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Storia di una ragazza qualunque – 12° capitolo – Claudia

By 28 Aprile 2011Dicembre 16th, 2019No Comments

Claudia si mise in mutua per un paio di giorni, ma io ero sicura che avesse più paura d’incontrare Luisa, Isabella o me, che qualche strano malanno fuori stagione.
Quando tornò con le mie amiche fece finta di nulla, mentre quando la incrociai da sola davanti alla macchinetta del caff&egrave, le dissi qual’era il mio pensiero.
“Claudia io non sapevo di cosa Luisa avesse preparato, però anche tu farti la sua ragazza … insomma te la sei andata proprio a cercare !”
“Guarda che lo so che ho sbagliato.” mi rispose abbassando lo sguardo “E’ stato un momento di follia, ma non &egrave che quella fosse una santa, detto fra noi &egrave bastato farle un accenno per trovarci a letto insieme.”
“Questo non lo posso sapere, anche se ne ho sentite ben di peggio. Quello che mi dispiace &egrave d’averti fatto male, credendo che anche tu lo volessi.”
“Anna se ti confesso una cosa mi prometti di non dirlo alle altre.” mi disse quasi sottovoce.
“Stai tranquilla, sarò più muta di un pesce.” le risposi mettendo una mano sul cuore, come a voler siglare un giuramento solenne.
“Sai detto fra noi non &egrave che mi sia dispiaciuto, sono andata via più per la vergogna che per altro, ma avere dei rapporti diciamo forti mi &egrave sempre piaciuto, solo non ho mai trovato la persona giusta. Gli uomini ti chiedono solo di fare la puttana, e questo non mi piace, mentre di donne con le palle non ne ho mai incontrate.”
“Mercoledì prossimo voglio che siamo libere tutte e due.” le dissi con un tono duro, che non ammetteva repliche “Se vuoi il gioco duro l’avrai, e sono certa che non te ne pentirai.”
Lei fece un cenno d’assenso con la testa, prima di tornare nel suo ufficio, mentre io già pregustavo una giornata di sesso diverso, con la mia nuova compagna di giochi.

Il giorno precedente al nostro incontro, le mandai un messaggino, scrivendole di venire a casa mia alle due in punto, ma solo dopo essersi fatta un bel clistere, visto che era mia intenzione sfondare in tutte le maniere possibile, il suo bel culo a mandolino, di cui andava molto fiera.
Claudia si presentò con qualche minuto d’anticipo, tremando quasi per l’eccitazione, vestita in maniera molto casta, con una gonna al ginocchio, camicetta e giacca, mostrando una certa classe nella scelta dei capi.
“Ma guarda un po'” le dissi dopo aver aperto la porta “Una puttana vestita da santa ! Entra che ci penso io a vestirti in modo più consono a quella che sei”
“Anna ti prego, i tuoi potrebbero sentirti !” mi rispose imbarazzatissima.
“Tranquilla sono sola in casa, vieni con me e non parlare se non ti dico di farlo.”
La portai in camera mia dove la feci denudare completamente, per poi scegliere cosa farle indossare cercando nel mio guardaroba.
“Allora calze a rete, anzi meglio delle autoreggenti così posso arrivare meglio alla tua fica, il tuo perizoma va bene, ma lascia sul letto il reggiseno.” le dissi armeggiando fra le stampelle “Poi ci vuole un bell’abito corto bello stretto, così ogni uomo che incrocerai non penserà altro che a mettertelo dietro. La giacca puoi anche rimetterla, ma voglio che cambi rossetto, la tua bocca dev’essere un richiamo al pompino.”
Claudia indossò quello che le avevo lanciato, cambiando del tutto aspetto, ora sembrava più una che cercava facili compagnie, che una normale ragazza pronta ad uscire con un’amica.
Un volta pronta le feci tirare su il vestito, poggiandole subito una mano sulla passera.
“Lo sai che ti fotterei subito, sei davvero arrapante, ma voglio aspettare che sia tu a supplicarmi di farlo.” le dissi mordicchiandole un lobo “Prima però ti sfonderò tanto il culo che dopo avrai dei problemi a non cagarti addosso.”
“Non esserne così sicura, non sono abituata a pregare io !” mi rispose spavalda.
Le spostai il perizoma quel tanto che bastava per scoprirle la fica, quindi presi dal comodino un paio di palline cinesi, che le feci leccare prima d’infilargliele dentro.
“Ora possiamo uscire, ho proprio voglia di un buon cocktails.” le dissi prendendo la borsa.
Claudia fece appena pochi passi, prima di bloccarsi in preda ad uno spasmo di piacere.
“Anna così non riesco neanche a muovermi !” mi disse cercando d’allargare le gambe.
“Stammi bene a sentire.” le urlai in faccia piuttosto arrabbiata “O fai quello che dico, o te ne torni a casa a farti un ditalino cercando d’immaginare quanto avresti goduto con me.”
“Ok, come vuoi tu.” mi rispose ormai sottomessa al mio volere.
In ascensore le strinsi un capezzolo già turgido, dandole anche dei piccoli baci, la sentivo eccitata e desiderosa di fare nuove esperienze con me, neanche fossi una vera dominante.
“Tirati su il vestito.” le ordinai non appena salite in macchina. “Non vorrei che si macchiasse coi tuoi umori.”
Claudia si scoprì il sedere poggiandolo poi sul sedile, ma così facendo l’orlo anteriore non arrivò a coprirle più il perizoma, che quindi risultò in bellavista.
“Hai già un lago in mezzo alle gambe.” le dissi sfiorandole il perizoma pregno delle sue secrezioni.
“Sei proprio una stronza, mi sto eccitando anche a stare ferma.” mi rispose un po’ indispettita.
Feci finta di non averla sentita, in fondo mi bastava prendere qualche buca in più, per vederla mordersi il labbro per non gemere troppo forte.
Quando parcheggiai lei tirò un respiro di sollievo, non sapendo cos’avevo in mente.
“Voglio che quando scendiamo tu sculetti tenendo le gambe strette, insomma che fai la troia che in fondo sei.” le ordinai appena spento il motore.
Claudia mi guardò mostrandomi il suo amichevole odio, ma una volta scesa fece quanto le avevo imposto, cercando anche di non far vedere quanto godesse con quelle palline nella passera.
Entrammo nel locale e le feci fare tutto il corridoio, sino ad andarci a sedere proprio in fondo, in modo che ogni cliente del locale potesse guardarla e desiderarla lussuriosamente.
Presi posto davanti a lei dando le spalle all’entrata, e dopo aver ordinato due cocktails iniziai a torturarla.
“Apri le gambe quel tanto che basta per farmi mettere un piede in mezzo.” le dissi mentre sorseggiava un Negroni.
“Ti prego, non riuscirò a trattenermi e qui &egrave pieno di gente !” mi rispose supplicandomi di desistere dal mio intento.
“Taci e obbedisci o puoi anche andartene via.”
Guardandosi con circospezione allargò abbastanza le gambe, da permettermi di poggiare il mio piedino sulla sua passera. Al solo contatto la vidi fremere abbastanza da farmi quasi desistere dal continuare, ma decisi di andare avanti premendo le dita del piede proprio dove erano le palline.
“Se continui a godere in maniera così vistosa, mi toccherà chiamare quei ragazzi e portarti nel vicolo qui dietro, certo vedendoti la fica piena se lo faranno succhiare prima d’incularti uno dopo l’altro e riempirti infine la faccia di sborra.” le dissi lasciva “O se vuoi puoi farti inchiappettare nel bagno, come una vera troia, facendo fare alla fine una bella doccia di piscio.”
“Anno ti scongiuro, finiscila di dirmi queste cose.” mi rispose tremando sempre di più “Come se già non bastassero queste maledette palline o il tuo piede, quasi quasi potrei anche cedere adesso…”
“Ora &egrave troppo presto per godere piccola troia che non sei altro !” le sussurrai muovendo le dita in modo sempre più frenetico “E se provi a venire giuro che ti faccio scopare da tutti quelli che ci sono qui dentro.”
Continuai a bere prima di prendere lo specchietto dalla borsetta, e con la scusa di darmi una sistemata al trucco, vidi che in molti fissavano Claudia. Effettivamente sembrava una donna andata in quel bar per rimorchiare qualche bel fusto da portarsi poi a letto, non solo per il suo abbigliamento molto provocante, ma soprattutto per il viso quasi sfigurato dalla libidine.
“Accompagnami al bagno.” le ordinai all’improvviso.
Lei mi seguì come un cagnolino, sorprendendosi che non la facessi aspettare fuori come era più logico, invece di portarla dentro la toilette.
Alzai la gonna prima di far scendere il perizoma e urinare davanti al suo sguardo perplesso, che divenne di stupore quando le dissi che doveva pulirmi lei, ma non usando la carta igienica.
“Leccami la fica, e vedi di non lasciare neanche una gocciolina di piscio o m’incazzo sul serio.”
Cercando di non toccare con le gambe il pavimento, Claudia s’accuccio fra le mie gambe ed iniziò a pulirmi la passera, prima con timidi colpetti, poi con lunghe passate di lingua che partivano quasi dal buchetto sino ad arrivare alla nascita delle labbra intime.
Il vederla così sottomessa, oltre al sentire la sua bocca donarmi piacere, mi eccitò a dismisura, ma riuscii a controllarmi ed interrompere quel gioco perverso prima del mio orgasmo. A quel punto le presi il viso fra le mani e la baciai con passione, assaporando con lei il sapore della mia urina, e come a farle capire che ero contenta di lei, non dandole quindi il bastone, ma la carota.
Uscimmo dal bagno entrambe un po’ malferme sulle gambe e, non badando a i commenti degli avventori, tornammo alla macchina per una nuova destinazione.
Mi ricordai infatti di un sexy-shop gestito da due ragazze, una di loro aveva infatti chiamato una volante quando alcuni ragazzi avevano esagerato nel loro locale, chiedendole di provare alcuni oggetti in vendita.
Quando ci trovammo davanti al negozio, lei ebbe un momento di panico, ma io la rassicurai sul fatto che non c’erano commessi maschi, e che sarebbe stata una visita molto veloce. In realtà speravo nella collaborazione di una delle ragazze per umiliare ancor di più la mia collega, e la fortuna fu dalla mia parte.
Appena entrate feci l’occhiolino a Daniela, dirigendomi poi verso la parte dedicata agli oggetti più specificatamente indirizzati verso il piacere anale. Con Claudia scoppiammo a ridere davanti ad alcuni dalla forma decisamente bizzarra, ma il suo sorriso scomparve quando presi un grosso plug composto da due cunei di dimensione diversa.
“Credo che questo possa andare bene per aprirti il culo, non credi anche tu ?” le chiesi beffarda.
“Ma Anna hai visto quant’&egrave grande ?” mi rispose sapendo come sarebbe andata a finire.
Non dandole ascolto presi dalla borsetta alcune salviette ed igienizzai il plug, mentre Daniela ci spiava nascondendosi alla vista di Claudia.
“Non fare la bambina, ora piegati in avanti che voglio vedere come ti sta.” le ordinai come se si trattasse di un capo d’abbigliamento.
Non le rimase che flettersi allargando le gambe, sino a portare le mani sulle caviglie, poi le spostai il perizoma quel tanto che bastava per poterle vedere il buchetto.
“Mi spiace, ma non ho porto nessun tipo di lubrificante.” le dissi strusciandole il plug sulla passera “Ma sei così bagnata che non penso farò fatica a mettertelo nel culo.”
“Anna ti prego fai piano o me lo sfondi sul serio.” mi supplicò mentre puntavo il cuneo sul suo ano.
Mossa da un vaga compassione, feci entrare il plug con calma, senza forzare il alcun modo, sino a inserirlo completamente nel suo buchetto, che s’allargò a dismisura.
“Bene vedi che &egrave entrato ! Ora andiamo a pagare.”
Claudia mi seguì massaggiandosi il sedere, arrivando un metro dietro di me alla cassa, dove c’aspettava una sorridente Daniela.
“La mia amica paga questo.” dissi mettendo la scatola vuota sul bancone.
“Ma &egrave vuota !” mi rispose Daniela capendo al volo dove volevo arrivare.
“E’ vero, ma questa &egrave tanto troia che non ha resistito alla voglia di metterselo nel culo, come se non le bastassero le palline che ha nella fica da un paio d’ore !” affermai con disprezzo.
“Se non vedo non credo.” disse Daniela rivolgendosi poi a Claudia “Dai alzati la gonna e mostrami se sei la cagna che dice la tua amica.”
Claudia obbedì paonazza per la vergogna, mostrando la base del plug che le usciva dal sedere, per poi cercare di ricomporsi il più in fretta possibile.
“Serva altro ?” mi chiese Daniela
“Qualcosa per fotterla, ma cerca di capirmi, questa &egrave una vacca unica, quindi ci vuole un oggetto notevole, magari uno strap-on anche se non so quale sia il più grande che tu possa avere.”
“Ci sarebbe lo sfondafroci, l’ho chiamo così perch&egrave l’ho visto in un video dove una donna incula un mezzo uomo. Ne ho qualcuno perch&egrave mi sono arrivati di nuovo ieri, quelli del primo ordine sono andati via in due giorni.. Credo che però sia meglio che tu lo provi prima di comprarlo, se vuoi chiudo per qualche minuto e si può usare il retro.”
“Mi sembra proprio una buona idea, fai pure con calma così ci prepariamo senza fretta.”
Daniela andò a chiudere la porta e prendere lo strap-on, mentre io e Claudia ci dirigemmo verso il retro, dove la feci spogliare e mettere a pecora.
Quando la negoziante tornò rimasi di stucco, quella che portava era una vera bestia lunga almeno quaranta centimetri e larga più del mio polso. Claudia sbiancò del tutto mentre Daniela mi aiutava a legarmi alla vita quel fallo sproporzionato, ben sapendo che prima o poi se lo sarebbe trovato nelle viscere.
Le tolsi il plug che sembrò improvvisamente piccolo nonostante le sue dimensioni, quindi con la negoziante iniziai a ungere abbondantemente l’ano della mia schiava.
“Posso chiederti dove hai trovato questo attrezzo ?” domandai a Daniela mentre infilavo tre dita nel culo di Claudia.
“In Germania, l’unico paese dove non esistono limiti al sadomaso.” mi rispose allargando il più possibile le natiche della mia collega “Pensa che l’unica Mistress che l’ha comprato, adesso ha una fila di uomini disposti a tutto pur di provarlo !”
In quel momento pensai a mio padre, e di come sarebbe stato divertente usarlo su di lui, ovviamente facendo partecipare anche mamma..
“Credo che la troia sia pronta.” dissi facendo cadere un po’ di lubrificante sul fallo “Scommetto che non vedi l’ora di prenderlo tutto nel culo vero puttana da strapazzo ? Ah dimenticavo, non provare a toccarti la fica, o uscirai da qui solo per farti ricucire il culo !”
Mentre mi sistemavo dietro Claudia, Daniela si mise davanti a lei, e dopo essersi alzata la mini e spostato il perizoma, le ordinò di leccarle la passera.
“Fammi sentire la lingua sulla fica cagna ! Almeno servirai a qualcosa e urlerai di meno.”
Far entrare la sola cappella non fu neanche troppo difficile, dopo i primi tentativi piuttosto delicati, mi bastò spingere con una certa forza per vedere sparire quel fungo nel culo di Claudia. Poi fu solo un lungo dentro e fuori, per sodomizzarla il più possibile, dentro di me non credevo che fosse possibile farlo entrare completamente, ma il puttanone non solo non urlò mai per il dolore, ma dimostrò di gradire quella mostruosa presenza nello sfintere.
“Cazzo &egrave tutto dentro !” esclamai meravigliata “Ma quanto sei troia per prendere una bestia del genere e godere ?”
“E non sai come mi lecca !” mi rispose Daniela “Dai sfonda questa vacca, che dopo mi diverto io.”
In realtà non era certo facile muoversi con quello strap-on legato in vita, i miei movimenti erano per forza lenti, quasi impacciati, ma nonostante questo riuscii a fotterla con un certo ritmo, prima di stancarmi curiosa anche di vedere cos’avrebbe fatto Daniela con lei.
Con qualche difficoltà feci uscire il fallo dal buco ormai spanato di Claudia, poi la negoziante si unse per bene la mano, prima di fistarla mentre io le tenevo aperte le chiappe.
“Dopo un cazzo come quello la mia mano non la sente neanche questa zozza !” mi disse Daniela quasi scocciata per il fatto che la masochista non desse segni di sofferenza.
Quando però la mano aperta divenne un pugno chiuso, Claudia emise un forte gemito di dolore, a cui ne seguirono altri, uno per ogni affondo di Daniela, che ormai non si poneva più alcun limite.
“Una come te dovrebbe stare solo in un bordello a prender cazzi e bere sborra.” le disse Daniela con un tono a dir poco sprezzante, mentre il suo braccio spariva sempre di più nel culo di Claudia “Magari fare anche del porno, sinceramente troie come te non ne ho mai viste, credo che anche tre cazzi nel culo ti farebbero solo godere.”
Quella scena m’eccitò tanto che non seppi trattenermi dallo sfilarmi il perizoma, per mettere in faccia a Claudia la mia passera ormai pregna d’umori.
“Leccami la fica cagna ! E se fai la brava poi ti faccio venire.”
Lei cominciò letteralmente a succhiarmi il sesso, la sua lingua divenne quasi famelica di ogni mio liquido, facendomi ben presto impazzire di piacere.
Anche se non riuscivo a capire come lei potesse godere in quella estrema situazione, col culo così tanto pieno, compresi che era ciò che voleva. Claudia godeva nell’essere violentata da una donna, meglio ancora se due, riuscendo solo in quella situazione a ricevere il piacere che più desiderava. Essere una schiava sessuale era la sua vera indole, ma nessun uomo l’aveva mai messa in condizione di esternare quella natura, cercando solo rapporti violenti fini a se stessi e per lei poco appaganti.
Raggiunsi l’orgasmo in poco tempo, dopodiché mantenni la mia parola, la baciai mentre le strizzavo il clito facendola venire all’istante.
Daniela smise di fotterla così brutalmente per poi baciarla con molta passione, quindi si ricompose invitandoci a fare lo stesso perch&egrave doveva riaprire.
Una volta tornate nel negozio lei ci fece trovare due pacchetti, uno per il plug e l’altro contenente il grosso strap-on.
“Il plug ve lo regalo io.” ci disse sorridendo “Mentre per il cazzone ti posso fare un prezzo di favore.”
“A me veramente non interessa.” le rispose Claudia stringendosi le spalle.
“Lo prendo io.” dissi aprendo il borsellino “Conosco un frocione a cui non vedo l’ora di rompere il culo con questo mostro.”
“Non mi dire che il tuo ragazzo…” mi domandò la mia collega.
“No tranquilla non &egrave per lui.” risposi ridendo e cercando d’immaginare la scena, mamma che inculava mio padre mentre io assistevo masturbandomi o facendomi leccare la passera dal frocio.
“Sei proprio una porcella ! Altro che la ragazza seria che vuoi apparire !”
“Senti chi parla, quella che fino ad adesso ha solo preso cazzoni e mani in culo !” dissi prima di darle un bacio sulla guancia “Ora però andiamo, ho voglia di farti da sola, ma stai tranquilla che non ti darò tregua, non sai quante belle sorprese ho in serbo per te.”
Uscimmo dopo aver pagato per dirigersi verso un negozio d’animali, dove le feci scegliere un collare in cuoio e un guinzaglio, che però non ebbi il coraggio di metterle in pubblico.
Una volta tornate a casa mia, e visto che non c’era nessuno, la feci spogliare nell’ingresso, lasciandole solo le calze, per poi metterle i nostri ultimi acquisti, e condurla in camera mia, facendola camminare a quattro zampe tenuta al guinzaglio.
Dopo aver chiuso la porta della camera, la misi carponi per toglierle le palline ed infilarle di nuovo il plug nel buchetto.
“Adesso vado a farmi una doccia.” le dissi dopo averle legato le mani alle caviglie in modo che non potesse in alcun modo toccarsi.
In realtà mi diedi solo una veloce sciacquata, giusto per togliermi il sudore di dosso, e quando tornai da lei indossai un miniabito nero molto corto e lucido, e un paio di sandali comprati il giorno prima e ancora nuovi.
“Dimmi un po’, ma com’&egrave che hai fregato la ragazza ad un’amica ?” le domandai mentre accendevo delle candele.
“In realtà io non ho rubato nulla a nessuna, &egrave Luisa a non capire una mazza.”
“Sentiamo la tua versione, lei era molto arrabbiata.” le dissi sdraiandomi sul letto
“Per farla breve lei stava con questa tipa, ma non &egrave che si fosse messa con una santa, insomma io la incontro in un locale e sai cosa mi dice ? Vorrei tanto metterti la lingua dentro le gambe ! Così siamo andate a casa sua, poi &egrave arrivata la scema ed &egrave successo il finimondo.”
“Almeno te la sei fatta ?” le domandai incuriosita.
“Si e devo dire che &egrave una gran donna, una di quelle che non finisce mai di godere.”
“Allora &egrave proprio vero che sei solo una cagna da portarsi a letto ! Guardati, legata a pecora con un plug nel culo, non aspetti altro che ti sfrutti per il mio piacere, sperando poi di riceverne. Ci credo che gli uomini ti usino come una bambola gonfiabile e nulla più, non sei altro che tre buchi da riempire.”
“Non dirmi così, non &egrave vero e lo sai.” mi rispose piagnucolando
“Dimmi schiava, ti piacciono i miei piedi.” le chiesi mettendogli ad un palmo dalla faccia.
“Si sono bellissimi.” mi disse prontamente.
“Allora leccali !”
Sentii subito la sua lingua intrufolarsi fra le dita dei piedi, dandomi quel piacere che avevo conosciuto col mio ragazzo. Ma a differenza di Marco, lei non ci mise nessuna passione, quindi mi piegai in avanti per colpirla con alcuni schiaffoni sulle chiappe.
Con mia grande sorpresa Claudia emise alcuni gemiti che non erano certo di dolore, soprattutto dopo che la mano colpì il plug, facendo uscire ancor di più allo scoperto la sua vena masochista.
“Vedo che ti piace prenderle !” le dissi slegandole le mani ed i piedi “Adesso ti libero, ma tu rimani così come sei, anzi allarga ancor di più le gambe, voglio il tuo culo ben disponibile.”
Presi una candela, e dopo essermi inginocchiata dietro di lei, feci cadere della cera sul suo culo, che Claudia mosse fin troppo visibilmente in preda all’eccitazione. Per tutta risposta le tolsi la cera che s’era subito solidificata, con due schiaffi, aumentando così il rossore delle sue chiappe.
“Guarda come gode la mia cagnetta ! Ci credo che tutti ti vogliano solo per scoparti, anzi dimmi un po’ quanti te ne sei fatti in una volta sola ?”
“Un ragazzo mi portò una volta da due sue amici e mi scoparono tutti insieme tutta la notte.” mi confesso forse vergognandosi del suo passato
“Scommetto che hai goduto come una vacca, vero ?”
“Si ma mai come con te ! Anna ti supplico mettimi qualcosa nella fica o impazzisco.”
“Di già !” le risposi fingendomi sorpresa “Non ci penso neanche a farti venire, tanto col cazzone che hai preso prima sono sicura che non avrai un orgasmo senza che ti stimoli la fica.’
Continuai a torturarla con la cera e le sculacciate a lungo, senza darle un attimo di respiro se non quando le tolsi il plug per sostituirlo con delle palline anali.
“Girati e masturbati il culo con questo.” le dissi porgendole un sottile dildo.
Non appena fu a pancia all’aria m’abbassai per leccarle il bordo della passera, che ormai era tanto bagnata da far colare i suoi umori un po’ dovunque. Poi presi l’ultima candela e feci cadere la cera dove prima avevo passato la lingua, stando attenta a non colpirla sul centro del piacere.
Vedere Claudia che cercava con tutte le sue forza un orgasmo liberatore, e il sapere che il suo piacere dipendeva solo da me, mi diede una sensazione di potenza mai provata, neanche quando con mamma avevo sottomesso mio padre.
Vogliosa almeno quanto lei di raggiungere l’apice del piacere la portai al guinzaglio ai piedi del letto, dove mi sedetti con le gambe ben aperte.
“Leccami la fica e fammi godere !” le ordinai con decisione.
Lei poggiò le mani sul mio interno cosce e scatenò la sua lingua, una vera e propria saetta che passò in ogni recondito angolo del mio sesso. La sua voglia d’orgasmo non le faceva pensare che a quello, e ben sapendo che sarei dovuta venire prima io, cercava in tutti i modi di darmi il massimo del piacere.
Mi ritrovai quasi senza accorgermene tanto ero bagnata, due dita nella passera, e subito dopo un’altra che stimolando il clito, mi fece venire in un modo tanto violento, da lasciarmi senza fiato, completamente distrutta.
Era giunto il momento di porre fine alle sue sofferenze, ma appena dopo aver fatto sdraiare Claudia sul letto, m’accorsi che non eravamo più sole.
Mamma infatti ci stava spiando da chissà quanto tempo, con la gonna alzata e una mano nelle mutandine.
“Mamma ! Cazzo adesso mi spii pure !” le urlai contro un po’ arrabbiata per quella violazione così palese della mia privacy.
“Scusami amore, ma la tua amica geme come una pazza, anzi a dirla tutta non ho mai visto una così passiva !” mi rispose dopo essere entrata in camera.
In quel momento la rabbia fece spazio ad un desiderio perverso, prolungare ancora di più l’agonia di Claudia facendo entrare nel gioco mia mamma.
“See ogni scusa &egrave buona per non farsi gli affari propri.” le dissi mentre Claudia era chiaramente in imbarazzo “Di piuttosto che hai una gran voglia di farti leccare la fica da questa troietta in calore.”
“In effetti non sarebbe una cattiva idea.” mi rispose spogliandosi “Ma sei sicura che la tua amica &egrave d’accordo ?”
“Tu mettile la fica in faccia, e poi dimmi se ha delle rimostranze da fare.”
Una volta completamente nuda, mamma le salì sopra mettendole la passera sopra il viso, per poi abbassarsi e cercare la sua, ma io le bloccai la testa con un bacio.
“A questa pensiamo dopo, ora goditi la sua bocca.” le dissi prima d’andare ad indossare uno strap-on non troppo grande, senza farmi vedere da Claudia, che peraltro aveva il culo di mamma come unico panorama visibile.
Sentii la mia collega gemere dopo che iniziai a leccarle la fica, un vero fiume in piena in quanto a umori, poi senza dire nulla la penetrai col fallo che avevo fra le gambe.
Claudia aveva un orgasmo dopo l’altro, l’averli repressi così a lungo fece in modo che il piacere esplodesse come in una festa di fuochi d’artificio, con un crescendo che pareva non avesse mai fine.
Mamma s’abbasso di nuovo per leccare tutto quel ben di Dio che la mia collega aveva fra le gambe, poi lo portava mischiato alla sua saliva alla mia bocca, dandomi ancor più la carica per continuare a scopare Claudia.
Solo quando non emise più alcun suono smisi di fotterla, lasciandola distrutta sul letto, quasi incapace di fare anche il minimo movimento.
“Cazzo Anna l’hai smontata !” mi disse sorridendo mamma “Ora perch&egrave non ti prendi cura di me, non sai la voglia che ho di prendere quel bel bastone che hai fra le gambe !”
Salii sul letto per mettermi dietro di lei, quindi infilai il fallo nella sua passera, per poi prendere subito un buon ritmo, non ancora sazia della voglia di veder godere le mie donne.
“Oh si fottimi piccola mia, stasera avevo un incontro con un bel bull, ma poi &egrave saltato tutto.” mi disse spingendo all’indietro per godere ancor di più.
“Se mi dai il culo poi ti faccio una sorpresa.” le risposi con non poca malizia.
Lei si bagnò due dita che poi fece scivolare nel suo buchetto, mentre l’altra mano si poggiava sul monte di Venere.
“Cosa aspetti, lo sai che mi piace quando m’inculi !”
“Come quando lo fa chiunque abbia un bel cazzo !” le dissi affondando lo strap-on fra le sue chiappe.
Sapendo quanto lei amasse il sesso anale, non mi feci scrupolo di fotterla sin dall’inizio con forti affondi, aumentando sempre più la velocità.
“Ancora di più ! Fottimi più forte, sfondami tutta !” urlava senza alcun ritegno.
Vederla godere così oscenamente, sodomizzata poi da sua figlia, mi faceva impazzire di piacere, arrivando ad avere l’orgasmo insieme a lei, per poi finire sdraiate una vicina all’altra.
Ci rivestimmo tutte e tre poco prima dell’arrivo di mio padre, poi con una scusa portai mamma in camera mia dove le mostrai il grosso strap-on comprato da Daniela.
“Ma &egrave mostruoso !” esclamò meravigliata “Sei sicura che si possa davvero usare ?”
“Claudia l’ha preso nel culo senza tanti problemi, certo c’&egrave voluta un bel po’ di preparazione, ma poi &egrave andato tutto liscio come l’olio.” le risposi convincendola così a prenderlo per la serata.
Dopo cena Claudia ed io ci chiudemmo nella mia camera, per fare dolcemente l’amore tutta la sera, lasciando da parte tutti gli eccessi della giornata, tant’&egrave vero che non usammo nessun gioco da donne, usando solo i nostri corpi per donarci piacere reciproco.
Il giorno dopo, quando rimanemmo sole, mamma mi raccontò che dopo aver legato mio padre, gli aveva mostrato il mio ‘regalo’ facendolo sbiancare, e solo l’averlo imbavagliato pose fine alle sue suppliche per farla desistere dai suoi propositi.
“L’ho preparato molto bene.” mi raccontò davanti al caff&egrave “Prima le dita, poi l’ho quasi fistato completamente, ma a questo c’era già abituato il porco. Quando ho indossato la belva ho dovuto battergli le chiappe a lungo per fargliele rilassare, ma dopo l’ha preso quasi tutto senza tanti problemi, anzi alla fine ha schizzato tanto da far schifo, così l’ho liberato e costretto a pulire dove aveva sporcato. Certo dopo ieri sera sarà difficile fargli provare qualcosa di più forte, però le idee non mi mancano, ma prima voglio pensare a me stessa, il frocio dovrà aspettare prima di sborrare nuovamente !”
In una famiglia ‘normale’ quel discorso magari sarebbe apparso folle, ma in casa mia era ormai abituale parlare di sesso, anche estremo ed in tutte le sue forme, che non mi scandalizzavo più di nulla, anzi ero quasi orgogliosa di non vivere con due genitori tradizionali, e adoravo mamma prendendola spesso come esempio.
E presto avrei imparato a comportarmi forse peggio di lei.

Continua

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