passati anni e capito tutto ho pensato che era arrivato il momento che sarei andato a trovarli.
Li ho avvisati una settimana prima perché ‘se desideravano avere un’altra esperienza’ potessero prepararsi. ‘Se non sei sordo intendi’
Era un giovedì e di buon ora sono partito per quei trecento km che ci separavano.
Alle nove ero da loro, siamo andati a fare colazione insieme e ci siamo raccontati un po’ di tutto.
Ma nessuno di noi non riusciva a nascondere un po’ di impazienza per quello che da lì a poco sapevamo che sarebbe successo.
E bazzone:-‘oggi sarai ospite da me, ma anche te rivolgendosi al Padrone’
Ma figuriamoci se non immaginavo una cosa del genere, io finto ingenuo e loro freddini nel sapere che sarei stato con loro ‘nella tana del lupo’.
Alle 11, dopo un giro a trovare altri vecchi amici mi sono presentato a casa di Mario, al primo squillo di campanello la porta si &egrave aperta e :-‘ooooh finalmente!! Sei arrivato!!!’.
Io:-‘ma certo, dopo tutti questi anni potrei mancare?’.
Bazzone dopo poco che parlavamo in indicando la porta della cantina:-‘ti ricordi che bei momenti abbiamo passato?’
Era meglio tagliare con ipocrisie, sapevamo tutti e tre per cosa eravamo lì, ed ho fatto io il primo passo:-‘ dai tagliamo corto, scendiamo!!!i.’
Bazzone non ha detto altro, ha spento i fornelli &egrave andato a quella porta e ammiccando con la testa come per dire entra ha aperto la porta.
Bazzone &egrave veramente un autoritario nato, quel cenno con la testa mi ricorda quando fa piccolo, quando mi veniva fatta una cosa del genere voleva dire di eseguire senza fiatare, così, anche se acconsenziente ho eseguito in silenzio le richieste di bazzone, mi ero ero già immedesimato nella parte che mi aspettava.
Senza perdere tempo ho preso le scale, il Padrone dietro di me e poi Bazzone che si &egrave chiuso la porta alle spalle.
Ci siamo spogliati, l’eccitazione di tutti era visibile, l’atmosfera era rovente.
A questo punto non toccava a me iniziare la sessione, non sapevo nemmeno se avessero già deciso cosa fare o se sarebbero andati avanti senza nessun programma.
L’iniziativa l’ha presa Mario, lui era il vero padrone della situazione, lui era quello più bramoso di possedere uno disposto a mettersi nelle sue mani per essere maltrattato, ed io ero desideroso di essere messo a sua completa disposizione.
Per quelli che erano i desideri di entrambi tutto si stava realizzando. Il Padrone ormai spettatore non aveva velleità del genere, lui voleva incularmi o farsi fare un pompino, niente altro!!! Aspettava solo che bazzone si sfogasse per poi godere della mia disponibilità.
Li fermò in piedi silenziosi e quasi timoroso aspettando che iniziasse tutto, anche se passati pochi minuti il tempo non passava mai, guardavo la parete dove su di un pannello di legno appesi con dei chiodi cerano un sacco di utensili che sarebbero potuti essere usati per torturarmi.
Mollette, pinze, corde, manette, frustini, nastro adesivo, il gancio anale ‘della volta precedente’, insomma tutto avrebbe potuto servire allo scopo. L’altra volta il materiale non era così esposto, credo che quella esposizione sia stata fatta scientemente, Di fatto….. vedere tutto quel materiale mi metteva in suggestione, pensando a cosa sarebbe potuto accadere, sapendo che tutto mi era dedicato, mi veniva da deglutire.
Questa iniziativa stava ottenendo quello che Mario sicuramente voleva provocarmi.
Con calma e con molta sicurezza bazzone si &egrave avvicinato a quel pannello e la prima cosa che ha preso &egrave sta una corda lunga un paio di metri, si &egrave spostato dietro di me e facendomi incrociare i polsi dietro la schiena me li ha bloccati legandomeli a corda doppia, chiudendo quella legatura con due nodi molto stretti.
Ormai ero entrato volutamente nella tela del ragno, non avrei più potuto fare molto per uscirne. Nemmeno urlando, perché da lì sotto dove eravamo poco o niente qualcuno avrebbe potuto udire.
Li fermo in piedi attendevo le sue prossime decisioni, l’ho visto andare nuovamente verso quel pannello dove ha preso un nuovo pezzo di corda, poi spostandomi vicino ad un banco da lavoro che si trovava nel centro della stanza mi ci ha fatto sere sopra e messosi in ginocchio, incrociandomi le caviglie me le ha legate come ha fatto con le mani.
Ormai non avrei più nemmeno camminare e tutto stava diventando molto molto intenso.
Aiutandomi nello spostarmi mi ha fatto sdraiare a pancia pancia sopra, ha preso una cordicella più sottile lunga e fatto un cappio scorrevole mi ci stretto i testicoli alla base e stretto il cappio tirandola verso i piedi si &egrave assicurato che non uscissero.
Tutto con moltissima calma, sicuro della mia ormai totale impotenza &egrave tornato al pannello degli attrezzi ed ha preso due mollette, mi sono state dedicate Ai capezzoli, ma non li ha presi con le punte, li ha presi vicino alle molle, mi provocavano un gran dolore, per ‘aiutarmi’ me le ha anche trette con le mani, non ho potuto fare a meno di gridare, ma per rendermi le cose più difficili mi ha aiutato a mettermi a pancia sotto, il peso del corpo mi ha reso ancora più difficili le cose.
Poi rivolgendosi all’amico;-‘ te lo vuoi inculare ora o dopo?’ .
Figuriamoci……. porcellino come era se avrebbe voluto aspettare tutti i nostri giochini.
Lo vedevo, era seduto su una sedia di fianco
che stava guardando quanto stava facendo Mario, aveva un cazzo talmente duro che sembrava una molla.
Ma Mario:-‘aspetta un po’ che te lo scaldo un pochino’.
Tornato agli attrezzi ha preso in nastro adesivo, ‘quel nastro adesivo telato molto alto color alluminio’, ne ha preso un pezzo e mi ha chiuso la bocca.
Ancora più coinvolto emotivamente mi sentivo sempre più vittima dei suoi desideri. Ci mancava che come la volta precedente mi bendasse gli occhi e mi sarei sentito totalmente isolato da tutto il mondo, ma non era quello che Mario voleva, desiderava che lo vedessi mentre prendeva il necessario per i suoi desideri, infatti l’ho visto prendere il frustino da cavallerizza, &egrave venuto di fianco mi ha mollato una frustata sulle chiappe facendomi fare un salto, mi ha fatto veramente male, il salto mi ha provocato anche maggior dolore alche si capezzoli,
Poi sono seguite altre frustate, a quel punto credo che il mio culetto sia stato ben caldo, pronto per il mio amico e padrone.
Ed &egrave solo allora che il mio amico che aspettava pazientemente che Mario terminasse con i suoi giochi, che con l’ausilio di uno sgabello &egrave salito sul banco e messosi a cavalcioni su di me ha chiesto il lubrificante a Mario e lui:-‘ ma quale lubrificante, fondalo e basta, tanto non può fare più niente, sono dieci anni che aspettiamo questo momento, inculalo e basta!!’
Così &egrave stato, avevo già provato quella esperienza ed avevo provato un sacco di piacere.
Il Padrone mi ha trovato più aperto di prima e il dolore non età stato così forte, a crearmelo invece &egrave stato Mario che dai piedi, tirando quella corda attaccata alle scroto me li ha quasi impiccati, ogni spina che li padrone mi dava corrispondeva ad un tigrotto che Mario mi dava alle palle.
Un connubio di dolore e piacere che mi ha travolto provocandomi un orgasmo che non finiva più.
Inutile dire che tutto lo sperma mi aveva invaso tutto il ventre,
Ormai raggiunto l’orgasmo non riuscivo più a provare piacere in niente, mi sarebbe occorso un po’ di tempo per tornare ad una nuova eccitazione.
Ma non era quello che a Mario interessava, a lui interessava quello che fino a poco prima interessava anche a me.
Ovviamente se in quel momento non ero in quella condizione di totale sottomissione ‘obbligata’ mi sarei preso un po’ di riposo prima di continuare.
Ma la situazione era quella ed io, ormai refrattario stavo continuando a subire le pompate sempre più forti del Padrone che si stava avvicinando al l’orgasmo ed i continui tigrotti che mi dava Mario ai testicoli non erano più tanto piacevoli.
Mi sono lasciato andare a tutto il loro piacere che sapevo che stavo dando ai miei amici.
Ha raggiunto l’orgasmo anche il padrone e Mario ha smesso di darmi quei tirotti che tutto sommato non iniziavano più a darmi tanto dolore.
Il padrone dopo avermi fatto i complimenti per il mio sempre più accogliente culetto &egrave sceso dal tavolo lasciando a Mario il piacere di continuare per il suo desiderio.
Non ha perso tempo, l’ho visto andare verso il pannello dei utensili e preso il gancio anale con una corda attaccata dal lato dell’anello &egrave venuto a mettermelo, non l’ho nemmeno sentito entrare dopo il trattamento che mi aveva riservato l’amico, me lo ha fatto sentire quando messa in tensione la corda l’ha fissata ad una gamba del banco sopra la mia testa.
Anche la codicella dei testicoli dolo averla messa in tensione l’ha fissata dalla parte opposta del banco.
Non potevo più muovermi ne verso l’alto ne verso il basso, comunque mi sarei mosso mi sarei provocato dolore.
Dopo avermi continuato a battere con il frustino facendomi alzare la pelle sulle chiappe ha voluto incaprettarmi per una mezz’ora.
Iniziava a piacermi nuovamente quando dopo un paio d’ore si &egrave sentendosi soddisfatto mi ha liberato.
Il dolore più forte l’ho avuto quando mi ha tolto le mollette dai capezzoli, dolore che mi &egrave proseguito quasi per tutto il pomeriggio.
Liberato da tutto però anche Mario ha voluto incularmi, lo ha fatto mentre facevamo la doccia, non mi ha chiesto se mi era piaciuto o meno, mi ha solo detto che avrebbe voluto che tornassi più spesso.
Questo, visto quanto avevo provato ho potuto confermarglielo.
Abbiamo pranzato anche se con un po’ di ritardo, solo allora abbiamo parlato della sessione, dove io ho fatto presente che mi sarei aspettato anche delle siringhe piantate qua e là , Mario si &egrave sentito un po’ sminuito e mi ha detto:-‘ ti renderai conto la prossima volta di cosa sono capace!’
Suonava come una sfida ed io….’ VEDREMO!!’ LA TORTURA

Lo avevo volutamente provocato, ero soddisfattissimo della sessione, ma sapete….. per avere esperienze nuove e per vedere dove arrivano i propri limiti, si provoca.
Ottenere senza chiedere ad altri di farlo &egrave molto più coinvolgente.
Nonostante l’invito di Mario a rimanere per la serata e continuare per dimostrarmi le sue capacità ho preferito tornare a casa.
Le telefonate erano sempre più fitte e il desiderio ogni telefonata accendeva in me il desiderio di essere messo nuovamente alla prova ‘dal mio aguzzino’.
Il Padrone da ora ‘Ilo’ormai era di contorno, la sua presenza sarebbe stata importante ma non essenziale.
Tant’&egrave che ormai parlavo solo con Mario, e tutte le volte mi lanciava una freccetta per farmi lavorare di testa, e ci riusciva.
Giorno e notte la mente era fissa su questi pensieri, tant’&egrave che con una scusa per allontanarmi ho deciso solo dopo pochi giorni di tornare dagli amici.
Come l’altra volta per evitare di viaggiare di notte sono andato in mattinata, sono arrivato verso le 11 e sono andato subito a casa di Mario, li c’era già l’amico Ilo.
Dopo esserci salutati e senza troppe cerimonie Mario ha aperto la porta del sottosuolo e siamo scesi.
La cosa per tutti essenziale era che io fossi immediatamente spogliato, oltre che affrettarmi a farlo ho avuto anche il loro aiuto e in men che non si dica ero pronto ad una nuova sessione.
Tutto ha iniziato, a differenza delle altre volte Mario ha voluto subito impedirmi di parlare, e preso un tovagliolo di stoffa mi &egrave stato infilato con forza totalmente in bocca, con un nastro da pacchi girato intorno la testa mi ha impedito di toglierlo.
Poi ha pensato subito di appendermi per i polsi al soffitto.
M:-‘visto che l’altra volta ti saresti aspettata almeno qualche ago di siringa devo toglierti la voglia, dopo proseguirò con il modo che ti ho preparato.
Da un armadietto ha tirato fuori alcune scatole di siringhe di media misura, un sacchetto di cotone ed una bottiglietta di alcol, dopo aver imbevuto bene un bel batuffolo di cotone me lo ha passato un po’ da tutte le parti dai ginocchi al collo.
Poi ha iniziato ad aprire le siringhe e man mano che le apre me le infila gli aghi nel corpo, ma non come quando si fanno le iniezioni per far sentire meno là puntura, ma bucandomi leggermente, facendo entrare con molta calma fin ad arrivare alla base del lago.
Le prime siringhe me le ha messe ai capezzoli traforandoli da parte a parte, lasciando anche le siringhe appese, ed erano propio queste che davano più fastidio, non tanto gli aghi, ma la forza peso che esercitavano.
Intorno hai capezzali le siringhe si sono moltiplicate velocemente, sempre messe con la solita calma, alla fine le mie mammelle erano diventate come dei porcospini e viste le mie scarse reazioni si divertiva a muovermele continuamente.
Ne aveva prese proprio molte di queste siringhe e dopo avermi riempito le mammelle &egrave passato al ventre, e dopo alle chiappe, anche li non ne ha fatto economia, insomma, non era un dolore
Insopportabile, ma il timore che qualche movimento sbagliato mi provocasse dei danni.
Dal timore di farmi male non non mi potevo muovere, le siringhe mi erano stare messe anche nelle cosce.
Con agli più grossi, Mario, bucandomi a destra e a manca mi provocava oltre ad un dolore insopportabile la necessità di muovermi, cosa
che non poterlo fare
Stavo provando veramente qualcosa di nuovo e di veramente sadico.
Ma non era quello che veramente voleva farmi provare con la sua tortura, quello era solo per farmi capire che non potevo provocarlo e credetemi, lo avevo capito.
Dopo un’ora in quel modo mi ha rimosso tutte le siringhe ad eccezione di quelle sulle mammelle e dopo, come ama sempre fare mi ha legato per i testicoli e ha detto al Ilo di incularmi promettendomi un’altro regalo.
Ilo sempre pronto tirandomi a se per i fianchi e appeso ancora per i polsi mi ha inculato la corda che mi aveva legato i testicoli l’ha legata corta ad una coscia di Ilo in modo che ogni volta che arretrava per pomparmi mi tirava i testicoli, questo tira e molla mi ha provocato un orgasmo fortissimo in poco tempo, Ilo non avendo ancora raggiunto ha continuata muovendosi avanti e in dietro continuando tirare e mollare i miei testicoli.
Avvicinandosi all’orgasmo sentiva maggiormente il bisogno di pomparmi maggiormente e per dare affondare più forti.
Questo suo bisogno si &egrave trasformato quasi in un mio supplizio, più desiderava allungare il suo affondo più sentivo dolore, non potevo dire niente, ma solo mugolare, il mio mugolare forse ha fatto intendere ad Ilo che stavo per godere ed ha aumentato ancora quello che stava facendo, non ce l’ho più fatta, mi sono lasciato andare di peso e le cose sono peggiorate, fortunatamente abbassandomi dopo poco gli &egrave uscito il cazzo da dentro di me, Ilo, che ormai stava avendo la sua venuta e avendo ormai il cazzo fuori mi ha schizzato lo sperma sulla schiena.
Mario, vista la venuta di Ilo ha sciolto la corda dalla sua coscia.
La sua venta rovinosa lo ha spinto a continuare a strusciarsi al mio culo tenendomi per i fianchi.
Finalmente i miei testicoli si riposavano.
Non io però, liberati i polsi dal soffitto mi ha fatto mettere di schiena sul solito banco da lavoro, poi ha preso un nuovo attrezzo che aveva studiato nei giorni della mia assenza, era una sega alternativa a gattuccio con variatore dove al posto della lama a sega aveva collegato un cazzo finto non do notevoli dimensioni, ma molto nodoso. dopo svelo lubrificato me lo ha piantato letteralmente in culo lo ha fatto partire molto lentamente, ormai il culo me lo aveva fatto Ilo e non provavo dolore, ma aumentando la velocità le cose cambiavano, non per la dilatazione che era già avvenuta, ma per l’attrito che faceva.
Avevo le mani libere e mi sono liberato subito la bocca, appena liberata, e iniziando a provare dolore con quella macchina infernale:- lubrificalo di più per favore!!’
M:-‘zitto, altrimenti aumento la velocità ‘, per gli aghi che avevo ancora al seno non potevo agevolmente nemmeno intervenire con le mani.
Mario ha capito che avrebbe dovuto cambiare sistema, ha fermato quel cazzo ‘automatico con mio grande sollievo. Ero rimasto lì sdraiato in quel modo, Mario da un lato e Ilo dall’altra parte mi hanno tolto tutte le siringhe, poi mi ha fatto mettere a novante gradi con la pancia sul banco ed ha iniziato nuovamente a incularmi con quell’attrezzo, per sentire meno attrito con le mani mi sono allargato le chiappe e le cose sono iniziate ad andare meglio, ma questo non andava bene, tanto che senza fermare quella macchina ha chiesto a Ilo di legarmi le mani, e così ha fatto, non ne potevo più quando ha deciso che così sarebbe stato sufficiente.
Non contento e perché non potessi criticare più come la volta precedente di averlo trovato ‘scarso’ mi ha messo il gancio anale e passando la corda ad un anello al soffitto tirando mi ha fatto sollevare anche un po’ i talloni da terra, poi con il solito frustino per cavalli ha iniziato a colpirmi sulle già martoriate chiappe dalle siringhe, con la bocca libera almeno lamentarmi.
Con il chiappe che mi bruciavano da morire dopo una trentina di frustate mi ha liberato dal gancio &egrave messo come prima a novanta sul banco mi ha inculato fino a riempirmi, Ilo che non era riuscito a venirmi dentro prima ha voluto scoparmi nuovamente perbene.
Finito tutto questo, dopo molto tempo siamo risaliti in sala e Mario rivolgendosi a me:-‘ ti &egrave piaciuto questa volta? Puoi suggerire qualche altra cosa?’
Io;-‘ non no ragazzi non ho parole tornerò quando stato meglio con il sedere’.
M;-‘ ecco, appena ne vuoi un’altra dose vieni’
Io:-‘ si grazie, non mancherò!!!’

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