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Trio

La sauna bollente

By 21 Febbraio 2014Dicembre 16th, 2019No Comments

La sua era diventata un abitudine settimanale in quell’inverno particolarmente rigido, aspettava quasi con ansia il giovedì sera per staccare dal lavoro e dirigersi di gran carriera al centro termale dove si rilassava tra le bollicine d’acqua calda e le roventi saune. Era una gran bella ragazza, la prima cosa che si notava di lei era la statura, piccolina, non arrivava al metro e sessanta, ma quando ci si avvicinava si veniva abbagliati da uno dei suoi solari sorrisi che donava volentieri ad amici e sconosciuti. Gli occhi erano vivi e intelligenti, marroni come le grosse castagne che è possibile trovare nel bosco d’autunno. Di un nero corvino erano i capelli che portava crespi e lunghi fino alle spalle tranne quelle poche volte che voleva davvero colpire, allora li lisciava. Il fisico era una ben modellato nonostante l’assenza di attività fisica dovuta alla neve e al gelo di quell’inverno. Due bei seni proporzionati alla sua statura spingevano da sotto i vestiti ma il vero punto forte era il suo fondoschiena, due semisfere perfettamente tonde e sode che ondeggiavano lievemente al suo passo sicuro e gentile. Più di un ragazzo si era perso nell’osservare quel dolce dondolio di quella piccola dea tenera e gentile non senza esiti, infatti da quando aveva cominciato a essere donna e non più bambina, essa poteva vantare quattro tamponamenti in auto, due scontri frontali con pali e ben cinque ragazze che imprecavano ai propri fidanzati solo per il fatto di aver distratto l’uomo con quel suo sedere perfetto. Ben consapevole della sua dote il suo guardaroba abbondava di jeans stretti e leggins nonché una buona quantità di tanga.
Lavorava come farmacista in centro città, si era fatta subito voler bene da colleghe e clienti per la sua innata cortesia, specialmente verso le persone più anziane. Aveva terminato da pochi anni gli studi ed era felice di essere tornata al cantone d’origine a lavorare potendo così stare vicina alla famiglia, in particolare alle sorelle a cui era immensamente legata.
Quel giovedì stava passando più lentamente del dovuto, avrebbe giurato che l’orologio ogni due secondi in avanti ne faceva uno in dietro. Finalmente, con l’affanno di uno scalatore all’ultimo ostacolo, le lancette puntarono sulle nove. Mentre si toglieva il camice l’aiuto farmacista chiudeva l’entrata principale. Sospirò felice, da lì a mezz’ora si sarebbe goduta la rilassante afa della sauna.
Una volta arrivata salutò cortesemente l’impiegata alla ricezione e si incamminò verso lo spogliatoio. Aveva comperato un nuovo bikini azzurro che voleva provare per le ormai prossime vacanze. Si spogliò velocemente sgusciando fuori dai vestiti pesanti invernali fino a restare in reggiseno. Sistemò i vestiti nello scomparto e infine rimosse anche la poca stoffa che le copriva le intimità. Aveva i capezzoli lievemente inturgiditi dal freddo dello spogliatoio mentre più in basso sul monte di venere si ergeva una piccola e soffice peluria pubica castana come i suoi occhi, perfettamente regolata con precisione millimetrica. Si piegò verso l’armadietto cercando nella sua sacca il costume e l’asciugamano completamente nuda. Con un sorriso malizioso si immaginò se un uomo fosse entrato in quell’istante e l’avesse trovata così, piegata con quel delizioso sedere che spuntava in fuori lasciando lievemente intravvedere le labbra della sua vagina. I capezzoli li si inturgidirono ulteriormente, ma sta volta non per il freddo. Infatti in lei non trovava solo spazio la cortesia e la gentilezza ma anche una anima di malizia ed eccitazione, le piaceva il sottile gioco di seduzione ed allusione che portava gli uomini a desiderarla in maniera incontrollabile, era un artista della allusione sottile, del ‘magari, forse’ anche se infine solo i più bravi avevano l’indubbio privilegio di possederla in tutto e per tutto.
Dieci minuti più tardi era a mollo tra le bollicine della fonte termale. Quel centro era dotato nella fonte di tanti piccoli lettini in cui ci si adagiava e da cui uscivano su tutta la superficie delle bolle che massaggiavano la pelle. Notò che data l’ora era praticamente deserto, solo qualche coppietta che si era dedicata una serata romantica e qualche anziano. Con un po’ di disappunto notò l’assenza di uomini decenti. Dimenticandosi di tutto si adagiò sul lettino e il turbinio di bolle la portarono in un’altra dimensione priva di tempo e spazio dove l’unica cosa che contava era l’acqua calda che schiumava e ribolliva attorno a lei sciacquando via le fatiche, ansie e problemi di una pesante settimana di lavoro. Il contrasto col viso raffreddato dalla gelida aria invernale era in netto contrasto con il corpo al caldo in quella specie di piumone liquido che l’avvolgeva e la massaggiava. Quasi si addormentò tanto il massaggio idrico la rilassò e quindi decise di passare a qualcosa d’altro, lì vicino in un edificio c’erano le saune. Si diresse lungo il corridoio ed entrò in una cabina togliendosi il costume e avvolgendosi l’asciugamano sopra i seni. Si accorse che aveva fatto male i calcoli e il telo era troppo corto, infatti nonostante coprisse tutto il suo sedere era a malapena incluso, fece del suo meglio rubando centimetri al lato che copriva i seni ma il risultato non era ancora molto soddisfacente (o molto soddisfacente, dipendeva dai punti di vista). Dopo una breve transizione aprì la porta e si ritrovò nel mondo fatato della sauna. Il primo impatto era sempre quello, quasi una difficoltà a respirare dall’umidità e dal calore quasi opprimente ma in breve il suo ritmo respiratorio si fece regolare e si sedette su una delle panchine più alte. La sauna era una larga struttura in legno con panchine su due livelli lungo tutta la circonferenza e aleggiava in mezzo una sottile nebbia di vapore acqueo. In brevissimo tempo la sua pelle si ricoprì di un telo trasparente di sudore e acqua condensata che la avvolsero rendendola come tutta unta di olio, facendola quasi luccicare alla fioca luce delle lampade. Si guardava le braccia e le gambe notando come il calore dilatava le sue vene stimolando la circolazione. Sentì che anche tra le sue cosce il flusso di sangue era aumentato e con quella sensazione sentì una fitta di eccitazione. Quasi senza volerlo cominciò a sfregare le due cosce assieme premendo il clitoride ormai gonfio tra le grandi labbra dandole piccole scariche di piacere. Non era certo paragonabile a una stimolazione vera e propria ma l’eccitazione stava salendo a ritmi vertiginosi. Chiuse gli occhi e riprese a stringere le cosce godendo del calore che l’avvolgeva. In un breve momento di lucidità notò che qualcuno, probabilmente l’addetto alle pulizie, aveva dimenticato nella toppa la chiave. Un idea maliziosa prese a farsi strada tra le nebbie, non aveva mai avuto un orgasmo in una sauna.
Mentre valutava se alzarsi, chiudersi dentro a chiave, spogliarsi nuda e darsi piacere, la porta si spalancò di colpo. Fu come se qualcuno le avesse tirato un secchio di acqua gelata, lanciò un occhiata di puro veleno alla porta che si era aperta, chi osava disturbarla in un momento così intimo ed eccitante? Ad entrare furono due figure, due bei ragazzi. Il rancore scemò subito sostituito dalla fiamma della malizia. Erano entrambi alti circa un metro e settanta, fisici ben scolpiti ma senza scadere nel ridicolo gonfiore muscolare che caratterizza la muscolatura di chi passa le sue ore in palestra. I capelli di uno erano ricci e il viso aveva un taglio decisamente mediterraneo, anche la carnagione tendeva più all’olivastro. L’altro invece era di chiara origine teutonica, i capelli erano abbastanza lunghi e lisci, di un castano chiarissimo quasi sfocante nel biondo. Era leggermente più alto dell’altro e anche più spallato, con degli addominali che formavano una tartaruga perfetta. In compenso il mediterraneo aveva un viso più armonioso e dolce. Stavano parlando ad alta voce scherzando tra di loro ma quando la videro si zittirono improvvisamente, entrambi fecero un cenno con la testa nella sua direzione e lei gli rispose con un ampio sorriso. Sempre in silenzio si sedettero nella parte opposta della sauna non senza guardarla con aria rapita.
Il tempo passava e l’atmosfera si rilassò, i ragazzi presero a parlare a bassa voce tra di loro e a lei venne un idea perversa. Con calma prese ad accarezzarsi languidamente il collo, come se si spalmasse una immaginaria crema solare, poi passò alle braccia e infine piegandosi in avanti e mettendosi un po’ di lato si passò la mano prima sul polpaccio e infine sulla coscia. Mentre faceva questi sensuali movimenti muoveva la testa e socchiudeva gli occhi come se quei movimenti le provocassero scariche di piacere. Ogni tanto lanciava delle occhiate e dei sorrisi ai due ragazzi che intanto erano ammutoliti di nuovo guardandola. Presa da quella reazione più che positiva e dal fatto che, anche se non ne era sicura, due grossi bozzi erano visibili da sotto gli asciugamani, decise di andare oltre. Ricominciò come prima a muovere le gambe aprendole e chiudendole lievemente stringendo la vagina sul clitoride mentre li guardava in maniera quasi sfacciata. L’atmosfera era rovente e non certo per il calore della sauna, lei si stava indirettamente toccando di fronte a due sconosciuti! quando questo pensiero la raggiunse si sentì ancora più eccitata e vogliosa. Finalmente anche i due ragazzi cominciarono a reagire, il primo fu il mediterraneo che impercettibilmente prese a toccarsi stringendo la curva sotto l’asciugamano mentre l’altro più sfacciatamente si mise direttamente la mano sotto di esso. Quella scena durò circa cinque minuti quando lei decise di portare il tutto a un livello superiore: con studiata lentezza si adagiò sdraiata di pancia sulla panchina nascondendo abilmente la parte frontale del suo corpo e poi sciolse il nodo dell’asciugamano lasciando libera la schiena e il sedere che in pochissimo tempo si velarono di sudore. Restò a farsi ammirare in quella posizione sdraiata, con quel culetto perfetto in bella mostra e la parte inferiore delle gambe che si muovevano con languida lentezza piegandosi verso le cosce. Sorrideva e guardava con insistenza, quasi per sfidarli, i due ragazzi. La loro reazione di incredula eccitazione si poteva leggere chiaramente sui loro visi mentre le loro mani avevano preso a toccarsi con ancora più insistenza. Lei si accorse di essere arrivata al punto di non ritorno, era nuda, tutta sudata, in una sauna, con due bei ragazzi che la guardavano e impazzivano di desiderio per lei, le opzioni erano due, o se ne andava lasciando quei due poveretti con l’erezione più dolorosa della loro vita oppure avrebbe terminato quel giovedì sera in maniera decisamente più piacevole per tutti.
Fece la sua scelta, si ricoprì con l’asciugamano stando ben attenta a non mostrare nulla ai ragazzi e si incamminò verso la porta lanciando un occhiata divertita. La delusione era evidente sul viso dei due, sembravano due bambini a cui era stato appena sottratto il dolce preferito. Si fermò un secondo sull’uscio, li guardò, chiuse a chiave la porta e lasciò cadere l’asciugamano.
I due ragazzi davanti alla visione del suo corpo nudo scattarono in piedi per la sorpresa e al teutonico che aveva allentato il nodo all’asciugamano per toccarsi cadde via del tutto rivelando un pene in completa erezione dal glande lucido e gonfio. Lei scoppiò in una risata vogliosa e senza dire una parola con la sua solita camminata sensuale facendo ondeggiare il suo fondoschiena arrivò fino davanti ai due ragazzi ammutoliti. Sempre guardandoli negli occhi, notando che il mediterraneo aveva due bellissimi occhi quasi neri mentre il teutonico di un verde chiaro, allungò le mani sul nodo del primo liberando anche lui dell’ormai inutile copertura. Un altro bel cazzone saltò su come un pacco regalo, entrambi avevano dei peni nella norma, ne aveva visti (e provati) di più grossi ma di sicuro non l’avrebbero delusa. Con fare sicuro afferrò i due peni e cominciò una lenta doppia masturbazione lì in piedi, al centro della stanza. Era molto brava nel masturbare, la sua mano scorreva sicura su e giù lungo l’asta scappellando i peni dei due ragazzi che intanto avevano preso a gemere dal trattamento subìto. Era ansiosa di mostrarli anche un’altra sua dote e così girandosi e prendendo i due peni come si prendono due guinzagli si incamminò verso la panchina con i due ragazzi eccitati quasi tirati per il pene. Si sedette sulla panchina e con le braccia afferrò le chiappe, saggiandone con piacere la tonicità muscolosa, e se li portò vicino così che i peni fossero a portata di bocca.
Due minuti dopo lei era nuda, a gambe aperte, piegata in avanti a succhiare alternatamente quei due bei uccelli vogliosi, mentre uno veniva accolto nella sua bocca l’altro si doveva accontentare della sua abile mano. Adorava fare i pompini, si dedicava con passione a quella pratica sessuale, adorava sentire quei grossi nodosi morbidi e allo stesso tempo durissimi pezzi di carne introdursi nella sua tenera boccuccia per poi leccare e succhiare tutta l’asta per poi tirarlo fuori fino ad avere nel cavo orale solo il grosso glande da succhiare come un Calippo per poi reintrodurlo tutto nel caldo anfratto della sua bocca. Ma era la prima volta che ne succhiava due assieme, aveva fantasticato molte volte su quella situazione donandosi stupendi orgasmi e finalmente poteva realizzare quella fantasia scoprendo che la realtà era molto meglio. Mentre succhiava lentamente il mediterraneo prendeva il pene del teutonico e si faceva passare l’asta bollente e morbida contro la guancia o sul collo oppure lo masturbava con sapienza. Quel doppio pompino alternato durò a lungo, i due peni si alternarono più e più volte nella sua esperta bocca calda strappando dalle labbra dei due ragazzi lunghi gemiti di piacere, parole di incoraggiamento e dolci carezze tra i suoi capelli. I ragazzi dimostrarono di avere una resistenza invidiabile ai più, temeva già che si era abbandonata troppo al piacere del pompino e di sentirsi inondare la bocca da un momento all’altro ma questo non successe, allora decise che se già aveva fatto trenta tanto valva fare trentuno e così sfilandosi il cazzo del teutonico dalla bocca prese a masturbarli entrambi per qualche secondo per poi mollarli e adagiarsi in dietro e lanciando un occhiata vogliosa prima ad uno poi all’altro allargò lentamente le cosce e con le dita divaricò le grandi labbra. Il più intraprendente fu il mediterraneo che rispondendo al sorriso non perse tempo, avvicinò il pene alla umida grotta del piacere. Lei gli afferrò il pene e si introdusse il glande. Lui subito non perse tempo e con un colpo di reni glielo mise tutto dentro. L’azione invasiva le strappo un piccolo urlo di puro piacere, sentirsi quel grosso affare robusto dentro di se la faceva impazzire di voglia, sentiva ogni singolo centimetro strusciare contro la sua parete vaginale, ogni singola venatura toccare i suoi più profondi recessi. Il movimento all’inizio frenetico rallentò e si fece più regolare, sentiva i suoi dolci seni ballare ai colpi di cazzo che riceveva, sentiva quel cazzo ben lubrificato dai suoi umori scorrerle dentro come un pistone di un motore. Se la stava davvero godendo, il piacere trascendeva ogni aggettivo a lei conosciuto, ma voleva di più. Il teutonico era restato un po’ in disparte a masturbarsi guardando la scena di lei che veniva scopata dall’amico allora lei tra un gemito e l’altro gli fece cenno di avvicinarsi. Quando il suo cazzo fu abbastanza vicino lo accolse nella sua bocca. La situazione era la seguente, lei a cosce spalancate adagiata sulle due panchine che si faceva possedere dal ragazzo mediterraneo mentre il ragazzo teutonico in ginocchio accanto a lei si faceva fare un lavoro di bocca coi fiocchi. Dopo un po’ decisero di cambiare posizione nonché di ruoli, la ragazza si mise a pecorina sulla panchina più bassa e il teutonico dietro di lei. Senza bisogno di aiuto le infilò il pene dentro, era più lungo ma leggermente meno grosso di circonferenza. In breve la sauna si riempì del suono simile a una sculacciata dell’addome di lui che sbatteva con forza e passione contro il sedere di lei. Intanto l’altro non aveva perso tempo e gli aveva porto il suo pene da succhiare. La situazione stava raggiungendo in breve tempo il suo apice, l’orgasmo cominciò a montarle dentro mentre continuava a venir posseduta in quella posizione e a succhiare con lussuria l’altro amante. In breve il fiume in piena della lussuria ruppe gli argini e dandole solo il tempo di togliersi il pene dalla bocca per evitare di morderlo la ragazza venne sconquassata da un violentissimo orgasmo mentre il teutonico continuava a trapanarla con forza.
Lentamente diminuì il ritmo del sesso fino a sfilarselo del tutto dalla vagina. Si accorse che in più di un’ora di sesso i poveri ragazzi non erano ancora venuti così li fece sedere sulla panchina e inginocchiandosi davanti a loro riprese la sua pratica erotica preferita. Il doppio pompino fu lento e rumoroso, alternava i due cazzi con piacere e voglia finché non cominciò a sentire entrambi pulsare violentemente. Fece in tempo a prenderli entrambi in mano e a masturbarli velocemente finché finalmente con un ruggito quasi contemporaneo entrambi eiacularono abbondantemente sul suo piccolo seno.
La masturbazione si fece immediatamente più lenta fino ad arrestarsi del tutto, lei li guardò sorridendo radiosa e soddisfatta. Si alzò e diede ad ognuno un bacio sulla guancia, prese l’asciugamano, se lo sistemò attorno al corpo e aprendo la porta se ne uscì ma non prima di aver detto:
‘mi trovate qui tutti i giovedì sera’ Dopodiché chiuse la porta alle sue spalle incamminandosi verso gli spogliatoi.

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