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Racconti di Dominazione

Chiara Ricattata – Capitolo 2

By 29 Marzo 20202 Comments

Capitolo 1: https://raccontimilu.com/racconti-erotici-sulla-dominazione/chiara-ricattata-capitolo-1/

Non compresi subito, quel massaggio, pensavo di sognare il mio ragazzo in preda da una voglia animalesca non da lui, ma quando sentii la voce di Giorgio ebbi un collasso, scattai sul letto rannicchiandomi dalla parte opposta cercando di mettere a fuoco e coprendomi con le lenzuola – Ma che fai qui!! Io ti denuncio! Esci subito dalla mia camera, anzi esci dal mio appartamento!!.
Aveva un un sorrisino che mi metteva paura e disagio, con una mano oscillava le mie chiavi
– Denuncia pure, ma le chiavi me le hai date tu, e poi dovrai spiegare tante cosa non solo alla polizia, ma anche al tuo ragazzo e ai tuoi datori di lavoro. Ora succhiacazzi, sai perché sono qua ma prima di discutere ti alzi come sei e mi prepari un caffè… ora!
Avevo il cuore in gola, tutta quella sicurezza che avevo la sera prima era svanita, mi dicevo “calmati devi cercare di convincerlo” ma nello stato in cui mi trovavo non potevo riuscirci.
– Ok – risposi cercando di non farlo ulteriormente innervosire, mi sentivo esposta, rossa in viso vivisezionata da quello sguardo.
Cercavo di prendere tempo per riflettere, per razionalizzare, lo sento dietro di me mentre mi dirigo ai fornelli, preparo la moca notando che Giorgio si è seduto sul divano.

Mi sembrano minuti interminabili, il fischiare del caffè quasi mi fa sobbalzare, prendo la tazzina, stavo per girarmi per portarla quando
– Troietta spogliati, mi dei portare il caffè nuda… – ho un moto di rabbia, sento le guance paonazze e sbotto
– Smettila di fare il ragazzino impertinente, ma insomma come ti permetti… – Mi si gelo il sangue quando vidi un ghigno dipingersi sul suo volto
– Oltre ad essere acida, altezzosa sei anche stupida come un’oca, già ti sei dimenticata come la pensano i tuoi datori di lavoro? o come la prenderebbe il tuo ragazzo… come si chiama… Marco? Se continui a fare la stronza mi fai solo arrabbiare e il prezzo sale per la foto originale…  – alzando la voce – Portami il caffè nuda ora e poi ti metti qua accanto a me!
Erano bastate quelle parole per sentirmi persa, profondamente umiliata, rivivevo nella mente le parole dei miei capi, del cliente, come un flash imaginando cosa avrebbe potuto dire a Marco.
Un “scusa” strozzato mi usci dalla gola, che vergogna, mi veniva da piangere mentre sfilavo il pigiama, chiusi gli occhi, un respiro profondo e abbassai le mutandine per poi toglierle, ora sono esposta davanti a lui, completamente nuda con una tazzina fumante di caffè in mano.

Ho le mani che tremanti, mentre mi dirigevo verso di lui, cercando di non far cadere il caffè, lo porgo nelle sue mani mentre un “grazie” seguito da una risatina arriva alle mie orecchie, mi siedo accanto a lui sul divano, il rumore di lui che sorseggia mentre la sua mano mi palpeggia oscenamente, quella mano irriverente mi esplora senza il minimo rispetto.
– Ieri sera con quel vestitino sembravi una troia in cerca di un toro da monta, scommetto che avevi fatto un pensierino su Carlo… – mi fa alzare e inizia a girarmi intorno, i suoi commenti diventano sempre più scurrili ed umilianti, non riesco più a ribattere voglio solo che questa storia finisse al più presto. Sento che se reagissi sarebbe peggio e allo stesso tempo quel ragazzino era di una sfacciataggine
– Guarda qua che tette da vacca, sono da mungere con questi capezzoli… non male la consistenza di questo culo, quante volte ti sei fatta tamponare eh… camion o macchine? Brava troietta ti depili bene, vediamo quanto sei stata usata… – mi allaga le gambe cerco di fare resistenza – Non mi far arrabbiare… ma guarda come siamo bagnare… – ho la gola secca, mi sento come un oggetto, non capivo ma il mio corpo stava reagendo a quelle brutali sollecitazioni, ma come potevo essere bagnata, ed ecco sento che un suo dito sprofonda in me, poi un altro, si fermano profondamene dentro di me e ad un tratto si muovono velocemente sgrano gli occhi per l’irruenza e la forza che usa, mi contorco.

Poco dopo si allontana, lo seguo ancora mossa da spasmi, lo vedo accendersi una canna, soffiarmi il fumo in faccia mentre mi dice di fumare con lui il calumet della pace, che dopo sarà meglio per tutti e due. Come un automa inizio a fumare boccate lunghe, sento quel caldo fumo scendere, lui che conta le boccate, incitandomi a continuare, che se fumo come faccio i pampini di sicuro la finisco con un paio di boccate.
Mi sento ovattata, la testa che si libera dai pensieri, una sensazione di leggerezza mi pervade mentre gli chiedo cosa vuole in cambio dell’originale e perché sta armeggiando con il mio cellulare. Mi mette il cellulare davanti, appoggiato contro un oggetto, con molta calma si avvicina prende il mozzicone dalle mie mani e lo spegne nella tazzina, si mette dietro di me, ad un millimetro del mio orecchio e mi dice
– Fino a stasera fai quello che dico in tutto e per tutto non voglio sentire un no, una risposta altezzosa, sprezzante, irriverente sei solo una troietta svuotacoglioni da usare come si deve… ora non hai scelta o cosi o sai cosa succede… per il tuo telefono, vedi non sono un pezzo di merda come pensi, lo userò per fotografarti e filmarti a mio piacimento poi ne potrai fare quello che vuoi ora devi dire solo  ripeter “Si accetto sono una troia svuota coglioni da usare”…

Sento una mano che afferra un mio capezzolo, mentre l’altra scende percorrendo la mia schiena, insinuandosi nel solco del mio culo sino a sentire tre dita prepotenti possedermi, spalanco la bocca per la sorpresa e le sensazioni che scatena, mi sta inculando con le dita e questa sensazione, mischiata alla canna fa crescere la mia eccitazione e senza pensare ripeto
– Si accetto sono una troia svuota coglioni da usare – spezzato dal mio ansimare esce dal mio culo senza che me ne accorga, lo ripeto ad alta voce – SI ACCETTO SONO UNA TROIA SVUOTA COGLIONI DA USARE
– Brava ora fai quello che ti riesce bene come ieri sera usa la bocca per qualcosa di utile… – l’effetto di quello che avevo fumato si intensifica, mi sento scivolare in ginocchio accompagnata dalle sue mani, sfilo i pantaloni e le mutante, non me ne capacito ma seguo ogni sua istruzione.

Svetta davanti a me, con una mano massaggio le palle mentre con l’altra lo scappello, lo lascio scivolare in bocca sentendo la spinta della sua mano sulla testa ed il suo bacino spingerlo in fondo alla mia bocca.
Giorgio sghignazza, mentre io mi sento come distaccata dalla realtà, profondamente umiliata e disgustata e allo stesso tempo eccitata, allunga la mano prende il mio cellulare e mi porta verso il divano, si siede comodo allargando le gambe e posizionandomi in ginocchio davanti al suo cazzo eretto, mi dico che se lo faccio venire velocemente per un po mi lascerà stare, ed ecco altri umilianti insulti vomitati dalla sua bocca – Su al lavoro con quella lingua, una troia come te deve migliorare, ieri sera sicuramente avranno sentito il tuo alito da svuota coglioni…
Cerco di fare del mio meglio, strattonata dalla sua mano quasi mi soffoca, per poi schiaffeggiarmi con il suo cazzo, continuando a darmi istruzioni.

Gira il telefono verso me – guarda chi ti sta chiamando… mi si gela il sangue è il mio ragazzo mi fa alzare, mi porta davanti al tavolo facendomi piegare e mi da il telefono in mano, la voce dolce del mio ragazzo arriva alle mie orecchie.
I miei seni schiacciati sul tavolo, la sua mano mi tiene li, mi costringe ad allargare le gambe, facendomi sentire oscenamente esposta, la mia mente ancora ovattata da quello che ho fumato cerca di reagire, schiarisco la voce
– Amore scusa sono ancora a letto addormentata, si ho un po’ la voce roca…
Si materializza il mio portatile aperto davanti a me, non capisco cosa voglia fare vedo dallo schermo quello che la cam riprende, il mio viso, parte dello spazio che mi circonda. La voce del mio ragazzo, ho difficoltà a seguire il suo discorso, sgrano gli occhi sentendo le sue dita iniziare a masturbarmi, mi mordo il labbro per evitare di ansimare e mi vedo le espressioni che faccio, mentre cerco di mantenere il controllo.
– Si cucciolo è andato tutto bene, sono stanchissima ma contenta… quanto vorrei averti qua accanto a me…  Carlo? Ma cosa dici no, ho te… amore non ti tradirei mai…
Giorgio perversamente continuava con una maestria che non immaginavo per un ragazzino, iniziò a suggerirmi cosa devo dire bisbigliandomi nell’altro orecchio

– Digli che lo vorresti qua ora… brava, digli che Carlo ci ha provato con te… dichi che in ufficio ha la nomea del depravato, porco e dotato… stai colando come una cagna in calore eh eh… digli che si! E’ affascinante ma che tu hai lui… che lo ami da impazzire e che faresti qualsiasi cosa per lui.
Il desiderio di venire stava urlando nella mia testa, la paura che potesse trasparire dalla mia voce qualche cosa mi terrorizzava, il sentimento di vergogna nel mentire al mio ragazzo mi stava consumando.
Chiusi la telefonata maledicendomi, sento Giorgio lui fermarsi
– Ti prego fammi venire…- mi vedevo nello schermo del portatile, era così degradante ed anche di più quando sentii il suo cazzo entrare lentamente, inesorabilmente sino a sentirlo sbattere contro l’utero.
Una mano prese i mie capelli raccogliendoli in una coda, tirandola verso lui, obbligando ad alzare la testa e piegare la schiena; ansimavo, mi sentivo ansimare mi vedevo ansimare.

Come a comprendere il mio stato, continuando a prendermi con una lentezza esasperante, iniziò ad infierire
– Quella che si atteggiava a super donna, miss saccente, che si atteggia a donna in carriera che capisce tutto… Guardati, questo è quello che sei, un svuota coglioni come ieri sera, una giumenta in calore che supplica di venire, che gode nell’essere usata, che fa la santarellina con il fidanzato mentre si fa allargare come una troia, mente spudoratamente al fidanzato che sembra una mezza checca… sicuramente se fosse qua si masturberebbe nel vedere come vieni montata, usata perché lui non e in grado e molto probabilmente sarebbe geloso di te… dillo cosa sei, supplicami di farti venire e mentre lo fai guardati la faccia da troia che hai.
Un miscuglio di sensazioni forti, contrastanti non fanno altro che amplificare quel piacere che provo, rendendolo sordido, peccaminoso, offuscando ogni forma di dignità raziocinio – Sono la tua troia, la tua svuota coglioni… ti prego fammi venire non ne posso più… farò quello che vuoi ma fammi venire… sto impazzendo… – Giorgio rideva di gusto, con un “non ancora” iniziò a farmi domande personali, sconce, umilianti sulla mia vita privata e sessuale, con i miei ex e il mio ragazzo, chiedendomi dalle cose più innocenti alle cose più scabrose ed oscene, rispondevo senza nemmeno rendermene conto avevo solo in mente di venire.

Accelera i movimenti, sino a prendermi con una forza animalesca, eccolo si!! Un uragano si scatena in me facendomi tremare ogni singola parte, i muscoli si contraggono spasmodicamente mentre un orgasmo esplode lasciandomi afona, per poi essere scossa da un altro orgasmo poco dopo più profondo come un terremoto, mentre lui continua imperterrito con una forza e una energia immutata. Ancora ansimante da quei tsunami che percepisco un terzo orgasmo galoppare, incredula ma bramosa di provarlo mi lascio travolgere.
Senza energie, le gambe non riesco a comandare, bollicine che riempiono la mia testa, mi ritrovo seduta per terra, con la bocca spalancata riempita del suo cazzo sino a sentirlo venire copioso, obbedire mostrando la mia bocca piena della sua sborra e mandare giù, risentire il suo cazzo in bocca ed assecondare quello che mi chiede
– Apri la bocca che ti do il tuo pranzo… Sei proprio uno sborratoio, ora manda giù buon pranzo troia… e ora ripulisci per bene –
Alla fine si siede anche lui ansimante, nella mia testa lentamente i pensieri riprendono il loro moto, inconsciamente faccio paragoni, su quello che ho provato, su quello che lui ha scatenato e fatto provare, sul suo modo di trattarmi sul mio comportamento.
Affiorano quei sentimenti di umiliazione, di vergogna, la sensazione di sentirmi sporca, una stupida, una traditrice, una debole.
Poco dopo lui si alza va al frigo, prende delle bottiglie di acqua e una di vino bianco che avevo aperto per cucinare qualche giorno prima, riempie i bicchieri di acqua e me ne porge uno, dicendo di berlo tutto.
Mi sento disidratata, lo bevo in un soffio, come il secondo ed il terzo
– Su tu hai avuto il tuo pranzo, prepara qualche cosa per me, ho fame.
Con difficoltà mi alzo, lentamente riprendo il controllo dei miei arti, inizio a preparare un piatto di pasta, mentre lui armeggia con il mio cellulare e  con il mio portatile, non gli do peso anche perché sono ancora spossata e non riesco nemmeno a protestare quando mi ordina di bere altri bicchieri d’acqua.

Guardo l’orologio e mi rendo conto che sono già quasi le 16.30 e mi dico che manca poco ormai lui è venuto e sarà stanco come me, così potrò chiudere questa storia dimenticarla, cancellarla dalla memoria, anzi cercherò un altro appartamento, in fin dei conti quello che è successo è dovuto anche ad un periodo di astinenza prolungato e che basterà cancellare tutto dalla mia mente.
Gli porgo il piatto di pasta, lui mi porge questa volta il bicchiere di vino
– Brindiamo al cornuto segaiolo mezzachecca… su in un fiato – lo prendo e bevo, scende velocemente, freddo, vedo che lo riempie un’altra volta – Brindo alla mia vacca da monta buon gustaia…. – lo riempi ancora finendo la bottiglia – Brindiamo alla troia che sei… – inizia a mangiare, con me al suo fianco, la sua mano che oscenamente massaggi i miei glutei insinuandosi, scendendo, infilandosi, bagnandosi dei miei umori, forzando il mio ano.
Di solito l’alcool non mi da problemi, so controllarmi, ma ero a stomaco vuoto da ieri sera, poco dopo sento l’alcool manifestarsi, uno stimolo di andare in bagno per tutta quell’acqua bevuta, e la necessità di lavarmi sentendomi colare appiccicosa.
Sto per allontanarmi ma mi tiene ferma
– Per favore devo andare in bagno – artiglia un capezzolo e mi dice – Devi chiedere il permesso lo sai, sei proprio un’oca non impari niente… come prima quando mi hai supplicato di farti venire… dai che ci riesci – volevo sprofondare
– Ti prego posso andare in bagno a fare la pipi e lavarmi – con una fragorosa risata ascolta la mia supplica, sposta il piatto avvicina il portatile davanti a lui, si alza gira la sedia, si appoggia sulla spalliera, tirandomi per il capezzolo senza abbandonare la presa con l’altra mano nelle mie intimità, mi mette tra se ed il computer

– Non ora… è il momento che tu comprendi quello che sei… – e sullo schermo inizia una sequenza di foto di me, poi il filmato di quando sono al telefono, di quando rispondo alle sue domande e di quando sono devastata dal piacere.
Sono incredula di quello che vedo, di quello che sento, mi sembra di vedere un filmato di un sito pornografico, stento a credere che possa aver risposto con così tanta sincerità a domande del genere, mi faccio schifo sembro veramente una puttana, è degradante, una parte di me vuole piangere.
L’odore dolciastro di uno spinello arrivò alle mie narici, si materializzò davanti a me
– Finiscilo… boccate profonde… mantieni giù… non ti puoi immaginare cosa puoi trovare in internet, ho visto tanti filmati e sino alle 20 ho intenzione di provare con la mia … come ti definivi… si “cagna in calore”… quelle scene… hai sentito come mi supplicavi di romperti il culo… nei filmati che trovi lo si vede che rimane aperto alla fine come una grossa voragine… – l’alcool, lo spinello anestetizzano ogni mia velleità, ogni mia resistenza, accentuando la mia arrendevolezza.

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